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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/07/24 in tutte le aree
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Posizione dell'isola di Hokkaido nell'arcipelago giapponese Hokkaido è l’isola più settentrionale dell’arcipelago giapponese. Situata a nord dell’isola Honshu, l’Hokkaido è famosa per la sua natura e per gli inverni molto rigidi. L’economia dell’isola si basa essenzialmente sulla coltivazione di riso e sulla pesca, tanto che l’isola occupa la prima posizione nel settore primario del Sol Levante. Oltre alle bellezze naturali, Hokkaido è celebre anche per gli Ainu, un gruppo etnico nativo dell’isola dalle origini misteriose. Alcuni Ainu parlano ancora l’idioma tradizionale, una lingua che secondo molti studiosi è collegata con quelle paleosiberiane, oltre a praticare una religione di tipo animistico che vede in ogni oggetto, animale o fenomeno atmosferico la presenza di un dio. Particolarmente importante è l'adorazione dell'orso, considerato l’animale simbolo degli Ainu. In questo post scriverò due racconti curiosi con protagonista l’isola, uno più storico e l’altro numismatico. 🙂 Anziano capo villaggio Ainu con cucciolo d'orso sacrificale. Hokkaido, 1953 Storia dell’effimera Repubblica di Ezo Sigillo del presidente della Repubblica di Ezo Enomoto Takeiki Dal 1603 fino al 1868, il Giappone fu governato dallo shogunato Tokugawa. Questo lungo periodo viene comunemente chiamato Periodo Edo, vecchio nome della città di Tokyo in cui risiedevano gli shogun Tokugawa. Durante gli anni 50 dell’Ottocento, lo shogunato Tokugawa era aggravato da crescenti crisi economiche e politiche, che sfociarono con la fine dell’isolazionismo sakoku e del graduale aumento di potere della corte imperiale. Nella storiografia giapponese, il lasso di tempo che corrisponde agli ultimi anni dello shogunato viene denominato Bakumatsu, letteralmente fine del bakufu. Nel 1868 – 1869, il Giappone fu coinvolto nella cosiddetta guerra civile Boshin, letteralmente guerra dell’anno del drago. L’esito di questa guerra fu un tassello fondamentale della storia giapponese, che comportò la caduta dello shogunato e l’inizio del Periodo Meiji. Dopo il rovesciamento del bakufu, una parte della ex marina dello shogun guidata dall’ammiraglio Enomoto Takeiki si ritirò verso Edo. Nell’ottobre del 1868, la piccola flotta composta da 4 navi da guerra e da 4 navi da trasporto lasciò la baia di Tokyo, navigando verso nord in direzione di Sendai, città importante dell’Alleanza del Nord Ouetsu Reppan Domei, una coalizione di diversi domini ancora fedeli all’ex shogun. Insieme a Enomoto c’erano diversi ex ufficiali Tokugawa, tra cui il comandante dell’esercito dello shogunato Matsudaira Tairo, nonché alcuni consiglieri francesi ex membri del corpo di spedizione militare incaricato di addestrare le truppe dello shogunato. L'obiettivo di Enomoto era quello di raccogliere il sostegno militare dei domini dell’Alleanza del Nord, ma il piano fallì dopo che un importante clan della coalizione passò dalla parte imperiale. Dopo un mese a Sendai, la flotta salpò più a nord, arrivando a Hakodate, all’epoca città principale dell’isola di Hokkaido. Il corpo di 4000 soldati guidato da Enomoto conquistò l’insediamento 8 dicembre del 1868. Con il sostegno dei consiglieri francesi guidati da Jules Brunet, i ribelli ottennero il pieno controllo dell’isola verso la fine del 1868. Il 27 gennaio del 1869 fu proclamato lo stato separatista della Repubblica di Ezo. Il nome Ezo, letteralmente terra dei barbari, era l’antico nome con cui si indicava l’Hokkaido. L’isola infatti era abitata principalmente dagli Ainu. La struttura politica della Repubblica di Ezo si basava sul modello della Costituzione degli Stati Uniti d’America, con suffragio limitato alla sola classe dei samurai. I voti furono espressi a scrutinio palese e portarono all’elezione di Enomoto Takeiki come presidente e Matsudaira Tairo come vice – presidente. La Repubblica di Ezo cercò il riconoscimento