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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/06/24 in tutte le aree

  1. per portare su questa storica discussione ne approfitto per presentarvi il mio ultimo acquisto. un bel 10 tornesi 1825 di Francesco I.
    7 punti
  2. Buonasera a tutti, passato ieri in Asta Gma un interessantissimo Cavallo Aragonese di Federico. Diverso da un mio esemplare per il rovescio. Ha fatto un realizzo di tutto rispetto. Complimenti a chi se l' è portato a casa. Saluti Alberto
    4 punti
  3. Buonasera a tutti. Come detto in altro post, prendendo spunto da utenti del forum, voglio condividere alcuni esemplari della mia collezione, chiedendo nel contempo, i vostri graditi pareri. Il peso di questo 5 lire "cinquantenario" è di 25,00 grammi e il diametro di 2,3 cm. L'ho preso ad un'asta che lo indicava quale conservazione BB+. Attualmente è la star della mia collezione. Grazie a tutti coloro che interverranno.
    3 punti
  4. Ho provato a fare una comparazione un po rudimentale ( con i mezzi tecnici che ho a disposizione) con il mio esemplare. Peccato mi sarebbe piaciuto averlo.. Ma sono contento per chi lo ha messo in collezione Saluti Alberto
    3 punti
  5. Un consiglio, non credo che chi ha aperto questa discussione avesse in mente un "contest" con i format proposti dagli altri periti/operatori. Credo che la discussione dovrebbe svilupparsi sul merito del metodo condiviso da @Anxur. Da quello che vedo mi sembra ben fatta e dire questo non significa che automaticamente tutte le altre sono fatte male. La perizia presenta: Identificazione generale Esame visivo Documentazione e provenienza Autorevolezza dell'esaminatore Certificazione Ci sono elementi non presenti nel format e sinceramente non ho le competenze necessarie per etichettarle come "mancanze", le elenco solo come spunto per un ulteriore ed eventuale approfondimento. Analisi chimica Comparazione con altre monete autentiche Credo che condividere un metodo sia sempre un gesto apprezzabile e per questo la ringrazio.
    3 punti
  6. Nella didattica, prima fra tutte quella delle lingue, da lungo tempo è stata riconosciuta l’efficacia del metodo induttivo contestuale, in cui, in luogo di una anticipazione dei contenuti teorici, per differire a un secondo momento la componente pratica di consolidamento, si predilige anticipare i nuovi fenomeni nella esperienza diretta. Ho aperto questa discussione portando degli esempi di perizie, quale prodotto di una scheda che mi proponevo di divulgare, e mi riservavo eventuali approfondimenti dove opportuni. Alcuni toni, però, mi avevano disincentivato, e solo dopo espressa richiesta ho deciso di aggiungere delle righe sul senso della discussione. Mi aspettavo appunti legati a un’applicazione del sistema, senza adattamenti, a tutta la monetazione a martello, dal VI secolo a.C. alla metà del Settecento (a titolo di esempio, i filippi milanesi di Maria Teresa arrivano al 1749), giudicando senza differenze di sorta (per esempio) un didrammo magnogreco di Metaponto, un solido romano di Antiochia per Costanzo II o un follaro normanno di Salerno per Ruggero II. L’obiettivo è proprio di ricavare un prospetto quanto più possibile oggettivo della qualità produttiva della moneta: alcune monetazioni risulteranno realizzate con grande attenzione, altre in modo trascurato, e questo stesso dato non è privo di valore, perché indicativo dell’attenzione che lo stato ha riservato in quel momento e in quel preciso luogo alla produzione di valuta, non senza ricadute di propaganda politica. La struttura del metodo di indagine è spiegata al messaggio 10 e documentata al 54: qui vorrei chiarire in sintesi “a cosa dovrebbe servire” un format che indicizza il processo di produzione della moneta, dal tondello, ai coni, alla coniazione. - L’esame di un singolo esemplare, per esempio nella compilazione di un’expertise, offre una classificazione completa, non del solo stato di conservazione: due monete identiche, coniate dagli stessi coni possono differire per ampiezza del tondello, freschezza dei coni, qualità di battitura, e tutti gli altri indici che ho registrato. Il pregio dei due esemplari, quindi, pure in una parità di conservazione potrà differire in modo sostanziale. - L’applicazione sistematica di una scheda del genere, all’interno di un database, consente facilmente di comparare l’esemplare con le evidenze di tutti gli items censiti, comprendendo davvero se ci si trova davanti a un esemplare “eccellente” o “eccezionale”, come i cataloghi di vendita registrano con una certa ricorrenza. In un’epoca dove si sta affermando il grading americano, che presume di restituire tutto con un numero, l’interrogazione del database dovrebbe riferirci immediatamente quanti esemplari, con medesima conservazione o poco inferiore, presentano di contro un tondello più ampio, meglio coniato e da coni più freschi. - In uno scenario non commerciale, invece, i dati rilevati su un campione di valore statistico consentono di approfondire in senso diacronico e sincronico le dinamiche della produzione di valuta (esempio: troviamo indizi fondati di una correlazione tra urgenza di contanti per spese dello stato e qualità di produzione? Incremento dei volumi corrisponde necessariamente a produzione più frettolosa?), le strategie di zecca (esempi: perché per alcune serie abbiamo monete su tondelli stretti e irregolari e monete larghe e tonde? Maestranze di diversa origine? Fabbricazione