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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/28/24 in tutte le aree

  1. Lotto 117 Asta Sima 3 19.4.2024 Collezione @ilnumismatico REGNO D’ITALIA - Vittorio Emanuele III (1900-1943) - 5 Lire 1911 Cinquantenario Roma. Gig. 71, R AG gr. 24,99 Conservazione eccezionale Grading/Stato: FDC ECCEZ
    6 punti
  2. Quelle che per un motivo o per l'altro non furono mai emesse/usate. Un caso interessante sono i biglietti dell'Isola dei Pini, Nuova Caledonia. L'idea fu dell'ex-capitano della marina britannica Robert Towns, che dopo la carriera da marinaio si diede al commercio e nel 1843 fu inviato in Australia come agente del mercante londinese Robert Brooks. All'epoca la Nuova Caledonia non apparteneva ancora formalmente a nessuno ma Towns era convinto che prima o poi gli inglesi avrebbero preso possesso dell'arcipelago, quindi nel 1848 pensò che se avesse creato una valuta locale dell'Isola dei Pini, dove aveva un negozio per il commercio del legno di sandalo, questa sarebbe stata ufficialmente riconosciuta dal futuro governo britannico della Nuova Caledonia. Per realizzare il suo piano contattò Henry Cooper Jervis, un pittore e incisore australiano che aveva disegnato dei francobolli, e gli affidò il compito di produrre una lastra di rame ora conservata in una biblioteca di Sydney. Da quella furono stampati un prototipo e diverse prove su carta comune, alcune esistenti ancora oggi. Robert Towns (1794-1873)
    6 punti
  3. @Stilicho Forse ho scoperto l arcano, il peso non è in grammi ma in grani
    4 punti
  4. “ Domenico Trentacoste era nato a Palermo il 20 Settembre 1859 ed è morto il 18 Marzo 1933 a Firenze. Figlio di un fabbro, ma di famiglia baronale decaduta, studiò dapprima a Palermo, sotto la guida di Delisi e Costantino e, dopo un breve soggiorno a Napoli, si trasferì nel 1878 a Firenze per completare gli studi. Due anni dopo è nuovamente a Palermo per partecipare ai lavori di realizzazione di un arco di trionfo in occasione della visita del re Umberto I, per il quale realizzò una grande statua in gesso di Minerva seduta. Subito dopo si recò a Parigi dove strinse amicizia con lo scultore Lanzirotti e dove ebbe possibilità di esporre sue opere. Chiamato a Londra dal pittore Edwin Long, espose alla Academy con un vivo successo di pubblico l'opera Cecilia. Da questo momento, ormai famoso e consacrato scultore di forme leggiadre di tradizione classica ma, al tempo stesso, capaci di rivelare una non comune forza espressiva, le sue opere vennero accettate alla Prima Biennale di Venezia, all' Esposizione Internazionale di Firenze, all'Esposizione di Torino, alla III Esposizione Triennale di Brera, a Monza ed in altre mostre prestigicse fino agli ultimi anni prima della morte. Per lunghi anni fu insegnante all'Accademia di Belle Arti di Firenze e un anno prima della scomparsa fu nominato Accademico d'Italia. Nel giugno 1905 si riunì per la prima volta la Commissione permanente Tecnico Artistico Mo-netaria, istituita dal Ministero del Tesoro con il compito di vigilare sulla qualità della produzione nazionale di monete metalliche e banconote. Le scelte tipologiche monetali di quegli anni si muovevano ancora nell'ambito della tradizione iconografica tardo ottocentesca, con schemi compositivi che non lasciavano spazio alla libera creatività dell'artista. Vennero chiamati a collaborare con la Commissione artisti già famosi quali Leonardo Bistolfi, Davide Calandra, Pietro Canonica da Torino ed Egidio Boninsegna da Milano. Nel 1911 in occasione delle celebrazioni indette per festeggiare i primi 50 anni di proclamazione del Regno d'Italia, si decise di realizzare una speciale emissione commemorativa la cui progettazione fu affidata a Domenico Trentacoste e l'esecuzione dei coni all'incisore della Zecca, Luigi Giorgi. La composizione proposta ed accettata, che mostrava una