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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/17/24 in tutte le aree
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...parte del materiale, sotto il foulard di seta risorgimentale una cinquantina di editti storici e numismatici6 punti
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Forse in questi casi li manomettono di proposito per creare l’errore di conio e cercare di venderle a cifre spropositate.3 punti
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la moneta in asta 110 passò anche in asta 107 e fu invenduta a 1800 €, ora riproposta a 1350 € è certamente atipica rispetto al gruppo presentato da Doyen, che però se ben visto è molto più erratico di quanto possa apparire.... anche se si vede la legenda con il nome, le monete presentano tante differenze ... orientamento, specularità, stile delle lettere scudo, non scudo, lancia, etc La legenda di questa mi ricorda gli argentei minuti per tanti aspetti, e questo mi porta a pensare che possa essere una imitazione coeva, d'altronde tutta questa monetzione in argento di Maggioriano è molto al limite tra ufficiale e non a mio avviso. il mio intervento e le monete che ho mostrato non volevano quindi essere un paragone tipologico sul rovescio, ma di stile della legenda. sono propenso quindi a ipotizzare che questa possa essere una imitazione locale del gruppo "plausibilmente ufficiale". poi tendenzialmente il riferimento è a Maggioriano perché per questa tipologia non sono noti altri imperatori3 punti
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Possono esserci dei residui di argento superficiale. I sesini dovevano contenere una piccola parte d'argento che, attraverso la tecnica della sbiancatura, veniva portata in superficie o meglio, veniva messa in evidenza superficiale. La sbiancatura consisteva nel trattare il tondello in bassissima mistura, prima della coniatura, con sostanze acide, o comunque corrosive per la quota di rame componente la lega (acido tartarico e sale per esempio) in modo da rimuovere il rame superficiale e lasciare in evidenza solo l'argento, con martellatura finale. Questa operazione veniva ripetuta più volte fino al raggiungimento dell'aspetto voluto. Poi si procedeva alla battitura. L'efficacia di questa operazione era molto effimera per cui, dopo pochi passaggi di mano, le monete tendevano ad imbrunirsi molto rapidamente tanto che fra le ipotesi dell'etimologia della parola muraiola c'è proprio la tendenza ad annerirsi (diventare mora) delle monete da due bolognini: le muraiole o moraiole (ma sull'origine di questo nome esistono anche altre ipotesi). Mario3 punti
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Per la serie "Le mie fatiche parte II", dopo gli argenti di Gregorio XVI sto lentamente accumulando anche quelli di Pio VII, e pure qui non si scherza. Ho recentemente acquisito un pezzo di quelli che non si vedono tutti i giorni; l'unico riferimento qui in discussioni sul forum era un intervento di @uragano di qualche anno fa che sosteneva di non averlo mai visto, con @rcamil che ne ribadiva la rarità. In realtà non penso che sia COSI' raro - in effetti foto di un paio di esemplari ne ho viste in giro, tutti ovviamente come sempre migliori del mio - ma resto comunque convinto che lo striminzito R2 che gli dà il Gigante gli vada un po' stretto, e sarebbe da "allargare" a R3. D'altra parte il Gigante su Pio VII dice castronerie peggiori - come continuare pervicacemente a inserire (e a quotare, senza alcuna attinenza con la realtà) una inesistente variante 1802/III con A anziché AN, da tempo nota come errore di trascrizione dal CNI (e presente in nota anche sul nostro catalogo). Bene, qui c'è il mio Scudo 1802/IV, parte di quel contingente complessivo coniato di 3809 pezzi di anno IV comprendente anche quelli (orrendamente rari) datati 1803. La Madonna è stata "sparata in faccia" in stile vagamente mafioso, ma questo tragico evento per metà blasfemo e per metà devozionale mi ha consentito di acquisire il pezzo senza dover rinunciare a qualche utile organo interno. Grazie a chi vorrà offrire un contributo personale per arricchire la nostra conoscenza di questo raro nominale.2 punti
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Salve a tutti condivido oggi il mio regalo di Natale 2023 (auto regalo ovviamente 🙄), un mezzo scudo di grande rarità che cercavo, invano, da molto tempo, in qualsiasi qualità da BB in su. Questo esemplare, offerto nel listino Numismatica Alex n. 39, e successivamente da me trattato privatamente, con una soddisfacente trattativa finale anche se serrata, è corredato da un cartellino di Franco Grigoli che la classifica qSPL/SPL. Probabilmente la valutazione è lievemente generosa, secondo me volendo essere prudenti forse è più correttamente un BB+/qSPL per quanto riguarda i rilievi, in particolare i capelli. Tuttavia il pezzo presenta una bella patina di gradevole e omogenea colorazione riposata di antica raccolta e non ha colpi o graffi e qui francamente puntare al qFDC o al FDC è un’impresa abbastanza ardua, diciamo quasi impossibile pur avendone le possibilità. Si posiziona con molta dignità in collezione accanto al 1814, che invece è FDC pieno, ma questo millesimo è tutta un’altra storia. Il rapporto di reperibilità tra i due millesimi è almeno di 1 a 30 se non più alto. Il buco nel raccoglitore di Vittorio Emanuele I, l’ultimo rimasto, stava veramente facendo le ragnatele😉, di conseguenza non potevo proprio lasciarmela sfuggire, mancando in numerose collezioni specializzate, anche avanzate. A detta del proprietario e’ rimasta nella stessa collezione, ora dispersa causa eredità, per oltre cinquant’anni. La patina sembra avvalorare questa affermazione. Grazie e buona settimana a tutti2 punti
