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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/23/24 in tutte le aree

  1. Si tratta della stessa identica moneta... e se il peso fosse realmente di 27 grammi (come riporta l'annuncio), la moneta in questione potrebbe tranquillamente risultare autentica - visto che presenta un'autentica coppia di conii. Qualora invece, la moneta avesse un peso così diverso, potrebbe anche trattarsi di un falso ottenuto per fusione (con un calco da moneta autentica). Anche se, i falsi d'epoca di piombo e stagno - ottenuti a getto - hanno quasi sempre un peso calante. Allego l'immagine di un esemplare autentico frutto della stessa identica coppia di conii. Un saluto
    4 punti
  2. Salve, condivido un mio 5 Tornesi 1845 - millesimo rarissimo / estremamente raro (Nomisma 1160 R4 / Gigante 221 R3)
    3 punti
  3. Buongiorno a tutti, Falso d'epoca della Mezza Piastra 1833 in ottone con rimanenze di argentatura. Purtroppo ancora non dispongo di foto del taglio e dati ponderali.
    3 punti
  4. Trovata,è un dinero di Alfonso VIII di Castiglia zecca di Toledo 😊 https://fr.numista.com/catalogue/pieces100890.html https://fr.numista.com/catalogue/pieces122684.html
    3 punti
  5. Condivido con piacere questa bellissima moneta, che rincorrevo da molto tempo Scudo da 6 Lire Repubblica Cisalpina, coniato a Milano per commemorare l'armistizio di Alessandria del 16 Giugno 1800 Moneta coniata in 150000 esemplari e che compare abbastanza spesso, però trovarla bella bella senza spendere moltissimo è veramente difficile, come anche trovarla senza fastidiosi hairlines da pulizia, oppure lavata Questa proviene dall'asta 139 di NAC, lotto 76, giudicato qFDC nel catalogo. Io aggiungo la bellezza dei fondi, praticamente speculari e una meravigliosa patina che nelle foto del catalogo non trasparivano Foto del catalogo d'asta Mie foto
    2 punti
  6. Salve, tutti...é da un po' che ha iniziato a incuriosirmi la monetazione riguardante la dinastia dei severi, e mi era venuto in mente di iniziare una collezione concentrata su questa. In particolare trovo molto belli i denarii dei severi e quindi pensavo di concentrarmi su quelli. Voi come vi muovereste per costruire questa collezione? Nel frattempo ho acquistato questi due denarii: Un RIC 20b di Geta con la Securitas al Rovescio e un RIC 71 di Elagabalo con la Fides al Rovescio Di cui allego foto. Volevo sapere cosa ne pensavate di questi due primi acquisti e qualche consiglio da parte vostra. Grazie Mille!!
    2 punti
  7. Ringrazio il CNT per l'organizzazione, i partecipanti e l'amico Tiziano @Parpajola per le foto.
    2 punti
  8. Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Settimio Severo ( 193-211 d.C.) con la rappresentazione sul rovescio del Genio ( Genius) coniato a Roma nel 207/208 d.C. . Divinità quelle dei Genii molto interessanti che riguardavano la vita quotidiana delle persone percui venivano venerati, invocati e gratificati sempre affinché tutto andasse bene. Di origini antichissimi anche la vita degli Etruschi e dei Greci era accompagnata da tali entità che si possono considerare come delle figure intermedie che facevano da tramite tra gli dei e gli uomini. Ritornando alla moneta quello rappresentato sul rovescio dovrebbe essere il Genio Augusto ( Genius Augusti) con cornucopia dell'abbondanza, patera ed altare sacrificale. Era un messaggio diretto dell'imperatore che voleva rassicurare tutti sul fatto che si sarebbe sempre adoperato in prima persona ( come Pater Patrie) per il bene dell'impero e quindi del popolo romano. Un argomento questo dei Genii che approfondirò con piacere. Qualsiasi intervento in merito sarà molto gradito. Da esame diretto il denario risulta coniato ( spero ai tempi di Settimio 🙂), centrato, con buon metallo ed una discreta patina ( forse in passato non ha subito pulizia aggressiva) ed ha circolato svolgendo la sua funzione di moneta. Grazie ed alle prossime ANTONIO 18 mm 3,03 g RIC 220 Statua del Genio Augusto presso I Musei Vaticani a Roma ed un affresco raffigurante i Genii.
