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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/22/24 in tutte le aree

  1. Buonasera, recentemente ho aggiunto in collezione un Follis di Galeria Valeria, il primo di questa Augusta, ha un bel modulo a mio avviso peccato che non riesca a fare delle foto che facciano risaltare la patina. Non vorrei perché non ho usato il mio solito panno rosso. Riporto un po' di notizie prese come al solito da Wikipedia. Galeria Valeria (... – Salonicco, 315) era figlia dell'imperatore romano Diocleziano, seconda moglie dell'imperatore Galerio, nonché Augusta. Galeria Valeria era figlia di Diocleziano e Prisca e sposò Galerio nel 293, quando suo padre lo elesse cesare per l'Oriente. Questo matrimonio, chiaramente organizzato per rafforzare i rapporti tra i due imperatori, richiese che Galerio divorziasse dalla sua prima moglie, di cui si ignora il nome. Il padre diede alla figlia il titolo di Augusta per evidenziare la preminenza di Galerio tra i tetrarchi e il titolo di mater castrorum (madre degli accampamenti) nel novembre 308. Probabilmente sterile, Valeria non diede figli a Galerio, per cui decise di adottare come proprio il figlio di una concubina di suo marito, di nome Candidiano. Valeria simpatizzava con i cristiani, mentre suo marito li perseguitava. Quando Galerio morì, nel 311, Licinio divenne imperatore, e gli furono affidate Valeria e sua madre Prisca. Le due donne, comunque, furono costrette a sacrificare agli dei e fuggirono da Licinio, molto interessato a sposare Valeria, per mettersi sotto la protezione di Massimino Daia, già sposato, la cui figlioletta venne promessa in matrimonio a Candidiano. Poco tempo dopo però anche Massimino Daia, volendo rafforzare la sua posizione al potere e impadronirsi dell'eredità di Galerio, propose a Valeria di sposarlo, promettendole che avrebbe divorziato dalla prima moglie. Narra il retore Lattanzio nel De mortibus persecutorum che Valeria indossava ancora le vesti nere del lutto per Galerio e dignitosamente rifiutò le proposte di matrimonio di Massimino, grazie alla libertà che come augusta e figlia dell'imperatore poteva permettersi: le sue argomentazioni furono che era ancora in lutto; che l'ex marito che era stato padre (adottivo) di Massimino, quindi il legame appariva quasi incestuoso; che era riprovevole ripudiare una moglie fedele e un tale marito avrebbe fatto lo stesso con lei alla prima occasione; infine che un'augusta prendesse un secondo marito era cosa contraria agli usi e senza precedenti. Massimino si infuriò contro Valeria, ma non osava ucciderla, per cui la punì indirettamente, facendo condannare a morte tre nobili matrone sue amiche con false accuse di adulterio. Poi la fece arrestare e confinare in Siria, confiscando le sue proprietà. Valeria tuttavia riuscì con dei messi ad avvisare il padre della sua situazione, chiedendo aiuto. Diocleziano inviò a più riprese dei legati, ma le sue richieste di riscattare la figlia non vennero ascoltate da Massimino. Alla morte di Massimino, Licinio decisa di avviare una purga dei possibili rivali, per cui fece assassinare Candidiano, nipote di Diocleziano, a Nicomedia e ordinò la pena capitale per Valeria. La donna fuggì, nascondendosi in varie provincie per più di un anno, mascherata da plebea, finché non fu trovata a Tessalonica; fu catturata assieme alla madre Prisca. Le due donne furono portate, tra la compassione della folla, fino alla pubblica piazza, dove vennero decapitate. I loro corpi furono gettati in mare. Di seguito la classificazione della casa d'Aste. Galeria Valeria (Augusta, AD 293-311). Æ Follis (24mm, 7.2g). Antioch mint, 3rd officina. Struck under Galerius, circa late AD 308. Draped bust right, wearing stephane. R/ Venus standing left, holding up apple and raising drapery over shoulder; –|(crescent)/Γ//ANT•. RIC VI 98. Saluti Alberto
