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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/08/24 in tutte le aree
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ed io mi son fatto prendere la mano! 😁 Oggi ero già virtualmente a Mylau in Sassonia con @PostOffice e @caravelle82 a prendere una birra lager, e senza spostarmi troppo ora posso mostrarvi il mio nuovo arrivo. Qui i bordi sono dorati: perche? L'intenzione era che questi pezzi, di taglio maggiore rispetto a quelli che poi circolarono, si presentassero diversamente, ricordando le monete in metallo che volevano sostituire, una specie di "nordic gold" spennellato sulla ceramica. spighe di grano e putto... grano e contadino... madre che allatta. i bordi qui sono venuti meglio ed in mano fanno pure la loro presenza! Il bello è che adesso la serie è finita! Che faccio? Visto che i motivi sono abbastanza piacevoli, magari le metto in un quadretto. Njk3 punti
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nel contenitore US1 è chiaramente identificabile un riempimento US2 caratterizzato da una matrice oleica che presenta al suo interno un sottostrato US3 di natura vegetale che si è costituito per sovrapposizione di origine antropica di elementi di differente misura e forma tendenzialmente piatta ed allungata. La formazione di tutta US3 si può considerare contemporanea e non frutto di un'azione prolungata nel tempo3 punti
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Buonasera, condivido questa immagine di un bezzone anonimo di Venezia con anomalia nella legenda con MERC invece di MARC, per sapere se si tratta di una variante nota, dovuta sicuramente ad uno scambio di punzoni delle lettere in fase di approntamento del conio. Nella bibliografia consultata, in particolare: C.N.I., Paolucci e Papadopoli sulle anonime dei dogi, non riportano questo errore. Ringrazio in anticipo3 punti
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Comunica il Parco archeologico di Pompei: Gladiatori e cacciatori, dipinti da bambini piccoli con il carboncino sui muri di un cortile di servizio, nella casa del Cenacolo colonnato su via dell’Abbondanza a Pompei, aiutano a capire meglio l’infanzia ai tempi degli antichi romani. Come scrivono gli autori di un testo pubblicato oggi sull’E-Journal degli Scavi di Pompei https://pompeiisites.org/e-journal-de... l’esposizione a forme estreme di violenza, anche di bambini piccoli (si stima tra 5 e 7 anni), non sembra essere un problema solo dei giorni nostri, tra videogiochi e social media – con la differenza che nell’antichità il sangue sparso nell’arena era vero e che pochi ci vedevano un “problema”, con tutte le possibili ricadute sullo sviluppo psico-mentale dei bambini pompeiani. Nell’insula dei Casti Amanti, dove la scoperta è avvenuta nell’ambito di un progetto di restauro, scavo e accessibilità e che da oggi è visitabile “dall’alto” grazie a un sistema di passerelle sospese, il Parco Archeologico di Pompei è impegnato in un progetto di ricerca interdisciplinare per valorizzare i tanti dati nuovi. Oltre ai disegni dei bambini, per il cui studio il Parco ha avviato una collaborazione con il dipartimento di neuropsichiatria infantile dell’università Federico II a Napoli, sono stati documentati i resti di due vittime, una donna e un uomo, morti nei lapilli del Vesuvio davanti al portone chiuso della casa dei Pittori al lavoro (chiamata così in virtù del fatto che si stava ridipingendo al momento dell’eruzione); all’interno della casa, è venuto alla luce un piccolo cubicolo (“camera da letto”), allestito come studiolo in prossimità del tablinum (sala di ricevimento) della casa. Tra le scene mitologiche un quadretto singolare, senza confronti del repertorio vesuviano, con la rappresentazione di un piccolo bambino incappucciato, forse un figlio deceduto dei proprietari. Da oggi 28 maggio 2024 è possibile accedere al cantiere tutti i giorni dalle ore 10.30 alle 18:00, attraverso un percorso che, interamente “accessibile”, va ad implementare l’itinerario senza barriere architettoniche “Pompei per Tutti”, e include un elevatore per il raggiungimento delle passerelle sospese anche ai diversamente abili. Il percorso dall’alto consentirà una visione innovativa e globale dell’intera insula, nonché dell’architettura delle case romane con l’alternarsi di ambienti vari adibiti ad usi diversi, dal produttivo al commerciale all’abitativo, oltre che dell’attività di cantiere in atto, nell’ottica di una rinnovata e migliore fruizione al pubblico. L’ingresso, da via dell’Abbondanza, sarà contingentato3 punti