Roma seduta con scettro e globo e una prosperosa Italia, risentiva fortemente del gusto liberty di quel momento e permise di inserire questa moneta del Cinquantenario tra le più belle tipologie monetarie di tutta la produzione del Regno d'Italia. Sullo sfondo è una nave (da guerra ornata di festoni e dallo scudo sabaudo nei tagli da 50 lire oro e 5 lire argento oppure una nave mercantile nei tagli da 2 lire argento e da 10 centesimi in rame) che avanza verso destra, probabile diretta allusione alle mire coloniali della giovane Nazione, mentre un aratro fiorito vuole richiamare la tradizione contadina ed agricola del Paese. Anche il modello della testa nuda del Re che caratterizza tutti i rovesci è opera del Trentacoste, incisa nei conii dallo stesso Giorgi.” https://medagliere-firenze.lamoneta.it/docs/DonoTrentacoste1933-2011.pdf
    4 punti
  5. Buonasera a tutti e buona Domenica, posto foto fatte da me del grano 1648, riporto i dati ponderali. Peso 8,66 grammi Diametro 28,5 mm da ore 9 a ore 3 27,5 mm da ore 6 a ore 12. Saluti Alberto
    3 punti
  6. 3 punti
  7. Un po’ di storia non fa mai male. ” Per commemorare il 50° anniversario della proclamazione del regno d'Italia, furono coniate, in forza del RD 830/1910, delle monete da 50 lire in oro, da 5 lire e 2 lire in argento e da 10 centesimi in bronzo; questa serie è oggi conosciuta con la denominazione di "Cinquantenario". La coniazione di queste monete fu decisa, su proposta del Presidente, durante la seduta della Commissione monetaria del 18 gennaio 1910, nel corso della quale fu scelto all'unanimità il Prof. Domenico Trentacoste quale modellista ed a cui, dopo avere scartato l'idea di raffigurare nella serie monetale in oggetto il monumento a Vittorio Emanuele II, fu lasciata carta bianca nella scelta dei modelli. Nella seduta del 7 maggio del 1910 il Trentacoste presentò alla Commissione un modello per il dritto e due per il rovescio delle monete. Dopo avere decretato un unanime plauso all'autore dei modelli, la Commissione decise di adottare, oltre a quello del dritto, entrambi i modelli del rovescio; uno da utilizzarsi, il più largo nelle linee e con carattere di maggiore ampiezza, per le monete più piccole (2 lire e 10 centesimi) e l'altro, più ricco di particolari e più minuto, per le monete più grandi (50 lire e 5 lire) [Lanfranco 1932b, p. 300]. Queste monete, riportano, nel rovescio, l'allegoria dell'Italia, generata da Roma, che, dopo cinquant'anni di regno sabaudo, da nazione prevalentemente agricola, rappresentata da un aratro infiorito (50 lire e 5 lire) o ornato di frutti e spighe (2 lire e 10 centesimi) è diventata potenza militare, rappresentata da una nave da guerra (50 lire e 5 lire), e commerciale, rappresentata da una nave mercantile (2 lire e 10 centesimi). Carboneri [1915b, p. 843, tab. A1], ripreso poi da altri autori, descrive, probabilmente condizionato dalla presenza della nave sullo sfondo, il tipo del rovescio di questa emissione come "Italia marinara"; tuttavia, la Relazione sui Servizi della Regia Zecca del MdT [1912, pp. 35, 37, 40] non riporta mai il termine "Italia marinara" per questo tipo di monete, ma lo associa, invece, alle monete da 2 centesimi e 1 centesimo (la cui serie comprende anche quelle da 10 centesimi e 5 centesimi) coniate a partire dal 1908 e conosciute come "Italia su prora" o "Donna su prora". Delle monete da 50 lire ne circolarono solo pochi esemplari, poiché ricercati per le raccolte numismatiche [Carboneri 1915b, p. 515]. Tutte le monete di questa serie presentano l'asse del rovescio allineato a quello del dritto, contrariamente a tutte le altre della monetazione che le comprende, che riportano, invece, l'asse del rovescio ruotato di 180° rispetto a quello del dritto. Le monete in argento da 5 lire e 2 lire di questo tipo, presentano l'effigie sovrana rivolta verso sinistra e non verso destra, come era sempre