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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/29/24 in tutte le aree
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Segnalo agli appassionati di monetazione marchigiana e a tutti gli appassionati e curiosi numismatici l'imminente pubblicazione da parte di Nomisma della monografia sulla zecca di Pesaro. L'opera, curata da Lorenzo Bellesia, rappresenta la quarta tappa della collana che l'autore ha deciso di dedicare alla monetazione marchigiana. Il volume in oggetto porta in copertina il n°4 (n°1 Recanati, n°2 Camerino, n°3 Fermo)... e il n°5 è già in avanzato stato di lavorazione.. In questo volume viene rianalizzata la monetazione di Pesaro fino a Leone X°, e relativa documentazione con un'importante revisione di alcune attribuzioni del Corpus. Il volume è composto di 288 pagine, sarà ordinabile entro un paio di settimane sul sito Nomisma al prezzo di 100 euro. allego immagine della copertina... Sentiti complimenti all'autore e buona lettura a tutti gli appassionati. Mario5 punti
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Valentiniano III: la tipologia con la Porta di Campo (RIC 2159-64) di emissione cartaginese. Così come la Porta di Campo è la tipologia di Valentiniano III coniata in maggior quantità dalla zecca romana, così lo è per le emissioni cartaginesi, abbondanti e talmente ricco di varianti da essere impossibile catalogarle compiutamente. Mentre da un lato, esiste una notevole varietà nei tipi, ciò che fa ritenere plausibile che siano stati coniati durante un periodo di tempo notevolmente esteso, dall’altro la loro relativa rarità fa ritenere che ogni singola emissione fosse abbastanza contenuta nel numero: forse a causa di una cattiva tecnica di produzione dei conii, oppure l’impiego di una lega poco idonea per la fabbricazione dei tondelli, ragioni entrambe che possono essere causa di una durata breve dei coni e quindi della loro frequente sostituzione. Il disegno della Porta di Campo a volte richiama quello della VOT PVB valentiniana, altre quello delle GLORIA REIPVBLICE teodosiane. La qualità dell’incisione appare assai variabile: si passa da disegni accurati, con cura per il dettaglio e simili per qualità a quelli capitalini, ad atri appena abbozzati, ridotti a poche linee tracciate frettolosamente e appena sufficienti per richiamare la Porta di Campo. Anche le due torrette a volte sono ben disegnate, altre ridotte ad una crocetta. Sebbene manchino prove oggettive, è plausibile ipotizzare che la bella esecuzione dei primi coni sia progressivamente venuta a meno con il trascorrere del tempo di fronte all’esigenza di coniare rapidamente una crescente quantità di monete. D’altra parte, è anche plausibile che nella zecca lavorassero incisori abili, di lingua greca (come suggerisce la frequente sostituzione della E con la Є e della C con la K), insieme ad apprendisti analfabeti. La legenda nominale al dritto, come nelle altre emissioni cartaginesi, può essere distinta in continua o spezzata. Per quanto riguarda il verso, esiste una grande varietà di legende, per lo più formate da 6 lettere disposte 3 a 3 ai lati della Porta di Campo, a somiglianza di quanto avvenne nella VOT PVB, ma, stranamente, pur sembrando l’emissione cartaginese avere in quella romana il suo spunto, e forse essere stata coniata a partire da qualche anno più tardi, nessuna delle tante varianti di legenda richiama la VOT PVB. Così come per l’incisione del disegno del verso, anche per le legende forse si passa da un iniziale rispetto di quanto stabilito dai responsabili della zecca con legende che si ripetono scritte esattamente nello stesso modo, a un crescente disordine sino a giungere a un momento dove le lettere della legenda del verso paiono disposte in modo casuale. Nel RIC sono riportate cinque tipologie, distinte dalla legenda al verso posta ai lati della figura: [VICTORIA]-AVGVST, ROM in esergo (RIC 