dei tondelli in luoghi diversi? Invece i coni con quale ricorrenza venivano sostituiti?) e le politiche monetarie (esempio: perché in alcuni periodi troviamo estrema cura dalla preparazione dei tondelli fino alla coniazione e in altri totale trascuratezza?), che possono differire nei tre metalli: oro, lega di argento e lega di rame. Il campo di indagine può estendersi o restringersi secondo le esigenze, per studiare le scelte di singole autorità emittenti nel corso degli anni o per una comparazione del prodotto di zecche tra loro contemporanee del mondo antico (esempi: due zecche magnogreche, zecca di Roma imperiale e zecche provinciali), del medioevo (esempio: zecche di due città vicine), dell’età moderna (esempio: zecche di due città sotto la medesima autorità). Possiamo comprendere come cambia la qualità del prodotto moneta di una specifica zecca nell’arco di un secolo, a fronte della successione di diverse autorità, o come muta nel corso degli anni di un preciso regno per riverbero delle scelte di un determinato sovrano. In conclusione, si aprono innumerevoli spunti di ricerca. L’integrazione di un indice nella scheda relativo alla composizione della lega, esaminabile per spettrofotometria XRF, aggiungerebbe un ulteriore rilevante ragguaglio, ma necessita di investimenti per l’acquisto della strumentazione.
    3 punti
  7. Recentemente mi sono imbattuto in una moneta proveniente da un tesoretto di cui non conoscevo l'esistenza. Si tratta del Tesoro di I'aat, piccolo villaggio (o più probabilmente località, dato che non sono riuscito a localizzarla sul maps) non lontano da Aleppo, in Siria. Il ripostiglio è stato messo in vendita in un'asta del noto negozio francese CGB nel 2005 e poi successivamente disperso, per la quota dei lotti invenduti, negli anni successivi nelle varie sessioni delle aste settimanali della loro boutique. Sulle circostanze della scoperta non si sa molto, i dati riportati nello studio del tesoro a opera di Jerome Mairat sono alquanto scarni: l'insieme proviene da una collezione di numismatico francese che ha acquistato questo gruppo di monete dirattemente in Siria qualche anno prima dello scoppio del primo conflitto mondiale per poi portarle con se in Europa. Negli appunti che accompagnavano queste monete vi era l'indicazione della provenienza e una nota che faceva riferimento alla scoperta da parte di alcuni agricoltori. Non è dato di sapere se le monete erano all'interno di qualche recipiente o sacco. Si tratta di 95 antoniniani di cui sicuramente 91 appartengono a un ritrovamento omogeneo, mentre altri 4 (per stato di usura e datazione) molto probabilmente sono stati inseriti nel lotto ma non ne facevano originariamente parte. I 91 antoninaini sono tutti a nome di Valeriano e Gallieno (con 10 esemplari battuti a nome del figlio Salonino) e appartengono tutti alle due zecche orientali di Antiochia e del secondo Atelier (Samostata?). In particolare le emissioni in questione sono così distribuite: La particolarità della composizione e la sua marcata omogenità pongono alcuni interrogativi a cui purtoppo non è possibile dare risposta: si tratta di un ritrovamento completo? si tratta di una parte accuraratamente selezionata di un ritrovamento più importante? Gli aspetti più salienti di questo ripostiglio sono che tutte le monete dell'Atelier secondario (Samostata) appartengono alle due prime emissioni, mentre le monete della zecca di Antiochia appartengono esclusivamente alla quinta emissione. La presenza di monete a nome di Salonino per entrambe le zecche permettono di fissare un termine post quem per la chiusura del ripostiglio alla primavera del 258 periodo in cui cessò la produzione di monete a nome di Valeriano II a seguito della sua morte. Questa data certa, assieme allo stato di conservazione mediamente elevato dell'insieme (che esclude quindi una lunga circolazione dei pezzi), fa datare la chiusura del ripostiglio (ammesso che esso sia completo o che rispecchi in omogeneità e composizione un insieme più grande) nel corso del 258. L'importanza di questo piccolo ripostiglio sta nell'aver permesso - grazie allo studio comparato delle varie monete presenti - di spostare dalla terza alla seconda emissione dell'Atelier secondario (Samostata) le monete di Salonino senza marche al rovescio il che implica di datare la fine della seconda emissione nel 258 e l'inizio della terza più tardi rispetto quanto si credeva in precedenza. Inoltre la netta prevalenza di monete del secondo atelier orientale (87%) e il luogo di ritrovamento in territorio siriano, fanno dubitare dell'attribuzione di questo atelier alla città di Samostata. Mairat sostiene che il secondo Atelier orientale aveva il compito di emettere sostanzialmente denaro destinato all'esercito e di conseguenza, molto probabilmente, non è da individuare in una grande città quanto piuttosto in un accampamento militare e di considerarlo con buona probabilità come un impianto produttivo itinerante. Per chi volesse approfondire qui c'è il link al catalogo delle monete e allo studio che lo accomapagna a firma di Jerome Mairat: https://flips.cgb.fr/ct02/files/assets/basic-html/page-1.html Mentre questa è la moneta che è entrata nella mia collezione: Antoniniano; 21 mm - 3,5 gr; Zecca: Atelier Orientale II 2a emissione: 256-258 D\ IMP C P LIC GALLIENVS P F AVG R\ PIETAS AVGG Provenienza: Tresor de I'aat, n. 69 Classificazione: RIC 447; Cunetio Hoard n. 849; Tresor d'Eauze1603 (19 ex.); Göbl1684 m (39 ex.)
