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  1. Scudo1901

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/10/24 in tutte le aree

  1. Per tua opportuna conoscenza, il "supponente di turno" è uno dei massimi esperti italiani di araldica. Detto ciò, si resta davvero sconcertati di fronte a una simile mancanza di rispetto nei confronti di un altro utente del forum che, come tutti, mette a disposizione le sue conoscenze a titolo completamente volontario e gratuito. Mi sa che se vorrai avere qualche notizia in più sul tuo "stemma", dovrai cercarla altrove, questo non sembra un luogo adatto a te.
    4 punti
  2. La produzione del atelier II inizia con imitazioni di stile piuttosto accurato e di solito leggermente sottopeso rispetto ai sesterzi ufficiali. Un'illustrazione con la foto della tavola XXVIII del Bastien che mostra alcuni esemplari del atelier II, Bastien n°141, tutti coniati con gli stessi conii (legenda errata EXERCITVS VAG). I nove esemplari elencati hanno ancora un peso medio di 22 g. Successivamente, intorno alla metà del 263 secondo Bastien, cioè dopo la fine della coniazione ufficiale dei grandi bronzi presso l'officina di Treviri, incomincia la produzione di sesterzi di esecuzione meno curata nella realizzazione dei tondelli, nell'incisione o nelle legende. I sesterzi fusi si moltiplicano, i pesi possono scendere sotto i 10 grammi. Ogni tanto la zecca realizza questi bronzi fusi partendo dalla propria produzione di sesterzi coniati. Questo è il caso dell'esemplare venduto da Leu, e si vede che nell’operazione, il peso diminuisce sensibilmente. L’esemplare fuso pesa 12,5g: https://www.acsearch.info/search.html?id=11233410 Concordo con te @grigioviolail doppio sesterzio comprato da @stuyvesant potrebbe essere una produzione tardiva di Chateaubleau. Tipologia FELICITAS AVG, con Felicitas che regge in mano un caduceo e una cornucopia. Però non sarei così ottimista di te riguardo all’autenticità. Tralascio il fatto che il venditore conosce poco o niente alla monetazione di Postumo (IMP .M.CAES .LAT .POSTUME SP.AVG al posto di IMP C M CASS LAT POSTVMVS P F AV[G]…). È un pò rischioso per l’acquirente, ma non è un argomento di falsità. Significa comunque che dobbiamo essere molto attenti. Mi sembra che ci siano segni di fusione ma anche di sovraconiazione. La riconiazione non è sorprendente ma di solito viene eseguita su tondelli larghi di vecchi sesterzi, d’altra parte mi sembra difficile che una moneta antica sia nello stesso tempo fusa e riconiata. Ma spero di sbagliarmi e aspetto le prossime foto. Un esempio di riconiazione a Chateaubleau con la stessa tipologia FELICITAS AVG: https://www.acsearch.info/search.html?id=8882495 Il dritto è molto simile alla moneta discussa, peccato che sia nascosto in parte dalla riconiazione, ma non ho trovato nel Bastien gli stessi conii. Forse è troppo tardi, forse @grigioviolali troverai nel testo di Pilon? Ne approfitto per ringraziarti, non conoscevo l’espressione calma e gesso!
    4 punti
  3. Cari Lamonetiani, il Gazzettino #11 sta già viaggiando a gonfie vele (siamo già a 50 pagine di monete e notizie). Avete voglia di aggiungere un articolo da voi scritto? Mandatelo a [email protected], ma mi raccomando entro il prossimo giugno.
    4 punti
  4. Va bene la sintesi, ma qui si esagera
    3 punti
  5. Ciao a tutti, riprendo questo post perché non vedo la necessità di aprirne un altro con il medesimo argomento, visto che già @Pxacaesar ha fatto uno dei suoi soliti ottimi excursus storici sull'Imperatore in questione e considerato che mi ero ripromesso di condividere con lui e con tutti voi il mio primo Claudio, una volta che fossi riuscito a trovarlo. Vengo quindi subito alla moneta della quale sono particolarmente soddisfatto: Claudio, Asse, 50-54 d.C., Roma, RIC 116 10.65g x 30mm D/ TI CLAVDIVS CAESAR AVG P M TR P IMP P P; testa di Claudio. R/ S - C; Minerva con lancia e scudo. Grazie a tutti per l'attenzione, Matteo
