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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/07/24 in tutte le aree
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Buongiorno e scusate se mi intrometto @Scudo1901 e @ACERBONI GABRIELLA....con queste foto la moneta da 20 lire non è così facile da distinguere come spuria e sinceramente non sono ancora convinto lo sia, l'unica cosa che me lo fa pensare è la mano mal fatta del Littore che ha delle dita dubbie, la perlinatura è poi talmente usurata che non si vede.... Tu Scudo scrivi "lo abbiamo scritto in molti" e che vuol dire? Avete scritto "patacca" "falso moderno" "riproduzione" senza motivare (non tutti) precisamente o senza consigliare, in questo modo e giustamente, Gabriella o chiunque altro frequenti il forum, già si deve sentire libero di scrivere cio' che pensa, ma ancor di più, con le vostre risposte laconiche, lasciate autostrade deserte ad altre interpretazioni, su monete ripeto, non sempre così facili. Non capisco nemmeno quel tuo "non c'è dubbio", forse per te, ma i dubbi evidentemente ci sono! Io, ma anche tanti altri, invece di sparar secche sentenze, se posso, se possiamo (e delle volte capisco non ci sia tempo) cerchiamo, di spiegare perché è un falso! da cosa si suppone sia un falso....quel particolare dovrebbe essere così , qui invece è altrimenti!! Delle volte credo che ci sia un insana soddisfazione e un senso di superiorità che stona in certe risposte che diamo. Io resto con il dubbio mi son guardato diverse foto 20 lire 1927 AN VI e salvo la mano di cui scrivevo sopra non ho visto altro...è molto usurata e non saprei dare una risposta con quello che vedo, potrebbe pure essere stata indossata, incastonata giustificando così quella consunzione dei rilievi e la perlinatura evanescente e schiacciata oltre che di altro colore, magari era chiusa in un ciondolo?...le prime tre sono dei palesi falsi anche solo per la storia che c'è dietro, anche quello aiuta. Sempre cordialmente e buona Domenica.13 punti
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Buona sera Scudo1901. Sono collezionista da soli 55 anni. Spero, nei prossimi 5 anni, di acquisire quella competenza necessaria per non scrivere più assurdità di questo genere. Mi sia permesso ribadire il concetto che se le fotografie non nitide mi traggono spesso in inganno, ciò potrebbe accadere anche ad altri. Buona serata. Gabriella10 punti
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Non lontano dal luogo di ritrovamento, mi fu segnalata una roccia con delle incisioni. La loro leggibilità la migliorai notevolmente lavando la superficie della roccia con una spugna, spazzolandola con un pennello morbido, quindi evidenziandole con polvere di gesso, poi tolta con un pennello morbido affinché la polvere di gesso rimanesse solamente nelle incisioni. I disegni evidenziati sono due, affiancati e alti entrambi circa 13-15 cm. In quello a sinistra si osserva un cerchio nel quale è collocato un esagramma (sigillo di Salomone o Stella di Davide) i cui sei vertici sono attraversati da linee curve aventi origine nella circonferenza esterna: al centro vi è un cerchio di piccole dimensioni, all'interno del quale c'è un piccolo simbolo o lettera indecifrabile. Nel disegno a destra si osserva una croce le cui estremità sono ripiegate a sinistra formando una croce uncinata retrograda, sovrapposta a un quadrato o rombo meno evidente. Dopo avere reso maggiormente nitido il disegno, nella parte sottostante sono divenute leggibili tre lettere, VJP (probabilmente Vallory Jean Pierre), prima non visibili, che sono da ritenersi incise in tempi successivi. La presenza di questi due simboli ebraici in alta Val di Susa è da ritenersi eccezionale. Ovviamente, informai la sovrintendenza anche (e soprattutto) per quanto riguarda queste incisioni, nella stessa occasione in cui denunciai il ritrovamento dell'asse di Domiziano. Entrambi i disegni richiamerebbero la figura storica del sovrano del Regno di Giuda. La conca di Bardonecchia con le vallate che in essa confluiscono è sorprendentemente ricca di toponimi che richiamano la Palestina e le Sacre Scritture. Ciò è soprattutto evidente in Valle Stretta e nel vallone della Rho: il monte Thabor, le punte Gaspard, Melchior e Balthazar, il torrione di Barabba (Tour Jaune de Barabbas), il Prato Betlèm sotto il Pian delle Stelle, per non citarne che alcune. Pensare che tutta questa toponomastica sia nata solamente a seguito del viaggio fatto da un pellegrino in Terra Santa, ci sembra riduttivo: è possibile che un pellegrino importante, un signorotto locale, abbia voluto celebrare in questo modo un suo pellegrinaggio in Palestina, ma affinché questi toponimi potessero diventare di uso comune e si tramandassero nei secoli, era necessario che vi fosse un diffuso sentimento locale attento al testo biblico. Questo sentimento sembra esistere, sia poiché la popolazione locale, soprattutto quella delle borgate minori, si