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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/26/24 in tutte le aree

  1. Passeggiata domenicale al mercatino; vedo questa corona austriaca 1915 a 3 euro. Mi é sembrato un buon acquisto....
    5 punti
  2. Tentatore! Ecco il mio "Campione" : era un OTTO TORNESI del 1816 , regnante Ferdinando IV . Foto del venditore, non so come hanno potuto ridurlo così....forse prima lo hanno martellato riducendolo di diametro e poi con colpi di lima ne hanno abbassato il bordo. @caravelle82 e tutti gli Amici del Museo....cosa ne pensate di questo Orrore. un caro saluto, Rocco.
    4 punti
  3. Buongiorno, ne è passato di tempo... ma alla fine e quasi per caso, anch'io ne ho messa una in collezione
    4 punti
  4. direi che è una riproduzione di una moneta di Luni che fu pubblicata, qua non sono certissimo, da Arslan... ma cercando nella bibliografia delle moneta di Luni la ritrovate per certo saluti Alain ho trovato una nota di Arslan per questa: Repertorio Moneta AM 3380. BERTINO 1997; BERTINO L.M. 2003 pp.133-134: sarebbe del vescovo Felerado. La resa decorativistica del tipo, con il monogramma a doppia B del Diritto, isola l’esemplare dalle serie note. Il FUSCONI 2010, p.28 ricorda molto dubitativamente l’attribuzione a papa Adeodato II (672-676) oppure a papa Agatone (678 ?-681).
    4 punti
  5. Sono Seeeempre talmente avanti che i mnoscerini mi si spatarrano sul lunotto posteriore dell'auto.
    3 punti
  6. Un mix medaglietta (ultima,san Antonio Padova) e monetine Regno due Sicilie ecc... Il 2 tornesi,è un gobbino 😁
    3 punti
  7. Come dice correttamente @caravelle82, si tratta di un cash (moneta contante) cinese. Il rovescio della moneta postata, per essere letto correttamente, andrebbe ruotato a sx di 90° mentre il dritto di 180°. (vedi allegati) Questa è stata sicuramente prodotta dopo il 1657 perchè la scritta in dialetto Manchu nel rovescio fu inserita da tale data (con l'Editto del Consiglio delle Entrate nel novembre 1657, fu decretato che il nome della zecca, Bao Quan o Boo-chiowan = Pechino, dovesse essere incorporato nel rovescio delle monete ... ma in alfabeto manciuriano). Da questa data le monete riportano un dritto cinese di quattro caratteri e un rovescio manciuriano di due caratteri. Sono state prodotte (tramite fusione e non coniazione) ufficialmente in ottone (70% rame e 30% zinco)… e inizialmente così è stato, ma poi sono state prodotte in bronzo (circa il 64/65 % rame, circa il 25% zinco, 8 % piombo, 2/3 % stagno) e anche in ferro. Le monete che seguono questo modello sono state fatte sicuramente fino ai primo anni del '900 (imperatore Guangxu) La moneta che hai postato tu (Qianlong Tong Bao) è stata fatta sotto l’Imperatore Qianlong (乾隆) (25 settembre 1711 – 7 febbraio 1799), mentre gli altri due ideogrammi significano Tong Bao (通寶) ovvero “1 contante”. (ne posto una in buone condizioni) - Piccole variazioni negli ideogrammi (es. 缶 invece di 生) identificano la tipologia di moneta e danno anche traccia dell'anno di produzione (es. monete a nome Qianlong sono state fatte anche dopo la sua morte... per esempio, sotto l' imperatore Jiaqing fu ordinato che 1 moneta su 5 prodotta nello Xinjiang dovesse recare l'iscrizione Qianlong Tongbao (乾隆通寶) per onorare l'imperatore Qianlong e celebrare la sua conquista della regione. Purtroppo le condizioni di quella postata non permettono di vedere le differenze negli ideogrammi. Per il materiale ... prova a avvicinare una calamita.
    3 punti
  8. Buonasera a tutti, oggi ho avuto un po di tempo per le mie monete, queste che vi mostro le ho riunite in un simpatico vassoio, un vassoio di fortuna, per fotografarle insieme. Volendo potremmo definirla una mini collezione. Saluti Alberto
    3 punti
  9. Direttamente dall’asta Kunker odierna, Lotto 7436 Ludwig der Fromme, 814-840. Denar 819/822, Venedig. 1,22 g. +HLVDOVVICVS IMP Kreuz//+VEN / ECIAS. Biaggi 2746 (R2); Depeyrot 1116 D; M./G. 456. Hübsche Patina, vorzüglich
    2 punti
  10. Io rimango attonito ahahahaahah Ma perchè? Che senso avrebbe😅 Comunque lo battezzo 8 tornesi TORTELLINO!!! Ehhhh
    2 punti
  11. Un meraviglioso esemplare di bronzo da 40 nummi ostrogoto battuto a Roma da Teodato si riaffaccia in asta questa volta per il martello di Roma Numismatics (Auction XXX lotto 582). Questa moneta combina un ritratto apparentemente ostrogoto (con l'effige del re a dx con Spangelhelm e vestiti dell'incoronazione su cui spicca una vistosa croce pettorale) con un rovescio di epoca flaviana. Grierson, p. 11, dice che “questi folles sono le monete più impressionanti emesse da qualsiasi sovrano germanico del V o VI secolo”. Sicuramente, insieme al follis di Giustiniano battuto a Roma, uno dei ritratti naturalistici più impressionanti del periodo in area italica. La moneta in questione, possiede, inoltre un gran pedigree in quanto, prima di essere passata in asta Artemide nel 2022, faceva parte della collezione Apostolo Zeno, poeta di corte dell'imperatore Carlo VI, vissuto tra il 1668 ed il 1750, e venduta all'asta, insieme a tutta la collezione, da Dorotheum a Vienna nel 1955. Descrizione ★ Ex Apostolo Zeno Collection ★ No Reserve Ostrogoths, Theodahad Æ 40 Nummi. Rome, circa AD 535. D N THEODΛHΛTVS REX, helmeted bust to right, wearing imperial mantle / VICTORIA PRINCIPVM, Victory standing to right on prow, holding wreath and palm; S-C across fields. A. Arslan and M. Metlich, ‘A die study of the Theodahad Folles’, in The Coinage of Ostrogothic Italy, p. 130, 1c, B1-L5 (this coin); Metlich 89b; MEC 141; MIB 81; BMC Vandals 19-24; Ladich 16-25. 9.44g. 25mm 6h. Near Extremely Fine; superb green patina. An outstanding example of this very rare and fascinating issue. This coin published in A. Arslan and M. Metlich, ‘A die study of the Theodahad Folles’, in The Coinage of Ostrogothic Italy (London, 2004); Ex Artemide Aste s.r.l. (San Marino), Auction LVIII, 5-6 November 2022, lot 568; Ex Apostolo Zeno (1668-1750) Collection = Dorotheum-Kunstabtailung, Sonder-Münzauktion, Sammlung Apostolo Zeno, 6 June 1956, lot 2591. Arslan in "La moneta in bronzo degli ostrogoti" in ACTA NUMISMATICA, 2022, pp. 249-284 su questa moneta:
    2 punti
  12. Bene. Se avete un altro Deputato sotto mano che abbia voglia di ri-sollecitare l'interrogazione....chissà che, al secondo (o magari al terzo) sollecito potrebbero anche degnarsi di rispondere.....che poi, in un Paese che si autodefinisce una democrazia moderna e che non perde occasione di affermare la sua vocazione europeista (non solo per ovvie ragioni geografiche), un Deputato debba più volte sollecitare una risposta ad una sua interrogazione, per me rimane un fatto incomprensibile, ma tant'è, questo è quanto. M.
