Vai al contenuto

Classifica

  1. gennydbmoney

    gennydbmoney

    Utente Storico


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      12499


  2. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      24044


  3. Vietmimin

    Vietmimin

    Utente Storico


    • Punti

      3

    • Numero contenuti

      1238


  4. Raff82

    Raff82

    Utente Storico


    • Punti

      3

    • Numero contenuti

      1232


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/06/24 in tutte le aree

  1. Fantastico Gallienus! :))) Fra le varianti d'esempio che avevo provato ad accostare al ritratto scultoreo di Decio, mi sembra che il volto della tua sia piuttosto vicino a quello che ho acquistato io. p.s. tra pochi giorni dovrebbe riunirsi alla famiglia il giovane Erennio Etrusco, caduto eppure vivo nell'argento coniato. Appena giunge aggiornerò su questa microimpresa numismatica . Etruscilla invece mi ha dato parecchi dubbi, che ho postato in una discussione sulla pulizia delle monete (spero in una risposta che mi chiarisca le idee). Dopodiché dedicherò un po' di tempo a leggere alcuni testi sulla crisi del III secolo. d.C. e la tarda antichità per animare l'orizzonte di queste vicende. Quello di Ostiliano , infine, credo sarà il viaggio più difficile. Per il momento ho collocato un salvadanaio nell'ingresso a suo nome, invitando la mia famiglia a svuotarci le tasche la sera. Molte monete per una ... Vedremo... a presto Lucius LX
    2 punti
  2. Riproduzione che era data in omaggio dalla Perugina negli anni '70, per la precisione è la n° 7.
    2 punti
  3. Condivido le sue perplessità. Proprio per questo, come detto in un post precedente, sto lavorando assieme ad altri colleghi per preparare una serie di richieste SENSATE e FATTIBILI da fare agli organizzatori dei convegni. In caso di risposte negative saremo pronti a disertare i convegni rendendo note a tutti le motivazioni che ci hanno spinto a questa drastica decisione. I commercianti sono ben disposti a pagare per partecipare ai convegni se in cambio ricevono servizi adeguati, cosa che purtroppo attualmente succede ben poco soprattutto per quello che riguarda l'aspetto della sicurezza. La numismatica non può e non deve essere messa alla pari degli altri settori che NON HANNO GLI STESSI PROBLEMI DI SICUREZZA. Vedremo che risposte riceveremo, anche perchè senza i commercianti i convegni NON SI FANNO.
    2 punti
  4. E anche male, gli hai servito la classificazione secondo il Nomisma e non ne ha fatto menzione...evidentemente interessava solo la quotazione e nient'altro. Un saluto Raffaele.
    2 punti
  5. Rispondo solo ora qui sul forum, ma già ti ho detto Mario che grande emozione, per Lisa ed io, essere citati addirittura all'estero, a Zurigo, per il nostro articolo sulle prime medaglie di Giuseppe Verdi. Un articolo importante per noi, perché partiamo dalle nostre origini, dal nostro territorio, oltre a partire da uno dei più grandi musicisti di tutta la storia... Ancora grazie per questa bellissima opportunità! Ci vediamo nel Gazzettino #11!!! 😉
    2 punti
  6. Dal punto di vista prettamente numismatico una moneta con appiccagnolo è certamente deturpata, ma dal punto di vista storico bisogna dire che è tutta un'altra storia. Grazie per aver condiviso questa chicca, immagino sia stata indossata da un nostalgico dell'anziano presidente piuttosto che da un simpatizzante nazista.
    2 punti
  7. Le monete d'oro all'interno son cosi: almeno le mie...
    2 punti
  8. La discussione alla quale mi aggancio ha costituito l’occasione per scrivere questo lungo, lunghissimo, post che da tempo avevo in mente e che, per questioni di tempo, non ero riuscito prima d'oggi a mettere giù. Il richiamo dell’art. 64 del Codice dei Beni Culturali non è mai ridondante e tantomeno scontato, come giustamente osserva @Oppiano . La tutela del collezionista di monete antiche trova il suo primo baluardo nella competenza, nella correttezza e nella preparazione del commerciante, requisiti tutti sussumibili nel concetto di professionalità. Il secondo baluardo è nel livello di studio e approfondimento che chi si approccia a collezionare monete antiche deve necessariamente prestare anche alla normativa nel cui ambito dovrà muoversi. E’ un dato di fatto oggettivo. Ed è un fatto altrettanto oggettivo, con il quale ciclicamente mi scontro, che alcuni (pochi per fortuna) commercianti professionisti che vendono anche monete antiche, ancora oggi non abbiano ben chiara l’essenza dell’attestazione di autenticità e provenienza di cui all’art. 64 del Codice dei Beni Culturali. Probabilmente perché il commercio di antiche non rappresenta, per loro, il core business. Capita, quindi, che taluni ritengano di assolvere all’obbligo posto dall’art. 64 del Codice dei Beni Culturali mediante la consegna all’acquirente di “un mero pezzo di carta” (o di un file, nei casi più evoluti) impropriamente denominato “certificato” di autenticità e “lecita” provenienza (come se un bene oggetto di compravendita, qualunque esso sia, possa essere di provenienza illecita!). L’attestato di cui all’art. 64 non si risolve in una foto della moneta antica (per restare nell’ambito degli oggetti di nostro interesse) corredata di una descrizione (auspicabilmente non sommaria e imprecisa) conclusa dalla pomposa dicitura: “certifico che la suddetta moneta è autentica e di lecita provenienza”, a volte pure priva di timbro e sottoscrizione del commerciante (come pure – vi garantisco – mi è capitato in un emblematico caso isolato che ha fortemente ispirato questo post). Tantomeno l’obbligo può ritenersi assolto dal rinvio alla fattura di acquisto e alle condizioni generali di vendita (che, nella stragrande maggioranza dei casi, già contengono la garanzia che il materiale proposto in vendita sia genuino e autentico). Naturalmente il mio discorso è circoscritto agli operatori commerciali italiani, gli unici ad essere tenuti al rilascio dell’attestazione in commento. E’ sconfortante verificare ancora oggi, dopo fiumi di discussioni, di problemi giudiziari e di polemiche, quanto sia complicato per qualcuno comprendere l’importanza che l’attestazione prevista dal Codice dei Beni Culturali riveste anche nella formazione del pedigree che ogni moneta antica dovrebbe recare con sé. Pedigree della cui importanza pure tanto si discute. Ovviamente lo sconforto è tutto personale. L’art. 64, che su questo forum sarà stato citato una infinità di volte, è chiaro nel delineare il contenuto dell’attestazione. La norma recita testualmente che: “Chiunque esercita l'attività di vendita al pubblico, di esposizione a fini di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura, di grafica ovvero di oggetti d' antichità o di interesse storico od archeologico, o comunque abitualmente vende le opere o gli oggetti medesimi, ha l'obbligo di consegnare all'acquirente la documentazione che ne attesti l'autenticità o almeno la probabile attribuzione e la provenienza delle opere medesime; ovvero, in mancanza, di rilasciare, con le modalità previste dalle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull'autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza. Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell'opera o dell'oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi”. Ho voluto sottolineare ed enfatizzare con l’uso del grassetto le espressioni lessicali che, a mio avviso, costituiscono l’essenza della disposizione. Ribadisco che qui farò riferimento solo alle monete antiche. Il commerciante italiano ha l’obbligo (non la facoltà) di garantire all’acquirente che la moneta venduta sia autentica e di documentarne o di attestarne la provenienza (la norma non dice “lecita” perché si sarebbe trattato di una ovvietà). Tale obbligo, quindi, può essere assolto per due vie, tra esse non alternative ma in posizione di subordine l’una rispetto all’altra: a) consegnando all’acquirente la documentazione che attesti l’autenticità della moneta (una eventuale perizia, ad esempio, ove esistente) e la sua provenienza (mi viene da pensare alla documentazione giustificativa dell’acquisizione della moneta che il venditore, a sua volta, ne ha fatto da un terzo: in questo caso si potrebbero porre problemi legati alla privacy del terzo cedente che, tuttavia, ritengo possano agevolmente superarsi laddove il commerciante, al momento dell’acquisizione, abbia l’accortezza di richiedere e ottenere dal proprio dante causa una autorizzazione al trattamento e alla diffusione di quei dati sensibili); b) in mancanza (della documentazione di cui sopra), dichiarando egli stesso (il venditore, intendo) l’autenticità e la provenienza della moneta, offrendo all’acquirente tutte le informazioni a tal fine necessarie: è quest’ultimo