avvenuto e continuerà poi ad essere per le monete di questo materiale. Nonostante la Convenzione con la Lega monetaria latina, causa le mutate condizioni economiche, prevedesse che, a partire dal 1862, le monete in argento da 2 lire, 1 lira, 50 centesimi e 20 centesimi dovessero essere coniate con il titolo di 835 millesimi ed avere corso legale limitato, quelle da 5 lire continuarono ad essere coniate con il titolo di 900 millesimi e ad avere corso legale illimitato. In questo modo la coniazione delle monete da 5 lire in argento veniva riservata unicamente ai privati, proibendosi implicitamente allo Stato di proseguirne per proprio conto la fabbricazione. Per effetto della L 788/1862, i privati conservavano la facoltà di richiedere dalle zecche dello Stato la coniazione delle monete da 5 lire; essi, secondo quanto stabilito dal RD 370/1861, dovevano pagare, quale diritto di coniazione, 1,72222 lire per ogni chilogrammo d'argento fino lavorato; cosicché, l'argento fino monetato a pieno titolo (900 millesimi), dedotti i diritti di coniazione, veniva ad avere il valore di 220,50 lire al chilogrammo. Pertanto, il valore intrinseco delle monete d'argento a pieno titolo era di 222,22222 lire al chilogrammo. Tuttavia, a seguito di quanto stabilito dalla Convenzione addizionale della Lega monetaria latina del 31 gennaio 1874, si cercò di limitare la coniazione di queste monete e, causa la diminuzione del prezzo dell'argento, si procedette al ribasso dell'accetazione in zecca dell'argento, da 220,50 lire a 218,88 lire al chilogrammo, al fine di impedire che i privati richiedessero ingenti coniazioni con lo scopo di lucrare sulla differtenza di prezzo fra il metallo e la moneta [Carboneri 1915b, pp. 296, 299, 340-341, 482]. Successivamente, fu emanata la L 2651/1875, che autorizzava il governo a dare esecuzione alla citata Convenzione del 1874, e, nel 1877, a seguito uno scambio di note diplomatiche tra i Paesi della Lega, si decise, sempre a causa del continuo deprazzamento dell'argento, di sospendere definitivamente in tutti gli Stati la coniazione delle monete da 5 lire. Fu comunque concesso all'Italia di eseguire nel 1878 un'ulteriore coniazione, poi effettuata sia a nome di Vittorio Emanuele II sia a nome di Umberto I, nel frattempo asceso al trono d'Italia. Infine, a seguito della Convenzione della Lega monetaria latina del 5 novembre 1878, fu sancita la sospensione definitiva della coniazione delle monete da 5 lire, salvo poterla eventualmente riprendere tramite l'accordo unanime degli Stati contraenti. L'Italia, ottenne a stento la facoltà di coniare, utilizzando delle piastre borboniche giacenti presso il Tesoro, un ulteriore quantitativo di monete da 5 lire, rinunciando ad utilizzare le altre monete antiche di argento in ulteriori coniazioni del genere [Carboneri 1915b, pp. 300, 348, 477, tab.]. Tuttavia, in Italia, queste monete furono coniate anche nel, 1901, 1911 e 1914. Le monete da 5 lire in argento, del tipo "Italia e Roma genitrice", furono coniate nel 1911 in 60.000 pezzi, per un totale di 300.000 lire [MdT 1912, p. 35; Carboneri 1915b, pp. 886-887, tab. B1; span data-note-bib=303>MdF1940, p. 49, tab. A3]. Tra le monete aventi la legenda del contorno composta dai tre motti fert, in incuso tra nodi e rosette, se ne possono trovare alcune in cui, seppur raramente, per la consunzione, deformazione o rottura, dovuta all'usura delle lettere f, e, r e t poste in incuso sulla ghiera, uno, due o tutti i tre motti si presentano alterati in fekt, fent, fept, feri, ffkt, ffrt, fih, fikt, fkrt, iiki o iirt. Più frequentemente, invece, può capitare che, per l'errata disposizione della ghiera, vi siano delle monete che presentano la legenda del contorno impressa al contrario, ossia quando i tre motti fert appaiono capovolti rispetto alla faccia del dritto.” https://catalogogigante.it/monete-italiane/regno-ditalia/vittorio-emanuele-iii-di-savoia-1900-1936-re/5-lire-1911-italia-e-roma-genitrice-37-mm-24.675-25.075-g-ag/tipologia?mpe=2&aal=2-9-42-0&tip=42-125-0-1523-2