    2 punti
  13. Riproduzione in oro del denaro di Luni rinvenuto negli scavi, assieme ad altre monete Lunensj. Che si tratti di una riproduzione e’ fuor di dubbio. Il denaro originale, di tipo pre-carolingio, con pesi e diametri ridotti, ricorda le emissioni coeve a Pipino. Ebbi modo di esaminare il denaro ritrovato che riporta le medesime abbreviazioni che si riscontrano nelle altre emissioni per Luni, in piombo, ed interpretate come E(cclesia) B(asiliana) sull’interpretazione del monogramma come riferimento a papa Adriano I sarei prudente. la monetazione dj Luni e’ eccezionale sotto molti punti di vista: tipologico, metrologico, dell’autorità emittente etc. mi domando quale sia stata la ratio di riprodurre tale rara coniazione in oro salvo qualche emissione celebrativa posteriore - dichiarata come tale - da privati locali o qualche banca …
    2 punti
  14. Prese ieri in ciotola a quattro soldini. Orrorini tra cui un 2 tornesi gobbino😁 Fuori gli orrorini😅
    2 punti
  15. Da un post del marzo 2010. "...Un'altra moneta d'argento è stata rinvenuta nel 1974 in uno strato altomedievale nella zona del foro: riporta al D\ le lettere EB (Ecclesie Basiliane) e al R\ la lettera A desinente in alto a croce greca ed accostata da due P di minor formato (peso 1,15 g e diametro 11mm). La moneta è stata attribuita dal Bertino al breve periodo tra la caduta del regno longobardo (773) e l'introduzione in Italia della monetazione carolingia (ca. 780/790). Le lettere del R\ sono state interpretate come A(drianus) p(a)p(a): la moneta sarebbe stata quindi emessa dalla Chiesa lunense e a nome del papa regnante (Adriano I, 772-795)...."
    2 punti
  16. Questi argentei di abdicazione di Serdica sono estremamente rari. Nell’opera di Georges Gautier « Le Monnayage en argent de la réforme de Dioclétien (294- 312 p. C.) », pubblicato lo scorso anno, se ne conoscono 6 esemplari in totale per i due «seniores augusti », coniati in tre officine (A, B, Δ). Il rovescio è simile ai folles di abdicazione, tranne che per la legenda abbreviata PROVID DEORVM QVIES AVGG. Questo argenteo è quindi il settimo, e non è proprio inedito. Ne troviamo un esemplare per la prima officina al n° 26 bis a del libro di Gautier (Vendita Tkalec, Londra, 21 gennaio 2018) (l’esemplare del Not in RIC per la seconda officina menzionato da @Stilicho è quello 28a ). La legenda al dritto per entrambi gli esemplari è D N MAXIAMIANO F S AVG (felicissimo seniori augusto) e non B S AVG (beatissimo seniori augusto) come descritto da Naumann. Probabilmente stessi conii.
    2 punti
  17. In questa vecchia banconota canadese di una banca privata abbiamo Nettuno, Mercurio e un'altra divinità non meglio identificata che osservano con grande interesse tre soggetti su uno scoglio. Non sono cozze ma giovani ragazze succinte.