è sempre contraddistinta per la sua marcata religiosità, sia per l'attenzione che traspare per la simbologia biblica, come osserviamo in molte tradizioni decorative. E' interessante ricordare le famose ghirlande di frutti realizzate dagli intagliatori di Melezet. Vedere in esse solamente un aspetto meramente estetico, è molto limitativo: esse, infatti, richiamano complessi concetti biblici ed evangelici e queste ghirlande, infatti, trovano posto soprattutto nelle Chiese, piuttosto che in contesti civili. Nella figura: Ghirlande di frutta degli intagliatori di Melezet. A sinistra e al centro, ghirlande nella Chiesa di Melezet; a destra, su una cornice della fine del XVII secolo (Chiesa di San Pietro Apostolo, Rochemolles). Il nodo dal quale iniziano i rami di frutta rappresenta l'unione tra maschile e femminile, ma anche tra luce e ombra, e le foglie di acanto o di cardo, generalmente di colore violaceo, il coraggio o il cuore; la zucca richiama la morte e la putrefazione del corpo (memento mori); la pigna, che è quella del cedro del Libano, è il seme della conoscenza mentre il cedro è simbolo di perfezione; la mandorla rappresenta la verginità e la purezza e il melograno la fertilità; la noce è simbolo d'intelligenza, il fico di sensualità; la rosa, se a cinque petali è una Rosa mistica e richiama Maria Vergine, se a sei petali la casa di Davide; le pere e le mele sono i frutti della vita e l'uva, infine, è riferita alla “vigna del Signore” ma anche alla capacità di profetizzare. Sono debitore a Bruno Blanc, intagliatore di Bardonecchia, delle dettagliate spiegazioni sulla complessa simbologia della ghirlanda di Melezet, qui molto sintetizzate.4 punti
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Ciao a tutti, volevo condividere con voi una bellissima giornata che ho passato a Roma questo venerdì per la vigilia dell'Epifania, erano 20 anni almeno che non mettevo piede nella capitale, per me è stata una giornata particolare per molti motivi, soprattutto adesso che da quasi un anno sto collezionando monete romane. E' capitato tutto per caso con un viaggio a scopo benefico organizzato da una Fondazione, il viaggio prevedeva un'udienza privata con Papa Francesco nella mattina con una breve sosta in Piazza San Pietro, ora, premetto che non sono un fervente praticante cattolico ma è stata comunque una cosa molto emozionante, sia dal punto di vista religioso/antropologico sia dal punto di vista storico, dopotutto il Papa è il detentore del titolo di Pontifex maximus che è l'unico titolo che a quanto mi risulta non ha mai cessato di esistere fin dalla Fondazione di Roma. Ero con una mia cara amica e collega e avevamo deciso di non tornare indietro con il gruppo a fine mattinata ma di approfittare di qualche altra ora per vedere Roma, abbiamo quindi iniziato un tour de force passando velocemente davanti a Castel Sant'Angelo per poi andare a Piazza Navona, Pantheon, Fontana di Trevi, Altare della Patria, colonna traiana, foto di rito con la statua di Cesare, occhiatina veloce ai fori, al basamento del colosso, alla meta sudans e agli archi di trionfo per poi terminare con l'unica visita che avevamo previsto con il tempo che avevamo, quella del Colosseo. Inutile dire l'emozione che ho provato nel trovarmelo davanti e nel visitarlo, un tuffo al cuore, ho scoperto con piacere, cosa che non ricordavo, che all'interno al momento c'è una mostra sulla colonna traiana, quando pensavo che le emozioni della giornata fossero finite, ecco che in una teca mi trovo davanti un aureo di Traiano con al rovescio la colonna, è stata la cosiddetta ciliegina sulla torta, non avevo mai visto un aureo dal vivo e anche se dietro al vetro della bacheca è stato un momento estremamente emozionante. Metto qui sotto la foto, bruttina, che ho fatto e poi un'immagine che ho trovato, anche se non proprio della medesima moneta (non sono riuscito a trovarla) per avere il quadro completo anche del dritto. La descrizione della mostra recita così: Aureo di Traiano con colonna. Oro - 113-114 d.C. Roma - Museo Nazionale Romano - Medagliere del Museo Nazionale Romano inv. 87299 Qui sotto per riferimento metto la moneta completa del dritto anche se come dicevo non proprio la solita, non sono riuscito a trovarla: Aureus Dritto: IMPTRAIANOAVGGERDACPMTRPCOSVIPP -Capo coronato d'alloro, drappeggio e busto rivolto a destra. Verso: SPQROPTIMOPRINCIPI - Colonna Traiana; Traiano all'apice con aquila in ambo i lati. c.115 (Roma). Perdonate se il post magari non è propriamente numismatico e altamente emotivo, se magari la sezione non è quella giusta spostatelo pure però ecco, ci tenevo a condividere l'emozione che ho provato anche se non è facile spiegarla a parole. Matteo3 punti
