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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/13/24 in tutte le aree

  1. Buonasera, lo scorso sabato 9 marzo gli studiosi Stanko Flego e Fulvio Colombo hanno presentato presso il Centro Visite della Riserva Naturale Regionale della Val Rosandra di Bagnoli della Rosandra (TS) un’interessante conferenza dal titolo ‘Il “refugium” tardoantico del Crinale in Val Rosandra’, con il patrocinio del Comune di San Dorligo della Valle. Gli autori hanno presentato i risultati di oltre 30 anni di ricerche (il Flego assieme al compianto Zupancic segnalò il sito in una breve nota nel testo “Topografia archeologica del Comune di San Dorligo della Valle” già nel 1991). L’ipotesi dei ricercatori, sulla base di materiali archeologici rinvenuti nei ghiaioni sottostanti ad una serie di ripiani (in parte naturali, in parte ottenuti artificialmente) - di misure variabili tra i venti-trenta metri di lunghezza per due/tre di larghezza - è che il rilievo orografico denominato Crinale (e spesso utilizzato da rocciatori) sia stato sede di un sito tardoantico utilizzato in condizioni di emergenza (invasioni barbariche?) da parte delle popolazioni che abitavano la vallata. Chi non conosce l’area si chiederà “cos’è la Val Rosandra” e nella fattispecie “e cos’è il Crinale?” Per la prima domanda rinvio al link http://www.riservavalrosandra-glinscica.it/ In genere i Triestini la chiamano semplicemente “la Valle”: è un tipico percorso agreste a poca distanza dalla città. Ma pur essendo a breve distanza da Trieste e a poche decine di metri di altitudine sul livello del mare, le alte pareti calcaree che la circondano e la vegetazione rimanda a paesaggi montani (vi ha sede il Rifugio Premuda che è il Rifugio montano più basso d’Italia con i suoi 30 mt s.l.d.m). Brevemente, si tratta di una vallata con ripide ed alte pareti calcaree nel cui fondovalle, tra forre e qualche pozza più ampia, scorre il Torrente Rosandra; la presenza del corso d’acqua (uno dei pochi di superficie dell’area giuliana) ha inciso nei tempi remoti la pietra calcarea creando grotte, ripari ma soprattutto dando refrigerio a selvaggina e ad assetate comunità umane. Per cui abbiamo un’area dove sono state identificate presenze umane riferibili all’Uomo di Neanderthal, del Mesolitico, del Neolitico, la Protostoria e della romanizzazione. Da qui partiva l’acquedotto che serviva la città romana di Tergeste già oggetto di una mia presentazione sul forum https://www.lamoneta.it/topic/114912-acquedotti-romani/#comment-2090919 Il Crinale è un ripido e marcato rilievo calcareo che crea una dorsale che fa parte della stessa Valle ed è separato dal Monte Carso sovrastante da un ampio e profondo canalone. La sua parte sommitale si ricollega all’altipiano costituito appunto dal Monte Carso, già sede di un ampio abitato protostorico Già da questa immagine appare evidente la pendenza della dorsale. I ripiani prima descritti sono evidenziati nella locandina della presentazione già presentata in apertura di testo, indicati dai numeri. Salvo il nr. 1 che è alla base e con la specifica che il nr. 6 è la Chiesa di Santa Maria in Siaris. L’assenza di resti di murature con legante porterebbero ad escludere una natura prettamente militare del sito e una durata cronologicamente abbastanza breve del sito, d’altra parte l’utilizzo di alture erte e facilmente difensibili è comune nelle aree pedemontane nel periodo tardoantico. In realtà è presente un robusto muro con malta di natura non ben chiara prossimo alla Chiesa di Santa Maria in Siaris, mentre nei ripiani è conservato solo un breve tratto di muratura a secco e alla base di uno di questi vi sono abbondanti pietre arenarie di chiara origine alloctona. I materiali raccolti sono perlopiù ceramiche, chiodi da carpenteria (che fanno supporre la presenza di tavolati e/o strutture in legno che avrebbero ampliato la superficie disponibile e fornito qualche copertura), chiodi da ferro equino (utilizzo di muli per