    5 punti
  2. Incatena l'amore alla fedeltà. La fedeltà è legata strettamente con l'amore. Citazione che troviamo al D/ di un esemplare di Osella di Murano dell’anno 1679 con provenienza asta Negrini, giugno 2024, lotto 947. Ricordiamo dal CNI: “Non si conosce l'epoca precisa in cui la Repubblica di Veneria abbia concesso alla Comunità di Murano di poter fare coniare, nella vecca di Venezia, un limitato numero di oselle, secondo le consuetudini. La più antica osella conoscinta risale al 1581; però risulta che anche prima se ne sono battute e lo Zanetti ritiene che qualche anno dopo il 1521 i Muranesi abbiano ottenuto siffatto privilegio. A Murano le oselle venivano donate. Dopo il 1581 vi è un'interruzione di quasi un secolo fino al 1673, in cui si riprende la battitura delle oselle, procedendo con brevi intervalli fino al 1796. Le oselle di Murano, per metallo, peso e valore erano simili a quello di Venezia ed al pari di esse avevano corso quale moneta.” Osella coniata sotto il dogato di Alvise Contarini.
    4 punti
  3. Un aspetto molto insolito per un follis ufficiale , e se fosse dovuto alla tecnica di produzione dei tondelli, non so spiegarmi perché il metallo in eccesso copra una zona incisa (il cerchio della perlinatura) Potrebbe essere un falso d’epoca, fatto ad esempio con uno stampo in terracotta simile a quelli venduto alcuni anni fa dalla CNG, fra cui 3 esemplari alessandrini per Galeria Valeria: Dopo la tetrarchia questo metodo di contraffazione diventa molto più raro, i falsi generalmente vengono coniati e non più fusi.
    3 punti
  4. Un po' di monete Americane.
    2 punti
  5. Buona sera, interessante moneta. Le monete in questione furono coniate dopo la conquista della Sicilia di Enrico di Svevia in sostituzione di monete del tutto simili in diametro e aspetto coniate sotto i re normanni. Tali monete vengono generalmente denominate frazioni di Dirham, anche se in realtà non si capisce bene di quale nominale si tratti. Il peso di questo nominale sotto i normanni è generalmente intorno ai 0.45 g per circa 10 mm di diametro. La moneta è in mistura di argento Sotto Enrico questo nominale, evidentemente apprezzato dalla popolazione fu coniato abbondantemente. A una prima produzione del tutto simile a quella normanna, 0.4- 0.45 g di peso per 10 mm di diametro (ma meno di 1 mm di spessore) in mistura si assiste ad un progressivo scadimento della mistura di argento che viene compensato con un forte aumento di peso. Il peso aumenta perchè aumenta lo spessore, che supera i 2 mm, come in questo esemplare. Gli ultimi esemplari coniati salgono di peso in maniera consistente e superano il grammo. Io ne posseggo 2: una di dimensioni e peso standard e uno di 1,12 g. Questo da 1,59 g è in effetti il più pesante di cui ho contezza. Si era fatta una discussione sull'argomento qualche anno fa, che tra l'altro sarebbe bello riprendere, in cui ho anche inserito una foto dei miei esemplari.
    2 punti
  6. Ragazzi grazie a voi che dimostrate interesse, il mio scopo e' stato fin dall'inizio quello di divulgare questa materia. Dare le chiavi per capirla crea altri filatelisti, accresce l'interesse per un sano studio e divertimento. Solitamente i collezionisti con esperienza quando devono spiegare una cosa o gli viene posta una domanda, hanno sempre quell' atteggiamento poco chiaro del "dico e non dico", ...impauriti di crearsi rivali che andranno a sottrargli i tesori di pulcinella.. ...questo perché si "riduce" questo hobby a business.