2159) CAS-TRA[N], ROM in esergo, con legenda nominale continua (RIC 2160) CRA-////, con legenda nominale continua (RIC 2161) CAS[T]-VIC, con legenda nominale continua (RIC 2162) o spezzata (RIC 2163) RO-MA, con legenda nominale spezzata (RIC 2164) Per le varianti RIC 2159 e 2164 è indicata una rarità R4 mentre tutte le altre sono considerate comuni. Stante l’estrema varietà di legende, per lo più non riconducibili a un archetipo e spesso illeggibili, è difficile attribuire un grado di rarità alle divers e varianti. Forse potrebbero considerarsi tutte ugualmente comuni, come indica il RIC, quando illeggibili; R1 quando hanno un lato ben leggibile; R3 quando entrambi i lati sono ben leggibili, Inaspettatamente, nessuna di queste legende richiama quella romana: VOT PVB. La legenda CAS-TRA appare molto coerente con il disegno della porta e per questo motivo spesso viene utilizzata quale riferimento all’intera tipologia: tuttavia, tale legenda on realtà è piuttosto rara, e quella non illustrata nel RIC e nonostante disponga di un archivio fotografico di circa 200 nummi, non ne trovo neppure uno dove appaia in modo inequivocabile e completo questa legenda. Il peso medio di questa tipologia, 1,27 g, è in linea con le altre tipologie attribuite alla zecca di Cartagine. Tra le monete battute in nome di Valentiniano III, le Porte di Campo sono forse le più frequenti: sia nel caso di quelle romane, con legenda VOT PVB, che di quelle cartaginesi, con la loro pluralità di legende. Quindi sono speranzoso che tra i foristi vi sia chi possa proporci qualche bella immagine di questa emissione cartaginese con la legenda decifrabile. Grazie.4 punti
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11 giorni fa sono passati 4 anni dall'inizio di questa discussione. Quasi 800 post e 33.000 visualizzazioni. Un bel traguardo. Grazie a quelli che hanno partecipato e a quelli che hanno letto. E grazie a quelli che parteciperanno e a quelli che leggeranno. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Finalmente, dopo tanto tempo di ricerche , sono riuscito a portare a casa questo splendido volume in edizione originale .. grazie al caro amico che me lo ha segnalato …3 punti
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@sdy82 , come vedi sono di parola anche se a volte ci metto un po' a mantenerla 😀 Ecco l'Atlante scolastico geografico di B. Konnzen per scuole superiori, medie e commerciali, edizione del 1893 (dovrebbe essere la prima). Ed. Hölzel, Vienna. P.S. Purtroppo le foto fanno un po' schifo (e poi non fate caso ai dettagli inutili, non avevo voglia di ritagliare)...2 punti
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DE GREGE EPICURI @VietmiminNo, nel Bel Paese non è lo stesso. E' probabile che per delle civette ateniesi, certamente non coniate in Italia, ci sia una discreta tolleranza, e bastino le certificazioni della casa d'aste. Ma se si trattasse di moneta italica o sicula, e in particolare di moneta rara o di interesse storico eccezionale (un decadrammo, ma anche un "semplice" bronzo riconiato della Symmachia di Timoleonte...) occorrerebbe dimostrare che la moneta si trovava già in una collezione nel 1909, anno della prima legge organica del Regno sulla tutela del patrimonio archeologico.2 punti
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Concordo: un qBB o poco al di sotto. Aggiungo, per confronto, una moneta in buona conservazione:2 punti
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Mi stavo preoccupando.... Mi dicevo tra me e me,mo lo scrive mo lo scrive,ma non scrivevi....menomale🤣2 punti
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Questa magnifica mappa interattiva mostra il globo com'era in varie epoche geologiche remote, sia per (milioni di) anni che per eventi fondamentali della storia del pianeta: https://dinosaurpictures.org/ancient-earth#0 Stesso tema di questo video, in cui alla fine si ipotizza anche come si muoveranno i continenti nei milioni di anni futuri: Quest'altro è interamente dedicato all'evoluzione dei continenti nel futuro:2 punti
