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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/30/24 in tutte le aree
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NON Collezionabile? Non offendiamo, per favore... Salve a tutti, sono una Piastra Napoletana del 1791, conosciuta comunemente come "Soli Reduci" e sono nata, in questa forma, alla fine del XVIII secolo, mi hanno messo in circolazione e sono passata di mano in mano in cambio di cose utili per gli uomini di quel tempo; poi uno di questi uomini ha deciso di mettermi al collo, o al collo della propria donna e mi ha fatto un buco. Dopo, sono stata data ai figli e dimenticata in cassetto, o forse sono stata rubata insieme ad altri monili, non lo so, ma l'unica cosa certa è che sono passata ad altre persone che mi hanno avuta, ma solo per un periodo limitato. Passano i decenni e i Re. I nuovi regnanti del Nord Italia, alla ricerca di oro e argento Borbonico, non mi hanno presa e sono rimasta in segreto custodita da un ragazzo che pensava che io fossi un gioiello. Poi sono passata nelle mani di chi, per necessità economiche, avrebbe potuto vendermi come argento o fondermi per fare dell'argenteria o semplicemente dei lingotti, ma non lo ho ha fatto! L'ho scampata in un periodo di grandi ristrettezze, dove anche le monete più più belle di me non ce l'hanno fatta. Non so come ma dopo la Seconda Guerra Mondiale sono finita in un mercatino e sono stata notata da un collezionista di monete che, nonostante tutto, mi ha ritenuta interessante. Dopo vari anni dalla morte del collezionista, che mi ha amata a modo suo, il figlio consegnò l'intera collezione del padre dove mi trovavo anche io ad una Casa d'Aste che opera in quella che tutti chiamano "Internet". Un siciliano mi ha notata e mi ha voluta con se. L'ultimo viaggio, per adesso, l'ho fatto con un corriere, non senza rischi, che mi ha portato a casa di Alberto. E pensare che qualche trombone, che vede la realtà solo con il filtro dei soldi, mi definirebbe con tono definitivo, "NON COLLEZIONABILE". Un Saluto a tutti e soprattutto al mio amico @giuseppe ballauri che ha creato questa splendida rubrica. Alberto9 punti
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Quello che riesco a leggere è: RITI . DVX . Non è che sia Andrea Gritti? Arka Diligite iustitiam3 punti
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11 giorni fa sono passati 4 anni dall'inizio di questa discussione. Quasi 800 post e 33.000 visualizzazioni. Un bel traguardo. Grazie a quelli che hanno partecipato e a quelli che hanno letto. E grazie a quelli che parteciperanno e a quelli che leggeranno. Arka Diligite iustitiam3 punti
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In genere quando raccolgo dati di almeno una cinquantina di esemplari in più, per aggiornare tutti i dati preferisco avere un numero consistente di nuovi dati. Comunque entro l'anno.2 punti
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Valentiniano III: la tipologia con la Porta di Campo (RIC 2159-64) di emissione cartaginese. Così come la Porta di Campo è la tipologia di Valentiniano III coniata in maggior quantità dalla zecca romana, così lo è per le emissioni cartaginesi, abbondanti e talmente ricco di varianti da essere impossibile catalogarle compiutamente. Mentre da un lato, esiste una notevole varietà nei tipi, ciò che fa ritenere plausibile che siano stati coniati durante un periodo di tempo notevolmente esteso, dall’altro la loro relativa rarità fa ritenere che ogni singola emissione fosse abbastanza contenuta nel numero: forse a causa di una cattiva tecnica di produzione dei conii, oppure l’impiego di una lega poco idonea per la fabbricazione dei tondelli, ragioni entrambe che possono essere causa di una durata breve dei coni e quindi della loro frequente sostituzione. Il disegno della Porta di Campo a volte richiama quello della VOT PVB valentiniana, altre quello delle GLORIA REIPVBLICE teodosiane. La qualità dell’incisione appare assai variabile: si passa da disegni accurati, con cura per il dettaglio e simili per qualità a quelli capitalini, ad atri appena abbozzati, ridotti a poche linee tracciate frettolosamente e appena sufficienti per richiamare la Porta di Campo. Anche le due torrette a volte sono ben disegnate, altre ridotte ad una crocetta. Sebbene manchino prove oggettive, è plausibile ipotizzare che la bella esecuzione dei primi coni sia progressivamente venuta a meno con il trascorrere del tempo di fronte all’esigenza di coniare rapidamente una crescente quantità di monete. D’altra parte, è anche plausibile che nella zecca lavorassero incisori abili, di lingua greca (come suggerisce la frequente sostituzione della E con la Є e della C con la K), insieme ad apprendisti analfabeti. La legenda nominale al dritto, come nelle altre emissioni cartaginesi, può essere distinta in continua o spezzata. Per quanto riguarda il verso, esiste una grande varietà di legende, per lo più formate da 6 lettere disposte 3 a 3 ai lati della Porta di Campo, a