    2 punti
  7. Ciao, testone giubilare di Clemente VIII (Munt. 13). Autentico, fortemente tosato (il peso regolare dovrebbe essere tra 9.30 e 9.40 grammi) e con segni piuttosto evidenti di corrosione: questi potrebbero essere anche legati a conii logori per usura o a lavaggio aggressivo con qualche acido. Ti allego due esemplari molto simili al tuo per aspetto generale e peso. Michele
    2 punti
  8. Sono molte, per fortuna, le monete che esistono e non sono segnalate sui cataloghi od in pubblicazioni, solo per le Savoia tante esistenti sul nostro catalogo non sono state inserite nel volume del Cudazzo che dovrebbe essere il più aggiornato.. Come mai sia possibile ha molte spiegazioni, l'importante è che fra tutti i collezionisti si tenga memoria di queste mancanze. Anche questo è numismatica!
    2 punti
  9. Cari tutti, di recente, sono venuto in possesso dell’esemplare in oggetto che presenta al R/ lo stemma coronato entro un cerchio perlinato. E’ proprio la presenza del cerchio perlinato che renderebbe l’esemplare non solo molto raro ma forse anche inedito. L’occasione è quindi di condividere con voi questo nuovo ingresso e magari leggere qualche vostra osservazione e/o informazione al riguardo. Grazie e saluti. Ringrazio @anto R
    2 punti
  10. Perché oramai lo sanno anche i sassi che scrivere "perito Giuseppe Graziano" su una moneta equivale a scrivere "ciao, sono una moneta falsa in una falsa perizia a nome di un perito falso"
    2 punti
  11. 2 punti
  12. Vecchi e nuovi. Come @sdy82 ben sa questa branca del collezionismo può dare grandi soddisfazioni, come la numismatica, e si merita un thread apposito per evitare dispersioni. Comincio linkando le vecchie discussioni aperte fin'ora. E aggiungo un DIZIONARIO GEOGRAFICO PORTATILE del 1813, primo tomo, di autori vari. Si presenta come un comune dizionario con voci in ordine alfabetico ma nelle prime pagine si apre una magnifica cartina:
    1 punto
  13. Salve condivido immagini di una cartolina di Trieste viaggiata. Molto bella a colori nonostante il periodo. Chiedo ai più esperti maggiori informazioni in generale sull’oggetto. Ringrazio in anticipo
    1 punto
  14. Signora 80enne va nei campi con un metal detector e scopre capolavoro di cesello in oro del VII secolo. Lo vende per 18mila 900 euro Un sorprendente pomo d’oro di una spada sassone del VII secolo, scoperto a Billesdon, nel Leicestershire, da una detectorista di 81 anni durante un meeting di cercatori, è stato venduto per un prezzo di martello di £16,000 equivalenti a 18mila 913 euro in una vendita di Monete Antiche e Antichità da Noonans Mayfair giovedì 20 giugno 2024. È stato acquistato da un offerente via internet. La scoperta e la vendita Dopo la vendita, Nigel Mills, esperto di Manufatti e Monete presso Noonans, ha commentato: “Questo era un pezzo stupefacente e siamo molto soddisfatti del risultato. Ulteriori ricerche hanno mostrato che il nome del luogo Billesdon significa ‘collina della spada’, quindi è molto appropriato che il pomo, che riteniamo appartenesse a un capo anglosassone che probabilmente lo perse in una battaglia con un vichingo”. Prima della vendita, la scopritrice, che desidera rimanere anonima, ha raccontato con entusiasmo: “La scoperta è avvenuta nel mese di luglio durante un incontro locale di cercatori. Mentre cercavo in un punto che tutti dicevano non contenesse nulla, ho ricevuto un segnale dal mio Minelab Deus 2. Dopo aver scavato fino a una profondità