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E' una moneta di abdicazione di Diocleziano (mi piacciono molto). La zecca, però, dovrebbe essere Alexandria; quindi in esergo dovrebbe esserci ALE e non ANT: Online Coins of the Roman Empire: RIC VI Alexandria 109 (numismatics.org) Quanto al peso, ecco un estratto del RIC: Il RIC definisce questa tipologia come "follis" e prevede un peso tra 7,75 grammi e 5,5, con un picco di peso tra 7 e 6,5 g (come anche nella media degli esemplari di OCRE): Il peso alto intorno ai 10 grammi interessa i follis della prima terarchia: Nella parte testuale dice che i pesi più alti rimasero presenti anche più avanti nelle zecche di Antiochia ed Alexandria (anche post abdicazione)...: ....per poi scendere negli anni in cui fu coniata questa moneta. Ciao. Stilicho3 punti
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Tomassoni R. Il ripostiglio monetale di epoca repubblicana rinvenuto a Santo Stefano di Arcevia e conservato nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche in 2023, "Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le Marche", 116, pp. 59-74 il tesoretto è conservato nel Museo di Ancona ed è costituito da 10 vittoriati, altrettanti denari ed un quinario. Grazie ad un denario del magistrato monetario Lucius Plautius Plancus (cat. n° 21), che risulta essere la moneta più recente del gruppo, sappiamo che la chiusura del ripostiglio, e di conseguenza il suo possibile occultamento, si colloca nel 47 a.C. Il_ripostiglio_monetale_di_epoca_repubbl.pdf2 punti
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Buon anno a tutti, spero che per tutti qui sul Forum possa essere un 2024 ricco di soddisfazioni numismatiche e non solo. Io personalmente quest'anno lo comincio con un piccolo botto, che ci tengo a condividere con voi: Si tratta di una Mezza Lira di Luigi XIV, zecca di Modena, con data 1705. Proprio il dettaglio della data è quello che mi dà più soddisfazione: delle due date di coniazione della Mezza Lira (1704-1705) questa è decisamente la più rara, inoltre ho avuto la fortuna di reperirla in una conservazione che ritengo buona (intorno al BB) e con ancora tracce dell'argentatura originale. Che ve ne pare? Se qualche collezionista vuole aggiungere qualche foto di un suo esemplare simile è ben accetto! Grazie ed ancora buon anno a tutti!2 punti
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Con una lettera romana del IV secolo e immagini aree dell’Italia un docente Usa scopre tempio del culto imperiale Spello (Perugia), 6 gennaio 2024 – Douglas Boin, professore di storia alla Saint Louis University, ha fatto un importante annuncio all’incontro annuale dell’Archaeological Institute of America, rivelando che lui e il suo team hanno scoperto in Italia un antico tempio romano che aggiunge spunti significativi sul cambiamento sociale nell’epoca di transito dagli Dei pagani al Cristianesimo nell’Impero romano. La scoperta è stata rivelata in queste ore. Le antiche vestigia sono state scoperte nel territorio di Spello – 280 metri di altitudine, 8mila abitanti circa – in provincia di Perugia, in Umbria. Una foto aerea di ciò che Douglas Boin, ritiene che siano le mura interne di un tempio del culto imperiale. Questo tempio divenne immediatamente quella che Boin definisce la più grande testimonianza mai vista del culto imperiale sia nell’Italia del IV secolo che nei territori del tardo Impero Romano. Foto di Douglas Boin, Saint Louis University L’annuncio della scoperta “Abbiamo trovato tre muri di una struttura monumentale che le prove suggeriscono appartenessero a un tempio romano del periodo di Costantino” – ha detto Boin. – “Risale al IV secolo d.C. e costituirebbe un’aggiunta notevole al paesaggio di questo angolo d’Italia. Aiuterà in modo significativo nella comprensione della città antica, del paesaggio urbano antico e della società cittadina nel tardo impero romano perché mostra le continuità tra il mondo pagano classico e il mondo romano paleocristiano che spesso vengono offuscate o cancellate dal vasto panorama storico”. (l’articolo prosegue sotto) Boin, la dottoressa Letizia Ceccarelli, del Politecnico di Milano, e il resto del gruppo di ricerca e di scavo hanno fatto la monumentale scoperta durante l’estate, mantenendo il riserbo sugli esiti dell’indagine. Boin, un esperto dell’antica Roma e delle sue transizioni religiose, stava scavando nella città di Spello, la famosa città medievale collinare a circa 20 minuti da Assisi e 2,5 ore a nord di Roma. Boin ha scelto la città sulla base di un rescritto di una lettera del IV secolo dell’imperatore Costantino ai cittadini riguardante una festa religiosa. Un rescritto è la risposta scritta che l’imperatore dava su questioni di diritto a lui sottoposte. Il biglietto dell’imperatore Questo rescritto, scoperto nel XVIII secolo, aveva permesso agli spellani del 300 d. C. di celebrare una festa religiosa nella propria città natale anziché percorrere grandi distanze per raggiungere un’altra città. Tuttavia Costantino, a questa concessione, pose dei vincoli. Spello avrebbe potuto organizzare la festa se, in cambio, avesse fatto erigere un notevole tempio agli antenati divini di Costantino steso, la