il trasporto di materiali da costruzione e/o delle anfore contenenti acqua prelevata nel torrente?) ed una punta metallica. In cima al Crinale, vicino al c.d. Cippo Comici, è presente una piccola cavità a pozzo (Grotta dei giovani/Jama Mladich 3938/5231 VG) dove negli anni ’80 in occasione della prima esplorazione fu rinvenuta una fibbia, un bottone/borchia (?) ed un femore umano attrbuiti ad un generico “periodo romano”. L’accesso alla stessa fu ottenuto forzando una stretta fessura e si presuppone che in antico esistesse un ingresso più comodo. Il rinvenimento di alcune sepolture (1941 e 1974) rinvenute nel tratto dell’acquedotto romano sottostante il Crinale a a Crogole (1954) andrebbero collegate a questo periodo di frequentazione tardoantica. In un ambiente dove le comunicazioni erano mano semplici, gli insediamenti romani privilegiavano il concetto di “intervisibilità” tra gli stessi: a causa dell’orografia del sito non tutti i ripiani possono tenere sotto controllo gli altri. In un contesto difensivo dalla Grotta delle porte di ferro /Zelezni prton (504/3027VG) che si trova sul versante destro della Valle sotto il monte Stena si avrebbe avuto il controllo visivo sia sul “Refugium” che verso l’accesso della Valle stessa sia su una porzione di mare. Dal mare infatti nel periodo tardoantico non sarebbero giunti contingenti barbarici ma più facilmente rinforzi di truppe amiche. Riporto parte della descrizione tratta dal catasto Grotte: “… La cavità è interessante non solo per il suo deposito preistorico, il quale ha fornito reperti analoghi a quelli della sottostante e più nota Grotta delle Gallerie, ma anche per un singolare adattamento subito dal suo ingresso: esso infatti ha una forma molto regolare, ovale, con l'asse inclinato di circa 45° e presenta sul lato orientale una serie di incavi, alcuni dei quali cilindrici, scavati nel calcare; dalla parete opposta si osservano invece tracce di intonaco di cocciopesto, che la patina del tempo confonde ormai con la roccia. Da questi segni, e da resti fittili trovati nella cavità, è stato possibile dedurre che la stessa fosse stata adibita, in epoca tardo romana, a postazione militare di vedetta, per la sua particolare posizione dominante e che l'imbocco sia stato munito di una solida porta, i cui cardini erano posti appunto negli incavi, tutt'oggi visibili. A suffragare tale ipotesi, si nota inoltre un piccolo rialzo del suolo con la superficie molto levigata, che richiama perciò l'immagine suggestiva delle scolte che qui sedute sorvegliavano il territorio circostante.” Il Crinale (vedi profilo nero) visto dall’interno della cavità Il sito risulta di estremo interesse perché va a collocarsi cronologicamente in un periodo poco noto per l’area giuliana e che doveva esser contraddistinto da una certa instabilità in quanto anche a Tergeste vennero rinforzate le difese urbiche (vedasi al riguardo la costruzione del torrione a fianco della scalinata che porta a Santa Maria Maggiore). Il territorio non fu colpito direttamente dalle ondate barbariche che puntavano ad accedere alla Bassa Friulana e da qui, una volta superata Aquileia, a penetrare nel cuore dell’Impero ma l’accesso di contingenti barbarici (es. Unni) mise in apprensione le popolazioni locali. Personalmente ringrazio gli autori per il contributo e le istituzioni locali che da anni puntano sulla ricerca storica culturale ed etnografica per valorizzare un territorio ricco di attestazioni di frequentazioni umane fin dalla Preistoria passando per la Protostoria, la Romanizzazione e il periodo successivo. Per restare al periodo romano, nei pressi della Valle si insediarono i primi contingenti militari impegnati nella Guerra contro gli Histri e nella successiva conquista dell’area https://www.lamoneta.it/topic/200166-nuovi-scavi-archeologici-nellarea-triestina/#comment-2209348 Spero di aver destato la vs attenzione Illyricum
    3 punti