    3 punti
  6. Buongiorno...ecco pure il rovescio, che ieri non mi caricava....sembra più un raviolo quadrato che na moneta😅...
    3 punti
  7. Calma e gesso. 1) Moneta autentica. 2) Non esistono dupondi né assi per Postumo, ma solamente sesterzi (corona laureata) e sesterzi ritariffati (corona radiata) di ipotetico doppio valore (o comunque superiore della versione laureata). 3) Questo è un sesterzio (devo controllare sul Bastien) che dovrebbe essere uscito dall' atelier II (Chateaubleau) e quindi non è una produzione ufficiale di zecca. Il pezzo ha tutta l'aria di essere un prodotto realizzato per fusione. Anche qui dovrei controllare nel libro di Pollon per una possibile definizione da quale delle tre officine dell'atelier potrebbe essere uscita. ma al momento son fuori casa e non ho né Bastien né testo di Pilon sull'atelier II
    3 punti
  8. DE GREGE EPICURI @417soniaA parte il fatto che prima o poi potresti ritornare come conferenziere sulla Serenissima!
    2 punti
  9. Ciao, Prevedere quello che sarà è impossibile visto che ci sono tantissime variabili in gioco, tra cui tasso di umidità dell’aria e materiale con cui è a contatto, senza contare lo stato del metallo che varia da moneta a moneta (molto dipende anche dalla storia pregressa della moneta, come eventuali manipolazioni e luoghi di conservazione). Ciò premesso mi sembra che il risultato sia decisamente gradevole; patina omogenea con piacevole iridescenza bluette. Come dice Antonio dovrebbe (condizionale obbligatorio) continuare a progredire in questo modo ma il blu potrebbe continuare a scurirsi sempre di più man mano che avanza. Puoi rallentare il processo tramite le bustine di acetato inserendoci la moneta e piegandola, per poi chiuderla in una di quelle bustine doppie che si usano per le perizie (io uso così e nel risvolto libero inserisco il mio cartellino). L’argomento patina è tanto affascinante quanto aleatorio relativamente alla sua formazione. Ti mostro a titolo di esempio una patina che è “cresciuta” con me nel monetiere Zecchi, e che da circa un anno ho inserito in bustina di acetato proprio per rallentarne la formazione. La moneta non è mai stata lavata, viene già da una vecchia collezione di famiglia ed è stata conservata in un monetiere di solo legno. La patina quando la presi aveva delle bellissime tonalità fumè, ma nel monetiere sopra citato è decisamente esplosa in tutta la sua bellezza. Si caratterizza per avere diversi “strati” che conferiscono una fantasmagoria di iridescenze. La foto mostra in parte questa caratteristica con i colori rossicci e blu “accesi”. È questo un esempio tipico di quanto una bella (e soprattutto, sana) patina possa impreziosire (e al contempo anche rivalutare) una moneta Una patina “troppo pesante” è chiaramente soggetta al parere del singolo collezionista; quello che io potrei giudicare eccessivo, per un altro potrebbe essere gradevolissimo, e viceversa. Un aspetto che io uso per valutare l’entità della patina è quanto questa valorizzi la moneta nel suo complesso (nei rilievi, o nella scena del rovescio). Se la patina ha un tono scuro, ed è coprente fino al punto di “oscurare” la scena dei rilievi, allora, a mio parere, è “troppo pesante”
    2 punti
  10. Convegno in corso. Stamattina ottima affluenza di collezionisti e molti gli espositori presenti, direi più del primo anno. Posto incantevole. Un solo appunto... luce un po manchevole ma che si può migliorare.