    2 punti
  8. Così é presentato un vistoso esemplare di tremisse, stimato RRRR, attribuito a monetazione longobarda anonima forse in Lucca, con al diritto monogramma ed al rovescio croce . Sarà il 4 Maggio in vendita Artemide LXI al n. 890 .
    2 punti
  9. Alberto, osservando meglio il tuo cavallo direi che in esergo non ha la sigla ma solo una stellina al centro, ne era passato uno simile in un listino della numismatica Picena, riportato sul volume di Jordi Vall-llosera n. 348 R4 complimenti !!!
    2 punti
  10. Se può interessare allego uno studio sulle corone : 27-28 Santone Corone aragonesi (1).pdf
    2 punti
  11. Molto bello anche il tuo Alberto, soprattutto per la bellissima patina verde che sfoggia. Anche la conservazione... stiamo li.
    2 punti
  12. Buonasera a tutti, complimenti Fricogna, veramente un bel esemplare. Magliocca 473a simbolo fiore a 5 petali. Saluti Alberto
    2 punti
  13. Sono stato venerdì mattina,era molto affollato ho conosciuto nuovi amici e preso alcune monete. In conclusione un bel convegno. p.s. (sono andato in treno così non ho avuto problemi di parcheggio.)
    2 punti
  14. Grazie @Reficul, aggiungo che qualche spunto di riflessione potrebbe derivare dalla lettura scheda NU che fu elaborata da Ministero BBCC nel 2004. Si tratta ovviamente di una scheda per la classificazione delle monete che solo parzialmente entra in gioco, considerata l'ampiezza (talora eccessiva in verità) delle voci prese in esame. Ma a prescindere da ciò trovo che il lavoro di @Anxur sia impostato correttamente e, soprattutto, basato a monte su uno studio approfondito di tutti gli elementi che compongono il documento monetale.
    2 punti
  15. Probabilmente sì. Non l'ho mai toccata in quanto dal vivo è molto meno evidente e poi, non vorrei rovinare il trittico che, in alta conservazione, si presenta molto uniforme:
    2 punti
  16. la sto aggiornando, per questo non è più on line. a presto
    2 punti
  17. Salve. Ringrazio Raffaele per avere portato sul forum l'argomento riguardante le ribattiture sulle piastre 1842. Gliene avevo parlato in privato qualche settimana fa, ma, di mia iniziativa , non mi sarei mai esposto a parlarne in questa sede. Non sapevo che un esperto come Santone si fosse interessato alla questione. Mi fa piacere, perché pensavo di essere ancora preda delle solite allucinazioni numismatiche. Seguo queste particolari aquilette da molto tempo ed ho sempre nutrito dei dubbi (come, mi sembra, accada anche per Santone), sulle origini e sul ruolo da attribuire alle ribattiture di cui sono portatrici. Sono ribattiture dovute a scivolamento o malfunzionamento del conio? A casualità o ad errore? Mi pare alquanto difficile! E se fossimo, invece, di fronte ad una nuova variante? Esse coinvolgono solo le aquilette e, secondo me, non sono utilizzate per una correzione delle aquilette sottostanti, già disposte a regola e in modo conforme rispetto a quanto avviene in tutte le infinite altre piastre 120 grana di Ferdinando II, senza, quindi, alcun bisogno, di una rivisitazione. Sono nitide e definite e si trovano solo in rarissimi esemplari del 1842 o del 1844. Si ripete un po' quanto avviene nelle piastre 1834 aquile capovolte, con aquile sì capovolte, ma ribattute "sempre" su altre in posizione del tutto normale. Nel nostro caso, invece, abbiamo aquile normali ribattute su altre normali. Che sia tutto "voluto" in ambedue le circostanze? Che si miri a "segnare" le monete e che sia sbagliato e riduttivo parlare di una semplice ribattitura? Posto 3 mie monete, due del 1842 ( la prima delle due é quella passata di recente all' asta 66 di Artemide ), la terza é del 1844. Non sono riuscito a trovarne altre. Ringrazio Santone e Raffaele. Saluti.