famiglia Flavia, e adorarli. E così, evidentemente fu. Diventare sede per la celebrazione della festa e delle divine origini imperiali significava non dover dipendere da alcun altra città del territorio, ottenere la protezione dell’imperatore, aprire o migliorare il canale con il vertice dell’Impero romano, diventare un centro di aggregazione comprensoriale e una sorta di capoluogo. Con notevoli conseguenze economiche, di immagine e di potere. Chi era Costantino Flavio Valerio Aurelio Costantino, noto anche come Costantino il Vincitore, Costantino il Grande e Costantino I, ha regnato dal 306 fino alla sua morte il 22 maggio 337 avvenuta a Nicomedia. Era nato a Naissus – città romana dell’attuale Serbia – il 27 febbraio 274. Egli – che da adolescente era soprannominato “il viscido come una lumaca” – aveva fatto carriera anche attraverso una politica matrimoniale che lo avvicinava ai poteri imperiali, manifestando, al contempo, notevoli doti militari e amministrative. Costantino ha svolto un ruolo fondamentale nella storia dell’impero romano, attuando ampie riforme e promuovendo attivamente la diffusione del cristianesimo. Tra le sue azioni più rilevanti ci sono la riorganizzazione dell’amministrazione e dell’esercito, la fondazione di una nuova capitale orientale chiamata Costantinopoli e l’emissione dell’Editto di Milano, che garantiva la libertà religiosa. La Chiesa ortodossa e le Chiese di rito orientale lo considerano un santo e lo includono nel loro calendario liturgico con il titolo di Eguale agli apostoli. Tuttavia, il suo nome non compare nel Martirologio Romano, il registro ufficiale dei santi riconosciuti dalla Chiesa cattolica. Evidenti motivi ci sono. Mentre imponeva il culto di sé, attraverso gli antenati della gens Flavia, famiglia a cui apparteneva la moglie, Costantino apriva alla nuova religione, iniziando a scalfire i vecchi centri di potere legati al politeismo. Le gestione della transizione religiosa si rivelò cruciale. La strategia politica “C’era una notevole continuità religiosa tra il mondo romano e il mondo cristiano primitivo”, ha detto Boin. “Le cose non sono cambiate da un giorno all’altro. Prima della nostra scoperta, non avevamo mai avuto la sensazione che esistessero reali siti fisici e religiosi associati a questa tarda “pratica di culto imperiale”. Ma grazie all’iscrizione e al suo riferimento a un tempio, Spello offriva un potenziale molto allettante per un’importante scoperta relativa al culto imperiale sotto un sovrano di orientamento cristiano”. Il professor Boin aveva quindi con sé il vecchio rescritto imperiale – che di fatto prescriveva la costruzione del tempio per il culto imperiale – e non aveva motivo di credere che Spello non si fosse adeguata alle indicazioni di Costantino. Il docente universitario e la sua équipe hanno così lavorato sulle immagini aeree per individuare potenziali tracce dell’edificio. Dopo molte settimane, e quasi per caso, Boin finalmente ha potuto acquisire immagini promettenti sotto un parcheggio dove si sospettava si trovasse il tempio. Con molta attenzione, la squadra ha scavato finché non ha trovato due muri adiacenti. Ulteriori scavi hanno portato alla luce quelle che Boin crede essere le mura interne del tempio. Questo edifico di culto divenne immediatamente quella che Boin definisce la più grande testimonianza mai vista del culto imperiale sia nell’Italia del IV secolo che negli altri territori, durante il tardo Impero Romano. Un tempio che segna la transizione religiosa “Ci sono prove giunte da altri luoghi del mondo romano che i vertici dell’Impero, di orientamento cristiano, sostenevano, al contempo, le pratiche di culto imperiali”, ha detto Boin. «Sapevamo chi i pagani adorassero nei loro templi nel IV secolo, ma i ritrovamenti precedenti, a livello di documentazione di questa coesistenza e alleanza tra cristianesimo nascente e culto imperiale – sul quale si trasferiva, in sintesi, l’intero mondo romano – erano irrilevanti. Sappiamo che i cristiani sostenevano il culto imperiale, e lo sapevamo senza avere alcuna idea dei luoghi in cui ciò – a livello rituale, ndr – era accaduto. Questo tempio collega invece, tangibilmente i due mondi ed è diverso da qualsiasi tempio che conosco, all’interno del mondo mediterraneo, relativamente all’Impero Romano del IV secolo. Qualsiasi studio sul culto imperiale nell’Impero Romano del IV secolo dovrà ora tenere conto di questo tempio”. Il professore e la sua equipe forniranno prossimamente una dettagliata analisi dello scavo e dei materiali ritrovati. I cambiamenti religiosi avvennero lentamente Con la scoperta, Boin ora però può mostrare come i cambiamenti culturali e sociali fossero molto lentamente nel mondo romano. Sebbene Costantino sia stato il primo imperatore romano a convertirsi al cristianesimo, ci sarebbero voluti quasi 70 anni perché il cristianesimo diventasse la religione ufficiale dell’Impero Romano, sotto l’imperatore Teodosio. Durante quel periodo