    2 punti
  11. Ciao, ho visionato attentamente le foto che hai postato ( con tutti i limiti del caso) ed il mio parere è che si tratta della foto della stessa moneta. Io propendo ( almeno spero) per un errore del venditore nel pubblicare le foto. Non voglio pensare che siano due esemplari diversi ma totalmente identici. Si aprirebbero ,se così fosse , scenari molto inquietanti. Cosa aggiungere? 🤔 ANTONIO
    2 punti
  12. Non mi sembra così speciale. E nemmeno rarissimo.
    2 punti
  13. Salve, segnalo che è stata presentata la collezione numismatica 2024 in calce il link al catalogo https://www.ipzs.it/docs/public/catalogo_collezione_numismatica_2024.pdf
    2 punti
  14. Alla prossima asta Nomisma 69 del 23-24/3/2024 sarà battuto il Lotto 1258 così ottimamente descritto in Catalogo e relative foto. NAPOLI Filippo IV (1621-1665) 2 Cavalli 1632 - Magliocca 140 (questo esemplare illustrato, indicato R/5 senza alcuna valutazione) CU (g 1,49) RRRRR Questo esemplare, estremamente raro, è raffigurato nel Magliocca a pag. 247, n. 140. Il due Cavalli di Filippo IV, con al rovescio ritratte due cornucopie e con la legenda PVBICA COMMODITAS, venne, nel passato, denominata moneta dal valore di un Cavallo. Gli studiosi della monetazione di Napoli, Michele Pannuti e Vincenzo Riccio nel loro lavoro sulle monete di Napoli (dalla caduta dell’Impero Romano alla chiusura della zecca), pag. 182 nota 22, corressero questo errore riportando la moneta (in considerazione del suo peso) al valore di due Cavalli. Sia il Cagiati che il Dell’Erba restituirono due esemplari di questo tipo, rispettivamente, uno con la data 1622 (rif. Corpus 272, pag. 290 - Cagiati n. 1 pag. 285, coll. Gnecchi) e l’altro con la data 1636 (citato dal Dell’Erba), ma gli stessi Autori (cioè il Pannuti ed il Riccio) hanno tralasciato, giustamente, la trascrizione delle suddette monete perché ritenute inesistenti con incise queste date; l’evidenza venne avvalorata esaminando l’esemplare del Corpus al n. 667, pag. 339 e del quale né proposero la foto nel loro lavoro, ma non si accorsero che al rovescio la parola PVBLICA era mancante della lettera L. Il Cagiati disegnò solo l’esemplare con la data 1622. La moneta è con la lettera S dietro la testa, a sinistra di Filippo IV e questa è accertata identificativa del mastro della zecca dell’epoca, Lorenzo Salomone il quale svolse la sua funzione nella zecca di Napoli negli anni dal 1630 fino al 1634. Nel 1622 la zecca era retta da Michele Cavo, che siglava le monete con le sue iniziali M e C, appare quindi manifesta l’errata catalogazione e trascrizione da parte sia del Cagiati sia dal Dell’Erba degli esemplari con la data 1622 e 1636; quanto accaduto ha portato, probabilmente, ad un errore di lettura della data da parte degli autori tenuto conto delle piccolissime dimensioni della moneta oppure, molto probabilmente, da un disegno originato con errore. Al contrario, trascritti correttamente con la data 1632, ma con la denominazione di Cavalli (perché antecedenti al lavoro del Pannuti), sono i due esemplari presenti nel Corpus ai nrr. 667 e 668 pag. 339, rispettivamente il primo della collezione Reale (SM) ed il secondo riportato dallo stesso Cagiati al n. 2 (sempre della coll. Gnecchi). L’esemplare della collezione Reale (SM) è raffigurato alla Tav. XII con il n. 19 e contiene, come detto, l’errore al rovescio della parola PVBICA anziché PVBLICA e avanti busto, a destra, il contrassegno del coniatore, cioè la raffigurazione di un piccolo giglio. Un ulteriore esemplare è della coll. Bovi, trascritto al n. 69 pag. 55 del suo lavoro sulle monete di Napoli di Filippo IV e di Enrico di Lorena (Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, Anno L-LI, gennaio 1965 - dicembre 1966); Il Bovi la descrive come moneta da Due Cavalli e aggiunge la nota (61) che sul Corpus venne denominata Cavallo, evidenziando (perché visibile) il giglio avanti busto (contrassegno come la moneta di SM) ma non nota l’errore PVBICA. Nel catalogo della collezione di monete di Bovi/Mastroianni (Museo Principe Gaetano Filangieri), stampato nell’anno 1984, l’esemplare (del Bovi) è raffigurato a pag. 239 Tav. 30 con la numerazione 38/1006, con la data 1622 e con le sigle M/C, ovviamente anche in questo caso è compiuto lo stesso errore di trascrizione del passato. Infatti, esaminando attentamente la foto si evince che è con la data 1632, ha il giglio avanti busto ed è con l’errore PVBICA. La moneta proposta ha la sua prima apparizione sul mercato numismatico (stessa moneta raffigurata dal Magliocca), ha la data 1632, contiene l’errore PVBICA e ha il contrassegno del coniatore “giglio”. Non si conoscono altresì passaggi tra privati e il nominale manca in tutte le collezioni conosciute, a parte SM e il Bovi. Ultima e doverosa osservazione è determinata dalla condizione, ad oggi, a meno di una prova contraria, che questi limitati esemplari conosciuti avendo sempre il giglio (come contrassegno) e contenenti lo stesso errore di conio “PVBICA”, provengono da un'unica battuta e operata sempre dallo stesso coniatore di turno nei locali della zecca di Napoli. Grading/Stato: MB Complimenti!