    2 punti
  18. Spesi 10 euro, ma per 10 esemplari di 500 lire Mercurio ne è valsa la pena! Il venditore di tutt'altro non sapeva che farsene, ed io non potevo di certo lasciarli lì a prendere polvere! Anche se ho già da molto tempo la serie completa (1974-76-79) in fds questi con i numeri consecutivi mi potrebbero servire in futuro in blocco per uno scambio, magari con qualcosa che costa una trentina di euro conservazione quasiFDS-FDS
    2 punti
  19. COSTANTINOPOLI: la CRISI di un impero in UNA MONETA Nell’XI secolo l’Impero bizantino va in crisi e l’indebolimento progressivo del sistema e le lotte per il potere si riflettono anche nella monetazione di Luca Mezzaroba | All’interno della millenaria storia dell’Impero bizantino, il periodo che gli storici identificano come “dominio dell’aristocrazia burocratica”, che ha inizio con la morte di Basilio II (1025) e termina con l’avvento della dinastia dei Comneni (1081), coincide con l’avvio della grave e repentina crisi che porterà lo Stato bizantino ad essere preda di popoli più aggressivi, primi tra tutti normanni e turchi selgiuchidi, i quali di fatto ne causeranno, se non la fine, almeno l’irrimediabile decadenza. La scomparsa degli ultimi grandi sovrani militari della dinastia macedone infatti portò sul trono dell’impero figure dalle scarse se non inesistenti capacità di governo; costoro, esponenti dalla potente aristocrazia latifondista e spesso supportati dalla chiesa della capitale (pronta ad appoggiarli in cambio di cospicue donazioni), non esitarono a smantellare il sistema dei piccoli proprietari terrieri, alla base dei themi e dunque dell’organizzazione militare bizantina, gonfiando al tempo stesso i salari della burocrazia civile di Costantinopoli. Se da un lato queste decisioni portarono al collasso la potenza militare dell’impero, d’altra parte appare evidente che le fazioni legate alle diverse famiglie aristocratiche iniziarono presto una terribile lotta interna, fatta di colpi di stato e congiure, per prendere il potere nella capitale assumendo la carica imperiale. A parte rarissime eccezioni, quanto detto fino ad ora non sembra influenzare in modo particolare la monetazione del periodo: specialmente sul piano iconografico, negli histamena e nei tetartera i vari sovrani, pur dovendo la loro elezione ad adozioni o matrimoni con donne della famiglia imperiale, si fanno rappresentare come unici detentori del potere, abbigliati con i più splendidi abiti di corte e reggendo importanti insegne del potere; essi sono spesso accompagnati dalla Vergine e in ogni caso sempre sotto la protezione di Cristo (raffigurato ormai stabilmente al dritto delle monete) di cui gli imperatori erano i soli rappresentanti sulla terra. Questo tipo di iconografia si può ritrovare ad esempio negli histamena di Costantino X Ducas (1059-1067), membro di una delle famiglie più potenti della corte bizantina. Sposato con Eudocia Macrembolitissa, nipote del patriarca Michele Cerulario, nella moneta d’oro egli appare comunque da solo al rovescio; indossa una ricca corona con pendilia, il sakkos, una tunica di colore nero, e il classico loros decorato da perle e pietre preziose. Nella mano destra il basileus stringe il globo crucigero mentre nella sinistra il labaro; egli infine poggia i piedi su un particolare supporto, detto suppedion, costituito da un cuscino (o un tappeto) spesso tondo e di color porpora che stava ad indicare la sacralità del sovrano, il quale non poteva toccare il terreno ritenuto “impuro”. Histamenon di Costantino X Ducas. Nel D/ Cristo Pantocratore seduto in trono, nel R/ Costantino X Ducas in piedi su un suppedion con globo crucigero e labaro. Oro, mm 27; g 4,39; h 6 Proprio la morte di Costantino X tuttavia sarà alla base dei cambiamenti iconografici (e non solo) che avranno un forte impatto sulla moneta d’oro, la quale diventerà infine testimone principale della crisi politica e sociale che l’impero stava attraversando in quei decenni. Nonostante Michele VII, il primogenito dei numerosi figli del sovrano, avesse l’età per governare, lo zio Giovanni Ducas e l’onnipotente Michele Psello (letterato e politico autore di una Cronografia che narra le vicende di quegli anni) imposero la reggenza dell’imperatrice Eudocia Macrembolitissa, la quale, nonostante gli elogi dello stesso Psello, era totalmente soggetta alla volontà dei suoi due protettori. Tale situazione influì ovviamente sulla monetazione dell’impero: anche se la sovrana era già apparsa in alcuni follis del marito, nei quali la coppia imperiale reggeva insieme un labaro con croce vestendo i consueti abiti di corte, al momento dell’assunzione del potere la sua figura viene rappresentata anche sugli histamena assieme ai figli che, in ogni caso, mantenevano il ruolo di co-imperatori nel pieno rispetto della gerarchia tanto cara al mondo bizantino. Follis di Costantino X Ducas. Nel D/ Cristo nimbato, nel R/ Costantino X Ducas ed Eudocia Macrembolitissa in piedi con labaro su tre gradini. Bronzo, mm 28; g 7,94; h 6 Riguardo l’ordine delle precedenze seguito dai vari personaggi, vanno peraltro segnalate due curiose particolarità legate all’iconografia di questo histamenon: anche se la rappresentazione delle diverse figure sembra del tutto normale, con il Pantocratore seduto in trono al dritto ed Eudocia al centro, affiancata dai due figli al rovescio, l’analisi dei dettagli rivela tuttavia l’estrema attenzione ai ruoli interni alla corte e soprattutto la reale considerazione di cui poteva godere una donna nel Sacro Palazzo, anche se imperatrice. Fin dal VII secolo infatti il rigido ordine gerarchico che regolava la raffigurazione dei sovrani sulle monete e sugli altri supporti artistici prevedeva che, nel caso fossero presenti due figure, la principale stesse sulla sinistra e l’altra sulla destra, nel caso invece i personaggi fossero stati tre, il centro sarebbe stato occupato dal sovrano, la parte destra dal co-reggente più anziano la parte sinistra da quello più giovane. Questo secondo modello però non si applica all’iconografia dell’histamenon di Eudocia nel quale la sovrana, pur avendo dimensioni maggiori dei figli Michele e Costantino e pur essendo dotata di insegne non certo inferiori (l’imperatrice stringe lo scettro, i figli il globo crucigero e l’akakia e tutti poggiano sul suppedion) presenta Michele, il maggiore, sul lato sinistro. Tale situazione si spiega sulla base della specifica e meticolosa ideologia bizantina, la quale di fatto “eliminava”, nel conteggio generale delle figure presenti, quella femminile nel caso questa occupasse la posizione principale ma fosse accompagnata da altre figure maschili; queste ultime sarebbero quindi state le uniche prese in considerazione per l’organizzazione iconografica della moneta. Histamenon di Eudocia Macrembolitissa. Nel D/ Cristo