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Buongiorno a tutti, mi piacerebbe avere le vostre opinioni sull'esemplare qui sotto. Vorrei chiedere poi, gentilmente, informazioni riguardo alla variante della piastra di Francesco II senza il punto dopo "FRANCISCVS II", in particolare se qualche catalogo la riporta (immagino di sì, in questo momento su eBay si trovano 2 esemplari su, circa, 30 disponibili per la vendita) e con quale grado di rarità. Saluti!2 punti
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Per gli annulli ne ha gia' parlato @littleEvil. L' oggetto postale è una cartolina postale tedesca emessa nel 1889 del valore di 5 pfenning. E questo è il francobollo riportato sulla cartolina. Il foro è quello tipico di un fora carte per poter tenere l' oggetto all'interno di un raccoglitore per documenti. Era meglio non ci fosse stato ma comunque non deturpa la cartolina, ci toglie solamente parte della data nello scritto. ANTICA, in piu' hai anche la traduzione dello scritto.. Es lebe Bier !!!2 punti
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prego! =================== Allora: - questa cartolina è stata spedita da Mylau in Sassonia a Měcholupy (Michelob in tedesco) nella Repubblica Ceca La birra doveva essere inviata alla stazione di Reichenbach =================== Senza impazzire nei dettagli, il testo dice: Mylau 16/2/LOCH89 Herrn A. Drehers' Brauerei Ersuche sie hier --- freundlich mir 10/2 --- Lagerbier zu senden. --- Station Reichenbach Achungsvoll Franz Schink =================== Mylau 16/2/BUCO89 Fabbrica di birra del signor A. Drehers Vi chiedo gentilmente di inviarmi 10/2 --- di birra lager. --- Stazione di Reichenbach Cordiali saluti Franz Schink =================== Chi ha spedito la cartolina ed ordinato la birra? Franz Schink! Che era il proprietario fino al 1937 del “Leone d'oro” („Goldenen Löwen") di Mylau. =================== Purtroppo non posso essere più preciso! e - visto che preferisci il francese - qui il link con la storia di Monsieur Anton Dreher https://fr.wikipedia.org/wiki/Anton_Dreher Servus, Njk2 punti
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Denario di Settimio Severo con la personificazione sul rovescio della dea Concordia seduta. RIC 218 Denario di Giulia Domna con la personificazione sul rovescio della dea Iside ed Honos bambino sulla prua di una nave. RIC 5772 punti
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Ciao e benvenuto! Come restare indifferente ad una moneta così carica di storia e tragidità? Ci credo che ti ha colpito .... conoscendo poi i motivi che l'hanno generata, non si può none restare affascinati. Bene hai fatto a metterla in collezione. I motivi dei difetti che hai rilevato, come avrai letto nella lunga discussione, sono dovuti alla precarietà della produzione, sia dei conii, sia della battitura e considera che non c'era una zecca con specialisti che curavano la coniazione, quindi i difetti di questa tipologia di moneta sono tanti ed i più disparati; dalla sovrapposizione delle lettere, dalla loro - a volte - assenza a causa del taglio raffazzonato, dalla presenza di avvallamenti per cattivo appiattimento dei tonelli .... e non parliamo dei buchi o fermagli o addirittura modificazioni per fare diventare questa moneta un ciondolo, una spilla o un cucchiaino- In ogni caso complimenti della tua, non è delle più scadenti. saluti luciano2 punti
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Già che ho recuperato qualche vecchio file, allego anche il libro di P. Ure del 1922, The Origin of Tyranny. Anche questo presenta qualche mia sottolineatura, specialmente nelle prime pagine, in cui Ure spiega chi fossero i Tiranni, e nel capitolo dedicato alla Lidia (pp. 127 e seguenti). Ure conclude il capitolo sulla Lidia con una considerazione molto interessante, e forse sottovalutata: non è il governo ad aver creato il monopolio (dell'emissione della moneta), ma è il monopolio ad aver creato il governo. Ure, in altri termini, sostiene che la nascita della moneta sia stata un'iniziativa privata, grazie alla quale ricchi e influenti individui (i tiranni) hanno potuto regnare sulla Lidia per generazioni. Questo è l'estratto da pagina 152: Let us now revert for a moment to the illuminating theory of Babelon that the striking of coins was at first a private undertaking of merchants or miners or bankers, and that the final step in the