somiglianza di quanto avvenne nella VOT PVB, ma, stranamente, pur sembrando l’emissione cartaginese avere in quella romana il suo spunto, e forse essere stata coniata a partire da qualche anno più tardi, nessuna delle tante varianti di legenda richiama la VOT PVB. Così come per l’incisione del disegno del verso, anche per le legende forse si passa da un iniziale rispetto di quanto stabilito dai responsabili della zecca con legende che si ripetono scritte esattamente nello stesso modo, a un crescente disordine sino a giungere a un momento dove le lettere della legenda del verso paiono disposte in modo casuale. Nel RIC sono riportate cinque tipologie, distinte dalla legenda al verso posta ai lati della figura: [VICTORIA]-AVGVST, ROM in esergo (RIC 2159) CAS-TRA[N], ROM in esergo, con legenda nominale continua (RIC 2160) CRA-////, con legenda nominale continua (RIC 2161) CAS[T]-VIC, con legenda nominale continua (RIC 2162) o spezzata (RIC 2163) RO-MA, con legenda nominale spezzata (RIC 2164) Per le varianti RIC 2159 e 2164 è indicata una rarità R4 mentre tutte le altre sono considerate comuni. Stante l’estrema varietà di legende, per lo più non riconducibili a un archetipo e spesso illeggibili, è difficile attribuire un grado di rarità alle divers e varianti. Forse potrebbero considerarsi tutte ugualmente comuni, come indica il RIC, quando illeggibili; R1 quando hanno un lato ben leggibile; R3 quando entrambi i lati sono ben leggibili, Inaspettatamente, nessuna di queste legende richiama quella romana: VOT PVB. La legenda CAS-TRA appare molto coerente con il disegno della porta e per questo motivo spesso viene utilizzata quale riferimento all’intera tipologia: tuttavia, tale legenda on realtà è piuttosto rara, e quella non illustrata nel RIC e nonostante disponga di un archivio fotografico di circa 200 nummi, non ne trovo neppure uno dove appaia in modo inequivocabile e completo questa legenda. Il peso medio di questa tipologia, 1,27 g, è in linea con le altre tipologie attribuite alla zecca di Cartagine. Tra le monete battute in nome di Valentiniano III, le Porte di Campo sono forse le più frequenti: sia nel caso di quelle romane, con legenda VOT PVB, che di quelle cartaginesi, con la loro pluralità di legende. Quindi sono speranzoso che tra i foristi vi sia chi possa proporci qualche bella immagine di questa emissione cartaginese con la legenda decifrabile. Grazie.2 punti
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Ciao, confermo ! E' un quattrino di Foligno, anche molto raro... Ciao, RCAMIL.2 punti
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Caspita senza neanche guardare i FERT del contorno e il peso, una sorta di indovino...😃 Invece io i FERT li guarderei.2 punti
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Al di là di tutto, l'effigie di dritto rappresenta Costanzo Cloro da cesare e non Costantino I. Ciao. Stilicho2 punti
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Tre quarti di quelli che esaltano il famigerato periodo, si tornasse per davvero a quello, sarebbero o in galera, o al confino o sotto un cipresso. Sono d'accordo, chiudiamola qui!2 punti
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Ehh queste così,circolate,a mala pena le vedi a 50 cents. Inizio a scrutare ai mercatini buste vendute a peso o sul web al kg 😬 Però sono pezzi di storia,mica perchè non valgono soldi vanno snobbate,usciremmo fuori dalla mentalità dell' appassionato. Saluti😊2 punti
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Buonasera. Come ho scritto poco fa ad un altro utente, la caccia agli errori di conio è una stupidaggine. È bene superare questa fase, oggigiorno naturale, per approcciarsi, prima possibile, più seriamente alla numismatica. Poi, quando si sarà esperti, si capirà cosa sono veramente gli errori di conio e se ancora interessano si studieranno e collezioneranno. Altrimenti si rischia di avere una visione sfalsata della realtà e si rischia anche di diventare vittime di approfittatori. Quindi attenzione. Il mio consiglio è proprio dimenticarsela la parola "errori di conio"2 punti
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Buonasera, premetto che le romane non sono il mio settore, e non ho mai fatto analisi XRF su queste monete. Ho invece fatto centinaia di rilevazioni XRF su monete medievali, grossi, denari ecc... e in tutte, dico tutte, senza esclusione alcuna, sono sempre presenti delle tracce d'oro. La composizione tipica è argento, rame, piombo e oro, meno frequente si trovano zinco, iridio, nichel e germanio. Quindi è probabile che non riuscissero a eliminare completamente l'oro, o comunque che non ne valesse la pena. Es. di composizione di un grosso di Pavia di inizi del Trecento (Ag. 90,74%|Cu 8,04%|Pb 1,12%|Au 0,10%). Anche il piombo è sempre presente, in percentuali variabili, di solito intorno all'1%. Bisogna poi considerare che le analisi XRF sono attendibili fino a un certo punto ...2 punti
