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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/21/24 in tutte le aree
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Carissimi, ho notato una certa confusione da parte di qualcuno nel ricostruire e comprendere la vicenda delle monete della Nota 56 e ne approfitterei per chiarire alcuni passaggi, fornendo, grazie all'aiuto dell'Utente Viganò, silenzioso ma preziosissimo compagno di viaggio, oltre che instancabile e convinto sostenitore che i “muri di gomma” non esistono (ma finora la Sua teoria si è rivelata fallace...😁.), il Decreto ministeriale del 1992, che allego alla presente: 1. Come noterete leggendolo, questo decreto del Ministero del Tesoro istituiva nel 1992 una Commissione interministeriale allo scopo di catalogare e stabilire il valore delle monete della Nota 56 nonché formulare una “'ipotesi di alienazione o immissione graduale nel mercato” (sic!) assegnando al Museo della Zecca solo quelle monete del compendio aventi particolare valore storico e/o numismatico. Da qui la preoccupazione, certamente tutta collezionistica e mercantile, che l'immissione sul mercato (normativamente consentita ed auspicata dallo Stato) in grande quantità di queste rare o rarissime monete di V.E. III, potesse determinare la discesa verticale dei prezzi degli esemplari in mano ai collezionisti e ai commercianti. Ma accanto a questa considerazione, che poteva anche lasciare il tempo che trovava a chi non era interessato al valore venale dei suddetti esemplari, si aggiungeva l'interesse e la curiosità degli studiosi per alcuni pezzi citati dalla Nota 56 quali, su tutti, i pezzi di prova del 100 Lire 1940 XVIII E.F. in proof, lavorazione della quale il Gen. Luppino, che per motivi professionali aveva frequentato la Zecca all'epoca delle indagini della G.d.F. ma anche a seguito dei suoi studi ulteriori, non aveva mai trovato evidenze che la confermassero. Con questo spero di aver innanzitutto chiarito i motivi che spingevano (e, in teoria, dovrebbero ancora spingere....) alcuni numismatici ad approfondire il tema della Nota 56; 2. Passando al lavoro della Banca d'Italia intitolato “Beni svelati” esso è certamente pregevole, ma lascia del tutto a bocca asciutta coloro che si erano interessati, se vogliamo anche molto attivamente, alle vicende della Nota 56. In primo luogo perchè il lavoro della B.I. non fa proprio alcun riferimento alle monete della Nota 56. Inoltre, se si va a leggere la prima parte dello studio della B.I. e si cerca di coordinarla con il contenuto del D.M. del Tesoro del 1992, non si può non provare un senso di disorientamento. Cercherò di spiegarmi meglio. Se leggete la parte introduttiva dei “Beni svelati”, noterete che i preziosi di cui lo studio si occupa vennero “traslati” dai caveaux della Tesoreria dello Stato (siti in Roma nella Via XX Settembre) ai caveaux della Banca d'Italia (siti in Roma nella Via dei Mille) solo nel 1999. Ciò significa che in occasione dell'emanazione del Decreto ministeriale del 1992 (vedi allegato), che istituiva la Commissione per la catalogazione delle monete riportate nella Nota 56, tali monete - contenute nei famosi 11 barili - si trovavano ancora in Via XX Settembre. Nel 1999 avrebbero dovuto essere trasferite insieme a tutto il resto del materiale prezioso in Via dei Mille (B.I.) ma, considerato che la Commissione istituita nel 1992 terminò i suoi lavori nel 2009 (questo ce lo dice la Nota 56), si può forse pensare - e questa è una domanda - che nel 1999 gli 11 barili della Nota 56 non vennero trasferiti anch'essi, unitamente a tutti gli altri beni preziosi, alla B.I. ma rimasero in Via XX Settembre a disposizione della Commissione istituita con il D.M. del 1992 che non aveva ancora terminato i suoi lavori? Ciò potrebbe spiegare perchè tra in “Beni svelati” non compaiano le monete della Nota 56. D'altro canto, però, e questo è il motivo del “disorientamento” di cui dicevo prima, è abbastanza singolare che fra le due Commissioni (quella interministeriale istituita dal Ministero del Tesoro nel 1992 e quella