    2 punti
  9. A grande richiesta riapriamo.
    2 punti
  10. Avrei questa moneta da 2 centimes del 1881 con AN 78 Il numero si riferisce al settantottesimo anno dall'indipendenza dalla Francia ottenuta il primo gennaio del 1804.
    2 punti
  11. Buongiorno, io direi che... qualcuno mente https://www.subito.it/hobby-collezionismo/12-tari-1798-originale-27-grammi-argento-napoli-498247635.htm
    2 punti
  12. Facendo due calcoli 7 grammi equivalgono all'incirca a 3 tarì, questa moneta è da 15 tarì!
    2 punti
  13. DE GREGE EPICURI Non sono molte le università che possono disporre di due corsi di numismatica (rispettivamente: antica e medievale/moderna) e fra queste c'è la Statale di Milano. Ieri pomeriggio ho avuto il piacere di assistere come uditore alla lezione introduttiva di Numismatica Medievale e Moderna, tenuta dalla prof.ssa Monica Baldassarri, che ha sostituito (si tratta di un contratto) la prof.ssa Lucia Travaini dopo il pensionamento. Il corso è rivolto anzitutto agli studenti magistrali di storia, ma può rientrare nel curriculum di filosofia, lettere antiche e moderne, beni culturali, ecc. Abbiamo sentito illustrare, in modo chiaro ma molto ricco e interessante, i concetti di moneta e di denaro, le origini della monetazione, i suoi rapporti con l'economia, la religione, la vita associativa. Oggi si riprende, e credo che vedremo dei bei tondelli (già ieri si è proiettato uno splendido augustale...) Il corso si tiene mercoledì alle 16.30 in aula M205 (Santa Sofia), giovedì alle 14.30 in aula M401 e venerdì alle 12.30 in aula 515 (Festa del Perdono).
    1 punto
  14. Spero che non siano fasulle pure queste. Il 20 franchi di Napoleone ha una brutta botta. Almeno credo sia una botta.
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  15. Con immensa gioia posto la mia prima 10 lire Pegaso del 1949. L'ho comprata come SPL ma chiedo, come sempre, un parere anche a voi esperti. Spero le foto siano sufficientemente nitide.
    1 punto
  16. ok scusate non avevo notato, per me la moneta è originale sulla conservazione non mi esprimo.
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  17. Il peso lo ha dato, in linea con i 2 tarì.
    1 punto
  18. Autentica, dalle immagini direi MB/qBB
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  19. Buona sera...complimenti @rickkk! Moneta superba.
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  20. Ciao, di solito non mi capita di avere tra le mani questo genere di monete e quindi non saprei veramente che tipo potrebbe essere. Qualche aiuto? peso: 30.00g (a puntino) diametro: 32 cm
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  21. Corea del Nord, 10 won 94 (2005); ossia 94° anno era Juche, Conteggio che parte dal 1912, anno di nascita di Kim Il Sung
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  22. 1 punto
  23. Francobollo di 'propaganda di guerra ' serie Imperiale. Emissione 1942 30c bruno (III) Aeronautica. Quotato sui 30/35€. Annullo di Venezia Ferrovia meccanico doppio cerchio con datario (con mese nella data errato), pubblicitario. L' annullo non nitido è questo... Ritornando all' annullo doppio cerchio con datario, credo sia impostato erroneamente il mese, infatti dallo scritto vediamo la data del 25.7.42 e nell' annullo 25 IX 42, Poteva succedere. Bella. !!!
