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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/20/23 in tutte le aree
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Bel riconoscimento per il Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio con l’articolo su Milano Numismatica, tra l’altro con una precisa e dettagliata relazione, da parte di Numispost, rivista numismatica di Zurigo,buona lettura ! https://drive.google.com/file/d/1oyz7kKI7AdFX6YQWI91fWKy2Ix4fLzc_/view?usp=drivesdk https://drive.google.com/file/d/1CiRsfuxt9MckPlJCz8n7z1e6SyXUVYlU/view?usp=drivesdk3 punti
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Buongiorno, posto un Grana 3 senza varianti, quindi modello base. La motivazione per l'acquisto è stata la buona conservazione generale e soprattutto il Ritratto del Re che mi sembra molto piacevole. A voi il giudizio e naturalmente una richiesta all'amico Cristiano @Asclepia per avere ulteriori ragguagli sulla moneta. Grazie, Saluti, Beppe3 punti
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"Alle fine lui tromba lei" <cit.>2 punti
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Ti calmerò. I carri armati russi non attaccheranno mai l’Italia. Nessuno attacca mai la cucina o l'esposizione dei vestiti. Siamo molto dipendenti dai marchi italiani. Delle tue fantasie sui prestiti. Siete in grado di rimborsare i prestiti? O speri in un fallimento generale?2 punti
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Solo 1000 euro? Ne ho vista una proposta a 14.000 e vogliono pure 10 euro di spedizione!2 punti
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Complimenti per il grande lavoro che fate per la diffusione degli studi numismatici. Fabio2 punti
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Je vous remercie tous pour vos informations et plaisanteries 😉 sur mon pseudo... Alors je vais peut-être décevoir les romantiques ou les chercheurs d'aventures... Je suis mariée et je suis une grand-mère de 3 petits enfants, je connais très bien la chanson "la luna". si j'écris en français c'est parce que c'est plus facile pour moi, mais je suis d'origine italienne. J'ai quitté l'Italie à l'âge de 6 ans. Je parle encore italien (avec quelques fautes) et je le comprends très bien. Je parle aussi espagnol et un peu anglais. Voilà pour les infos personnelles 😉 🙂 Je reviendrai vers vous lorsque j'aurai les informations que vous me demandez, à savoir le poids et la taille des pièces 🙂 Encore merci et en attendant, je vous souhaite "Joyeux Noël, Buon Natale, Feliz Navidad, Merry Christmas" à tous 🙂2 punti
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Tanto per avere una minima idea delle centinaia di foto contenute nel libro Ori dalla Romania......, su cosa contenga . Le foto non entrano tutte nella stessa pagina , seguono2 punti
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Caspita @piergi00, una collezione di monete satiriche ! Quante papali ? 😍 E' la prima che mi capiti di vedere per Gregorio XVI, mentre è abbastanza frequente trovarne di Pio IX, con il tema della pipa gettonatissimo. Quelle che ho visto erano ottenute sempre tramite incisioni a bulino per la "trasfigurazione" del papa (a volte in personaggi di fantasia, altre volte in personaggi storici suoi contemporanei, Bismarck, V.E.II...), spesso riempite con nero di china; mai visto prima un "traforo" simile, se non per monete poi montate a spilla, in questi casi non a tema satirico. A parte un 20 baiocchi 1865, ho visto sempre lire o soldi post-1866 "satirici", presumo per via del taglio conforme a quelli dell'Unione Monetaria Latina, che magari le faceva viaggiare anche fuori dai confini dello Stato Pontificio, dove la figura del papa godeva di minore devozione o "rispetto"... Carrellata delle mie satiriche di Pio IX: Ciao, RCAMIL.2 punti
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In effetti è per questo che esistono le biblioteche, società e imprese che producono informazione (case editrici che producono libri e case d'asta che producono cataloghi) giustamente devono vendere i loro prodotti e ricavarne un utile, d'altro canto le biblioteche pubbliche o finalizzate alla fruizione pubblica hanno il fine di mettere a disposizione gratuitamente i testi e le informazioni che in altre sedi devono essere pagati... Disgraziatamente l'uso diffuso di internet, comprensibile e utilissimo in molti casi, ha però tra gli effetti collaterali più sgradevoli quello di far dimenticare l'esistenza e l'utilità delle biblioteche, prima della diffusione di internet la ricerca storica si faceva nelle suddette istituzioni come negli archivi ed è sempre bene non perdere mai il "vizio" di frequentare sedi che sono state e continuano ad essere dei pilastri fondamentali della cultura e del vivere civile...2 punti