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Cauriol monte del Trentino legato ai fatti della I guerra mondiale Dopo le sanguinose vicende che nell’agosto del 1916 avevano portato alla conquista del monte Cauriol, gli alpini del battaglione Feltre (7° reggimento) reduci da quasi sei mesi di continue operazioni svolte prevalentemente in alta montagna, si erano trovati in un condizione assai prossima al completo esaurimento psicofisico. All’inizio del successivo mese di settembre, l’importante posizione era stata dunque affidata al battaglione Val Brenta (6° reggimento alpini) che su quelle balze, già rosse del sangue del 7°, aveva dovuto affrontare la terribile prova della battaglia del 2-3 settembre con la quale l’avversario tentò la riconquista del monte; i vecchi territoriali del 6° reggimento avevano difeso il Cauriol con successo, ma al prezzo del quasi dimezzamento dell’organico del reparto, che già la notte sul 4 settembre aveva dovuto venire sostituito dal battaglione Val Cismon (7° reggimento), anch’esso reparto territoriale come tutti i battaglioni “valle”. Il Val Cismon presidiò il Cauriol fino al 25 ottobre, quando il Feltre, ricostituito negli organici e nelle dotazioni, vi fece ritorno per presidiarlo praticamente senza interruzioni fino al novembre 1917. E proprio la lunga permanenza del reparto su quella montagna, cui stava indissolubilmente legando il suo nome, fornì al cappellano don Luigi Agostini l’ispirazione per la costruzione di un edificio sacro nel quale poter degnamente celebrare i riti cristiani per i suoi amati alpini. Non si trattò d’alcunchè d’eccezionale o d’imponente, stanti i limiti imposti dalle circostanze belliche, dall’orografia dei luoghi e dalla carenza di tempo e materiali da costruzione; purtuttavia, grazie al suo potere di persuasione, alla benevola disponibilità degli ufficiali e soprattutto all’affetto che don Agostini si era guadagnato con la condivisione totale dei disagi e delle sofferenze affrontate dal suo gregge, i lavori poterono procedere sollecitamente. Il 27 agosto 1917, primo anniversario della conquista del Cauriol, scrive il sacerdote nel suo diario di guerra, “ (…) viene inaugurata una splendida e vasta cappella, costruita in muratura su disegno del Ten. Tomasini con facciata ben scolpita e portante incisa l’iscrizione: 7° alpini – Battaglione Feltre – 27.8.1917. Ivi il cappellano (…) celebra la prima volta messa solenne con intervento di numerosi ufficiali e soldati. “ L’edificio sacro potè ben presto vantare, al suo interno, un decoro d’eccezione: una artistica Madonna scolpita nel legno di cirmolo dal poliedrico ten. Giuseppe Caimi, valente ufficiale, già calciatore dell’Internazionale di Milano nell’anteguerra, ma anche pittore e scultore. Quando il Feltre, nel novembre del 1917, dovette abbandonare il Cauriol nel contesto della ritirata al Grappa dopo la battaglia di Caporetto, la Madonna di Caimi seguì don Agostini sul monte “sacro alla Patria” e, dopo la guerra, fino alla canonica di Cogollo del Cengio (VI) dove rimase per i trent’anni durante i quali don Luigi vi fu pastore d’anime. Affidata dal sacerdote, poco prima della morte, all’ex aiutante maggiore del Feltre Angelo Manaresi, la Madonna lignea è ancor oggi di proprietà della famiglia dell’illustre reduce. Essa è dunque, come scrisse lo stesso Manaresi in quell’occasione, “scesa ancor più al piano, ma rimanendo pur sempre in quella famiglia alpina che, come diceva don Piero Zangrando, - l’è una porca fameja, ma l’è una grande fameja! -” Si tratta quindi di un riuso di una moneta allo scopo di essere cucita (indumento o berretto) a ricordo di un importante fatto storico2 punti
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Ciao! Ho consultato i listini di aste "storiche" pontificie che ho nella mia biblioteca alla ricerca di questo raro Scudo. Mancante nella Ratto 1932-33, nella Finarte del 1970, nelle Montenapoleone 1 e 4, nella Kunst und Munzen del 1980, nelle Varesi 16 del 1992 e nella Alma Roma del 2000; mancante nella Leu 36 e nella Christie's del 2011. L'unico esemplare che ho trovato è quello dell'Asta Santamaria del 1942 (coll. Gili) al lotto 1320. Direi come dice giustamente @uragano che possiamo tranquillamente parlare di R4! Michele2 punti
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Ciao @Gallienus, non so quanto era datata la discussione che hai trovato sul forum, ma non è che da allora sia cambiato granchè 😄 Unico passaggio d'asta che ho tracciato per uno scudo 1802-IV è da Ranieri, 1000 euro di realizzo nel 2020, davvero un esemplare eccezionale: Il MIR concorda con la tua valutazione R3, al pari del 1803-IV di cui non ho mai registrato alcun passaggio in asta e non ho immagini in archivio. Lo stesso MIR pubblica una foto di esemplare da "collezione privata", a significare che di immagini da aste recenti non ne sono state reperite. Relativamente più presente sul mercato il 1805-VI, e divenuto "quasi comune" il 1807-VII (unico scudo a firma Mercandetti), che era considerato anni addietro addirittura R3... per il MIR entrambi sono R2. Ciao, RCAMIL.2 punti
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Adesso mi è venuto un po' di appetito 😁 Tra il Veneto e Reggio Calabria ci saranno mille chilometri ma è lì che il 14 Settembre che si festeggia la Madonna della Consolazione, dove un quadro viene portato in processione. Il quadro chi l'ha dipinto? Nicolò Andrea Capriolo, che lo realizzò nel 1547. Cosa c'è rappresentato? cosa ci ricorda? sarà un caso? Penso proprio di sì!!! O no??? Njk ============= https://immaculate.one/la-madonna-del-giorno-14-settembre-madonna-della-consolazione-reggio-calabria-italia/2 punti
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È stata una carrellata nella storia del Lombardo Veneto attraverso monete, medaglie e soprattutto documenti originali, di grande interesse storico e per la gran parte pertinenti alla numismatica. Un plauso al grande collezionista @giancarlone che ha permesso tutto questo. All'uscita ho commentato che una visita a un museo storico non sarebbe stata così appagante, sia per l'abbondanza dei reperti, sia per la possibilità di goderli appieno!2 punti
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Moneta cinese dell'imperatore Qianlong (1736-1796), emessa nella provincia dello Yunnan. Autentica ma comune. Per approfondire: https://numistoria.altervista.org/blog/?p=45582 punti