l’attestato propriamente inteso. Ovviamente, poiché detta dichiarazione integra gli estremi di una assunzione di responsabilità a tutti gli effetti di legge nei confronti dell’acquirente, è scontato rilevare che il commerciante (che non voglia incappare in problemi) dovrà a sua volta avere accertato preliminarmente l’autenticità e la provenienza della moneta che pone in vendita (e, quanto alla provenienza, sconsiglierei a qualsiasi commerciante di farlo accontentandosi di una autodichiarazione da parte di colui dal quale intende acquisire la moneta). Per l’assolvimento dell’obbligo posto dall’art. 64 il commerciante (italiano) non può chiedere all’acquirente un solo centesimo, neppure camuffando la pretesa (postuma) sotto il velo del rimborso spese per “stampa fotografica di alta qualità” (come pure un “buontempone” si è preso la briga di rispondermi per giustificare una richiesta di pagamento di un attestato che in prima battuta non mi era stato spedito unitamente alla moneta antica acquistata). Il commerciante dovrà tenere conto di questo costo nel momento in cui andrà a determinare il prezzo della moneta offerta in vendita (o l’entità delle commissioni applicate, in caso di intermediazione), così di fatto recuperandolo comunque, sia pure indirettamente (ma in maniera sicuramente più elegante), dal cliente finale. A mio avviso, un attestato di autenticità e provenienza degno del disposto normativo dovrebbe comporsi da: (i) riproduzione fotografica della moneta, sicuramente sempre producibile nel caso dei nostri amati tondelli (si rammenti che l’art. 64 specifica che “Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell'opera o dell'oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi”); (ii) una accurata descrizione della moneta, comprensiva di dati ponderali (fedeli), stato di conservazione (per quanto opinabile) e riferimenti bibliografici, che si concluda con una attestazione di autenticità della stessa (autenticità che, come detto, dovrebbe essere stata accertata dallo stesso commerciante prima di immettere la moneta sul mercato; in ogni caso, generalmente il materiale messo in vendita viene garantito autentico già nelle condizioni generali di vendita… ma i rinvii non mi piacciono); (iii) le informazioni sulla provenienza, quali ad esempio: collezione privata italiana, europea o extracomunitaria (senza la necessità di menzionare l’identità del precedente proprietario); il numero di annotazione, in entrata e in uscita della moneta, attribuito nel registro del commerciante prescritto dalla normativa in materia di pubblica sicurezza (si veda l’art. 63 del Codice dei Beni Culturali e l’art. 128 del TULPS), informazione che tutelerà la privacy del soggetto dal quale il commerciante ha acquisito la moneta ma che consentirà, al contempo, in caso di dispute giudiziarie, di risalire agevolmente ai vari passaggi di mano della stessa; ove disponibili, eventuali precedenti passaggi d’asta noti (ad esempio, ex Casa d’Aste S.p.A. vendita n. …. del ….); (iv) timbro e firma del commerciante. E attenzione a non confondere e a non sovrapporre l’importanza dell’attestato con quella della fattura: la seconda non sopperisce e non esclude il primo. La fattura è il titolo che giustificherà e proverà la provenienza della moneta per chi l’ha acquistata, cioè per il suo nuovo proprietario. L’attestato è il documento con cui il commerciante professionale (colui che vende) ha l’obbligo di dichiarare a chi compra la precedente provenienza della moneta, legittimando in tal modo il potere che egli ha di cederla attraverso l’immissione sul mercato. Ritengo che una delle funzioni che il legislatore abbia voluto attribuire all’attestazione di autenticità e provenienza sia quella di consentire (quantomeno sul suolo dello Stato) una sorta di tracciamento dei “passaggi di mano” delle “opere di pittura, di scultura, di grafica ovvero di oggetti d'antichità o di interesse storico od archeologico” (e con i tempi che corrono non può che essere un bene sia per il collezionista che per il commerciante) così da arginare il proliferare dei ricettatori, oltre che dei falsari. Nella prospettiva del legislatore, l’attestato in parola era (ed è) finalizzato a caricare di responsabilità i soggetti coinvolti nella compravendita professionale di oggetti di antichità o di interesse storico o archeologico facendo assurgere i commercianti