  2. Condivido volentieri: Lotto 289 Aurora 31 1/3/2024: Regno d'Italia, Vittorio Emanuele III (1900-1943), 20 Lire 1931, RRR coniati 50 esemplari, Ag 35,5 mm , conservazione eccezionale, in Slab NGC MS66 Top Pop! (cert. 6635678007) Dr. Testa del sovrano rivolta a d. Rv. Figura eretta di littore ignudo con fascio, che saluta romanamente l’Italia rappresentata da figura muliebre seduta con fiaccola e scudo sabaudo. Autore: G. Romagnoli (rovescio); incisore: A. Motti (rovescio)
    3 punti
  3. Nel 1942 la principale preoccupazione per gli americani era di battere sul tempo la Germania nazista nella corsa alla bomba atomica. Per questo Oppenheimer, che aveva passato parte dell'infanzia nel New Mexico, ebbe l'idea di riunire permanentemente gli scienziati del Progetto Manatthan in una località remota, chiamata Los Alamos, facendo costruire una base appositamente in mezzo al nulla, che sarebbe stata operativa a partire dall'inizio del 1943. Proprio del 1943 è la seconda moneta della nostra carrellata, un Jefferson Nickel, coniato nella zecca di Philadelphia. Da notare che in piena II Guerra Mondiale il nickel serviva a scopi bellici, perciò i nichelini coniati dal 1942 al 1945 hanno una "curiosa" composizione alternativa e sono in argento '350 (in lega di rame e manganese). Conosciuti come "War Time Nickels" si riconoscono anche dal diverso segno di zecca, di grandi dimensioni, posto al rovescio proprio sopra il Monticello. Entrati in circolazione nel 1938, i Jefferson Nickels presero il posto dei Buffalo Nickels, tanto amati oggi dai collezionisti quanto all'epoca problematici per la coniazione. Perciò nel 1938, appena trascorsi i 25 anni, termine minimo per poter cambiare il design di una moneta in circolazione, il Congresso avviò un concorso per la scelta del nuovo conio del taglio da 5 cent. Gli artisti partecipanti avevano l'obbligo di ritrarre al diritto il terzo Presidente Thomas Jefferson (1801 - 1809) ed al rovescio la casa dello stesso, chiamata Monticello, ormai divenuta un monumento nazionale. Il concorso venne vinto da Felix Schlag un artista tedesco emigrato negli states nel primo dopoguerra, che vinse 1.000 dollari dell'epoca che, purtroppo, gli servirono per pagare i funerali della moglie. Come possiamo vedere dal bozzetto vincitore del concorso, il Monticello al rovescio era visto di tre quarti ma fu chiesto espressamente a Schlag di modificare il conio e dare una raffigurazione frontale del monumento, richiesta che, sembra, venne formulata addirittura dallo stesso presidente in carica, F.D. Roosevelt. Con il design che conosciamo, il Jefferson Nickel rimase inalterato fino al 2004, per poi vedere modificato il diritto con il "famigerato" ritratto frontale del terzo presidente, non proprio riuscito artisticamente.
    3 punti
  4. Buongiorno, vorrei presentarvi la nuova coppia appena entrata in collezione e chiedervi un suggerimento. L'Italicum al dritto presenta qualche punto di verde, sul mento e in mezzo ai capelli. Consigliate di pulirli in qualche modo prima di metterla via o la lascio così? Sotto al busto si intravede la parte superiore della firma 🧐 Ed ecco il Tallero di Convenzione di Roma prima versione
    2 punti
  5. Buongiorno a tutti, queste sono alcune monete papali che ho raccolto nel corso degli anni. Ho scattato foto di queste monete e fatto un video. https://sns-video-al.xhscdn.com/stream/110/259/01e5eb2e282b2b51010377038e1ec0c311_259.mp4 Edison
    2 punti
  6. ciao ragazzi come state? un caro amico mi ha inviato questa moneta un R2, 2 centesimi 1907 voleva un consiglio sullo stato di conservazione, bella non c'è che dire secondo voi o giù di li😉😉
    2 punti
  7. Moneta alquanto rara, classificabile come RIC 49. L'esergo ML dovrebbe stare per "Moneta Londinium", mentre le lettere nei campi sono marche e segni di zecca il cui significato è tutt'oggi ignoto. Le marche più comuni che si rinvengono sulla monetazione di All'etto sono S|A/ML, S|A/MSL, S|P/CL La sequenza delle marche di zecca per gli usurpatori britannici è la seguente (Tratta dal libro di Casey "Carausius and Allectus).
