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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/16/24 in tutte le aree
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Un mio carissimo amico appassionato di mercatini dell'antiquariato, durante la trattativa per l' acquisto di alcuni mobiletti, è riuscito a fare includere nell' affare questo bustone di francobolli per me. Il dono ovviamente è stato gradito e ancor di più il pensiero ed il gesto nobile di un vero amico, .. che è il vero tesoro.3 punti
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Addirittura ho trovato parecchi Leoni, un Michetti e dei segnatasse anni 70. Comunque tutti francobolli vecchio tipo non autoadesivi . E ciò mi fa piacere. Tutta quella roba ne vecchia ne nuova che ignorantemente nessuno vuole, ma che può regalare ore di divertimento a saperla guardare.3 punti
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Bisogna comunque tener presente che l’associazione stelle/luna è comune, con un numero di stelle variabile, e questa interpretazione delle Pleiadi è tuttavia lungi dall'essere l’unica. Per quanto riguarda la rappresentazione delle sette stelle, quello che veniva probabilmente spontaneo in mente ai romani sono i « Septentriones », i sette buoi (triones), ovvero le sette stelle dell’Orsa Maggiore. (L’Orsa Minore è tradizionalmente rappresentata con 5 stelle.) Un’illustrazione con il gioco di parole sul nome del monetario Lucrezio Trio, al rovescio i Septem Triones con Luna. Sul questo denario, il neonato divinizzato di Domizia e Domiziano, seduto sul globo celeste, venne accolto tra le costellazioni, simbolizzate dalle sette stelle dell’Orsa Maggiore. Ritroviamo il senso di « sideribvs receptvs » del post di @Stilicho Un altro esempio di questa tipologia Luna/sette stelle coniata a Emesa per Settimio Severo, con legenda SAECVLI FELICITAS (esiste anche per Pescennius Niger ad Antiochia) potrebbe fornire un’altra spiegazione, secondo Paul Strack (Untersuchungen zur römischen Reichsprägung des zweiten Jahrhunderts. (Stuttgart, 1931 - 1937). Il ritorno ciclico dei sette corpi celesti mobili (i pianeti) alle loro posizioni originali segnerebbe l'inizio di una nuova età dell’oro, un evento cui allude Sesto Pompeio Festo, nel libro De Verborum Significatione (II sec. d.C) nella sua definizione del Magnus Annus: « MAGNUM ANNUM dicunt mathematici, quo septem sidera errantia expletis propriis cursibus sibimet concordant ». (I matematici lo chiamano il Grande Anno quando le sette stelle erranti completano i loro percorsi individuali e ritornano in armonia tra loro). Un raro denario di Settimio Severo è ancora più esplicito con legenda AETERNITAS: Questo riferimento al ciclo immutabile dei corpi celesti sarebbe un altro simbolo dell’eternità promessa a Diva Faustina, che venne poi ripreso in modo identico da Marco Aurelio per Faustina II divinizzata:3 punti
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A meno che, essendo il pollice un'unità di misura, non è riferito ad una determinata dimensione! E giusto per ritornare sul tema della discussione, su quale banconota è riportata questa allegoria? ps: la banconota non è presente in questa discussione.2 punti
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Non saprei, di Capitan Harlock? Comunque mi sembrano un pò troppo mascolini, decisamente fuori tema!2 punti
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Un'altra immagine eloquente che lascia senza parole per la mole di immagini e articoli già presenti in questo n. 11. Complimenti. 👏👏👏👏2 punti
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Mentre andrò a rovistare all'interno della busta, dividerò con voi il trhilling delle scoperte di preziosissime e rarissime gemme filateliche, che mi permetteranno in futuro di avere quote nella borsa di Sidney o New York, e mostrando così come il collezionismo arricchisce. (Culturalmente, ma non lo dite in giro). Le prime due immagini...2 punti
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Ciò che è argomento di questa sezione del forum non sono né gadget né gettoni ma MONETE, emesse dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato il quale, sebbene con intenti commerciali, rappresenta sempre una Società al servizio dello Stato Italiano per l'emissione di monete e banconote. Pertanto, possiamo parlare a pieno diritto di numismatica.2 punti