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DE GREGE EPICURI @VietmiminNo, nel Bel Paese non è lo stesso. E' probabile che per delle civette ateniesi, certamente non coniate in Italia, ci sia una discreta tolleranza, e bastino le certificazioni della casa d'aste. Ma se si trattasse di moneta italica o sicula, e in particolare di moneta rara o di interesse storico eccezionale (un decadrammo, ma anche un "semplice" bronzo riconiato della Symmachia di Timoleonte...) occorrerebbe dimostrare che la moneta si trovava già in una collezione nel 1909, anno della prima legge organica del Regno sulla tutela del patrimonio archeologico.2 punti
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Non ci avevo pensato! Tra l'altro noto adesso che il venditore accetta anche proposte d'acquisto, quindi vado al ribasso + il ritiro di persona in modo da massimizzare la convenienza!2 punti
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Devo dire che l’Introitus della messa da Requiem di Mozart mi fa commuovere ogni volta che lo ascolto, non solo per il suo significato profondo (al di là dell’aspetto strettamente religioso), ma anche e soprattutto per la potenza della musica e la solennità del coro. E poi mi suscita tante riflessioni, non solo sulla morte (come sarebbe naturale per un Requiem), ma anche e soprattutto sulla vita. E’ una musica che palpita di vita… https://www.youtube.com/watch?v=4Rc25CkOxEk Qualche mese fa ho acquistato questa moneta: Era in vendita come sesterzio di Faustina II, Diana Lucifera. Certamente non una grande conservazione (me ne sono subito reso conto), ma a me piacciono le monete un po’ “vissute”. E poi… Faustina II…..quel rovescio…..Insomma, la moneta mi ha chiamato. Voi sapete bene cosa succede quando una moneta chiama, vero? E infine: si può dire di no ad una signora? Giammai! E quindi ho risposto alla chiamata e la moneta e’ arrivata a casa Stilicho, con somma “gioia” di una altra signora….mia moglie (“Ancora con queste monete!”) e con somma indifferenza di una altra ancora, una delle mie figlie (“Sembra un gettone dell’autoscontro”). Sic transit gloria mundi! Si tratta di un sesterzio di consacrazione di Faustina II con Diana Lucifera, ma con una legenda di rovescio davvero particolare. Ne parleremo. Anche perché le monete antiche ci parlano di loro, degli antichi appunto. Ricordo un libro di Luciano Canfora uscito qualche anni fa per i tipi de “Il Mulino” dal titolo “Gli antichi ci riguardano”. Eccome se ci riguardano. E le monete ci parlano di ciò che furono stati, di ciò che sono stati, di ciò che sono diventati….gli antichi. Ma le monete parlano anche di noi : “De nobis fabula narratur”. Anche di Faustina II ci parlano…e tanto. Molte sono, infatti, le sue monete che ci raccontano davvero nei dettagli ciò che fu stata e che e’ stata, come ragazza, come donna, come imperatrice, come madre (molto prolifica). Ma io voglio soffermarmi su ciò che e’ diventata. Ovvero una stella del firmamento, una “DIVA”. Che strano questo gioco di parole….anche oggi una “star”, una “stella” di Hollywood e’ una “diva”. Dicevamo di Diana Lucifera. Diana e’ qui “portatrice di luce”, uno dei suoi epiteti; forse il più strano. O per lo meno quello meno noto. Su questa moneta e’ rappresentata nell’atto di portare una torcia accesa, quindi la luce. Secondo la mitologia Diana aiutò sua madre Latona a partorire il fratello gemello Apollo. Da qui il ruolo di Diana quale divinità del parto, che assiste le partorienti (ruolo che si divide con Giunone, chiamata, guarda un po', “Lucina”): le aiuta a “portare alla luce” i piccoli. Inoltre, in qualità di custode della fauna e della flora, e’ anche custode della fecondità della terra, della sua fertilità. Ecco un nuovo legame con la maternità. Infine, Diana Lucifera (che ha ai lati del collo un doppio crescente lunare) era così chiamata in quanto collegata alla luce della Luna (termine che probabilmente ha la stessa radice della parola “luce”), il cui ciclo sappiamo essere legato al ciclo fertile della donna. Faustina II ebbe molti figli (forse 14 con 12 parti) e quindi sicuramente “devota” (passatemi il termine) a Diana Lucifera. Ma qui, su questa moneta, il significato e’ un altro e può essere compreso solo abbinando l’effigie di Diana Lucifera alla legenda del giro: SIDERIBVS RECEPTA. Potremmo tradurre SIDERIBVS RECEPTA come “accolta tra le stelle”, anche se il termine “receptus” dice qualcosa di più in quanto significa anche “rifugio”, “asilo”, a sottolineare anche il senso di protezione. SIDERIBVS RECEPTA e’ una espressione davvero dolce, quasi commovente. Solo il latino, con la sua efficacia e la sua essenzialità poteva tradurre in due parole un concetto così profondo e romantico. E solo una moneta poteva veicolare un messaggio così forte ed incisivo, nel suo connubio tra immagini e legende (ah…potenza della moneta!). La stella, dunque….. La sera dell’assassinio di Cesare alle Idi di Marzo nel cielo di Roma comparve una cometa. E tutti dissero che era Cesare che era divenuto una stella. Faustina II e’ morta, ma non vaga nel buio delle tenebre. E’ accolta da Diana Lucifera che con la sua torcia le illumina la strada che la condurrà in cielo dove verrà accolta, stella tra le stelle. Il cerchio e’ chiuso. Nascita, vita, morte. La luce ha vinto il buio, la luce ha vinto la morte. Et lux perpetua luceat eis. Buona domenica. Stilicho Fonti: - (80) La monetazione imperiale di Faustina II - Storia, caratteristiche, tematiche, cronologia | Alessio Busseni - Academia.edu del nostro @Ross14, davvero un riferimento per la monetazione di Faustina II - Il forum (vera miniera) - Le letture (mai abbastanza) - La rete (cum grano salis) - I ricordi scolastici (un po' di "latinorum")2 punti