    2 punti
  8. Ciao a tutti. Non mi ero espresso su questo denario di Nerone perché francamente le foto del venditore sono veramente pessime, sembrano in bianco e nero ( forse perché la moneta è di Nero? 😅😅😅) e molti particolari risultano illegibili e sbiaditi, mah!!! Tuttavia, essendo anche io costantemente alla ricerca di un denario per questo imperatore ed avendo seguito la discussione ho trovato una moneta che condivide ( per me non ci sono dubbi ma un vostro parere a tal proposito sarà gradito) lo stesso conio di incudine ( dritto) di quello del post, il conio di martello ( rovescio) invece è diverso. Questo fa propendere per la quasi certezza di autenticità della moneta. Il differente stato di usura tra dritto e rovescio non è una cosa tanto inusuale, magari il conio di rovescio era un po stanco e quindi già in origine meno impresso sulla moneta, la circolazione e l'usura hanno fatto il resto. Le foto non permettono di dirlo con certezza ma io non vedo ritocchi sul dritto ma su questo ho tutto da apprendere ed attendo interventi a tal proposito 🙂 ANTONIO
    2 punti
  9. Sulle monete Selgiuchidi con raffigurazioni vi è un interessante testo disponibile in rete: https://www.academia.edu/42474439/Figural_Coins_of_the_Seljūqs_of_Rūm
    2 punti
  10. Non confondere il mocenigo di Gritti, comune, con quello di Giovanni Mocenigo, estremamente raro, per cui anche con il buco va bene. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  11. Bah! La conversazione va verso uno stallo.. il venditore è professionista? Se è professionista rilascia fattura con descrizione di quel che vende. In caso di problemi, potrebbe passare dei guai. Più che la perizia guarderei chi glielo vende. Se non è un professionista che le garantisce quel che vende, io non lo prenderei! Poi per carità! Se lo vuole prendere non è che deve sentire i miei consigli, se le piace libero di comprarlo
    2 punti
  12. Se è un negozio di un professionista filatelico immagino non abbia difficoltà a certificarlo. Se un negozio di non specializzato forse meglio approcciarli quando si è dei veri professionisti. A mio avviso non conta tanto il mezzo, quanto la professionalità di quello che è dall’altra parte del bancone
    2 punti
  13. Salve. Condivido due piastre 12 carlini Gioacchino Napoleone Murat, la prima datata 1809, la seconda 1810. Le pubblico anche per avere riscontri sulla loro autenticità e su eventuali varianti. Io le ho attribuite, rispettivamente, al n. 405 ed al n. 406, pag.241, del volume del Magliocca sulle monete di Napoli 1674/1860. Ringrazio per l'attenzione. Saluti.
    1 punto
  14. sembra una tessera, pesa gr.1,13 e un d. di mm. 20 grazie per eventuale aiuto