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Da Tarso di Cilicia, un attraente esemplare di tetradrammo con al diritto testa laureata di traiano ed al rovescio raffigurazione di Tyche, seduta su rocce, con in mano ramo di palma . Sarà il 12 Aprile in vendita KMK 121 al n. 241 .2 punti
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All'asta tre monete romane magnifiche e introvabili Questo recita il titolo del filmato di Scripta manent Nel filmato si parla di tre rarissime monete dell'antica Roma fanno parte di una collezione che andrà all'asta a Zurigo a maggio e in ottobre: si tratta di un raro sesterzio con raffigurato l'imperatore Adriano celebrato dalle legioni stazionate in Britannia nel 122 d.C., un sesterzio di Agrippina ordinato dal figlio imperatore Caligola per commemorarne la morte e di una moneta 'Judea Capta' di Vespasiano, creata per celebrare la vittoria della prima guerra ebreo-romana nel 74 d.C. I tre pezzi fanno parte della Cope Collection, dal nome del collezionista Geoffrey Cope, comprensiva di 170 monete dell'antica Roma e di 800 monete antiche britanniche, ora in procinto di essere messa all'asta dal figlio con la collaborazione di Numismatica Ars Classica, Classical Numismatic Group e Numismatica Genevensis. La moneta di Adriano, che sarà battuta a giugno, era stata esposta per molti anni al British Museum di Londra e fu commissionata dall'imperatore dopo il completamento del Vallo a lui intitolato, nel 130 d.C. Sempre a giugno andrà all'asta un trio di monete raffiguranti re britannici tra cui la 'Petition Crown' del 1633 di Carlo II, il cui valore è stimato in 750mila dollari, realizzata da un'abilissimo intagliatore per perorare la propria conferma quale unico incisore ufficiale della zecca reale e in cui sono visibili persino le vene sul collo del sovrano. L'altra moneta sono il Testoon di Enrico VIII del 1544 e quella di re Carlo I raffigurato a Oxford durante la guerra civile, realizzata nel 1644. "Queste monete non sono solo spettacolari per la realizzazione artistica di momenti importanti per la storia dell'antica Roma e della monarchia britannica - ha sottolineato il direttore di Numismatica Ars Classica, Arturo Russo - ma anche per il loro 'pedigree'. Siamo entusiasti di offrire ai collezionisti la possibilità di comprare un pezzo di Storia". Fonte: https://www.agi.it/cronaca/news/2024-03-20/all-asta-tre-monete-antica-roma-25769644/ https://artslife.com/2024/03/26/in-asta-la-cope-collection-con-monete-romane-e-britanniche-di-qualita-museale/ In asta la Cope Collection, con monete romane e britanniche di qualità museale di Elio Crema Petition Crown of Charles II from the Cope Collection © Stephen Wakeham Una delle raccolte di monete britanniche e romane tra le più rare e ricercate mai apparse sul mercato. Tanto che per esitare la Cope Collection, in asta a Zurigo a maggio e ottobre 2024, collaborano tre tra le principali maison esperte di numismatica: Numismatica Ars Classica, Classical Numismatic Group e Numismatica Genevensis. La collezione, accumulata in cinquant’anni dal noto numismatico Geoffrey Cope, è composta da 170 monete di bronzo dell’antica Roma e oltre 800 monete e medaglioni britannici. Tra questi, tutti eccezionalmente conservati, alcuni dei più importanti pezzi attualmente conosciuti. Tra questi tre monete raffiguranti altrettanti re inglesi e un sesterzio romano in bronzo commissionato dall’imperatore Adriano al completamento del Vallo di Adriano nel 130 d.C. La più preziosa di queste monete è la Petition Crown of Charles II, di cui esistono solo 16 esemplari, stimata 750 mila dollari. Coniata da Thomas Simon, fu creata dal celebre medaglista nel 1663 per persuadere il re a riassumerlo come unico capo incisore presso la Royal Mint. Utilizzando una nuova particolare tecnologia, Simon ha