al ruolo (determinate) di “filtro”, essendo essi indubbiamente gravati dall’onere (non codificato ma non privo di conseguenze ove non assolto) di accertare l’autenticità e la provenienza di ciò che pongono in vendita (non mi stancherò mai di ripeterlo: colui che commercia in questo particolare tipo di beni non può pensare di superare il problema della provenienza mediante la semplice acquisizione, dal conferente, di una autodichiarazione sulla liceità della provenienza e del possesso). Infatti, poiché essi sono obbligati ad attestare all’acquirente l’autenticità e la provenienza del materiale venduto, non potranno che – in primis, a propria tutela – pretendere dal soggetto dal quale si sono a loro volta “approvvigionati” quelle medesime garanzie che essi saranno tenuti a dare all’acquirente. I commercianti, dunque, sono l’anello centrale della catena di responsabilità insite nei trasferimenti della moneta nel tempo. Un ruolo decisivo e pregno di responsabilità che, come ogni professione che si rispetti, deve essere svolto con la massima diligenza e che deve portare il collezionista a prediligere sempre l’acquisto da commerciante professionista. Un ruolo che tanti svolgono in maniera ineccepibile ma che pochi, purtroppo, fingono di ignorare con grave nocumento per l’intero settore. Saluti.
    2 punti
  9. Già passato in Gorny&Mosch 297 lo scorso 10-10-2023, vieni ora riproposto un non comune esemplare di didrammo da Crotone nella tipologia con al diritto testa laureata di Apollo con etnico ed al rovescio la raffigurazione di Eracle infante che strozza i serpenti inviatigli da Era . Torna il 4 Marzo in vendita Gorny&Mosch 302 al n. 52 .
    1 punto
  10. Argento dorato è scritto nel decreto pubblicato e nel catalogo https://www.ipzs.it/docs/public/catalogo_collezione_numismatica_2024.pdf
    1 punto
  11. Salve, segnalo che è stata presentata la collezione numismatica 2024 in calce il link al catalogo https://www.ipzs.it/docs/public/catalogo_collezione_numismatica_2024.pdf
    1 punto
  12. Aggiornamento. Secondo il tra l'altro simpaticissimo e disponibilissimo Sig. Maurizio Grangia, il motivo dell'apparente maggiore usura rispetto alla sua perizia, è dovuto alla "patina" d'argento. A voi un parere. In ogni caso si è subito offerto di riprendersi la moneta e rimborsarmi. Ma mi è sembrato eccessivo a quel punto. Il compromesso è stato raggiunto con l'offerta che ho accettato di una nuova moneta stesso anno e con più "lustro" per la quale non pagherò ovviamente le commissioni di Catawiki (portale sul quale si è dimostrato lui stesso molto critico) e che mi spedirà a sue spese. Ho accettato.
    1 punto
  13. Nel novanta per cento dei casi un anziano rappresenta una biblioteca ambulante ,con conoscenze peculiari. Nel tuo caso ti definirei una "Vaticana" della numismatica e pensa che neanche ti conosco personalmente. Approfittarsi di una persona non più al massimo delle potenzialità è veramente viscido e deplorevole. Non te la prendere è e resterà un animale prigioniero del suo comportamento che presto o tardi lo porterà a subirne le conseguenze .
    1 punto
  14. Per chi ama la numismatica, che in un'asta molto seria un nummo sia denominato "uncertain" è una sfida evidente che ho accolto. I quattro nummi sono questi: Provo a identificarli. Il lotto 733 mi pare che corrisponda a Valentiniano III, RIC 2108
    1 punto
  15. Su YouTube c'è un tutorial
    1 punto
  16. Molto bello il denario di Giulio Cesare con il rovescio di Enea e padre, è nella mia wish list. Al momento di Giulio Cesare ho un “elefantino”.
    1 punto
  17. Se riesci fatti fare una foto in controluce. Comunque 120€ io li spenderei
    1 punto
  18. Al dritto San Luigi Gonzaga, al rovescio San Giovanni Nepomuceno, XVII secolo o quello dopo...
    1 punto
  19. Ulteriore precisazione dalla redazione di Monete Antiche. "Il prossimo numero è in stampa e sarà distribuito, probabilmente a partire dalla fine del mese. Ora la rivista è quadrimestrale e conterrà 120 pagine per ciascun numero. Ne verrà dato annuncio nel sito di prossima pubblicazione."
    1 punto
  20. Buongiorno a tutti Finalmente ho ricevuto la risposta dal museo al quale avevo consegnato l'oggetto. La conclusione è che è una riproduzione risalente al 1800 e poteva essere o un pendaglio oppure una decorazione per qualche altro oggetto. Peccato speravo potesse essere più antica.... Grazie a tutti per la collaborazione.