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Indagini geomagnetiche rivelano un edificio antichissimo nel sottosuolo di Gubbio. E’ collegato alle misteriose tavole eugubine? “Le recenti indagini geofisiche nell’antica Iguvium hanno rivelato un affascinante capitolo della storia della città romana – dice la Direzione regionale dei Musei dell’Umbria – Grazie alla magnetometria e al georadar nel sottosuolo sono emerse numerose strutture, prevalentemente di natura edilizia. Ma la vera sorpresa si trova dietro il Teatro romano: lì è stata individuata una struttura quadrangolare, interpretata come una piazza porticata con un tempio posizionato sul lato meridionale. Questa scoperta assume un ruolo cruciale in connessione alle misteriose Tavole rinvenute nel Quattrocento nei pressi del Teatro in ambienti sotterranei finora inesplorati. Le ricerche sono state condotte dall’archeologa Laura Cerri grazie ad un finanziamento richiesto dall’archeologa e direttrice del Teatro romano di Gubbio, Ilaria Venanzoni. Le immagini fotografiche sono di Claudio Ciabochi, l’elaborazione geofisica è di Laura Cerri”. Le Tavole Eugubine, noto anche come Tabulæ Iguvinæ, rappresentano uno dei tesori archeologici più significativi legati alla storia dell’antica città di Ikuvium, l’odierna Gubbio. Queste sette tavole bronzee, rinvenute nel XV secolo, sono un affascinante compendio di testi in lingua umbra, fornendo preziose informazioni sui complessi cerimoniali di lustrazione ed espiazione che coinvolgevano la città. Le tavole, oggi custodite nella cappella del Palazzo dei Consoli a Gubbio, furono acquisite dal comune nel 1456. Cinque delle sette tavole sono inscritte su entrambe le facce, mentre le restanti due, la terza e la quarta, presentano testi su un solo lato, portando il totale a dodici facce. Il testo è redatto in lingua umbra, utilizzando sia l’alfabeto latino che l’alfabeto umbro, quest’ultimo simile agli altri alfabeti italici. Le tavole contengono prescrizioni per il collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, un gruppo sacerdotale composto da 12 sacerdoti devoti al dio Ju-pater (lo Juppiter latino, ovvero Giove). Le prime quattro tavole, risalenti probabilmente al III o II secolo a.C., sono scritte in caratteri umbri e lingua umbra. Le tavole VI e VII, invece, utilizzano l’alfabeto latino e la lingua umbra, datandosi presumibilmente al I secolo a.C. La tavola V si distingue per essere scritta in caratteri etruschi nella faccia a e nelle prime sette righe della faccia b, mentre le righe successive adottano l’alfabeto latino. Le tavole scritte con alfabeto etrusco sono denominate “paleoumbre”, mentre quelle con alfabeto latino sono chiamate “neoumbre”. È plausibile che le tavole conservino testi monumentali di epoche ancora più remote, forse risalenti al I millennio a.C. Le differenze linguistiche riscontrate sono in gran parte attribuibili alle variazioni grafiche, considerando che l’alfabeto umbro mancava di segni per alcune consonanti e spesso utilizzava p al posto di b. Il paleoumbro ř, inoltre, è reso come rs nel neoumbro. Tutti i testi, comunque, sono redatti in lingua umbra. Le tavole costituiscono un’importante fonte per comprendere il popolo umbro, la sua lingua e le pratiche religiose. Esse contengono prescrizioni destinate al collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, composto da dodici sacerdoti devoti al dio Ju-pater, corrispondente al Giove latino. Giacomo Devoto, eminente linguista, ha affermato che le tavole eugubine rappresentano il “più importante testo rituale di tutta l’antichità classica”. La loro struttura metrica, simile al saturnio utilizzato nella prima poesia latina, aggiunge un ulteriore elemento di interesse. Il luogo preciso del ritrovamento delle tavole rimane sconosciuto, sebbene la maggior parte degli studiosi ipotizzi il teatro romano di Gubbio come possibile sede del rinvenimento. Nel 1580, Gabriele Gabrielli fu il primo a documentare le tavole, attribuendo il ritrovamento al 1444, sebbene le basi di questa data rimangano oscure. La vendita ufficiale al Comune di Gubbio avvenne nel 1456 da parte di “Paulus Greghorii de Siga habitator Eugubii”, noto anche come “de partibus Sclavoniae”. Un anonimo del XVII secolo sostiene invece che il ritrovamento si verificò nei pressi della chiesa di San Francesco a Gubbio. La teoria della provenienza dal teatro romano è stata avanzata da Antonio Concioli Sr nel 1678, mentre altri studiosi suggeriscono che le tavole potrebbero essere state scoperte vicino al tempio di Giove Appennino, tra Scheggia e Cantiano. https://stilearte.it/indagini-geomagnetiche-rivelano-un-edificio-antichissimo-nel-sottosuolo-di-gubbio-e-collegato-alle-misteriose-tavole-eugubine/1 punto
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Ciao a tutti! Vedo di essere breve, temo di avere i minuti contati. In un'altra discussione si parlava del "Poppy Coin" canadese del 2004, una moneta in parte colorata destinata alla circolazione. Già di per sè questa è una cosa interessante; ma, dopo aver appreso che esisteva una leggenda urbana (sic! mai fui così in torto!) che raccontava delle caratteristiche nanotecnologiche nascoste che la rendevano una moneta spia, non ho esitato a prenderne un esemplare. Col senno di poi: che errore! intrigato dal mito, ho cercato con un buon ingrandimento dei dettagli sospetti: niente: nulla: proprio zero. Poi ho avuto la pessima idea di usare delle lampade ultraviolette con spettri dieversi e così sono emersi particolari inquietanti: che cos'è quella sagoma? Una scheda SIM? osserviamo meglio i dettagli: sembra definitivamente essere un circuito stampato! Adesso non vorrei aver aperto un vaso di Pandora, non vorrei che le forze oscure dietro a questa operazione ora mi siano ostili. Per non mettere in pericolo la mia famiglia partirò presto per l'estero, lasciando indietro telefonino e bancomat, porterò solo contanti (o no? adesso sappiamo che anche le monete sono tracciabili! Ed i fili di sicurezza? sono forse delle antenne?) - mi sa che prendo solo i miei talleri d'argento di Maria Teresa! Una supplica ad @ART, se mi succede qualcosa, divulga tu la verità! Spero che questo non sia un addio, Njk ================================== EPILOGO: per fortuna non ho dovuto lasciare casa. Il Servizio di Sicurezza della Difesa ha poi smentito il suo avvertimento sulle monete spia: "Sappiamo dove abbiamo commesso l'errore, le informazioni non sono state vagliate adeguatamente. Sebbene queste monete abbiano destato sospetti, alla fine non c'era nulla". Un numismatico di Toronto ha esaminato le proprietà fisiche del metallo, concludendo che non c'era nulla di strano. Ha aggiunto però che il rivestimento protettivo della moneta si illumina in modo particolare alla luce ultravioletta. "Questo potrebbe essere stato un po' sospetto", ha detto. ================================== PS: questa cosa fino due ore fa non la conoscevo, ho fatto la prova con una lampada UV solo per vedere se e come cambiavano i colori del papavero... immaginate che faccia ho fatto dopo aver visto il risultato! Mi sono sentito come Mulder!!!👽1 punto
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Salve. Ho aperto questa discussione per riunire i vari tipi di gettoni deposito dispersi in varie discussioni sul forum e accoglierne altri. Un esempio di gettone deposito che dice praticamente tutto è questo del mercato della frutta di Torino postato da piergi. Chi aveva acquistato frutta e verdura al mercato e aveva bisogno di una cesta per portare a casa la spesa, poteva chiederla in prestito al venditore lasciando un deposito di 50 centesimi. Con la cesta riceveva anche il gettone che aveva la funzione di promemoria e di scontrino: consegnando la cesta vuota e il gettone, il cliente riprendeva quanto aveva lasciato in deposito. apollonia1 punto
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La prossima volta spero di rinascere sceicco Una tessera erotica in asta Lucernae DECIMOSEPTIMA XVII lot 868 base d'asta 2000 euro The Roman Empire - Erotic spintriae and tesserae, time of Tiberius. Spintria early first century BC, Æ (4.21 g, 21 mm). Erotic scene. III within barely visible wreath. Buttrey, NC 1973, scene 1/III. Simonetta-Riva scene 9A. Bateson H20. Good very fine condition. Original brown-red patina. Una bellissima tessera non erotica in asta Lucernae DECIMOSEPTIMA XVII lot 869 base d'asta 1200 euro Romen Empire - Posthumous Augustus Æ Tessera. Minted under Tiberius circa AD 22-37. Bare head of Tiberius (?) l., within wreath X within wreath. Buttrey, NC 1973, B7/X 4.29 g, 21 mm Good very fine condition. Original brown-red patina. https://www.biddr.com/auctions/lucernae/browse?a=4180&l=49405391 punto
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The most perfect money printing technology | The most perfect money printing technology | By Dawkins & Dawkins | Facebook Questo video entusiasmerà maggiormente i collezionisti di cartamoneta odjob1 punto
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Dato che la stragrande maggioranza dei furti avviene quando in casa non c'è nessuno possiamo anche sognare la modifica delle leggi fino ad arrivare all'autorizzazione di uccidere gli intrusi se li becchiamo in casa, o mandarli in galera per vent'anni se presi, ma non credo proprio che questo servirebbe a molto. L'unica vera soluzione secondo me è la sorveglianza umana h 24: il ritorno del mitico portiere (che oggi probabilmente sarebbe un elegante security manager, o qualcosa del genere) o comunque la sorveglianza privata stabile. Se no come minimo non bisogna risparmiare sui sistemi di sicurezza anti-effrazione e gli allarmi, anzi, andrebbero resi obbligatori a livello di amministrazione di condominio. Stesso discorso per le ville, magari in collaborazione di vicinato.1 punto
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Se vuoi te ne vendo un'altra io a soli 500 €. Poi se t'interessa vendo un tappo di bottiglia di vino bevuta da Napoleone a 15000 €1 punto
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Cosa capita se scavi presso un castello medievale. Scoperti draghi e cavalieri, beccacce e Bafometti. Pentacoli e cerchi Caen, Francia, 20 dicembre 2023 – Le sorprese sono infinite, scavando in modo sistematico attorno a un castello. Il terreno rivela spesso fortificazioni più antiche, strade arcaiche, edifici scomparsi ed elementi artistici di rilievo, specie nel caso in cui il luogo sia stato una residenza. Gli scavi archeologici 2023 – che hanno comportato otto mesi di lavoro in cantiere – presso il Castello di Caen, nell’ambito di un vasto progetto di conservazione e sviluppo condotto dal Comune, hanno portato alla luce nuovi e affascinanti dettagli sulla storia del monumento. I risultati sono stati presentati nelle ore scorse. Scavo dell’ingresso fortificato del palazzo ducale del XII secolo, con in primo piano la base inclinata di una torre quadrangolare. © Bénédicte Guillot, Inrap Caen è un comune francese con una popolazione di 112.218 abitanti, ma la sua influenza si estende ben oltre, raggiungendo i 200.000 abitanti nell’agglomerato e formando una zona urbana con una popolazione di 420.000 persone. Situata nel dipartimento del Calvados, nella regione della Normandia, Caen svolge un ruolo cruciale come capoluogo del suddetto dipartimento e come sede del Consiglio regionale normanno. Le ricerche svolte presso il castello di Caen hanno dato riscontri abbondanti: resti mobili – ceramiche, elementi architettonici, resti di animali – e soprattutto murature medievali che rinnovano la storia del castello. L’indagine sistematica è stata svolta dagli archeologi dell’Inrap (Institut national de recherches archéologiques préventives). Ma in