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  15. Ciao, oggi condivido la mia prima moneta della dinastia giulio-claudia che inserisco in collezione. Una dinastia iniziata da Ottaviano Augusto ( governò per 41 anni, il più longevo sul trono di Roma, che inaugurò l'epoca imperiale) ed ebbe come suoi esponenti in successione di quest'ultimo nell'ordine Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. Si tratta di un asse molto comune dell'imperatore Claudio ( 41-54 d.C. ) recante sul rovescio la personificazione della dea Costanza ( Constantia) coniato a Roma nel 41-42d.C. ( la legenda sul dritto che termina con IMP senza la doppia PP cioè Pater Patrie, titolo attribuito nell'anno successivo alla sua salita al potere, dovrebbe confermare tale data). Dell'imperatore Claudio e del suo operato per adesso conosco poco quindi mi dedicherò con calma allo studio delle sue vicende umane e politiche, che da una sommaria infarinatura, risultano molto interessanti. Sembra che prima di diventare imperatore, a causa di qualche problema fisico che si portava dall'infanzia dove ebbe una salute molto cagionevole, fu molto bistrattato anche dai suoi stessi familiari che lo relegarono in secondo piano tenendolo praticamente fuori dalla vita politica e decisionale. Caratterialmente era ritenuto un debole e quindi incapace di governare l'impero. Che dire su questo....i fatti sembrano smentirlo in quanto non solo divenne imperatore ma riuscì a mantenere tale carica per 13 anni. Evidentemente tanto incapace non era. Sarà molto interessante approfondire il tutto. Per quanto riguarda la dea Costanza rappresentava per i romani la tenacia, la fermezza praticamente la perseveranza nel raggiungere e mantenere determinati obbiettivi nella vita. Per Claudio, visto il grande numero di monete fatte coniare con tale rovescio, voleva rappresentare il raggiungimento e quindi la sua gratificazione nonostante i molti pregiudizi nei suoi confronti dell'obbiettivo di essere imperatore? È rappresentata stante in tenuta militare, elmata con una lunga lancia retta con la mano sinistra e con la destra rivolta al cielo. Da esame diretto l'asse risulta coniato, ben centrato, con buon metallo e nonostante ha svolto la sua funzione di moneta resta pienamente leggibile. Penso,e su questo sarebbe gradito un vostro parere che la patina verde visibile in alcuni punti sul dritto e più uniformemente sul rovescio sia opera di qualche homo insapiens e non naturale. Su questo ho tutto da imparare 🙂.Non male, per me, il ritratto di Claudio . Grazie ed alle prossime ANTONIO 30 mm 10,28 g RIC 95
    1 punto
  16. Si, può starci secondo me. Il contorno con qualche modesta irregolarità e’ ammesso. L’esemplare postato da Domenico può essere secondo me classificato come un MS63.
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  17. Non è l'unico caso simile, ma una piattaforma in mezzo al mare (ex-pontile per cannoni antiaerei della seconda guerra mondiale) non può essere considerata una nazione indipendente più di quanto possa esserlo un giardino condominiale o un parco pubblico, e non solo perchè non ha riconoscimenti internazionali. Ha una superficie troppo esigua per garantire una sussistenza reale ai suoi "abitanti" (che naturalmente sono cittadini di paesi veri)... a meno che non accettino di vivere da reclusi, del frutto di orti con terra importata e/o pesca e raccolta di acqua piovana. E certo non possono tecnicamente essere definiti "francobolli" pezzi di carta adesiva di amministrazioni postali inesistenti, o "patenti" fogli rilasciati a nome di posti dove non esiste circolazione stradale, e men che meno "monete" dei gettoni che nessuno usa. Insomma, come sempre in questi casi è una balla ad uso e consumo mediatico, e come spesso avviene il tutto è utilizzato oltre che per far cassa con le monete finte anche per coprire attività off-shore ai limiti del legale, se non oltre.