    1 punto
  15. Clara Peeters (1580 – 1621) 1610 - Vanità
    1 punto
  16. Dove ho spostato la discussione.
    1 punto
  17. Perché Filippo ? GENS FURIA IL TRIONFO DI FURIO CAMILLO I Furii furono una gens romana patrizia, famosa e gloriosa, i cui membri ebbero infatti incarichi nelle magistrature per tutta la durata della Repubblica romana. Ebbero un periodo di oscurità tra il III e il I secolo a.c. tornando poi alla ribalta sotto il Principato augusteo e la dinastia giulio-claudia. Il primo a ottenere la carica di Console della Repubblica romana fu Sesto Furio Medullino Fuso nel 488 a.c., ma il più celebre fu Marco Furio Camillo, onorato come il Secondo Fondatore di Roma. I PRAENOMINA Nella Gens Furia erano usuali i praenomina Marcus, Spurius, Lucius, Publius, e Agrippa. I Furii Pacili usano anche il prenome Gaius, che gli altri rami non usarono. I COGNOMINA Cognomina dei Furii furono: Camilli, Medullini, Fusi, Pacili, Phili, Bibaculi, Purpureones, Prassides, Brocchi MARCUS FURIUS PHILUS FURII PHILI - Marco Furio Filo - nonno del console del 223 a.c.. - Spurio Furio Filo - padre del console del 223 a.c.; - Publio Furio Filo - Il primo dei Furii Fili ad ottenere una carica pubblica. Fu console con Gaio Flaminio nel 223 a.c., nella guerra contro gli Anari e gli Insubri, vennero richiamati dal senato per la cattiva interpretazione degli auspici, ma i consoli, presi dai preparativi aprirono la lettera dopo la fine della battaglia, o almeno così dissero. Furio tornò così a Roma dove il popolo, sebbene col senato contrario, gli concesse il trionfo su Galli e Liguri.Poi fu eletto assieme a Manio Pomponio Matone pretore peregrinus nel 216 a.c., nella II guerra punica; dopo la sconfitta a Canne, insieme al collega Matone, spinse il senato a migliori misure difensive per Roma. Poco tempo dopo Marco Claudio Marcello gli consegnò la flotta per l'Africa ma, gravemente ferito in battaglia, dovette tornare a Lilibeo (Marsala). Nel 214 a.c. divenne censore con Marco Atilio Regolo, ma dovettero arginare i tentativi di fuga dei Romani dopo le vittorie di Annibale. Con i nuovi tribuni della plebe ( 213 a.c.), venne col collega posto in stato d'accusa davanti al popolo dal questore Lucio Cecilio Metello, appena eletto tribuno che nell'anno precedente era stato privato da loro del cavallo, lo avevano allontanato dalla tribù urbana e lo avevano fatto diventare erario, poiché avrebbe cospirato dopo la battaglia di Canne per abbandonare l'Italia. L'intervento degli altri tribuni vietò ai censori di difendersi durante il loro mandato, fino almeno a quando non avessero cessato la magistratura (5 anni). La morte prematura di P. Furio impedì la fine dell'incarico e M. Atilio rinunciò alla carica. Furio fu anche augure fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 213 a.c. ed ebbe un figlio, anche lui di nome Publio. - Publio Furio Filo - informò Scipione dell'intenzione di abbandonare Roma dopo la battaglia di Canne di Marco Cecilio Metello e altri. - Publio Furio Filo - pretore nel 174 a.c.. - Lucio Furio Filo - pretore nel 171 a.c., - Lucio Furio Filo - console nel 136 a.c. con Sesto Atilio Serrano e gli fu affidato il governo della Spagna Citeriore nonchè il compito di consegnare a Numanzia il console dell'anno precedente, Gaio Ostilio Mancino, nodo e legato, colpevole di aver concluso un trattato di pace sfavorevole per Roma. Ebbe come legati Quinto Pompeo e Quinto Metello, suoi nemici, così che poterono però testimoniare la sua rettitudine e integrità. Filo, con Scipione Emiliano, Gaio Lelio Sapiente ed altri del Circolo degli Scipioni, era noto per l'amore per la letteratura e la raffinatezza greca, ospitando spesso i più dotti greci presenti a Roma Inoltre, così come per la purezza del suo latino. - Marco Furio Filo - triumvir monetalis del 119 a.c., le sue monete commemorano la vittoria di Quinto Fabio Massimo Allobrogico dell'anno https://www.romanoimpero.com/2022/11/gens-furia.html?m=1
    1 punto
  18. Ciao un mio amico che ha una agenzia dei pegni mi ha dato questi consigli che passo a te: se acquisti un lingottino sempre quello piccolo di grammi per evitare delle fregature che all'interno l'oro non sia come l'esterno, mi ha sempre consigliato di acquistare oggetti in oro ma no in gioielleria ma quando fanno le aste di tutto i gioielli non ritirati (purtroppo) da chi li ha impegnati.Tieni presente che adesso in gioielleria parlano di 70/80 euro al grammo parlo del 18 kt,alle aste i gioiellieri quello usato lo comprano molto di meno e poi lo rivendono.
