Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/22/24 in tutte le aree
-
No, non è nulla di tutto questo… buongiorno, Signir Pasquino, da dove viene la moneta X ? come vede dal certificato viene dall’asta Y di Pincopallo bene, grazie. Buongiorno asta Pincopallo, la moneta X che ha venduto al signor Pasquino, da dove viene? Viene dal conferimento numero … fattoci dal signor Zzzzz, in data 32 febbraio e registrato sul registro della questura al numero xyz in data 33 marzo 3027 bene, grazie. Eventualmente: Buongiorno signor Xyz, la moneta X che ha conferito all’asta Pincopallo ( o venduto al commerciante Caio ) dove l’ha comprata? 1: l’ho comprata all’asta Sempronio ( o dal commerciante Zobeide ) e questa è la ricevuta relativa…bene, grazie 2: l’ho comprata al mercatino ( o da ammiocuggino) senza documenti di sorta…..ahi ahi ahi Signora Longari, mi è caduta sull uccello ( Cit. Mike Bongiorno) venga con noi in caserma…. piu chiaro di così non si può4 punti
-
DE GREGE EPICURI Non sono molte le università che possono disporre di due corsi di numismatica (rispettivamente: antica e medievale/moderna) e fra queste c'è la Statale di Milano. Ieri pomeriggio ho avuto il piacere di assistere come uditore alla lezione introduttiva di Numismatica Medievale e Moderna, tenuta dalla prof.ssa Monica Baldassarri, che ha sostituito (si tratta di un contratto) la prof.ssa Lucia Travaini dopo il pensionamento. Il corso è rivolto anzitutto agli studenti magistrali di storia, ma può rientrare nel curriculum di filosofia, lettere antiche e moderne, beni culturali, ecc. Abbiamo sentito illustrare, in modo chiaro ma molto ricco e interessante, i concetti di moneta e di denaro, le origini della monetazione, i suoi rapporti con l'economia, la religione, la vita associativa. Oggi si riprende, e credo che vedremo dei bei tondelli (già ieri si è proiettato uno splendido augustale...) Il corso si tiene mercoledì alle 16.30 in aula M205 (Santa Sofia), giovedì alle 14.30 in aula M401 e venerdì alle 12.30 in aula 515 (Festa del Perdono).3 punti
-
DE GREGE EPICURI Vi mostro questi 2 centesimi di Haiti del 1846 perchè non si vedono tutti i giorni; purtroppo sono un po' lisi. E' interessante che siano datati secondo "l'anno di Haiti", qui il 43°, che inizia col 1803.3 punti
-
Nel punzone di sinistra c'è scritto il titolo, sembra 800, ma non sono sicuro di leggere bene. L'originale è tutta un altra cosa... una moneta ricchissima di storia e commemorativa di una Milano che dopo le famose 5 giornate si era liberata dagli austriaci! La mia serie preferita Moneta comune, ma trovarla bella non è facile Ti posto la mia, ex Sincona di diversi anni fa3 punti
-
Condivido un mio 5 Tornesi 1833 - variante sul C/ rigatura obliqua - (Nomisma 1151 R5 - Gigante 213 R4)3 punti
-
Perché l’asta ha le sue regole e i commercianti le loro. Noi siamo attori in prima persona ,e acquistiamo in prima persona quello che vendiamo, le aste lavorano come mediatori di materiali non propri ( per legge NON possono vendere materiali di loro proprietà ) quindi è sufficiente che certifichino a te che te l’hanno venduta loro e che , per quanto da loro verificato, il bene ha una provenienza lecita e riconducibile ad un conferente.. Poi , in caso di richieste, informeranno la AG relativamente al conferente . E la danza ricomincia da qui3 punti
-
Queste cartoline ebbero regolare continuità per poco piu' di tre anni e per questo motivo sono abbastanza rare sia allo stato di nuovo che viaggiate. La pecca di questo esemplare e' la piega, dovresti conservarla piatta in modo di non aumentare la piegatura. Circa il francobollo con soprastampa B.L.P. ..come correttamente spiegato sopra, veniva apposto precedentemente sulla cartolina. Il Sassone mi da tre tipi di soprastampe, l' Unificato ne da due. (Probabilmente le due piu' comuni). Riesci a fare una foto nitida solo del francobollo, così da tentare di attribuire a quale soprastampa appartenga. I francobolli sono ben quotati. Potresti inoltre misurare la larghezza della soprastampa: mm 11,5 per il primo tipo mm 13,8 per il secondo tipo. Ad occhio mi sembrerebbe del II tipo, pero' meglio controllare.3 punti
-
E invece è proprio questo lo scopo della norma, ovvero l'attestazione che la moneta è stata venduta proprio da chi ha emesso il certificato. In caso di problemi sarà lui a giustificare dove e come ha ricevuto la moneta. L'acquirente finale è così dispensato da ricettazione o incauto acquisto. Come già scritto da @Tinia Numismatica. Arka Diligite iustitiam3 punti
-