internazionale inviando il magistrato di Hakodate, Nagai Naoyuki, presso le varie delegazioni straniere situate in città, ma solo la Francia e il Regno Unito riconobbero la neonata repubblica. Enomoto fece un ultimo sforzo per presentare una petizione alla Corte Imperiale per poter sviluppare l'Hokkaido e mantenere indisturbate le tradizioni dei samurai, ma la richiesta fu respinta. Il tesoro della Repubblica di Ezo comprendeva 180000 monete ryo d'oro che Enomoto recuperò dal castello di Osaka in seguito alla precipitosa partenza dell’ultimo shogun Tokugawa Yoshinobu dopo la battaglia di Toba Fushimi all'inizio del 1868. Temendo una risposta da parte delle truppe imperiali, nell’inverno del 1869 le difese attorno alla penisola meridionale di Hakodate, come l’imponente fortezza a forma di stella di Goryokaku, furono rafforzate. Le forze di terra della Repubblica furono invece riorganizzate sotto un comando congiunto franco – giapponese: come comandante fu selezionato Otori Keisuke, mentre come consigliere il francese Jules Brunet. Nel frattempo, le truppe imperiali consolidarono la loro presa sul Giappone continentale. Nell’aprile del 1869, l’esercito imperiale, forte di 7000 uomini, conquistò Hakodate, costringendo il governo della Repubblica di Ezo e le rimanenti truppe a rifugiarsi nella fortezza di Goryokaku. Nel maggio del 1869, la flotta di Ezo venne sbaragliata dalla neonata marina imperiale giapponese. Nell’estate del 1869, il presidente Enomoto si arrese, consegnando la fortezza Goryokaku all'ufficiale di stato maggiore di Satsuma, Kuroda Kiyotaka. Si dice che Kuroda sia rimasto profondamente colpito dalla dedizione di Enomoto nel combattimento, risparmiandogli così la vita. Il 20 settembre dello stesso anno, l’isola di Ezo venne rinominata Hokkaido, letteralmente regione del mare del nord. Enomoto fu condannato a una breve pena detentiva. Liberato nel 1872, accettò un posto come funzionario governativo nella nuova Agenzia fondiaria di Hokkaido. Successivamente divenne ambasciatore in Russia e ricoprì diversi incarichi ministeriali nel governo Meiji. Gli alleati francesi dei ribelli tornarono tutti in patria nel 1869, mentre alcuni ritornarono in Giappone nel 1871 come civili per insegnare nella scuola militare di Osaka. Nonostante la sua brevissima durata, la Repubblica di Ezo ha avuto un ruolo cruciale nella storia politica nipponica in quanto fu la prima entità “democratica” del Giappone. Foto che raffigura i leader della Repubblica di Ezo. L'uomo seduto a destra è Enomoto Takeiki La fortezza a forma di stella di Goryokaku La moneta Hakodate Tsuho Emblema del clan Matsumae Nel 1590, il secondo unificatore del Giappone, Toyotomi Hideyoshi, concesse la penisola di Oshima, la parte più meridionale dell’isola, al clan Matsumae come feudo di marca, con l’incarico di difenderla dagli Ainu del nord. Negli anni successivi, il clan iniziò una politica di espansione fino a ottenere l’intera Ezo sotto il loro dominio. Ironia della sorte, l’economia del Dominio di Matsumae si basava principalmente sul commercio con il popolo Ainu. Nel 1807, l’isola divenne temporaneamente un territorio tenryo per rafforzare le difese costiere, ovvero un’area sotto il controllo diretto dello shogunato Tokugawa. Durante questo periodo, le monete da 1 mon in ferro emesse dallo shogunato si diffusero rapidamente in tutta Ezo. A differenza dei Giapponesi, gli Ainu apprezzarono la moneta in ferro, tanto che il commercio nell’isola prosperò in modo esponenziale. Tuttavia, nel 1821 l’isola passò nuovamente al clan Matsumae, che ordinò il divieto di usare le monete in ferro. Il commercio si basò essenzialmente sul baratto, ma a causa delle crescenti frodi perpetrate dal clan Matsumae, gli Ainu richiesero nuovamente l'uso di monete in ferro. Nel 1854, il porto di Hakodate fu aperto al commercio estero secondo il Trattato di pace e amicizia Stati Uniti – Giappone. Nel 1855, l’isola divenne nuovamente territorio tenryo e fu istituito il magistrato di Hakodate. Per facilitare il