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Ho completato finalmente la raccolta delle monete del periodo A.F.I.S. - l'ultimo scampolo (di fatto) del fu Colonialismo italiano. Rame per le denominazioni più basse, argento 250/1000 in mistura per le monete da 50 centesimi e 1 somalo. Per i dati degli esemplari postati, pesi e diametri in linea. Che ne pensate come conservazioni?1 punto
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Non capisco tutti questi dubbi. Roma gode di buona fama, sull’autenticità mi sembra inutile spenderci soldi, tanto già la provenienza da Roma è garanzia sufficiente, non aggiungeresti valore alla moneta. Per il fatto di essere lecito, se non è lecito acquistare da Roma, che facciamo? Smettiamo di collezionare?1 punto
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In questo caso il numero di esemplari conosciuti (magari anche elencati) credo che sia il miglior modo di rappresentare la rarità. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao @lukic Se vedi una stella con una P o una F, e anche per quello che vedo del ritratto, direi la zecca di Siscia. Per la tipologia GLORIA ROMANORVM a Siscia, per Valentiniano, esistono non meno di 44 segni di zecca con simboli diversamente combinati, tutti raggruppati nella la catalogazione Siscia, RIC 14, 367/375 d.C. Non è chiaro se indichino le diverse emissioni o se sia piuttosto un modo a noi ignoto per monitorare attentamente la produzione della zecca. Si nota in ogni caso che la periodicità e la quantità emessa per ciascuna combinazione di simboli risultano molto variabili. Nel caso di stella con lettera F o P a destra, ci dovrebbe essere un’altra lettera nel campo sinistro, dietro la testa del prigioniero, mi sembra vedere una M ma forse vedrai qualcos’altro, o niente, con la moneta in mano. Potrebbe essere il segno XVI (M/* F) o il segno XVII (M/* P) illustrati qui: https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-105672.htm https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-44489.htm1 punto
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Qui si battono gli averi del personaggio del mio avatar! PS credo che gli zeri siano "solo" 1200 (forse è un "10 alla 1200") Teoricamente 1203 zeri (https://massive-numbers.fandom.com/wiki/List_of_Numbers_2 )1 punto
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Incredibile il contributo che quest'uomo sta dando da anni indefessamente allo studio delle zecche italiane, ormai ci vuole un carrello della spesa per contenere tutte le sue monografie sulle zecche emiliane, lombarde, toscane e marchigiane... 😄1 punto
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Complimenti @Arcimago per le belle monete che ci hai mostrato.1 punto
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Purtroppo sono ancora in molti che lo farebbero, anche perchè la vita che si faceva è da loro idealizzata come una sorta di paradiso dove tutto funzionava e tutto andava bene. Ma benchè interessanti questi sono discorsi pericolosamente off-topic e vietati dal regolamento. _______________________________ Comunque volevo dire che secondo me l'AFIS rappresenta un capitolo diverso dal colonialismo classico, anche se in quello ha la sua radice. La Somalia dell'epoca anche se sotto forma di mandato ONU era di fatto una tipica dipendenza organizzata più o meno come lo erano la maggior parte di quelle europee nel periodo storico Guerra fredda, non più una colonia tipica dell'epoca imperiale, volta allo sfogo della disoccupazione metropolitana e allo sfruttamento di popolazioni e risorse indigene più che alla reale organizzazione come territorio formalmente esterno ma di fatto integrato il meglio possibile. Per intenderci, era qualcosa di più simile alle Falklands britanniche o alla Polinesia francese di oggi che non alla Libia pre-1947 o all'Africa Orientale Italiana.1 punto
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Provo: Tra V A gli immoti vati TRAVAGLI IMMOTIVATI Ciao. Stilicho1 punto
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Il collezionismo soffre di corsi e ricorsi storici. In questo caso credo ci sia anche la componente anagrafica: i collezionisti delle monete medievali (denari, grossi, ecc.) sono quasi tutti avanti con l'età, quindi credo che sia fisiologico un calo della domanda. E poi oggi si cerca il fdc ad ogni costo delle monete moderne che non possono però appagare chi è alla ricerca della moneta "battuta", ognuna delle quali è unica e irripetibile.1 punto