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Ciao amici Condivido sempre molto volentieri 🥳🤩 la seconda aggiudicazione dell’asta Nomisma 69. Si tratta di un esemplare di buona qualità (slabbato MS 63 ed ora liberato dalla plastica) di un raro millesimo di Vittorio Emanuele II, anno di grazia 1872, zecca Roma. Personalmente non amo in modo sviscerato le patine particolarmente pesanti, tuttavia in questo caso mi hanno veramente stregato sia la qualità dei rilievi, pressoché intatti, che questa meravigliosa colorazione iridescente con tratti caratterizzati da riflessi marroni, dorati, ambra. Quel che paiono graffi nei campi al D in realtà non sono sul metallo, ma sono variazioni di colore della patina, che probabilmente derivante da Antica Raccolta, si è formata in modo moderatamente disomogeneo. Questo esemplare va a sostituire un brutto qBB con graffi e direi che lo fa egregiamente. Punto di arrivo? Probabilmente si perché andare sugli MS65 per questa data è davvero impegnativo, ma anche semplicemente solo a trovarla pur avendone la possibilità economica. Questi monetoni hanno circolato e reperire queste conservazioni e’ una impresa tanto è vero che la cercavo da 5/6 anni. Non ho dovuto sostenere battaglie neanche in questo caso e con Domenico in azione in asta possiamo dire che il fattore Q ha giocato un suo ruolo decisivo 😳🤣🤗. Buona serata a tutti2 punti
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Guinea, 5 sylis 1971 al dritto : Almamy Samory Touré , sovrano della Guinea. Dal 1887 dovette accettare il protettorato francese .Nuovamente in conflitto nel 1892 con la Francia, Samory fu preso prigioniero da un reparto francese nel suo accampamento nel settembre 1898. Fu deportato in esilio nel territorio che oggi corrisponde al Gabon, dove morì tre anni più tardi2 punti
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Stato del Vietnam, 20 su 1953. Lo Stato del Vietnam godette di una limitata autonomia come stato associato all'Unione Francese. Governato dall'Imperatore Bao Dai che nel 1953 è ancora sovrano formalmente dell'intero Vietnam2 punti
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Secondo me, direi un quasi bb; comunque da conservare. Al dritto, ai lati della barba, ci sono segni di rotture di conio (sembrano in rilievo )2 punti
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Ciao, ricordavo bene. Il rovescio è molto simile ( spicchio di luna e sette stelle rappresentate) cambia solo la disposizione delle stelle ma penso che il riferimento astrale sia lo stesso 🙂 ANTONIO2 punti
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Infatti può provare ad oscurare i riferimenti degli oggetti acquistati, lasci ben leggibili i dettagli della casa d’asta, i suoi dati personali e il prezzo pagato2 punti
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Buonasera @allek confermo che mi è capitato, soprattutto le prime volte quando non mi ‘conoscevano’. Può capitare che qualcuna mi abbia anche chiesto referenze bancarie Per dovere di cronaca, ho fornito le fatture e mi hanno ammesso2 punti
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Frontiere della fantarcheologia sarda: i Fenici non esistono L'ultima voga è: i Fenici non esistono. Perché non esistono? Perché erano un altro popolo. Olbia. È ben noto che nel pozzo del peggio ci si può inabissare sempre più in basso, ad libitum, perché è senza fondo, e batte ogni primato di profondità il fantarcheosardismo, esiziale incesto tra due favole: la fantarcheologia e la variante stolta, illusoriamente suprematista, del sardismo. L'ultima voga è: i Fenici non esistono. Perché non esistono? Perché erano un altro popolo. Quale? Beh, è ovvio: erano Nuragici-Shardana anche loro, nemmeno a dirlo! Del resto di che meravigliarsi, visto che erano antichi Sardi i Sumeri anche perché “su meri” in dialetto è il proprietario, erano Sardi gli Aztechi perché in agro di Gonnostramatza ci sarebbe una Prana de is Atzecus, erano Nuragici-Shardana i Vichinghi perché anch'essi usavano elmi cornuti, furono i Nuragici ad aver scoperto l'America perché ci sarebbero pozzi sacri in Ohio, erano Nuragici gli inesistenti Atlantidei, furono i Nuragici-Shardana i fondatori di Roma e Atene, e via così, in totale spregio di logica, buon senso e ridicolo, ancor prima che di storia e archeologia. Tutto era sardo, tutte