stampato un messaggio comparativo lungo il bordo della moneta, che invitava il re a “confrontare questo suo pezzo di prova con l’olandese”. Al di là di questo dettaglio, il ritratto impreso nel centro della moneta è sorprendente, così dettagliato che si possono distinguere anche le vene sul collo del re. Un altro pezzo chiave della vendita è King Henry VIII Testoon, che raffigura il re in un imponente ritratto frontale. La moneta fu coniata nel 1544 e probabilmente modellata sul famoso dipinto di Hans Holbein il Giovane. La moneta rappresenta un momento chiave del regno di Enrico VIII, quando la mancanza di fondi nel tesoro portò il governo Tudor a manipolare la valuta introducendo metalli a buon mercato, fenomeno noto come la Grande Svalutazione. Questo particolare esemplare è considerato il più bello tra quelli esistenti. Altrettanto famosa l’Oxford Crown raffigurante King Charles I, coniata nel 1644. La moneta testimonia la presenza di re Carlo I a Oxford durante la guerra civile inglese. Le due guglie centrali appartengono alla Chiesa di Ognissanti e alla Chiesa universitaria di Santa Maria sulla High Street. Della moneta si conoscono solo undici esemplari, di cui otto conservate in collezioni museali. Quanto alle monete romane in bronzo, la più importante è il sesterzio di Adriano che celebra le sue legioni di stanza in Gran Bretagna. Esposta da diversi anni al British Museum, la moneta presenta su un lato il ritratto di Adriano e, sul rovescio, l’Imperatore nell’atto di rivolgersi al suo esercito. La qualità dell’incisione artistica e lo stato di conservazione sono tali che il ritratto sul retro è riconoscibile anche in scala così minuta. Probabilmente l’occasione che ha portato all’emissione della moneta fu il completamento del Vallo di Adriano nel 130 d.C.. Tra le altre monete romane troviamo in catalogo un sesterzio di Agrippina, emesso dal figlio Caligola per commemorare la morte di sua madre – il rovescio raffigura un carro funebre trainato da due asini – e un sesterzio di Vespasiano che commemora la vittoriosa campagna in Giudea. IL CATALOGO COMPLETO Charles I coins from the Cope Collection © Stephen Wakeham Hadrian Sestertius from the Cope Collection © Stephen Wakeham2 punti
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Concordo. Il suo clone, messo all’asta non meno di tre volte tra 2019 e 2020 da Soler y Llach: https://www.acsearch.info/search.html?id=74131232 punti
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Cari amici, come avrete capito la nostra discussione giunge a conclusione. Difatti, come noto, il Peace Dollar non venne più coniato dal 1935, mentre il dollaro con l'effige di Eisenhower sarebbe stato prodotto solo a partire dal 1971. Consiglio a tutti il saggio biografico "Oppenheimer, trionfo e caduta dell'inventore della bomba atomica" di Kai Bird e Martin J. Sherwin, da cui è stato tratto il film di Christopher Nolan. Spero che questo thread vi abbia intrattenuto ed appassionato, oltre a farvi conoscere meglio delle monete recenti e molto comuni (salvo il Mercury Dime) che per questo tendiamo a sottovalutare nelle nostre collezioni, ma invece sono molto interessanti a livello storico-numismatico. Vorrei dedicare questa discussione ad un caro amico del Forum che non c'è più, @villa66, che sono sicuro si sarebbe divertito molto nel leggerla ed avrebbe partecipato con qualche suo aneddoto gustoso.2 punti
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Uno pianifica per mesi con accuratezza i prossimi acquisti librari e poi una sera ti arriva a bruciapelo un messaggio nella chat de Lamoneta con la segnalazione di una di quelle offerte che proprio non si possono rifiutare, due tomi in bella legatura e ottima conservazione con alcune opere numismatiche e di storia monetaria di Gianrinaldo Carli, volumi che cercavo da anni e a prezzo da saldo... Non potevo ovviamente resistere e così ho mandato a puttane tutti i progetti pregressi (mai invio meretricico fu più gioioso) e ho arraffato immantinente i suddetti tomi che mi sono arrivati nel pomeriggio di oggi, acquisizione per cui il mio cuore biblionummofilo sentitamente reitera il ringraziamento a @Ricky972 punti
