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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/20/24 in tutte le aree

  1. Cari amici è appena arrivato...il figliol prodigo ritrovato. L'inafferrabile ultimo millesimo che va a completar la serie. Un'emozione incredibile oggi aprire la raccomandata di Bolaffi. E una volta venuta alla luce ancor maggiore la soddisfazione di averla in mano anche perché dal vivo è migliore che in foto, almeno il rovescio. Il D tutto sommato è come me lo aspettavo, con i capelli che soffrono come al solito di ampia usura per gli esemplari che hanno circolato (che sono il 95-98% dei pochi esemplari sul mercato con questa data/zecca), ma il R presenta al contrario una usura omogenea, non accentuata ed entrambi i versi offrono alla vista una patina regolare, dal colore gradevole riposato da vecchia raccolta e caratterizzato da bei riflessi ambrati, specie al R. E non presenta graffi rilevanti o colpi, neanche lievi. Io la giudicherei complessivamente un qBB/BB+. Questo esemplare perciò mi soddisfa pienamente anche perché...provate a trovare uno SPL di questo R3 e poi mi dite. E finire la serie significa d'ora in poi puntare solo a migliorare i pezzi di conservazione inferiore. Ma questa sono quasi certo che rimarrà a lungo in raccolta vista la fatica improba fatta per trovarla Grazie e buona serata
    6 punti
  2. Buonasera amici Condivido volentieri con voi questa moneta da 10 lire 1929 2 rosette che ho aggiunto alla mia collezione. A me sembra in alta conservazione con una gradevole patina. I vostri pareri sono sempre ben accetti . Metto alcune foto fatte con luce naturale e altre con luce artificiale. Grazie in anticipo a chi vorrà intervenire.
    4 punti
  3. In realtà la domanda è molto meno banale di quel che sembra. Per l'epoca repubblicana si suole identificare una serie di monete ritenute emesse dalla repubblica (che corrispondono, pezzo meno pezzo più, a quelle catalogate dal Crawford), affermando che quelle (e non altre) sono "repubblicane". Ma la situazione è molto più complessa. In primo luogo, molte di quelle monete furono emesse fuori Roma e, molte di quelle emesse fuori Roma, furono fatte battere dai comandanti militari. Si suole ritenerle "repubblicane" per il fatto che il potere che le avrebbe legittimate sarebbe stato l'imperium esercitato dai comandanti. La riconducibilità alla repubblica si identificherebbe, allora, nel profilo giuridico del potere capace di conferire loro valore. Ma se così fosse, che dire dalle monete emesse da due diversi comandanti in momenti di guerra civile? O di quelle emesse dalle colonie, quando si trattava di colonie di diritto latino (e quindi, formalmente, non facenti parte dello Stato di Roma)? In secondo luogo, e soprattutto, durante la repubblica, sui territori governati da Roma, circolavano moltissime monete (soprattutto bronzi, ma anche argenti) emesse palesemente da "governi locali". Alcune di esse portano iconografie chiaramente repubblicane (un asse siciliano, ad esempio, ha Giano bifronte al dritto e, al rovescio, addirittura, la lupa che allatta i gemelli). Altre riportano i titoli dell'autorità emittente, e sono titoli repubblicani (questore, ad esempio, o triumviro per la deduzione della colonia; alcuni di questi titoli peraltro sono scritti in Greco). Se il criterio di distinzione è il potere dell'autorità che emette la moneta, perché non riconoscere anche queste (o, almeno, alcune di esse) come repubblicane? Per meglio analizzare il fenomeno, dobbiamo fare un passo indietro. Dopo la nascita degli Stati nazionali, siamo abituati a considerare lo Stato come un'entità totalizzante e assoluta, con un confine terrestre ben definito. All'interno del confine tutto fa capo - quanto a legittimità - a quell'apparato statale; all'esterno di esso invece è un mondo diverso, e la legittimità va incardinata in altri apparati statali. Ai tempi di Roma (e, in verità, fino più o meno alla pace di Vestfalia, nel 1648) non era così: la legge era regolata dal principio di personalità, non di territorialità. I cittadini di romani si regolavano secondo la legge di Roma ovunque fossero. Non esisteva un confine (salvo il pomerium, vestigia più sacrale che giuridica del territorio originamente collocato al di fuori delle mura della città-Stato); lo stesso limes (concetto, peraltro, sedimentatosi in epoca