Pantocratore seduto in trono, nel R/ Eudocia con scettro (al centro) e i figli Michele VII (a sinistra) e Costantino (a destra) con akakia e globo crucigero. Oro, mm 27; g 4,39; h 6 La seconda particolarità è legata al personaggio di Costantino: egli infatti non era in realtà il secondogenito, ma il terzo, preceduto da un altro fratello di nome Andronico. Anche in questo caso la spiegazione si rifà all’ordine di precedenze proprio della corte dell’impero: se infatti Michele e Costantino erano stati nominati dal padre co-imperatori, e dunque avevano il diritto di essere rappresentati nella moneta, Andronico invece, molto più interessato agli studi, non aveva ottenuto la carica e dunque non poteva apparire nell’iconografia ufficiale. A tutti questi personaggi presenti sulla scena, e sulla moneta, dobbiamo tuttavia aggiungerne un altro: il generale Romano Diogene. Dopo pochi mesi di reggenza infatti Eudocia Macrembolitissa, con grande sorpresa e sdegno di Michele Psello, decise improvvisamente di sposare questo generale che lo stesso Psello definisce “a volte schietto, ma più spesso insincero e pretenzioso”. In realtà, per l’impero, la situazione militare, iniziava a divenire insostenibile con i normanni alla conquista dell’Italia meridionale ma soprattutto in seguito alle numerose e devastanti incursioni dei turchi selgiuchidi, mai contrastate a causa del degrado dell’esercito. Non possiamo certamente affrontare in questa sede gli eventi che segnarono il tragico regno di Romano IV (1068-1071), che terminerà con la terribile sconfitta di Manzikert e la contemporanea caduta di Bari; qui basterà analizzare l’iconografia dei suoi histamena che, a parere di chi scrive, rappresentano in modo chiaro la crisi politica e sociale che stava vivendo l’impero, forse ancora più drammatica del disastro militare contro i turchi. Histamenon di Romano IV Diogene. Nel D/ Michele VII (al centro), con labaro e akakia, con i fratelli Costantino (a sinistra) e Andronico (a destra) con globo crucigero e akakia. Nel R/ Cristo che incorona Romano IV ed Eudocia entrambi con globo crucigero. Oro, mm 26; g 4,34; h 6 L’histamenon, realizzato durante il regno di Romano IV Diogene, abbandona infatti la rappresentazione del Cristo Pantocratore al dritto per lasciare spazio ad una moltitudine di figure imperiali: il dritto è invece occupato da Michele VII, al centro, affiancato dai fratelli Costantino, a sinistra, e Andronico, a destra. Tutte le figure indossano il loros e la corona con pendilia, Michele VII poi stringe un labaro e l’akakia mentre Costantino e Andronico sostituiscono la prima insegna con il globo crucigero. Il rovescio è dominato invece dall’incoronazione simbolica dei sovrani: Cristo, nimbato e in piedi su un suppedion in posizione centrale, si pone tra Romano IV, a sinistra, ed Eudocia, a destra. Entrambe le figure indossano la corona con pendilia e reggono il globo crucigero; per quanto riguarda le vesti, mentre il basileus porta chiaramente il loros, l’imperatrice sembra avere un abito diverso. Se infatti la parte superiore si può identificare con il loros usato dalle sovrane, la parte inferiore, caratterizzata da un elemento di forma quasi ovale, ha fatto pensare a vari studiosi che si potesse trattare del thorakion, un capo di abbigliamento a forma di scudo decorato da perle e pietre preziose; studi più recenti hanno tuttavia dimostrato come l’abito indossato da Eudocia sia effettivamente un loros che, tagliato nella sua parte finale, non terminava avvolgendo il braccio sinistro (come appare per quello indossato da Romano IV) ma veniva semplicemente infilato nella cintura o nel vestito stesso. Al di là dello splendore delle insegne imperiali si nascondeva tuttavia una situazione di feroci lotte interne alla corte e di crisi militare: nonostante l’odio di Michele Psello, è indubbio che Romano IV, una volta asceso al trono, aveva agito in modo autoritario cercando di esautorare dal potere i figli del predecessore. Non potendo eliminare fisicamente Michele VII ed i fratelli, il nuovo basileus li fa raffigurare nel dritto della moneta (al posto d’onore) ma ne aumenta il numero (comprendendo anche Andronico) svuotando di fatto la carica di ogni potere reale; al tempo stesso Romano IV e l’imperatrice, si pongono nel rovescio, in posizione subordinata, ma incoronati da Cristo e con tutte le insegne del potere sovrano, una scena che peraltro sarà rievocata, senza sostanziali mutamenti, anche sui sigilli. Sigillo realizzato durante il regno di Romano IV Diogene. Nel D/ Cristo che incorona Romano IV ed Eudocia entrambi con globo crucigero. Nel R/ Michele VII (al centro), con stendardo, con i fratelli Costantino (a sinistra) e Andronico (a destra) con globo crucigero e akakia. Piombo, mm 34; g 35,19; h 12 Pur raggiungendo elevatissimi livelli artistici nella rappresentazione delle insegne e dei personaggi, i quali perdono spesso le connotazioni di ieraticità tipiche del mondo bizantino in favore di una raffigurazione maggiormente realistica, dal punto di vista iconografico la monetazione dell’XI secolo si concentra dunque sempre di più su una pura celebrazione del sovrano. Costui appare impegnato solo ad esaltare la sua figura in opposizione agli altri membri della corte e ai parenti del sovrano cui è succeduto mentre è totalmente ignaro dei reali problemi politico-militari che attanagliano lo Stato e la popolazione. Histamenon scifato di Michele VII Ducas. Nel D/ Cristo nimbato; nel R/ Michele VII in piedi con labaro e globo crucigero. Oro / elettro, mm 30; g 4,40; h 6 A tale svuotamento del valore propagandistico (ben diverso ad esempio dalle scelte operate dai sovrani del VI e del VII secolo, i quali vivevano situazioni non molto diverse) bisogna infine aggiungere la più grave crisi che può colpire la moneta, vale a dire la sua svalutazione. Sarà proprio il debole Michele VII (1071-1078), asceso al trono in seguito alla sconfitta di Romano IV, a segnare la fine dell’histamenon. Nonostante il suo carattere estremamente ingenuo e pudico, tale che, secondo l’immancabile testimonianza di Psello, “se qualcuno si lascia sfuggire di bocca una parola triviale o anche solo il termine crudo di ‘amore’ subito lo si vede avvampare in volto” egli non si farà scrupoli a ridurre la quantità di oro presente nella moneta portandola a soli 12 carati. Un segno evidente della crisi dell’impero… https://www.cronacanumismatica.com/costantinopoli-la-crisi-di-un-impero-in-una-moneta/
    2 punti
  20. Buonasera. Questa sera voglio condividere questo grosso di Marino Zorzi che ha governato per solo un anno dal 1311 al 1312. Pesa 2,14 grammi ed ha una conservazione che difficilmente si trova nei grossi di questo doge. Moneta molto rara, ancor di più in questa conservazione. Presenta una bellissima patina di medagliere.Cosa ne pensate?