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Buongiorno. Ho trovato in spiaggia, senza metal, la moneta che posto. Credo sia un 100 lire, perchè sulla foto 2 vedo il taglio del collo di Minerva. Voi cosa dite?1 punto
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Tre Cavalli Filippo IV ANTE FERIT 06 marzo 1626 16 novembre 1630 D/PHILIPP°IIII°D°G°R R/°ANTE°Ferit data Acciarino con pietra Focaia e fiamme. Buonasera a tutti, secondo voi i busti di questi tre esemplari sono uguali? Le date purtroppo non sono totalmente leggibili. Saluti Alberto1 punto
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Bel FDC e patina a bersaglio (e bella foto che ne esalta la qualità). Affianco il mio esemplare in buona consercazione:1 punto
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Buonasera. Come ho scritto poco fa ad un altro utente, la caccia agli errori di conio è una stupidaggine. È bene superare questa fase, oggigiorno naturale, per approcciarsi, prima possibile, più seriamente alla numismatica. Poi, quando si sarà esperti, si capirà cosa sono veramente gli errori di conio e se ancora interessano si studieranno e collezioneranno. Altrimenti si rischia di avere una visione sfalsata della realtà e si rischia anche di diventare vittime di approfittatori. Quindi attenzione. Il mio consiglio è proprio dimenticarsela la parola "errori di conio"1 punto
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Monete interessanti e piacevoli, che non conoscevo : grazie per averle condivise .1 punto
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Interpretazione recentemente disconosciuta dallo stesso BBCC Sono perfettamente legali per quanto riguarda te…1 punto
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AMEN Oppiano la tocca piano. FDC, Patina a Bersaglio e da qualche parte una lettera autografa di sciaboletta con scritto "Complimenti per l'acquisto!" Scherzi a parte, esemplare magnifico. Complimenti1 punto
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Buonasera. Se fossi professore in un corso di numismatica, oggigiorno direi: "se sento la parola errori di conio vi boccio". Gli errori di conio sono un aspetto di nicchia e per esperti. Quello che vedi in giro sono truffe/prese in giro/ridicoli articoli/annunci su Ebay di inesperti/truffatori. Tornando alla moneta in questione, potrebbe trattarsi di un po' di occlusione di conio. In sostanza piccolo difetto che non aggiunge nessun valore ad una moneta senza valore. Senza valore economico, ma questa moneta ha valore storico e può raccontare molto. Come tutte le monete1 punto
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Salve, hai pienamente ragione ma le mie perplessità sono sorte in quanto la moneta ha un aspetto molto diverso dalle sue sorelle. La mia breve esperienza in campo numismatico basata sulle monete sporche, e più sono incrostate più mi attirano, mi insegna che ogni moneta è un caso a se stante. Se sapessero parlare chissà che cose fantastiche ci racconterebbero. A volte mi immergo nel loro tempo. Grazie per le Tue utili osservazioni. Saluti, sergio1 punto
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quello che non capisco è perchè all'aumentare dell'offerta non corrisponda una diminuzione del prezzo, anzi aumentano.1 punto
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Noooooo non la pulire. Deve rimanere un orroreeeeee del museoooooo🤣1 punto