imperiale) era un "limite" oltre il quale non valeva la pena di avventurarsi, perché la civiltà (quella di Roma, beninteso) non vi era arrivata. La Repubblica, quindi, era un'entità non territoriale, ma sostanzialmente "sparsa" per il mondo grazie al disperdersi dei cives Romani (e destinata, dagli dei, a governare sulle altre genti). Una prova storica di questa mentalità, personale e non territoriale, è data dalle rivendicazioni di molte genti italiche (tipicamente, ma non solo, durante il bellum sociale): chiedevano non la fusione con lo Stato di Roma (che non esisteva), ma l'estensione ai propri componenti della cittadinanza romana. In tale contesto culturale e giudico potevano coesistere, uno a fianco all'altro, regole commerciali incompatibili, modelli matrimoniali differenti, forme di governo amministrativo alternative ... e anche sistemi monetali diversi. E' ben noto che l'espansione di Roma in Italia avvenne mediante un tessuto, a macchia di leopardo, di regimi giuridici diversi: città federate, socii, municipia, città alleate, colonie di diritto romano, colonie di diritto latino, etc. In tale contesto, fu concesso a realtà cittadine distintesi per la loro maggior fedeltà a Romana, di continuare a battere le proprie monete; a quelle assoggettate con la forza, invece, questa potestà fu negata, non però in forza di un'idea (inesistente all'epoca, come evidenziato) che la monetazione fosse monopolio del governo centrale, bensì per contribuire al loro assoggettamento culturale e (di riflesso) commerciale. Ne derivò da subito l'idea che sul territorio governato (di diritto o di fatto) dai cives Romani fosse normale la circolazione di monete diverse; va da sè che quelle della repubblica erano ovunque le monete maggiormente accettate (mutatis mutandis un po' come il dollaro, oggi). In altri termini, nacque da subito il fenomeno di una "monetazione provinciale" ante litteram; "ante litteram" perché, vale la pena ricordarlo, l'Italia non fu mai provincia. Con l'acquisizione delle prime province, a partire dalla Sicilia, lo strumento della monetazione provinciale fu attuato in un'ottica diversa. Era tipico infatti della mentalità romana pescare dalle esperienze del passato per adattare vecchie soluzioni a nuovi problemi. Si ricordi infatti che i lunghi viaggi erano fatti in nave ed erano pericolosi, e quindi costosi. Se, in ipotesi, trasportare mille assi di bronzo da Roma a una colonia costa più di mille assi, o anche poco di meno, ecco che diviene assolutamente antieconomico accentrare la zecca a Roma; meglio coniare le monete in loco, magari con metallo estratto (o depredato ai nemici) a poche miglia di distanza. In questo modo, il fenomeno della monetazione provinciale si diffuse per il mediterraneo con l'espandersi del dominio di Roma, e interessò tutta la storia repubblica a partire della fine della Prima Guerra Punica. Le monete "provinciali repubblicane" sono tante, anche se (per quanto mi consta) non sono mai state studiate in un'ottica unitaria, con riferimento alla storia di Roma; al più, trovano spazio negli studi delle comunità locali. Si tratta soprattutto di bronzi (perché i bronzi, a parità di valore nominale, sono più pesanti degli argenti e, quindi, più onerosi da trasportare da Roma alle province), ma non mancano casi di argenti (ad esempio, in Spagna, in Macedonia e nell'Asia Minore). In questo contesto, esiste ovviamente una fascia grigia: per alcune monete è difficile affermare se siano "repubblicane provinciali" o di comunità del tutto indipendenti da Roma. Esistono addirittura emissioni (locali) che secondo alcuni autori sono proprio ascrivibili al governo di Roma (sarebbero, in altri termini, "repubblicane" ufficiali), come i tre piccoli argenti citati da Debernardi nell'articolo "Un aggiornamento dei tesoretti romani repubblicani del fronte ispanico", in “Acta numismatica” 49, 2019: infatti, Debernardi, Lippi e Campana ("Dal denarius quadrigatus al denarius bigatus: manovre finanziarie e monetarie dopo canne", in “Monete antiche”, gennaio/febbraio 2023) hanno proposto che si tratti di "libelle", intese quali decima parte di denarii che Publio e Gneo Scipione coniarono in Spagna (per gli autori, infatti, il “denario” bigato, così come le didracme o "denarii quadrigati", erano divisi in 10 unità finanziarie - non in 10 assi - denominate, appunto, "libelle").