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  18. Tripode sacrificale (traduzione da https://en-m-wikipedia-org.translate.goog/wiki/Sacrificial_tripod?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc ) Un tripode sacrificale, il cui nome deriva dal greco "tre piedi", è un arredo religioso a tre gambe utilizzato nelle celebrazioni e in altre procedure rituali. Questo ruolo rituale deriva dal suo utilizzo come semplice supporto per un recipiente di cottura posto sul fuoco. Come sedile o supporto, il tripode è la struttura di supporto più stabile per terreni irregolari, dall’uso universale e antico. I tripodi erano di due tipi e avevano diverse funzioni. In primo luogo, alcuni oracoli si posavano su grandi tripodi per pronunciarsi. Molto più comuni erano i tripodi e le ciotole in cui venivano arsi i sacrifici più piccoli. Questi sono particolarmente associati ad Apollo e all’oracolo di Delfi nell'antica Grecia e venivano anche dati ai templi come offerte votive, assegnati come premi in concorsi associati a feste religiose e semplicemente dati in dono tra persone. Il tripode più famoso dell'antica Grecia era il tripode delfico su cui sedeva la sacerdotessa pitica per pronunciare gli oracoli della divinità. Il sedile era formato da una lastra circolare posta sopra la sommità del tripode, sulla quale veniva deposto un ramo d’alloro quando non era occupata dalla sacerdotessa. In questo caso, in epoca classica il tripode era sacro ad Apollo. Secondo il mito, Eracle si recò dall’oracolo di Delfi per chiedere cosa fare per espiare l'omicidio di Ifito. L'oracolo non voleva dargli un responso e allora l'eroe, infuriato, afferrò il tripode su cui sedeva la Pizia per pronunciare i suoi oracoli. Apollo cercò di fermarlo e ciò provocò uno scontro tra il dio e l'eroe. Alla fine Zeus dovette intervenire per porre fine a questa lite. Il mito di Eracle in lotta con Apollo per il tripode appare in dipinti vascolari più antichi della più antica letteratura scritta. L'oracolo originariamente avrebbe potuto essere correlato alla divinità primordiale, la Terra. Nel periodo artistico geometrico i tripodi erano fissati ai pentoloni che sostenevano. Nel Museo di Delfi ci sono frammenti di tali tripodi, il più caratteristico dei quali è quello con manico a forma di anello. Un altro tripode ben noto a Delfi era il tripode plateano, ricavato dalla decima parte del bottino prelevato dall'esercito persiano dopo la battaglia di Platea. Questo era costituito da una vasca d'oro sorretta da un serpente di bronzo a tre teste (o tre serpenti intrecciati), sulle cui spire era inciso l'elenco degli stati che avevano preso parte alla guerra. La coppa d'oro fu derubata dai Focesi durante la Terza Guerra Sacra (356–346 a. C.). Il supporto fu trasferito dall'imperatore Costantino a Costantinopoli nel 324, dove nella moderna Istanbul è ancora visibile nell'ippodromo, l'Atmeydanı, sebbene danneggiato: le teste dei serpenti sono scomparse, ma una è ora esposta ai vicini musei archeologici di Istanbul. L'iscrizione, invece, è stata restaurata quasi integralmente. Tali tripodi avevano solitamente tre orecchie (anelli che fungevano da maniglie) e spesso avevano un sostegno centrale come supporto oltre alle tre gambe. I tripodi sono spesso citati da Omero come premi e come doni augurali nei giochi atletici. In epoche successive, riccamente decorati e recanti scrizioni, si tripodi servirono allo stesso scopo. Sembrano essere anche doni preziosi per gli ospiti, come nel caso dei Feaci che offrirono a Ulisse un pentolone e un tripode. "Il nostro ospite ha già impacchettato gli abiti, l'oro lavorato e gli altri oggetti di valore che avete portato per la sua accettazione; ora quindi regaliamogli ulteriormente, ciascuno di noi, un grande tripode e un pentolone. Recupereremo noi