ci vollero ancora molti cambiamenti convincenti e graduali perché coloro che adoravano gli dei pagani si convertissero al cristianesimo. Ma è probabile – aggiungiamo noi – che tra i nuovi imperatori e il Cristianesimo – religione nuova e rivoluzionaria – si fosse instaurata una stretta alleanza, tesa a erodere spazio al politeismo e ai centri di potere tradizionalisti che erano collegati ad esso. Rubare appeal al culto di Marte o di Mitra – ad esempio -, per gli imperatori romani significava ridurre il potere di tutte le potenti classi sacerdotali, politiche e militari che erano collegate a quelle divinità e portarle su di sé, sotto il profilo politico, e su Cristo e i cristiani, sotto il profilo religioso. Si trattò quindi di una destrutturazione progressiva di culto e di potere. Spello cercò di assecondare l’imperatore Costantino Ciò, aggiungiamo ancora noi, era rivelato peraltro dalla storia del paese umbro e dalle dedicazioni che la municipalità stesse fece, nei secoli, agli imperatori. Spello era stata fondata dagli Umbri per poi essere denominata Hispellum in epoca romana; fu così iscritta alla tribù Lemonia, al tempo dei Romani. Venne poi dichiarata “Colonia Giulia” da Cesare e “Splendidissima Colonia Julia” da Augusto, poiché fu da essa supportata nelle guerra di Perugia; dopo la vittoria di Augusto, lui stesso cedette a Hispellum buona parte dei territori governati da Perusia e il dominio della città spellana si estese fino alle sorgenti del Clitunno, che erano prima sotto il possesso di Mevania. Più tardi fu chiamata “Flavia Costante” da Costantino. L’antica Spello era considerata una delle più importanti città nell’Umbria romana. Spello svolse quindi storicamente un ruolo attivamente pro-imperiale. Al punto che, come abbiamo, cambiò – proprio ai tempi di Costantino, il proprio nome, chiamandosi Flavia Costante, cancellando – di fatto – gli antichi appellativi legati ai nomi dei grandi imperatori politeisti. Era quindi improbabile che in una città così devota a Costantino e alla luce dell’inequivocabile rescritto non esistesse un tempo di culto imperiale. Spello colse il nuovo. Capì che avrebbe dovuto scommettere su Costantino, il Grande, su Costantino il viscido. “Il ritrovamento del tempio cambia tutto nel modo in cui percepiamo il ritmo del cambiamento sociale e la nostra impressione dell’impatto del cambiamento sociale e culturale”, ha affermato Boin. “Questo edificio, di per sé in modo molto radicale, ci mostra la capacità di resistenza delle tradizioni pagane che erano rimaste in vigore per secoli prima dell’ascesa del cristianesimo, e ci indica come gli imperatori romani continuarono a negoziare i propri valori legati al mondo imperiale e alla tradizione, pensando a un futuro che non dovesse abbattere o seppellire il passato”. https://stilearte.it/con-una-lettera-romana-del-iv-secolo-e-immagini-aree-dellitalia-docente-americano-scopre-un-tempio-del-culto-imperiale/2 punti
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Domandare è lecito, rispondere è cortesia, ma se anche chi domanda lo fa cortesemente si risponde più volentieri Ho solo fatto una battuta che non voleva essere cattiva, come dimostra la faccina che sorride. Ho piacere di sapere che hai un lavoro, e lo dico, di nuovo, con sincerità, di questi tempi, purtroppo, non è affatto scontato. petronius2 punti
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Grazie Gallienus, è bello rivedere una discussione ripresa dopo 7 anni.... devo dire che ne ho censiti un paio in questo periodo, 3 con il tuo esemplare di cui uno di conservazione "strepitosa" passato da Nomisma..... Aprofitto di questo intervento per ricordare che il Grosso della Sede Vacante 1655 oltre a Roma fu coniato anche a Ferrara.....moneta decisamente più rara della "sorella" della Capitale ! segnalo che ho censito solo 1 ESEMPLARE passato alla K&M 1980 e riapparso da INASTA nel 2015..... Daniele2 punti
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Questo particolare "conio" denominato "Littore con dita mozzate", è sempre stato bollato come falso da questo forum.2 punti
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Salve, quella che hai mostrato è una medaglia religiosa. Il personaggio è San Venanzio, protettore e patrono della città di Camerino. Spesso viene accoppiato, nell'altra faccia della medaglia, con la Madonna di Loreto, ma bisognerebbe vedere una foto dell'altro lato della medaglia per essere più precisi.2 punti
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La seconda cartolina. Annulli di partenza doppio cerchio con lunette barrate del 13.12.1916 di Valeggio sul Mincio per Zona di Guerra. Affrancata con due 5c Leoni in perfetta tariffa per l'interno per più di cinque parole. Altrettanto bella.2 punti