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  4. Dice bene sandokan. Per esempio, in alcune miniere i minatori disponevano di un gettone personale che ad ogni turno di lavoro consegnavano nel magazzino delle lampade ricevendo in consegna la lampada che recava la stessa scritta del gettone, con la quale scendevano in miniera. Il gettone era appeso a una rastrelliera e indicava che il minatore era in attività. Quando alla fine del turno il minatore risaliva, consegnava la lampada e riaveva il suo gettone. Può darsi che il gettone in discussione avesse una funzione analoga per chi lavorava nell’arsenale, o anche che servisse semplicemente da gettone di presenza. apollonia
    3 punti
  5. Bella moneta in alta conservazione: rilievi ben presenti. Unica nota stonata (ma è una questione solamente di gusto personale) per me, la patina così irregolare "sporca" la moneta (almeno così appare nelle prime due foto, le uniche che rendono giustizia all'esemplare). Per condivisione e confronto allego la mia:
    3 punti
  6. Buongiorno,non ho saputo a resistere all’acquisto fuori asta di questo dupondio,non solo per l’effige di Cesare,ma per il frazionamento voluto,non avendo resto,si è ricavato un asse,senza tante storie.La moneta è gradevole sebbene abbia una patina delicata che può saltare,come è già successo,in caso di urti,ma se ne starà buona a riposo,più che meritato vista l’età………… https://www.deamoneta.com/auctions/view/937/499
    2 punti
  7. Come si può notare anche nei moderni il nome della nazione non viene messo... Viene invece messo nei possedimenti
    2 punti
  8. Diciamo che, se chi non le prende il giorno dell'emissione (perché non ci riesce o non sa che c'è la possibilità dell'acquisto online) evitasse di fiondarsi il giorno dopo su tutte le aste ed i vari compralo subito su ebay, alimentando la speculazione che le vende al triplo o più, forse si riuscirebbe ad acquistarle con più tranquillità da MTM, perché i profittatori non avrebbero più quel rientro economico che hanno sempre, e quindi non avrebbero più motivo di fare razzie il giorno dell'emissione con l'aiuto di amici e parenti o chissà quali strani magheggi informatici
    2 punti
  9. Fatta la premessa di cui sopra, e considerato che la moneta è datata al 36 a.C. (e, quindi, non è "imperiale", in quanto precede le riforme introdotte da Ottaviano Augusto che segnano il passaggio al nuovo sistema monetario tipico dell'epoca imperiale), la risposta secca è questa: da un punto di vista formale, è provinciale (in quanto non è censita fra quelle ritenute "ufficiali" dagli studiosi più eminenti); da un punto di vista sostanziale è sicuramente provinciale (fu coniata lontano da Roma, per esigenze locali), ma questo non esclude che sia anche "repubblicana" (proprio perché la repubblica era una struttura a macchia di leopardo, non monolitica, da un punto di vista sia costituzionale sia, per quel che qui interessa, numismatico).
    2 punti
  10. Allora ti può interessare questo articolo : Unione Monetaria Latina La Convention monetaire di Parigi del 23 dicembre 1865 tra la Francia di Napoleone III, il Belgio di Leopoldo II, l'Italia di Vittorio Emanuele II e la Confederazione Svizzera da vita all'Unione Monetaria Latina, alla quale aderì la Grecia di Giorgio I il 26 settembre 1868. L’obiettivo era quello di permettere la libera circolazione delle valute tra gli stati membri, al tempo in cui il valore delle monete era dato dalla quantità di metallo prezioso in esse contenute. I sistemi monetari dei paesi membri dell’unione erano basati sul bimetallismo tra oro ed argento. Il bimetallismo è uno standard nel quale si garantisce la convertibilità della moneta sia in oro che in argento, con un rapporto fisso tra le quantità dei due metalli. Per franco, lira e dracma si stabiliva un valore intrinseco delle monete pari a 4.5g di argento o 0.29g di oro, con un rapporto 1:15,5 tra i oro ed argento (già utilizzato per il franco). Con un titolo di 900 millesimi in oro vennero coniate monete da 100, 50, 20, 10 e 5 franchi (ed equivalenti negli altri paesi), in argento con un titolo di 900 millesimi le monete da 5 franchi, mentre in argento con un titolo di 835 millesimi le monete da 2 e 1 franco, oltre a monete da 50 e 20 centesimi. Le monete d’oro e quelle d’argento da 5 franchi ebbero corso legale in tutti e quattro i paesi e potevano essere ricevute senza limite nelle casse governative, mentre per le monete divisionarie d’argento vennero stabiliti dei limiti di emissione e limiti di quantità nei pagamenti, con l’obbligo del paese emittente di effettuarne il ritiro contro valute d’oro o pezzi d’argento da 5 lire. Il bimetallismo è uno standard molto instabile, dato che le fluttuazioni del valore commerciale dei metalli, fa sì che quello con valore superiore al valore della valuta, tende ad essere utilizzato come metallo, sparendo dalla circolazione come moneta (legge di Gresham). In particolare, la scoperta di nuovi giacimenti d'oro in California e Australia ridusse il valore intrinseco delle monete realizzate in oro. Sfruttando il rapporto fisso tra oro e argento, questo favoriva il cambio delle monete di valore inferiore con quelle di valore maggiore, causando fughe all'estero di monete di materiale prezioso (es.: l'argento in questo caso). Nel 1868 anche la Spagna adottò un sistema monetario analogo a quello dell'Unione, pur non aderendo mai formalmente alla stessa, per le difficoltà a garantire un adeguato livello di denaro circolante in funzione delle riserve di metallo prezioso disponibile. Analogamente, anche Serbia, Montenegro e Stato Pontificio adottarono la struttura del sistema dell'Unione. L'unione venne