stessi mediante l'imposta di una tariffa generale; poiché non ci si può aspettare che i privati sopportino il peso di un regalo così bello." Odissea, 13.10-15 [tr. S. Butler]. I tripodi erano usati anche come offerte dedicatorie alle divinità, e nelle gare drammatiche delle Dionisie il corego vittorioso (un cittadino ricco che sosteneva le spese per l'equipaggiamento e l'addestramento del coro) riceveva una corona e un tripode. Avrebbe dedicato il tripode a qualche divinità o lo avrebbe posto sulla sommità di una struttura di marmo eretta a forma di tempietto circolare in una strada di Atene chiamata la strada dei tripodi dal gran numero di memoriali di questo tipo. Uno di questi, il Monumento Coragico di Lisicrate da lui eretto per commemorare la sua vittoria in una drammatica contesa nel 335 a. C., è ancora in piedi. La forma del tripode della vittoria, oggi scomparso dalla sommità del monumento di Lisicrate, è stata resa variamente dagli studiosi a partire dal XVIII secolo. Martin L. West scrive che la Pizia di Delfi mostra molti aspetti di pratiche sciamaniche, probabilmente ereditate o influenzate dalle pratiche dell'Asia centrale. Cita il fatto che fosse seduta in un pentolone su un tripode, mentre faceva le sue profezie, che fosse in uno stato di trance estatica, simile agli sciamani, e che pronunciasse frasi incomprensibili. Secondo Erodoto (Le Storie, I.144), i tripodi della vittoria non dovevano essere rimossi dal recinto del santuario del tempio, ma lasciati lì come offerte. Gli scavi nei primi santuari, in particolare a Olimpia, hanno restituito molte centinaia di vasi a forma di tripode, per lo più in bronzo, lasciati come votivi. Questi avevano una ciotola poco profonda con due manici sollevati in alto su tre gambe; nelle versioni successive il supporto e la ciotola erano pezzi diversi. Durante il periodo orientalizzante i tripodi erano spesso decorati con protomi in forma di grifoni, sfingi e altre creature fantastiche. Evoluzione storica e tipologica del tripode I primi vasi sacrificali erano per lo più in ceramica, alcuni realizzati come tripodi ma altri con una base rotonda continua sotto la ciotola, che si gonfiava man mano che scendeva. Alla fine del periodo geometrico viene introdotta un'innovazione: i tripodi erano staccati dal grande pentolone di bronzo (lebes), che ora è posto su di essi. Nel museo si trova un esemplare caratteristico: su un pregiato tripode di bronzo, sostenuto da piedi in bronzo fuso, giaceva un grande pentolone globulare. Sulle sue pareti si sviluppano teste di grifoni e di leoni, oltre a figure femminili alate, forse sirene. Queste creature provengono dal Medio Oriente, mentre anche la tecnica della fusione seguita dalla martellatura allude alle officine orientali. In riferimento ai pentoloni a tripode dell'antica Grecia, dopo l'VIII secolo la maggior parte aumentò sia in dimensioni sia in quantità di dettagli, diventando più decorativi, e furono usati quasi esclusivamente come dedica agli dei nei santuari. apollonia
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  19. Bravo ! Hai acquisito una moneta importante . Storicamente di grande impatto. Non ultimo d un prezzo vantaggioso.
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  20. Per la cronaca: https://www.theresia.name/cgi-bin/Token.cgi?Database=Forgeries&Item=F2
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  21. Dal regno di Elimaide, spesso vassallo dell' iranico regno dei Parti, un esemplare stimato di estrema rarità ( RRR ) , al nome di Orode II, con al diritto sua testa coronata frontale ed al rovescio aquila . sarà il 3 Marzo in vendita Gorny&Mosch 302 al n. 269 .
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  22. Io bloccherei la patinazione con le capsule. Di più a mio avviso risulterebbe troppo pesante.