di 7 pollici – 17,7 centimetri, ndr – ho scoperto un pomo d’oro di una spada sassone risalente agli inizi del VII secolo d.C. decorato con un motivo a filigrana.” Il pomo è stato dichiarato tesoro – cioè reperto culturale di pubblica valenza – ma il Museo di Leicester ha rifiutato di acquistarlo ed è pertanto stato possibile collocarlo sul mercato, mancando un’offerta di acquisto, in prelazione, da parte dell’ente pubblico.. Questo ha permesso alla scopritrice di metterlo all’asta, dove ha ottenuto un notevole prezzo. Descrizione del pomo Come ha spiegato Mills, esperto della casa d’aste,: “il pomo della spada è un bell’esempio di raffinato oro anglosassone che misura 4 centimetri per 1,5 centimetri e pesa 20,5 grammi. Ha la forma di un cappello inclinato con ornamenti a filigrana in filo perlato. Su un lato ci sono due draghi o bestie che si affrontano con le teste e le zampe anteriori che si toccano. L’altro lato ha un motivo intrecciato a forma di serpente. È paragonabile al tesoro di gioielli d’oro scoperto dai detectoristi nello Staffordshire, mentre il motivo delle bestie confrontanti sui supporti della spada può essere visto su uno scudo dal sepolcro navale di Sutton Hoo. Il pomo sarebbe stato fissato all’estremità del manico della spada sia come contrappeso sia per impedire alla mano di scivolare. Le immagini visualizzate avrebbero conferito un potere mistico alla spada.” Il percorso della scopritrice Nei 60 anni in cui ha cercato tesori, la scopritrice ha trovato molte monete medievali e romane. Ha iniziato a cercare negli anni ’60, quando la tecnologia dei metal detector era ancora agli albori e l’attività non era molto diffusa. All’epoca, le persone le chiedevano spesso cosa stesse facendo e lei rispondeva scherzosamente che stava cercando bombe. Questo lungo percorso di ricerca e scoperta ha finalmente portato al rinvenimento di un manufatto di rilievi.. Il luogo del ritrovamento Billesdon è un piccolo villaggio situato nel distretto di Harborough, nella contea del Leicestershire, in Inghilterra. Questo villaggio, con una popolazione di circa 900 abitanti, è noto per la sua storia antica e le sue pittoresche campagne. Il Leicestershire stesso è una contea ricca di storia, che vanta numerosi siti archeologici e storici, tra cui il famoso Bosworth Field, dove si svolse la battaglia decisiva della Guerra delle Rose. Il nome Billesdon, che significa “collina della spada”, aggiunge un tocco di destino alla scoperta del pomo. La storia del villaggio e della regione circostante è intrisa di leggende e racconti di battaglie, rendendo il ritrovamento del pomo ancora più significativo. Condivisione dei proventi La scopritrice dividerà i proventi della vendita con il proprietario del terreno dove è stato trovato il pomo. Con la sua metà del ricavato, la scopritrice intende acquistare un nuovo veicolo, un acquisto pratico che le permetterà di continuare la sua passione per la ricerca di tesori con maggiore comodità e sicurezza.
    1 punto
  15. Proprio per il fatto di essere stato emesso per il Giubileo, questo testone è stato coniato in grande quantità ed è quindi una moneta comune. Per quanto riguarda una stima, se la dovessi acquistare, in questa conservazione (MB) potrebbe essere quotata tra 70 e 90 euro. Se invece la volessi vendere, fai la metà.
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  16. Esatto, non ho interesse a farne pubblicità o a pubblicarla sui cataloghi. Grazie per aver compreso.