evolution of a gold and silver coinage was reached only when this business of stamping and issuing the pieces was taken over by the state. We are entirely without record of the actual transference that the theory implies. Babelon assumes that the government created the monopoly. This chapter suggests a modification of Babelon's view in one important point, namely that it was not the government that made the monopoly, but the monopoly that made the government. As in the case of Babelon's own main thesis, we are forced to trust largely to analogies. But the analogies are striking, and they strike in two directions. We have first the commercial or financial antecedents of the rulers of this period both in Lydia and in various Greek states: and secondly we have the history of later Lydian rulers and aspirants to the throne, notably Croesus and Sadyattes, Cyrus and Pactyes, Xerxes and Pythes. The moral of their stories is that no ruler could feel safe at Sardis until he had secured some sort of financial supremacy.When we further consider that Gyges was famous for his gold\ and that his gold and his tyranny are spoken of by Archilochus, probably in the same breath, then apart from speculative interpretations of the story of the ring, there is at least a clear possibility that the monopolist policy of Croesus and his successors goes back at least to Gyges and perhaps even a generation or so earlier, to some such ruler as Ardys or Spermos, and that it was the monopoly in stamped pieces of electrum that brought the first tyrant to the king's palace and placed him on the throne. The Origin of Tyranny.pdf2 punti
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Posto alcuni esempi di esemplari con punto tra le file dei gigli e 3 bacche, sembrano che tutte presentino il 6 della data ribattuto,su alcuni esemplari in buona conservazione sembra effettivamente ribattuto su un 5... Un'ulteriore particolare che accomuna queste monete è tutte presentano un globetto sotto l'intreccio dei rami sotto il valore... In questo esemplare troviamo sempre le 3 bacche ma manca il globetto in mezzo alle file dei gigli e sotto all'intreccio dei rami...2 punti
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A mio avviso non è un 6 su 5,ma bisognerebbe esaminarla dal vivo, comunque esiste anche la 8 su 6... Il punto tra le file dei gigli è già censito, avevo censito un esemplare anche con due punti ma a causa di un problema con il telefono ho perso parecchie immagini che non avevo salvato in una memoria esterna La differenza tra 3 e 4 bacche (non pistilli,quelli sono un'altra cosa)si riscontra anche in altre date ma a memoria non ricordo quali, inoltre il paragone tra le due piastre è poco consono visto che appartengono a due conii diversi,basta guardare la forma dello stemma...2 punti
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Le imitative sono il mio campo. Prettamente le galliche. Tuttavia tutto ciò che è secessione, confine, barbaricum... esercita ugual fascino e attrazione. Così non potevo non includere nella mia collezione qualche souvenir dal Limes. SETTIMIO SEVERO Denario - 2,69 gr - 1,16 mm D\ L SEPT SEV PERT AVG IMP VIII R\ ADVENTI FELICISSIMO ALESSANDRO SEVERO Denario - 2,13 gr - 18 mm D\ IMP C M AVR SEV ALEXAND AVG R\ P M TR P VI COS II P P ALESSANDRO SEVERO Denario - 2,53 gr - 17-20mm D\ IMP C M AVR SEV ALEXAND AVG R\ P M TR P V COS II PP Indubbiamente si tratta di coniazioni a mio avviso ufficiali o, in caso contrario, di stile pressoché identico alle emissioni argentee corrispondenti. L'aspetto visivo è di un materiale che di argento ha gran poco. Le foto sfalsano un po' il colore che è bruno scuro tendente al nero. Bronzo? Un forte contenuto di Piombo (richiamerebbe il colore argento prima di imbrunirsi con l'uso)... Sono monete senza dubbio affascinanti che hanno ancora moltissimi segreti da svelare. Poi, che dire, ultimamente (ma non proprio recentissimamente) mi sto avvicinando ai Severi e in particolare mi piacciono molto i rovesci (e i profili) di Settimio Severo. Il trittico in questione è stato acquistato da un commerciante professionista Inglese che a sua volta li ha acquistati da un venditore Francese, quindi non c'è una evidenza diretta circa il luogo "fisico" di provenienza come per molte altre monete "from uk". Ipoteticamente sono quindi da attribuire alla monetazione del Limes... ma quale (zona del) limes? So che ci sono altre discussioni nel forum, alcune recenti e una datata ma assai completa. Bibliograficamente c'è qualche novità successiva alla Sylloge Ticinum? Sono stati improntati studi e ricerche specifiche che voi sappiate? Mi sembra ormai un termine consolidato quello di "denari del limes" o "limesfalsa" per cui mi vien da supporre che ci siano dei saggi in materia... tuttavia non ho trovato granché girovagando in rete...1 punto