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  24. C’è qualcosa, là sotto. In provincia di Udine scoprono sotto la ghiaia un’ara romana di 6 tonnellate, un’urna e un volto in calcare Scoperta di rilievo, grazie alla segnalazione di un cittadino, in Friuli Venezia Giulia. Sono stati trovati e recuperati un altare funerario romano scolpito, un’urna, basamenti in marmo e un volto scolpito nel calcare. Nel Comune di San Vito al Torre, nel greto del fiume omonimo, si sono svolte le operazioni di recupero di un importante manufatto antico, un monumento a carattere funerario di epoca romana, sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo dott.ssa Serena Di Tonto della Soprintendenza ABAP FVG, alla presenza dei Carabinieri del NTPC, esponenti delle Forze dell’Ordine locali e del Commissario straordinario del Comune di San Vito al Torre. Ne ha dato notizia nelle ore scorse la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio – Friuli Venezia Giulia. Il ritrovamento del monumento e le successive operazioni di recupero sono state tenute riservate fino a ieri per la necessità di svolgere in sicurezza altre indagini nell’area circostante. San Vito al Torre (San Vît de Tôr in friulano) è un Comune di 1197 abitanti, in provincia di Udine. Nell’epoca romana era un praedium – cioè un fondo – dipendente da Aquileia, città a circa 18 chilometri di distanza. Il defunto apparteneva a una famiglia, quella degli Apinius, che era parte dell’élite di quella città. Lo studio del materiale è evidentemente in corso, ma si può supporre che il ricco cittadino romano avesse qui, non distante, una villa. La scoperta potrebbe pertanto presagire a nuovi importanti ritrovamenti. Questi monumenti venivano spesso collocati in un punto di affaccio della proprietà su una strada di una certa importanza. Gli appartenenti alla famiglia Apinia espressero pubblici amministratori – curatores rei publicae – di cui l’esempio più tardo è, per quanto concerne quest’area, quell’ Apinius Programmatius, curator rei publicae luliensium Karnorunm che si sarebbe occupato del rifacimento di un tratto dell’antica via per il Norico (Aquileia – Aguntum), grazie alla munificentia degli imperatori Valentiniano, Valente e Graziano (373 d.C.). Le operazioni di recupero dell’ara, che sono durate un’intera giornata, sono state rese possibili grazie al supporto logistico della Protezione Civile regionale e all’aiuto fornito dalla ditta Natison Scavi di San Giovanni al Natisone, che ha messo a disposizione un mezzo pesante che consentisse il sollevamento e il trasporto del reperto. “Il recupero – spiega la Soprintendenza – è stato particolarmente articolato a causa delle dimensioni e del peso dell’ara funeraria, pari a 6,26 tonnellate. Dopo i primi scavi, realizzati per liberare il manufatto dalle ghiaie, per determinarne le esatte dimensioni e lo stato di conservazione e chiarire se fossero presenti altri reperti o stratigrafie archeologiche ancora conservate, si è proceduto a scavare nella zona antistante per creare un’area sufficiente a raddrizzarlo e a posizionare le imbragature di tela e lo si è quindi avvolto nel tessuto non tessuto per prepararlo al trasporto”. “Il monumento in calcare – spiega l’ente di tutela – quasi completamente sommerso dalle ghiaie del letto del Torre, era stato fortuitamente individuato da un passante, Ervino Silvestri, che ha prontamente allertato le autorità di competenza. Grazie alla sua segnalazione è stato possibile attivare una importante sinergia fra le istituzioni, che ha consentito in poco tempo di organizzare la messa in luce dell’opera in piena sicurezza e il suo trasporto in un luogo di ricovero temporaneo, dove potrà essere pulita e restaurata, nell’ottica di una possibile esposizione futura. Sono in atto accordi con il Comune di San Vito per individuare, nel comune stesso, un luogo idoneo alla sua conservazione”. L’ara funeraria è quasi integra, a eccezione dell’angolo in alto a destra, rotto presumibilmente in antico, ed