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  17. La tua ipotesi è valida, ma naturalmente non lo potremo mai sapere con certezza Il francobollo è il valore da 10 lire della serie Italia al Lavoro, emessa nel 1950 e composta da 19 valori, ognuno dedicato a un mestiere tipico di una regione italiana. I valori sono soltanto 19 e non 20 perché il Molise è diventato regione autonoma solo nel 1963, qui infatti condivide con l'Abruzzo (meglio "gli Abruzzi") il valore da 6 lire https://www.ibolli.it/php/ems-italia-306-Italia al lavoro.php petronius
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  18. Ajahahahahaah Non va in ferie per la filatelia/storia postale😁
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  19. Bella bellA questa. Parte da Trieste il 7 dicembre 1918 (annullo discreto, lunette vuote), arrivata a Sava (lecce all' epoca, ora taranto) il 12 dicembre dello stesso anno. Affrancato con bollo da 10 centesimi Leoni Rosso. Per me è affascinante, anche esteticamente. Lascio la parola seria a @PostOffice, sperando di non aver scritto fregnacce 🤣. Nel caso, desidererei essere corretto, sempre per imparare. Thanks
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  20. No hai perfettamente ragione tu,.. ma la memoria mi diceva che il 30c fosse quotato di meno, scusate..avrei dovuto consultare il pesante librone. Il Sassone che e' il catalogo di chi vende, li quota nuovi con lo stesso valore. ..solo 10€ in piu' dell' Unificato, ed inoltre il Sassone non riporta una quotazione per i linguellati. Questa emissione è molto particolare, in primis fu venduta solo in alcune città italiane e fu usata raramente per l' invio normale della posta,.. ..infatti la sopratassa pro camicie nere ne penalizzo' l' acquisto e l'uso, la tariffa postale dell' epoca per una lettera primo porto era di 30c. ed esistevano altri tagli di francobolli per coprire questa tariffa senza pagare la sopratassa. Furono invii prettamente filatelici gli esemplari su busta e gli usati sciolti sono pieni di annulli falsi. Sicuramente l' acquisto della serie allo stato di nuovo è consigliabile.
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  21. CAS seri col medico serio R, D I nate = casse ricolme di cose riordinate Buon pomeriggio
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  22. Ciao @Stilicho , poni osservazioni giustissime e competenti . Per la prima parte del tuo intervento la casa d' asta infatti scrive genericamente AE (bronzo) con peso di 9,63 grammi il che riconduce la moneta piu' ad un Asse piuttosto che a un Dupondio . Di contro la moneta che ho postato nella risposta n° 4 , presa dal RPC 517 ha un peso di 20,40 grammi , quindi compatibile con un Dupondio (ma anche con un Sesterzio) , il RPC 517 lo riporta come Dupondio (credo che tutta la monetazione in bronzo di Augusto faccia riferimento ai tre moduli A-D-S , esclusivamente in base al peso piuttosto che alla composizione delle monete) Di conseguenza la moneta di Deamoneta pesando solo 9,63 grammi si puo' ascrivere ad un Asse . Per quanto riguarda la composizione mineralogica della moneta , cioe' se composta di solo Rame oppure di Rame e Zinco (oricalco) , concordo con te quando scrivi che le nostre conoscenze , sulla Storia romana e in particolare sulla monetazione , presentano punti ancora poco chiari . Nel caso specifico l' Oricalco , gia' conosciuto in Grecia fin dal V secolo a.C. , fu introdotto costantemente da Tiberio , prima di lui Augusto conio' Oricalco di prova ? come diremmo oggi proof ?
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  23. Salve, forse l ho trovata. È un jital ghaznavide del sultano Khusraw Shāh (1152-1160) zecca di Lahore (Pakistan)
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  24. L'unica moneta sabauda che mi viene in mente con quel tipo di croce sono i vari bianchetti, obolo di bianchetto e maglie di bianchetto nei vari duchi, ma al rovescio non mi risulta che finiscano con una S prima della croce... È in condizioni che non facilitano la lettura di quel che si intravede delle legende... difficile venirne a capo.
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  25. Basterebbe una serie di monete dedicate ai Papi (una per papa) e può andare avanti decenni...
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  26. Tornando al discorso della classificazione, come detto, e' chiaro che tutto nasce dalla nostra esigenza di catalogare e classificare tutto (forse perchè ciò ci rassicura, ci dà certezze), ma la monetazione romana e' complessa (così come la sua evoluzione durata un millennio, a braccetto con la storia in senso lato) e non sempre si può giungere a conclusioni definitive, esistendo ancora molti punti oscuri. E' chiaro che questo deve essere lo sprone a studiare e ad approfondire.