questa riemersione appare notevole lo spazio e la forza che i nostri antenati medievali conferivano al mondo fantastico, tra offesa e difesa. Nel corso dei lavori è stato riportato alla luce un modiglione con volto maschile aggettante, una mensola scolpita utilizzata per sostenere la parte sporgente della cornice negli ordini architettonici. Realizzato in pietra e finemente decorato con un volto, questo raro esemplare risalente probabilmente al XII secolo, secondo i primi studi stilistici, offre un’importante testimonianza dell’architettura dell’epoca. Modillon del XII secolo riutilizzato in un muro di epoca moderna e raffigurante un uomo baffuto che soffia. © Sandrine Lalain, Inrap Sotto il profilo iconografico, l’uomo con grossi baffi, potrebbe rinviare al Bafometto, misterioso personaggio molto utilizzato, sotto il profilo figurativo, dai templari. Secondo alcune fonti questa figura sarebbe ispirata a un demone mediorientale, ma in realtà l’immagine potrebbe raccordarsi a un’iconografia protettiva di Cristo desunta dalla stoffa di Veronica. Quale che sia l’origine, il Bafometto, nelle costruzioni medievali, aveva la funzione di protezione del sito. In Toscana troviamo diversi esempi di queste rappresentazioni – volti di uomini con grossi baffi – scolpite. Notevoli quelle all’eremo di Montesiepi di San Galgano, edificio che conserva una spada nella roccia. Sempre a Caen, in un muro distrutto nel XIII secolo, gli archeologi hanno rinvenuto un affascinante graffito raffigurante la battaglia di due cavalieri con un drago sputafuoco, una scena eccezionale che offre uno sguardo intrigante sulle narrazioni visive dell’epoca. Come ben sappiamo la vicenda di San Giorgio e il Drago era particolarmente diffusa, all’epoca, nel mondo cortese. La bestia immonda era la rappresentazione del Male, con connotazioni demoniache. Il graffito sulla pietra calcarea che rapprseenta un cavaliere che insegue un drago volante. L’opera risale probabilmente al XIII secolo. © Bénédicte Guillot, Inrap Le figure evidenziate da Stile arte lungo le linee esterne dell’incisione Un altro graffito, raffigurante una beccaccia, è stato scoperto in un muro moderno, coesistendo con graffiti antichi come un pentacolo e un cerchio, sottolineando la stratificazione di storie e simboli nel corso dei secoli. Graffiti raffiguranti una beccaccia (o vittecoq in antico normanno) rinvenuti in un muro di epoca moderna. © Bénédicte Guillot, Inrap Gli archeologi hanno inoltre esplorato numerose cave presenti nel castello, alcune delle quali convertite in cantine e altre utilizzate come contenitori della spazzatura. Queste strutture hanno fornito un tesoro di reperti medievali, tra cui ceramica e ossa di animali, che aiutano a comprendere gli usi e le attività svolte all’interno del castello. https://stilearte.it/cosa-capita-se-scavi-presso-un-castello-medievale-scoperti-draghi-e-cavalieri-beccacce-e-bafometti-pentacoli-e-cerchi/ Un modillon, deux graffitis, des sépultures… Les archéologues assurent une surveillance archéologique de l’ensemble des travaux prévus sur le site, qu’il s’agisse des creusements pour les réseaux, des terrassements ou des plantations d’arbres. Ils accumulent ainsi de précieuses données et découvertes. Parmi les éléments architecturaux mis au jour se trouve un rarissime modillon en pierre — élément servant à soutenir le toit ou l’avant-toit d’un édifice — décoré d’un visage et datant probablement du XIIe siècle (d’après les premières datations stylistiques). Tout aussi remarquable, un graffiti représentant une scène exceptionnelle d'un chevalier poursuivant un dragon cracheur de feu a été retrouvé dans un mur détruit au XIIIe siècle. Un autre graffiti représentant une bécasse des bois a également été mis au jour en réemploi dans un mur d'époque moderne. On observe derrière lui des graffitis plus anciens, tels qu’un pentacle et un cercle. Les travaux ont aussi permis d'étudier les nombreuses carrières qui parsèment le château, certaines réaménagées en caves et d'autres ayant servi de poubelles. La fouille de ces structures a permis de recueillir un abondant mobilier de la fin du Moyen Âge, composé pour l’essentiel de restes céramiques et d’ossements animaux. Par ailleurs, les premiers terrassements le long de l'église Saint-Georges ont livré, immédiatement au sud du chevet, des sépultures orientées est-ouest, provenant du cimetière paroissial qui existait autour de l'édifice jusqu'à la fin du XVIIIe siècle. Relevé en cours des sondages au sud du chevet de l'église Saint-Georges après la découverte des premières sépultures. © Bénédicte Guillot, Inrap Aux abords de la porte Saint-Pierre, les traces d’un quartier médiéval Devant la porte Saint-Pierre, les archéologues ont mis au jour les vestiges d'un mur soigneusement construit qui correspondait sans doute à un tronçon de la fortification médiévale fonctionnant avec une ancienne porte, située plus à l'intérieur du château que l’actuelle. Ils ont aussi mis en évidence une ancienne voie médiévale, qui allait en direction de l'église Saint-Georges et du palais ducal. Cette rue, composée de petits blocs calcaires comblant les creux de la roche naturelle, mesurait au moins 4,80 mètres de large. Dans sa partie est, les chercheurs ont mis en évidence plusieurs ornières, probablement creusées par le passage des chariots et/ou des charrettes. À l’inverse, l’absence d’ornière dans la partie ouest pourrait suggérer que cet espace était dédié aux piétons. Les fouilles ont aussi permis de dégager les