    1 punto
  21. Buongiorno. Nella prossima asdta Naumann viene presentata la seguente moneta segnalata come: Unpublished Argenteus MAXIMIANUS HERCULIUS (First reign, 286-305). Argenteus. Serdica. Obv: D N MAXIMIANO B S AVG. Laureate and mantled bust right, holding branch and mappa. Rev: PROVID • DEORVM QVIES AVGG / S - F / A / •SM•SD•. Providentia standing right, extending hand to Quies standing left, holding branch and sceptre. RIC -, cf. 10b (Aureus); RSC -; cf. NAC 46, lot 691 (with officina B); cf. Gorny & Mosch 180, lot 431 (same). Condition: Extremely fine. Weight: 3.19 g. Diameter: 20 mm. La moneta in questione è presentata ad una base d'asta di 4.000 euro a fronte della stima di 5.000 euro https://www.numismatik-naumann.at/auktion/#!/auction/lot?a=4301&l=799&p=4&c=100319
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  22. Cari Amici, sono lieto di comunicarVi le date del prossimo appuntamento del convegno di Roma di Numismatica, Collezionismo e Militaria, il più importante evento commerciale quadrimestrale della Capitale, non mancate, sarà anche un'occasione per incontrare e rivedere vecchi amici. ROMA COLLEZIONA Sabato 2 MARZO - Domenica 3 MARZO 2024 CONVEGNO - MOSTRA-MERCATO di NUMISMATICA, FILATELIA, MILITARIA, CARTOFILIA,MODELLISMO, COLLEZIONISMO presso il "Complesso Seraphicum" Via del Serafico, 3 (Roma EUR) Orari : Sabato ore 10,00 - 17,00 Domenica ore 9,00 - 13 ,00 Ingresso libero. Parcheggio gratuito. Sabato sarà presente un ufficio di Poste Italiane con un annullo speciale. Vi aspettiamo numerosi e carichi di entusiasmo, saranno presenti molti espositori provenienti da ogni parte d'Italia e collezionisti privati. COME RAGGIUNGERE IL CONVEGNO: Mezzi pubblici metropolitana linea B, direzione Laurentina, fermata Laurentina, 5 minuti a piedi (450 mt) oppure Bus: 764, 761 Auto dal GRA • Uscita n. 30 “Roma-Fiumicino”, percorrere l'Autostrada Roma – Fiumicino, Direzione Roma Centro • Uscita via Laurentina, direzione Eur • via del Serafico è una traversa con semaforo a sinistra. oppure Uscita n. 25 - “Laurentina”, percorrendo la Via Laurentina, direzione Roma centro • via del Serafico è una traversa con semaforo a destra. Treno 1.Stazione Roma Termini 2. Metropolitana Linea B, direzione Laurentina, da fermata "Roma Termini" a fermata "Laurentina", 5 minuti a piedi (450 mt) Aereo Roma Fiumicino 1.Aeroporto Roma Fiumicino 2.Stazione Ferroviaria Roma Termini, 3.Metropolitana Linea B, direzione Laurentina, da fermata "Roma Termini" a fermata "Laurentina", 5 minuti a piedi (450 mt).
    1 punto
  23. Il tiralacci da corsetto è un vecchio arnese da toilette che serviva alle signore per raggiungere punti della schiena inaccessibili alle sole mani, in modo da stringere i lacci del corsetto. L’arnese può servire anche a tirare i lacci delle scarpe che rimarranno saldi e stretti, garantendo un’allacciatura compatta. Il tiracci è anche utile per slacciare velocemente la scarpa. I tiralacci moderni (Lace puller in inglese) non terminano a forma di gancio ma ad angolo. apollonia
    1 punto
  24. Vado al massimo! Vado a gonfie vele! 😁
    1 punto
  25. Ciao Stilicho, Che io sappia, in tutta la produzione d’argento tetrarchica, che bisogna ammetterlo non spicca per la sua inventiva, sono gli unici argentei di abdicazione esistenti. La presenza delle lettere S M (Sacra Moneta) nell'esergo dimostra che sin dal trasferimento della zecca da Tessalonica a Serdica nel 303, quest'ultima assunse un'importanza preponderante. Nel 305 Serdica è il luogo di residenza principale del nuovo Augusto Galerio. Esistono anche due aurei di abdicazione coniati nello stesso tempo a Serdica per Diocleziano e Massimiano. L’aureo al nome di Diocleziano, Vendita Trau 1935:
    1 punto
  26. Ciao @M_T, Magari una presentazione …. Un grazie…. !!! Comunque, benvenuto al Forum. Per questa volta, allego io le foto. Sempre meglio evitare i collegamenti esterni. A proposito: le foto sono tue? la moneta è a tua disposizione?
    1 punto
  27. Non si vede nulla. Foto di entrambi i lati. Se hai problemi, prova così. Un grazie sempre a @caravelle82
    1 punto
  28. Leggere e scambiare messaggi con te e apollonia mi riporta indietro di una quindicina d'anni. Bella ma triste sensazione non capisco perchè. Forse mi sento vecchio 😀. La risposta precisa te la darà sicuramente apollonia enciclopedia vivente del Forum. Un caro saluto
    1 punto
  29. Ciao Adolfos, io i lacci delle scarpe li odio ed è per questo che porto da sempre dei mocassini che ne sono privi. Gli scarponi da montagna hanno però i lacci che io annodo, come penso facciano tutti, semplicemente tirandoli : di un "tiralacci" non saprei davvero che uso farne. Sai per caso come veniva impiegato ? Grazie !
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  30. 2 €uro? Orrore! Dovevamo essere informati prima! Qualche altra informazione riguardo questa mela morsicata?
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  31. Attenzione che le emissioni di Luni sono per lompiu’ emissioni autonome, ordinate dai vescovi lunensi probabilmente con lo scopo di supportare i traffici commerciali che all’epoca fiorivano in quella zona ( luni a quel tempo era molto piu’ prossima al mare, idem per Pisa). luni era importante sede vescovile e le lettere E B ricorrevano sulle emissioni in piombo sin dal principio del VII secolo. questo denaro, descritto per la prima volta da Bertino ( l’altro riferimento per ka monetazione e’ Mazzini , pero’ piu’ datato risalendo al 1920) potrebbe in effetti rassomigliare per peso diametri d tipo ad un’emissione franca antecedente a Carlo. Non e’ tra l’altro riportata sul MUR che considera solo le emissioni in piombo del vescovo Venanzio attribuendole al periodo longobardo. sicuramente un’emissione ( l'originale in argento - non la copia posteriore in oro) molto interessante da approfondire per gli scenari che potrebbe suggerire.