    1 punto
  21. Si, è Costanzo II Augusto per Antiochia, 337/341 d.C https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-107583.htm
    1 punto
  22. Ciao @Cremuzio È lei, sicuramente. L’asse è di solito ad ore 12, e s’indovina il CLODIO sopra la contromarca. Contromarca GIC 426 di Agrigento che s’incontra anche a Panormo, probabile un’aratro:
    1 punto
  23. I colori sono innaturali e distorcono una giusta visione seppur a monitor, richiederei foto migliori, ad ogni modo a quel prezzo è da prendere.
    1 punto
  24. Buondì al termine mostrerò alcune monete ai presenti con le dovute spiegazioni Marco
    1 punto
  25. La luce "sparata" sulla banconota nasconde un pò le magagne che si vedono: pieghe ed increspature. Però per 120 € , si può prendere.
    1 punto
  26. da PRIMO TENTATIVO DI CENSIMENTO DEI CONTRASSEGNI NEI DUCATI VENETI Panorama Numismatico 06/2022
    1 punto
  27. Argomento complesso, affascinante. Se può interessare ho trovato questa vecchia discussione che si occupa di un testo di ritrattistica imperiale: Nella parte introduttiva (purtroppo incompleta nella parte "free") si dice qualcosa anche in merito alle varie forme di ritrattistica (compresa quella monetaria). Qui, invece, si parla di Augusto, uno che di "immagine" si intendeva, eccome: Insomma, la ritrattistica (monetaria e non solo), spesso idealizzata, lancia importanti messaggi a chi osserva, proprio come i rovesci. E' il potere delle immagini: Zanker, Augusto e il potere delle immagini. Bollati Boringhieri. Buona notte. Stilicho
    1 punto
  28. tanto valeva dire dal primo messaggio che aveva intenzione di venderla....
    1 punto
  29. Per la serie "cotto e mangiato"...🤣
    1 punto
  30. Piastra 1831 (37,5 mm / 27,33 g) Contorno al D/ e giglio ore 6. Provenienza: ex collezione Ascari (Milano)
    1 punto
  31. Taglio: 2 euro CC Paese: Lettonia Anno: 2016 Tiratura: 1.012.000 Condizioni: Molto Buone Città: Cesano Maderno (MB)
    1 punto
  32. Io non sono l'esperto che ha condotto il test, tuttavia, essendo l'esecutore utilizzato da Varesi (peraltro in altra città), ritengo che abbia dimestichezza con l'esame delle monete. Se ha ritenuto sufficiente 45 kV in un paio di punti della moneta, credo che ci si possa fidare. Certo che tra una moneta ed un lingotto da 1 chilo, immagino serva ben altra potenza. È stato l'unico test cui ho sottoposto una mia moneta e l'unico di cui abbia avuto notizia, per cui mi spiace, ma non ho informazioni su prove condotte sui Marenghi "oro rosso".
    1 punto
  33. Taglio: 2 euro CC Paese: Lussemburgo Anno: 2012 Tiratura: 722.000 Condizioni: Buone Città: Cesano Maderno (MB)
    1 punto
  34. Bene,il tuo ducato con sigla ∧G/∧ e taglio a treccia è catalogato al numero 19,pagina 167,del Nomisma,con grado di rarità R3 (rarissima) e valutato 320 euro in MB... Complimenti...
    1 punto
  35. Buongiorno, è possibile avere un'immagine nitida del taglio (bordo) della moneta? inoltre la sigla dietro la testa AG/A ha le A senza traversa o no? cioè sono vere e proprie A o sembrano più delle V capovolte,in definitiva si presentano così:∧G/∧?... Chiedo questo perché la tua moneta potrebbe essere molto rara o addirittura rarissima... A me la moneta non sembra pulita vista che si nota una patina scura lungo il giro e in alcuni punti dei rilievi ... Come conservazione si attesta sull'MB...
    1 punto
  36. Ciao, probabilmente si tratta di esuberi di metallo causati da una frattura del conio,in questo caso non si tratta di errore di conio ma di difetto di conio... Per postare un'immagine prova a fare uno screenshot e poi a ritagliare tutto lo sfondo inutile, l'immagine perderà sicuramente di qualità ma si ridimensionerà e forse potrai postarla...
    1 punto
  37. Buongiorno, condivido la scansione della mia Mezza Piastra da 60 Grana 1838 (30,8 mm / 13,73 g)
    1 punto
  38. Notevole l’esemplare dell’Ashmolean Museum di Oxford (UK). apollonia
    1 punto
  39. 1 punto
  40. Ciao a tutti! Fa sempre piacere rileggere queste belle discussioni e anche se è passato un po' di tempo colgo l'occasione per "rinfrescare" questa con il mio ultimo arrivo: un cinque marchi 1936: "Ma - si chiederà qualcuno - l'abbiamo già postato!" allora lo giro e diventa una bella spilla patriottica per la mia collezione di numisaltra Ormai ho capito che molti di voi rabbrividiscono a vedere queste "cose", ma per me sono briciole di storia. Servus Njk