è ora in fase di studio scientifico. È composta da una parte frontale che presenta un’iscrizione, riferibile alla gens Apinia, posta all’interno di una cornice modanata, e da due lati, uno dei quali integro, che riportano una decorazione con Eroti alati con in mano rispettivamente una fiaccola rovesciata e un fiore di papavero, simboli del sonno eterno. Il lato posteriore è solo sbozzato e parzialmente rovinato e sfaldato, probabilmente a causa della giacitura nell’acqua per un lungo periodo. Una prima veloce lettura dell’iscrizione, che sarà analizzata più approfonditamente nei giorni a seguire, e la tipologia della decorazione permettono di ipotizzare una datazione all’epoca alto-imperiale. Nell’area, oltre al monumento, sono stati individuati anche un’urna funeraria in pietra senza coperchio, due basi in calcare, alcuni mattoni e pezzi di tegole e un volto maschile in calcare. https://stilearte.it/ce-qualcosa-la-sotto-in-provincia-di-udine-scoprono-sotto-la-ghiaia-unara-romana-di-6-tonnellate-unurna-e-un-volto-in-calcare/
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  25. Beh a questo è facile rispondere... su e-Bay si trovano migliaia di monete in vendita con fantomatici "errori di conio"... nella stragrande maggioranza minuscole occlusioni del conio o addirittura segni dovuti all'usura. O magari, per le monete che venivano confezionate in rotolini, vengono spacciati per errori di conio anche i segni circolari lasciati dal confezionamento sulla prima e ultima moneta del rotolino (il famoso "doppio cerchio"!). L'astuto 😎 venditore medio, per giustificare il fatto che una banale moneta da 1 euro possa essere in vendita a 5000, scrive per ogni banalità "errore di conio" e il gioco è fatto. Di conseguenza, molti di coloro che leggono l'inserzione, ingolositi dall'eventualità di arricchire senza sforzo, si mettono, lente alla mano, ad analizzare qualunque moneta si ritrovino in tasca alla ricerca di una qualsivoglia differenza rispetto all'originale (spesso senza nemmeno guardare l'originale...), e, alla minima traccia ecco che sperano di aver trovato il ricercatissimo "errore di conio"! Addirittura alle volte (quanti ne abbiamo visti sul forum?) chiedono la valutazione di una normalissima moneta, senza nemmeno errori particolari. Una contro-cultura terrificante, ma così è...
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  26. Purtroppo la zecca ogni tanto conia anche per privati, e questo genera grande confusione, in più il nome "Storia della lira" compare anche in due dittici di commemorative uffficiali in argento del 2000 e 2001, che riproducono monete del regno e della repubblica, tanto per aumentare la confusione al massimo.
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  27. Di nulla. Le monete vengono falsificate diciamo pure da sempre. In questo caso comunque non siamo di fronte ad un falso, ma ad una riproduzione, cioè ad un qualcosa che ricorda la moneta originale. Saluti
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  28. Per i francobolli, esattamente come per le monete, gli orologi, le automobili, le figurine e i tappi di bottiglia, il valore lo fa il mercato. Ci sono francobolli che sono solo carta sottile, francobolli in oro (ebbene sì) che valgono come quelli di carta sottile e francobolli di carta sottile che valgono migliaia di euro perché sono RARI. Una riproduzione raramente vale più qualcosa più del materiale in cui è realizzata, a meno che valga per essa la legge di mercato: in questo caso, c'è grande richiesta per questo genere di cofanetto contenente riproduzioni di monete in lire? Il mio discorso sul materiale significava: se sono monete originali, per quando FDC, possono valere qualcosa in più delle 1850 lire facciali, ma poco, e sicuramente non certo 1000 euro; dato che sono riproduzioni, se ALMENO fossero in metallo pregiato varrebbero il peso di quel metallo. Su Ebay ne ho trovato anche qualcuno speranzoso che lo propone a 900 euro, ma temo resterà invenduto...