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  23. Una cosa orientativamente come questa: https://www.acsearch.info/search.html?id=2951884
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  24. se hai constatato che inizia a scurirsi allora vuol dire che continuerà a farlo se non la chiudi in plastica.. Essendo una moneta in media conservazione io eviterei di farla scurire ancora.. perché nei punti di usura soprattutto il baffo.. li la patina non si forma.. oppure si forma in modo diverso rispetto alle altre zone della moneta dove c'è meno usura... quindi corri il rischio che il baffo rimane bianco mentre tutto il resto prosegue a scurire..
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  25. Infatti hai perfettamente ragione , mi ha tratto in inganno la descrizione di mezza Siliqua riportata da Artemide e in piu' sono stato poco attento nel leggere il Ladich Pero' , almeno , ho indovinato il numero di riferimento e la rarita' (R)
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  26. Copio parte di un articolo inglese interessante al riguardo: In the 1790s, there was no official small copper change in the country. Britain was at war with France and the price of copper had risen, causing the regal issue to vanish. This caused tremendous hardship for small merchants and shopkeepers throughout the country, for how were they to conduct the everyday transactions of selling small goods if they had no change? The Crown was busy with the war and any unofficial production of coin of the realm would be seen as forgery, which was punishable by hanging. Eventually, a Welsh mining company hit upon the idea of turning its copper straight into pennies and halfpennies but calling them tokens, which would be redeemable in official coin, thus avoiding the forgery. As they were the correct weight, no one bothered and in the space of a year, merchants in every town in England started issuing their token pence. On the edge of James Dally’s halfpenny is the legend 'PAYABLE AT DALLYS CHICHESTER', meaning it was redeemable as a halfpenny and not an actual halfpenny. This solved the lack of small change in the 1790s and lasted for ten years, until the government got its act together after the war and issued official copper coins. Throughout the 1790s, these copper 'token' pence and halfpence would be in many a pocket, all over the country, as small change.
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  27. verrà fuori che è la stessa moneta e si è sbagliato a riproporla sul negozio on Line. ….
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  28. Mi permetto: Se mettete il link completo il forum mette la preview w la possibilità di vedere il filemto direttamente dal post
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  29. Si è proprio quella. Adesso lo da non disponibile, ma secondo me lo dovrebbero togliere proprio. Spero sia stata ritirata perché se è stata venduta per come viene decritta, credo siamo nei limiti della truffa. E sinceramente mi è sempre sembrato un professionista serio (ho pure comprato qualche moneta li quando vivevo a Roma) e non me lo aspetterei che l’abbiano fatto di proposito.
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  30. Salve,è una tessera di Venezia https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME35C/25
    1 punto
  31. Ciao a tutt*, approfitto di questo topic per postare la foto dell'esemplare proveniente dalla collezione di un nostro caro, e mai dimenticato, ex membro della community de Lamoneta. Purtroppo, questa, e tutte le altre monete, tra cui alcune rarissime, sono andate perdute per sempre quando ci ha lasciati Purtroppo non ho più i riferimenti di peso e diametro Saluti a tutti
    1 punto
  32. Ciao a tutt*, approfitto di questo topic per postare la foto dell'esemplare proveniente dalla collezione di un nostro caro, e mai dimenticato, ex membro della community de Lamoneta. Purtroppo, questa, e tutte le altre monete, tra cui alcune rarissime, sono andate perdute per sempre quando ci ha lasciati In quella di Leu, la stella è a sinistra, in questa a destra Buona giornata Giulio
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  33. Concordo,poi con l' orooooo 😅
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  34. Sei una grande risorsa per il forum 💪
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  35. Buongiorno Qui che sia spl+ spl/fdc qfdc o fdc, non si può giudicare...le bustine producono "effetti ottici"! Cordialmente.
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  36. Provo: Informazione contaminata e scorretta
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  37. Se si parla di musica "strana" penso che questa canzone e questa "band" non possano mancare (Se volete saperne di più sulla loro bizzarra storia:https://www.vice.com/it/article/4xpd7n/shaggs-band-biografia )
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  38. Sembrerebbe un asse dell'imperatore Adriano...
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  39. Conferenza interessante, penso altresì che Arslan sia meglio leggerlo che ascoltarlo e lo penso a ragion veduta che qualche suo intervento l'ho sentito.
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  40. Appena ho modo provvedo! Ho scritto che è un sesterzio ma intendevo "sesterzio ritariffato" quindi doppio perché con corona radiato.