fondations de plusieurs bâtiments le long de cet axe de circulation, dont certains, assez anciens, n’apparaissent sur aucun plan. C'est donc tout un pan du quartier médiéval aux abords de la porte Saint-Pierre qui est redécouvert par les archéologues, au gré des travaux dans le secteur. Une entrée fortifiée pour accéder au palais ducal au XIIe siècle La fouille d’un autre secteur, au sud du donjon et du Vieux Palais, a occasionné des découvertes qui renouvellent complètement la vision du château sous les Plantagenêt au XIIe siècle. Un grand bâtiment, mesurant au moins 30 mètres de long par 20 mètres de large, pourrait être identifié comme un vaste entrepôt utilisé pour stocker les denrées nécessaires au bon fonctionnement du palais. Cet édifice possède plusieurs entrées, de dimensions variables. Les plus étroites (1,10 mètre de largeur) étaient probablement réservées aux piétons, tandis qu’au moins l’une d’entre elles, large de 2,40 mètres, devait permettre le passage des charrettes. Les recherches ont aussi permis de dégager la base d’une tour jusque-là inconnue et de nouveaux murs, interprétés comme les éléments d’une entrée fortifiée du palais ducal au XIIe siècle, permettant d’accéder à la tour maîtresse du château, alors entourée d’un fossé. Fouille de l'entrée fortifiée du palais ducal au XIIe siècle, avec au premier-plan la base talutée d'une tour quadrangulaire. © Bénédicte Guillot, Inrap Après le rattachement de la Normandie au royaume de France sous Philippe Auguste au tout début du XIIIe siècle, cette partie du château est totalement transformée. La chemise et les quatre tours rondes du donjon sont édifiées, tandis qu’un nouveau fossé est creusé. L'entrée fortifiée et le grand entrepôt sont détruits, afin de donner toute sa visibilité au nouveau donjon, qui apparaît dans le paysage tel qu’on le voit encore aujourd'hui. L’archéologie au Château de Caen Les recherches en cours s’inscrivent dans la continuité de nombreuses opérations archéologiques menées au Château de Caen et conduites pour l’essentiel par l’Inrap. Elles ont permis d’étudier tour à tour : des bâtiments liés au travail du fer au Moyen Âge, dont le plus grand fut utilisé comme écurie prestigieuse au début de la Renaissance (fouille préventive de 2005 sous les salles du rempart) ; les fortifications nord-ouest (2005) et nord-est (2014-2015) ; le donjon (2016), le Vieux-Palais (2018), ainsi qu’une grande salle d’apparat, probablement construite par Henri II Plantagenêt, et qui constitue une sorte de « jumelle » de la salle de l’Échiquier (fouille programmée de 2011-2014, reprise en 2021 et 2022). L’ensemble de ces recherches nourrissent considérablement les connaissances sur l’histoire du château des ducs de Normandie. Un projet collectif de recherche, lancé par le CRAHAM en 2019, reprend toutes les données archéologiques, archivistiques et iconographiques issues des campagnes menées sur le site qui sont également la matière d'une thèse actuellement conduite au musée de Normandie. Le Château en chantier Afin de replacer ce site historique majeur au cœur de la politique patrimoniale et touristique de la Ville, un Schéma Directeur de conservation et d’aménagement a été adopté en avril 2017 sur trois axes principaux : La conservation et la pérennisation du patrimoine La réappropriation du site par les Caennaises et les Caennais L'attractivité touristique et culturelle du Château Après le réaménagement de ses espaces extérieurs (nouveaux aménagements paysagers, mise en lumière des remparts) en 2019, le Château a entamé une véritable transformation, depuis le mois de mars 2023 et à l’issue de laquelle, d'ici deux ans, un parc urbain de près de 4 hectares sera créé dans son enceinte. Inscrite au Contrat de plan Etat-Région, l’opération est estimée à 21 millions d’euros, financés par la Ville (7,4 millions d’euros) avec le soutien de l’État (130 000 euros), de la Région Normandie (5 millions d’euros) et du Département du Calvados (5 millions d’euros). Le projet bénéficiera également du financement des fonds européens au titre du FEDER. Le projet de l’architecte Philippe Prost, lauréat du grand prix de l’architecture 2022, et du paysagiste Thierry Laverne a été retenu à l’issue du concours d’architecture lancé en 2021 pour le réaménagement de l’espace intérieur du Château : le cœur de ville ainsi remanié en parc urbain sera composé de plusieurs pelouses et de prairies sèches dont une « grande pelouse » centrale. 143 arbres seront plantés au total sur l’ensemble de l’enceinte intérieure dont 29 arbres de verger. Trois aires de jeux seront aménagées à la porte des Champs, sur la pelouse des remparts et dans le jardin du gouverneur. Différents types de cheminements, un promenoir, des allées et différents « passages », seront déployés pour permettre use circulation aisée sur le nouveau site et la distribution de l’ensemble des lieux et musées via un nouveau parcours d’interprétation. https://www.inrap.fr/les-archeologues-devoilent-un-nouveau-pan-de-l-histoire-du-chateau-de-caen-177011 punto
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Lire 1866 Pio IX - Tre teste 1 Lira 1867 Pio IX 1 Lira 1866 Pio IX1 punto
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Ciao Come sai colleziono in particolare la monetazione Savoia , tuttavia qualche esemplare papale non manca . Ti allego alcuni esempai @rcamil Pio IX 2 Lire 1867 Pio IX 1 Lira 1866 10 Soldi 1869 Pio IX .1 punto