Eusebeia Eusebeia è una parola molto usata nella filosofia greca, dal significato di pietà interiore e maturità spirituale, o di devozione nei confronti degli dei. Il termine fu usato nella Grecia Classica dove significava "personale pietà nello svolgimento dei rapporti umani". Fu anche espresso concretamente ed esternamente l'adempimento agli atti di venerazione agli dei (doni, sacrifici, devozione pubblica) e con l'estensione di onorare gli dei mostrando il proprio rispetto agli anziani, ai maestri, ai governanti e a tutto ciò che era sotto la loro protezione. L'Eusebeia e la Saggezza rappresentavano gli ideali dell'antica Sparta. Per i Platonisti l'Eusebeia rappresentava la giusta condotta nei confronti degli dei e per gli Stoici la conoscenza di come le Divinità debbano essere venerate. Progressivamente, nel più ampio mondo ellenistico della koinè, Eusebeia venne a designare "pietà interiore" o spiritualità, un dovere interiormente dovuto agli dei. Nella mitologia greca, il concetto di Eusebeia è antropomorfizzato con il Demone (Ευσέβεια) della pietà, della lealtà, del dovere e del rispetto filiale. Secondo una fonte, suo marito è Nomos (Legge) e la loro figlia è Dike, la dea della giustizia e dell'equo giudizio. In altre narrazioni, Dike è la figlia del dio Zeus e/o la dea Temi (Legge Divina). Nella mitologia greca Ευσέβεια (Eusebeia) è una dea, la personificazione della Pietà stessa. Gli Inni Orfici chiamano Ευσέβεια (Eusebeia) «μέγα όνειαρ» (= grande beneficio). Il filosofo Empedocle domanda alla Musa di inviargli un carro di Pietà. Il Tempio della Divinità era a Plovdiv in Bulgaria. Su delle monete di rame di Alessandria è rappresentata la Pietà romana sotto forma di una donna che porta un velo. Da https://it.wikipedia.org/wiki/Eusebeia apollonia2 punti
-
Esistono, ...purtroppo non si riesce a possedere tutti i libri.. anche se mia moglie dice che li ho proprio tutti. https://www.lastoriamilitare.com/prodotto/la-posta-militare-con-lafrica-orientale-gli-annulli-di-posta-militare-in-africa-orientale-di-edmondo-moro/2 punti
-
2 punti
-
Per tornare alla nota, sono anch'io del parere che si sia trattato di un messaggio "parzialmente nascosto", volutamente inviato da Silvana Balbi De Caro, unica autrice dell'articolo apparso sul BdN 54 (che riporta l'anno 2010, ma fu pubblicato nel 2012) e dunque della nota 56. Chi l'ha conosciuta non può pensare che la Balbi De Caro potesse essere connivente con un sistema tecnico-politico che forse aveva la tentazione (tutta italiana) di far sparire qualche monetina (o più di qualche) ... in silenzio ... E chi ha seguito aste e vendite pubbliche non può non aver fatto caso che da quegli anni le monete d'oro incriminate si sono magicamente moltiplicate nel mercato, ed hanno ridotto il loro valore commerciale, nonostante tentativi forsennati di assorbirne l'esubero e sostenerne il prezzo da parte di alcuni importanti commercianti. E se dopo 3 anni (2009 > 2012) dei risultati della Commissione non si era ancora parlato, forse valeva la pena far trapelare la notizia dell'esistenza di quelle monete (e quali monete!) e relativo Panel incaricato di catalogarle, per una loro salvaguardia, quantunque tardiva ... E teniamo conto di quale tempo possa essere stato necessario ad un'opera di classificazione e valutazione di parecchie decine di migliaia di monete (di cui 10.000 italiane) da parte di una Commissione ristretta: se fossero state esaminate 50 monete per seduta (ed immagino che i membri della Commissione non facessero quel lavoro a tempo pieno ma, all'italiana, a "tempo perso" e senza specifiche competenze di numismatica mondiale contemporanea ) sarebbero stati necessari 200 giorni di lavoro per la sola parte delle italiane. Vorrei ricordare che le note spesso si prestano a commentare molti aspetti: il rimando iniziale può essere relativo ad un aspetto marginale, ma poi la nota sviluppa aspetti che è difficile attribuire ad un qualche autore diverso da chi la scrive. E sicuramente Cardarelli-Mantano non potevano avere idea della consistenza, numerosità e tipo delle monete contenute negli "undici barili" a meno che questi non fossero stati da loro preventivamente e senza autorizzazione esaminati (ed allora non lo avrebbero ammesso). Un'ultima osservazione sulle monete di prova "proof": credo si tratti di un problema semantico; non è detto che tutti, per quanto valenti numismatici, conoscano le sfumature terminologiche e tecniche relative a tutti i periodi di monetazione. Molte monete definite "proof" anche da periti o case d'asta, tali non sono (PROOF è una modalità produttiva delle monete che parte dalla preliminare lucidatura dei singoli tondelli prima della coniazione): in molti casi si tratta solo di monete con fondi lucidi perchè di primo conio. Credo che a questo si riferisse la SBDC relativamente alle 100 Lire 1940 prova.2 punti
-
Serata molto interessante. Il bello di queste serate è il poter vedere, toccare e condividere le impressioni sulle monete "vere". Ieri più di 50 monete sono state viste, toccate e commentate dal vero durante la spiegazione. Vari i rovesci della consecratio che abbiamo potuto apprezzare. Un grazie al socio Fabio per la presentazione.2 punti
-
Hai hai!! il venditore ha dimenticato di scrivere pure 'RIPRODUZIONE' qualcuno potrebbe cascarci e pensare che sia buona........1 punto
-