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  32. Ciao adolfos. Spero di dirla giusta: coltellino da tasca con lama e tiralacci, manifattura inglese degli Anni ’30. Il tiralacci è un accessorio che era utilizzato per tirare i lacci dei corpetti e le stringhe delle calzature. I like it. 🖐️ apollonia
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  33. potrebbe essere la moneta da 2 Euro? quella austriaca ovviamente
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  34. Il cucchiaio di legno va all'ultimo in classifica (ma secondo me non saremo noi), indipendentemente dai punti e dalle vittorie. Per chi invece perde tutte le partite c'è il cosiddetto whitewash.
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  35. Romani de Roma. Cos’hanno trovato gli archeologi in una mansio dell’Impero Romano in Spagna. Argento e fede latina L’Assessorato alla Cultura della Generalitat Valenciana ha reso pubblica la scoperta – e il restauro – nel sito archeologico di Hostalot-Idlum, nel comune di Vilanova d’Alcolea, a Castellón, di una spilla d’argento di epoca romana che gli esperti hanno datato al II secolo. La fibula, utilizzata per l’abbigliamento, presenta Romolo e Remo allattati dalla Lupa. E’ ancora perfettamente integra. E presenta la parte di chiusura perfettamente integra e funzionante, parte che risulta quasi sempre danneggiata o mancante in simili reperti. Ciò che è eccezionale, in questo ritrovamento, è l’assoluta fede capitolina. Pare quasi che chi la portasse volesse sottolineare la propria origine romanissima. Un’altra ipotesi è collegata al fatto che la mansio – una sorta di hotel con stazione di servizio e servizio di posta, gestita dal governo romano – potrebbe aver voluto, per il personale, insegne che ricordassero ai viaggiatori la patria lontana. Secondo l’archeologo responsabile dello scavo, Josep Carbó, si tratta di un pezzo “eccezionale” per la sua rarità e qualità, poiché sono pochissimi i pezzi di questo tipo studiati. Nel Palazzo Ildum, come è noto anche questo sito di Vilanova, sono stati rinvenuti alcuni dei reperti archeologici di epoca romana più significativi degli ultimi decenni nella Comunità Valenciana. Secondo gli studiosi spagnoli, il luogo ospitava proprio una mansio di evidenza pubblica e non uno degli ostelli minori che erano stazioni inferiori di sosta, in buona parte gestite da privati. Qui si poteva soggiornare secondo gli standard migliori stabiliti da Roma. Si potevano cambiare i cavalli. Ci si poteva lavare, rinfrescare, cambiare, rifocillare e ritemprarsi in attesa di una nuova tappa. In tutta sicurezza poichè, certo, tra il personale di servizio c’erano guardie ben selezionate. Nell’area sono stati trovati resti di attività produttive, di una villa – probabilmente la mansio – e resti di un impianto termale. Secondo gli archeologi spagnoli, l’edificio nel quale è stata trovata la spilla con la Lupa e i gemelli dovrebbe essere stato costruito contemporaneamente alla Via Augusta, accanto alla quale si trova, tra gli anni 15 e 7 a.C. e potrebbe essere stato frequentato e abitato fino al V o addirittura VI secolo d.C. Nel XVI secolo, sui resti romani, all’incrocio del Camino Real, fu costruito un ostello, che diede il nome a questo sito. Forse in continuità con il passato del luogo. L’identificazione dell’Hostalot con la posta romana di Ildvm, venne avanzata nel 1923 dall’archeologo José Senent, ed è stata rafforzata negli anni ’90, dalla scoperta della pietra miliare meglio conservata nel territorio valenciano. Questa è alta 2,72 metri, risale agli anni 213-214 ed è dedicato all’imperatore Caracalla. https://stilearte.it/romani-de-roma-coshanno-trovato-gli-archeologi-in-una-mansio-dellimpero-romano-in-spagna-argento-e-fede-latina/
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  36. E' vero, non costa niente, ma dubito che una petizione ex art. 50 Cost. sull'argomento (a questo punto basterebbe formulare la petizione mutuando il testo dell'interrogazione...e il gioco sarebbe fatto), otterrebbe una risposta. In primo luogo perchè una Petizione siffatta non avrebbe le finalità che la norma richiede (art. 50 Cost.: "tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità" ). In questo caso, la petizione non è evidentemente rivolta a richiede "provvedimenti legislativi" e potrebbe - a seconda dell'interprete - neppure "esporre comuni necessità", in quanto - in sostanza - avanza delle richieste legate ad un accertamento e non al soddisfacimento di vere e proprie "necessità". Giusto per avere un'idea del contenuto delle Petizioni che vengono inoltrate, qui sotto trovate un link che rimanda al tenore delle Petizioni presentate alla Camera dei Deputati nel corso della XVIII Legislatura: https://www.camera.it/leg18/468?idLegislatura=18 In secondo luogo, le Camere a cui la Petizione è trasmessa (indifferentemente la Camera dei Deputati o il Senato della Repubblica) non sono affatto tenute a prenderle in considerazione in quanto "I regolamenti parlamentari non impongono alle Camere l’obbligo di deliberare sulle petizioni": https://lamagistratura.it/primo-piano/lart-50-della-costituzione/#_ftn23 Quindi, si...... la Petizione la si potrebbe anche presentare, come in teoria potrei anche fare domanda all'ESA per fare l'astronauta.😁 Saluti. M.
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  37. Buongiorno per avere un parere è necessario inserire un paio di foto, dritto e rovescio della tua moneta. Inoltre, sarebbe opportuno aprire un'altra discussione, non accodarsi a questa. saluti
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  38. I due dritti a confronto : testa piccola. Testa grossa.
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  39. Possiamo aggiungere che Offa aveva quasi combinato un matrimonio tra suo figlio Ecgfrith con una delle figlie di CarloMagno Bertha, ma la contemporanea pretesa di Offa anche una delle proprie figlie sposasse uno dei figli di Carlo mando’ a monte il matrimonio promesso e porto’ come conseguenza anche l’interruzione dei commerci tra lo stato Franco e quello di Mercia almeno fino al 796.