dapprima messa in crisi alla fine degli anni settanta, dalla scoperta di giacimenti di argento in Nevada, con la svalutazione di questo metallo. Altra causa scatenante di instabilità fu la fine della guerra franco-prussiana nel 1870: il risarcimento di guerra pagato in argento dalla Francia alla Germania portò ad un'eccedenza di questo metallo tale che la svalutazione che ne seguì fu irrecuperabile. Il risultato fu lo spostamento dei sistemi monetari verso una convertibilità del denaro esclusivamente in oro (gold standard), sulla falsariga del modello adottato per la sterlina nel 1816. Dopo la crisi del bimetallismo nel 1871, il gold standard venne progressivamente adottato da Germania (1871), Belgio (1873), Italia (1873), Svizzera (1873), Scandinavia (1874), Danimarca (1875), Norvegia (1875), Svezia (1875), Olanda (1875), Francia (1876), Spagna (1876), Austria (1879), Russia (1893), India (1898) e USA (1900). L'Unione Monetaria Latina fu formalmente sciolta nel 1926, ma già nel 1914 la piena convertibilità del denaro in oro venne abbandonata a seguito della svalutazione causata dalla crisi economica dovuta all'inizio della Prima Guerra Mondiale, con le riserve in grado di coprire solo una frazione del circolante. Nel 1928 la convertibilità era ristabilita, ma rientrò in crisi con la depressione del 1930, tanto che nel 1937 nessuna nazione garantiva la convertibilità in oro delle monete Questo sistema monetario basato su due metalli, l'oro e l'argento, creò di fatto un cambio fisso anche con quei paesi che, pur adottando standard diversi, avevano comunque collegato le loro monete all'oro. Il tasso di cambio veniva a coincidere quindi con il rapporto tra le diverse parità auree. Per esempio, la sterlina inglese equivaleva a 7,322 gr. d'oro, mentre l'unità monetaria dell'Unione era pari a 0,29032 gr d'oro. Una sterlina inglese era quindi pari a 25,22 lire (o franchi o pesetas ecc...), mentre il tasso di cambio con il dollaro era fissato a 5,18. Il c.d. "Gold standard" fu tra le vittime della Prima Guerra Mondiale, mentre l'oro come moneta rimase fino al 1971, qunando Nixon pose fine alla convertibilità del dollaro.
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  11. Alcune delle monete che hai citato hanno più di un secolo alle spalle, scudi Hercules e del Belgio. Io piuttosto che distruggerle farei un bel lotto a prezzo dell' argento o poco più e vedrei se qualcuno più interessato di te a tenerle lo acquista, magari qualcuno saprà apprezzarle anche se poco conservate. Sicuramente hanno più possibilità di essere acquistabili come monete che come anonimo lingotto, e l' argento è lo stesso, l'unica differenza è che le monete hanno una storia, i lingotti no. Oltre al fatto che la lavorazione in lingotto avrebbe un costo e renderebbe il tutto non conveniente economicamente.
    2 punti
  12. Mi attira l'idea di scoprire dove abiti e venire a darti la giusta punizione che meriti per una pensata del genere, cioè di essere gentilmente adagiato IN GINOCCHIO SUI CECI ed essere costretto a recitare PER ALMENO 5 ORE la seguente preghiera sotto minaccia di vergate ad ogni interruzione imprevista: DIO DENARO NOSTRO! MISERO PECCATOR CONFIDA NELL'IMMENSA MISERICORDIA MAI LATENTE NELLA SPERANZA NELL'UMANITA' CHE DIRIGE A CATASTROFI E SOFFERENZA ANDANTE CHIEDO PERDONO A TE, O DIVINO ONNIPOTENTE NELLA FORMA SCUDO HERCULES DEL BELGIO, 500 CARAVELLE E 1000 ROMA CAPITALE E OGN'ALTRA FORMA TU POSSA AVER DEL CAPITALE SUPPLICO QUINDI LA SALVEZZA PER L'ANIMA MIA NERA CHE PURIFICAR TU POSSA ARDENTEMENTE SPERA O DENARO, PERDONAMI!
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  13. Salve, da una ricerca online dovrebbe essere una dracma di Khusho II anno di regno 10 segno di zecca AY (provincia del Khuzistan)
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  14. Buongiorno. Quale sarebbe la convenienza di un'operazione del genere? Le monete che hai valgono il peso dell'argento. Spenderesti soldi per ottenere un lingotto che varrà il peso dell'argento. Quindi alla fine ci hai perso soldi. Inoltre il lingotto potrebbe essere difficilmente rivendibile. Tanto più se sarà fatto da una ditta sconosciuta. Considerando che un kg d'argento vale 880€, e farsi fare il lingotto qualche centinaio di Euro costerà, direi che economicamente non ha senso
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  15. Ultimi ingressi: - Alteri, Aes grave librale; - Alteri, Rei Publicae Romanae Moneta; - Belloni, Le monete romane dell’età repubblicana; - Campana, Corpus Nummorum Antiquae Italiae; - Fenti, La monetazione romana repubblicana; - Garrucci, Le monete dell’Italia antica; - Healy, Il metallo: mito e fortuna nel mondo antico. Miniere e metallurgia nel mondo greco e romano; - Lulliri, La monetazione cartaginese in Sardegna; - Thurlow-Vecchi, Italian cast coinage; - Vecchi, Etruscan coinage. Ora mi si inizia a presentare un nuovo grosso problema: non ho più spazio 😂😂
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  16. Uno dei 3 siti che, con Oea e Leptis, hanno dato origine al nome Tripolitania, Sabratha, é, probabilmente da inizio del 1^ millennio a.C., un emporio mercantile dei Fenici sulla costa della Libia . A volte soggetta, con gli altri 2 centri, alla vicina Cartagine, dopo le Guerre Puniche ed il "passaggio" nel regno di Numidia, entra definitivamente nella provincia di Africa di Roma . Devastata dai Vandali e restaurata dai Bizantini, dopo il 643 é degli Arabi, fino ad essere in breve , abbandonata : dopo il 1920, ad opera di Italiani, é riportata alla luce, anche con interventi di ricostruzione . Da un vecchio libro, " the antiquities of Tripolitania ( 1981 ) , le immagini a seguire .