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  27. I miei tre francobolli. 30 centesimi 59 centesimi 1 lira e sopra 50 centesimi
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  28. Inizia poi una sfilza di cartine politiche, fisiche e tamatiche delle quali vi presentero solo quelle europee (sennò non finisco più...) In due pagine troviamo cartina fisica e politica, mentre le tematiche sono quattro in totale per ogni continente (due per pagina) ecco anche le tematiche: A pagina 45 è rappresentata l'Antartica.
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  29. Attigue R R ieri = atti guerrieri Buona giornata
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  30. Quale pensi poteva essere un prezzo onesto?
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  31. Ecco come richiesto @PostOffice le nuove foto.
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  32. No, no, l'approccio è corretto Buona notte, apollonia
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  33. Ritornando all’esemplare ex #1, in un’asta Nomisma del 2018 era presente uno analogo così descritto: NAPOLI Ferdinando II (1830-1859) 10 Tornesi 1858 - Magliocca 695b; Gig. 209b CU (g 31,70) R Graffi al D/ e colpi al bordo. E' l'interessante variante in cui tutte le V del diritto sono state inspiegabilmente rese con delle A rovesciate. https://nomisma.bidinside.com/it/lot/565890/napoli-ferdinando-ii-1830-1859-10-tornesi-/
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  34. Buonasera. Nella zecca veneziana si riscontrano spesso usi diciamo alternativi di lettere. O lettere inverse. A volte per errori altre volte usate volutamente per sopperire alla mancanza di lettere da usare nei conii.
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  35. Vittorio Emanuele II, 1865, 20c su 15c azzurro, soprastampa bruna a ferro di cavallo..ed e' per questo che verrà soprannominato "ferro di cavallo". Il francobollo fu soprastampato come provvisorio per la nuova tariffa interna. Questo francobollo ha tre varianti, il tuo appartiene al 2°tipo quello di piu' valore peccato sia decentrato verso dx in basso ma e' una cosa comune per queste emissioni. Questa è la filigrana a corona, notare come si distingue bene su sfondo nero sul tuo esemplare. Furono stampati a Londra dalla tipografia De la Rue . E' quotato. Se mi viene in mente altro faccio seguito. Non e' un brutto esemplare per niente.
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  36. Ciao @Releo, come vedi la “particolarità” investe anche altre monetazioni:
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  37. Diciamo che, se chi non le prende il giorno dell'emissione (perché non ci riesce o non sa che c'è la possibilità dell'acquisto online) evitasse di fiondarsi il giorno dopo su tutte le aste ed i vari compralo subito su ebay, alimentando la speculazione che le vende al triplo o più, forse si riuscirebbe ad acquistarle con più tranquillità da MTM, perché i profittatori non avrebbero più quel rientro economico che hanno sempre, e quindi non avrebbero più motivo di fare razzie il giorno dell'emissione con l'aiuto di amici e parenti o chissà quali strani magheggi informatici
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  38. Dubito fortemente! Più una cosa diventa elitaria, più è ambita: è la legge del mercato che i responsabili marketing conoscono bene, ed hanno ragione loro se in 4 ore hanno venduto merce di esiguo valore incassando quasi 2 milioni di euro (arrotondati grossolanamente s'intende)!