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Devo dire che l’Introitus della messa da Requiem di Mozart mi fa commuovere ogni volta che lo ascolto, non solo per il suo significato profondo (al di là dell’aspetto strettamente religioso), ma anche e soprattutto per la potenza della musica e la solennità del coro. E poi mi suscita tante riflessioni, non solo sulla morte (come sarebbe naturale per un Requiem), ma anche e soprattutto sulla vita. E’ una musica che palpita di vita… https://www.youtube.com/watch?v=4Rc25CkOxEk Qualche mese fa ho acquistato questa moneta: Era in vendita come sesterzio di Faustina II, Diana Lucifera. Certamente non una grande conservazione (me ne sono subito reso conto), ma a me piacciono le monete un po’ “vissute”. E poi… Faustina II…..quel rovescio…..Insomma, la moneta mi ha chiamato. Voi sapete bene cosa succede quando una moneta chiama, vero? E infine: si può dire di no ad una signora? Giammai! E quindi ho risposto alla chiamata e la moneta e’ arrivata a casa Stilicho, con somma “gioia” di una altra signora….mia moglie (“Ancora con queste monete!”) e con somma indifferenza di una altra ancora, una delle mie figlie (“Sembra un gettone dell’autoscontro”). Sic transit gloria mundi! Si tratta di un sesterzio di consacrazione di Faustina II con Diana Lucifera, ma con una legenda di rovescio davvero particolare. Ne parleremo. Anche perché le monete antiche ci parlano di loro, degli antichi appunto. Ricordo un libro di Luciano Canfora uscito qualche anni fa per i tipi de “Il Mulino” dal titolo “Gli antichi ci riguardano”. Eccome se ci riguardano. E le monete ci parlano di ciò che furono stati, di ciò che sono stati, di ciò che sono diventati….gli antichi. Ma le monete parlano anche di noi : “De nobis fabula narratur”. Anche di Faustina II ci parlano…e tanto. Molte sono, infatti, le sue monete che ci raccontano davvero nei dettagli ciò che fu stata e che e’ stata, come ragazza, come donna, come imperatrice, come madre (molto prolifica). Ma io voglio soffermarmi su ciò che e’ diventata. Ovvero una stella del firmamento, una “DIVA”. Che strano questo gioco di parole….anche oggi una “star”, una “stella” di Hollywood e’ una “diva”. Dicevamo di Diana Lucifera. Diana e’ qui “portatrice di luce”, uno dei suoi epiteti; forse il più strano. O per lo meno quello meno noto. Su questa moneta e’ rappresentata nell’atto di portare una torcia accesa, quindi la luce. Secondo la mitologia Diana aiutò sua madre Latona a partorire il fratello gemello Apollo. Da qui il ruolo di Diana quale divinità del parto, che assiste le partorienti (ruolo che si divide con Giunone, chiamata, guarda un po', “Lucina”): le aiuta a “portare alla luce” i piccoli. Inoltre, in qualità di custode della fauna e della flora, e’ anche custode della fecondità della terra, della sua fertilità. Ecco un nuovo legame con la maternità. Infine, Diana Lucifera (che ha ai lati del collo un doppio crescente lunare) era così chiamata in quanto collegata alla luce della Luna (termine che probabilmente ha la stessa radice della parola “luce”), il cui ciclo sappiamo essere legato al ciclo fertile della donna. Faustina II ebbe molti figli (forse 14 con 12 parti) e quindi sicuramente “devota” (passatemi il termine) a Diana Lucifera. Ma qui, su questa moneta, il significato e’ un altro e può essere compreso solo abbinando l’effigie di Diana Lucifera alla legenda del giro: SIDERIBVS RECEPTA. Potremmo tradurre SIDERIBVS RECEPTA come “accolta tra le stelle”, anche se il termine “receptus” dice qualcosa di più in quanto significa anche “rifugio”, “asilo”, a sottolineare anche il senso di protezione. SIDERIBVS RECEPTA e’ una espressione davvero dolce, quasi commovente. Solo il latino, con la sua efficacia e la sua essenzialità poteva tradurre in due parole un concetto così profondo e romantico. E solo una moneta poteva veicolare un messaggio così forte ed incisivo, nel suo connubio tra immagini e legende (ah…potenza della moneta!). La stella, dunque….. La sera dell’assassinio di Cesare alle Idi di Marzo nel cielo di Roma comparve una cometa. E tutti dissero che era Cesare che era divenuto una stella. Faustina II e’ morta, ma non vaga nel buio delle tenebre. E’ accolta da Diana Lucifera che con la sua