    2 punti
  17. Salve. Condivido un 10 tornesi 1858 in cui la V di FERDINANDVS e la V di VTR sono delle A capovolte. Grazie per l'attenzione. Saluti.
    1 punto
  18. Vecchi e nuovi. Come @sdy82 ben sa questa branca del collezionismo può dare grandi soddisfazioni, come la numismatica, e si merita un thread apposito per evitare dispersioni. Comincio linkando le vecchie discussioni aperte fin'ora. E aggiungo un DIZIONARIO GEOGRAFICO PORTATILE del 1813, primo tomo, di autori vari. Si presenta come un comune dizionario con voci in ordine alfabetico ma nelle prime pagine si apre una magnifica cartina:
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  19. Medaglia devozionale Lauretana, bronzo/ ottone, della prima metà del XVII sec. (dopo il 1622).- D/ La Madonna di Loreto , con Gesù Bambino.- R/ San Francesco Saverio, gesuita, e apostolo delle indie. Ciao Borgho
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  20. Il francobollo.. Germania, occupazione Francese, emesso il 17.12.1945, tipografia di Parigi, valore facciale 24 Germania reichspfennig. La bustina che conteneva il francobollo è in pergamino, materiale eccellente per la conservazione dei francobolli.
    1 punto
  21. https://www.amazon.it/Quaderni-laMoneta-2016-giornata-numismatica/ Spedizione gratuita con Prime, o facendolo arrivare in un punto di ritiro convenzionato. petronius
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  22. Russia Confezione da 56 carte (5,8x9 cm): dorso blu (52 + 2 jolly) + 2 calendario 1988 con dorso particolare. Confezione da 56 carte (5,8x9 cm): dorso rosso (52 + 2 jolly) + 2 calendario 1988 con dorso particolare. apollonia
    1 punto
  23. Effettivamente in alcuni punti (tipo sotto il mento del Re) par essere stata pulita e sinceramente è un peccato... chissà per quale motivo hanno provato a pulirla...forse per la patina disomogenea o per qualche macchia... Saluti...Ronak
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  24. Una splendida moneta d’argento che raffigura Roma trovata ora nel terreno dell’Anfiteatro romano di Volterra VOLTERRA – Mentre un gruppo lavora all’individuazione del banco roccioso su cui poggia l’anfiteatro e all’individuazione delle tecniche di integrazione costruttiva tra la base dell’edificato e il contesto naturale, un secondo gruppo di archeologi opera per portare alla luce parti dell’anfiteatro ancora totalmente sepolte. Ed è tra il materiale che è stato trasportato nei secoli o che è sceso dal colle per dilavamento che è apparsa oggi una scintillante moneta romana d’argento. Che non è stata persa quindi dagli spettatori che assistevano ai giochi gladiatori, ma da qualcun altro più di 100 anni prima che l’anfiteatro stesso fosse costruito. La moneta, un denarius d’argento, risale al periodo repubblicano e fu battuta da Marco Cecilio Metello attorno al 127 a. C. Una moneta che rappresenta Roma, con l’elmo in testa, il nome poco dietro la nuca, come la conosciamo raffigurazioni arcaiche, per certi aspetti simile a Minerva, che tendono poi a ridurre la propria presenza iconografica andando verso l’Impero. Nel verso della moneta è battuto uno Scudo macedone decorato con testa di elefante, circondato dalla scritta M · METELLVS Q · F ·. Il tutto in una corona di alloro. Marcus Cæcilius Metellus Quintus Junior era il terzo dei figli di Quintus Cæcilius Metellus Macedonicus. Svolse la carica di magistrato monetario presso Quinto Fabio Massimo Eburnus e Caio Servilio intorno all’anno 631 a.C. (123 a.C.). Divenne console nel 639 a.u.c (115 a.C.) Emilio Scauro. L’anno successivo fu inviato come proconsole in Sardegna e, dopo aver sconfitto gli isolani in rivolta, tornò trionfante a Roma. Lo scudo macedone ricorda le vittorie ottenute in questo Paese dal padre del console e in particolare il suo trionfo sulla rivolta di Andrisco nel 148 a.C., dopo la quale la Macedonia divenne una provincia romana . Sull’umbone dello scudo è raffigurata una testa di elefante in ricordo della vittoria di un altro suo antenato, Lucio Cecilio Metello, sugli elefanti cartaginesi a Panorma nell’anno 503 aC (251 aC). L’anfiteatro romano di Volterra – successivo a quell’epoca – è un edificio monumentale della città di epoca imperiale, ancora in fase di scavo. La sua scoperta risale all’estate del 2015, avvenuta in modo del tutto casuale durante alcuni lavori di ripristino idrogeologico eseguiti dal Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno. Situato a pochi passi dalla Porta Diana e dal cimitero urbano, l’anfiteatro è venuto alla luce grazie ai primi saggi di scavo e a un’indagine topografica, che hanno permesso di determinarne l’estensione e la tipologia di costruzione. Le evidenze raccolte suggeriscono che l’anfiteatro risalga approssimativamente al I secolo e che misuri 65 x 82 metri. Si stima che potesse ospitare tra le 8000 e le 10000 persone. È interessante notare che nessuna fonte storica pervenutaci menziona l’esistenza di un anfiteatro a Volterra, e le cause del suo parziale crollo e successivo interramento rimangono tuttora sconosciute. A partire dal 2019, sono stati avviati gli scavi, che continuano tuttora, concentrandosi sulle gradinate e sulle relative gallerie sottostanti. Inoltre, è stata raggiunta l’arena, situata a circa 10 metri dal livello dello scavo, con il sistema di smaltimento delle acque reflue ancora intatto. https://stilearte.it/una-splendida-moneta-dargento-che-raffigura-roma-trovata-ora-nel-terreno-dellanfiteatro-romano-di-volterra/