    3 punti
  8. Lotto 131 Asta Sima 3 19.4.2024 Collezione @ilnumismatico REGNO D’ITALIA - Vittorio Emanuele III (1900-1943) - 1 lira 1902 Aquila Sabauda Roma. Gig. 128, AG gr 5,01 Conservazione ECCEZIONALE! Grading/Stato: FDC ECCEZ “ Il potere liberatorio delle monete da 2 lire, per i pagamenti tra privati, fu fissato a 50 lire [MdF 1940, p. 59, tab. II]. Le monete da 2 lire in argento, del tipo "Aquila spiegata", furono coniate dal 1901 al 1907, complessivamente, in 4.690.502 pezzi, per un totale di 9.381.004 lire [Carboneri 1915b, pp. 884-885, tab. B1; MdF 1940, p. 49, tab. A3]. Le monete da 2 lire e da 1 lira in argento, furono ritirate dalla circolazione dal dicembre 1917 al 30 aprile 1918, in forza del DL 1550/1917 [Lanfranco 1932b, p. 315], e sostituite da Buoni di cassa cartacei di pari valore nominale. Questa misura fu presa in via precauzionale in quanto, a causa del rincaro dell'argento e della svalutazione progressiva della Lira, il valore intrinseco del metallo veniva ad eguagliare prima ed a superare poi il valore nominale monetario. Il metallo ricavato dalle monete ritirate fu poi utilizzato, a partire dal 1926, per la coniazione delle monete da 10 lire del tipo "Italia su biga" e di quelle da 5 lire del tipo "Aquila romana", che, avendo le medesime caratteristiche e tolleranze di peso e di titolo, andavano a sostituire, quasi dieci anni dopo, come moneta metallica [Lanfranco 1933b, p. 139; id. 1933c, p. 269]. Tra le monete aventi la legenda del contorno composta dai tre motti fert, in incuso tra nodi e rosette, se ne possono trovare alcune in cui, seppur raramente, per la consunzione, deformazione o rottura, dovuta all'usura delle lettere f, e, r e t poste in incuso sulla ghiera, uno, due o tutti i tre motti si presentano alterati in fekt, fent, fept, feri, ffkt, ffrt, fih, fikt, fkrt, iiki o iirt. Più frequentemente, invece, può capitare che, per l'errata disposizione della ghiera, vi siano delle monete che presentano la legenda del contorno impressa al contrario, ossia quando i tre motti fert appaiono capovolti rispetto alla faccia del dritto.” https://catalogogigante.it/monete-italiane/regno-ditalia/vittorio-emanuele-iii-di-savoia-1900-1936-re/2-lire-aquila-spiegata-27-mm-9.452-10.050-g-ag/moneta?mpe=2&aal=2-9-42-0&tip=42-127-0-866-2&cnu=1394
    2 punti
  9. Indicava una soprattassa di 2/10 oltre il valore facciale, applicata in momenti di emergenza. Si poteva segnare anche con delle losanghe sovrastampate.
    2 punti
  10. Da Caulonia, un esemplare dei primi stateri incusi con tondello largo, con la consueta figura di Apollo e cervo ; la moneta, al rovescio, presenta una importante doppia battitura, che interessa sia la figura centrale che la cornice . Sarà il 14 Maggio in vendita Cambi&Crippa 927 al n. 42 .
    2 punti
  11. 1 gr (grano) equivale esattamente a 0,06479891 g (grammi) , praticamente 64,8 mg. Quindi 68 grani corrispondono a 4,41 grammi. A dimostrazione delle cantonate che si possono prendere se non si scrive il valore numerico di una misura con il simbolo dell’unità di misura corrispondente. apollonia
    2 punti
  12. Condivido volentieri questo ulteriore esemplare entrato in raccolta. Lotto 209 Asta Ranieri 16 09.04.2024 così descritto in Catalogo: VENEZIA Nicolò Tron Doge LXVIII, 1471-1474. Lira da 20 soldi di II tipo detta “Lira Tron” o “Trono”, con ramo d’edera. Aggr. 4,62 Dr. NICOLAVS - TRONVS DVX. Busto a s., con il corno dogale; sotto il busto, ramo d’edera con tre foglie.Rv. SANCTVS - MARCVS. Leone in soldo entro corona.CNI 28; Paolucci 2.Rara varietà. Grading/Stato: Tosata. BB
    2 punti
  13. Questa ricevuta del 1937 invece fa parte della mia raccolta a tema 'Banca d'Italia', preso questa mattina al mercatino dell'antiquariato.