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  41. Ciao, sarebbe interessante sempre ai fini didattici postare anche le foto di qualche altro esemplare prodotto per fusione da questi atelier non ufficiali, magari presenti sul libro 🙂 ANTONIO
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  42. Se devo essere sincero già ieri gli ho detto "hai pensato al fatto che potrebbe essere una cristallizzazione?" Poi non ho specificato esattamente il tipo di cristallizzazione, penso che ignori (come me del resto prima di questi post) che il suddetto fenomeno possa presentarsi anche come una esfoliazione e non solo come una vera e propria rottura o crepa. Lui non è uno sprovveduto né l'ultimo arrivato, colleziona monete da anni e ha tantissimi libri, ma si occupa e interessa principalmente di romane. Io cerco sempre di essere onesto perché credo profondamente che ciò che do sia anche ciò che infine ricevo. Sul fatto che sia un imitazione cisalpina o un originale massaliota abbiamo disquisito a lungo ma lui rimane della sua idea, e io non ho né l'esperienza ne le competenze per convincerlo del contrario, anche se tutte le ragioni le ho elencate.
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  43. Münzen & Medaillen Deutschland GmbH > E-Auction 5 Auction date: 23 January 2024 Lot number: 5 Price realized: 35 EUR (Approx. 38 USD) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: Sizilien. Aitna. Bronze, 210-150 v. Chr. Heliosbüste mit Strahlenkrone n. r. Rv. AITNAI/WN Krieger mit Speer und Schild n. r. stehend, l. drei Wertkugeln. 17 mm. 4,79 g. Calciati III, 150,8d. Hoover, HGC 2, 68. Gutes sehr schön Starting price: 32 EUR
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  44. DE GREGE EPICURI Fra le tue, anche il cippo ed il tempio commemorano il millennio; le scritte possono essere SAECULUM NOVUM oppure SAECULARES AUGG. Non so quante siano in tutto, ma sono abbastanza numerose, oltre che rare e interessanti.
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  45. Ciao! Non avete idea quanto mi sia dispiaciuto non essere presente, ma una visita al San Raffaele alle 18 .... che poi sono diventate le 18.30 mi hanno impedito di venire e anche di guardare la relazione online, perché tornato a casa, ormai alle 20 passate, mio figlio ed io abbiamo deciso di uscire a mangiarci una pizza. Ragazzi, la prossima volta farò il possibile! un saluto a Marco che si è speso per fare la relazione e a tutti i Soci. Luciano
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  46. Certo che succede dappertutto. Peccato che l’impunita’ di cui i criminali godono in Italia ha pochi uguali al mondo. 🤷🏽‍♂️
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  47. Quindi… Spedizione in Britannia. 20.000 ausiliari e 4 legioni coinvolte nella campagna bellica. Necessità di pagare le truppe di stanza sul continente e quelle che sono sbarcate in un territorio dove non possono utilizzare la moneta locale come moneta di necessità come accaduto in altre aree dove venne utilizzata quella presente in bronzo per le piccole spese quotidiane. Inoltre Roma deve pagarli per evitare rivolte e sedizioni. Per questo motivo vengono attivate delle zecche sia in Gallia che in Hispania e che provvedono al fabbisogno dell’area gallica e britannica le prime, quella ispanica e dell’Africa del Nord (cif. Mauretania) la seconda. Circolano poi delle produzioni imitative caratterizzate da una certa sommarietà ed approssimazione (con diametri e pesi calanti) che verosimilmente sono monete di necessità (di origine militare?) non ufficiali ma tollerate obtorto collo in quanto appunto necessarie alle miriadi di piccole operazioni comemrciali di ogni giorno. Le produzioni galliche sono relativamente simili a quelle centrali da un punto di vista stilistico, mentre quelle ispaniche sono caratterizzate da uno stile abbastanza tipico, come nel caso in esame. Quindi non imitativa ma ufficiale da zecca ispanica. Si tratta di una cosiddetta "moneta ausiliaria" dal Rodolfo Martini. https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=3810&lot=916 https://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=65318.0 La legenda dalla spaziatura sembra che NON termini con il successivo titolo PP (Pater Patriae) che entra in vigore dal gennaio 42 e quindi è antecedente come emissione. Tutto ciò in estrema sintesi. Saluti Illyricum
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