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  25. Bava di conio, lustro, bei rilievi, plus a tinchitè come si direbbe dalle mie parti...quanti ne vuoi ancora?!😜 ps:ovviamente si scherza, rispetto il tuo parere come quello di tutti gli altri... Saluti...Ronak
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  26. Facciamo un piccolo esame a questa lettera antica, e' scritta su di un foglio solo ripiegato senza busta chiamato "plico" detto dai collezionisti anche piego, ... ....nel punto contrassegnato per la chiusura veniva apposta la "nizza" cioe' una piccola ostia di carta che a volte poteva avere un' incisione di un sigillo araldico o altro a secco. Sopra alla nizza per sicurezza si poteva a questo punto mettere la ceralacca. E' bene dire per chiarezza, che la ceralacca mancante in molte di queste missive veniva tolta di proposito dagli archivisti dei vari enti dove veniva conservato questo materiale per recuperare spazio e non macchiare il documento accanto. Spesso quando troviamo materiale con la ceralacca integra viene da archivi privati.
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  27. Hallo Jagher, 10-15€ cadauna, anche di più in base alla conservazione (che da foto non voglio valutare), il problema è come sempre trovare qualcuno che te le compra 😁 Quelle della RFT sono ancora convertibili presso una filiale della Bundesbank. Njk
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  28. Direi indubbiamente di si sono monete interessanti, quindi c'è senz'altro un surplus a mio parere.
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  29. Ciao Grazie dell'aiuto. Confermo il peso Diametro 0,9 - 1,0 e spessore 2 mm
    1 punto
  30. @lucius LX ottimo pezzo, che per ovvi motivi reputo di grande interesse Contribuisco con il mio esemplare.
    1 punto
  31. Ahahahah ormai anche IPZS fa gli acchiappa click.... che tristezza
    1 punto
  32. Le Caravelle sono state coniate in oltre cento milioni di esemplari, possiamo rifonderne quante vogliamo, in giro ne resteranno comunque troppe. Sinceramente io trovo più svilente vedere che una moneta così bella venga venduta a peso, per cui troverei auspicabile una diminuzione degli esemplari esistenti tale da dar loro anche solo un minimo di surplus di valore numismatico, così che non sia più conveniente venderle a secchi insieme a bracciali, accendini e catene.
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  33. ciao @grigioviola Una cosa è certa: La zecca di Colonia era la zecca gallica principale sotto il regno congiunto Valeriano/Gallieno e era ancora operativa quando la famiglia imperiale ci fece una sosta nella primavera del 257. Questo soggiorno diede luogo alla coniazione di busti eccezionali a sinistra di Gallieno con lancia e scudo durante l'emissione che precede quella della moneta in discussione: Ma cosa succede dopo? Dominique Hollard ha dimostrato in un articolo che già conosci la continuità della coniazione gallica di Salonino da cesare e da augusto con quella di Valeriano II divinizzato, ma anche con le prime coniazioni a nome di Postumo (monete ibride, rilavorazione di conii). Se ammettiamo l’ipotesi della zecca unica di Treviri per le emissioni di Postumo dal 260 (e fino al 268), dobbiamo perciò ammetterla, come lo fa Hollard, per i due figli di Gallieno dal 258. Alcune identità di conii di dritto con diverse tipologie di rovescio indicano che la zecca mosellana aveva probabilmente a quel tempo una sola officina. https://www.academia.edu/5469867/_2014_SALON_VALERIANVS_AVG_PIETAS_AVG_un_antoninen_inédit_pour_Salonin_Auguste_260_ Per quanto riguarda la cronologia probabile, vi rimando allo studio di Bruno Bourdel « Les antoniniens émis sous le règne conjoint des empereurs Valerien et Gallien » (2017). https://www.forumancientcoins.com/numiswiki/view.asp?key=Bourdel Sembra che la morte di Valeriano II e l'usurpazione di Ingenuo nel 258 dettero luogo ad una significativa riorganizzazione delle zecche periferiche (chiusura di Viminacium, apertura della zecca di Mediolanum e trasferimento della zecca di Colonia a Treveri) p. 12: Il già citato dettaglio dei nastri svolazzanti della corona radiata (« bandeau 2 » del testo) costituirebbe un buon indicatore della zecca di Gallia Belgica, assieme alla riduzione del titolo dell'argento degli antoniniani rispetto alla zecca di Colonia (le chifre tra parentesi della tabella cronologica, P.10): Come nel caso di Postumo, e anche se alcune ipotesi sono state oggi definitivamente respinte, l'intera sequenza delle zecche galliche di Gallieno potrebbe essere rimessa in discussione in futuro, ma gli argomenti basati sulle ricerche più recenti appaiono allo stato attuale delle conoscenze piuttosto convincenti.