Segnalo la mia conferenza "Le monete milanesi di Carlo V" a Lugano (venerdì 23 febbraio, ore 18:00) sotto l'egida del Circolo Numismatico Ticinese. Maggiori informazioni nella locandina. Buona serata, Antonio Rimoldi1 punto
-
Forse la cosa più semplice è quella di arrivare alla semplificazione in termini massimi del problema. Quale è l'utilità di questa certificazione per il collezionista che acquista una moneta? Fondamentalmente serve per avere una attestazione di lecita provenienza (e di autenticità, ma la discussione non verte su questo aspetto) effettuata attraverso l'acquisto presso una casa d'aste o presso un commerciante. Nel caso della casa d'aste che inserisce come provenienza la propria asta, oltre ad essere formalmente corretto, è anche dirimente per il collezionista che può stare tranquillo di aver acquistato in maniera lecita un bene. Se un domani salterà fuori che quel bene era stato rubato o altro, le autorità andranno dalla Casa d'Aste richiedendo i dati del mandante: nel caso di specie il collezionista è quindi tutelato. Ovvio che se nel certificato la Casa d'aste riuscisse ad indicare un precedente passaggio in asta pubblica di quel bene sarebbe ancora meglio, ma come ben sappiamo molte volte non è così agevole. Cosa servirebbe aggiungere una generica provenienza come "collezione privata"? Quello che serve al collezionista è avere tracciato l'ultimo passaggio in vendita pubblica. Se poi la moneta acquistata in asta era conferita dal privato X o dal commerciante Y al collezionista finale non dovrebbe nemmeno interessare. Ritengo sia necessaria questa semplificazione anche perché, alla fine, l'unica provenienza da considerarsi veramente dirimente sarebbe solo una antecedente al 1909, cosa pressoché impossibile da trovare oggi. Più utile invece sapere come devono essere redatti questi certificati, quali sono gli elementi che devono esserci per rendere il bene non confondibile (le monete sono pur sempre dei multipli), ecc. Se il certificato è redatto molto male, senza gli elementi che rendono riconoscibile la moneta in nostro possesso, allora può esserci qualche problema in più. Potrebbe essere sollevato il dubbio che la moneta non sia la medesima certificata ma una similare, facendo decadere anche il discorso di lecita provenienza.1 punto
-
1 punto
-
DE GREGE EPICURI Questo tetradrammo pesa 7,44 g e misura 20 mm. Al D, busto laureato, corazzato e paludato a destra, e la scritta: ...VA DIOKLETIANOC CEB Al R, figura femminile (che non ho individuato) volta a sinistra, che sacrifica su altare. LE nel campo. Dovrebbe essere il Dattari/Savio 10654/283. Secondo voi, al R di che figura si tratta?1 punto
-
Eusebeia è anche il nome con cui fu ribattezzata la città di Tyana, nella Cappadocia, in onore del re Ariarate IV Eusebio. Tyana (anche scritto Tiana) è stata una delle principali città del periodo ittita, importante per la sua posizione strategica. Situata su una fertile pianura, oltre a poter diventare una città ricca attraverso l’agricoltura, controllava la rotta dall’Anatolia centrale alle Porte Cilicie che erano il passaggio tra l’Oriente e l’Occidente / tra Europa e Asia. Tyana diventò una città ellenizzata quando l’Impero achemenide cadde in mano ad Alessandro Magno. Dopo la morte del re macedone, Tyana sarebbe stata prima parte del regno di Antigono il Monoftalmo per cadere in mano ai Seleucidi dopo la Battaglia di Ipso nel 301 a. C. Infine Tyana divenne parte dell’Impero romano che ha lasciato la sua impronta con la costruzione dell’acquedotto della città. Da https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Goti_268-270_invasioni_png.png apollonia1 punto
-
1 punto
-
Bella moneta! Eventualmente per la prossima volta bisognerebbe dare l'indizio di una moneta posizionata dritta: Diversamente sarebbe quasi impossibile, è stato solo un caso fortuito averla identificata così ruotata:1 punto
-
Altra medaglia di CASA RICORDI per il centenario con entrambi i fratelli GIOVANNI e GIULIO.1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
E' questo? https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k9813465p.r=baranowsky 1932?rk=85837;2#1 punto
-
1 punto
-
Complimenti @ferdinandoII... questo conio al D/ non è ancora stato catalogato e credo che sia abbastanza raro... a parte il tuo mezzo tornese ex lotto GMA dell'anno scorso ne è passato un altro proprio quindici giorni fa, all'ultima inAsta https://inasta.bidinside.com/it/lot/185518/zecche-italiane-napoli-ferdinando-ii-di-/1 punto
-
1 punto
-
Sì a questo punto la lascerò così in collezione, non credo che pulendola venga fuori il volto. Grazie mille1 punto
-