torcia le illumina la strada che la condurrà in cielo dove verrà accolta, stella tra le stelle. Il cerchio e’ chiuso. Nascita, vita, morte. La luce ha vinto il buio, la luce ha vinto la morte. Et lux perpetua luceat eis. Buona domenica. Stilicho Fonti: - (80) La monetazione imperiale di Faustina II - Storia, caratteristiche, tematiche, cronologia | Alessio Busseni - Academia.edu del nostro @Ross14, davvero un riferimento per la monetazione di Faustina II - Il forum (vera miniera) - Le letture (mai abbastanza) - La rete (cum grano salis) - I ricordi scolastici (un po' di "latinorum")1 punto
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Ostentare una florida posizione economica con altre parole da più impatto largo anche se il peso di 38,5g è lo stesso dello scudo stretto1 punto
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Complimenti per la discussione Alla quale, se permetti, vorrei aggiungere una piccola nota. Esatto, ma anch'esso ha avuto un ruolo nella costruzione dell'arma atomica. A Oak Ridge, Tennessee, era stato costruito un impianto per il trattamento dell’uranio. Lo scopo era arricchire l’uranio con l’isotopo U-235, che avrebbe poi potuto essere usato in un’arma. L’impianto di Oak Ridge conteneva diversi grandi separatori di isotopi, a forma di pista, chiamati “calutroni”. Questi usavano giganteschi elettromagneti per deviare gli atomi di U-238 in un collettore, e quelli di U-235 in un altro. Normalmente, gli avvolgimenti degli elettromagneti sarebbero stati fatti con filo di rame, ma il rame era diventato un materiale fondamentale per la guerra. E così, poiché l’argento ha proprietà di conduzione elettrica leggermente migliori del rame, e non era nella lista dei materiali fondamentali per la guerra, gli scienziati di Oak Ridge presero in prestito dal Tesoro 14.700 tonnellate d’argento, fornito in massima parte sotto forma di dollari (si ritiene circa 50 milioni di pezzi), che vennero fusi e trasformati in fili e barre per i calutroni… si trattava, per la gran parte, di dollari Peace. petronius1 punto
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Ciao, la domanda non è poco intelligente. Ecco la mia ipotesi. Con la riforma del 1637 viene coniato lo Scudo (da 1) e i suoi sottomultipli. L'anno dopo escono i multipli da 2, 3, 4 scudi. Sono Moduli intorno ai 60 mm che usano lo stesso punzone, ma cambia lo spessore. Solo nel 1649 viene coniato anche il pezzo da 1 scudo che usa lo stesso modulo da 60 mm e quindi ha uno spessore di 0,5 mm. A questo punto nasce l'esigenza di distinguerlo da quello del 1637 che diventa "scudo stretto", non per lo spessore ma per il diametro. Quello più stretto di spessore, essendo più largo come diametro, si chiama "scudo largo". Attendiamo altri pareri, magari da Dizzeta che ha curato il Catalogo...1 punto
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...il 29 agosto 1949 al poligono di Semipalatinsk (in Kazakhistan), col rendimento di 22 Kt. Era una copia della Model 1561 Mk.2, meglio conosciuta come "Fat Man", la bomba lanciata su Nagasaki. La prima fu inventata da Edward Teller e Stanisław Marcin Ulam, due dei tanti scienziati europei che il nazismo costrinse a scappare in America, ed esplose il 1° novembre 1952 all'atollo di Enewetak (isole Mashsall) con rendimento di 10,4 Mt. E' stato molto interessante e mi ha fatto tornare in mente i vecchi tempi in cui iniziavo a studiare la guerra nucleare. Alla prossima.1 punto
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Per un attimo ho pensato che "Vitulus Design" non si riferisse al Questore ma alla ditta di "restauro" 🤨1 punto