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  39. @caramba76, @andreaVat, @Giovanni ciko Da quest'anno, per la vendita online, lasciano alcuni esemplari delle varie monete disponibili il giorno dell'emissione (per il trittico Ducati è oggi), non li fanno esaurire tutti il giorno della prevendita
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  40. Fatta la premessa di cui sopra, e considerato che la moneta è datata al 36 a.C. (e, quindi, non è "imperiale", in quanto precede le riforme introdotte da Ottaviano Augusto che segnano il passaggio al nuovo sistema monetario tipico dell'epoca imperiale), la risposta secca è questa: da un punto di vista formale, è provinciale (in quanto non è censita fra quelle ritenute "ufficiali" dagli studiosi più eminenti); da un punto di vista sostanziale è sicuramente provinciale (fu coniata lontano da Roma, per esigenze locali), ma questo non esclude che sia anche "repubblicana" (proprio perché la repubblica era una struttura a macchia di leopardo, non monolitica, da un punto di vista sia costituzionale sia, per quel che qui interessa, numismatico).
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  41. In realtà la domanda è molto meno banale di quel che sembra. Per l'epoca repubblicana si suole identificare una serie di monete ritenute emesse dalla repubblica (che corrispondono, pezzo meno pezzo più, a quelle catalogate dal Crawford), affermando che quelle (e non altre) sono "repubblicane". Ma la situazione è molto più complessa. In primo luogo, molte di quelle monete furono emesse fuori Roma e, molte di quelle emesse fuori Roma, furono fatte battere dai comandanti militari. Si suole ritenerle "repubblicane" per il fatto che il potere che le avrebbe legittimate sarebbe stato l'imperium esercitato dai comandanti. La riconducibilità alla repubblica si identificherebbe, allora, nel profilo giuridico del potere capace di conferire loro valore. Ma se così fosse, che dire dalle monete emesse da due diversi comandanti in momenti di guerra civile? O di quelle emesse dalle colonie, quando si trattava di colonie di diritto latino (e quindi, formalmente, non facenti parte dello Stato di Roma)? In secondo luogo, e soprattutto, durante la repubblica, sui territori governati da Roma, circolavano moltissime monete (soprattutto bronzi, ma anche argenti) emesse palesemente da "governi locali". Alcune di esse portano iconografie chiaramente repubblicane (un asse siciliano, ad esempio, ha Giano bifronte al dritto e, al rovescio, addirittura, la lupa che allatta i gemelli). Altre riportano i titoli dell'autorità emittente, e sono titoli repubblicani (questore, ad esempio, o triumviro per la deduzione della colonia; alcuni di questi titoli peraltro sono scritti in Greco). Se il criterio di distinzione è il potere dell'autorità che emette la moneta, perché non riconoscere anche queste (o, almeno, alcune di esse) come repubblicane? Per meglio analizzare il fenomeno, dobbiamo fare un passo indietro. Dopo la nascita degli Stati nazionali, siamo abituati a considerare lo Stato come un'entità totalizzante e assoluta, con un confine terrestre ben definito. All'interno del confine tutto fa capo - quanto a legittimità - a quell'apparato statale; all'esterno di esso invece è un mondo diverso, e la legittimità va incardinata in altri apparati statali. Ai tempi di Roma (e, in verità, fino più o meno alla pace di Vestfalia, nel 1648) non era così: la legge era regolata dal principio di personalità, non di territorialità. I cittadini di romani si regolavano secondo la legge di Roma ovunque fossero. Non esisteva un confine (salvo il pomerium, vestigia più sacrale che giuridica del territorio originamente collocato al di fuori delle mura della città-Stato); lo stesso limes (concetto, peraltro, sedimentatosi in epoca imperiale) era un "limite" oltre il quale non valeva la pena di avventurarsi, perché la civiltà (quella di Roma, beninteso) non vi era arrivata. La Repubblica, quindi, era un'entità non territoriale, ma sostanzialmente "sparsa" per il mondo grazie al disperdersi dei cives Romani (e destinata, dagli dei, a governare sulle altre genti). Una prova storica di questa mentalità, personale