commercio dell’isola, nel 1856 i magistrati di Hakodate Tadashi Hori Oribe e Takeuchi Shimonokami inviarono una richiesta al governo dello shogun per coniare monete. Nel maggio del 1857, lo shogunato concesse il permesso di coniare monete in ferro. Gli artigiani di zecca del Dominio di Morioka si recarono a Ezo e fondarono una zecca nel villaggio di Shirisawabe, nei pressi di Hakodate. Nacque così Hakodate Tsuho, la moneta provinciale di Ezo. La moneta è costituita interamente in ferro, il peso oscilla sui 3 g – 3,7 g e il diametro circa 22 mm. A differenza di tantissime monete del periodo Edo, le monete Hakodate Tsuho presentano un foro circolare anziché quadrato. Al dritto sono presenti i caratteri 箱寶通館, letteralmente valuta di Hakodate; al rovescio notiamo il carattere 安, letteralmente An, ovvero le iniziale dell’era Ansei. Infatti, la produzione avvenne durante l’era Ansei, precisamente nel 1857 - 1858. I caratteri furono scritti dall’incisore Ota Tamesaburo. Le monete venivano date nei cambiavalute di Hakodate, Fukuyama (ora Matsumae) ed Esashi. Il loro utilizzo era severamente vietato fuori dall’isola. Inizialmente Hakodate Tsuho divenne popolare e si diffuse rapidamente, ma in seguito, quando le ben più pregiate monete in rame come i 100 mon Tenpo Tsuho e i 4 mon Bunkyu Eiho iniziarono ad affluire nell’isola, le monete in ferro come Hakodate furono evitate e gradualmente cessarono di essere utilizzate. In totale ne furono coniate 100.650.000. 1 mon Hakodate Tsuho Al prossimo post! 😄 Xenon97 P.S. Il libro Hakodate Manners Book, che descrive lo stato di Hakodate intorno al 1854, contiene un documento molto curioso riguardo a diversi prezzi dell'epoca. Ecco la lista: Manodopera di un falegname in un giorno: 358 mon Manodopera di un falegname navale in un giorno: 458 mon Manodopera di un falegname navale in tre giorni: circa 1700 mon Una porzione di tofu: 24 mon Bagno alle terme per gli adulti: 7 mon Bagno alle terme per i bambini: 5 mon Parrucchiere: 32 mon4 punti
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Buongiorno a tutti e buona Domenica, ripropongo due miei 9 Cavalli di Filippo IV millesimo 1626. Vedo che ultimamente di questo nominale non se ne stanno condividendo, io li trovo piacevoli e interessanti da Collezionare e studiare. Uno dei due ha una schiacciatura sul viso di Filippo che lo fa sembrare con il naso all'insù. Ma il resto è apprezzabilissimo. Dettagli dell'armatura, leggenda... Saluti Alberto4 punti
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Ciao a tutti, un paio di giorni fa era il primo compleanno della mia iscrizione al forum, ho pensato quindi, visto che è passato un po' dall'ultima volta, di condividere con voi una delle mie ultime arrivate, ultima per arrivo ma con questa si torna agli inizi dell'Impero, si tratta infatti di un denario di Augusto con al rovescio Caio Cesare, mi ha colpito la particolarità del rovescio e quindi ho approfittato anche per il fatto che mi mancava un denario di Augusto da Imperatore e il suo ritratto è il migliore di tutti quelli che ho di lui al momento: AUGUSTO, DENARIO, Zecca di Lione, 8-7 a.C., RIC 199 D/ AVGVSTVS DIVI F; testa laureata. R/ C CAES AVGVS F; Caio Cesare a cavallo; sullo sfondo, un'aquila fra due stendardi. gr. 3,73 Diam. mm 18 ________________________ Caio Cesare - British Museum Alcuni cenni storici su Caio presi in prestito dalla rete: Caio nacque nel 20 a.C., Figlio di Giulia e Agrippa e nipote di Augusto, fu adottato da quest'ultimo nel 17 a.C. con il fratello Lucio nato proprio in quell'anno. Nel 5 a.C. il primogenito Caio ricevette la toga, "toga virilis", a soli quindici anni. Fu quindi ammesso al Senato e ricevette insieme al fratello il titolo di "Principes Iuventutis". Nel 1 a.C. sposò Livilla, figlia di Nerone Druso e Antonia. Prende il consolato nel 1 d.C. e viene inviato in Oriente per un giro di ispezione. Ferito gravemente durante l'assedio di Artagira (2 d.C.), morì nel 4 d.C. a Limira (Licia) a causa delle ferite riportate. ________________________ Spero davvero che il denario vi piaccia e grazie per l'attenzione, Matteo3 punti