Aggiungerei solo che, al netto delle spigolature, delle supposizioni e delle riflessioni che ciascuno di noi può elaborare sul significato della famosa Nota, la sostanza oggettiva rimane la seguente: - le monete della Nota 56 non sono ricomprese fra i 400 e più depositi che nel 1999 sono stati trasferiti dai caveaux del MEF a quelli della B.I. e ciò è confermato dal fatto che la Commissione che ha esaminato ed inventariato i "Beni svelati", non le riporta; - esiste un verbale redatto dalla Commissione istituita nel 1992 che censisce le monete della Nota 56 e che nel 2009 conclude il lavoro: tale verbale, richiesto formalmente ai rappresentanti dei Ministeri che componevano la Commissione del '92, o non era nella disponibilità (..."chiedete agli altri, perchè l'hanno tenuto loro e noi non ce l'abbiamo), oppure, quando è stato richiesto all'altra Amministrazione, allegando alla richiesta la risposta fornita dall'Amministrazione precedente contattata, semplicemente, non è stato fornito. - sebbene abbiano ricevuto risposta anche interrogazioni parlamentari che chiedevano notizie sugli stuzzicadenti d'argento di Casa Savoia o del Duce e molte altre più o meno dello stesso tenore, per ben due volte la "nostra" interrogazione è stata completamente ignorata. Mi allineo ad alcuni precedenti post: questa discussione non ha più nulla di dire.😁 M.1 punto
-
Eh già, i Cantoni erano tradizionalmente filo-francesi, così come la Serenissima. Più variabile (logicamente) la posizione dello Stato Pontificio. Domani sera parleremo brevemente anche di queste tensioni, fondamentali per contestualizzare le prime emissioni dell'Asburgo e per capire che la monetazione milanese della c.d. dominazione spagnola... non comprende assolutamente le emissioni di Carlo V!1 punto
-
Tento con una lira del Doge Nicolò Tron Lira Tron (lamoneta.it)1 punto
-
Penso che una moneta del genere meriterebbe di essere messa a fuoco. A vederla così sembrerebbe FDC. Peccato per i segnetti sull'occhio, lo zigomo e la fronte.1 punto
-
Buona serata a tutti Volevo annunciare anche sul Forum il prossimo evento Collezionistico( prevalentemente Numismatico ) A FIRENZE . DOMENICA 7 APRILE ci sarà il primo "mercatino del collezionismo" a FIRENZE . INGRESSO LIBERO DALLE 9:30 ALLE 18:30 PRESSO IL PARTERRE ( PIAZZA DELLA LIBERTA') in Via del ponte rosso 2 a FIRENZE . PER INFO potete scrivere qua sotto o contattarci direttamente . ANCORA DISPONIBILI POSTI PER ESPOSITORI ( TOT 15/20 POSTI TOTALI) con possibilità in futuro di usare gli spazi esterni . Nelle prossime settimane pubblicheremo anche la lista degli espositori . Una breve descrizione dell'evento e info generali : l'evento non è un convegno numismatico ma un mercatino , seppur ci siano molti aspetti che possano ricordare un consegno . l'obbiettivo è quello di creare un ambiente stimolante per il commercio e lo scambio di oggetti da collezione ( anche se principalmente improntato sulla numismatica ) . Per quanto semplificate le due planimetrie 3d sono pressoché identiche rispetto agli ambienti reali , la porta centrale sarà chiusa e tutti gli espositori avranno le spalle coperte . Come intuibile dal nome è previsto un evento per ogni stagione . L'ingresso è libero e il costo per gli espositori sarà di 20 euro totali per 2 tavoli 80x80 cm . Ci sono a disposizione 2 bagni e il bar al piano di sopra . Sotto la struttura è presente un ampissimo parcheggio a pagamento che vi può permettere di trasportare il materiale in discreta sicurezza essendoci solo 50 m scoperti per arrivare alla sala . Anche per una bevuta in compagnia o due scambi siete tutti i BENVENUTI . Leonardo Lavagnini1 punto
-
Pregevole iniziativa che Firenze meritava di avere, auguri agli organizzatori, tra cui vedo anche giovani, che la rendono ancor più meritoria !1 punto
-
1 punto
-
Pubblica 1622 MC, gruppo A,nessun simbolo, conservazione qMB, valore 10 euro... Cosa volevi sapere di preciso? L'hai postata in questa discussione perché pensi sia una PVBLICE? Mi dispiace ma a mio avviso non lo è...1 punto
-
Ecco vedi aveva la barba 😅 Grazie @Stilicho , direi che è proprio quella, a riguardarla meglio l'aquilotta si riconosce, anche stavolta ho imparato qualcosa 🙂1 punto
-
Ne ha trovate 10 così, perfette, in una buca. Era un deposito di valori di 3mila anni fa. A cosa servivano davvero. Lame e decorazioni Dieci asce di bronzo di circa 3mila anni fa sono state trovate, con l’uso del metal detector, in una buca scavata anticamente per nascondere questo autentico tesoro. Il valore di questi oggetti era infatti notevole e non sono pochi i casi, in Europa, del ritrovamento di depositi antichi di utensili di bronzo nascosti e dimenticati dai nostri antenati. Dimenticati, è evidente, per la morte di chi li aveva nascosti. La presenza, nei depositi ricavati di terreno, di altri lacerti di bronzo induce proprio ad ipotizzare che queste fossero forme di accumulo e di risparmio economico attraverso un metallo che doveva avere, a quel tempo, un valore intrinseco non trascurabile. Il risparmio avveniva pertanto anche attraverso questi accumuli. Altri depositi simili si ipotizza che fossero frutto di donazioni da parte di fedeli alle divinità del bosco e delle acque. I materiali potevano poi essere recuperati e venduti per essere utilizzati o fusi in nuove forme, per sostenere le spese del santuario. Le 10 asce decorate, portate alla luce vicino al villaggio