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Ciao, le foto lasciano molto a desiderare ma da quanto riesco a vedere, il mio parere è che si tratta di una moneta non coniata. Attendo come te ulteriori interventi in proposito 🙂 ANTONIO1 punto
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A me non fa una buona impressione generale,ma soprattutto non mi convincono quei forellini sparsi nei campi del rovescio e anche sul taglio se ne intravede qualcuno, anche l'occhio dell'imperatore è strano, sembra ci sia una cavità, inoltre,come già detto ,è strano anche il rigonfiamento attorno alla figura del rovescio... Ci tengo a precisare che il mio parere conta meno di zero visto che non colleziono le romane,anche se mi piacciono molto...1 punto
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Bel FDC e patina a bersaglio (e bella foto che ne esalta la qualità). Affianco il mio esemplare in buona consercazione:1 punto
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Si continua con questo esemplare (malconcio) Francesco Venier (1554-1556) Monetazione per il Levante - Tornesello - Ml (g 0,41) ??1 punto
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DE GREGE EPICURI Mi interessa sapere qualcosa di più anche su questo crocifisso (6,10 g e 42x30 mm). I bracci della croce sono trilobati, e residua anche una piccola catenella. Il corpo di Cristo è aggettante, separato dal metallo della croce. @borghobaffo, hai un'idea del periodo e della zona di produzione? Grazie!1 punto
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Buonasera, se può essere utile condivido due dritti di miei Tre Cavalli 16261 punto
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Scavi al punto d’incontro tra decumano romano e cardo. Emerge la testa di una splendida statua. Chi è la divinità. Il contesto Le più recenti operazioni di scavo condotte a Filippi hanno portato alla luce una serie di reperti di grande valore e fascino, grazie agli sforzi del team dell’Università Aristotele, guidato dalla professoressa di archeologia bizantina Natalia Poulos. Il lavoro di ricerca, eseguito da studenti dell’Università Aristotele di Salonicco, ha rivelato importanti scoperte, tra cui una straordinaria testa di Apollo risalente al II o inizio del III secolo d.C., appartenente all’epoca romana. Le operazioni di scavo si sono concentrate a est della via principale meridionale, dove questa interseca l’asse settentrionale della città, noto come “Egnatia”. Qui è stata individuata la continuazione di una strada lastricata in marmo, sulla quale è stata rinvenuta una moneta di bronzo dell’imperatore Leone VI (886-912), fornendo così indicazioni preziose sulla durata dell’utilizzo della strada stessa. Nella zona di congiunzione delle due strade, è emerso uno spazio aperto, probabilmente una piazza, dominato da un edificio dalle ricche decorazioni. Le evidenze emerse durante lo scavo hanno suggerito che questo edificio potesse essere una fontana. Studi precedenti, condotti nel 2022, avevano già rivelato parte della sontuosa decorazione di questa fontana, tra cui la notevole statua raffigurante un giovane Eracle. La recente scoperta di una testa di Apollo, appartenente probabilmente alla stessa epoca della statua di Eracle, suggerisce che anche quest’ultima possa aver fatto parte dell’ornamento della fontana, la quale sembra aver assunto la sua forma finale tra l’VIII e il IX secolo, attraverso il riutilizzo di antichi reperti selezionati. L’indagine archeologica ha confermato l’idea che statue di epoca classica e romana fossero comunemente impiegate per abbellire edifici e spazi pubblici fino al periodo tardo bizantino, come attestato dalle fonti e dai dati raccolti a Costantinopoli. Gli scavi continueranno nel corso dell’anno successivo, promettendo ulteriori rivelazioni sul passato affascinante e ricco di Filippi. La figura di Apollo, inserita nella fontana, voleva forse riconnettersi al concetto di salute e di purezza dell’acqua erogata. Apollo occupa un ruolo di grande importanza nella religione greca e romana, essendo il dio della musica, delle arti mediche, delle scienze, dell’intelletto e della profezia. È anche riconosciuto come il dio che conduce il carro del sole attraverso il cielo, illuminando la volta celeste con la sua ardente stella. La sua emblematica lira rappresenta il suo simbolo principale, mentre suo figlio Asclepio è venerato come il dio della medicina. In qualità di patrono delle arti, Apollo assume il ruolo di guida delle Muse. Viene spesso descritto come un abile arciere, capace di scagliare pestilenze terribili contro coloro che si oppongono a lui. Inoltre, come protettore della città e del famoso tempio di Delfi, Apollo è venerato come un dio oracolare, capace di rivelare il futuro agli esseri umani attraverso la sacerdotessa conosciuta come Pizia. Questa capacità di predire gli eventi futuri ha contribuito a consolidare il suo status come una delle