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Nulla di che preoccuparsi, è la vecchiaia...... in via cautelativa, onde evitare forti emozioni, non dovresti nemmeno vedere quelle immagini un pò osè raffigurate sulle banconote. Ti consiglio quindi al massimo uomini in gonnella, la loro visione abbassa il livello di testosterone e la libido ai minimi termini.3 punti
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DE GREGE EPICURI A differenza da quelle francesi, le monete tedesche di necessità non sono in alluminio, ma in zinco, ferro o leghe di rame. Questa è della città di Dueren (Stadt Dueren), che è in Renania-Westfalia, e vale 25 pfennig. Diametro 25 mm. L'aspetto più interessante è il rovescio: un minatore in marcia verso destra, e la scritta: "Io estraggo carbone, e salvo la mia patria". La data in esergo: 1919. Esiste sicuramente un catalogo delle tedesche di necessità (come il Gadoury per le francesi), ma non lo conosco.2 punti
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Visione di insieme Non è una tipologia che mi fa impazzire devo ammettere, però nel tempo qualcosa mi è capitata2 punti
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Penso che ognuno sia libero di istituire un proprio sistema di valutazione delle monete, personalmente faccio affidamento al sistema classico di valutazione cioè MB, BB, Spl, ecc.ecc... Di conseguenza non ho la minima idea su che cosa possa corrispondere ad un 80% di Bolaffi.2 punti
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... per uscirne subito dopo! 😁 Ultimamente - iniziando dalla banconota del mio post #66 - mi sto soffermando sui colori delle banconote, che spesso e volentieri non rispecchiano la realtà ma sono un adattazione alle tecniche di stampa (o almeno credo) vedi per es. l'originale del Tiziano qui sotto: Non so se un giorno arriveremo a banconote fotorealistiche ed ad essere sincero non so neanche se personalmente le gradirei; per es. le monete colorate, a parte qualche eccezione, non le apprezzo affatto, con i biglietti, nati come stampe, sarebbe tutta un altra questione, soprattutto per la scelta del motivo. __ Il dipinto: "Amor sacro e Amor profano" https://it.wikipedia.org/wiki/Amor_sacro_e_Amor_profano =================================== Adesso per tornare in tema, un'altra fonte: Dove un tempo, nella foresta primordiale, gli Schrate (animali fantastici, tipo fauno - ndr) trottavano e si abbeveravano alla fresca sorgente, la sacra sorgente di Golt Krodo sgorga ancora oggi, rendendo felici i cuori e luminosi gli occhi. Buona domenica, Njk2 punti
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Ce n'è anche una più antica. Non ricordo di quale papa. Non appena mi viene in mente lo scrivo. Scusate, ma la vecchiaia è incipiente... https://www.acsearch.info/search.html?id=9060801 Trovata!2 punti
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Ritornando al tema della discussione, l'arte ho notato che abbiamo snobbato il retro delle nostre 20.000 lire, non può di certo mancare.2 punti
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Questo è un 26 passato all'ultima GMA , di stile insolito,ex collezione DBG ... https://gma.bidinside.com/it/lot/5340/napoli-filippo-iv-1621-1665-9-cavalli-/2 punti
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Io ho visto questa medaglia a questo link: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D3120/1.2 punti
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Ecco una rassegna di audaci scollacciature che piaceranno senz'altro a @Guysimpsons2 punti
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Riferendomi alla situazione descritta in questo mio thread qui vorrei citare alcuni bei francobolli taiwanesi a tema. Nonostante la loro situazione particolare Kinmen e Matsu non hanno mai avuto emissioni separate o varianti dal resto di Taiwan, ma è interessante la serie dedicata a loro nel 1959, denominata non a caso "protezione di Kinmen e Matsu": nei due con le mappe sono evidenziate in alto le isole con le scritte in grande dei loro nomi, mentre su quelli esterni si vede la roccia scritta di Wú Wàng Zài Jǔ2 punti