sempre interministeriale + B.I. istituita dal Ministero dell'Economia e delle Finanze nel 2018) non ci sia stato alcun coordinamento, sebbene nella parte introduttiva del lavoro “Beni svelati” si dia atto di pregressi “Gruppi di lavoro” che operarono alla ricognizione dei materiali nel 2005/2006 e persino (a pag. 26 del testo dei "Beni svelati") si faccia riferimento ad una Commissione istituita già nel 1978. Quindi l'excursus storico che possiamo leggere nello studio della B.I., fra l'altro molto accurato e circostanziato, non si limita a trattare le vicende dei materiali a partire dal 1999 (anno in cui i beni pervennero all B.I.) ma risale a ben prima. Ciononostante, non si fa alcuna menzione del D.M. del 1992, dell'istituzione della relativa Commissione, dell'esito che ebbero i lavori della stessa e della collocazione delle monete che a questo punto, se tanto mi da tanto, non sono confluite in B.I. ma dovrebbero essere rimaste in Via XX Settembre. Un'altra, per me sorprendente notizia, che si apprende leggendo lo studio della B.I., riguarda il numero delle interrogazioni parlamentari presentate alle quali è stata (a quanto pare) sempre fornita risposta, in merito alla situazione e consistenza di beni preziosi già appartenenti a Mussolini ed a Casa Savoia, custoditi prima dal Ministero del Tesoro e poi, dal 1999 in avanti, dalla B.I. Probabilmente alla “nostra” interrogazione, che come è noto non è stata minimamente presa in considerazione anche dopo essere stata riproposta dal parlamentare firmatario con ulteriore sollecito, sono forse mancate nel suo contesto le parole “Mussolini”, Casa Savoia” o “Fascismo” per riscuotere quell'appeal che evidentemente non è stato (volutamente?) colto da chi sarebbe istituzionalmente chiamato, se non per trasparenza almeno per educazione, a rispondere ad un parlamentare della Repubblica che deposita un atto formale quale è l'interrogazione a risposta scritta. In realtà, la risposta che la “nostra” interrogazione parlamentare sulla Nota 56 sollecitava non era poi così diversa dalle risposte che sono state fornite dai ministeri competenti alle simili interrogazioni sui beni preziosi appartenuti ai personaggi sopra citati e custoditi prima dal Ministero del Tesoro e poi dalla B.I. Ma tant'è. A questo punto della storia, per me la vera domanda da porsi dovrebbe però essere diventata questa: che fine hanno fatto le monete della Nota 56?😁 Saluti. M. DMT 25.05.1992.pdf6 punti
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Ciao e grazie per il tuo contributo, sempre molto prezioso Anche ad Ostia è stato coniato un rovescio simile a questo di Arles. Questo non mi sorprende dal momento che la zecca Arles nasce dalle ceneri di quella di Ostia. Questa moneta proviene dall'ultima asta Leu, ex Ramskold, ed è stata aggiudicata a 4200 chf. Contemporaneamente, la zecca di Roma produceva anche questi rarissimi follis; tutte e tre le tipologie sono "not in RIC". Degno di nota è il fatto che il prigioniero non indossa il berretto frigio, tranne (forse) in quella di Ostia. Ovviamente la leggenda del rovescio in tutti questi casi è SOLI INVICTO COMITI.3 punti
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Salve, condivido foto di una busta postale non viaggiata e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. Non ho visto nulla di simile. Ringrazio in anticipo2 punti
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Buonasera a tutti! Oggi mentre tornavo a casa, in un negozio di gioielli c’erano in vendita diverse monete (maggior parte delle quali in argento). Le monete in argento erano monete comuni che di solito si vendono al peso dell’argento contenuto, però a 3€ al grammo mi è sembrato esagerato e ho deciso di non prendere niente. Poi una monetina mi ha un po’ incuriosito e dopo un po di trattativa l’ho presa per 5€. Sinceramente non so se ho pagato tanto perché non è messa un granché e forse nei mercatini la si può trovare per molto meno, ma a me piace tanto. Vorrei avere qualche informazione da chi conosce questa monetazione (il Madagascar era occupato dalla Francia all’epoca?). È comune come moneta? Secondo voi è meglio pulirla (acqua demineralizzata e olio di vaselina) o la lascio cosi? Grazie per qualsiasi informazione e buona serata a tutti!2 punti