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Dovrebbe essere questo pfennig austriaco: 1 Pfennig - Ferdinand I (Klagenfurt) - Austrian Empire – Numista1 punto
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In italiano abbiamo due alfabeti, uno di ventun lettere e uno di ventisei. Quello di ventisei include anche le cosiddette lettere “straniere”, mentre l’alfabeto di ventun lettere, detto “scolastico”, aggiunge le cinque lettere straniere a parte. Le lettere straniere sono j, k, w, x, y, per quanto la j, la k e la x siano presenti in parole percepite come italianissime (junior, km, extra, ex, yogurt, watt, weekend ecc.). Altra domanda: Le lettere dell’alfabeto sono considerate di genere maschile o femminile? apollonia1 punto
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Salve,dovrebbe essere questa trillina di Milano https://en.numista.com/catalogue/pieces357623.html1 punto
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Finalmente ho ricevuto la pubblica che aspettavo dall'estero,a parte la debolezza sono soddisfatto dell'acquisto... Con mio piacere e stupore mi è giunta accompagnata dal cartellino descrittivo che la classifica con il Cayon -Castan,un testo della fine degli anni 70 quindi un cartellino vecchio di oltre 40 anni, considerando il testo spagnolo deduco provenga proprio da un collezionista spagnolo... Diametro:32,85 millimetri... Peso:13,80 grammi... Varianti: trascrizione del nome del Re in PHILIPP,e senza · (globetto) davanti al nome del Re...1 punto
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Alle elementari, negli anni 70, ne insegnavano 21 (almeno questi sono quelli che ricordo nella mia scuola). Nel tempo, con l'uso di termini inglesi sempre più comuni, sono state comprese J, K, W, X, Y. Con le scuole e lezioni di italiano non sono mai andato oltre. Però, se si ammettessero nei conteggio, più che le lettere scritte, quelle pronunciate, combinazioni comprese, superiamo i 30. Quali intendo? Le C (varianti + H o + I), G (come C e con N), la stessa H diventa plurivalente con le combinazioni appena elencate, S e Z (nelle due versioni dolce per entrambe, sorda per S o sonora per Z). .. Per le vocali, per fortuna, ci sono gli accenti a impostare e pronunce, ma sono usati praticamente solo se presente aperta nella vocale finale ... Probabilmente c'è altro da aggiungere. Questo è quanto ho appreso senza studi specifici. In quanto istruzione provengo da un altro mondo, ma questo è abbastanza palese 😅1 punto
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Nessuno darà mai garanzie su oggetti visti solo in foto. Ci sono cose che non possono essere semplicemente affidate alla rete; qui si può solo chiedere un parere (gratuito). Per le perizie occorre giustamente rivolgersi e pagare un professionista.1 punto
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Ove non fosse in mostra, unisco in tema di elmi, il particolare elmo del IV sec. a.C. con uccello come cimiero, rinvenuto a Ciumesti in Romania .1 punto
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Trovata in un campo una moneta di Natale del Medioevo. Veniva battuta appositamente e data ai poveri. Come funzionava Sorprendente scoperta nel Norfolk, nell’est dell’Inghilterra. In un campo agricolo è stato trovato un antico gettone natalizio risalente al periodo compreso tra il 1470 e il 1560. Questo particolare oggetto aveva la peculiare funzione di essere donato ai poveri per essere speso durante le celebrazioni natalizie. La moneta è stata casualmente individuata da un metal detector durante un’indagine archeologica nelle vicinanze della maestosa Oxburgh Hall, una residenza di campagna, circondata da un fossato, costruita nel 1482. La “moneta effimera” fu invece, probabilmente, battuta dall’Abbazia di Bury St Edmunds, situata a quasi 30 miglia di distanza, nel Suffolk. La teoria più accreditata riguarda la possibilità che il gettone fosse stato distribuito da un chierichetto che svolgeva il ruolo di “ragazzo vescovo” durante il periodo natalizio. In quei tempi, durante il Medioevo e la prima era Tudor, le cattedrali nominavano un chierichetto per rappresentare il vescovo il 6 dicembre, festa di San Nicola. Questi ragazzi vescovi dirigevano processioni, servizi religiosi e raccoglievano fondi per la chiesa, distribuendo buoni ai poveri spendibili tra il 6 dicembre e il 28 dicembre, giorno dei Santi Innocenti. Il gettone rinvenuto a Oxburgh, consegnato al National Trust, presenta un lato ben conservato con l’immagine di una lunga croce, simile alle monete dell’epoca. Tuttavia, il retro è notevolmente corroso, anche se presumibilmente avrebbe mostrato il volto di un vescovo. Questi gettoni, realizzati in piombo, erano privi di valore monetario reale, tranne quando venivano scambiati per cibo. Ma come “funzionava” il gettone? L’esempio più vicino a noi è quello dei ticket restaurant. Le parrocchie o le abbazie raccoglievano fondi per il Natale dei poveri. In base alla cifra raccolta emettevano un certo numero di gettoni, su materiali privi di valore. I gettoni natalizi venivano consegnati ai poveri che potevano utilizzarli presso “esercizi convenzionati”. I gestori, avvenuta la consumazione, raccoglievano i token e si recavano – entro una certa data, pena la decadenza del valore – alla parrocchia che li aveva emessi, ricevendo il cambio in moneta corrente. Probabilmente le istituzioni impedivano che i token fossero spesi per il vino. La convenzione con i venditori evidentemente conteneva le indicazioni di generi di prima necessità. Probabilmente la moneta di Natale non poteva