    2 punti
  14. Personalmente per crearmi un gruzzolo di ricchezza ‘dormiente’ preferisco avere le monete perché mi piace possederle e guardarmele.. vuoi mettere avere un bel Marengo di un regnante italiano piuttosto che un lingotto in un blister? Se invece voglio fare una speculazione sull’andamento del metallo, impiegare temporaneamente liquidità, molto più redditizio ed efficiente farlo con ETC.
    2 punti
  15. Grazie! È esattamente ciò che stavo cercando. Passa un buon fine settimana e un buon primo maggio!
    2 punti
  16. Ancora di alta epoca, dopo la breve stagione degli incusi, un non comune esemplare di didrammo, con al diritto Falanto sul delfino ed al rovescio ippocampo . Sarà il 28 Maggio in vendita CNG 126 al n. 13 .
    2 punti
  17. 1 punto
  18. Marca da 80 cent. su 1 lira, colore bruno, era una marca a tassa fissa per la colonia Eritrea del 1923, soprastampate nel 1927 con il nuovo valore per colonie e possedimenti italiani, usate in Somalia. Non comune.
    1 punto
  19. Non ho mai visto un bottone militare francese di questa fattura, anzi non ne ho visti neanche di italiani, inoltre anche le fattezze non sono da bottone militare,il numero 4 impresso non vuol dire per forza che sia il numero del reggimento, inoltre anche proprio lo stile del 4 non è tipico dell' 800 ma sembra più moderno... Purtroppo si hanno poche notizie su questi oggetti e a volte non si riesce neanche a classificarli correttamente...
    1 punto
  20. Mi risulta difficile credere che ci sia gente così superficiale da prendere una moneta per un'altra ma effettivamente si tratta di 20 centesimi. Un errore così pacchiano ci fa capire in che modo gestiscono l'allestimento di queste collezioni.
    1 punto
  21. Grazie mille per le informazioni, vedrò se posso scorgere qualche altra lettera...
    1 punto
  22. Comunque è stato prodotto nella seconda metà dell' 800...
    1 punto
  23. Sembra effettivamente di leggere REGISTRO, potrebbe essere REGISTRO E COMMERCIO?... se riesci a decifrare qualche altra lettera si potrebbe tentare anche di capire a che ente apparteneva...
    1 punto
  24. Sono riuscito a capire chi è il produttore:De Gregorio,Montecalvario, Napoli... Allego un immagine per fare meglio comprendere ciò che leggo,lungo il giro lineare c'è il nome del luogo dove si trovava il bottonificio in questione: Montecalvario che è un quartiere di Napoli... https://it.m.wikipedia.org/wiki/Montecalvario Subito sopra l'attacco c'è il nome del produttore:De Gregorio... Subito sotto l'attacco il nome della città dove veniva prodotto il bottone: Napoli...
    1 punto
  25. È un bellissimo documento di storia postale e pur non essendo in ottime condizioni, a mio parere, hai fatto anche un buon affare. Per quanto riguarda questo tipo di modulistica utilizzata è cambiata nel tempo ed infatti tali bollettini di spedizione dei pacchi postali all'inizio del servizio (1881-1888) furono previsti senza valore. Sul primo modulo, il Mod.258, per segnalare il pagamento totale della spedizione che doveva essere effettuato in contanti, si scriveva la cifra riscossa e si applicava un bollo ovale "R.P.PAGATO". Il secondo modulo emesso, il Mod. 251 (per l'interno) e Mod.402B (per l'estero), era a quattro sezioni e con il testo del formulario molto più complesso. Nel primo periodo l'applicazione dell'affrancatura era effettuata con segnatasse ed in seguito con speciali francobolli per pacchi e a volte anche con francobolli normali (tutti debitamente annullati con bollo a data) . Successivamente i bollettini Mod. 251 e Mod. 402B muniti di stemma Savoia diventarono di valore cioè dei veri interi postali perchè riportavano prestampata l'impronta dei francobolli per pacchi con il valore di affrancatura, riproducente l'effigie del Re. I tagli di valore degli pseudofrancobolli impressi erano diversi e diverso il colore dei bollettini, realizzati in una serie corrispondente ai valori delle tariffe necessarie per le spedizioni sia per l'interno che per l' estero, diventando così dei veri interi postali. La tariffa stampata sul bollettino, in caso di necessità, per destinazione o per servizi accessori, poteva essere integrata con gli specifici francobolli per pacchi menzionati sopra, oppure con normali francobolli. Dal 1 Luglio 1914 per un maggior controllo delle affrancature si "inventarono" i francobolli per pacchi a due sezioni (era riportato il valore su entrambe le sezioni) da applicarsi a cavallo delle due parti dei nuovi bollettini pacchi, modificati appositamente per il nuovo sistema. Le due sezioni del bollettino erano separate poi con le forbici e il francobollo era diviso in due, una parte del francobollo rimaneva sulla parte del modulo da spedire ancora separatamente dal pacco e l'altra parte consegnata come ricevuta al mittente; questi francobolli a due sezioni rimasero in uso per oltre quarant'anni, fino al 1957, quando il sistema fu di nuovo modificato.