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Probabilmente ho dimenticato di precisare che le mie osservazioni si applicano a monete coniate pre-1600 e proprio perche‘ ho rispetto della loro storia ‚vissuta‘ non le mettero‘ mai in slab e oblo‘ per le monete coniate successivamente - in particolare per chi raccoglie monete non circolate la tradizione e‘ meno rilevante e il discorso puo‘ essere rovesciato. Chi raccoglie l‘uncirculated e‘ ovvio e naturale che tenda a preservarlo come tale utilizzando ( anche a ragione oblo‘ e slab) ma e‘ un altro tipo di raccolta, di numismatica ..2 punti
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Ho provato a fare una comparazione un po rudimentale ( con i mezzi tecnici che ho a disposizione) con il mio esemplare. Peccato mi sarebbe piaciuto averlo.. Ma sono contento per chi lo ha messo in collezione Saluti Alberto2 punti
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E nel frattempo sull'ultimo numero di Archaeology.... pubblicazione dell'istituto americano DI ARCHEOLOGIA parlano di Alessandro magno (segue in basso per la suspance) e mostranoun bellissimo esemplare di tetradramma diciamo così.... imitativo2 punti
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Quindi ti interessa sapere un valore ipotetico di monete di cui non conosci la conservazione? Bah! In pratica senza la foto della moneta credo manchi tutto.. perché si può passare da 0 euro per monete in bassa conservazione a qualche centinaio di euro per una moneta in fdc assoluto2 punti
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Fidia, a Roma la mostra monografica sul più grande scultore dell’Età Classica L’esposizione ai Musei Capitolini, Villa Caffarelli, è visitabile fino al 5 maggio Ai Musei Capitoli, presso la sezione di Villa Caffarelli, è stata aperta una mostra dedicata a un grande scultore del mondo classico: Fidia. Penserete “incredibile” e correrete con aspettative più elevate rispetto a ciò che l’esposizione può offrire. Partiamo da una considerazione: l’unica opera, certamente di sua mano, che si sia salvata allo scorrere del tempo coincide con le decorazioni sommitali del Partenone. Com’è noto, i marmi - le sculture dei timpani dei due prospetti e le metope dei fregi - sono conservati per un celebre furto storico (quello di Lord Elgin) al British Museum e sono oggi causa di numerose discussioni sulla giustizia o meno della restituzione alla legittima proprietaria - Atene. “Riunificazione” Si parla, in verità, di “riunificazione” poiché i marmi andrebbero a ricongiungersi, idealmente, con il tempio dell’Acropoli, ricucendo così il legame con il contesto di provenienza. Le altre opere commissionate a Fidia sono ricostruibili grazie alle numerose copie romane ispirate agli originali dello scultore greco. Se si viene accolti nel cortile di Villa Caffarelli dalla ricostruzione (inaugurata il 6 febbraio 2024) della statua colossale dell’Imperatore Costantino (IV secolo d.C.), uno dei più significativi esempi della scultura romana tardo-antica, non si può non confrontare con una delle 7 meraviglie del Mondo Antico: lo Zeus di Olimpia (430 a.C.), opera di Fidia. Entriamo così all’interno per scoprire com’è concepito il percorso.Si parte con una riflessione sulla fama ininterrotta dello scultore, testimoniata da un omaggio di Rodin alla Pallade Atena di Fidia. Un cimelio, la presunta firma incisa su una coppa da libagione che recita “Pheidiom eimi” Io appartengo a Fidia, suscita un brivido di commozione. Si parte poi con l’opera dello scultore: incontriamo, per primo, l’Apollo Parnopios, o meglio, le tre belle copie (nel “tipo Kassel”) della sua testa. Dall’Atena Promachos (”che combatte in prima fila”) - commissionata sfruttando la decima parte del bottino della Battaglia di Maratona (490 a.C.) -, che si ergeva dietro i Propilei e, con la