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E' una busta speciale con inserzioni pubblicitarie volta a sostenere chi si occupava dei reduci della Grande Guerra. Circolarono dal 1920 al 1923 e venivano vendute già affrancate con valori della Serie Michetti a partire da 10 Centesimi sino ad 1 Lira. Come puoi notare il francobollo riporta la soprastampa BLP ed è stata creata appositamente per questa tipologia di buste e non poteva essere utilizzato per nessun altro tipo di corrispondenza, in caso ve ne fosse bisogno per completare la tariffa di spedizione si poteva affiancare un francobollo normale. Delle soprastampe ne esistono 2 tipologie diverse, ma io non sono in grado di riconoscerle. Quando nel 1923 terminò la concessione, i francobolli rimasti in giacenza e non utilizzati, vennero venduti come francobolli da collezione a partire dal 1929. Non è frequente vedere questa busta non viaggiata, a parer mio questo bel pezzo va custodito gelosamente con estrema cura ed amore.2 punti
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Qualora la discussione rimanga senza immagini: Si parla di questa banconota con il busto di Thomas Jefferson (terzo presidente degli Stati Uniti) al recto, ed il dipinto della dichiarazione d'indipendenza al verso. E questo timbro, o qualcos'altro di similare, solitamente apposto al recto:2 punti
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Ecco perchè volevo andar per gradi. Non avendo visto na roba simile,davo possibilità a tutto. Comunque gli errori andrebbero veramente valutati molto cautamente,oramai si è creato un mito attorno a sto concetto e quando stanno miti,possono ballare 💸2 punti
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ciao @sandrocoinsnuovo Bronzo del regno di Claudio, città di Aezanis in Frigia, con il nome del magistrato al rovescio, « Antiochus figlio di Metrogenes » https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/1/30902 punti
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Hai ragione, le ho trascurate e corrispondono alla penultima emissione -//RP del RIV VI tagliata a 1/72 della libbra (o l’ultima se teniamo conto del fatto che la legenda IMP C CONSTANTINVS PF AVG è ancora usata durante l’emissione */-//RP). Comunque la vera originalità ha molto più a che fare con la leggenda, e inevitabilmente se vogliamo cercare un significato, si pone il problema della datazione. Georges Gautier sarebbe piuttosto propenso a paragonare la tua moneta all'emissione eccezionale « dimenticata » del RIC VII -/-//R*P-Q, con le sue tipologie uniche LIBERATOR ORBIS, PAX PERPETVA AVGG NN e (probabilmente, ma l’esergo non è leggibile) VICTORIA AET AVGG NN. In rigor di logica (ma la logica non basta sempre), l’emissione R/F// R*P-Q della tua moneta dovrebbe seguire immediatamente l’emissione R*P mancante del RIC. E il follis PAX PERPETVA AVGG NN potrebbe aiutarci con il suo busto consolare. Doyen ha proposto di collegarlo al terzo consolato che iniziò in gennaio 313, mentre Costantino si trovava ancora a Roma. L’ovvio vantaggio di questa datazione è di poter leggere queste legende alla luce delle vittorie rispettive di Costantino e Licinio contro Massenzio e Massimino Daïa. « Une émission constantinienne méconnue (Rome, 313) et la date de la 3ème réduction pondérale du follis » , BCEN 27, janvier-mars 1990: https://www.academia.edu/2535661/Une_%C3%A9mission_constantinienne_m%C3%A9connue_Rome_313_et_la_date_de_la_3%C3%A8me_r%C3%A9duction_pond%C3%A9rale_du_follis Ma questa datazione obbliga Doyen a anticipare a gennaio/febbraio 313 la riduzione del follis, e mi sembra più logico di scegliere come lo fa Stepniewski l’anno 315 per l’emissione R*P, l’anno del COS IV e dei festeggiamenti dei decennalia, quando Costantino si recò nell’estate a Roma inaugurare l'arco eretto in suo onore dal Senato. Arco sul quale diverse iscrizioni, segnatamente quelle all’interno del fornice LIBERATORI VRBIS e FVNDATORI QVIETI, riattivano la memoria della vittoria del Ponte Milvio. Anche in questo contesto della fine 315 potrebbe mantenere tutto il suo significato il nuovo Oriens dell’emissione R/F// R*P promesso al popolo romano. Tornerete sicuramente con Lars Ramskold e Brent Upchurch su questo problema di datazione, e aspetto il loro parere con grande curiosità. Una cosa sicura, in ogni caso, hai in mano l’esemplare dell’ultima apparizione di Oriens nella monetazione romana 🤩2 punti