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Lavori edilizi in cascina. Dal terreno spunta un tesoro. 285 antiche monete d’argento. Anche di Firenze e di Parma-Piacenza Elegante portale post-rinascimentale della casa padronale di campagna, con sedute alla base delle lesene. A destra: il tesoretto Firenze e Parma-Piacenza, 08/06/24 – Fiorini d’argento di Firenze, uno “scudo” di Parma-Piacenza e tante altre monete europee sono state trovate durante uno scavo per un restauro architettonico, in Sassonia. Conservate, nel tempo, per il valore intrinseco del metallo e sepolte in un’inquieta giornata della metà del Seicento. Chissà qual erano le nubi che percorrevano la mente di chi nascose il tesoro. Timore dei ladri? Rivolgimenti politici? Scavi nel cortile dell’antica fattoria Il ritrovamento è avvenuto nei pressi del portale, che vediamo a sinistra @ Foto Altstadt-Wettin L’accesso, di struttura disegnativa ancora medievale, al palazzetto con rustici @ Foto Altstadt-Wettin Quel che è certo è il fatto che il proprietario del tesoro, con un piccone scavò per circa mezzo metro nel terreno duro del cortile, nei pressi del portone d’entrata. Poi prese il sacco colmo di denaro e lo lasciò calare. Compattò per bene il terreno e si ritenne soddisfatto per il lavoro compiuto. In effetti il nascondiglio era perfetto. Talmente introvabile da aver retto per circa 350 anni nella terra, vicino all’entrata della proprietà, un palazzetto con annesse strutture rurali. E’ evidente che il proprietario del tesoretto morì prima di sussurrare a qualche familiare il luogo in cui si trovava un mucchio di denaro. Del resto molto spesso capitava così. Il denaro veniva sepolto in cantina, nel cortile, nell’orto. Normalmente vicino a un muro o a un punto di riferimento visivo. Poi passavano gli anni. Morti improvvise, smemoratezze. I casi della vita. E’ evidente che i tesoretti sono ancora molti, in Europa. In Italia emergono con minore frequenza. E c’è da chiedersi perché. Forse un rapporto disarmonico tra Stato – ancora troppo truce, a fronte di una legislazione farraginosa che pone il cittadino, in modo illiberale, sempre in colpa nei confronti dello Stato stesso – e per la proibizione – de facto – dell’uso di rilevatori di metalli. Il ritrovamento del tesoretto è avvenuto nel corso di lavoro di restauro di una antica fattoria, con radici medievali e sviluppo rinascimentale e seicentesco, oggi situata nell’area urbana di Wettin, frazione con circa 2500 abitanti della città tedesca di Wettin-Löbejün. L’antica fattoria è stata presa in carico da un gruppo di appassionati che ha deciso di riporre l’edificio all’antico splendore di dimora di campagna borghese, con annesse strutture agricole. I lavori sono svolti da un gruppo di volontari che sta recuperando l’edificio storico. Uno di loro guidava il trencher, macchina usata per scavare trincee. Gli altri assistevano all’opera. Ed ecco che il trencher inizia a sputare qualche moneta argentea, nel terreno rimosso. Fermi tutti! I volontari dell’associazione Altstadt Wettin – gruppo che ha assunto il nome della storica fattoria – ha bloccato l’intervento e ha provveduto alla denuncia del ritrovamento, senza proseguire lo scavo. Sul posto si sono così recati gli archeologi dell’Ufficio statale per la conservazione dei monumenti e l’archeologia della Sassonia-Anhalt (LDA) che hanno rimosso l’intero blocco di monete e terreno, per poi procedere, in laboratorio a un microscavo. Per quanto le monete fossero disposte alla rinfusa è importante capire se esista una microstratigrafia, nel blocco. Bisogna stabilire se alcune monete sono state accantonate prima e altre dopo nel contenitore che fu quindi deposto nel terreno. Gli archeologi hanno scavato attorno al tesoretto, recuperandolo poi in blocco. La forma compatta del mucchio di monete fu data da un contenitore organico che si è poi decomposto @ Ufficio statale per la conservazione dei monumenti e l’archeologia della Sassonia-Anhalt (LDA) Le monete d’argento di grande formato, talleri e monete straniere equivalenti costituiscono più della metà del ritrovamento, mentre il resto è costituito da talleri