    2 punti
  18. Sarà la primavera,non so,ma stamattina quando sono arrivato al palasavena sembrava di essere allo stadio,c'era una calca che non ricordo di aver mai visto per i convegni bolognesi, è stata la prima volta che ho dovuto parcheggiare ben lontano dai parcheggi perché erano strapieni,anche all'interno era gremito di gente... È stato un bel convegno in compagnia di amici ,e non sono mancati alcuni acquisti inaspettati ...
    2 punti
  19. come si dice? "Il paradiso lo preferisco per il clima, l'inferno per la compagnia" ============== Allora... qui mi sa che solo per questo biglietto bisognerebbe fare un thread apposta, cercherò di essere sintetico. Per intanto il "biglietto" è più un "fazzoletto" in quanto fatto prima di seta e poi di lino, un lato è decisamente biblico / polemico A) Lamento biblico: - Geremia 2,16 Anche gli abitanti di Memphis e di Tachpanhes ti schiacceranno il cranio. - Giobbe 11 Dio mi consegnaagli ingiusti e mi getta nelle mani dei malvagi. B) Proposta di pace - Wilson 1918 - Abacuc 3,10 I monti ti vedono e tremano; la pioggia scrosciante si riversa; il diluvio primordiale ruggisce e tende le mani. - Abacuc 3,16 Quando l'ho sentito, ho tremato in tutto il corpo; ho sentito il rumore e ho gridato. La putrefazione affligge le mie membra / e i miei passi vacillano. Ma attendo in pace il giorno dei patimenti che sta per colpire il popolo. C) Tu o borsa ti amiamo più dei versi [*azzo! ndr] L'altro lato non è da meno: 1) Una volta avevo una bella patria! Che parlerebbe ancora della Germania con orgoglio. Il dolore vuole spezzarmi il cuore. Appoggio la mia testa grigia contro un muro spoglio, afferro la mano di mio figlio. Una volta avevamo una bella patria! 2) Sforziamoci, sforziamoci sempre, più forti e più puri. Ogni minuto che viviamo, qualcuno cade fuori. Ogni minuto che non usiamo diventa un'accusa. Pensiamo con gratitudine a chi ci protegge come portabandiera. 3) un dollaro 4,20 (nel) 1914 - 4650 M(archi) 1922 / il dollaro sale! 4) un uovo 5Pfennig 1914 - 30 Marchi 1922 / L'uovo sale anche! ================== Giusto ieri sera si parlava del fatto che i nostri miniassegni, rispetto ai notgeld, sono proprio una noia e questo è proprio un bell'esempio, grazie a @nikita_ per avercelo presentato! Io stavo osservando già questi "fazzoletti" di Bielefeld ma adesso credo di dover riconvergere le mie forze (monetali) verso altri obiettivi 😁 Per oggi è tutto, Njk
    2 punti
  20. Buongiorno a tutti, inserisco nella discussione dell'Amico @Raff82la mia 38 rigata con rovescio senza punteggiatura , acquisto fresco fresco dal convegno di Bologna... Scusate per le immagini,le ho fatte al volo fuori dal convegno... Dimenticavo,nella partizioni del Portogallo 7 quadratini disposti dall'alto verso in basso 2/2/2/1...
    2 punti
  21. No, non stai sbagliando. Qui sul forum è in corso una crociata contro gli slab, ma il tuo intervento chiarisce limpidamente quali siano i benefici per i neofiti. Ti consiglio però, nel corso del tempo, di affinare le tue capacità di riconoscere autonomamente il livello di conservazione di ciò che acquisti. Una volta che avrai formato l' "occhio" sarai indipendente anche dagli enti. Potrai in questo modo valutare gli acquisti autonomamente qualora tu abbia la possibilità di valutare dal vivo le monete. Non lasciare che il servizio di grading, che ti è tanto utile ora, rallenti il tuo studio e la tua crescita numismatica. Vedrai che alla fine potrai liberare le monete che non vuoi rivendere dalle scatolette senza patemi. Buona giornata
    2 punti
  22. Si le monete sono nate libere. firmato fronte nazionale per la liberazione delle monete☺️
    2 punti
  23. Le monete repubblicane che presentano monogrammi sono forse tra le piu’ interessanti , se non altro a livello storico perche’ essendo monogrammate si prestano ad essere studiate allo scopo di poterle attribuire a questo o quel personaggio storico . Ecco un’ altro post di presentazione di un gruppo di lettere monogrammate , quelle con AVR . Queste monete con il monogramma citato ha destato una diversa , ma indiretta attribuzione , a causa dei differenti periodi di vite di due personaggi che non ebbero quindi la possibilita’ di confrontarsi personalmente , due colossi della monetazione repubblicana romana : Ernest Babelon e Michael H. Crawford , vissuto il primo a cavallo tra il XIX e XX secolo , il secondo vivente . Le monete che presentano nello specifico il monogramma AVR secondo i due numismatici avrebbero due diverse interpretazioni : secondo il Babelon il monogramma AVR identifica un appartenente alla Gens Aurelia : forse il Pretore Gaio Aurelio Scauro , che fu Pretore nel 186 a.C. e che ottenne per sorteggio la provincia di Sardegna e Corsica . Secondo Crawford il monogramma AVR invece identifica , probabilmente a ragione , Gaio Aurunculeio, che in base a Tito Livio , libro XXVII , 7. 