le genti del mondo erano Sardi, i Sardi dominavano l'intero pianeta e donarono a tutti gli altri popoli i progressi del tempo antico tutti da loro scoperti/inventati: agricoltura, allevamento, scrittura, metallurgia, navigazione ecc. Un paio di perle dagli a-social: “La Antica Civiltà Sarda ha insegnato a etruschi, romani e a tutto il mondo” (pessima ortografia); “Gli antichi Sardi Atlantidei crearono un'unica pacifica cultura globale (matrilineare) ed ebbero il controllo del pianeta per 1 milione di anni”. Perché fermarsi a solo un milione? Qualcuno offre di più? Due milioni di anni? Mi voglio rovinare: facciamo tre milioni, aggiudicato e non se ne parli più! Non offenderò i lettori argomentando perché l'identificazione dei Fenici con i Nuragici è una stupidaggine colossale, elencando banalità ovvie a chiunque abbia un minimo di buon senso; mi pare invece più utile riflettere sul perché i Fenici devono obbligatoriamente, e sottolineo devono obbligatoriamente, diventare anche loro Nuragici (Shardana o meno che essi siano, perché l'equazione Shardana=Nuragici, pur teoricamente non impossibile, è ancora molto dubbia in attesa di evidenze inequivocabili, ma ciò non è ora in argomento). Il motivo è evidente: l'avvento della civiltà urbana e la diffusione della scrittura in Sardegna si devono ai Fenici, e i fantarcheosardisti patiscono ciò come un insopportabile affronto alla civiltà nuragica, un'intollerabile deminutio capitis, un imperdonabile delitto di lesa maestà shardanica, perché si illudono di essere i discendenti diretti e incontaminati, puri e duri, dei Nuragici, un'altra insensata stupidaggine, radice prima di tutto il fantarcheosardismo, sulla quale non torno qui perché mi sono già espresso più volte. Essi ignorano che urbanesimo e scrittura nell'antichità non possono essere per noi lo spartiacque tra popoli di maggiore o minore valore. La grandezza della civiltà nuragica è universalmente riconosciuta per il numero e l'arditezza delle architetture, per la quantità e qualità dei prodotti metallici, per la precoce statuaria, per la vastità panmediterranea dei contatti commerciali e quindi culturali, ed essa in nulla è sminuita per non essere stata urbana e alfabetizzata; a gettarla nel ridicolo è piuttosto chi la spaccia per ciò che non era: dominatrice del mondo e origine di ogni conoscenza. La gara a chi è più civile è un modo di (s)ragionare tipico dei dilettanti affetti da identitarismo suprematista, che tendono a dare patenti di maggiore o minore grado di civiltà ai popoli antichi, immancabilmente incoronando quello nel quale si identificano. Al contrario, le scienze dell'antichità insegnano che è insensato stilare una classifica dei popoli del passato più o meno civili, non c'è una coppa per il primo classificato per il quale fare il tifo. Perché? Per il semplice fatto che i processi culturali di ogni gruppo umano non potevano che essere quelli consoni solo a se stessi e non ad altri (altrimenti non potremmo distinguerli), consoni alle proprie esclusive precipue ideologie e al proprio esclusivo precipuo contesto materiale di vita, condizioni quindi per definizione irripetibili tal quali per altri. La civiltà nuragica non è addivenuta all'urbanesimo e alla scrittura non già per qualche deficit cognitivo ma perché, in estrema sintesi, in relazione alla sua specifica strutturazione sociale, culturale, ideologica, territoriale ecc. ciò non era ancora funzionale e/o adatto e/o necessario per essa (e non sono stati i perfidi Fenici ad impedirlo, per chi ancora fortunatamente ad essi crede ma così ancora stoltamente li vede). Ciò non significa affatto che i Nuragici fossero meno civili dei Fenici o di altri, ma significa solo diversità, che non può in alcun modo tradursi per noi in superiorità o inferiorità. Diversi non significava già allora, così come oggi, di per se stesso migliori o peggiori; questo sì è una conquista di civiltà che, proprio perché tale, ancora adesso stenta a farsi strada anche in contesti in nulla attinenti all'antichità. Immancabilmente l'assurdità dell'inesistenza dei Fenici è condita con la solita ingiuria di complottardo scagliata contro chi li studia, accusato di rubare uno stipendio facendo carriera sul nulla e di tenere all'oscuro i sardi del “loro” glorioso passato. Complotto ben strano, perché ne farebbero parte centinaia di professionisti di tutto il