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  19. 1 punto
  20. @gpittini Ecco l'identificazione https://www.worldofcoins.eu/forum/index.php/topic,57542.0.html Dear Matteo , this is a Figural Coin of the Seljuqs of Rum Fals; details: Seljuqs of Rum, Qilij Arslan II, AE Fals, mint? (AH 550-588/ 1156-1192 AD) Reverse (Left photo) : within beaded circle, reads: السلطان , al-Sultan المعظم , al-Mu'azzam قلج ارسلان , Qilij Arslan بن مسعود , bin Mas'ud Obverse (Right photo😞 within beaded circle: Horseman with leveled lance charging to the right. Qilij Arslan II (قلج ارسلان) or 'Izz al-Din Qilij Arslan ibn Masʿud (عز الدین قلج ارسلان بن مسعود) meaning "Sword Lion", was a Seljuk Sultan of Rûm from 1156 until his death in 1192. Qilij Arslan II, the son of Mas'ud I, was the first Sulṭan who minted dirhams and dinars. During his reign coins with a single type of figure were minted. This figure depicts a horse running to the right with a rider sitting on it and holding a spear. Such types of coins featuring horsemen were liked and used in later periods as well. Questa dovrebbe essere la scheda della medesima tipologia individuata su Zeno.ru: https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=294443
    1 punto
  21. DE GREGE EPICURI Vi mostro oggi questo piccolo bronzo (4,16 g per 18-19 mm) acquistato da poco; è di Cesarea di Cappadocia, dell'imperatore Tito. Intorno al busto volto a dx si legge solo: AVTOK KAI...TO... Un po' meglio il rovescio col Monte Argeo, e la scritta antioraria: ΕΠΙ ΓΑΛΛΟΥ, e in esergo: ΕΤ Γ (3° anno di regno). Dovrebbe essere RPC 1684, e BMC 27, ma chiedo la vostra conferma.
    1 punto
  22. Se valuto una moneta che ha fatto 1000 all'ultima asta devo tenere conto delle commissioni applicate al venditore. Dipendono da molti fattori, ho sentito di un 10 +iva, 14 , 15 fino a 18.
    1 punto
  23. Grazie Rufilius, vediamo cosa dicono glia Altri.
    1 punto
  24. Ah caspita... come si vede che non ci capisco niente eh Verifico subito. Grazie intanto per la risposta!
    1 punto
  25. Quasi cinque anni fa (la discussione è del luglio 2019) si trovava in ciotola a 50 cent/1euro, oggi si trova in ciotola a 50 cent/1 euro.
    1 punto
  26. Perdonami ma credi veramente che un negozio di numismatica offra 5.000 euro per una patacca del genere? Forse questa cifra potrebbe essere stata offerta da un negozio di frutta e verdura, ma da un negozio di numismatica certamente no 😊
    1 punto
  27. Vergognoso mettere balzelli quando un patrimonio storico come queste monete rientra in Italia.
    1 punto
  28. Grazie ragazzi della disponibilità, mi confermate i dubbi a riguardo. Magari una perizia la faccio fare lo stesso visto che ho altre monete, magari faccio un blocco. Spero solo che non siano tutte patacche.
    1 punto
  29. Anche per me moneta autentica . Puo' capitare che un lato sia molto piu' usurato dell' altro , questo potrebbe accadere quando la moneta e' rimasta per secoli sepolta sempre nella stessa posizione , in questo caso quello meglio conservato , e l' altro esposto agli agenti atmosferici o all' acqua , ad esempio di un fiume . Ma le cause possono essere anche diverse , coeve alla moneta stessa . Comunque sia la moneta e' stata ben pulita .