agricolo di Shalford, nell’Essex, in Inghilterra, fanno parte di un deposito di 23 pezzi bronzo segnalato dall’apparecchiatura elettronica. Le asce sono in perfette condizioni. La fusione deve essere avvenuta in un laboratorio artigianale altamente specializzato. Una rapida pulitura ha permesso di evidenziare una superficie ad alta densità di materiale – il bronzo è una legna di rame e stagno – dotata persino di riflessi. “Di solito i metalli dell’Età del Bronzo possono diventare friabili, ma questi conservano ancora un po’ di splendore dopo migliaia di anni nel terreno”, ha detto alla Bbc l’ufficiale di collegamento Lori Rogerson, che ha preso in carico il tesoro per studiarlo. Gli utensili, come dicevamo, sono stati portati alla luce con altri pezzi di bronzo tra i quali un lacerto di spada e blocchi di bronzo fuso in “lingotti a ciambella” (nelle foto, qui sotto). A cosa servivano queste asce? Avevano probabilmente un uso misto. Da un lato venivano utilizzate per tagliare il legname, ma fungevano anche – certamente – da strumento di difesa personale specie quando erano di dimensioni medio piccole come quelle trovate nell’Essex. Gli elementi decorativi – per quanto finalizzati a costituire un “fine corsa” anticipato, per la lama, per facilitarne il recupero dopo il colpo – lasciano intendere che esse potessero essere anche esibite come uno status symbol. Non possiamo dimenticare che, nel tempo, l’unione di un’ascia e di una lancia avrebbe prodotto l’alabarda. Il metallo aveva anche un valore intrinseco e poteva essere rifuso. I materiali di questo deposito potranno essere acquisiti da un museo della zona. Indagini di laboratorio potrebbero permettere di scoprire anche l’area da cui fu estratto il rame e il luogo di lavorazione. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che esistevano, anche a quell’epoca, commerci a vasto raggio. FONTE IMMAGINE, SERVIZIO MUSEO COLCHESTER E IPSWICH https://stilearte.it/ne-ha-trovate-10-cosi-perfette-in-una-buca-era-un-deposito-di-valori-di-3mila-anni-fa-a-cosa-servivano-davvero-lame-e-decorazioni/1 punto
-
1 punto
-
Come dice @furia78 il bordo largo è chiaramente e facilmente distinguibile. Oltre al passaggio d'asta riportato da @Oppiano conservo un altro passaggio: Asta Nomisma 40, collezione Vitalini1 punto
-
Il collezionista ha sempre a che fare con la Vorverständnis degli organi giudiziari.1 punto
-
1908 GIOVANNI RICORDI FONDATORE DELLA CASA EDITRICE MUSICALE I° CENTENARIO 1808-1908 Bronzo, Autori GIANNINO CASTIGLIONI MOD., ANGELO CAPPUCCIO INCISE - Stab. JOHNSON1 punto
-
Grazie @grigioviola abbiamo trattato un po sul prezzo e l'ho presa. A me piace e poi oltre all'incisione trovo molto interessante la leggenda del dritto, con PIVS non ne vedo molte in circolazione Buona giornata Oscar1 punto
-
TREASURE HOARD OF AMERICAN AND RUSSIAN GOLD COINS FOUND IN POLISH FOREST Image Credit : Szczecin Search Group Association A team of metal detectorists from the Szczecin Search Group Association have uncovered a treasure hoard consisting of American dollars and Russian rubles in the forests near Szczecin, Poland. The detectorists were conducting a survey to find relics from WW2, in particular, traces of the Battle of Szczec, fought between the Soviet Red Army and the Wehrmacht. Prior to the outbreak of WW2, the Wehrmacht made Stettin the headquarters for Wehrkreis II, which controlled the military units in all of Mecklenburg and Pomerania. At that time, less than 1% of the city inhabitants were Polish, who became marginalised and persecuted by the rising Nazi regime. In 1944, Allied air raids and intense battles between the Wehrmacht and Soviet forces resulted in the devastation of 65% of Stettin’s structures, including the near-total destruction of the city centre, seaport, and local industries. The city was eventually captured by Soviets forces in 1945, resulting in the majority of remaining inhabitants abandoning their homes. Image Credit : Szczecin Search Group Association According to a press announcement by PAP, Detectorists from the Szczecin Search Group Association have found 70 coins deposited in a heavily corroded metal can buried at a depth of approximately 15 to 20 cm’s. The total discovery has been estimated to be worth 100,000 zloty, which is over 24,000 US dollars based on current conversion rates. A preliminary study of the coins has already identified a Liberty Head double eagle, also known as a Coronet double eagle, which is an American twenty-dollar gold piece designed by Mint of the United States Chief Engraver, James B. Longacre. The coin has the motto “In God We Trust”, which is a Type III that circulated between 1877 to 1907. Image Credit : Szczecin Search Group Association Also identified are ten dollar Indian Head eagle gold coins dated to 1912, which was designed by Augustus Saint-Gaudens and circulated between 1907 to 1933. Łukasz Istelski from the Szczecin Search Group Association, said: “This is a dream come