mondo (mediorientali, nordafricani, europei, statunitensi ecc., oltre che sardi, ovviamente) e da almeno un paio di secoli, perché a tanto indietro risale lo studio definibile moderno della civiltà fenicia e punica. Ancor più assurdo, anzi molto scandaloso, è che uno di questi volumi, nel quale i Fenici vengono dichiarati inesistenti, fosse a suo tempo acquistabile con il “Bonus 18app” o la “Carta del docente”, uno sconto a pro di docenti e studenti finanziato con le nostre tasse. Infine un appello a chi ancora non fosse schierato e quindi incerto sulle fonti degne di fiducia: se per la denuncia dei redditi si va dal commercialista e non dal verduraio, e se per un ascesso si va dal dentista e non dal gommista, perché dare credito per archeologia e storia a chi non ne ha competenza? Verificarla non è sempre facile per i non addetti ai lavori, perciò segue qualche consiglio, magari non sempre risolutivo ma che può aiutare a mettersi al riparo da vari tipi di dilettanti allo sbaraglio. Anzitutto ortografia, punteggiatura, grammatica e sintassi: il correttore di Word e il T9 non sono onniscienti, perciò al terzo errore probabilmente state leggendo un incompetente, e vale anche negli a-social. Aver scritto un libro di per sé non accerta alcunché, perché ci sono editori senza scrupoli che ne stampano a spese dell'autore a prescindere dalla sua professionalità nella materia, che è invece certa per chi può vantare articoli in riviste specialistiche, contributi in atti di convegni promossi da istituzioni competenti, monografie presso serie case editrici del settore, in quanto lavori sottoposti al vaglio preventivo dei colleghi. Non è garanzia fruire di patrocinio e/o spazi da parte di istituzioni pubbliche, ma non scientifiche, come Regioni, Comuni, Istituti Scolastici e altre, perchè spesso li concedono senza valutare la competenza, conferendo così credibilità a chi non ne ha. Altrettanto dicasi per il sito academia.edu, perché l'uploading è libero per chiunque senza filtri. Non sempre è sufficiente essere professionisti di materie apparentemente più o meno affini: per esempio, un linguista non è attendibile se tratta di scultura. Diffidare sempre della sola definizione “esperto” o “studioso” se non confortata almeno da titoli di studio universitari in materia; è vero che ormai ci sono persino titolati che sparano assurdità per cinico tornaconto, ma si tratta di casi molto limitati. Guide turistiche e divulgatori vari sono attendibili solo se si limitano a riferire ciò che apprendono da fonti competenti, ma ciò purtroppo non è facilmente appurabile dal grande pubblico. Quando la novità grazie alla quale, al solito, si sogna di “riscrivere la storia” stride molto rispetto ad aspetti fondamentali della communis opinio del mondo scientifico, più essa diverge (i Fenici non esistono e le altre favole dell'incipit di queste pagine) e più è necessario informarsi sulla fonte, perché “Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie” (Carl Sagan). In tali casi scoprirete spesso che lo “studioso” è un incompetente e che le sue prove non sono tali, non raramente introdotte con subdole espressioni come “secondo alcuni” o “c'è chi sostiene” ma senza mai citare chi (così si tratta il pettegolezzo, non la scienza), e quindi in realtà siete di fronte a fantasie personali o tratte da fonti così screditate, persino più di lui, che perciò neppure egli osa nominare. Infine, in caso di interlocuzione diretta vi metterà al riparo dalla quasi totalità degli incompetenti anche solo la semplice domanda: qual è il tuo curriculum studiorum e professionale in archeologia? L'inevitabile scomposta reazione del Don Chisciotte che lotta contro gli accademici complottardi, unico faro di verità nel buio dei negazionisti di regime nemici dei sardi, sarà chiarificatrice. In copertina: Nave fenicia da guerra in un bassorilievo del palazzo di Sennacherrib a Ninive, VII secolo a.C., custodito al British Museum di Londra. Iscrizione fenicia su una stele rinvenuta a Nora, IX-VIII secolo a.C., custodita al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari https://www.olbia.it/frontiere-della-fantarcheologia-sarda-i-fenici-non-esistono1 punto
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Chiedo ai più esperti se mi sapete dire qualcosa di queste affrancature, possono essere interessanti? Grazie1 punto