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  40. Ciao, mi ricorda vagamente un tremisse meovingio o un denario. Chiederei a chi ne sa più di me : @Vietmimin, @numa numa @gpittini, @Poemenius , @Vel Saties , @ARES III
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  41. Bentrovato adolfos. apollonia
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  42. Buonasera @Arka, io credo, invece, che sia questa frase a rischiare di ingenerare confusione. Premetto e ribadisco che fattura e attestato sono due cose diverse, dal contenuto distinto e che l’una non sostituisce l’altro e viceversa (e su questo mi pare siamo d’accordo). Ma quando ricevo una fattura so bene cosa ho comprato. La fattura non è un documento generico. Anzi, se non ricordo male (e se c’è qualche commercialista potrà intervenire), nel contenuto minimo obbligatorio della fattura c’è la descrizione del bene o del servizio acquistato. Quindi con la fattura non solo posso ma DEVO poter risalire con certezza al bene che ho acquistato. Io stesso, quando emetto fattura nell’esercizio della mia libera professione, indico espressamente l’attività che ho svolto in favore del cliente e alla quale si riferisce il pagamento. Pertanto ribadisco: a me, che acquisto una moneta, la fattura servirà a dimostrare un domani (se ve ne fosse la necessità) che sono venuto in possesso della moneta in maniera lecita e legale; l’attestato di provenienza è “quel qualcosa in più” che la legge impone al venditore di emettere al fine di garantire all’acquirente che il bene da quest’ultimo acquistato sia stato correttamente immesso sul mercato. Attenzione: NON sto dicendo che all’acquirente basterà la fattura per stare tranquillo e ciò perché è la legge a prescrivere la necessità di un documento ulteriore (l’attestato di cui all’art. 64). E, concludendo, ribadisco anche che l’affermazione secondo cui il venditore possa attestare la provenienza della moneta dichiarando all’acquirente che la moneta è stata acquistata da esso venditore è un assurdo non senso (mi si passi la veemenza dell’espressione). C’è la fattura per questo (e torniamo alla frase “incriminata”). Saluti
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  43. Sembrerebbe un grano di Filippo IV di Spagna per il regno di Napoli, potresti inserire anche l'altra faccia?... Si vede anche la data ,il 4 a sinistra dello stemma e il 7 a destra ,quindi è un grano del 1647... Eccone un esempio...
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  44. I SIGILLI SEGRETI DELLA CARBONERIA ABRUZZESE - Giovanni Pansa - 1912
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  45. Antica scatola per spezie/menta piperita in argento con marchio dei Paesi Bassi (Leone passante 2 corrispondente a un titolo dell’argento di 835‰), prodotta verso la fine del XIX secolo. Altezza 42 mm, larghezza alla sommità 40 mm, profondità 30 mm. Peso 20,2 g. Corpo ben sagomato con due manici ad anello e un motivo floreale in rilievo sul coperchio. apollonia
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  46. Molto anni fa mi dedicai solo ad Elogabalo perché fu personaggio talmente folle che meritava attenzione. Ha dei denari davvero interessanti
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  47. MONETE per RICOSTRUIRE l’Ara Pacis di Antonio Castellani | Monete di Nerone e Domiziano raccontano l’Ara Pacis voluta da Ottaviano Augusto e dal 2005 racchiusa nell’involucro progettato da Richard Meier Correva l’anno 1996 quanto a Richard Meier, noto architetto statunitense, venne affidato l’incarico di dare all’Ara Pacis, una delle testimonianze più belle della Roma imperiale, un nuovo contenitore. Nel 2005, non senza polemiche per il forte contrasto fra antico e moderno, la struttura venne inaugurata e ancora oggi fa da palcoscenico non solo per il famoso monumento ma anche ad eventi mondani, culturali e artistici. Quasi dieci anni, dunque, per passare dal progetto alla sua realizzazione; purtroppo i tempi morti, le lungaggini, le incertezze non sono solo dei nostri giorni: il complesso dell’Ara Pacis ha subito un oblio di oltre 15 secoli. Già alla fine del I secolo d.C. il complesso era fortemente danneggiato e snaturato da un incendio (80 d.C.) oltre che da un cedimento del terreno che ne avevano fatto perdere le tracce e la memoria fino al Rinascimento. L’Ara Pacis di Ottaviano Augusto nel moderno contenitore architettonico che ne rende possibile ogni anno la visita a migliaia di persone La zona era stata caratterizzata da espansione edilizia durante l’epoca dei Severi e fino al 1536 (anno in cui abbiamo la riproduzione di una parte del fregio) e al 1566 (ritrovamento di un consistente nucleo dell’altare) non se ne seppe più nulla. In realtà il monumento dedicato alla pax di Augusto era nato sotto i migliori auspici come parte di un progetto più ampio al quale partecipò anche Virgilio con la sua Eneide: dare visibilità, forma, dignità artistica e storica al nuovo assetto politico inaugurato da Ottaviano Augusto nel recupero della tradizione romana, degli eroi fondanti quella civiltà, del ripristino della pace dopo quasi un secolo di guerra civile. Dettagli dell’altare, con la porta e le sculture a bassorilievo, su un asse neroniano coniato nel 65-66 forse a Roma o forse a Lugdunum L’Ara Pacis (inaugurata il 30 gennaio del 9 a.C.), sorgeva vicino al mausoleo di Ottaviano Augusto nel Campo Marzio, un’ampia zona vicina al pomerium (uno spazio di terreno consacrato lungo le mura della città) che era stato urbanizzato da poco; in precedenza era zona di esercitazioni per la cavalleria e l’esercito e, viene fatto di pensare, non deve essere stato scelto a caso per questo tipo di monumento, dedicato alla Pace. Del complesso faceva parte, sempre nell’ambito di un disegno propagandistico e simbolico di estrema complessità e raffinatezza, anche un horologium, una meridiana che aveva come gnomone un obelisco proveniente da Heliopolis, oggi in piazza Montecitorio. Quando ci si trovò di fronte a ritrovamenti sparsi di elementi architettonici e decorativi dell’Ara Pacis molte furono le perplessità nell’assegnare figure e decorazioni ai giusti spazi originari, addirittura nel ricostruire l’architettura