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A me non dispiacciono e alcune (salmone, gallo) mi ricordano la coniazione irlandese (pre-1969), anche se sicuramente non è voluto. Il 2 pound è la mia preferita Aggiungo due righe per i più curiosi. Il reverse simboleggia le quattro nazioni che compongono il Regno Unito. Il disegno include una rosa per l'Inghilterra, un narciso per il Galles, un cardo per la Scozia e un trifoglio per l'Irlanda del Nord. L'iscrizione sul bordo recita "In servitio omnium", che significa "al servizio di tutti".2 punti
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Hanno scavato in una fossa usata dai romani. Ed ecco cosa hanno trovato. Cos’è. Le ipotesi in campo. L’oggetto fu realizzato in bronzo Nel corso degli anni, gli archeologi hanno scoperto numerosi oggetti misteriosi e affascinanti risalenti all’epoca dell’Impero Romano. Tuttavia, una recente scoperta – avvenuta nell’estate del 2023 e resa nota in queste ore – a Norton Disney nel Lincolnshire ha catturato l’attenzione degli esperti e del pubblico per la sua eccezionale grandezza e raffinatezza. Si tratta di un dodecaedro romano, un oggetto a dodici facce, rinvenuto in uno scavo comunitario estivo a Potter Hill. Ciò che rende questa scoperta ancora più straordinaria è il fatto che è uno dei pochi esemplari trovati nella parte settentrionale e occidentale dell’Impero Romano e uno dei soli 33 rinvenuti in Inghilterra. L’oggetto, in questo ore, ha destato l’attenzione dei media e delle testate specialistiche inglesi. Contesto della scoperta: Il dodecaedro è stato scoperto lo scorso estate in una fossa a Potter Hill, insieme a frammenti di ceramica romana e detriti di demolizione. Pesante 250 grammi e largo 8 cm, il dodecaedro di Norton Disney è significativamente più grande della media, e ciò lo rende un’eccezione tra gli altri reperti simili. Ciò che rende questa scoperta ancora più straordinaria è il fatto che è stato trovato nel contesto originale, durante uno scavo archeologico organizzato, a differenza della maggior parte degli oggetti simili che si trovano in collezioni private o musei senza informazioni sui loro contesti originali. Possibili collegamenti storici La zona intorno a Norton Disney è già stata oggetto di scoperte archeologiche significative, tra cui i resti di una villa romana scoperta nel 1933 a meno di mezzo miglio da Potter Hill. Questa villa, situata vicino alla Fosse Way, un’importante strada romana che collegava Exeter a Lincoln, è ora interamente interrata ed è iscritta nella Lista del Patrimonio Nazionale. Tuttavia, è anche registrata come “Patrimonio a rischio” a causa di interferenze da parte di una comunità di tassi protetti che ha scavato un fosso tra le rovine. La relazione tra la villa e il dodecaedro rinvenuto potrebbe fornire indizi importanti sul suo scopo e sulla sua funzione. Esposizione e futuro: Il dodecaedro è ora esposto al National Civil War Center di Newark-on-Trent, attirando già numerose persone interessate alla sua storia affascinante. Inoltre, l’oggetto è stato presentato in queste ore della serie BBC “Digging for Britain”. Il Norton Disney History and Archaeology Group sta ora cercando fondi per un ulteriore scavo del sito della scoperta previsto per l’estate. L’obiettivo modesto di £1.000 è finalizzato a completare gli scavi delle trincee tre e quattro, con l’obiettivo di svelare ulteriori misteri legati a questa straordinaria scoperta archeologica. Finora, la raccolta fondi ha raggiunto £155, dimostrando l’interesse e il sostegno della comunità locale per la ricerca e la conservazione del patrimonio storico. Cosa sono questi misteriosi oggetti I dodecaedri romani sono affascinanti reperti archeologici rinvenuti in bronzo o, più raramente, in pietra, risalenti al periodo compreso tra il II e il IV secolo d.C. Questi enigmatici oggetti sono caratterizzati dalla forma di un dodecaedro, con dodici facce piatte pentagonali, ciascuna con un foro circolare di diametro variabile o, in alcuni casi, decorazioni senza fori. Diffusione geografica Più di cento di questi dodecaedri sono stati scoperti in diverse regioni, dall’est dell’Italia all’Ungheria, dal Galles alla Spagna, con la maggior concentrazione di ritrovamenti in Germania e in Francia. Le dimensioni variano dai 4 agli 11 cm, e alcuni esemplari sono stati trovati assieme a tesori in monete, suggerendo un possibile valore attribuito loro dai proprietari. Teorie sull’utilizzo Nonostante la loro diffusione geografica, la funzione esatta di questi oggetti rimane un mistero. Numerose ipotesi sono state avanzate nel corso degli anni: 1) Uso militare: alcuni suggeriscono che potrebbero essere stati utilizzati come strumenti per definire la dimensione ottimale delle armi romane, immersi in un fluido per migliorare la fabbricazione dei proiettili per le fionde. Tuttavia, la complessità di questa teoria e il ritrovamento in luoghi abitati sollevano dubbi sulla sua validità. 2) Uso ingegneristico: altri ipotizzano usi ingegneristici, come la calibratura dei tubi per il trasporto dell’acqua o come elementi di snodo nelle tubature. Il ritrovamento di manufatti senza fori supporta questa tesi, ma mancano evidenze concrete. 3) Uso tessile: c’è chi suggerisce che potrebbero essere stati utilizzati per tessere, date le protuberanze che potrebbero fornire un appiglio ai filati. Tuttavia, gli strumenti tessili noti dell’epoca differiscono da questi dodecaedri. 4) Uso cultuale: alcuni studiosi ipotizzano una funzione religiosa, con i dodici fori che simboleggerebbero i fenomeni cosmici. Questa teoria è supportata dal fatto che molti di questi oggetti sono stati trovati in aree in cui la cultura romana si fuse con quella celtica. 5) Calendario agricolo: una teoria avanzata nel 2010 suggerisce che potessero essere strumenti per determinare gli equinozi di primavera e autunno, legati al ciclo agricolo. 