8 , fu Pretore nel 209 a.C. , quindi Pretore in Sardegna prima dell’ Aurelio sopra citato e nel periodo storico compreso tra la pretura in Sardegna di Publio Manlio Vulsone nel 210 a.C. e quella di Aulo Hostilio Catone nel 207 a.C. , durante la seconda guerra punica quando Aurunculeio ebbe in sorte appunto la provincia di Sardegna e Corsica . Babelon infatti nella lista delle Gens repubblicane romane che emisero monete non cita stranamente la Gens Aurunculeia , probabilmente una svista o per mancanza di dati alla sua epoca , oppure perche’ convinto che il monogramma AVR identificasse gli Aurelii insieme alla forma abbreviata AV . Il Babelon accorpando insieme AV e AVR sotto la stessa Gens Aurelia , ha generato dei dubbi e probabilmente un errore di interpretazione del monogramma AVR . In conclusione , nelle “Monete repubblicane” del nostro Forum al RRC o Cr. 65/2-6 con monogramma AVR , datati al 209 a.C. e coniati in zecca sarda nella nota in calce si legge che AVR secondo il Crawford e’ attribuito ad un Aurunculeio (Caio Aurunculeio) mentre secondo il Babelon e’ invece un Aurelio , probabilmente errato , ma nel caso che il Babelon avesse ragione , costui potrebbe essere il Pretore in Sardegna nel 186 a. C. , Gaio Aurelio Scauro o altro personaggio degli Aurelii . In foto un esemplare bronzeo con monogramma AVR preso dal Babelon , non ho trovato in rete un esemplare in foto , altri sono protetti da Copyright .
    1 punto
  24. Probabilmente ho dimenticato di precisare che le mie osservazioni si applicano a monete coniate pre-1600 e proprio perche‘ ho rispetto della loro storia ‚vissuta‘ non le mettero‘ mai in slab e oblo‘ per le monete coniate successivamente - in particolare per chi raccoglie monete non circolate la tradizione e‘ meno rilevante e il discorso puo‘ essere rovesciato. Chi raccoglie l‘uncirculated e‘ ovvio e naturale che tenda a preservarlo come tale utilizzando ( anche a ragione oblo‘ e slab) ma e‘ un altro tipo di raccolta, di numismatica ..
    1 punto
  25. DE GREGE EPICURI Grazie davvero, gentilissimo. Queste arabe medievali sono un vero ginepraio!
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  26. @Horasdoceo non è ne un vittoriato ne un mezzo vittoriato è un quinario: Cornelia, Cn. Cornelius Lentulus Clodianus (88 a.C.). La legenda in esergo non è Roma ma dovrebbe essere CNLEN, inoltre la lancoa del trofeo sale da sinistra a destra e non da destra a sinistra.
    1 punto
  27. Buongiorno, Non riesco a capire quale evento o cosa rappresenta il rovescio di questa moneta. Sembra che la Vittoria stia incoronando l'imperatore per una qualche battaglia vinta. @Pxacaesar mi sembra di ricordare che hai la stessa moneta, se non sbaglio. Opinioni? Misure 3.3 g - 18 mm Grazie ancora Atexano
    1 punto
  28. Bronzo di Gallo Treboniano (Antiochia, Siria), che raffigura al dritto il busto laureato, drappeggiato e corazzato di Gallo, a destra, visto da dietro, e al rovescio un’edicola portatile con quattro colonne che racchiudono la statua di Tyche seduta, di fronte, con il dio del fiume (Oronte) rivolto verso i suoi piedi; sopra, ariete che corre a destra; di solito, alla base dell'edicola, sono presenti delle barre di trasporto (Bibliothèque nationale de France, Paris (France)). Province Syria Coele City Antioch Region Syria Reign Trebonianus Gallus Obverse inscription ΑΥΤΟΚ Κ Γ ΟΥΙΒ ΤΡΕΒ ΓΑΛΛΟϹ ϹΕΒ Obverse design laureate, draped and cuirassed bust of Gallus, right, seen from rear Reverse inscription ΑΝΤΙΟΧΕΩΝ ΜΗΤΡΟ ΚΟΛΩΝ, Δ Ε (in l. and r. field), S C Reverse design portable shrine with four columns enclosing statue of Tyche seated, facing, with river god (Orontes) facing, at her feet; above, ram running right; usually, carry-bars at the base of the shrine apollonia
    1 punto
  29. Io ho argomentato sulla perizia che lei ha postato. Non è che la lecita provenienza la di deve avere e dichiararne sono quando ci si trova in presenza di compravendita . Una perizia , se rileva la provenienza lecita dell esemplare , a mio parere deve riportare tale dettaglio, potrebbe essere vantaggioso da ambo le parti … in caso di controlli. comunque ripeto, è un argomento che merita di essere approfondito, ben più importante della pasta metallica … che su una antica (argomento di mio interesse ) ha poca importanza . Attendo sempre pareri degli addetti al settore che scrivono su questo forum ..