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Ciao. Mi pare questa un'ipotesi davvero ai confini della realtà. Stiamo parlando di un insieme di monete oggetto di studio e catalogazione da parte di una Commissione interministeriale appositamente costituita nel 1992, che dopo 17 anni di "lavori" ha presentato una specifica relazione su di esse. Relazione che noi abbiamo richiesto invano ai Ministeri competenti e di cui si da conto (e quindi...esiste!) nella Nota 56. Non solo mi pare tecnicamente impossibile che siano finite nel crogiolo, alla luce delle motivazioni che ispirarono il D.M. del 1999 ("l'ipotesi di alienazione o immissione graduale nel mercato", evidentemente allo scopo di fare cassa) ma la loro trasformazione in oro avrebbe arrecato all'Erario un danno economico non indifferente, dal momento che il valore numismatico delle monete era (e sarebbe anche tutt'oggi) di gran lunga maggiore rispetto al valore dell'oro contenuto in esse. Per tacere, ancora, dell'enorme "danno numismatico" che la fusione di molte di quelle monete avrebbe provocato allo Stato stesso. La fusione poi avrebbe richiesto il previo concerto quanto meno di due Amministrazioni (quella dell'Economia e delle Finanze e quella dei BB.CC.) i cui rappresentanti avevano fatto parte della Commissione del 1992 nonché il probabile supporto tecnico della Zecca, che avrebbe dovuto effettuare la fusione, con tutti gli "annessi e connessi" (autorizzazioni, pareri, firme e controfirme). Insomma...sarebbe stato più facile organizzare la fuga da Alcatraz che fondere quelle monete. M.2 punti
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Scusa, ma non comprendo (certamente per limiti tutti miei) il significato dell'alternativa che proponi. Perchè dovremo dare per scontato che gli Studiosi della B.I. conoscessero perfettamente la Nota 56 e il volume che la contiene? E perchè dovremo ritenere, in alternativa, che siano delle teste di legno all'oscuro di una Nota riportata in un testo che non hanno scritto loro (i suddetti Studiosi della B.I.) ma che proviene dal Portale Numismatico dello Stato? M.2 punti
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Segnalo l'uscita del nuovo volume della collana "Materiali" n. 72 Giorgio Fusconi, La zecca di Piacenza. Da Francesco Farnese (1694-1727) a Ferdinando di Borbone (1765-1802).2 punti
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Come già detto ieri e ribadito sopra, i dati di peso e diametro sono fondamentali per l'identificazione di una moneta antica. Dovessi dire, guardando il dritto, mi pare di vedere due piccole punte separate di barba che mi porterebbero a Settimio Severo. Tipo questo sesterzio? O e' solo pareidolia? Ciao. Stilicho1 punto
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Grazie mille delle info! Sara’ fatto, io studio, apprezzo e poi semmai continuo ad accumulare.. sennò cosa stiamo a fare al mondo?1 punto
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Come da titolo posto una tessera mercantile 1,66 gr per 2 cm con al dritto una croce tra una stella ed una falce di luna mentre sul retro una una valva di conchiglia.Ho cercato anche sul sito ma non ho trovato nulla di simile.Vi rigrazio per eventuali risposte1 punto
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In effetti l’avevo già vista identica, purtroppo non su un catalogo ma in una pagina francese. di seguito le immagini: le possibili attribuzioni ai simboli dal volume 1 del Banti:1 punto