e groschen. La moneta più antica ritrovata fu coniata nel 1499, la più recente al 1652. Il momento dell’occultamento risale quindi, probabilmente, alla fine degli anni ’50 del Seicento. Anche se è difficile affermare il potere d’acquisto dell’epoca, il ritrovamento, costituito da monete ad alto contenuto di argento, rappresentava sicuramente un valore considerevole. “Le 285 monete d’argento, di colore verdastro, giacevano in un accumulo fortemente compattato nel terreno senza contenitore protettivo – hanno spiegato nelle ore scorse gli archeologi tedeschi, presentando la scoperta – Probabilmente, un tempo, erano state accumulate in un contenitore organico come una borsa. Con il sostegno dei soci dell’associazione presenti, è stato possibile recuperare il tesoro dal blocco in modo professionale. La documentazione in loco è stata curata dal Dott. Claudia Beuger, socia dell’associazione e archeologa. Il microscavo è stato effettuato nel laboratorio di restauro dell’ADL Sassonia-Anhalt in condizioni di rilevamento scientifico. Le monete sono state rimosse a strati, registrate e trattate per il restauro”. Visione ravvicinata del blocco di monete. Al centro del mucchio non presentano nemmeno segni di degradazione da ossidazione “Nel tesoro si trovano molte monete che raramente compaiono nei reperti della Sassonia-Anhalt. – proseguono gli archeologi – Di particolare rilievo è uno scudo italiano del 1630 di Odoardo Farnese, che governò il Ducato di Parma e Piacenza dal 1622 fino alla sua morte nel 1646. In Toscana, queste grandi monete d’argento erano chiamate tallero e usate soprattutto per il commercio del Levante. Un altro tallero del ritrovamento Wettiner è stato coniato da Cosimo II de’ Medici nel 1620, Granduca di Toscana dal 1609 al 1621”. Chi erano i proprietari dell’edificio L’edificio allungato a due piani con una facciata elegante, che aveva fini di rappresentanza, fu costruito nella seconda metà del XVI o all’inizio del XVII secolo. I proprietari erano membri benestanti della comunità di Wettin, come testimonia un piccolo portale a nicchia con posti a sedere, probabilmente risalente al 1550. La storia della casa e dei suoi proprietari può essere tracciata attraverso fonti scritte fino alla fine della Guerra dei Trent’anni. Dal 1681 in poi, la casa fu probabilmente sede della farmacia più antica della città con tracce di questo utilizzo ancora visibili sotto forma di un soffitto barocco in stucco del XVIII secolo e di una volta da farmacia. In considerazione dei numerosi incendi cittadini attestati, è uno degli edifici secolari più antichi conservati di Wettin, e quindi di notevole importanza per la storia della città. Il tesoretto di Wettin fu nascosto poco dopo la fine della Guerra dei Trent’anni. Le monete elettorali e ducali sassoni e quelle delle contee di Hohnstein e Mansfeld sono particolarmente regionali. L’Albertustaler e la varietà di monete provenienti da paesi più lontani, come Austria, Svizzera e Germania meridionale, oltre alle due monete provenienti dall’Italia, suggeriscono che il proprietario fosse un commerciante o una famiglia di mercanti attiva anche nel commercio a lunga distanza. Al momento del deposito delle monete, la casa in Brauhausgasse apparteneva a Johann Dondorf, uno dei cittadini più ricchi di Wettin, sindaco della città dalla fine degli anni ’60 del Seicento. Dondorf guadagnava principalmente dall’agricoltura, dalla viticoltura e dalla produzione di birra. Wettin era una città produttrice di birra estremamente ricca durante e dopo la Guerra dei Trent’anni. Dopo la sua morte nel 1675, fu trovata una grande quantità di talleri nella sua casa, suggerendo un possibile collegamento tra il ritrovamento del tesoro e questo importante cittadino di Wettin. https://stilearte.it/lavori-edilizi-nella-vecchia-cascina-dal-terreno-spunta-un-tesoro-285-antiche-monete-dargento-anche-di-firenze-e-di-parma-piacenza/1 punto
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Assolutamente no,e il mio "modus operandi '... La moneta è assolutamente autentica... Comunque io non seguo particolarmente le varianti del punto si,punto no... Però facendo la ricerca ho notato che effettivamente non è così comune come variante...1 punto