true for every detectorist. It is not only a material treasure, but above all a great discovery.” Istelski noted that the coins could have been related to war activities and deposited for safety, but their origin is truly a mystery. https://www.heritagedaily.com/2023/11/treasure-hoard-of-american-and-russian-gold-coins-found-in-polish-forest/149167?amp=1 Stash Of US And Russian Gold Coins Worth Over 100,000zł Found In Szczecin Forestws The group from the Szczecin Exploration Group Association had been exploring local woodland in search of traces from the Battle of Szczecin from the opening stages of WWII when they came across the hoard of gold coins. Stowarzyszenie Szczecińska Grupa Eksploracyjna Treasure-hunters dedicated to uncovering remnants of World War II, were left speechless after unearthing 70 gold coins during a search last Sunday. The group from the Szczecin Exploration Group Association had been exploring local woodland in search of traces from the Battle of Szczecin from the opening stages of WWII when they came across the hoard of gold coins. The 70 gold coins estimated to be worth over PLN 100,000 were found inside a corroded metal can buried 20cm below the surface.Stowarzyszenie Szczecińska Grupa Eksploracyjna The group’s Łukasz Istelski said: “Yesterday, two friends from the association and I went on a standard search for things left over from World War II – buttons, coins. “But no one expected to find gold coins. “This is a dream come true for every detectors and every seeker. It is not only a material treasure, but above all a great event.” Included among the hoard were 20, 10, and 5 US dollars, and 15 and 5 rubles, weighing a total of 404 grams.Stowarzyszenie Szczecińska Grupa Eksploracyjna The 70 gold coins estimated to be worth over PLN 100,000 were found inside a corroded metal can buried 20cm below the surface. Included among the hoard were 20, 10, and 5 US dollars, and 15 and 5 rubles, weighing a total of 404 grams. In a Facebook post, the association said: “There are no words to describe this! Today will go down in history. Stowarzyszenie Szczecińska Grupa Eksploracyjna “This is a dream come true for every detectors and every seeker. It is not only a material treasure, but above all a great event.”Marcin Bielecki/PAP “Another success of our association. “Today Andrzej broke the bank, had a walled heart attack. We’re still recovering and I think not many people will sleep tonight” Although the exact origin of the buried coins remains a mystery, the association now plans to transfer them to the district office and investigate their connection to wartime activities. https://warsawpoint.com/news/60088-stash-of-us-and-russian-gold-coins-worth-over-100000zl-found-in-szczecin-forest.html1 punto
-
Come esempio artistico. Una persona possedeva un dipinto, ad esempio Monet. La dimensione del dipinto è di due metri per uno. Il contrabbando è difficile. Ha scambiato il dipinto con oro con il rappresentante commerciale degli Stati Uniti in Russia. Poi sono andato in Polonia. Hanno seppellito il tesoro. L'oro non poteva essere depositato nelle banche polacche. Il polacco potrebbe sequestrare l'oro della banca. L'uomo è poi tornato in Russia per raccogliere il resto dell'oro. È stato arrestato e fucilato. Questa è tutta la storia. Non c'era bisogno di pensare qui. Ho anche dollari da tali scambi, mia nonna li ha cambiati. Vero, carta.))1 punto
-
La discussione alla quale mi aggancio ha costituito l’occasione per scrivere questo lungo, lunghissimo, post che da tempo avevo in mente e che, per questioni di tempo, non ero riuscito prima d'oggi a mettere giù. Il richiamo dell’art. 64 del Codice dei Beni Culturali non è mai ridondante e tantomeno scontato, come giustamente osserva @Oppiano . La tutela del collezionista di monete antiche trova il suo primo baluardo nella competenza, nella correttezza e nella preparazione del commerciante, requisiti tutti sussumibili nel concetto di professionalità. Il secondo baluardo è nel livello di studio e approfondimento che chi si approccia a collezionare monete antiche deve necessariamente prestare anche alla normativa nel cui ambito dovrà muoversi. E’ un dato di fatto oggettivo. Ed è un fatto altrettanto oggettivo, con il quale ciclicamente mi scontro, che alcuni (pochi per fortuna) commercianti professionisti che vendono anche monete antiche, ancora oggi non abbiano ben chiara l’essenza dell’attestazione di autenticità e provenienza di cui all’art. 64 del Codice dei Beni Culturali. Probabilmente perché il commercio di antiche non rappresenta, per loro, il core business. Capita, quindi, che taluni ritengano di assolvere all’obbligo posto dall’art. 64 del Codice dei Beni Culturali mediante la consegna all’acquirente di “un mero pezzo di carta” (o di un file, nei casi più evoluti) impropriamente denominato “certificato” di autenticità e “lecita” provenienza (come se un bene oggetto di compravendita, qualunque esso sia, possa essere di