6) Strumento di misurazione: alcuni esperti ipotizzano che fossero utilizzati per misurare distanze, soprattutto per la suddivisione degli appezzamenti di terreno e a scopo militare. A puro livello di sensazione, a noi pare questa l’ipotesi che andrebbe indagata. Si tratterebbe pertanto di uno strumento per agrimensori e geometri, forse con altre funzioni che noi non conosciamo e che potrebbero aver reso l’oggetto polifunzionale, pur nella permanenza del settore del rilevamento. Ipotesi controversa: alcuni studiosi hanno suggerito che i dodecaedri potrebbero non essere di origine romana, ma appartenere ad altre culture, antecedenti o contemporanee, e siano stati erroneamente etichettati come “romani” solo perché trovati nei siti che facevano parte dell’Impero. Conclusione Nonostante le numerose teorie, il mistero dei dodecaedri romani persiste. Le loro molteplici dimensioni e la mancanza di evidenze concrete rendono difficile stabilire una spiegazione univoca per la loro funzione. Gli studiosi continuano a esplorare nuove ipotesi, contribuendo a mantenere viva l’intrigante incognita di questi affascinanti oggetti dell’antichità romana. https://stilearte.it/hanno-scavato-in-una-fossa-usata-dai-romani-ed-ecco-cosa-anno-trovato-cose-le-ipotesi-in-campo-lesposizione/ Roman dodecahedron An unusually large and fine example of the mysterious Roman dodecahedron has been unearthed in a community dig at Norton Disney in Lincolnshire. Only about 130 of these hollow 12-sided copper alloy objects have been found in the nohttp://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2024/01/Dodecahedron-after-discovery-430x403.jpgrthern and western provinces of the Roman Empire. This is only the 33rd example found in England. None have been found in Rome, and there are no references to them in the ancient sources, inscriptions, frescoes, mosaics or any other medium to explain their purpose or function. The dodecahedron was discovered last summer in an excavation at Potter Hill. It was in a pit, perhaps a quarry pit, filled with Roman pottery fragments and demolition rubble. It weighs 250 grams, is 8 cm (3.1 inches) wide, significantly larger than average, and 100% complete. As rare as these objects are, even more rare is to discover them in situ where they were originally buried in an organized archaeological dig. Most of them are in private collections and museums (or in a looter stash) and all information about their original contexts is lost. A Roman villa was discovered less than a half mile away from Potter Hill in 1933. It was near the Fosse Way, a major Roman road that connected Exeter to Lincoln. The remains of the villa, entirely underground today, are on the National Heritage List. (Unfortunately, the villa is also on Historic England’s “Heritage At Risk” register, not because of human interference, but due to a community of badgers, who are themselves protected, having dug a sett amidst the ruins.) It’s possible the pit where the dodecahedron was found was associated with the villa or another high-status building. http://www.thehistoryblog.com/wp-content/uploads/2024/01/Dodecahedron-2-430x392.jpgThere are many theories about what the Gallo-Roman dodecahedra were used for — candle holders, surveyor’s tools, wool crafts — but no consistent wear patterns attest to any such practical usage. X-ray fluorescence analysis of the Norton Disney dodecahedron found it is 67% copper, 7% tin and 26% lead. That is a high proportion of lead, a soft and malleable metal very prone to squishing, for a tool. They are all different sizes, ranging from golf ball to baseball, and have holes of different sizes in each of the 12 hexagonal sides. The overall design is consistent, however, with ball-shaped studs at each corner of the sides. In the end, the old fallback of “ritual purpose” seems to be the likeliest possibility. The dodecahedron went on display at the National Civil War Centre in Newark-on-Trent on January 3rd and is already drawing crowds. It was also featured on the January 9th episode of the long-lived BBC series Digging for Britain. The episode can be viewed here but only from UK IP addresses. The Norton Disney History and Archaeology Group is raising funds for a follow-up excavation of the find site this summer. The team was not able to finish their excavations of trenches three and four, so they need to go back to pick up where they left off. They have a very modest of goal of £1,000 and have raised £155 of it so far.1 punto
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La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori C'era una volta l'effetto Flynn, dimostrato negli studi sul QI. Da 20 anni a questa parte c'è stata un'inversione di tendenza, la nostra intelligenza sta diminuendo. Quali sono le possibili cause Il QI è il parametro più conosciuto e utilizzato per misurare la nostra intelligenza, soprattutto nel mondo occidentale. Grazie agli studi di James Robert Flynn, tra il 1938 e il 1985 in tutto il mondo industrializzato si dimostrò una crescita dell’intelligenza nella popolazione: l’effetto Flynn. Ma dai primi anni duemila c’è stata una inversione di tendenza, il quoziente intellettivo della società industrializzata è iniziato a calare a tal punto che il fenomeno ha preso un nome: effetto Flynn inverso (Teasdale T., Owen D., 2005). Insomma possiamo dire che da circa dieci anni i figli stanno crescendo meno intelligenti dei genitori. Varie sono state le cause ipotizzate: genetica, alimentare, inquinamento. Nel 2018 la ricerca ‘Flynn effect and its reversal are both environmentally caused’ (Bratsberg B. e Roberger O. due autori del Ragnar Frisch Centre for Economic Research dell’Università di Oslo) ha confermato che le cause dell’effetto Flynn inverso sono da individuare in fattori ambientali. Quali sono i fattori ambientali? Uno dei principali, la cui situazione è allarmante, è l’impoverimento del linguaggio. Sappiamo oramai da tempo e grazie a tantissimi studi quanto il pensiero e la capacità di pensare sia legata al linguaggio. Il linguaggio è il principale strumento dell’elaborazione mentale e il suo nutrimento è la memoria, la quale tuttavia senza elaborazione mentale necessariamente diminuisce. Insomma un bel circolo non solo vizioso ma riduzionistico. L’impoverimento a cui si assiste, infatti, non riguarda solo il vocabolario, cioè la quantità di termini di cui facciamo uso, ma anche e soprattutto la scomparsa di elaborazione linguistica, come ad esempio la perdita dei tempi e dei modi verbali. Congiuntivo, condizionale sono sempre più obsoleti e scorrettamente rimossi, l’imperfetto, i participi, i futuri composti… la riduzione del