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I vari puntini di sospensione sono dovuti al dubbio che possa non essere autentica? 😅 il peso è di 27.51 grammi e mi sembra in linea, anche il bordo mi sembra coerente con la scritta e la rigatura successiva alla scritta. In realtà su eBay ci sono questi due esemplari: e mentre invece anche la terza moneta post #3 di @LOBU in questa discussione ha la stessa variante La cosa curiosa è che tutti e tre gli esemplari (quattro con il mio) presentano questo effetto "decentrato" dovuto alla sparizione della perlinatura. Grazie del prezioso contributo!1 punto
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Ma sei follemente bravo! Grazie di cuore! Non avevo la chiave di lettura di questo pezzo! Mi ci hai fatto fare un viaggio virtuale tra questi personaggi! Grazie mille ....e alla prox tedesca😁 Dettagliatissimo tra l' altro🔝1 punto
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Credo che lo strato più in basso appartenga a un periodo antecedente di alcune decine di minuti allo strato superiore. Comunque sembra più che buono.1 punto
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Tutto molto interessante. Una moneta alla quale inizialmente davo poca importanza, alla fine si è rivelata portatrice di aspetti particolari e fonte di spunti di approfondimento.1 punto
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Ciao, questo più che un fals secondo me è una frazione di dirham AE o in billione del sultano Muhammad I, zecca di Dimashq (Damasco) Ti posto un esempio di frazione e un dirham per intero1 punto
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Diomede, Odisseo (in greco antico Ὀδυσσεύς) o Ulisse (dal latino Ulixēs, -is) e il Palladio di Troia Il Palladio è un simulacro ligneo che, secondo le credenze dell'antichità, aveva il potere di difendere un'intera città. Il più famoso era custodito nella città di Troia, cui garantiva l'immunità: infatti la città fu distrutta solo dopo che Ulisse e Diomede riuscirono a rubarlo. Il Palladio a Troia. Elettra, la nonna di Ilo (il fondatore di Troia), venne violentata da Zeus e sporcò del suo sangue verginale il simulacro della vergine Pallade; Atena, infuriatasi, scaraventò Elettra e il Palladio sulla Terra. Ilo aveva chiesto un segno a Zeus mentre marcava i confini della città e lo ottenne. Apollo Sminteo consigliò a Ilo: «Abbi cura della dea che cadde dal cielo e avrai così cura della tua città, poiché la forza e il potere accompagnano la dea, dovunque essa vada». Alcuni dicono che fu Elettra stessa a donare il Palladio a Dardano. Nell'occorrenza di un incendio, Ilo si tuffò tra le fiamme per recuperare il Palladio, ma Atena, infuriata che un mortale si avvicinasse incauto al suo simulacro, accecò Ilo. Questi, tuttavia, riuscì a placare la dea e a riottenere la vista. Secondo la leggenda, durante la guerra di Troia, gli Achei seppero da Eleno, figlio di Priamo, che la città non sarebbe stata conquistata fin tanto che il Palladio si trovasse in città. Ulisse e Diomede si travestirono allora da mendicanti ed entrarono nella città, presero l'immagine della dea e, scavalcando le mura, la portarono nel loro accampamento: questa avventura viene menzionata come una delle cause della sconfitta troiana. Il Palladio rubato da Diomede venne dato a Demofonte e infine a Buzige, l'eroe ateniese che per primo soggiogò i buoi all'aratro, affinché lo portasse ad Atene. Secondo la tradizione di Arctino di Mileto, citato da Dionigi di Alicarnasso, invece, Ulisse e Diomede non rubarono il vero Palladio, poiché Enea portò con sé in Italia la statua che venne più tardi trasferita nel tempio di Vesta del foro romano. La tradizione latina voleva invece che Diomede riconsegnasse il simulacro a Enea, in Calabria (Apulia) o in agro Laurenti. Il palladio di Troia è citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia nel XXVI canto dell'Inferno a proposito di Diomede, che sconta la sua pena insieme ad Ulisse nell'ottava bolgia, dove sono puniti i consiglieri fraudolenti; sempre nella Commedia la seconda zona del Cocito si chiama Antenora, dal nome di colui che in una leggenda avrebbe permesso ai due greci di rubare il Palladio, e lì sono puniti i traditori della patria. apollonia1 punto
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Me lo ricordo benissimo! Era questo il 18/09/2007, era questo qui:1 punto
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L'idea, probabilmente esisteva già da tempo*, ma per qualche ragione non poté essere attuata. Kurke ha provato a individuare queste ragioni e penso che il suo lavoro non abbia ricevuto l'attenzione che merita. Se riesco a recuperarlo, condividerò qualche estratto da un suo articolo che mi ero messo da parte ormai diversi anni fa... *il sacchetto sigillato di qualche post addietro, seppur meno pratico per dimensioni, non è poi così lontano dall'idea della moneta.1 punto