    1 punto
  26. Una "pole" onerosa di Vettel buona serata
    1 punto
  27. Mono... ma pur sempre una notevole allegoria
    1 punto
  28. Questo è il retro, se c'era qualcosa d'interessante l'avrei postato, magari è stato asportato qualcosa.
    1 punto
  29. @fullons Credo che tu volessi sapere cosa ne pensasse il forum in merito alla moneta in questione e credo perciò, pertanto, che tu abbia già avuto delle risposte. A costo di essere pedante e forse noioso (se così fosse, me ne scuso) ribadisco come sia sempre importante porre quesiti chiari (valore, identificazione, falsità o meno..) unendo foto il più possibile a fuoco (mi rendo conto personalmente di come fotografare le monete sia difficile, ma ci si può provare) e i dati di peso e diametro. Credo che sia una questione di metodo, oltre che di attenzione verso chi proverà a cimentarsi nella risposta. Quanto all'imperatore, direi che il nome corretto (e con cui e' conosciuto) sia Otone e non Ottone. Ho guardato anche su alcuni testi in italiano, tra cui il Campana-Santelli (L'imperatore Otone, storia e monete) in cui si parla sempre di Otone non di Ottone. Non ho trovato traduzioni in cui il nome e compaia con due "t". Absit iniuria verbis, naturalmente. Ciao. Stilicho
    1 punto
  30. 1 punto
  31. Ciao Alberto Regno delle due Sicilie, Ferdinando ll, autentico tondello qBB a mio avviso, sul catalogo lamoneta non comune.
    1 punto
  32. @Frank74 Lo vedi quel 2 che c'è sulla moneta? Ecco...
    1 punto
  33. R a' pimento: e' statico = rapimento estatico Buona domenica
    1 punto
  34. Salve. Condivido altro esemplare 8 tornesi 1816 rigato. Ho controllato solo il rovescio e mi sembra essere dello stesso conio dell'esemplare pubblicato da Rocco. Saluti.
    1 punto
  35. Riporto la "Briciola" comparsa sul Gazzettino di Quelli del Cordusio #5 del giugno 2019 a proposito del 50 Lire "Cinquantenario":
    1 punto
  36. Donzelle dal nuovo mondo
    1 punto
  37. Io al momento, dopo anni di eccessi peccaminosi saltando da una collezione all'altra e un lungo processo di pia trascendenza nummofila, sono arrivato a fare a meno dei piaceri del metallo 😇... ma non di quelli della carta... al metallo si può rinunciare, ma alla libridine proprio no 🤓
    1 punto
  38. Stamattina, pescata in ciotola da 1 euro per tre monete:
    1 punto
  39. 1 punto
  40. ALBERTO, SEI UN MOSTRO !!! P.S. Il maiuscolo è voluto ! Ciao Mario
    1 punto
  41. Aggiungiamo anche che la lira tron fece da apripista nel coniare una moneta dal valore di una lira, fino ad allora soltanto moneta di conto. Dopo poco tempo anche Milano conierà la sua lira: lira o testone di Galeazzo Maria Sforza nel 1474.
    1 punto
  42. Mi pare importante, condividere con tutti voi, il recentissimo parere legale dell'Ufficio legislativo del Ministero della Cultura. (Vedere allegato). Appare dirimente, in sintesi, la frase finale del parere che sembra regalare un pò di tranquillità!!!! PARERE LEGALE UFFICIO LEGISLATIVO.pdf
    1 punto
  43. si, per fortuna c'è ancora della stampa che non si occupa di gossip o altre frivolezze...
    1 punto
  44. Ho visto su tante monete in oro, forse per evitare che con le fluttuazioni del metallo le parti facciano un buono o cattivo affare..