essere utilizzata l’anno successivo e doveva essere spesa esclusivamente nel periodo natalizio dell’anno in cui era emessa. E ciò per evitare speculazioni. Angus Wainwright, un archeologo del National Trust, ha dichiarato che, sebbene il gettone non sia particolarmente attraente dal punto di vista estetico, possiede una storia affascinante. Il rinvenimento è avvenuto durante un’indagine sul campo di West Park a Oxburgh, nell’ambito del progetto di restauro del parco e della piantumazione di alberi. Ulteriori ricerche nella zona hanno portato alla scoperta di reperti straordinari, tra cui parti di un villaggio medievale con ferri di cavallo, chiodi e strumenti artigianali, nonché vestigia di un vicus, un villaggio romano. Il simbolo del “vescovo ragazzo” probabilmente proviene dall’Abbazia di Bury St Edmunds, una delle più grandi e ricche del paese durante quel periodo. Gli archeologi ritengono che un residente del villaggio di Oxborough abbia compiuto un lungo viaggio fino a Bury St Edmunds, distante circa 43 chilometri, per partecipare alle cerimonie festive nella maestosa chiesa dell’abbazia, dove potrebbe aver ottenuto il gettone. https://stilearte.it/trovata-in-un-campo-una-moneta-di-natale-del-medioevo-veniva-battuta-appositamente-e-data-ai-poveri-in-dicembre-come-funzionava/ Questa notizia non l'avevo mai sentita.... Però l'arco temporale 1470/1560 non è medievale, semmai rinascimentale... soliti errori... pazienza.1 punto
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Credo infine di dover chiedere a me e a tutti voi: "perchè raccogliamo-collezioniamo monete e non solamente le immagini di queste? Non sono forse insiti nella "passione" di ciascuno anche aspetti materiali (di tangibilità), emotivi (di storia e percezione di un passato ancora presente), di orgoglio (per quanto raccolto), di apprezzamento estetico (una forma d'arte), ecc. ecc. che sicuramente riguardano i sentimenti di ciascuno e non solo la razionalità (studio, che è da quel sentire poi direzionato)?1 punto
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Discussione interessante, anche se, a mio avviso, vi si intrecciano componenti diverse: 1) la disponibilità per una comunità di un "oggetto" (Madonna del Soccorso) che, anche se virtualmente (poichè mai le è appartenuta) ne riassume alcuni tratti caratterizzanti (fede popolare); 2) l'atteggiamento di opposizione che la società (e di riflesso la politica, che ne assume ed amplifica le percezioni) nutre nei confronti del collezionismo; 3) le motivazioni del collezionismo. Per quanto riguarda il primo punto ne comprendo i motivi e non mi sento di criticare "troppo" chi enfaticamente apprezza il ritrovato "tesoro", anche se i toni sembrano populistici e superficiali, laddove non se ne analizzino le ragioni. Credo che per il secondo punto molti siano gli aspetti che devono essere considerati: il collezionista viene connotato in genere negativamente e, per esempio, non mi vengono in mente film in cui non sia ammantato di veli di cupidigia, avarizia, gelosia per quanto possiede, determinazione ad acquisire quanto "manca" a qualunque costo, ecc.. E' verosimile che l'invidia per la possibilità di poter spendere al fine di possedere un bene che può apparire ai più "superfluo", giochi un ruolo rilevante, e alcune ideologie ne amplifichino la percezione. Infine perchè collezionare: credo che questa debba essere una domanda che ciascuno dovrebbe porsi e le risposte possono essere molto diverse. Sono sempre stato incuriosito dalle motivazioni che stanno alla base dell'agire, mio e degli altri. Diceva bene @Vietmimin: «... il riconoscimento della propria patologia non spetta al paziente» (e credo sia un professionista in ambito di psicologia/psichiatria) così come sono interessanti molte delle sue considerazioni, e trovo suggestivi i pareri espressi da @Adelchi66, anche se sconfortanti. Sono anni che medito di scrivere un articolo su questo tema, e riscontro che il materiale disponibile non è molto e poche le ricerche serie; il confine tra normalità e anormalità può essere labile e variegato, in quanto il collezionismo può da un lato rappresentare una vera e propria patologia (e non solo sotto forma di accumulazione seriale caotica compulsiva, ma anche sistematica) oppure dall'altro un meccanismo di difesa (proteggendo l'individuo da più seri danni psicologici) o un fattore di sublimazione; infine può rappresentare uno strumento per incanalare e potenziare interessi e capacità individuali, ma si tratta di aspetti difficilmente scindibili nella personalità di ciascuno, e non è un caso che le ricerche più interessanti abbiano riguardato l'ambito psicanalitico. Vi riporto brani di un articolo divulgativo (preso dal Corriere della Sera di anni or sono) che ho messo da parte per gli spunti intelligenti che fornisce: "... «Negli ultimi anni - riferisce l' esperta - ho osservato un numero crescente di casi in cui il collezionismo senza controllo è sfociato in un vero disturbo ossessivo-compulsivo o nella dipendenza da shopping». Secondo alcune stime, circa il 10% dei collezionisti scivolerebbe prima o poi in un attaccamento «malato» agli oggetti che raccoglie. Conferma Stefano Pallanti, psichiatra dell' Università di Firenze, esperto in dipendenze comportamentali: «La tendenza a raccogliere e conservare è un istinto ancestrale dell' essere umano; l' attuale produzione di oggetti in serie sfrutta questa innata voglia di collezionismo e può "rinforzare" la tendenza all' accumulo». Ma come si sceglie