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Questo è indubbio, ma in passato ho fatto qualche ricerca sull'ipotesi che abitanti della Terra del fuoco possano essere arrivati (anche per puro caso, magari spinti alla deriva) fino in Antartide, non trovando nessun indizio neanche vago. L'unico di una presunta, ipotetica scoperta dell'Antartide prima delle esplorazioni europee sono le descrizioni in alcune leggende Maori, di cui parla un singolo articolo verso cui salvo clamorose scoperte il mondo accademico è scettico. C'è poco per sognare. https://www.researchgate.net/publication/352175436_A_short_scan_of_Maori_journeys_to_Antarctica1 punto
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Didrachm, ti ringrazio moltissimo perché non avevo proprio fatto caso a tutte le variazioni che tu hai individuato. Avevo preso in considerazione solamente il 6 sul 5 nella data. Sarei curioso anche di conoscere se queste ribattiture di data sono frequenti nelle piastre di Ferdinando IV così come lo sono, per esempio, nelle piastre di Ferdinando IV. Certo, mi sembrano più interessanti le tue “ scoperte” che la ribattitura del 6 sul 5. Grazie ancora. Sei molto abile nella osservazione e nella lettura delle monete. Un caro saluto.1 punto
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eccole scusate la scansione i conii mi sembrano diversi, al rovescio questa ha un plausibile slittamento che non aiuta1 punto
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Ciao,penso di aver trovato anche questa. È un fals mamelucco del sultano Barquq ,zecca non definita. Ti posto due esempi essendo monete coniate abbastanza rozzamente1 punto
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Ciao,frazione di dirham mamelucco del sultano Qala'un , zecca di Al-Qahira (Il Cairo)1 punto
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Buonasera chiedo se questa quartina dedicata a D'annunzio ha un valore, oppure se vi è un sito dove poter avere questa informazione. Grazie Gabriele1 punto
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Ciao @marchiomadone grazie per gli apprezzamenti e benvenuto, appena possibile cercherò di risponderti, ma di sicuro qualcun altro mi precederà. A occhio si tratta dei soliti punzoni rotti o consumati. Comunque bel pezzo complimenti1 punto
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Ciao @QuintoSertorio... Non è il mio campo e quindi non ti posso aiutare con ciò di cui hai bisogno... :_ comunque, pur non collezionandole, le piastre mi piacciono molto, e in questa noto che la zigrinatura del bordo interno al D/ è decentrata (forse lo è tutta la faccia ma non riesco a determinarlo...) tanto da andare a finire proprio sul bordo ed ad essere totalmente assente da ore 13 a ore 18 circa (in senso antiorario)... mi chiedevo: è normale per questo sovrano che le piastre presentino (almeno) una faccia decentrata oppure è solo un caso?? Saluti... Ronak1 punto
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Buongiorno, Nel cercare di dare una direzione alla mia collezione, avevo da sempre escluso monete non coniate a Venezia o monete destinate all'uso nei territori. Tuttavia, dopo aver letto appassionatamente tutte le pagine di questo scambio, nonche' l'ottimo articolo di @gigetto13 (e' stato davvero emozionante leggerlo e vedere il risultato della gestazione seguita sul forum) e successivi aggiornamenti del database, mi sono appassionato a questo pezzo iconico. Finalmente ora ne possiedo uno (pagato caro a mio parere, ma mi aveva ammaliato), che non posso che considerare come il primo... Mi pare di capire che il progetto iniziato qualche anno fa continui e pertanto, sperando di far cosa utile, condivido la foto del pezzo (PRESSIDIO, FIDES, IF), che ha un peso dichiarato dal venditore di 5.46g. Il diametro non e' indicato ma provvedero' a misurare nonappena arriva. Approfittando delle vostre conoscenze, vorrei avere la vostra opinione su cosa possa aver creato la cavita' piuttosto ben definita, al centro del rovescio, tra la quasi invisibile S di FIDES e il triscele che la separa da INV. Inoltre vi chiederei lumi sulla sorte della T di VENETORUM. Seppur intrappolata in un evidente difetto di conio, sembra avere la parte superiore piu' simile ad una I, mancando completamente le alette laterali. E' pur vero pero' che tutte le altre I sono diverse e non hanno una cima cosi' nitidamente squadrata. Saro' grato di un qualsiasi vostro riscontro anche su possibile altri aspetti curiosi o degni di nota che non sono riuscito ad individuare. A presto1 punto