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Nell’ abbondantissima produzione monetaria che l’ Imperatore Antonino Pio emise in ricordo dell’ amata moglie Faustina I morta nell’ anno 140 compare anche un’ iconografia di tipo “astronomico” . Questa allegoria “astronomica” ci e’ pervenuta particolarmente significativa sotto forma di Assi registrati nel RIC al numero 1199 e presso il Cohen al numero 276 , Asse riprodotto in foto in calce all’ articolo . Questa moneta commemorativa della morte di Faustina I recita al dritto : DIVA AUGUSTA FAUSTINA , testa volta a destra con ricca acconciatura di capelli ; al rovescio : crescente di LUNA circondata da sette STELLE , sotto il crescente SC . Emissione della zecca di Roma circoscritta tra gli anni 140/141 o poco oltre . Questa allegoria del rovescio con crescente di Luna ma con sole due stelle e’ conosciuta anche nell’ Oncia repubblicana in bronzo , pero’ nel caso dell’ Asse di Faustina I le stelle raffigurate sono ben sette e questo numero preciso le rende per cosi’ dire sospette perche’ sembrerebbero indicare le famose sette Pleiadi , gruppo di stelle situate nella costellazione del Toro , famoso gruppo sia nella mitologia greco-romana , sia in ambito astronomico . Mitologicamente le Pleiadi rappresentano sette personaggi femminili della mitologia greca i cui nomi sono Alcione , Celeno , Elettra , Maia , Merope Sterope e Taigete , sette sorelle che nella mitologia romana sono chiamate Vergilie . Astronomicamente Le Pleiadi sono conosciute anche come le “Sette sorelle” e tecnicamente con la sigla M45 , M=Messier , un astronomo francese nato nel XVIII secolo e famoso per aver compilato un catalogo di 110 oggetti celesti principalmente nebulose e ammassi stellari che portano il suo nome (Catalogo di Messier) , sono queste stelle un ammasso aperto ben visibile ad occhio nudo nella costellazione del Toro . Questo ammasso piuttosto aperto conta diverse stelle visibili a occhio nudo , al giorno d’ oggi in una Citta’ se ne dovrebbero vedere almeno 4 , forse 5 , ma la tempo di Antonino Pio sicuramente 7 o piu’ stelle delle Pleiadi erano visibili nel cielo molto piu’ buio di Roma , rispetto ad oggi . Tornando alla nostra moneta e all’ allegoria del rovescio di questo Asse , ho tentato di carpirne il significato allegorico , sono quindi giunto ad ipotizzare due sole possibilita’ : 1) che l’ allegoria rappresenti semplicemente l’ assunzione in cielo di Faustina tra le stelle e i pianeti del firmamento , praticamente come se fosse un’ anticipazione della successiva interpretazione della legenda SIDERIBUS RECEPTA dedicata da Marco Aurelio alla moglie Faustina , figlia della prima Faustina definita anche Maggiore o Prima , per distinguerla dalla figlia . Questa rappresentazione allegorica post mortem fu ben diversa dalle innumerevoli emissioni di Antonino Pio dedicate alle moglie che presentano al rovescio la legenda AUGUSTA , AETERNITAS , PIETAS , CONSECRATIO , con la rara emissione della Pira funebre e l’ altra con il carro trainato da due elefanti e MATRI DEUM SALUTARI . 2) che effettivamente la moneta al rovescio rappresenti veramente un evento astronomico raro ma ripetibile periodicamente , come avvenuto recentemente Il 16 febbraio di questo anno 2024 , quando con una falce di Luna al primo quarto si e’ assistito alla congiunzione strettissima fra il nostro satellite e le splendide PLEIADI . Forse da un evento simile gli antichi monetieri romani presero spunto per dedicare la congiunzione celeste , Luna – Pleiadi alla defunta Imperatrice , una congiunzione astrale della Luna (falce crescente) tra le Pleiadi , ovvero nella costellazione del Toro , che potrebbe essere avvenuta in quegli anni durante l’ anno 140 o poco dopo la morte di Faustina . Inoltre anche astrologicamente la Luna nel Toro ben si adattava alla figura storica di Faustina madre , infatti la Luna nel segno del Toro nell’ oroscopo denota individui tranquilli , calmi e pacati , ben radicati alle loro abitudini . Le emozioni sono generalmente stabili e serene , forte l’amore per la famiglia e la casa . Il matrimonio tra Antonino e Faustina fu felice tanto che Antonino le dedicò due nuovi collegi : gli Alimenta e il Puellae Faustinae , sussidi a favore delle fanciulle orfane , inoltre una statua e un grandioso tempio nel Foro Romano , diventato in seguito il Tempio di Antonino e Faustina dopo la