    1 punto
  30. Sentiamo qualche addetto del settore cosa ne pensa , sempre vogliano intervenire.
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  31. La legenda di Filippo I ma che non esiste ad Alessandria… ΑΥΤΟΚ Κ Μ ΙΟΥΛ ΦΙΛΙΠΠΟϹ ϹΕΒ mi dispiace deluderti ma troverai una moneta simile sul sito di FAC: https://www.forumancientcoins.com/fakes/displayimage.php?pid=22390
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  32. Non lo avevo proprio notato... nemmeno confrontandola con le vostre. Spero che prima o poi potrò vedere le monete dal vivo prima di acquistarle... magari quando finirò la scuola😅
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  33. A C curati coll'Audi ACCURATI COLLAUDI Ciao. Stilicho
    1 punto
  34. Ah si? E quali sono queste? Mostri esempi per favore!
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  35. si può notare come a destra dello scudo manca proprio un nodo d'amore.. per cui non è neanche usura ma debolezza o difetto di conio
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  36. Nulla di buono. Un ibrido impossibile, i folles di Alessandria con segni di zecca XX/ A-E I// ALE sono stati coniati nel 301, mentre gli ultimi tetradrammi della diarchia sono rarissimi dopo Domitius Domitianus, e per Massimiano ne la legenda ne i ritratti assomigliano al dritto di questa moneta: https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/85871 A dire il vero non riesco a leggere […] ΜΑΞΙΜΙΑΝΟϹ CEB (piuttosto AYTOK K […] ΦΙΛΙΠΠΟC CEB!) ma la foto è sfocata. L’aspetto è fuso… una fantasticheria divertente. Allego le foto:
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  37. Comunque più che leggibile, e nemmeno il classico 86! Se presa al peso, super affare! Complimenti!
    1 punto
  38. Dal periodo di Pirro in Italia, un esemplare di didrammo della riforma con pesi ridotti, con al diritto giovinetto cavaliere che incorona il cavallo ed al rovescio Taras sul delfino tra 2 stelle e con nel campo etnico e ARIS . Sarà domani 6 Aprile in vendita Munzen Gut Lynt 15 al n. 19 . Ne unisco la classificazione In H.N.Italy al n. 1006 .
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  39. Un biglietto piuttosto problematico e complicato, noto solo ora che al rovescio c'è la bandiera degli Stati Uniti Con un chiaro riferimento a Woodrow Wilson (1918) presidente USA dal 1913 al 1921, quest'ultimo raffigurato sulla banconota di maggior taglio. Grazie di tutto Meglio ritornare al nostro tema principale...... l'arte culinaria
    1 punto
  40. Buongiorno a tutti, mi è arrivata una lira con fanciullo di cesare d'este (testa a sx). Non disponendo del Mir Emilia non saprei dare conferma ai miei dubbi riguardanti la rarità. Gli altri pochi esemplari presentano dettagli diversi, ad esempio non hanno la sigla sotto il collo. Il pezzo di per sé dovrebbe essere R4, ma credo sia una variante inedita. qualcuno può controllare sul mir? Mir.689 attendo pareri,grazie mille in anticipo 😄
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  41. 1 punto
  42. Nonostante che l'oro non sia fra le mie precedenze ho colto l'occasione di acquistare al prezzo del metallo questa mezza doppia di Vittorio Amedeo III del 1788. Lo so che non è minimamente paragonabile agli esemplari postati in questa discussione, ma sono contento di aver aggiunto questo pezzo di storia in collezione! Devo ammettere anche che fare foto alle monete "gialle" è più difficile di quello che pensavo, ma spero che si veda abbastanza bene...