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  29. Ciao c'è ne un esemplare proposto anche nella prossima asta Nomisma 69. Lotto 1625, peso 10.25 grammi
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  30. wikipedia = Il similoro è una lega metallica composta da rame, zinco e stagno. Il rapporto percentuale di questi tre metalli nella lega è il seguente: 84% di rame, 9% di zinco e 7% di stagno. Viene usato in sostituzione del ben più pregiato e costoso oro.
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  31. Ecco la frase incriminata. La fattura non è un attestato, ma un documento fiscale. Al limite puoi dimostrare che hai comprato qualcosa, ma non cosa. Arka Diligite iustitiam
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  32. Pensavo che in ambito politico, associati a governo, fossero più comuni i termini: "peggiore" e "meno peggio"....😂
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  33. Grazie della gentile risposta Saluti Latino
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  34. Sembra di intravedere in alto a destra , sopra la prua . il crescente , se cosi' fosse sarebbe un Cr. 57/3 , altrimenti un generico Cr. 56/2
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  35. Da Tiatira nella Lydia anatilica, un esemplare di AE al nome di Nerone, con al diritto busto dell' imperatore con leggenda ed al rovescio bipenne ( labrys ) con nome della città . Sarà il 6 Marzo in vendita CNG 557 al n. 252 .
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  36. appunto dico che c'è qualcosa che non torna, 7 grammi sono molti, non saprei quale altro metallo più pesante possa essere stato impiegato per coniare la moneta all'epoca, ipotizzando che si tratti di falso d'epoca....
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  37. Ciao Antonio, Complimenti, domani sera non potrò essere a Lugano, ma sono sicuro sarà una conferenza interessantissima. In bocca al lupo!!
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  38. La moneta americana è la n. 9 della Perugina. Riproduce il mezzo dollaro degli Stati Confederati (i sudisti della guerra civile), coniato in soli quattro esemplari, uno dei quali è stato venduto per oltre 1 milione di dollari. petronius
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  39. concordo non ci arriva nemmeno questa a SPL graffio bello grosso al dritto e sulla R al Rovescio, e questo nonostante le foto pessime, ho paura che potrebbe venire fuori molto di più con foto migliori. un saluto
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  40. Eusebeia Eusebeia è una parola molto usata nella filosofia greca, dal significato di pietà interiore e maturità spirituale, o di devozione nei confronti degli dei. Il termine fu usato nella Grecia Classica dove significava "personale pietà nello svolgimento dei rapporti umani". Fu anche espresso concretamente ed esternamente l'adempimento agli atti di venerazione agli dei (doni, sacrifici, devozione pubblica) e con l'estensione di onorare gli dei mostrando il proprio rispetto agli anziani, ai maestri, ai governanti e a tutto ciò che era sotto la loro protezione. L'Eusebeia e la Saggezza rappresentavano gli ideali dell'antica Sparta. Per i Platonisti l'Eusebeia rappresentava la giusta condotta nei confronti degli dei e per gli Stoici la conoscenza di come le Divinità debbano essere venerate. Progressivamente, nel più ampio mondo ellenistico della koinè, Eusebeia venne a designare "pietà interiore" o spiritualità, un dovere interiormente dovuto agli dei. Nella mitologia greca, il concetto di Eusebeia è antropomorfizzato con il Demone (Ευσέβεια) della pietà, della lealtà, del dovere e del rispetto filiale. Secondo una fonte, suo marito è Nomos (Legge) e la loro figlia è Dike, la dea della giustizia e dell'equo giudizio. In altre narrazioni, Dike è la figlia del dio Zeus e/o la dea Temi (Legge Divina). Nella mitologia greca Ευσέβεια (Eusebeia) è una dea, la personificazione della Pietà stessa. Gli Inni Orfici chiamano Ευσέβεια (Eusebeia) «μέγα όνειαρ» (= grande beneficio). Il filosofo Empedocle domanda alla Musa di inviargli un carro di Pietà. Il Tempio della Divinità era a Plovdiv in Bulgaria. Su delle monete di rame di Alessandria è rappresentata la Pietà romana sotto forma di una donna che porta un velo. Da https://it.wikipedia.org/wiki/Eusebeia apollonia
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  41. Non credo proprio FDC, è evidente l'usura da moneta circolata. Per me non arriva a SPL.