divinità olimpiche più importanti e rispettate nell’antichità. La città di Filippi La celebre frase pronunciata dal fantasma di Giulio Cesare Filippi, luogo nel quale è avvenuto il ritrovamento del volto di Apollo scolpito nel marmo, un’antica città della Macedonia, sorge in prossimità del mare Egeo ed è ora parte del comune di Kavala (precedentemente del comune di Filippoi fino al 2010). La sua storia affonda le radici nell’antica Crenide e prende il nome da Filippo II di Macedonia, che nel 356 a.C. la ampliò e fortificò per trasformarla in un importante centro minerario. Cadde sotto il dominio romano nel 168 a.C. e divenne famosa nel 42 a.C. come scenario della cruciale battaglia di Filippi, dove le forze di Ottaviano e Antonio sconfissero gli assassini di Giulio Cesare, Bruto e Cassio. Ottaviano, poi Augusto, la elevò a colonia in seguito a questa vittoria. Filippi fu un centro di importanza fondamentale nei primi secoli del Cristianesimo, essendo stata la prima città europea ad essere evangelizzata da san Paolo, che indirizzò loro una delle sue epistole, la lettera ai Filippesi. Anche sant’Ignazio di Antiochia e san Policarpo di Smirne scrissero alla comunità locale. Nel periodo bizantino, Filippi mantenne il suo ruolo di centro rilevante, ma fu occupata dai Latini durante la IV crociata e in seguito abbandonata. Oggi, il sito è inserito nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO (2016). L’espressione comune “ci rivedremo a Filippi” simboleggia l’inevitabilità di un confronto futuro e spesso presagisce un destino avverso. Questa frase trova origine nelle Vite parallele di Plutarco e fu poi ripresa da William Shakespeare nel quarto atto del suo Giulio Cesare, dove il fantasma di Cesare rivolgendosi a Bruto usa queste parole, preludio alla sua futura sconfitta, alla quale Bruto risponde con rassegnazione. https://stilearte.it/scavi-al-punto-dincontro-tra-decumano-romano-e-cardo-emerge-la-testa-di-una-splendida-statua-chi-e-la-divinita-il-contesto/1 punto
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Buongiorno a tutti, qualcuno ha notizie circa la data di emissione della divisionale 2024? grazie1 punto
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@brischetto Grazie per le parole di apprezzamento che hai espresso, molto significative. Ciao. Stilicho1 punto
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@Stilicho Complimenti per lo splendido intervento! Hai presentato una descrizione molto significativa. Questa moneta è catalogata in due varianti: la prima (come quella da te postata) con Diana stante a destra e la seconda con la dea rivolta verso sinistra (un po' più rara). La legenda SIDERIBVS RECEPTA è inoltre presente su un altro sesterzio postumo (molto raro) con al rovescio Faustina che sale verso il cielo su una biga mentre la stessa regge un velo gonfiato dal vento. Posterò al più presto le immagini dei miei esemplari per queste tre tipologie. Al momento allego la fotografia della versione con biga presa dal database del British Museum1 punto
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Per non parlare dei miracoli delle microsaldature laser e della elettrodeposizione del metallo …. Aggiungere un buon incisore, miscelare, ed ecco cosa si può ottenere……mala tempora currunt per il fai da te numismatico1 punto
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Del francobollo parlerò consultando i testi, .. ... L' annullo sul francobollo è un numerale a punti dell' ufficio postale n. 22 di Parigi .. ..e precisamente dell'ufficio postale di Rue Taitbout come possiamo vedere dall' annullo doppio cerchio in basso a sinistra, con data di partenza 2 settembre 1875. credo alle 5 pomeridiane. Questi due annulli andavano sempre messi assieme all' epoca. Il timbrino in rosso PD è un timbro che si apponeva su lettere dirette oltre confine, indicante il "Porto pagato della tariffa fino a Destino Sul retro della busta, .. arriva in territorio italiano il 3 settembre e viene presa in carica da un ambulante postale (treno), con l' annullo doppio cerchio non nitido in alto a destra, l' ambulante credo sia un Milano - ???? ed è in arrivo in distribuzione a Camerino il 4 Settembre 1875. Tempi da record per l' epoca. Va controllato sui libri il francobollo e il timbro di arrivo di Camerino . Per gli annulli francesi non ho bibliografia ma sono nitidi e belli aggiungono valore. Bella è poco, gli annulli sono quasi tutti nitidi, il francobollo è importante dovrebbe essere ma passatemi l' errore l' effigie di Napoleone III. Io sto facendo tutto a occhio da un telefonino. Questa va ricontrollata. PS. La cera lacca rossa è apposta come chiudi lettera dal mittente e fortunatamente è arrivata fino a noi, usualmente è la prima a perdersi. Mi sembra di vedere un altro timbro sul davanti a sinistra purtroppo non nitido. Comunque gli annulli principali ci sono tutti.1 punto
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RELIQUIA DI S. CARLO BORROMEO in filigrana d'argento con due cristalli molati, con bel sigillo1 punto