del tempo di Augusto. L’esterno dell’edificio progettato dall’architetto Richard Meier per contenere l’altare inaugurato nell’anno 9 d.C. e voluto da Ottaviano Augusto Tra i documenti sicuramente vanno citate le fonti scritte tra cui alcune molto famose ed autorevoli, quali Ovidio e Plinio, nonché il matematico e astronomo Facondo Novio che aveva progettato la meridiana; è comunque innegabile che tra i documenti più attendibili vadano ricordate alcune monete coniate al tempo di Nerone, che offrono la visione di come doveva essere la struttura del grande altare dedicato a quella fragile divinità, preziosa ancora oggi, che è la pace. Chi si reca nel moderno edificio progettato da Meier vede oggi una costruzione quadrangolare con due entrate, una a oriente ed una a occidente; la struttura a recinto riproduce in muratura quello che era il modello del templum minus della tradizione arcaica locale alla quale la retorica augustea fa espresso riferimento. Un altro asse in bronzo di Nerone risalente al 65-66 ci mostr l’Ara Pacis sul rovescio Questi spazi consacrati avevano un recinto in legno, erano decorati con festoni e bucrani, patere o coppe rituali; l’interno dell’Ara Pacis, molto più ampio nelle dimensione e di materiale decisamente più nobile, marmo, vuole però riprodurre la stessa struttura e lo stesso tipo di decorazione e richiama l’arcaica simbologia della vita che si rinnova, del susseguirsi delle stagioni e del pacifico e produttivo lavoro dell’uomo. Non c’è traccia, nella ricostruzione attuale, di una porta che chiudesse le due entrate al luogo sacro; troviamo però l’indicazione di questo particolare, non documentato da fonti scritte, proprio su alcune monete della seconda metà del I secolo d.C. e in particolare su nove coni a nome di Nerone ed uno da ascriversi all’impero di Domiziano, dell’86 d.C. Sul rovescio dell’asse di Domiziano vediamo la riproduzione dell’Ara Pacis che testimonia la presenza delle porte che dovevano servire a proteggere la mensa sacra. Alcuni studiosi ritengono che le porte fossero presenti fin dalla costruzione del monumento, basando la loro affermazione su scanalature osservate sul pavimento; altri pensano invece che la chiusura ad ante sia stata successiva. Anche Domiziano, nell’anno 86, fa coniare assi con l’Ara Pacis che hanno permesso agli archeologi di ricostruire dettagli mancanti del monumento E’ comunque certo che le porte esistessero e questo lo affermano indiscutibilmente le monete. Inoltre si osserva che il conio presenta anche degli acroteri di decorazione sulla cornice superiore del recinto. E’ interessante vedere anche come l’autore di uno dei coni riproduca l’Ara Pacis durante un sacrificio: al suo interno si intravedono infatti gli uomini impegnati nel sacrificio, i victimarii. Riguardo alle citate monete di Nerone va ricordato che non tutti i numismatici concordano sul fatto che l’immagine dell’edificio sia l’Ara Pacis di Roma (Mattingly e Meissonnier) e fanno riferimento a quello costruito nella località di Lugdunum all’incirca nel 65 d.C. Pur tenendo conto di questa indicazione, dal punto di vista della ricostruzione della struttura e dei particolari dell’Ara Pacis di Roma, la zecca di emissione risulta ininfluente. Si è fatto accenno al particolare delle due entrate. Sulla parete occidentale del monumento romano troviamo un pannello in cui Enea sacrifica ai Penati e uno con una scena particolarmente significativa per il recupero della mitica fondazione di Roma: Romolo e Remo allattati dalla lupa mentre Faustolo, il pastore che li adotterà, e Marte, loro padre, osservano la scena. Anche la figura della dea Roma di questo sesterzio di Nerone del 65 d.C. è stata utile per il restauro e la ricostruzione dell’Ara Pacis Sul lato orientale troviamo la scena della Tellus, la madre Terra della tradizione latina anche identificata nella figura allegorica della pax (o forse Cerere, Roma o anche Venere, la madre di Enea altrimenti “assente”). Per la lettura della figura del pannello di sinistra ci si è avvalsi ancora una volta della numismatica, in particolare della figura femminile presente su un rovescio di un sesterzio coniato a nome di Nerone nel 65 d.C. nella zecca di Roma. Molto affine è infatti la ricostruzione che venne fatta, nel 1938, della dea Roma sull’Ara Pacis alla figura femminile che troviamo sulla moneta, seduta su armi accatastate sotto di lei. La fierezza dell’espressione, l’elmo, le armi, un seno scoperto testimoniano il recupero, in età augustea, di figure legata all’epoca e alla tradizione repubblicana. https://www.cronacanumismatica.com/monete-per-ricostruire-l-ara-pacis/ Pardon, @CdC sarebbe da spostare in monete imperiali, non repubblicane. Ho fatto un errore
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  48. Grazie mille delle info! Sara’ fatto, io studio, apprezzo e poi semmai continuo ad accumulare.. sennò cosa stiamo a fare al mondo?
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  49. La banconota è spettacolosa, fa tipologia a se ed è il sogno di tutti i collezionisti. Tuttavia devo segnalare che ultimamente sul mercato se ne stanno riversando parecchie ed il fatto è curioso: 6 mesi fa un commerciante lussemburghese ne ha messe in asta 2 ( sul più noto sito di aste on line); in questo momento ve ne sono altre due; lo stesso venditore nell'ultimo anno ne ha vendute altre 4; un altro commerciante piemontese, sempre nel solito sito, ne ha vendute 2; su un sito di aste di san marino lo scorso anno ne è comparsa una- non venduta- che poi è stata rimessa sul mercato...ecc... . Ai convegni i commercianti professionisti sono sempre in grado di procurarne almeno una .....insomma si parla di un gran bel pezzo che io per primo vorrei avere e che ai prezzi di catalogo però non comprerei mai sia perchè non sono alla mia portata sia però perchè, appunto, non così raro come ci si aspetta. Se qualcuno fosse interessato ho tenuto via tutti i numeri di serie di quelle comparse solamente nell'ultimo anno: ne ho già contate 14 e ho tenuto via tutti i numeri di serie!!! Vedremo nei prossimi anni ma certo, di altre banconote ne ho monitorate meno ma molte molte meno
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