divinizzazione dell' Imperatore , alla sua morte . L' Imperatrice fu celebrata in vita in tutto l' Impero romano , dove fu associata in particolare con Cerere , dea delle messi , che appare frequentemente nella monetazione ; Erode Attico venerava Faustina come la "nuova Demetra" in un santuario privato che fece costruire fuori Roma , in seguito convertito a chiesa di Sant' Urbano . Oltre a Cerere , appaiono nelle sue monete raffigurazioni di Vesta e Giunone . Fu anche associata con la Magna Mater e a Cirene con Iside ; a Sardi era adorata assieme ad Artemide . In Asia minore , a Sagalassos è stata recentemente scoperta una testa di statua colossale in suo onore , parte di un gruppo di ritratti imperiali . Insomma fu una moglie amata e rimpianta da Antonino . Le emissioni di monete con legenda DIVA FAUSTINA furono veramente di enorme quantita’ e varia come allegorie , probabilmente la piu’ abbondante che un Imperatore dedico’ alla moglie defunta . In foto un esemplare di Asse dedicato al post .1 punto
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Salve condivido immagini di una cartolina del regno trovata in un accumulo e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo1 punto
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@rufis Libero di pensare quel che crede. Come ho già detto in altra occasione, auguro anche a Lei di non pentirsi delle scelte fatte. Io sono certo di non dovermi pentire dei consigli che mi sono permesso di dare. Saluti. @pandino "Denigrare" significa "Cercare con intenzione malevola di offuscare la reputazione di una persona o di sminuire il valore di una cosa, col parlarne male". Dove Lei ravvisi una "intenzione malevola" nei miei scritti non lo capisco poiché mi sono solo permesso di offrire agli Utenti alcuni spunti critici che reputo validi per un ragionamento serio. Poi ognuno fa le scelte che vuole ma qualche informazione in più o un punto di vista originale rispetto alla massa non credo danneggino nessuno, anzi possono essere di aiuto. Altro che "intenzione malevola".... Accanto ai tondelli dell'IPZS Le consiglio di comprare anche un dizionario. Saluti.1 punto
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Buongiorno, Un denario di Adriano con una gradevole patina iridescente che, relativamente all'angolo di entrata della luce, cambia da toni gialli al rosso ed infine blu. Al dritto testa nuda dell'imperatore verso destra, mentre al rovescio la dea Moneta tiene una Cornucopia nella sinistra ed una bilancia nella destra. Misure 3.1 g - 18 mm Opinioni? Grazie Atexano1 punto
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Buonasera a tutti. Nelle Vicereali non è raro trovare nelle legende lettere al posto di altre come nel caso della T capovolta al posto della L, la V al posto della A, o mancanze di alcune . Personalmente questa è la prima volta che riscontro una inversione di lettere: VRT anziché VTR Filippo II, Due Cavalli con sigle IBR dietro la testa e simbolo fiore ovale sotto . Avete riscontrato altre inversioni di lettere nelle Vicereali?1 punto
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Grazie per aver partecipato alla discussione Mauritania ⅕ Ouguiya del 1973 - tiratura: 1.000.0001 punto
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Tipologia monetale veramente bella con tutte le possibili ipotesi che ne conseguono. Veramente interessante1 punto
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Si @torpedo ; i 2 volumi di " Italia archeologica ", pur vecchi di 50 anni, sono tuttora di buon interesse .1 punto
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Sabatino Moscati, accademico dei Lincei, una autorità in materia.1 punto
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Savoca Numismatik GmbH & Co. KG > Online Auction 203 | Silver, Auction date: 24/03/2024Lot number: 14 Price realized: 500 EUR (Approx. 