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Non capisco se è una battuta o meno?tu perché l'hai acquistata? oltretutto mi sembra di ricordare che non è costata poco,o almeno per me non è poco... Ma probabilmente la tua risposta è data dalla inesperienza in questa determinata monetazione, altrimenti sapresti già che il tuo esemplare è di ottima conservazione,centrato,buoni rilievi e "solo"leggermente tosato, forse... Le cose importanti nella monetazione vicereale sono,a mio parere,le sigle,il simbolo e la data, quando su una moneta del periodo sono presenti questi tre particolari , oppure due se non è prevista la data o il simbolo, allora la moneta può essere correttamente classificata e merita sicuramente di stare in una collezione,se poi ci aggiungiamo che è centrata,nitida e probabilmente non tosata ,allora per me è un gioiellino,ancor di più se parliamo di una piccola moneta d'argento come la tua ...1 punto
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Buongiorno, nella sezione dedicata alla Serenissima non può mancare il riferimento nonché le tavole. Saluti, Domenico1 punto
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BASTIAN CONTRARIO Che fine aveva fatto mio padre Cesco, fu Giuseppe? Quel mattino era un Mercoledì di inizio Novembre ed il Mercoledì nella nostra cittadina di provincia è un gran giorno. Fin dalle prime ore del mattino, quando tutto è avvolto nelle brume di un incipiente inverno ed ancora non albeggia, si sentono rumori metallici, grida, l'ansimare dei motori asmatici di vecchi furgoncini e l'inconfondibile profumo delle caldarroste. Allora ti tiri giù dal letto, sbadigli, smoccoli qualche improperio rivolto ai profanatori del sonno altrui, e piano piano, perchè l'aria è fredda e foriera dei primi raffreddori, apri una finestra e capisci da una sommaria occhiata che è giorno di Mercato. Come tutti i Mercoledì mio padre si alzava presto, apriva la serranda della Tabaccheria e con un foglio in mano svolazzante salutava mia mamma: “ Ohh, io vado, ci vediamo alle 11 !”. Era ormai diventato una sorta di rituale: il foglio in mano era la “distinta” dei Tabacchi da consegnare ad un vecchio arcigno ed incartapecorito come i faldoni di scartoffie accumulate negli anni sulla sua scrivania. Un saluto, un cenno del capo, due bolli per vidimare e mio padre impaziente che non vedeva l'ora di fuggire da quell'ufficio pieno di polvere e di ragnatele. Chiusa alle sue spalle la porta cigolante, si sentiva felice perchè ormai aveva tutta la mattinata da dedicare a se stesso. Una bella passeggiata sotto i portici di Via Roma, un'occhiata alla merce esposta dalle bancarelle, una sensazione olfattiva di tessuti, di scarpe ben lucidate, di prodotti dell'orto e poi, rilassato, una capatina da “Barberino” proprietario del più bel Caffè della zona. Qui si sentiva a proprio agio, e seduto su una poltrona di cuoio bordeaux, cominciava con gli sfottò nei confronti del proprietario che era un numismatico eternamente dilettante. Nel frattempo arrivavano gli altri appassionati di monete e tra un tondello, una battuta e qualche tentativo di scambio, il tempo correva veloce. Puntuale come un orologio svizzero, mio padre alle 10.45 salutava tutti e con passo veloce ritornava a casa per dare il cambio in negozio alla mamma che doveva badare ai fornelli ed alla casa. Quel giorno non fu così. Era ormai quasi mezzogiorno e lui non si vedeva. Venni mandato alla ricerca del “disperso”. Quasi correndo, passai tra i banconi un paio di volte, ma niente. Scoraggiato, mi apprestavo a ritornare a casa, quando la mia attenzione venne destata da voci altisonanti, quasi delle grida, che provenivano dai portici vicino alla Cattedrale. Era lui, che stava discutendo animatamente con una persona che sembrava quasi un mendicante. Mi avvicinai per vedere se per caso fosse successo qualcosa e subito si creò il silenzio. La persona che parlava accoratamente con mio padre, mi fece quasi un inchino dicendomi: “ Ah questo è il Dottorino, felice di conoscerla! Mi presento sono Bastiano per chi mi vuole bene, per chi trova da ridire “Bastianass” ( Bastianaccio ), o “Bastian Contrario” per i più eruditi. Io e Cesco abbiamo avuto qualche scambio di vedute su una Banconota, ma... io sono sempre a disposizione! “ Non avevo mai visto una persona così contraddittoria: vestito con un pastrano militare decorato, invece che con medaglie, con chiazze di unto di ogni tipo e colore, scarponi da montagna lisi e sporchi ed un olezzo di capra e selvaggina che si sentiva a distanza. Eppure i modi erano signorili, l'eloquio fluente e forbito. Mio padre mi strappò a queste considerazioni prendendomi bruscamente per un braccio ed a passo di carica, mi costrinse ad andare a casa. Ad un certo punto si piantò in mezzo ai portici, si rivolse a me con occhi quasi spiritati: “ I Buoi !!! Ne ha 4 di Buoi!!! E non ne vende nessuno perchè sono un ricordo!!!” Pensai che fosse andato fuori di senno, avesse preso uno strano morbo, o nella migliore delle ipotesi, avesse cominciato