sua mole, colpiva chi approdava nel porto del Pireo, si passa a “la più bella” tra le tre statue dedicate da Fidia alla dea: l’Atena Lemnia. Per giungere, invece, a conoscere il terzo esemplare dedicato da Fidia all’immagine mitica della dea - l’Atena Parthenos -, si deve prima affrontare la problematica vicenda dei marmi del Partenone. Il corpus di sculture e bassorilievi in marmo pentelico subirono gravi danni: prima a causa di un bombardamento sull’Acropoli operato dai veneziani nel Seicento; poi quando furono staccati a forza dall’architettura, per comando dell’ammiraglio Lord Elgin. I marmi sono, infatti, conservati al British Museum e non sono in mostra, a parte alcuni frammenti. Presso i Capitolini è esposto un dettaglio dal cerimoniale delle Panacee, rappresentato sui fregi dei lati lunghi (nord e sud) del colonnato esterno: è parte della teoria di cavalieri che ha ispirato artisti come Bertel Thorvaldsen e Dulio Cambellotti. Sono esposte, inoltre, alcune opere romane che riproducono lo splendido scudo di cui era armata la statua di Atena Parthenos, ospitata nella cella del tempio e completamente crisoelefantina, ossia d’oro e avorio. Concorso di Efeso Una parentesi è dedicata al Concorso di Efeso (440 a.C.) che vide competere i più grandi scultori del tempo nella realizzazione di una statua per il santuario extraurbano dedicato ad Artemide. Tra le varie proposte di Amazzone, vinse quella di Policleto, la cui identificazione tra le copie romane è ancora complessa. Sono tre le tipologie che sono state riconosciute dagli esperti, ricalcate sugli originali greci. Nella cosiddetta Amazzone Mattei si riconosce l’ispirazione al modello di Fidia, più ardito nelle sue soluzioni formali. Il percorso si concentra finalmente sullo Zeus di Olimpia. La scultura in oro e avorio era alta 12 metri e, nonostante il re dell’Olimpo fosse rappresentato assiso, la testa toccava quasi il soffitto del tempio. Lo scettro era coperto di gemme preziose e lo stesso trono era scolpito con raffigurazioni mitologiche, come il gruppo dei Niobidi uccisi da Apollo e Artemide. Le ultime sale sono dedicate al “mito dello scultore nel tempo”: dai due Dioscuri del Quirinale - marmi romani erroneamente attribuiti a Fidia e Prassitele - al recupero della sua figura da parte di Francesco Petrarca, per concludere l’esposizione con i massimi estimatori dei suoi marmi - gli scultori dell’Ottocento Neoclassico, Canova e Thorvaldsen. https://www.ilsole24ore.com/art/fidia-roma-mostra-monografica-piu-grande-scultore-dell-eta-classica-AF4UOe7C1 punto
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Buon pomeriggio, vi presento questa curiosa moneta, 1 kopeck 1916, in ferro (diametro 21 mm). Fu emessa durante la prima guerra mondiale dall'esercito tedesco, per essere utilizzata in Estonia, Polonia e Russia nord-occidentale. Queste regioni erano, a quei tempi, occupate dalla Germania. Al dritto : 1 kopika al rovescio : Zona del Comando Supremo - Est1 punto
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Leggo online che molti sbagliano a indicare il 2 maravedis come dos cuartos anche perché quest ultimo equivale a 8 maravedis https://es.m.wikipedia.org/wiki/Cuarto_(moneda)1 punto
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Salve,intanto la moneta dovrebbe essere questa ed è definita come riconio per la De Agostini.Aspettiamo pareri più autorevoli. https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/a044/a044.htm1 punto
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DE GREGE EPICURI Però sembra di vedere del cancro del bronzo, il che depone per una certa antichità...1 punto
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Complimenti, bella moneta, non è facile trovare un bel ritratto di Augusto a prezzi contenuti !1 punto
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Vittorio Emanuele II è la mia monetazione e ti garantisco che conosco la maggior parte di errori e varianti. Non so bene dove lo lessi, forse sul Montenegro stesso, ma la differenza di grandezza è quella. Per capire che la misura è quella del 5 centesimi basta una semplice proporzione. Rarità come ho già detto falsa, probabilmente ne esistono a migliaia o più.1 punto