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Iniziamo l'anno con due novità. La prima mi sono deciso a comprare la siliqua di Giuliano II (era costosa e ho fatto una controfferta). Mi è arrivata senza documenti ma chiederò alle aste da dove è passata copia della fattura. Con questo acquisto continuo a sostituire i bronzetti del IV secolo con silique. La seconda, ho comprato un lotto di 5 denari e tre bronzi a un prezzo estremamente conveniente. Risulta che una decina di anni fa ho fatto una tesina sulle monete del regno Nabateo conquistato poi da Traiano e varie volte avevo cercato di comprare il denario che ne commemora la conquista (ne esiste anche una dracma in greco con lo stesso motivo). Mi piace molto il bronzetto di Arcadio, e mi dispiace che varie monete siano state pulite in modo precipitoso.2 punti
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Proprio grazie a Sergio avevo avuto l'occasione di incontrarlo in uno dei nostri convivi del Bophilex, nel maggio 2010. E come consuetudine erano state scattate delle foto, Giulio Bernardi, per chi non lo ha conosciuto, è il signore con la cravatta, a capotavola la sua signora. Condoglianze alla famiglia. petronius2 punti
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Buon giorno Michele17. Non sarei così certa della falsità del littore. Occorrerebbero delle fotografie anche del taglio per poter considerare la rigatura. L'effetto delle perline tagliate, quando si tratta di questa monetazione quando è particolarmente consunta, come in questo caso, risulta a volte molto accentuata. Le firme mi sembrano corrette ed il calo di peso potrebbe essere congruo con l'usura. Si tratta ovviamente di considerazioni fatte sulla base di semplici fotografie che possono certamente portarmi a conclusioni errate. Si tratterebbe comunque, vista la conservazione della moneta, di un valore economico relativo; varrebbe la pena di metterci tanto lavoro, se poi la moneta in esame fosse anche d'argento? Direi che il valore di mercato di una moneta del genere potrebbe aggirarsi sui 50 /60 euro, converrebbe impegnarsi per produrre dei falsi? Cordiali saluti. Gabriella2 punti
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Sono triste. Se ne va un grande numismatico e un gentluomo di altri tempi. Condoglianze alla famiglia.2 punti
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Triste. Questa notizia mi rende triste. Ho conosciuto e frequentato per più di vent'anni Giulio Bernardi, ho avviato con lui la mia collezione di monete aquileiesi; 60-70 le ho acquistate presso di lui; le prime nel novembre del 1982. Quando non potevo andare a Trieste, in via Roma 3, ci andava la mia morosa o una sua amica; Giulio affidava loro alcune monete; potevo restituirle se non mi interessavano, ma non l'ho mai fatto, ha sempre saputo accontentarmi. Ricordo tante chiacchiere, racconti. Ricordo quando ci si vedeva ad Aquileia dove faceva una settimana di vacanze con la moglie. C'era qualcosa di più del rapporto commerciante/cliente, c'era la volontà dello studioso a insegnare a chi era interessato a conoscere e apprendere. Ha saputo stimolare il mio interesse per il collezionismo. Lo ringrazio. Lo ricorderò.2 punti
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@Asclepia, @giuseppe ballauri, @Fondamentale @lorluke e a tutti del Forum....da queste nuove foto come possiamo giudicarlo in conservazione questo 2 Grana2 punti
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Domiziano è un imperatore che mi sta parecchio antipatico: purtroppo, è proprio sua l'unica moneta romana nella quale mi sono imbattuto casualmente, frugando nel cumulo di materiale terroso che fu generato dalla realizzazione della strada sterrata da Rochemolles al Colle del Sommeiller e che è spesso smossa dal passaggio di fuoristrada e motociclette, in corrispondenza del terzo tornante, oltrepassata la cappella di San Rocco, nell'area denominata Chënërasë, là dove inizia la mulattiera che va a Pralavèn. Questo asse fu battuto (correggetemi se sbaglio) durante il regno di Tito e corrisponde al RIC II 344, ex 170b. Il luogo esatto del ritrovamento, a 1760 m d'altezza, ha le seguenti coordinate: lat. 45°7 3" Nord, long. 6° 45' 16" Est Ovviamente, il ritrovamento fu da me rapidamente denunciato presso la sovrintendenza piemontese, alla quale consegnai la moneta. Questa, che io sappia, è la sola moneta romana trovata nel vallone di Rochemolles (alta Val di Susa). Se qualcuno è al tanto di altre monete romane trovate nella zona, mi farebbe piacere saperlo.1 punto
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FO R medi/cocci di O? sì FORME DI COCCIDIOSI Buona notte. Stilicho1 punto
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DE GREGE EPICURI Aureo straordinario e di altissimo valore storico, hai fatto molto bene a mostrarlo! Sono meno d'accordo sul tuo giro di Roma, alla maniera dei giapponesi (che vogliono vedere tutto in mezza giornata), non ti è venuto il mal di testa, o almeno un capogiro?1 punto
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Grazie @nikita_, sembra ottenuto per coniazione e non per fusione da calchi, cosa ne pensi Per confronto....il mio esemplare1 punto