l' oggetto delle proprie brame e che cosa fa scattare la voglia di accumularne più esemplari possibile? «La scelta dipende da fattori emotivi, affettivi, caratteriali, ma è difficile capire i motivi profondi che spingono a raccogliere fumetti piuttosto che schede telefoniche - risponde Pallanti -. Certamente il collezionista proietta sempre significati personali sulla propria raccolta e il tipo di oggetti riflette almeno in parte la sua personalità, ma occorre conoscere la storia di ciascuno per poter capire che cosa significa quel preciso oggetto nel vissuto della persona. La paura dell' incompletezza, anche questa insita nell' essere umano, è poi la molla che spinge all' accumulo. L' idea che possa mancare un pezzo alla propria raccolta per alcuni può diventare quasi angosciosa». Il nocciolo della questione sta nella capacità di saper controllare la pulsione a collezionare: «Se resta un hobby sotto controllo il collezionismo è positivo per il benessere mentale, perché sviluppa doti importanti come perseveranza, ordine, pazienza, memoria - aggiunge la psicologa spagnola -. Purtroppo, molti collezionisti hanno tratti caratteriali come il perfezionismo o la meticolosità, notoriamente correlati ai disturbi ossessivo-compulsivi. ..."1 punto
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E ci siamo liberati di Capitan Harlock! Prima però vai a risolvere il quiz!1 punto
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Buono per un sacco vuoto del C.A.M. (Consorzio agrario milanese) (giancarlone). Uno prendeva a nolo un sacco per riporvi la merce pagandolo L. 5. Quando riportava il sacco in buono stato e lo consegnava con il gettone, riceveva 4,80 lire invece delle 5 versate lasciando 20 centesimi come pagamento del noleggio. apollonia1 punto
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Sapete che in provincia di Brescia vive Tommaso Mombelli che ha forse il più grande archivio di cataloghi di numismatica presente in Italia? Tra l'altro la collezione dei cataloghi di Giulio Bernardi è, previo accordi con gli eredi, finita nelle sue mani. Fa parte del gruppo del Cordusio e lo si trova in facebook. Ovviamente non è un numismatico (ha ben altro lavoro).1 punto
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io uso la versione per accademici di coinarichives per 59 euri l'anno1 punto
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L'ultima moneta della serie "Animali in via d'estinzione" sarà quella dedicata ai collezionisti di monete e francobolli 🤪1 punto
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Ciao, non solo decentrato ma anche invecchiato ad arte al fine di ingannare meglio 🙂 ANTONIO1 punto
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Le monete di Augusto | 2a parte | di Andrea Cavicchi Parte i:1 punto
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Il terzo di tre video curati da Andrea Cavicchi che ripercorrono una figura chiave nel passaggio di Roma dalla Repubblica all’Impero: Augusto narrato dalle sue coniazioni, autentici capolavori d’arte, comunicazione e propaganda Diamo a Cesare quel che è di Cesare: PRODUZIONE A CURA DI EUGUBIUM studio numismatico in esclusiva per Cronaca Numismatica https://www.cronacanumismatica.com/la-vita-e-la-figura-di-augusto-attraverso-le-monete-1a-parte/1 punto
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Buonasera a tutti, creo questa nuova discussione sul modello di "Emissioni IPZS 2023"1 punto
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Clemente X (1670-1676), PIASTRA (Munt 20): al R/ il porto di Civitavecchia con l'arsenale in fondo a sinistra e la fortezza a destra; nel bacino un veliero e barchette. Il porto di Civitavecchia fu costruito per volere dell'imperatore Traiano intorno al 106 d.C.. Dopo la caduta dell'impero romano il porto di Civitavecchia assistette ad un susseguirsi di dominazioni e passaggi di mano, contesi tra il papato, varie potenze comunali e frequenti incursioni saracene. Nel XV secolo, dopo che la città fu rientrata definitivamente sotto il controllo papale, il porto di Civitavecchia riprese vigore e importanza. Fu dapprima costruita la Rocca, una fortificazione quadrangolare; poi nel 1508 Giulio II affidò al Bramante i lavori di costruzione del Forte Michelangelo, che sarebbe sorto su antiche rovine romane. Il forte venne completato nel 1537 grazie forse al contributo di Michelangelo. Nel 1608, sotto il papato di Paolo V, fu eretto un fanale (il Faro), sulla estremità meridionale dell'isola frangiflutti, alto ben 31 metri. Il 26 novembre del 1659 venne posta la prima pietra dell'arsenale disegnato dal Bernini, che per lungo tempo avrebbe coagulato buona parte dell'economia cittadina. Fu poi edificata la cinta muraria merlata opera di Pier Paolo Florian voluta da papa Urbano VIII nel 1630. Alcune di queste strutture sono andate distrutte a causa dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. In particolare nel 1943 furono distrutti il Faro, l'Arsenale, il Forte del Bramante e la Rocca vecchia. La legenda VT ABVNDETIS MAGIS (Perchè abbiate più abbondanza), si riferisce all'arrivo a Civitavecchia a forti quantità di grano. Ecco la piastra e a confronto nell'ordine un dipinto del XVIII secolo, una xilografia del 1860 e una del 1891.1 punto
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DE LA TOUR Henri Catalogue de la Collection Rouyer premiere partie jetons & mereaux du moyen age 1897 reimpression 2000 edition wiqs1 punto
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