verbo, quindi dell’azione, è quasi sempre ridotta al presente, semplificando il pensiero ad un persistente ‘qui ed ora' che toglie qualsiasi proiezione, ipotesi, imperfezione e quindi accrescimento. Perdendo il congiuntivo (‘che congiunge’) , il cui scopo è quello di esprimere un dubbio, un’incertezza, un’ipotesi, perdiamo il pensiero della possibilità, della esortazione, della motivazione. Perdendo il condizionale, quel modo che indica la condizione che deve esser soddisfatta perchè un evento accada, perdiamo la capacità di percepire e concepire il limite, di prendere atto che la nostra condizione è appunto limitata. Perdendo il participio, perdiamo l’indefinitezza, così come perdendo l’Imperfetto perdiamo il ‘per sempre’ che nell’uomo da sempre stimola i più grandiosi pensieri e le più profonde riflessioni. Ecco che la complessità linguistica che stiamo perdendo porta a una regressione a livelli precedenti di evoluzione, più semplicemente, la perdita di linguaggio porta una involuzione. Se perdiamo la complessità del pensiero torniamo all’azione, se perdiamo la capacità di comunicare, di spiegare, torniamo all’agito. Forse risiede qui la causa dell’aumento e del ricorrere alla violenza: se non posso scaricare la mia tensione comunicandola, se non posso parlare per dimostrare le mie ragioni…non mi resta che aggredire. La violenza allora declina in ogni ambito. Nel mio lavoro trovo conferma quando mi accorgo che la prima parte di qualsiasi psicoterapia è, oramai, dedicata all’alfabetizzazione delle emozioni, cioè ad imparare a descrivere cosa sento, cosa provo, ma anche cosa desidero, cosa farei, cosa vorrei, se lo facessi, se lo sapessi… Insomma oggi la psicoterapia sembra farsi carico di questo impegno, cioè dedicandosi ad una terapia espressiva tenta di riabilitare questo grande decadimento, tra le cause probabilmente degli eventi che alimentano la nostra cronaca nera. Riprendiamo da dove ci siamo fermati, dove fummo, immaginiamo dove saremo, condizionati da un ‘se’ saremo, allora potremo essere. https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/01/13/news/allarme_qi_i_figli_sono_meno_intelligenti_dei_genitori-14807954/ Attendo le osservazioni di @apollonia1 punto
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Buonasera a tutti, ho creato questa discussione per richiedervi un parere su questa moneta.. so solo che ricorda una moneta veneziana e dovrebbe essere in argento.. spero di aver creato in modo consono la discussione ma, se così non dovesse essere, chiedo scusa, sono nuovo del forum e devo capire bene come funziona ancora.. Vi lascio allegate le foto del dritto e del rovescio! grazie mille in anticipo!1 punto
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Appena giunto dalla newsletter LEU (traduzione google translate per fare prima): Fresco di stampa: RIC V.4 - L'Impero Gallico (260-274 d.C.) https://spinkbooks.com/products/roman-imperial-coinage-volume-v-4-the-gallic-empire-by-jerome-mairat Ordina ora con il codice sconto Leu 'LEU' e risparmia il 20% E' disponibile anche in formato PDF Il 2023 ha segnato il centenario della pubblicazione del primo volume della serie Roman Imperial Coinage (RIC) di Harold Mattingly e Edward Allan Sydenham, l'opera di riferimento standard per le monete emesse dagli imperatori romani. Originariamente concepito come una serie di dieci volumi, il volume finale di RIC è stato pubblicato nel 1994. A questo punto, molti dei volumi precedenti erano già obsoleti, motivo per cui da allora sono stati gradualmente rivisti. Un RIC I (Augusto a Vitellio) aggiornato è apparso nel 1984, il RIC II (Vespasiano-Adriano) è stato suddiviso in tre parti, due delle quali pubblicate rispettivamente nel 2007 (Vespasiano-Domiziano) e nel 2019 (Adriano), mentre il volume dedicato a Nerva e Traiano è ancora in divenire. Forse il più obsoleto dei volumi RIC originali ora è RIC V, che è dedicato alla monetazione degli imperatori delle caserme da Valeriano I. a Floriano (RIC V.1, pubblicato nel 1927) e da Probo a Massimiano (RIC V.2, pubblicato nel 1933), rispettivamente. Nei nove decenni trascorsi dalla pubblicazione del RIC V.2 nel 1933, nuove scoperte e ricerche hanno notevolmente ampliato la nostra conoscenza sulla monetazione di questo periodo turbolento ma cruciale della storia romana. Siamo quindi molto entusiasti che il nostro amico Dr. Jerome Mairat abbia appena pubblicato RIC V.4: The Gallic Empire (AD 260-274) in concomitanza con il centenario del RIC. Jerome, che è il curatore della Heberden Coin Room presso l'Ashmolean Museum di Oxford, è forse meglio conosciuto come uno dei redattori generali della serie di dieci volumi Roman Provincial Coinage (RPC) e direttore di RPC online. Tuttavia, ciò di cui molti collezionisti di monete provinciali romane potrebbero non essere a conoscenza è che Girolamo iniziò la sua ricerca con monete imperiali romane, vale a dire la monetazione del cosiddetto "Impero gallico", un regno separatista nell'Europa nordoccidentale governato nel 260-274 d.C. da sei imperatori consecutivi (sette, se si conta anche il figlio minore di Tetrico, Tetrico II) che non riuscirono a far valere la loro pretesa di potere in tutto il mondo romano. Il nuovo RIC V.4 di Jerome si basa sulla sua tesi DPhil presentata sullo stesso argomento nel 2013 all’Università di Oxford e colma un’importante lacuna nella nostra comprensione della moneta e della storia di questo impero separatista poco compreso. Supportato da una donazione di Leu, il RIC V.4 di Jerome è stato pubblicato nel dicembre 2023 da Spink & Son Ltd (ISBN 978 1 912667 99 4). Rilegato in copertine di stoffa laminata di alta qualità, ordina la monetazione dell'"Impero gallico" in 829 numeri di catalogo su 294 pagine, tutte illustrate su non meno di 88 eccellenti tavole. Inoltre, un'introduzione generale dettagliata affronta la cronologia, le zecche, le denominazioni e i disegni delle monete di quest'epoca, spesso controversi, rispondendo a molte delle domande e sollevandone di nuove. Alcune delle scoperte e dei suggerimenti di Jerome scateneranno senza dubbio nuove discussioni tra gli studiosi, mentre i collezionisti troveranno il suo volume RIC estremamente utile per