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Stimato " very rare " , un esemplare di AE da Corinto al nome di Marco Aurelio, con al diritto busto laureato dell' imperatore ed al rovescio costruzione ( octagonal enclosure ) dalla quale emerge un albero di palma . Sarà il 17 Gennaio in vendita CNG Triton XXVII al n. 5417 .1 punto
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Buona sera, già nel 308 i folles (anche se non sappiamo come si chiamassero veramente) vennero ridotti in peso. Ritengo interessante una collezione che contempli anche lo stesso nominale emesso tra una riduzione ponderale e l'altra. Credo che di riduzioni ponderali se ne possano contemplare almeno 4 fino dalla riforma di Diocleziano che lo introdusse fino al momento in cui Costantino non diviene unico imperatore sconfiggendo Licinio. Da bestione da 28 mm di diametro x 10 grammi circa si riduce in una monetina da 3 grammi stentati per 18 mm di diametro.1 punto
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Ciao, sposto nella sezione più appropriata. Serve foto dell’altro lato, peso e diametro. Grazie.1 punto
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Sono usciti articoli roboanto su questa notizia. Ma come mai chi ha studiato storia non si scompone minimamente? Anche un vecchio e non aggiornato ex studioso come il sottoscritto? Forse perché la comunicazione storica e la vulgata hanno spinto sul Costantino che ha annientato il paganesimo? Per quanto vale una notizia prima della pubblicazione, insieme ai titoloni fuorvianti di questi siti... Trizio (e stavolta anche quelli di stilearte) in questo video fa bene a dire di andarci piano con la notizia ed i titoloni. E sul fatto di riscrivere la storia. Nella pittoresca città di Spello, in Umbria, è stata fatta una scoperta archeologica di grande rilievo: le rovine di un tempio romano del IV secolo d.C., voluto dall'Imperatore Costantino. Questo tempio, dedicato al culto imperiale della Gens Flavia, rappresenta un importante testimone della transizione dal paganesimo al cristianesimo. La scoperta è stata fatta sotto un parcheggio, grazie agli scavi condotti dallo storico Douglas Boin della Saint Louis University. Boin si è basato sul 'Rescritto di Spello', una disposizione dell'imperatore Costantino che permetteva agli Umbri di celebrare le loro cerimonie religiose annuali e giochi a Spello, anziché a Volsinii, con la condizione di costruire un tempio dedicato ai suoi antenati della Gens Flavia. Boin ha evidenziato la continuità religiosa tra il mondo romano e quello paleocristiano, sottolineando che il cambiamento non è avvenuto improvvisamente. Prima di questa scoperta, non erano noti siti fisici e religiosi associati a questa pratica di culto imperiale in epoca tarda. Le immagini del sottosuolo hanno rivelato tre mura di una struttura monumentale, suggerendo l'appartenenza al tempio romano. Questa scoperta è significativa per la comprensione della città antica, del paesaggio urbano e della società del tardo impero romano, mostrando elementi di continuità tra il mondo pagano classico e quello romano paleocristiano. Boin e il suo team torneranno a Spello la prossima estate per completare gli scavi e sperano di fare ulteriori scoperte significative.1 punto
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Anche io voto per Traiano per lo stile del busto, anche se la consunzione ne confonde i tratti1 punto
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È uno scudo di luigi XV "au bandeau", con il simbolo della mucca "vache" https://numismatica-francese.collectorsonline.org/moneta/FR-1SCUDO/1081 punto
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Non c’è dubbio e non è il caso di prendersela. Dato però che lo abbiamo scritto in molti che si tratta di un falso forse qualche dubbio potrebbe venirle. Grazie.1 punto
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Salve,questa dovrebbe essere la scheda della medaglia https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME495A/1221 punto
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Vera o falsa che sia rimarrà nella mia collezione perché è stata la moneta che mi ha fatto innamorare delle monete del regno. Inoltre come detto appena l'ho pubblicata è un regalo quindi ho un valore affettivo. Ringrazio tutti per il fervore che mettete in questo forum, che aiuta i novellini come me a migliorare e a studiare di più. Farò miei tutti i consigli sperando che il prossimo acquisto (probabilmente già periziare 🤣) possa aiutare altri che hanno commesso i miei stessi errori a non farli.1 punto
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Bella,io abito a 7km da Valeggio..non so perché inserita nella raccolta militare,la mia è viaggiata in zona di guerra.1 punto
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@Rickyx24 Vedo che non ti ha risposto nessuno, allora ci provo io, pur nella mia limitata esperienza. La moneta non mi induce a dubitare della sua autenticità, anzi è molto bella. Pegaso ben centrato, l’unico problema sarà il prezzo.1 punto