    1 punto
  30. Secondo me non oltre i 30 euro,ma è una moneta particolare che io terrei volentieri in collezione,ma non per l'8 sul 7 che è una varietà non particolarmente rara e tantomeno difficile da trovare... Dalle immagini postate sembra che abbia il doppio punto dopo HIER al rovescio,come nelle piastre del 56... Vediamo se @Raff82può dirci qualcosa in merito...
    1 punto
  31. 1 punto
  32. Questa discussione è completamente surreale
    1 punto
  33. Cartolina postale tedesca da 15 pfenning con l' effigie volta a sx del presidente Hindenburg. Annullo bruckenstempel detto anche a ponte del 9 aprile 1941 ore 18 dell' ufficio postale n.48 di Salzburg 1. Il timbrino in basso in rosso rettangolare 3242 è un annullo sicuramente di censura, come anche l'annullo cerchio nero con l' acquila. Non so se ci sia altro nell'altro lato, sarebbe sempre bene anche per la nostra curiosità vedere entrambi i lati. Non ci sono annulli di arrivo italiani da nessuna parte.... ?? Bel pezzo molto collezionabile.
    1 punto
  34. Intanto il marcello (o mezza lira) è di Giovanni Mocenigo e non Pietro. Cambia poco perchè sono entrambi comuni. La lira poi ha un appicagnolo e un buco. Solo valore affettivo. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  35. Inserisco le foto anche dei miei fiorini vecchi... uno di I tipo, l'altro di II. Vengono il I dalla recente asta CNG, l'altro da una importante collezione della Repubblica Fiorentina.
    1 punto
  36. La risposta è molto semplice: la coniazione è continua fino al 1442, poi prosegue durante le fasi angioine e cessa nel 1528 a Sulmona, mentre la circolazione prosegue almeno fino alla metà del ‘500, visto che se non ricordo male c’è un bando del 1533 che li valuta per ritirarli.
    1 punto
  37. Al rovescio invece ,seppur in maniera ancora più evidente del dritto sono presenti diverse variazioni per ogni singola moneta , una moneta in particolare mi ha suscitato maggiore interesse , la numero 1 . presenta 2 caratteristiche che la rendono la più unica tra le 4 , la barba del santo presenta una lunghezza maggiore , e l'indice e il medio della mano destra vanno verso l'alto e non verso il basso , come le altre 3 monete . Entrambe le caratteristiche sono maggiormente in linea con i grossi da 12 denari del tipo successivo ( tipo II in foto ) si potrebbe dunque arrivare a ipotizzare un ordine cronologico , basandosi su queste caratteristiche ?
    1 punto
  38. Salve, colgo l'occasione per segnalare che nell'ambito del suddetto corso, questo giovedì 14 marzo a partire dalle ore 15,00 il Dottor Stefano Locatelli terrà un seminario sul "ritorno all'oro", le prime coniazioni del fiorino e la sua affermazione nella seconda metà del Duecento, che ovviamente come il resto delle lezioni è aperto a tutti gli interessati/le interessate. In attesa di vedervi in questa o nelle prossime occasioni, un caro saluto MB
    1 punto
  39. Mi dispiace ma è palesemente falsa. Bordo e perlinatura sono chiaramente difformi rispetto ad un esemplare autentico.
    1 punto
  40. Mi rimane sempre impossibile capire coloro che si rivolgono qui sul Forum per avere pareri apostrofando come esperti i suoi interlocutori, salvo poi rimanere delle proprie idee a fronte di una pletora di opinioni allineate sulla falsità degli esemplari proposti. Non ne vedo il senso.
    1 punto
  41. Ciao..direi che ho poco da aggiungere a quanto scritto fin qui...è una moneta particolarmente rara, molto ricercata..e molto contraffatta...di storie dai possessori di monete false ne ho sentite a josa..tutte suggestive e romantiche..Se non vado errato il Re regalò un esemplare di questa moneta al solo Generale Osio, suo precettore..non era tipo che andava in giro a regalare monete..ma ovviamente..tutto è possibile...