classificare le proprie monete e cacciare le rarità. Un secolo dopo la pubblicazione del RIC I di Mattingly e Sydenham, il RIC V.4 di Girolamo rappresenta un grande passo avanti per chiunque sia interessato alla monetazione del III secolo d.C. in generale e a quella del cosiddetto 'Impero Gallico' in particolare, e diventerà una parte indispensabile di qualsiasi biblioteca numismatica. Con lo sconto Leu del 20%, RIC V.4 è disponibile per 120 £ invece di 150 £ da Spink | Libri da subito. Utilizza il codice sconto "LEU" al momento del pagamento per applicare lo sconto all'ordine. Se anche tu vuoi sostenere l’importante ricerca numismatica di Girolamo, ti consigliamo una donazione al Progetto Monetazione Provinciale Romana. Frutto della collaborazione di molti studiosi e istituzioni guidate dal British Museum Press, dalla Bibliothèque Nationale de France e dall'Ashmolean Museum di Oxford, RPC elenca attualmente nella sua versione online più di 70.000 diversi tipi di monete attestati in più di 400.000 monete singole, formando un strumento indispensabile per chiunque sia interessato a questa monetazione così diversificata. Fresh off the Press: RIC V.4 - The Gallic Empire (AD 260-274) Order now with Leu's discount code 'LEU' and save 20% –– 2023 marked the 100th anniversary of the publication of the first volume of the Roman Imperial Coinage (RIC) series by Harold Mattingly and Edward Allan Sydenham, the standard reference work for coins issued by the Roman emperors. Originally conceived as a ten-volume series, the final volume of RIC was published in 1994. By this point, many of the earlier volumes were already outdated, which is why they are since gradually revised. An updated RIC I (Augustus to Vitellius) appeared in 1984, RIC II (Vespasian-Hadrian) was split into three parts, two of which were published in 2007 (Vespasian-Domitian) and 2019 (Hadrian), respectively, while the volume dedicated to Nerva and Trajan is still in the making. Perhaps the most outdated of the original RIC volumes now is RIC V, which is dedicated to the coinage of the barracks emperors from Valerian I. to Florian (RIC V.1, published in 1927) and Probus to Maximian (RIC V.2, published in 1933), respectively. In the nine decades since the publication of RIC V.2 in 1933, new discoveries and research have greatly expanded our knowledge about the coinage of this turbulent yet crucial period of Roman history. We are thus very excited that our friend Dr. Jerome Mairat has just published RIC V.4: The Gallic Empire (AD 260-274) to coincide with RIC’s 100th anniversary. Dr. Jerome Mairat Jerome, who is the Curator of the Heberden Coin Room in the Ashmolean Museum in Oxford, is perhaps best known as one of the General Editors of the ten-volume Roman Provincial Coinage (RPC) series and the Director of RPC online. However, what many collectors of Roman Provincial coins may not been aware of is that Jerome began his research with Roman Imperial coins, namely the coinage of the so-called ‘Gallic Empire’, a breakaway realm in northwestern Europe ruled in 260-274 AD by six consecutive emperors (seven, if you also count Tetricus’ juvenile son, Tetricus II) who failed to assert their claim to power throughout the entirety of the Roman world. Jerome’s new RIC V.4 is based on his DPhil thesis submitted on the same subject in 2013 at the University of Oxford and fills an important gap in our understanding of the coinage and the history of this little-understood separatist empire. Supported by a donation from Leu, Jerome’s RIC V.4 was published in December 2023 by Spink & Son Ltd (ISBN 978 1 912667 99 4). Bound in high-quality foiled cloth covers, it orders the coinage of the ‘Gallic Empire’ into 829 catalogue numbers on 294 pages, all illustrated on no fewer than 88 excellent plates. In addition, a detailed general introduction addresses the often-controversial chronology, mints, denominations, and designs of the coinage of this era, answering many of the questions and raising new ones. Some of Jerome’s findings and suggestions will undoubtedly spark new discussions among scholars, while collectors will find his RIC volume extremely useful in classifying their own coins and hunting rarities. A century after the publication of Mattingly’s and Sydenham’s RIC I, Jerome’s RIC V.4 is a big leap forward for anyone interested in the coinage of the 3rd century AD in general and that of the so-called ‘Gallic Empire’ in particular, and it will become an indispensable part of any numismatic library. With Leu’s discount of 20%, RIC V.4 is available for 120 £ instead of 150 £ at Spink | Books as of now. Use the discount code 'LEU' in the checkout to apply the discount to the order. Should you also consider supporting Jerome’s important numismatic research, we recommend a donation to the Roman Provincial Coinage Project. A collaboration of many scholars and institutions led by the British Museum Press, the Bibliothèque Nationale de France, and the Ashmolean Museum in Oxford, RPC currently lists in its online version more than 70,000 different coin types attested in more than 400,000 individual coins, forming an indispensable tool for anyone interested in this highly diverse coinage. We now wish you much joy reading the new RIC V.4 and a good start into 2024!1 punto
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Ciao belli ! Stasera ho fatto per voi una foto di gruppo di tre "orrori" della zecca di Napoli....non partecipano al concorso...lo faccio per stimolarvi a condividere i vostri nuovi orrori 😌1 punto
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Complimenti @Scudo1901, le grandi rarità mi emozionano sempre. Moneta favolosa.1 punto
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Per quanto riguarda il 1807 ho una considerazione da fare ritengo che la sua effettiva rarità sia un R/R2 per la conservazione da MB a BB e un R3/R4 per le conservazioni superiori data la sua debolezza di conio è quasi impossibile trovare esemplari con impronte nitide specialmente al rovescio Per quanto riguarda il 1805 si distinguono due conii differenti per me sostanzialmente R3 per entrambi, però discorso identico al 1807 per le conservazioni sopra il BB con rarità che sale a R4 Concordo sul 1803 R4/R51 punto