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il font è la forma del carattere, ce ne sono tantissimi, spesso nelle monete si è usato due font diversi per lo stesso anno andando inavvertitamente a creare una variante, tipo le 20 lire gambo normale e gambo largo, in quel caso il font del 7 era diverso e ha costituito la variante.1 punto
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Ciao scompare un altro grande numismatico che insieme a Sergio Rossi " ROTH 37 " grandi amici lasciano un grande vuoto nella numismatica e non solo. Silvio1 punto
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@titu21 il valore come detto da diversi utenti dipende dalla conservazione e eventuali interventi sulla moneta (pulizia, lucidatura, restauri, ecc.), dipendono dal millesimo e dalla zecca che ha emesso la moneta. Lascia stare ebay, non ci sono regole... nulla vieta di porre in vendita la più comune moneta a un prezzo esorbitante, bisogna poi vedere se qualcuno se la compra Un consiglio che mi sento di darti, è quello di acquistare un prezziario / catalogo. Il più completo è secondo me il Gigante, che copre la monetazione Italiana dal 1800 in in avanti. Il catalogo riporta le valutazioni, che ovviamente sono indicative. Sui FDC potrebbero essere per difetto, mentre su tutte le altre conservazioni per eccesso. Ti posto il link su Amazon , ma lo puoi trovare altrove. Puoi trovare online una edizione anche precedente a quella del 2024, le quotazioni non sono così diverse Se vuoi avere una idea subito se c'è qualcosa di valore, puoi fare qualche foto d'insieme alle monete (entrambi i lati) e postarle qui1 punto
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Un’altra fetta della Numismatica del Novecento che se ne va. E di quella genuina, appassionata, signorile, insomma quella giusta. L’ho conosciuto, un gran gentiluomo. Sembra una frase fatta ma davvero adesso siamo un po’ più soli.1 punto
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Buonasera amici, non pago delle mie scorribande nella monetazione della Penisola dalle origini al 2001, ogni tanto faccio qualche incursione in territori stranieri, quando trovo qualcosa che solletichi la mia curiosità... e questa l'ha solleticata. 30 lepta in argento delle Isole Ionie sotto la dominazione britannica, Anno Domini 1849. 17 mm per 1,35 grammi di peso, sforacchiatura d'epoca. Le foto son così così, ma c'è da tener presente che la monetina è minuscola, e dal vivo è deliziosa. Tutta questa gioia per 5 euro.1 punto
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Non sono d'accordo sui "vivi dissensi", giusto per me non deve esserlo assolutamente per tutti e giusto per te lo rispetto! Dipende da come uno vive la collezione, sicuramente il tuo metro è economicamente più corretto e rispecchia la direzione che ha preso il mercato numismatico, se a questo aggiungiamo la tua soddisfazione e l'appagare il tuo gusto estetico io comprendo pienamente la tua scelta! Io che vado in un'altra direzione non pretendo assolutamente di considerarla quella giusta, semplicemente è quella che mi appaga di più! Collezionare le piccole, essere felice nel trovare un rottame, ma inedito, ecc. ecc. fa semplicemente parte di un diverso modo di collezionare dal tuo! Poi bisogna dire che le monete belle e bellissime piacciono a tutti!! Quelle brutte solo a chi le guarda in maniera diversa... ... e il "francamente me ne infischio" è la cosa giusta, tanto quelle non sono mai critiche costruttive!1 punto
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Ciao a tutti! qualche giorno fa bazzicando per Venezia ho scovato sulla facciata della chiesa di Santo Stefano un’altra lapide degli esecutori contro biastema. In questo caso l’avviso risale al 1633, quindi quasi una ventina d’anni dopo quello di campo San Giacomo (1616). Il riferimento alle lire di piccoli è ancora presente, in questo caso però l’ammenda è stata aumentata a 200 lire contro le 150 del 1616…una bella differenza. Chissà, magari l’inflazione Secondo un interessante post di @gioal (qui sotto), 200 lire rappresentavano una bella cifra per un popolano medio a cui si aggiungeva il rischio di finire su una galea di sforzati, che non era una proprio una gran prospettiva. Nomi importanti tra i firmatari (Francesco Morosini, Nicolò Contarini, Alvise Mocenigo), ma solo omonimi dei più famosi dogi Saluti, Giulio1 punto
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Ciao a tutti, purtroppo non sono competente. Ho trovato questa presunta moneta e mi piacerebbe idetnificarla con il vostro gentile aiuto. Un caro saluto1 punto
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Buongiorno a tutti chiedo un aiuto x identificare e datare questa monetina da 1,10 grammi e 1,80 cm. Grazie anticipatamente1 punto
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