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A parte tante cose strane in questo grosso, ho notato solo ora che c'è un errore nella legenda: ATO' VENERIO. Ben visibile sull'esemplare di @Andrea Costa e su quello di Stahl. Mi sembra strano che gli zecchieri di Venezia abbiano sbagliato proprio la prova... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Sarà presentato a Trieste venerdi 22 marzo 2024 il nuovo libro di Giulio Carraro “Dobrila Tat. Il tesoro di Erpelle 1921”, pubblicato da EUT, dedicato al Civico Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”. Il tardo medioevo fu un’epoca di intensa tesaurizzazione monetaria, quale naturale reazione della popolazione alle circostanze sociali, politiche ed economiche. Composto da oltre cinquemila monete d’oro e argento, il tesoro di Erpelle rappresenta uno dei principali esempi di questo fenomeno. Rinvenuto nel 1921 e “dimenticato” nuovamente subito dopo la sua scoperta, questo ripostiglio è rimasto inedito per un secolo, rischiando l’oblio. L’eterogeneità delle valute presenti nel tesoro offre uno spaccato della vitalità economica e monetaria nell’Europa centrale e orientale del XIV secolo, fornendo un prezioso supporto allo studio delle relazioni mercantili e degli scambi commerciali attraverso l’area alpina e quella balcanica. Le caratteristiche del tesoro permettono inoltre un approfondimento degli studi sul fenomeno del banditismo medievale, spesso stimolato non solo dalla cupidigia, ma anche dall’istinto di sopravvivenza. Questi temi sono stati oggetto di ricerca da parte dell’autore Giulio Carraro, che è assegnista di ricerca in Numismatica e Storia monetaria presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste e Visiting Scholar dell’Inventar der Fundmünzen der Schweiz di Berna. La presentazione del volume avrà luogo presso la sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich (via Rossini 4), alle ore 17.00 e interverranno Marzia Vidulli Torlo, conservatrice del Museo “J.J. Winckelmann” di Trieste e Bruno Callegher, docente di numismatica e storia monetaria dell’Ateneo triestino. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Download al seguente link: https://www.openstarts.units.it/handle/10077/357611 punto
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Ti ringrazio molto per aver risposto. Ora il quadro è davvero più chiaro. Buona serata. Stilicho1 punto
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Questo denario, come altri della serie, rappresenta al rovescio i pulvinaria ossia delle sedute riservate ad ospiti speciali, tra i quali principalmente gli dei, identificabili mediante i rispettivi attributi. Nella più recente edizione del RIC 2.1 si ipotizza che la motivazione non sia tanto da riferire, come ipotizzato da Mattingly, alla loro presenza nei templi in conseguenza dell'eruzione del Vesuvio, quanto alla loro collocazione all'interno dell'anfiteatro flavio appena inaugurato. La sedia curule con corona non sembra peraltro riferibile ad una divinità, ma forse all'imperatore stesso, quale magistrato di più alto rango. Gli stessi rovesci sono stati reiterati da Domiziano nelle sue prime emissioni degli anni 81 e 82.1 punto
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La moneta dovrebbe essere questa: Online Coins of the Roman Empire: RIC II, Part 1 (second edition) Titus 109 (numismatics.org) Il busto e' volto a sinistra, ma il primo esempio e' sbagliato (volto a destra). La moneta dovrebbe essere stata emessa nell'80 d.C. Interessante la legenda di rovescio che indica un TR P IX, nonostante che Tito sia stato augusto per soli due anni (79-81). Credo che la TR P sia stata assegnata annualmente a Tito a partire dal 71 quando era ancora cesare sotto Vespasiano. Una parola in più credo lo meriti il rovescio, una corona su sedia curule. Ho provato a guardare il RIC prima edizione: Onestamente, non ci ho capito molto, un po' forse anche per il mio inglese (povero) e le mie conoscenze (poche). Chissà se il nostro @FlaviusDomitianus ci può dare una mano. Buona serata. Stilicho1 punto
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Credo che sia una emissione di Tito come augusto, non come cesare. Ciao. Stilicho1 punto
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