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Sicuramente, mi vengono in mente tutti i motti che erano presenti sulle monete del tempo e anche prima, oltre ai simboli araldici. In questo caso il motto : CATHOLICE CVLTOR FIDEI Un chiaro segnale di Fede.... Saluti Alberto1 punto
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Si si! Tutto vero! Speriamo bene per i Leoni,per il bene dell' Italia. Qualcosa si sta muovendo Lamaro è anche nella top 15 del 6 nazioni😁 .....e di Pani la miglior meta! 😁1 punto
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Dal grande catalogo CEI ho trovato queste informazioni circa l' annullo di posta militare n. 45. Inizio attività 1.8.1917 fine attività 28.1.1919, fu alle dipendenze di vari comandi ( non specificato), l' attività fu solo e sempre in Italia. Allego immagine dello stesso annullo di un giorno prima del tuo.1 punto
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1000 pesos del Banco Nazionale della Guinea-Bissau del 1978 https://en.numista.com/catalogue/note265042.html1 punto
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Ciao, dà l' impressione di un bronzo la cui patina sia saltata via quasi completamente lasciando a vista il nudo metallo . Bel ritratto. L' archetipo del verso è "Mars Ultor" ,Marte vendicatore. Molto presente sulle monete del medio impero.1 punto
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Ciao Alberto , ambedue con C retrograda,il tipo con S come simbolo non è semplice da trovare...1 punto
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Ciao @Moro85000moneta interessante. È tua? In caso affermativo puoi dirci se il metallo, come sembra dalle foto che possono trarre in inganno, è dorato o se è scuro tipo rame? Dalle foto la moneta per me è autentica. Dovrebbe trattarsi di un asse/dupondio di Marco Aurelio quando era solo Cesare ( emessa sotto Antonino Pio che lo adottò designandolo come suo successore insieme a LucioVero) infatti la testa non è laureata ne radiata. Il tipo di metallo ( oricalco o rame) è fondamentale per stabilire se si tratta di un asse o di un dupondio. Il peso è al limite dei due nominali. I futuri imperatori quando erano Cesari non potevano essere rappresentati sulle monete con corona laureata o radiata ( come per i dupondii) prerogativa che spettava solo all'imperatore in carica, ma solo a testa nuda. Sul rovescio vi è la personificazione del dio della guerra Marte in marcia con trofeo e lancia. Il RIC 1354 che ha diverse varianti. 🙂 ANTONIO1 punto
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Ciao @eggiacal Hai ragione. Non si legge il nome al rovescio, ma l’anno C Ξ P = 166 (Seleucid era) = 147/146 a.C, anni corrispondenti al regno di Alessandro Balas. https://www.acsearch.info/search.html?id=4557700 Puoi anche riferirti al sito dell’ANS sulla monetazione seleucide: http://numismatics.org/sco/ Attenzione, ci sono molti errori.1 punto
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E' valutato " extremely rare " un notevole esemplare di didrammo da Cuma di Campania, con al diritto testa femminile forse della ninfa Cuma ed al rovescio cozza, con etnico retrogrado . Sarà l' 8 Maggio in vendita NAC 146 al n. 2011 .1 punto
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a livello di rilievi e usura mi sembra superiore al bb.. però si notano dei graffi da pulizia al dritto..1 punto
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Se può interessare allego uno studio sulle corone : 27-28 Santone Corone aragonesi (1).pdf1 punto
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Complimenti per la bella moneta, con una bella patina di antica raccolta😊.1 punto
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Sono stato anch'io venerdi. Sono arrivato dalla stazione con la navetta, ottimo servizio e orari rispettati al minuto. Complimenti agli organizzatori1 punto