    1 punto
  45. Ne mancano ancora tante di varianti per la Piastra del 1798....
    1 punto
  46. Buongiorno a tutti. Ultima moneta aggiunta in Raccolta : Piastra 1798 SICILAR Va a fare compagnia a Ducati 6 1768 HISPAIAR Piastra 1794 SICILAR Piastra 1786 HISRANIAR TARÌ 1794 SICLIAR 10 TORNESI 1798 SICILIA Grano 1792 SICILAR Piastra 1805 HSIP Piastra 1816 INPANS 10 TORNESI 1819 SICLIARVM 5 TORNESI 1819 SICILIARV
    1 punto
  47. Il malloppo di oggi tre monete mancanti per due euro: Colombia 5 pesos del 1980 Vi è raffigurata: Policarpa Salavarrieta - Wikipedia nell'atto di essere giustiziata a soli 22 anni. Fu un'eroina colombiana (1795-1817), è raffigurata pure sulla banconota da 10.000 pesos tutt'ora in circolazione. Isole Cayman - 25 cent del 1982 In regalo questo 4 maravedi contromarcato 8 maravedi della prima metà del XVII° secolo, Filippo III o IV si Spagna. Debbo ancora classificarla al meglio perchè vedo più di una contromarca, successivamente posterò il risultato della ricerca, se poi qualcuno nel frattempo si vuole sbilanciare nell'identificarla il parere sarà ben accetto
    1 punto
  48. Grazie mille delle info! Sara’ fatto, io studio, apprezzo e poi semmai continuo ad accumulare.. sennò cosa stiamo a fare al mondo?
    1 punto
  49. Salve condivido foto di una cartolina viaggiata di una collezione “Roma” e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. Ringrazio in anticipo
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  50. La convinzione che l'Egitto fosse a portata di mano, non ebbe riflessi soltanto in ambito propagandistico, ma anche, ben più importanti, in campo monetario. Mussolini era giunto a Tobruk, convinto che davvero l'occupazione dell'Egitto fosse imminente. In previsione di questo, aveva dato mandato al Poligrafico di approntare una serie di biglietti, da utilizzare come cartamoneta d'occupazione, che furono realizzati modificando leggermente quelli della Cassa Mediterranea di Credito per la Grecia. Una fantomatica Cassa Mediterranea di Credito per l'Egitto, si diede così a stampare biglietti con valore in piastre e lire egiziane, scritti in arabo e in italiano. E poiché eravamo sicuri che dopo l'Egitto sarebbe stata la volta del Sudan, ecco la Cassa Mediterranea di Credito per il Sudan, pronta anch'essa a emettere i suoi biglietti. Tutti quanti, chiusi in sacchi postali sigillati, vennero inviati in aereo, il 16 luglio 1942, da Roma alla Cirenaica, e stoccati nella caserma di Barce, in attesa che iniziasse l'offensiva che doveva portare alla conquista dei due paesi. Un'offensiva che, come sappiamo, non iniziò mai, ci fu anzi la controffensiva degli inglesi, che nel gennaio 1943 arrivarono a Tripoli, e nel maggio seguente, in un'azione congiunta con gli americani, fino in Tunisia, ormai pronti per il balzo verso la Sicilia. E i biglietti? Venne dato ordine di bruciarli, lì dove si trovavano, a Barce, e questo fu il destino della gran parte di essi, si è creduto a lungo di tutti. Ma nel 1967 un collezionista italiano entrò in possesso di cinque biglietti per l'Egitto, e si venne poi a sapere che un carabiniere, comandato all'opera di distruzione, ne aveva salvati otto, per poi dividerli tra i suoi due nipoti, cinque a uno e tre all'altro. All'inizio degli anni '80, vennero poi vendute in un'asta londinese due serie, una dell'Egitto e una del Sudan, perforate CAMPIONE, che furono acquistate da due collezionisti americani, che si divisero a metà le emissioni di ciascuna serie. Altri ne sono venuti alla luce nel corso degli anni, portando il totale dei biglietti conosciuti, di entrambe le serie, a una trentina di esemplari, il che fa di essi una delle più grandi rarità nel campo della cartamoneta. Difficile anche avere delle foto dal web (sono comunque fotografati nei cataloghi), sono riuscito a trovare un biglietto da 50 piastre per l'Egitto e uno da 1 lira egiziana per il Sudan, che qui vi mostro. petronius
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