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Buona sera. A beneficio di Gianni8838 va l'informazione che la moneta può essere stata coniata tra il1474, doge Pietro Mocenigo, ed il 1577, doge Alvise primo Mocenigo (sperando non sia quest'ultimo). Cordiali saluti. Gabriella Ps. Comunque, questa manipolazione, se poi fosse coeva, a mio modestissimo parere sarebbe davvero interessante.1 punto
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Molto basso, direi da 50 centesimi a 2 euro. Tieni presente che queste monete non riportano l'anno di produzione, quindi nel considerare la rarità della moneta le tirature annuali vanno sommate tra loro. E Qianlong ha regnato per più di sei decenni...1 punto
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So di andare controcorrente ma questo "oggetto" a me piace molto, sarei curioso di saperne la provenienza. Le bulinature come dicevo mi sembrano coeve o perlomeno non moderne. Ai nostri occhi può sembrare un obbrobrio (numismaticamente parlando), ma se qualcuno nei secoli scorsi si è impegnato, e non poco, a realizzarlo, un motivo ci sarà. Dai caratteri utilizzati e dallo stile non mi stupirebbe che sia stato prodotto già nel '500, peraltro da una mano sicuramente non inesperta. Gusto goliardico e popolaresco, certo, ma a mio avviso ha un certo fascino perverso. Forse non lo sapremo mai, ma quel capriolo deve avere un significato. Forse un cognome? D'istinto ho pensato a un pittore trevigiano dei primi del '500, Domenico Capriolo, che si divertiva a firmare i suoi quadri proprio con l'immagine dell'animaletto. Forse un omaggio scherzoso al pittore? Chiedo quindi all'utente @Gianni8838, se vuole, di dirci dove ne è venuto in possesso .1 punto
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https://www.cronacanumismatica.com/e-mentone-non-sanremo-perche-quell-errore-sui-5-euro-calvino/ https://www.cronacanumismatica.com/dopo-lerrore-il-difetto-di-conio-non-ce-pace-per-italo-calvino/ Più svariati video su YouTube I difetti ci sono eccome1 punto
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La novità del secolo: i figli sono meno intelligenti dei genitori Potrebbe essere un effetto collaterale dell’intelligenza artificiale. apollonia1 punto
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Laudate dio / e 'l cavriol (capriolo in veneto) Contro l'altro lato Gloria a te solo Ai limiti della blasfemia 😅 Oggetto molto curioso, chissà chi si è preso la briga di bulinare (certo in antico, dati i caratteri e il soggetto) tutto il tondello.1 punto
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La cicala compare anche al rovescio dei tetradrammi emessi nel 366/5 a. C. ad Anfipoli (Cicada Issue), ben evidente in questo esemplare della Numismatica Ars Classica NAC AG, Auction 116. Greek Coins Macedonia, Amphipolis Tetradrachm circa 366-365, AR 14.21 g. Laureate head of Apollo, facing three-quarters r., hair flowing at sides of face. Rev. AMΦ – ΙΠΟ – ΛΙΤ – ΕΩΝ around raised square frame within which racing torch; in lower l. field, cicada. All within partially incuse square. De Sartiges 185 (this coin). Baldwin AJN 1909, pl. III, 9 (this coin illustrated). Regling, Phygela, Klazomenai, Amphipolis, ZfN XXXIII, 1922, p. 59, 52, pl. II, 14 (this coin). Gulbenkian 405. SNG Manchester 608 (these dies). Lorber 13c and pl. III, 9 (this coin illustrated). Very rare and among the finest tetradrachms of Amphipolis to be known. An impressive portrait of excellent style struck in high relief on a very broad flan and with a superb old cabinet tone. About extremely fine. Ex Sotheby, Wilkinson & Hodge 23-25 May 1894, R. Carfrae, 101; Sotheby, Wilkinson & Hodge 3-11 February 1909, F. Sherman Benson, 411; M&M XIX, 1959, 371; M&M 68, 1986, 223 and New York XXVII, 2012, Prospero, 271 sales. From the de Sartiges collection. According to Catharine Lorber this coin also comes from the Charles Gillet collection, but the picture of it is not present in the photo file of the collection in our possession. Estimate: 300 000 CHF. Price realized: 450 000 CHF. apollonia1 punto
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Gemini, Auction IX, lot 46, 8/01/2012 Macedonia. Uncertain Mint. 5th century BC. Trihemiobol, 0.23g. (h). Obv: Monkey squatting right. Rx: Round shield within incuse square. Cf. A. Tzamalis, Nomismatika Khronika 17 (1998), p. 19, no. 67 (monkey left). Furthermore, see Leu 45 (1988), 100 (same dies); Gemini 2 (2006), 46 and CNG 81 (2009), 265 (monkey left); Svoronos, Hellenisme, pl. VII, 13 (obverse type). Beautifully engraved monkey. EF.1 punto
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Non sono monete rare. Di 30 dracme 1963 ne ho due, una la pagai 18 euro nel 2009, l'altra presa con scambio. Le monete da 1 dracma 1911, pagai una 7 l'altra 8 euro. La dracma 1910, presa per 10 euro. La moneta da 5 dracme 1930, con la fenice ne ho cinque, 4 Londra , una Bruxelles. Quelle di Londra si trovano a pochi euro l'una. Ricordo di averle pagate un 2/3 euro l'una, non di più. A volte si trovano in ciotola anche a meno. La Bruxelles, invece è rara. L'ho ottenuta tramite scambio con collezionista greco. Aggiungo che non è facile individuarla, quando capitano queste monete tra le mani. E' necessario avere una lente di ingrandimento con sé. Iniziai la raccolta di monete greche, pre-euro, da alcuni anni; trovo affascinanti i motivi mitologici coniati sopra. Inoltre è una raccolta facile, si trovano tutte le date della Grecia moderna, diciamo dal 1900 in poi. Difficoltà ci sono per quelle dell'800, dall'indipendenza (1830) in avanti, direi. un saluto1 punto
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Trovata https://books.google.it/books?id=EVhRAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false1 punto
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Ciao, tarì da 20 grana del 1699 coniato a Napoli durante il regno di Carlo II di Spagna... Autentico e in conservazione MB...1 punto
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Servirebbero foto migliori. Il riflesso da un po' fastidio. Da quel che vedo sembra autentica ma stralucidata (da cui i troppi riflessi).1 punto