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Ciao, si tratta di un denario celebrativo che come hai detto è da ricondurre ad una sua vittoria. Riportando sulla legenda del dritto il V consolato la sua data di coniazione si può restringere tra il 103 ( data in cui fu nominato console par la quinta volta) ed il 111 ( data di conferimento del suo VI consolato). Traiano fu un imperatore perennemente impegnato in campagne militari. In Dacia ( 101/106), in Arabia dal 106) e contro i Parti (111/117) 🙂 ANTONIO1 punto
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Mi stavo preoccupando.... Mi dicevo tra me e me,mo lo scrive mo lo scrive,ma non scrivevi....menomale🤣1 punto
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Fermacarte Murrina in vetro soffiato Diametro 3,5 cm; altezza 2 cm. Peso 43,4 g. apollonia1 punto
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Proprio ora ho ricevuto una nuova comunicazione da Antonio Morello e ve ne faccio partecipi. "Il primo numero della rivista “Monete Antiche” sarà distribuito a partire dal prossimo 19 marzo. È stato stampato, come il precedente, in formato 21x28cm ma, ora su carta da 150g, cucito a filo e rilegato con copertina da 300g, plastificata, con alette. Contiene quattro pagine iniziali con numerazione ‘romana’ (I-IV) e 120 pagine che contengono i relativi articoli. Il prossimo ‘fascicolo’ continuerà la numerazione delle pagine, a partire da 121 a 240. Ogni fascicolo avrà cadenza quadrimestrale. Questo primo numero è stato pubblicato con qualche settimana di ritardo essendo la prima edizione di questo nuovo percorso; infatti, pur continuando la precedente analoga iniziativa, il cambio di editore ha comportato la necessità di adempiere alle norme che regolano l’editoria di settore. I contenuti, in qualche modo meglio curati rispetto alla precedente edizione, sono ora ‘slegati’ da alcuni limiti di spazio che creavano qualche problema di impaginazione; inoltre, la periodicità quadrimestrale ha permesso maggiore dedizione nel curare i contenuti. Allegato alla rivista sarà inviato il ‘Notiziario’ dell’Associazione Culturale Italia Numismatica, uno strumento col quale si intende informare i soci sull’attività del sodalizio; esso conterrà quelle rubriche che nella precedente edizione della rivista erano riportate nelle ultime pagine (recensioni libri, notizie varie ecc.); poi, alcune pagine del ‘Notiziario’ saranno dedicate ad articoli divulgativi ed eventuali inserti. Qui di seguito il sommario degli articoli contenuti nel primo fascicolo di “Monete Antiche” di quest’anno (2024, fasc. I): • Il linguaggio delle immagini. Efesto (Vulcano) – Cariti (Grazie) – Teti e le armi di Achille – Talo. (Giovanni Santelli e Alberto Campana), pp. 1-8. • Osservazioni sulle Metus da venti unità con al rovescio dei segni cruciformi. (Luciano Giannoni), pp. 9-14. • Riconiazioni di Taranto su “pegasi” corinzi: un nuovo esemplare dal mercato antiquario. (Vincenzo Marrazzo), pp. 15-22. • Il denario di C. Numitorius (RRC 246/1, 133 o 134 a.C.). (Alberto Campana), pp. 23-34. • Sulla serie RRC 475 di L. Planc. Praef Vrb, C. Caes. Dic. Ter. (Luis Amela Valverde), pp. 35-44. • Annotazioni sulle monete provinciali prodotte a nome di Valeria Messalina, moglie dell’imperatore Claudio. (Katia Pontone), pp. 45-76. • Le monete di Tiberius Claudius Marinus Pacatianus. (Antonio Morello), pp. 77-106. • Le monete dei Vandali: problemi di classificazione. (Alain Gennari), pp. 107-120. Per quanto riguarda il sito internet, chiediamo di pazientare ancora qualche settimana: lo spazio già è disponibile online e sarà presto occupato per essere poi frequentemente aggiornato"1 punto
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Sono monete che in fior di conio hanno un valore ben superiore alle poche decine di euro pagate per l’acquisto. Se vuoi postare qualche immagine dei due lati e indichi il peso ci sono degli esperti che potranno aiutarti con valutazione1 punto
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