    1 punto
  42. Buonasera @Alexio85 anche per me è buona. 👍
    1 punto
  43. Astarte era una dea della guerra, della sessualità e della maternità, il cui culto era diffuso in tutto il Levante. Il Carro di Astarte è un veicolo coperto a due ruote che sarebbe servito come santuario portatile durante le processioni religiose per trasportare il sacro betilo, una pietra a cui si attribuiva una funzione sacra in quanto dimora di una divinità o perché identificata con la divinità stessa e che costituiva la forma aniconica in cui la dea era venerata. Il termine "betilo" deriva infatti dall'ebraico Beith-El che significa "Casa di Dio". L'adorazione del betilo viene detta "Litolatria". apollonia
    1 punto
  44. Buonasera, ho anche io una moneta simile https://www.erroridiconiazione.com/c-6-coni-collisi/
    1 punto
  45. Ciao, La moneta ha dei bei rilievi ma presenta minimi difetti di porosità nella compattezza nel metallo, tipici della tipologia monetale. Solco a parte, presenta invece una pesante lucidatura che a mio avviso compromette molto l'appeal generale. Davvero un peccato perche sembrava avere una bella patina intensa. Se la devi ancora prendere, a meno che la richiesta non sia davvero appetibile, ti consiglierei di aspettare un esemplare migliore. Allego scheda della moneta tratta dal nostro catalogo, dove puoi visionare due esemplari in bella conservazione https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIIMF/30 • FERDIN • II • MAGN • DVX • ETRVRIAE in nesso • busto corazzato a destra con mantellina, testa nuda con colletto alla spagnola e decorazione sotto il busto stella a 6 punte 1624 stella a 6 punte (da sinistra) S • IOANNES • BAPTISTA • il Santo come nella prima serie esergo • 1623 • CNI 29/32 GAL. IX, 1/2 DI GIULIO 78 PUCCI 29/29b MIR 289
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  46. DE GREGE EPICURI Anche questo bronzo (7,89 g e 22 mm) non è particolarmente ben conservato, ma ha un rovescio interessante. Al D un busto di Adriano; si legge soltanto ..OC alla fine della legenda. Al R, c'è un tempio distilo; al centro, una specie di trono su predella, e un nicchione ovale sovrapposto, dentro al quale si intravvede (male) una statua. Si tratta della statua di Artemide Pergaia. La moneta dovrebbe essere la von Aulock 4671, e la SNG Pfalz 278. Non ho sotto mano purtroppo il RPC.
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  47. Da Perinto nella Tracia, un " rare " medaglione in AE con al diritto busto dell' imperatore ed al rovescio 2 templi affrontati, con in alto, tra le leggende, 2 " prize urns " . Sarà il 7 Aprile in vendita Num.Naumann 139 al n. 362 .
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  48. Amici Lamonetiani, sottopongo alla vostra attenzione questa piccola indagine sul peso delle monete in funzione della loro conservazione. Per evitare di condizionare i risultati unicamente dal mio criterio di valutazione della conservazione ho usato anche dati degli amici Favaldar e Paolino. C’è una cosa ben nota che risulta evidente dal confronto delle curve di peso del grafico: la perdita di peso è generalmente diversa da moneta a moneta. Dipende infatti non solo dal metallo (rame o argento in questi casi), ma anche dalla taglia della moneta. Viene confermata una consunzione maggiore delle monete più piccole (5 centesimi in confronto a 10 centesimi, entrambe rame in questo caso). I tipici risultati di questo tipo di indagine aiutano, quando possibile, ad accertare un falso dal peso di un esemplare delle monete studiate. E fin qui nulla di nuovo… C’è però un’altra cosa, un po’ meno evidente, che a me risulta chiara da questa piccola indagine. Ma non ve la voglio anticipare, per vedere un po’ se la scopre qualcuno tra voi. Non abbiate remore ad intervenire per dire la vostra: tutto quello che vi passa per la testa. Tanto non c’è da temere, anche perché è un tema ancora un po’ controverso… Un salutone,
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