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Se utenti del forum, a quanto ho capito, erano già disposti a spendere fino a 100€ per acquistarla, direi che sì, ora mi è anche chiaro perché qualcuno si sia sforzato tanto per creare questo oggetto. Discussione a mio avviso molto interessante. Mi ha permesso di approfondire aspetti indubbiamente importanti da conoscere1 punto
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No problem .. sono in ferie.. ho fatto scorta di tabacco da pipa .. e per i generi alimentari ci pensa mia moglie.1 punto
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Lo sai che qui la perlinatura e il bordo non mi convincono .... Non so se è la foto. Ma così con tali foto,non la prenderei. Differenza come da foto tra riproduzione in mio possesso(falso moderno) comparata a destra con quella mia originale.1 punto
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Hierapolis Castabala di Cilicia, con un piacevole ritratto di Lucilla: https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/4/49771 punto
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Soluzione del quesito di oggi: la moneta è manomessa non è un errore di coniazione. Gli americani chiamano queste monete "coins struck by counterfait dies" (trad. "monete battute da coni contraffatti"). In particolare, è stata presa una normale moneta da 1000 lire (originale) ed è stata praticata una battitura decentrata da una coppia di coni contraffatti (cioè non coni originali della zecca ma ottenuti partendo da monete originali fuori Zecca) con una pressa a basso tonnellaggio. Il risultato è la sovrapposizione di impronte: le impronte della seconda battitura non sono chiare e nette ma sono sovrapposte alle precedenti quasi da essere confuse e non saperle bene distinguere. Ulteriore riprova dell'alterazione è l'ondulazione del tondello che si può apprezzare vedendo la moneta di taglio. Riporto anche una foto di archivio di una 100 lire con lo stesso tipo di contraffazione. in una doppia battitura genuina le impronte secondarie (della seconda battitura) cancellano quasi totalmente le impronte primarie (della prima battitura) per la pressione di battitura e per il fatto che i coni sono fatti di un materiale con una durezza nettamente superiore a quella del tondello. Riporto una 50 lire con doppia battitura genuina per confronto, notate come le impronte decentrate hanno "resettato" le impronte principali sottostanti. Purtroppo un collezionista è stato gabbato con questa moneta. Fate attenzione quando acquistate monete con errori e almeno per quelli più importanti, se avete dei dubbi, esigete una perizia effettuata da un perito con specifiche competenze sugli errori di coniazione. Occhi aperti! questo è il testo del link1 punto
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Forse c'è stato un equivoco di fondo...la nota 56 è apparsa solo sulla monografia a firma della defunta BDC..che faceva riferimento appunto al volume dei funzionari della Banca d'Italia. All'epoca acquistai immediatamente il volume ma dopo averlo letto tutto quanto non potei fare a meno di notare che non esisteva alcun riferimento a quel passo descritto dalla nota 56 della monografia....per questo ho ipotizzato una svista o un errore nella trascrizione...si citava infatti un passo citando una fonte che poi di fatto non citava numeri così precisi e dettagliati (5.000 fascioni, lire 100 1940 proof ecc)...ed è per questo probabilmente che si cercò di "nascondere" in qualche modo la monografia nel portale numismatico dello Stato..ma ormai la vicenda era nota...e venne pubblicata anche su CN...ma non mi pare che ci fu risposta...o ricordo male??? Sul perchè la commissione ha impiegato tutti quegli anni lo si comprende agevolmente....😇 Mentre invece in altri casi si è proceduto a tempo record...1 punto