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La moneta è questa: https://en.numista.com/catalogue/pieces30264.html Ma non so dirti se la tua è buona o no; dovresti inserire almeno peso e diametro. saluti1 punto
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Rocco, il tuo mezzo carlino deve essere proprio importante. Molto probabilmente, fino ad oggi, non è mai circolato uno uguale. Ciao.1 punto
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https://www.researchgate.net/publication/324031342_Un_dodecaedro_romano_come_strumento_per_misurar_distanze1 punto
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Buongiorno, Aggiungo che di questa emissione incusa di Reghion si era già parlato sul forum qualche anno fa:1 punto
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Ti ringrazio ma su questa monetazione non so quasi nulla. Magari @simone o qualcun'altro.1 punto
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Buonasera. Per quanto possa essere un qualcosa che può accadere, è fuori di ogni dubbio che ciò non fa acquisire maggior valore alla moneta. La rende semplicemente meno desiderabile, quindi, in caso di vendita, vi è la possibilità di realizzare meno di una moneta perfetta. Ma è una cosa ovvia: se domani mattina ti ritrovi la tua automobile bollata, vale di più? È unica, nessuna ha un bollo proprio in quella posizione. Quindi, ne sei contento? Bene, qui è lo stesso1 punto
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Salve, Napoli Ferdinando I d'Aragona cavallo con C gotica sotto la zampa, molto raro , immagini da coll. privata1 punto
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Bronzo della Koinon di Macedonia, regno di Filippo I, che raffigura al dritto la testa diademata di Alessandro Magno a destra, con i capelli raccolti; al rovescio Alessandro a cavallo di Bucefalo al galoppo, che scaglia una lancia (Roma Numismatics EA 68, 27 Feb. 2020, lot 358 = Künker 326, 7 Oct. 2019, lot 272 = Helios 1, 17 Apr. 2008, lot 100 = Bruun Rasmussen 782, 11 Dec. 2007, lot 5296). Province Macedonia City Koinon of Macedonia Region Macedonia Reign Philip I Obverse inscription ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ Obverse design diademed head of Alexander the Great, right, with hanging hair Reverse inscription ΚΟΙΝΟΝ ΜΑΚΕΔΟΝΩΝ Β ΝΕΩ(ΚΟΡ)(Ω), ΕΟϹ Reverse design Alexander the Great riding Bucephalus galloping right, hurling spear apollonia1 punto
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Bella la confezione e gradevoli le monete. C'è incluso un panno per maneggiare le monete Sicuramente un po' macchinoso toglierle dalla loro sede, ma fattibile. Diciamo che considerando che in pratica le monete vengono vendute a 50 Euro l'una (prossimo anno due monete 100,00 euro e l'anno successivo altre due monete euro 100,00- prezzo esclusa costo spedizione) La confezione quindi venduta ad euro 96,00 è cara.1 punto
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Per festeggiare vorrei ripartire da questa mia monetina un po’ mal messa per il nuovo anno.. 1 Quattrino 1796 Granducato di Toscana1 punto
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Purtroppo il post di @Horasdoceo a riguardo è stato chiuso ma vorrei aggiungere qualche precisazione che spero utile a proposito di questo denario di Cassius Longinus Cr. 505/2 , un falso che ricompare regolarmente e che talvolta può essere difficile da individuare, diventando un falso temibile. Non preoccupatevi, non vi parlerò della fuga di conio, d’altronde non credo di aver capito perfettamente il concetto. Se @cdc lo ritiene utile può unirlo al post in questione: I falsi simili a questo denario sono parecchi, con centrature e patine diverse. La sezione dei falsi del forum FAC ne riporta alcuni esemplari, venduti come riproduzioni o come denari genuini. Il commento sul forum FAC: « This is a dangerous fake, examples of which have passed as genuine at reputable auctions. A specialist in Roman Republic coins has condemned it as struck or pressed with modern dies, overstruck on an ancient flan. These dies were first recorded in 2014 ». https://www.forumancientcoins.com/fakes/displayimage.php?pid=19394 Lo ritroviamo sui siti Esty e coinantix (riproduzioni di monete antiche) https://www.etsy.com/fr/listing/1434019294/roman-denarius-of-caius-cassius-longinus?click_key=2b5449271d66575794f563d202c45ba12783d745%3A1434019294&click_sum=10cbb77c&ref=shop_home_active_33&pro=1&frs=1 https://coinantix.com/product/gaius-cassius-longinus-imperator-and-assassin-of-julius-caesar-rare-ar-roman-imperatorial-denarius-43-42-bc-silver-coin-museum-reproduction-csrd0029/ « We use sterling silver, solid bronze, and copper, and strike the coins with a hammer, the same technique, that was used thousands of years ago in the ancient Greco-Roman world. » A quanto pare, questi negozi non riproducono conii originali, e la qualità delle loro creazioni « hand made » è molto variabile. È quindi legittimo chiedersi se tutte le monete battute con questi conii non siano false, come il denario già riportato da @claudiodruso e venduto dalla CNG nel 2014: https://www.acsearch.info/search.html?id=21227911 punto
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Aggiungo altri due pezzi alla mia lista 20 cent San Marino 2005: 370.000 pezzi (160.000 per la circolazione) 5 cent Irlanda 2016: 139.000 pezzi (80.000 per la circolazione), trovato a Dublino1 punto
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23 MAGGIO 1859 GIUSEPPE GARIBALDI SBARCA A SESTO CALENDE Garibaldi marciò dal Piemonte verso il Ticino, giunse nottetempo ad Arona e si diresse a Castelletto, erano pronte le barche per varcare il fiume, occupava di sorpresa Sesto Calende facendo prigionieri i gendarmi austriaci immersi nel sonno, era in terra Lombarda e si diresse con Nino Bixio sopra Varese. Questa rara medaglia ricorda l'avvenimento, finalmente dopo anni di ricerca è entrata in collezione.1 punto
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Salve. Condivido un mezzo ducato di Filippo III. Sigla IAF/G. Peso gr. 14,90. Simbolo: torre. Un caro saluto.1 punto
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