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  34. SI riferisce a tutte le monete d'oro del'Unione Monetaria Latina, le quali hanno peso uguale a 32,258 grammi saluti
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  35. Esatto; porto avanti la raccolta di monete e banconote della DDR; cominciai nel 1990, all'indomani della caduta del Muro. Non é una raccolta facile e, come si vede, non ho ancora finito ( e forse non finirò mai...) un saluto
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  36. Ciao @Stilicho , la moneta dovrebbe essere stata emessa dalla zecca di Vienne in Gallia Narborense , vicino Lugdunum , quindi e' moneta provinciale . In foto la moneta intera , C.I.V. ( Colonia Iulia Viennense (?) )
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  37. CARTE DA GIOCO Cartier, Parigi, in custodia di pelle color bordeaux ancora sigillate. apollonia
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  38. Come vi capisco, io ormai ho sforato il 1000, tra libri, riviste e cataloghi, e come arriva il corriere ricevo occhiatacce dalla mia compagna, che mi dice “non abbiamo più spazio, dove li metti ora questi?”. Ma io non mi arrendo e continuò a prendere nuovi volumi, per leggere e godere delle monete contenute in ogni pubblicazione. Resistete, perché la nostra passione, o malattia è duplice, Numismatica associata ai libri. 😂😂😂😂
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  39. Ciao Saturno, ho il sospetto che tu sia un po' invaghito della DDR (RDT) 😁 dallo Jaeger I fusi documentati sono 25 pezzi. Servus, Njk
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  40. Buona Sera Lasciando in sospeso il lotto 713, proseguendo, facendo riferimento all’ordine indicato nel MIR per i Fiorini “modello”, consideriamo il lotto 717. Per questa imitazione il modello è il Fiorino MIR 5-19 segno giglio, almeno questo sembrerebbe vista la approssimazione e la scarsa cura nella realizzazione. Esistono altre imitazioni di questo segno, tra quelle che ricordo questa è quella realizzata peggio. Allego per confronto un paio di immagini, la prima proveniente da un’asta Rauch del 2014, l’altra è relativa alla collezione del British Museum. Per entrambe le monete sono evidenti, pur in misura diversa, tracce di circolazione. Faccio una considerazione con riferimento ai risultati economici dell’asta; se guardiamo i prezzi medi di realizzo per grammo (bestemmia in ambito numismatico), i risultati sembrano premiare le imitazioni e i fiorini improbabili. Realizzare un conio credibile per realizzare falsi è complesso, realizzare quello di un obbrobrio che ricordi una imitazione è una passeggiata. Non è improbabile, date le caratteristiche dell’oro, esistano imitazioni “postume”. Per tutte le imitazioni sia il bottone sul petto del Santo che il bisante alla base della croce sono “bucati”. Analizzando, dove possibile, i punzoni, si notano in alcuni casi similitudini con altre imitazioni. Nell’ordine un Fiorino di Firenze, L’imitazione Bolaffi, quella Rauch e quella del British Museum. Qualche appunto all’intervento dell’utente mero mixtoque imperio del quale fatico a comprendere alcune affermazioni. Senza alcun intento polemico. In base a quali dati quello napoletano risulta essere il caso principale? Gli zecchieri fiorentini non hanno operato solo a Napoli, inoltre perché dovevano essere fiorentini per imitare i Fiorini. Quale poteva essere l’interesse della Repubblica di Firenze che per altro imponeva ai suoi mercanti di coniare il loro oro solo nella Zecca di Firenze. Ricordo che l’oro usato per coniare Fiorini era di mercanti e banchieri e la Zecca incassava una percentuale sull’affinatura e la coniazione. Se fosse stato consentito di coniare fuori quale era l’interesse di Firenze? Vorrei specificare che anche i Fiorini di Napoli o dello Stato della Chiesa, di Savona, Gorizia e altri sia in ambito italiano che estero erano imitazioni, Firmate ma sempre imitazioni, cosa diversa le imitazioni anonime dove l’emittente non è specificata e sfrutta il nome e la fama di Firenze. Coniare fuori Firenze (imitazioni anonime) costava meno, ma anche il prodotto era di qualità e aveva un gradimento inferiore. cordialità
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  41. Buongiorno Litra68, come hai già ipotizzato, la scatolina non ha assolutamente nulla a che vedere con il gettone che hai postato. Non conosco questo gettone, ma è del tutto simile a quelli predisposti da fabbriche, cantieri, uffici, ecc, per depositare e ritirare o oggetti personali (abiti, bici), oppure per ritirare e restituire gli arnesi da lavoro che venivano ritirati dai magazzini ; il foro praticato serviva generalmente per impilare i gettoni su apposite asticciole metalliche. Buona serata. @Litra68
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  42. Salve, per me collezionare monete significa soprattutto preservare la storia che racchiude ognuna di essa. Perché eliminarle per ottenere un lingotto anonimo? Se proprio vuoi darle via consiglio la vendita, e sono sicuro che ci saranno collezionisti pronti a prenderle. 🙂
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  43. Piacevole serata dove si sono identificate delle monete ed i presenti hanno potuto vedere un bel numero di monete greche, romane e delle monete spagnole coniate nelle zecche del nuovo mondo. Visto che la serata è stata apprezzata replicheremo anche in uno degli appuntamenti di questo autunno/inverno. Dopo la pausa estiva riprenderemo con una interessante conferenza, a metà luglio verrà presentato il calendario degli incontri/conferenze per il periodo settembre/dicembre 2024.