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Antichi Stati Italiani, Ducato di Modena. Segnatasse per giornali 1855 9c. NON EMESSO Questo segnatasse fu preparato in previsione dell' esaurimento della marca precedente sempre da 9c emessa nel maggio 1853. Non furono mai posti in circolazione per il sopravvenuto cambiamento di tassa. Il quantitativo fu venduto molti anni dopo per uso filatelico. Questi segnatasse furono fatti con le matrici del 1850 del Ducato di Modena, e anche se non emessi sono utili ai collezionisti per studio e sono sempre esempi della prima filatelia degli antichi stati italiani, la tua striscia e' su gomma tra l'altro anche ossidata, i segnatasse sono originali, anche perché considerando l' esiguo valore sui 10€ l' uno , forse la striscia di quattro qualcosa di più, non sarebbe valsa la pena di falsificarli. Attenzione alla conservazione. STORIA PURA DELLA FILATELIA ITALICA.1 punto
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Cavalieri , commendatori, professori etc appartenenti alle varie associazioni perseguono le attività e i programmi decisi dai vari sodalizi di appartenenza. Queste associazioni non esistono per spiegare la nota 56 bensi per portare avanti i loro programma culturali. se ad un socio interessa la nota 56 puo’ chiedere alla propria associazione di attivarsi in merito. Rinnovo l’invito a farsi socio e a sottoporre la questione agli organi direttivi che potranno valutare i passi da intraprendere. In slternativa puo’ sempre organizzare un sit-in davanti sl Ministero dell’Economia con tanto di cartello con la nota 561 punto
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aggiungiamo pure che si giudica da una foto e che può essere fuorviante, il dritto non è nemmeno a fuoco e poco meglio il rovescio, si può prendere una cantonata e la moneta potrebbe essere meglio.1 punto
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https://www.facebook.com/share/p/AvtwKZGzPhAkVGkp/ ecco qua, caro amico, buona giornata1 punto
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Interessante serata con l'intervento di Fabio Songa che ci ha illustrato il significato e l'uso della parola CONSECRATIO o CONSACRATIO, le iconografie associate ad essa e gli imperatori che le hanno utilizzate nelle loro coniazioni, il tutto coadiuvato dalla consultazione di molte monete. Alcuni momenti della serata1 punto
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Buongiorno Andrew😁 Lo sanno anche i muri qua oramai che mi piace acquistare riproduzioni moderne per studiarle,ma effettivamente queste,insieme a quelle Perugina e similari,le inserirei nel cassettino da me nominato "cosine,cosette,cosucce", ovvero patacchine che hanno i connotati da veri gadget in quanto fatti troppo "con fantasia" . I falsi numismatici o moderni,come li si vuol nominare,sono altro e li metto a parte 😅 Queste emissioni le sto vedendo più che altro per le monete micro,anche e soprattutto ai mercatini. Una coin card con micro monetina "dorata" vien venduta a 1 euro. Commemorano magari papi,squadre di calcio ecc ..ma non è questo il caso. Vabbè, di prima mattina, come per la crema nel cornetto,ci ho messo un pò di off topic qui😬 Saluti a tutti1 punto
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I capelli di Vulcano sono piuttosto consumati, e vedo tanti segnetti, anche sul bordo. Direi BB.1 punto
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Mi perdoni, cito testualmente la sua frase "Il mio intento non era annoiarla, ma semplicemente sapere se queste avevano un interesse maggiore"... vorrei cortesemente farle notare che sono le stesse postate da lei un anno fa... e per cui aveva avuto già le medesime risposte di oggi. Io non mi annoio affatto, ma non capisco perché riproporre il medesimo oggetto e gli stessi quesiti per cui si aveva già avuto una risposta esaustiva. Quindi, non se la prenda a male se può venire spontaneo pensare che, dato che le risposte che ha avuto a suo tempo forse non erano quelle che si aspettava, ha magari pensato che altri, a distanza di tempo, potessero pensarla diversamente. Il fatto che poi lei non voglia trarre profitto dall'ingenuità altrui (truffare indica una determinata premeditazione e non mi sognerei mai di pensare nulla del genere) è encomiabile , e lo stesso vale per il fatto di rivolgersi a persone che hanno una maggior competenza (e non parlo di me, dato che mi reputo un totale ignorante). Per la cronaca ... anche io possiedo tre di queste pseudo monetine, e anche loro hanno un bel posto nella sezione "Curiosità e falsi" della mia modestissima raccolta.1 punto