543 USD) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: Sicily. Himera circa 470-450 BC. Litra AR, 10 mm, 0,61 g Bearded male head to right, wearing a crested Attic helmet, adorned with an olive sprig on the bowl / Attic helmet to right, adorned with a tendril on the bowl. Attractive, toned and well-struck and centred. Near Extremely Fine. Buceti 43b. HGC 2, 446. SNG Lloyd 1029. The ancient city of Himera, located on the northern coast of Sicily, was one of the significant Greek colonies in the region, founded around 648 BC by settlers from Chalcis in Euboea and Zancle (modern Messina). It was strategically situated at the mouth of the Himera River, serving as a vital link between the Greek world and the indigenous populations of Sicily. Himera played a critical role in the Greek-Punic conflicts, standing as a bulwark against Carthaginian expansion in Sicily. The coinage of Himera, like the one described – a Litra dating from circa 470-450 BC – offers a fascinating glimpse into the art, culture, and political affiliations of the city. The litra, made of silver, reflects the economic prosperity and trade connections of Himera. Its weight and composition align with the broader system of Greek coinage, which facilitated commerce across the Mediterranean. The obverse of the coin features a bearded male head, right-facing, adorned with a crested Attic helmet. This imagery is significant in several ways. The helmet is a symbol of warfare and defense, possibly reflecting Himera's military readiness or its participation in the wider conflicts of the Greek world. The olive sprig on the helmet may symbolize peace or victory, potentially commemorating a specific event or general prosperity. The depiction of the bearded male could represent a god, hero, or local ruler, indicating the city's cultural and religious affiliations. The reverse of the coin depicts an Attic helmet to the right, this time adorned with a tendril. This imagery reinforces the martial theme while also connecting to the agricultural bounty of Sicily, perhaps symbolizing the intertwining of military strength and economic prosperity. Coins like the one from Himera serve multiple purposes beyond mere economic transactions. They are instruments of propaganda, conveying messages about the city's wealth, power, and divine favor. They also act as pieces of portable art, showcasing the skill of Himeran engravers and the aesthetic values of the time. This Litra from Himera is a testament to the city's historical significance, reflecting its economic activity, cultural connections, and political ambitions in the classical period. It encapsulates a moment in time when Himera was an active participant in the complex tapestry of ancient Sicilian history Starting price: 500 EUR ILLUSTRAZIONE: La testa IX del frontone est del tempio di Afaia ad Egina e la sua ricostruzione policroma1 punto
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Ciao Alessio e benvenuto sul forum. Ti chiedo gentilmente di prendere visione del regolamento, perchè già dal primo messaggio hai contravvenuto alla più basilare norma di tutela della privacy secondo cui è vietato riportare dati personali come email e numeri di cellulare. In virtù di quanto sopra il tuo messaggio è stato modificato oscurando il numero di cellulare. Grazie per la collaborazione, Fabrizio Staff di Lamoneta.it1 punto
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Ciao, non è il mio campo ma per avere una risposta precisa (anche se si parla pur sempre di foto e quindi non si può mai essere certi) servirebbero anche peso e diametro, ricordati di includere anche un grazie anticipato che invoglia di più gli utenti a rispondere 🙂1 punto
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Complimenti anche da parte mia per lo stupendo esemplare con una bellissima patina.1 punto
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Si il riferimento sembra essere lo stesso , pensa che prima del Febbraio 2024 avvenne un' altra congiunzione Luna -Pleiadi , nel 2021 , non ricordo il mese , quindi e' probabile che al tempo di Adriano si sia verificata questa congiunzione tra il 119 e il 138 (COS III)1 punto
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Complimenti per la bellissima moneta anche se ormai non ci sono dubbi sulla qualità della tua collezione! Non sembra per nulla circolata. Probabilmente senza quel colpetto al dritto sotto il 5, avrebbe una valutazione ancora più alta.1 punto