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  42. Grazie mille delle info! Sara’ fatto, io studio, apprezzo e poi semmai continuo ad accumulare.. sennò cosa stiamo a fare al mondo?
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  43. Ve ne sono molte in giro con questa ribattitura.
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  44. Carissimi, ho notato una certa confusione da parte di qualcuno nel ricostruire e comprendere la vicenda delle monete della Nota 56 e ne approfitterei per chiarire alcuni passaggi, fornendo, grazie all'aiuto dell'Utente Viganò, silenzioso ma preziosissimo compagno di viaggio, oltre che instancabile e convinto sostenitore che i “muri di gomma” non esistono (ma finora la Sua teoria si è rivelata fallace...😁.), il Decreto ministeriale del 1992, che allego alla presente: 1. Come noterete leggendolo, questo decreto del Ministero del Tesoro istituiva nel 1992 una Commissione interministeriale allo scopo di catalogare e stabilire il valore delle monete della Nota 56 nonché formulare una “'ipotesi di alienazione o immissione graduale nel mercato” (sic!) assegnando al Museo della Zecca solo quelle monete del compendio aventi particolare valore storico e/o numismatico. Da qui la preoccupazione, certamente tutta collezionistica e mercantile, che l'immissione sul mercato (normativamente consentita ed auspicata dallo Stato) in grande quantità di queste rare o rarissime monete di V.E. III, potesse determinare la discesa verticale dei prezzi degli esemplari in mano ai collezionisti e ai commercianti. Ma accanto a questa considerazione, che poteva anche lasciare il tempo che trovava a chi non era interessato al valore venale dei suddetti esemplari, si aggiungeva l'interesse e la curiosità degli studiosi per alcuni pezzi citati dalla Nota 56 quali, su tutti, i pezzi di prova del 100 Lire 1940 XVIII E.F. in proof, lavorazione della quale il Gen. Luppino, che per motivi professionali aveva frequentato la Zecca all'epoca delle indagini della G.d.F. ma anche a seguito dei suoi studi ulteriori, non aveva mai trovato evidenze che la confermassero. Con questo spero di aver innanzitutto chiarito i motivi che spingevano (e, in teoria, dovrebbero ancora spingere....) alcuni numismatici ad approfondire il tema della Nota 56; 2. Passando al lavoro della Banca d'Italia intitolato “Beni svelati” esso è certamente pregevole, ma lascia del tutto a bocca asciutta coloro che si erano interessati, se vogliamo anche molto attivamente, alle vicende della Nota 56. In primo luogo perchè il lavoro della B.I. non fa proprio alcun riferimento alle monete della Nota 56. Inoltre, se si va a leggere la prima parte dello studio della B.I. e si cerca di coordinarla con il contenuto del D.M. del Tesoro del 1992, non si può non provare un senso di disorientamento. Cercherò di spiegarmi meglio. Se leggete la parte introduttiva dei “Beni svelati”, noterete che i preziosi di cui lo studio si occupa vennero “traslati” dai caveaux della Tesoreria dello Stato (siti in Roma nella Via XX Settembre) ai caveaux della Banca d'Italia (siti in Roma nella Via dei Mille) solo nel 1999. Ciò significa che in occasione dell'emanazione del Decreto ministeriale del 1992 (vedi allegato), che istituiva la Commissione per la catalogazione delle monete riportate nella Nota 56, tali monete - contenute nei famosi 11 barili - si trovavano ancora in Via XX Settembre. Nel 1999 avrebbero dovuto essere trasferite insieme a tutto il resto del materiale prezioso in Via dei Mille (B.I.) ma, considerato che la Commissione istituita nel 1992 terminò i suoi lavori nel 2009 (questo ce lo dice la Nota 56), si può forse pensare - e questa è una domanda - che nel 1999 gli 11 barili della Nota 56 non vennero trasferiti anch'essi, unitamente a tutti gli altri beni preziosi, alla B.I. ma rimasero in Via XX Settembre a disposizione della Commissione istituita con il D.M. del 1992 che non aveva ancora terminato i suoi lavori? Ciò potrebbe spiegare perchè tra in “Beni svelati” non compaiano le monete della Nota 56. D'altro canto, però, e questo è il motivo del “disorientamento” di cui dicevo prima, è abbastanza singolare che fra le due Commissioni (quella interministeriale istituita dal Ministero del Tesoro nel 1992 e quella sempre interministeriale + B.I. istituita dal Ministero dell'Economia e delle Finanze nel 2018) non ci sia stato alcun coordinamento, sebbene nella parte introduttiva del lavoro “Beni svelati” si dia atto di pregressi “Gruppi di lavoro” che operarono alla ricognizione dei materiali nel 2005/2006 e persino (a pag. 26 del testo dei "Beni svelati") si faccia riferimento ad una Commissione istituita già nel 1978. Quindi l'excursus storico che possiamo leggere nello studio della B.I., fra l'altro molto accurato e circostanziato, non si limita a trattare le vicende dei materiali a partire dal 1999 (anno in cui i beni pervennero all B.I.) ma risale a ben prima. Ciononostante, non si fa alcuna menzione del D.M. del 1992, dell'istituzione della relativa Commissione, dell'esito che ebbero i lavori della stessa e della collocazione delle monete che a questo punto, se tanto mi da tanto, non sono confluite in B.I. ma dovrebbero essere rimaste in Via XX Settembre. Un'altra, per me sorprendente notizia, che si apprende leggendo lo studio della B.I., riguarda il numero delle interrogazioni parlamentari presentate alle quali è stata (a quanto pare) sempre fornita risposta, in merito alla situazione e consistenza di beni preziosi già appartenenti a Mussolini ed a Casa Savoia, custoditi prima dal Ministero del Tesoro e poi, dal 1999 in avanti, dalla B.I. Probabilmente alla “nostra” interrogazione, che come è noto non è stata minimamente presa in considerazione anche dopo essere stata riproposta dal parlamentare firmatario con ulteriore sollecito, sono forse mancate nel suo contesto le parole “Mussolini”, Casa Savoia” o “Fascismo” per riscuotere quell'appeal che evidentemente non è stato (volutamente?) colto da chi sarebbe istituzionalmente chiamato, se non per trasparenza almeno per educazione, a rispondere ad un parlamentare della Repubblica che deposita un atto formale quale è l'interrogazione a risposta scritta. In realtà, la risposta che la “nostra” interrogazione parlamentare sulla Nota 56 sollecitava non era poi così diversa dalle risposte che sono state fornite dai ministeri competenti alle simili interrogazioni sui beni preziosi appartenuti ai personaggi sopra citati e custoditi prima dal Ministero del Tesoro e poi dalla B.I. Ma tant'è. A questo punto della storia, per me la vera domanda da porsi dovrebbe però essere diventata questa: che fine hanno fatto le monete della Nota 56?😁 Saluti. M. DMT 25.05.1992.pdf
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  45. Ciao, è un mezzo carlino coniato a Napoli durante il regno di Filippo III di Spagna,1598-1621... Dovrebbe collocarsi nelle produzioni del I° periodo,1599-1609.. Con dietro la testa la sigla GF del mastro di zecca Giovanni Antonio Fasulo che ricoprì la carica dal 1594 al 6 settembre 1611,e sotto al busto la sigla GI del mastro di prova Gaspare Giuno che ricoprì la carica dal 1591 al 6 giugno 1609... Il tuo mezzo carlino è catalogato Raro al numero 36,pagina 175 del: "LA MONETA NAPOLETANA DEI RE DI SPAGNA NEL PERIODO 1503-1680"... di Pietro Magliocca... La tua moneta è assolutamente originale...