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  44. Salve @lucius LX Infatti questa tipologia con legenda GERMANICVS MAX V è comune alle zecche di Treviri e Colonia (Lugdunum non ha mai coniato per Valeriano e Gallieno). A Colonia a partire dal settembre 256, trasformandosi a tratti in una zecca itinerante che segue Gallieno durante le sue campagne militari contro i Germani, e poi a Treviri, luogo di residenza del nuovo cesare Salonino dall'autunno 258, dopo la morte di Valeriano II e l'usurpazione di Ingenuo. Per distinguerle, basta guardare i nastri della corona radiata: divergenti a Colonia con un nastro che scende sul collo, entrambi rivolti verso l’esterno a Treviri. Antoniniano di Treviri: Il tuo antoniniano proviene quindi dalla zecca di Colonia, e con questa legenda corta GALLIENVS P F AVG al dritto, risale al 257. Nota bene: Nel MIR, Robert Göbl non ha fatto la distinzione, e l'intera tipologia è stata attribuita alla zecca di Colonia. (Göbl 872).
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  45. Ciao Mi sa che hai sbagliato forum allora per queste info😅 Qua le compriamo le monete, non le facciamo estinguere 😅 Poi le caravelle..... @ART Ciao Pierluigi
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  46. ..per le eccellenze del sistema produttivo ed economico proporrei un emissione per la "Trattoria da Rosina" dal 1956.. ...che fa delle tagliatelle spettacolari ed un coniglio in porchetta con le cotiche e il finocchietto da intenditore, il tutto innaffiato da un verdicchio del contadino a temperatura grotta di tufo.
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  47. Grazie come sempre caro @PostOffice Vedo di acquisire anche altri pareri
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  48. Eccole qui! Un Re dopo 63 anni... https://www.bankofengland.co.uk/banknotes/current-banknotes
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  49. Buongiorno @Artax, Legge N°1176 che prescrive il sistema monetario del regno del 20 Aprile 1818 TITOLO I° Disposizioni generali ARTICOLO 1.L'unità monetaria del nostro regno delle Due Sicilie,cui i prezzi ed ogni specie di valutazione in numerario si riportano,ha nome DUCATO.La sua materia è una massa di argento del peso di acini napoletani 515,pari a cocci siciliani 416 161/1000(cioè cocci siciliani 416 e cento sessantuno millesime parti di un coccio),a grammi 22 943/1000(cioè grammi 22 e novecento quarantatre millesime parti di un grammo),e del titolo di 833 1/2 millesime parti di argento puro di coppella,e di 166 2/5 millesime parti di lega,che ricade a cinque sesti di argento puro ed a un sesto di lega. ARTICOLO 3.La tolleranza di titolo è di tre millesimi in più o in meno.Al di sopra o al di sotto di tre millesimi,le monete di argento non saranno dalla nostra zecca messe in circolazione. TITOLO II° Monete di argento ARTICOLO 15. (trascrivo solo la parte inerente ai 120 grana) La detta moneta né dominj al di là del Faro ha nome sei tarì. Il dodici carlini del peso di Napoli acini 618,pari a cocci di Sicilia 499 39/100,a grammi 27,532. da :LEGGI E DECRETI MONETARI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE (8 dicembre 1816-6 settembre 1860) di DANILO MAUCERI. quindi come puoi vedere le piastre da 120 grana saranno coniate in argento 833 con peso di 27,532 grammi per tutto il regno delle due sicilie,altre piastre di peso e materiale diverso,nonché in metallo vile ricoperte con lamine di argento sono da ritenersi dei falsi d'epoca.
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