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@Vincenzo P La tua moneta ha una conservazione molto bassa e le foto sono piuttosto piccole per riuscire a cogliere dettagli in grado di portare ad una identificazione certa. Arka ti ha già dato una dritta (mi sembra ci sia da aggiungere anche Arcadio tra le varie possibilità). Prova a guardare tu, moneta in mano, se identifichi qualche lettera del dritto che potrebbe eventualmente indirizzare verso il sovrano. Ecco, comunque, un link esplicativo sulla GLORIA ROMANORVM di questa tipologia (imperatore con labaro che trascina un prigioniero): Type 42 (tesorillo.com) Il diametro e' piuttosto piccolo anche per un AE3 e l'aspetto del rovescio pare un po' "grezzo": avevo pensato anche alla ipotesi "imitativa", ma non e' escluso che i due elementi siano dovuti semplicemente alla bassa conservazione. Quanto alle differenze stilistiche nei rovesci, devi considerare che possono dipendere non solo dai singoli sovrani, ma anche (e per ciascuno di essi) dalle zecche di emissione e persino dalle officine, senza escludere le altre innumerevoli differenze dovute al fatto che i conii venivano approntati a mano dai mastri zecchieri. Di più non so aggiungere. Un cordiale saluto. Stilicho1 punto
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Post veramente interessante @Cremuzio grazie, tra l'altro fa da "prequel" all'altrettanto bello e interessante post di @Stilicho di qualche tempo fa, me li salverò insieme a mo di libretto 😄1 punto
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Splendida moneta, complimenti davvero. Patina peculiarissima, sembrerebbe che la moneta sia stata tenuta, per un lungo periodo della sua storia, a contatto con un tipo di carta cerata, non di quelle alimentari ma di quelle con cui si avvolgevano alcuni documenti. Il fatto che la patina sia sui rilievi più sporgenti ma non ai piedi delle lettere indica che era qualcosa di aderente ma non flessibile abbastanza da aderire su tutta la superficie. Se non della carta cerata forse carta da lettera spessa o un pezzetto di stoffa. Forse tenuta nel cassetto di una scrivania per molti dei suoi 152 anni. Sontuosa.1 punto
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Ciao @Cremuziointeressante approfondimento sulla particolare iconografia presente su questo asse di Faustina Maggiore. Se non ricordo male lo stesso rovescio si trova anche su alcune monete di Adriano, padre adottivo di Antonino Pio che lo designo come suo futuro successore. Possiedo numerose monete sia di Faustina Maggiore che di Adriano purtroppo nessuna con la luna e le stelle. Attendiamo che qualcuno condivida esemplari della propria collezione 🙂 ANTONIO1 punto
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Confermo, ci sono state parecchie discussioni su queste monete (l'ultima non più tardi di un paio di settimane fa), in questa uno degli amici del forum aveva scritto ed avuto risposta:1 punto
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Buongiorno, mi sono imbattuto in una moneta certificata da NGC come "MS62 Matte". Qualcuno mi riesce ad aiutare? nello specifico, che cosa significa Matte? ringrazio in anticipo1 punto
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Ieri c’è stata l’importante Giornata di studi a Grottaferrata con esimi e importanti accademici e studiosi di numismatica per celebrare il millenario della nascita dell’Abbazia di Grottaferrata ( 1024-2024 ). Evento che è’ stato organizzato dalla Accademia Italiana di Studi Numismatici con Numismatici Italiani Professionisti e il Comitato Numismatico Italiano. Qui sotto posterò un po’ di immagini per testimoniare la Giornata di Studi che ha avuto una valenza scientifica, storica e di impatto visivo grazie anche alla location straordinaria dell’Abbazia di Grottaferrata.1 punto
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DE GREGE EPICURI Inoltre, se il certificato è lo stesso, la moneta dovrebbe essere la stessa. Può sembrare strano che la si comperi a 2684€ per poi proporla con base d'asta 400€. Ma sono i misteri della "qualità Bolaffi".1 punto
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Salve. Dopo più di tre anni riapro questa discussione pubblicando il mio mezzo carlino di Filippo III con perlinato. Perlinato che è presente sia al dritto che al rovescio. Sigla GF/GI. GR. 1,34. Sul Magliocca non l'ho trovato: al numero 35/1 di pagina 175 del lavoro del Magliocca viene riportato con il perlinato solo al dritto. Non so se qualche collezionista ha conoscenza di un mezzo carlino simile al mio. Gli sarei molto grato se riuscisse a chiarirmi anche la sua catalogazione ed il grado di rarità da attribuirgli. Ringrazio e saluto tutti caramente1 punto
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