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  43. Facciamo un piccolo giochino...Pensate a una classica battaglia in stile giapponese tra due feudi nemici, come quelle che si vedono in alcuni film e serie TV. L'avete pensata? Beh...Scommetto che buona parte di voi ha sognato una battaglia con gli eserciti costituiti principalmente dai famosissimi guerrieri samurai, ma la realtà storica era ben diversa. Pertanto, in questa discussione analizzeremo un'ossatura "sconosciuta" degli eserciti giapponesi feudali: i fanti ashigaru. L'origine degli ashigaru Gli ashigaru, letteralmente "piedi leggeri", furono fanti impiegati nei conflitti del Giappone feudale dalla casta dei samurai. Qual è l'origine di questi fanti? Per rispondere a questa domanda bisogna dare uno sguardo alle origini dei samurai...Inizialmente i samurai servirono principalmente come arcieri a cavallo, tanto che i primi racconti non menzionano nemmeno le spade ed elogiano l'abilità con l'arco. La fanteria appiedata era costituita principalmente da agricoltori arruolati, non addestrati ed equipaggiati con i loro strumenti agricoli convertiti ad armi. Considerati dei non soldati, gli agricoltori arruolati non erano pagati e guadagnavano di razzie e bottini. Fu così che nacquero i primi nuclei di ashigaru. I contadini si resero presto conto che combattere le guerre poteva renderli più ricchi, e molti rinunciarono all'agricoltura per diventare fanti negli eserciti dei vari feudi. I primi racconti descrivono gli ashigaru come elementi pericolosi, mercenari, inaffidabili, ribelli e con un alto tasso di diserzione. È per questo motivo che gli ashigaru sono quasi sconosciuti, proprio perché gli scrittori giapponesi erano più interessati a scrivere storie sui samurai che ai mercenari contadini. Il culmine dello scempio fu il saccheggio e la distruzione di Miyako (l'odierna Kyoto) durante la guerra Ōnin (1467 - 1477). Nel periodo Sengoku (1467 - 1603) il modo di combattere cambiò dai numerosi duelli singoli al confronto tra formazioni disposte in ranghi. Pertanto, gli ashigaru diventarono la spina dorsale di molti eserciti feudali, trasformandosi a fanti semi - professionali ed equipaggiati. L'equipaggiamento degli ashigaru Come specificato precedentemente i primi ashigaru non avevano nessuna armatura e utilizzavano i vari strumenti agricoli come armi. Con l'inasprirsi delle guerre e il cambio del modo di combattere, i vari capi feudali iniziarono a equipaggiarli con armi migliori e armature economiche. Spesso erano armati con una lancia (yari) o un arco (yumi), ma molti portavano anche una spada (uchigatana) come arma da combattimento ravvicinato. Essenzialmente era una spada economica "usa e getta"; e la famosissima katana è un'evoluzione proprio di questa spada. Nel XVI secolo gli ashigaru furono equipaggiati anche con i tanegashima-teppō, un archibugio derivato da quelli portoghesi. Approfondiremo l'utilizzo delle armi da fuoco nella parte successiva. Per quanto riguarda l'armatura poteva consistere in un cappello conico (kasa), pettorali (dō), delle maniche rinforzate (kote), gambali (suneate) e cosciali (haidate). Il cappello conico poteva essere sostituito anche da un classico elmo giapponese (kabuto) o un cappuccio (tatami zukin). Nel periodo Sengoku la richiesta di armamenti aumentò a causa dei sempre più crescenti eserciti di ashigaru, aumentando così la produzione di elmi e armature semplici come la tatami. Inoltre, gli ashigaru, così come i samurai, portavano lungo la schiena un'asta con in cima uno stendardo chiamata sashimono, con lo scopo di facilitare l'identificazione durante la battaglia. Immagine da sinistra verso destra: cappello conico "kasa"; disegno recente di un gruppo di ashigaru; armatura di tipo "tatami" L'arrivo delle armi da fuoco I giapponesi utilizzavano armi da fuoco già da oltre due secoli, ma si trattava di rudimentali schioppi e cannoni derivati da modelli cinesi arcaici e superati. Come si arrivò a produrre un archibugio simile a quello portoghese? Devo dire che la storia è alquanto...bizzarra. Nel 1543 una nave cinese diretta verso l'isola di Okinawa con a bordo degli avventurieri e mercanti portoghesi fu costretta a ormeggiare nell'isola di Tanegashima a causa di una tempesta. La nave venne sequestrata e il signore dell'isola, Tanegashima Tokitaka, entrò in possesso di due archibugi. Capite le potenzialità di queste armi, Tokitaka affidò i due archibugi al suo armaiolo di fiducia, ma questo non riuscì a riprodurre il complesso scodellino dell'archibugio. Il problema si risolverà l'anno successivo, quando i portoghesi tornarono a Tanegashima portando un loro armaiolo che venne messo a servizio del daimyo dell'isola. Negli anni successivi la famiglia Tanegashima passò l'idea al potente clan Shimazu, ma in breve tempo anche altri clan si appropriarono dell'invenzione. La diffusione fu rapida e in soli 10 anni furono prodotti circa 300000 tanegashima-teppō. I samurai non disdegnarono l’uso degli archibugi, ma non si adattavano nel loro stile di combattimento. Per risolvere questo inconveniente i daimyō iniziarono a dotare i propri ashigaru con le nuove armi, anche perché richiedevano scarso addestramento per essere impiegati rispetto agli archi che servivano tanti anni di pratica. Il vantaggio degli archibugi fu decisivo durante la fine del periodo Sengoku. Un esempio è la battaglia di Nagashino (1575) dove i fucilieri ashigaru, appartenenti alla coalizione tra clan Oda e Tokugawa, vennero posizionati strategicamente da Oda Nobunaga e falciarono la temuta cavalleria del clan Takeda con colpi incessanti. Dopo la battaglia, il ruolo degli ashigaru negli eserciti venne riconosciuto e divennero un elemento essenziale pari ai samurai. I fucilieri ashigaru verranno utilizzati anche nelle invasioni della Corea nel 1592 e nel 1597, con un rapporto tra fucili e archi di 2:1 alla prima invasione e uno di 4:1 durante la seconda. Immagine da sinistra verso destra: stampa del periodo Edo con fucilieri ashigaru; stampa del periodo Edo che raffigura degli ashigaru indossare i "mino" sotto la pioggia. La fine degli ashigaru Con l'inizio dello shogunato Tokugawa (1603 -1868) l'arruolamento degli ashigaru iniziò subito a cadere in disuso. Sempre durante gli inizi del periodo Edo gli ashigaru rimanenti, oramai diventati professionisti, vennero considerati parte della classe samurai, nettamente più importante e prestigiosa, in alcuni feudi, mentre in altri rimasero tali. Così finì l'utilizzo dei "piedi leggeri", che da contadini mal equipaggiati e rozzi si trasformarono nel corso del tempo in fanti ben riforniti e disciplinati. Riprendo una bella frase finale su un sito storico straniero che rispecchia un po' tutta questa discussione: quando diciamo la parola samurai, non ci rendiamo conto che stiamo anche dicendo ashigaru. Spero che la discussione sia stata di vostro gradimento! Per qualsiasi dubbio o informazione scrivete pure! Alla prossima Xenon97 Gruppo di rievocatori vestito da ashigaru marciano in parata come parte della rievocazione della Battaglia di Sekigahara.