ad allevare bestiame. Quando era così, la cosa migliore da fare era tacere...tra mezz'ora si sarebbe calmato. Infatti nel pomeriggio mi spiegò che Bastiano aveva una collezione strepitosa di Banconote che nessuno sapeva come avesse fatto a mettere assieme. I buoi erano il “50 Lire Buoi” una delle banconote più rare ed ambite dai collezionisti. Nessuno conosceva la storia di Bastiano, perchè era una persona selvatica e strana, eppure aveva modi che denotavano una cultura ed un'appartenenza diversa da quello che sembrava. A questo punto, a chi chiedere qualcosa, se non a Ciccì il Barbiere che recepiva le più recondite confidenze della popolazione? Detto, fatto. Lo scampanellìo della porta della Barberia annunciò a Ciccì i soliti clienti, in questo caso io e mio padre che sbottò subito: “Ma lo conosci Bastiano? “ Ciccì indicò il cliente sulla sedia, portandosi l'indice sul naso...era il Maresciallo della GdF. Finito il servizio al Maresciallo, Ciccì che era molto pettegolo, chiuse la porta: “ Cesco ma non sai la grande storia? Bastiano è il figlio del Marchese di San M*** , questo era un donnaiolo impenitente ed i Signori avevano a servizio una ragazza che era “nù Babbà “. Il Marchese, sai la carne è debole... da questa povera ragazza ebbe un figlio!” ( Pausa di effetto ) “ Siii proprio lui...Bastiano ! Poi la fine della storia è triste e lasciamo stare...” Ciccì era un grande commediante, voleva sentire la platea sbavare, vedere gli occhi fissi ed in trepida attesa. Si schiarì la voce: “... mamma e figlio furono reclusi per molti anni in un Istituto di suore, Bastiano ebbe una buona istruzione ed alla fine conobbe chi era il padre”. Ciccì prese un mozzicone di Antico Toscano e dopo qualche tiro, fu avvolto da una nube biancastra. Da questa specie di fantasma uscirono delle parole alternate a colpi di tosse: “Bastiano ebbe coraggio, si presentò davanti ai Marchesi che rimasero allibiti. Con uno sguardo pieno di odio, la Madama Marchesa prese una manciata di banconote e le sbattè in faccia al figliastro. Senza scomporsi, Bastiano le raccolse ad una a una, salutò e girò i tacchi”. “ Umm che brutta storia!” esclamò mio padre e fece per andarsene. “ Ehh...non è mica finita! Bastiano si comperò un rudere vicino alla Villa signorile dei Marchesi, cominciò ad allevare bestiame che appestava tutte le zone vicine, soprattutto la loro Villa. Ma per lui, la più bella soddisfazione era aspettare sul ciglio della strada i Marchesi che, in calesse, andavano a Messa. Faceva un profondo inchino e li salutava sventolando una manciata di Banconote! Hai capito Cesco da dove arriva questa passione ?” Dopo qualche tempo ricevetti una telefonata inaspettata. Era Bastiano che, tra un colpo di tosse ed uno sternuto, mi chiedeva se lo potevo andare a visitare. La casa era proprio un rudere, la strada fangosa e tutto attorno era avvolto da una puzza insopportabile. Con modi gentili mi fece accomodare nella stanza che usava come cucina, salotto e, dal divano sfondato, presumevo anche da camera da letto. Fui colpito dalla vista di un'enorme scaffalatura che teneva tutta una parete, ricolma all'inverosimile da libri e vecchie riviste. “Quella è la mia passione, leggo di tutto e sa da dove arrivano?..Dai cassonetti dell'immondizia! Bisogna sempre guardare nei cassonetti, la gente butta via cose incredibili!” Dopo averlo visitato e prescritto i farmaci, non vedevo l'ora di ritornare a casa a fare una bella doccia, ma sull'uscio Bastiano mi disse: “Dottore, non posso pagarla, ma le faccio vedere una cosa”. Entrò in un'altra stanza e lo sentii trafficare per qualche minuto, poi si presentò con un libro e cominciò a sfogliarlo delicatamente. “Eccolo qui !” I miei occhi si illuminarono quando vidi l'oggetto del desiderio di mio padre, il mitico 50 Lire Buoi. Bastiano cominciò a dire “ Decreto numero...del...firme...rarissimo e poi sembra stampato ieri! Dottore, le prometto che la prossima volta che viene qui glielo regalo, perchè è una brava persona, equilibrata e comprensiva...non come quel testone di suo padre..oh mi perdoni non dovevo dirlo!” e scoppiammo in una risata. Purtroppo non ci fu una prossima volta. Non lo vidi più. Ciccì affermò che era passato a miglior vita improvvisamente, trovato riverso sul pavimento dopo qualche giorno, grazie al fatto che gli animali senza cibo sembravano impazziti. Mi venne in mente la sua vita “al contrario”, il “Buoi” e la sua grande raccolta di banconote conservate tra le pagine dei libri. L'angoscia mi assalì, pensando che qualcuno sicuramente li aveva buttati nei cassonetti dei rifiuti. I n questo caso era stato profetico, nei cassonetti si trova di tutto, ma non ci sarebbe stato un altro Bastiano pronto a recuperarli. Per approfondimenti sul 50 Lire “Buoi”: https://www.ilgiornaledellanumismatica.it/laffascinante-storia-delle-50-lire-buoi-ambasciatrici-filigrana-dellarte-italiana/ Immagine tratta da: F. Gavello - Cartamoneta Italiana – Ed. Montenegro Saluti a Tutti, Beppe1 punto
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