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Concordo con @Josh81. Non sono pezzi particolarmente difficili da trovare in condizioni migliori, e forse anche spendendo meno. Confesso di non essere aggiornato sulle quotazioni, ho la serie completa, comprata un po' alla volta quando ancora c'erano le lire, e non saprei quanto possa valere oggi, ma se per quello chiedono 30 euro, per il mio quanto dovrei chiedere? petronius1 punto
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Piastra 1831 (37 mm / 27,59 g) Contorno al D/ - Provenienza: da Coll. privata / ex Artemide Aste1 punto
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Buonasera a tutti, condivido una mia Piastra 1834 - Variante al R/ aquile capovolte - R2 (Nomisma 931 - Gigante 58g) Contorno al D/ (37,5 mm / 27,30 g).1 punto
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Napoli Ferdinando IV (1759-1816) primo periodo (1759-1799) Piastra del 1791 D/Busti accollati dei regnanti R/Sole, Terra e Zodiaco1 punto
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Io, parere personalissimo, non la prenderei mai. Troppo rovinata e quel nastro lo trovo un obbrobrio. Con poco di più si trova di meglio, basta solo aver pazienza.1 punto
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Eccomi di nuovo con qualche dettaglio. Innanzitutto la coroncina di fianco al volto di Carlo III, segno distintivo di questo set proprio perché il 2023 è l'anno dell'incoronazione. Il ritratto è di Martin Jennings, come si nota dalla firma piccola sotto al collo MJ. Il rovescio mostra, sulla parte sinistra, un pattern formato da tre C, simile al pattern delle monete di Carlo II (1660 - 1685). Il pattern delle monete di Carlo II d'altronde si rifà a quello che è il suo monogramma.1 punto
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@Atexano E' sempre bene non attaccarsi a vecchie discussioni (questa e' di sei anni fa) in quanto dopo così tanto tempo si e' ormai perso il filo conduttore. A meno che non si voglia dare loro una rinfrescata apportando qualche novità significativa ad esse attinente. Ho visto che hai già aperto una discussione sulla tua moneta in area "identificazioni". Se lo ritieni opportuno, potresti magari citare questa discussione nella tua. Capisco la tua fretta di avere una risposta, ma devi considerare che la maggior parte delle persone che scrivono qui sul forum lo fanno nel poco tempo libero (sempre più poco, in verità) che hanno a disposizione. Ciao. Stilicho1 punto
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Arrivato oggi dalla Royal Mint. Devo dire che mi piacciono molto. Perdonate le foto non eccelse1 punto
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Tu avevi avuto una piccola anticipazione 😆 …nel frattempo è arrivata a casa. Per datare questa moneta è necessario analizzare le lettere nei campi del rovescio e il mintmark in esergo della zecca romana subito dopo le sconfitte di Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio (28 ottobre 312 d.C.) e di Massimino Daia nella battaglia di Tzirallum (30 aprile 313 d.C.) per mano di Licinio I. In questo specifico periodo che compaiono i primi “nummus” con le lettere R e F nei campi del rovescio (ma con esergo R P) e sono pertanto databili almeno al maggio 313. Il mintmark con una stella (*) tra le lettere R P, in aggiunta alle lettere R e F, è la serie successiva e indica che la moneta fu coniata verosimilmente tra la fine dell'anno 313 d.C. e l'inizio del 314 d.C.1 punto
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Moneta brutta al limite della decenza, magari puzza anche un pò, descritta comune. Tipo Fiat Panda 1° serie da rottamare. Quindi la posto solo perchè è in collezione. Mi raccomando NO LIKE ! Accettati commenti tipo: " Datti all'ippica" " Colleziona tappi di Coca Cola" " Leggi di più, soprattutto Topolino" . Ciao Beppe1 punto
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