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  46. Buon giorno, Vi presento Il XIV volume del C.N.R.L., “Lo status di prigioniero di guerra e le “monete” dei campi di prigionia. Presentazione di alcuni inediti dei token australiani della II Guerra Mondiale”, scritto da Stefano Fabrizio, conta 168 pagine, in carattere Times New Roman n. 12, è stato stampato in 100 copie a colori, su carta opaca da 120 gr, in formato A5; contiene 105 figure a colori delle quali ben 78 riproducono gettoni e biglietti in uso nei campi di prigionia. La copertina è 4+4 su carta patinata opaca da gr. 300 plastificata, con allestimento in brossura e cucitura in filorefe Le copie saranno disponibili alla vendita entro gli inizi di marzo 2024, intanto potrete prenotarle attraverso la mail in fondo alla pagina. Il suo costo è di: € 10,00 più eventuali Spese Postali Il volume offre una rassegna storica su quale sia stato il trattamento subito dai prigionieri di guerra, dagli albori della civiltà fino ai tempi moderni. Vengono poi analizzate le emissioni per i Campi di Prigionia. Successivamente, l’attenzione si focalizza sulla monetazione dei Campi di prigionia Australiani della II Guerra Mondiale e vengono presentate delle nuove varianti non censite in letteratura. Il lavoro, basato su un’attenta e ricca ricerca bibliografica e di fonti storiche, offre un’affascinante narrazione storica che trae spunto e si intreccia con vicende familiari. Dalla “Premessa”, scritta da Stefano Fabrizio, si riporta un brano esplicativo "Una decina di anni fa ho acquistato un gettone (Token) usato nei campi di prigionia australiani durante la II Guerra Mondiale. Si tratta di una moneta in ottone, dal diametro di 20,3 mm, peso di 3,58 gr, con un foro centrale di 4,5 mm, bordo liscio, che al Dritto riporta la scritta “INTERNMENT CAMPS”, con le due parole intervallate da due serie di tre globetti, e, sotto la scritta, una ghirlanda come decorazione, il tutto racchiuso tra due cerchi perlinati e che al Rovescio riporta la scritta “ONE PENNY”, con le due parole intervallate da due serie di tre globetti, e, sotto la scritta, una ghirlanda come decorazione, il tutto racchiuso tra due cerchi perlinati…" Se interessati contattare via mail: [email protected] Saluti Eliodoro
    1 punto
  47. Buongiorno a tutti, ho trovato questa moneta da 25 fils degli Emirati Arabi Uniti, e mi sembrava meritevole di entrare a far parte di questo bel museo😉.
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  48. di solito, in queste condizioni, si possono trovare in ciotole da 0,50/1€ al pezzo
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  49. Serata importante al CENTRO CULTURALE NUMISMATICO MILANESE, con la presenza di GUIDO CRAPANZANO, CESARE JOHNSON, alla presentazione del volume di WALTER MISELLI IL PAPATO DAL 1700 AL 1730 ATTRAVERSO LE MEDAGLIE RICORDANDO...
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  50. Buonasera a tutti, trovo sempre più deliziosi questi piccoli tondelli. Ne ho messo due insieme, li avete già visti ma mi piace riproporli insieme. Tra i due passa più di un secolo, ma sono due amabili fratellini? Saluti Alberto
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