    1 punto
  41. Il TAG "dopo grattato" mi fa impazzire 😂
    1 punto
  42. Martedì 6 febbraio 2024 ore 20.45 in sede (Milano, via Kramer 32) il socio Marco Sassi, cultore di numismatica genovese, ci parlerà su: I simboli genovesi nelle monete, nell'arte, nei palazzi, nell'attualità locale. Dalla Porta (IANUA) a Maria Santissima, da San Giorgio alla Croce di Genova, molti sono i simboli tipici della Città della Lanterna.
    1 punto
  43. 1 punto
  44. Non vedo necessariamente una contrapposizione tra gli aspetti "psicologici" (primari, diretti) e quelli "culturali" (secondari, indiretti) dell'approccio al denaro nel medioevo. O per meglio dire, nella società che stiamo considerando c'è ed è operante la contrapposizione tra due spinte entrambe potenti e vive, una più individualistica, se vogliamo (il guadagno personale), l'altra motivata da una visione apparentemente comunitaristica, però di una comunità fortemente strutturata e gerarchizzata in cui il controllo sul denaro (o meglio il controllo sulla possibilità di produrre un surplus di reddito oltre la soglia di sopravvivenza) è di fatto una forma di controllo sociale utilizzata dalle elites per realizzare i propri obiettivi, tra cui il principale è la conservazione del potere tramite la conservazione dello status quo. Io tenderei a considerarle entrambe spinte "culturali" perchè secondo me la cultura e la società sono il prodotto più "naturale" delle comunità umane, ma qui il discorso andrebbe troppo lontano... Faccio un esempio per analogia: abbiamo una società in cui il monopolio della forza è detenuto da una classe guerriera che persegue obiettivi individualistici: più potere, più ricchezza, più libertates, ovvero più privilegi, meno obblighi feudali e così via. Come si fa a ridurre il potenziale destabilizzante di questa situazione? In altri termini, come si fa a fare in modo che i guerrieri evitino di dedicarsi a rapinare i preti, stuprare le donne e ammazzare i contadini? Tramite una operazione culturale in cui viene creato un sistema di retribuzioni/sanzioni (di tipo spirituale e non materiale) finalizzato a disincentivare i comportamenti sopra indicati e incentivare quelli "virtuosi": disprezzare la ricchezza materiale, coltivare ideali di purezza, difendere i deboli... ecco creato il Codice Cavalleresco, che guarda caso, rispondendo a analoghe necessità, è pressoché identico nell'Occidente medievale come nel Giappone degli Shogun, tanto per fare solo un paio di esempi. Non è un caso che l'ideale cavalleresco sia stato elaborato e codificato come ideale cortese, cioè come strumento culturale di quelle corti reali il cui scopo primario era depotenziare, imbrigliare e controllare la feudalità. Così come il denaro "sterco del diavolo" è una creazione culturale della classe dei chierici (che soprattutto nell'alto medioevo erano sostanzialmente la fetta colta dell'elite, col resto della quale condividevano in tutto interessi e finalità) il cui potere e la cui ricchezza, guarda caso, erano tanto più strabordanti quanto più l'uso del denaro (o per meglio dire il perseguimento di un profitto) era disincentivato e impedito alla parte produttiva della società, in quanto potenziale strumento di destabilizzazione e cambiamento sociale. Quanto queste "operazioni" culturali abbiano avuto successo ce lo dice la storia: certamente non hanno avuto successo sempre e non dappertutto, ma in certe condizioni di tempo e luogo hanno operato e come. Mi sembra di poter essere d'accordo con Andreas, se capisco bene il suo pensiero, sul fatto che l'uso generalizzato del denaro abbia avuto, in certe fasi storiche, una funzione emancipante. D'altra parte la ricchezza materiale era soprattutto concentrata nelle città, e "l'aria della città rende liberi". Tuttavia rimango convinto che sia esistita una certa "mentalità medievale" per cui accumulare ricchezza, in fondo e nonostante tutto, fosse cosa cattiva, e forse era quella mentalità, o visione del mondo, che spingeva i grandi mercanti a convertire appena possibile la ricchezza mobile in proprietà fondiaria oppure, in punto di morte, a donare tutto il proprio denaro alla chiesa... Spero di non aver dato troppo i numeri e che qualcuno sia arrivato in fondo a questo intervento :D
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.