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concordo totalmente . Purtroppo si da maggior risalto a tipi come Hacock (sociologo, non archeologo), come ad Osmanagic (laureato in scienze sociali) piuttosto che ad archeologi seri. Penso vi è una mentalità per la quale chi ha studiato deve per forza mentire a chi non ne ha avuta la possibilità. Che, tradotto, è quel pensiero per il quale il ricco per forza vuol sopraffare sul povero; o l'aristocratico per forza è un esaltato e razzista sociale. Quando non è affatto così. io oramai quando mi trovo a "dialogare" con chi crede che chissà quale civiltà scomparsa o peggio "tenuta nascosta dai Poteri Forti" abbia costruite le tre Piramidi di Giza ecc, rispondo sempre che è stato Ra, portando gli schiavi dallo Stargate1 punto
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Molto probabilmente sono io che non mi sono spiegato bene: Per quanto riguarda l'attribuire il grado di rarità di una determinata moneta non censita fino al momento delle sua scoperta,vedi il 5 tornesi 1819 HEER, attribuire immediatamente un grado di rarità altissimo potrebbe non essere veritiero,nel senso che magari tra qualche giorno, settimana o mesi potrebbero apparire altri esemplari simili, questo perché magari qualche collezionista ce l'ha in collezione ma non se ne è accorto, oppure lo sa ma non ha interesse a renderlo pubblico,in questi casi bisogna dare un tempo "fisiologico"per capire se effettivamente questa moneta e un R5, un R3 o semplicemente un NC,non è la prima volta che scoperta una variante fino al quel momento inedita diventa dopo del tempo molto meno rara di quello che si pensava, questo perché quando salta fuori una nuova variante la prima cosa che fanno i collezionisti è verificare i loro esemplari,a me e successo più di una volta di ritrovarmi con delle varianti di cui non mi ero accorto... Quindi in definitiva attribuire un grado di rarità R2/R3 per una moneta o variante inedita non deve essere presa come un'offesa nei confronti di chi ha scoperto la variante o perché si dà per scontato che la settimana dopo ne salteranno fuori a centinaia, è semplicemente un gesto "cautelativo", questo perché se è vero che fino a quel momento era inedita non puoi avere la certezza assoluta che lo sia anche fra 6 semi,se poi la moneta o variante non dovesse subire variazioni nel numero di esemplari esistenti allora si può aumentarne il grado di rarità, credo che a nessuno di noi faccia piacere avere un R5 oggi che diventa un R2 dopo 6 mesi... Per quanto riguarda attribuire il grado di rarità allo stato di conservazione sono anni che ne sposo la causa,ne ho anche parlato con studiosi e commercianti,nonché con molti collezionisti,la maggior parte sono d'accordo ma resta il problema della fattibilità da catalogare, allora entra in gioco l'esperienza del collezionista,io non ho bisogno di verificare su un catalogo per capire che un 3 grana 1810 Murat (esempio preso a caso)è una moneta comunissima in MB e che puoi trovare praticamente ovunque,aste, mercatini,on line, eccetera,ma che diventa pressoché introvabile in conservazione dallo SPL in sù, quindi cosa facciamo?diciamo che un 3 grana Murat in SPL è comune come un esemplare in MB?non credo proprio, soprattutto per chi ha sborsato diversi euro per trovarne uno... Quindi prima di fare affermazioni che,per me non hanno senso alcuno, sarebbe opportuno documentarsi per bene e farsi una certa esperienza sulla monetazione che si intende seguire,se poi ci si crede di essere esperto in tutto prima o poi ci si accorgerà esattamente del contrario... Spero di essere stato chiaro nell'esprimere ciò che intendevo...1 punto
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1 Sovereign - Elizabeth II Bicentenary of Revestment Act; Gold Proof 23.5ct1 punto
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Una storia molto interessante e affascinante quella di Campione, ottimamente trattata in questo libro:1 punto
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poi chiunque mi possa dare un consiglio su come poterla fotografare è benvenuto. Ho provato con luce dall’alto per evidenziare i rilievi ma mi rende la moneta come se la superficie fosse molto porosa. Grazie in anticipo1 punto
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