provenienza illecita!). L’attestato di cui all’art. 64 non si risolve in una foto della moneta antica (per restare nell’ambito degli oggetti di nostro interesse) corredata di una descrizione (auspicabilmente non sommaria e imprecisa) conclusa dalla pomposa dicitura: “certifico che la suddetta moneta è autentica e di lecita provenienza”, a volte pure priva di timbro e sottoscrizione del commerciante (come pure – vi garantisco – mi è capitato in un emblematico caso isolato che ha fortemente ispirato questo post). Tantomeno l’obbligo può ritenersi assolto dal rinvio alla fattura di acquisto e alle condizioni generali di vendita (che, nella stragrande maggioranza dei casi, già contengono la garanzia che il materiale proposto in vendita sia genuino e autentico). Naturalmente il mio discorso è circoscritto agli operatori commerciali italiani, gli unici ad essere tenuti al rilascio dell’attestazione in commento. E’ sconfortante verificare ancora oggi, dopo fiumi di discussioni, di problemi giudiziari e di polemiche, quanto sia complicato per qualcuno comprendere l’importanza che l’attestazione prevista dal Codice dei Beni Culturali riveste anche nella formazione del pedigree che ogni moneta antica dovrebbe recare con sé. Pedigree della cui importanza pure tanto si discute. Ovviamente lo sconforto è tutto personale. L’art. 64, che su questo forum sarà stato citato una infinità di volte, è chiaro nel delineare il contenuto dell’attestazione. La norma recita testualmente che: “Chiunque esercita l'attività di vendita al pubblico, di esposizione a fini di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura, di grafica ovvero di oggetti d' antichità o di interesse storico od archeologico, o comunque abitualmente vende le opere o gli oggetti medesimi, ha l'obbligo di consegnare all'acquirente la documentazione che ne attesti l'autenticità o almeno la probabile attribuzione e la provenienza delle opere medesime; ovvero, in mancanza, di rilasciare, con le modalità previste dalle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull'autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza. Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell'opera o dell'oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi”. Ho voluto sottolineare ed enfatizzare con l’uso del grassetto le espressioni lessicali che, a mio avviso, costituiscono l’essenza della disposizione. Ribadisco che qui farò riferimento solo alle monete antiche. Il commerciante italiano ha l’obbligo (non la facoltà) di garantire all’acquirente che la moneta venduta sia autentica e di documentarne o di attestarne la provenienza (la norma non dice “lecita” perché si sarebbe trattato di una ovvietà). Tale obbligo, quindi, può essere assolto per due vie, tra esse non alternative ma in posizione di subordine l’una rispetto all’altra: a) consegnando all’acquirente la documentazione che attesti l’autenticità della moneta (una eventuale perizia, ad esempio, ove esistente) e la sua provenienza (mi viene da pensare alla documentazione giustificativa dell’acquisizione della moneta che il venditore, a sua volta, ne ha fatto da un terzo: in questo caso si potrebbero porre problemi legati alla privacy del terzo cedente che, tuttavia, ritengo possano agevolmente superarsi laddove il commerciante, al momento dell’acquisizione, abbia l’accortezza di richiedere e ottenere dal proprio dante causa una autorizzazione al trattamento e alla diffusione di quei dati sensibili); b) in mancanza (della documentazione di cui sopra), dichiarando egli stesso (il venditore, intendo) l’autenticità e la provenienza della moneta, offrendo all’acquirente tutte le informazioni a tal fine necessarie: è quest’ultimo l’attestato propriamente inteso. Ovviamente, poiché detta dichiarazione integra gli estremi di una assunzione di responsabilità a tutti gli effetti di legge nei confronti dell’acquirente, è scontato rilevare che il commerciante (che non voglia incappare in problemi) dovrà a sua volta avere accertato preliminarmente l’autenticità e la provenienza della moneta che pone in vendita (e, quanto alla provenienza, sconsiglierei a qualsiasi commerciante di farlo accontentandosi di una autodichiarazione da parte di colui dal quale intende acquisire la moneta). Per l’assolvimento dell’obbligo posto dall’art. 64 il commerciante (italiano) non può chiedere all’acquirente un solo centesimo, neppure camuffando la pretesa (postuma) sotto il velo del rimborso spese per “stampa fotografica di alta qualità” (come pure un “buontempone” si è preso la briga di rispondermi per giustificare una richiesta di pagamento di un attestato che in prima battuta non mi era stato spedito unitamente alla moneta antica acquistata). Il commerciante dovrà tenere conto di questo costo nel momento in cui andrà a determinare il prezzo della moneta offerta in vendita (o l’entità delle commissioni applicate, in caso di intermediazione), così di fatto recuperandolo comunque, sia pure indirettamente (ma in maniera sicuramente più elegante), dal cliente finale. A mio avviso, un attestato di autenticità e provenienza degno del disposto normativo dovrebbe comporsi da: (i) riproduzione fotografica della moneta, sicuramente sempre producibile nel caso dei nostri amati tondelli (si rammenti che l’art. 64 specifica che “Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell'opera o dell'oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi”); (ii) una accurata descrizione della moneta, comprensiva di dati ponderali (fedeli), stato di conservazione (per quanto opinabile) e riferimenti bibliografici, che si concluda con una attestazione di autenticità della stessa (autenticità che, come detto, dovrebbe essere stata accertata dallo stesso commerciante prima di immettere la moneta sul mercato; in ogni caso, generalmente il materiale messo in vendita viene garantito autentico già nelle condizioni generali di vendita… ma i rinvii non mi piacciono); (iii) le informazioni sulla provenienza, quali ad esempio: collezione privata italiana, europea o extracomunitaria (senza la necessità di menzionare l’identità del precedente proprietario); il numero di annotazione, in entrata e in uscita della moneta, attribuito nel registro del commerciante prescritto dalla normativa in materia di pubblica sicurezza (si veda l’art. 63 del Codice dei Beni Culturali e l’art. 128 del TULPS), informazione che tutelerà la privacy del soggetto dal quale il commerciante ha acquisito la moneta ma che consentirà, al contempo, in caso di dispute giudiziarie, di risalire agevolmente ai vari passaggi di mano della stessa; ove disponibili, eventuali precedenti passaggi d’asta noti (ad esempio, ex Casa d’Aste S.p.A. vendita n. …. del ….); (iv) timbro e firma del commerciante. E attenzione a non confondere e a non sovrapporre l’importanza dell’attestato con quella della fattura: la seconda non sopperisce e non esclude il primo. La fattura è il titolo che giustificherà e proverà la provenienza della moneta per chi l’ha acquistata, cioè per il suo nuovo proprietario. L’attestato è il documento con cui il commerciante professionale (colui che vende) ha l’obbligo di dichiarare a chi compra la precedente provenienza della moneta, legittimando in tal modo il potere che egli ha di cederla attraverso l’immissione sul mercato. Ritengo che una delle funzioni che il legislatore abbia voluto attribuire all’attestazione di autenticità e provenienza sia quella di consentire (quantomeno sul suolo dello Stato) una sorta di tracciamento dei “passaggi di mano” delle “opere di pittura, di scultura, di grafica ovvero di oggetti d'antichità o di interesse storico od archeologico” (e con i tempi che corrono non può che essere un bene sia per il collezionista che per il commerciante) così da arginare il proliferare dei ricettatori, oltre che dei falsari. Nella prospettiva del legislatore, l’attestato in parola era (ed è) finalizzato a caricare di responsabilità i soggetti coinvolti nella compravendita professionale di oggetti di antichità o di interesse storico o archeologico facendo assurgere i commercianti al ruolo (determinate) di “filtro”, essendo essi indubbiamente gravati dall’onere (non codificato ma non privo di conseguenze ove non assolto) di accertare l’autenticità e la provenienza di ciò che pongono in vendita (non mi stancherò mai di ripeterlo: colui che commercia in questo particolare tipo di beni non può pensare di superare il problema della provenienza mediante la semplice acquisizione, dal conferente, di una autodichiarazione sulla liceità della provenienza e del possesso). Infatti, poiché essi sono obbligati ad attestare all’acquirente l’autenticità e la provenienza del materiale venduto, non potranno che – in primis, a propria tutela – pretendere dal soggetto dal quale si sono a loro volta “approvvigionati” quelle medesime garanzie che essi saranno tenuti a dare all’acquirente. I commercianti, dunque, sono l’anello centrale della catena di responsabilità insite nei trasferimenti della moneta nel tempo. Un ruolo decisivo e pregno di responsabilità che, come ogni professione che si rispetti, deve essere svolto con la massima diligenza e che deve portare il collezionista a prediligere sempre l’acquisto da commerciante professionista. Un ruolo che tanti svolgono in maniera ineccepibile ma che pochi, purtroppo, fingono di ignorare con grave nocumento per l’intero settore. Saluti.1 punto
-
Grazie @AndreaPD, vediamone un esempio: (da https://www.numismaticaranieri.it/archivioscheda/2555-venezia-governo-provvisorio-di-venezia-1848-1849-20-lire-1848.aspx )1 punto
-
Buongiorno, condivido con piacere le foto della mia oncia,nelle oncie di questa tipologia ritroviamo il busto di Ferdinando in "stile" siciliano. Riguardo alle 1785 bisogna stare molto attenti alle contraffazioni molto ben fatte, le quali hanno fregato anche qualche esperto. Saluti1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.
Il network
Hai bisogno di aiuto?