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  44. Affrancata con coppia del 5 bajocchi rosa chiaro del 1852, 1° emissione, Stemma Pontificio (triregno e chiavi decussate) valore in bajocchi e scudi. I francobolli hanno tre bei lati ben marginati addirittura a dx si vede la cornice del francobollo che era accanto. Peccato per la sforbiciata che fila un po' troppo sotto quello di sx in basso. Ma nell' insieme sono molto belli. Annullo di partenza sui francobolli a griglia come doveva essere e annullo di partenza doppio cerchio di Roma del 26.12.1856. Questi due annulli vanno sempre assieme. L' affrancatura di 10 bajocchi è anche scritta a numero a dx dei bolli. Annullo lineare su due righe VIA DI SARZANA, ( Sarzana fu un'importante snodo postale in Liguria per tutta la corrispondenza che giungeva dal centro Italia diretta a nord). Nel dietro della missiva si vede chiaramente l' annullo di passaggio cerchio singolo di Genova del 30 Dicembre 1856 alle 8 del mattino. Da Genova la missiva fu imbarcata su qualche battello/nave fino in Sardegna. Sul dietro troviamo un altro annullo doppio cerchio del 1 gennaio 1857 non nitidissimo che non so se sia l' annullo di arrivo a Sassari o un annullo di arrivo in Sardegna. La tariffa: furono pagati dal mittente i 10 bajocchi per l' inoltro della missiva all' Interno dello Stato Pontificio sino al confine con il Regno di Sardegna, ma siamo in periodo ASI antichi stati italiani e le valute e monete erano diverse da stato a stato, pertanto a destinazione fu tassata a spese del destinatario per 12 Lire sabaude che era l' unità monetaria del Regno di Sardegna. Questo e' quello che vedo e riesco a leggere su un pezzo SUPER CLASSICO come questo, se ho sbagliato o dimenticato qualcosa me ne scuso, sicuramente ci sono collezionisti piu' bravi di me nel descrivere questo MAGNIFICO pezzo di storia postale. DI VALORE.
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  45. A prescindere dalla sua autenticità, questo quadrante esiste nel catalogo di Haeberlin, tavola 67. (Riferimento indicato nella didascalia del venditore). Due esemplari illustrati (Italia centrale, n° 5 e 6, 74 e 80g)
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  46. Ed ecco la versione del 1790 di recente acquisizione:
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  47. sei solidale con me sullo stato di conservazione sul Fdc??? 😉😉, sto migliorando dai . e non si finisce mai di studiare
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  48. Se i graders americani si occupassero solo delle loro monete sarei d'accordo. Il problema è che chiudono nelle loro scatolette anche monete nostrane di cui non capiscono niente, dandoci così la possibilità di criticare anche altre loro decisioni. Sono perfettamente d'accordo che con quei due solchi sulla guancia non solo non è FDC ma forse nemmeno SPL. Arka Diligite iustitiam
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  49. DE GREGE EPICURI Non avevo mai avuto un bronzo di Termesso Maggiore, per cui questo (13,59 g e 28,5 mm) è doppiamente benvenuto. Ricerca un po' faticosa, come in tutte le semi-autonome. Al D la testa laureata di Zeus, e la scritta, quando leggibile: ΤΕΡΜΗCCΕΩΝ ΑΥΤΟΝΟΜΩΝ; e sotto: Θ. Al rovescio, la scritta ΤΩΝ ΜΕΙΖΟΝΩΝ ; Tyche in piedi volta a sinistra, con kalathos, e regge un timone e la cornucopia. Classificata come Lanz 144 e Prokesch 1854, p. 58 (entrambi i cataloghi mi sono ignoti, ne leggo la citazione su Wildwinds).
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