e non territoriale, è data dalle rivendicazioni di molte genti italiche (tipicamente, ma non solo, durante il bellum sociale): chiedevano non la fusione con lo Stato di Roma (che non esisteva), ma l'estensione ai propri componenti della cittadinanza romana. In tale contesto culturale e giudico potevano coesistere, uno a fianco all'altro, regole commerciali incompatibili, modelli matrimoniali differenti, forme di governo amministrativo alternative ... e anche sistemi monetali diversi. E' ben noto che l'espansione di Roma in Italia avvenne mediante un tessuto, a macchia di leopardo, di regimi giuridici diversi: città federate, socii, municipia, città alleate, colonie di diritto romano, colonie di diritto latino, etc. In tale contesto, fu concesso a realtà cittadine distintesi per la loro maggior fedeltà a Romana, di continuare a battere le proprie monete; a quelle assoggettate con la forza, invece, questa potestà fu negata, non però in forza di un'idea (inesistente all'epoca, come evidenziato) che la monetazione fosse monopolio del governo centrale, bensì per contribuire al loro assoggettamento culturale e (di riflesso) commerciale. Ne derivò da subito l'idea che sul territorio governato (di diritto o di fatto) dai cives Romani fosse normale la circolazione di monete diverse; va da sè che quelle della repubblica erano ovunque le monete maggiormente accettate (mutatis mutandis un po' come il dollaro, oggi). In altri termini, nacque da subito il fenomeno di una "monetazione provinciale" ante litteram; "ante litteram" perché, vale la pena ricordarlo, l'Italia non fu mai provincia. Con l'acquisizione delle prime province, a partire dalla Sicilia, lo strumento della monetazione provinciale fu attuato in un'ottica diversa. Era tipico infatti della mentalità romana pescare dalle esperienze del passato per adattare vecchie soluzioni a nuovi problemi. Si ricordi infatti che i lunghi viaggi erano fatti in nave ed erano pericolosi, e quindi costosi. Se, in ipotesi, trasportare mille assi di bronzo da Roma a una colonia costa più di mille assi, o anche poco di meno, ecco che diviene assolutamente antieconomico accentrare la zecca a Roma; meglio coniare le monete in loco, magari con metallo estratto (o depredato ai nemici) a poche miglia di distanza. In questo modo, il fenomeno della monetazione provinciale si diffuse per il mediterraneo con l'espandersi del dominio di Roma, e interessò tutta la storia repubblica a partire della fine della Prima Guerra Punica. Le monete "provinciali repubblicane" sono tante, anche se (per quanto mi consta) non sono mai state studiate in un'ottica unitaria, con riferimento alla storia di Roma; al più, trovano spazio negli studi delle comunità locali. Si tratta soprattutto di bronzi (perché i bronzi, a parità di valore nominale, sono più pesanti degli argenti e, quindi, più onerosi da trasportare da Roma alle province), ma non mancano casi di argenti (ad esempio, in Spagna, in Macedonia e nell'Asia Minore). In questo contesto, esiste ovviamente una fascia grigia: per alcune monete è difficile affermare se siano "repubblicane provinciali" o di comunità del tutto indipendenti da Roma. Esistono addirittura emissioni (locali) che secondo alcuni autori sono proprio ascrivibili al governo di Roma (sarebbero, in altri termini, "repubblicane" ufficiali), come i tre piccoli argenti citati da Debernardi nell'articolo "Un aggiornamento dei tesoretti romani repubblicani del fronte ispanico", in “Acta numismatica” 49, 2019: infatti, Debernardi, Lippi e Campana ("Dal denarius quadrigatus al denarius bigatus: manovre finanziarie e monetarie dopo canne", in “Monete antiche”, gennaio/febbraio 2023) hanno proposto che si tratti di "libelle", intese quali decima parte di denarii che Publio e Gneo Scipione coniarono in Spagna (per gli autori, infatti, il “denario” bigato, così come le didracme o "denarii quadrigati", erano divisi in 10 unità finanziarie - non in 10 assi - denominate, appunto, "libelle").
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  42. Ciao @Stilicho , la moneta dovrebbe essere stata emessa dalla zecca di Vienne in Gallia Narborense , vicino Lugdunum , quindi e' moneta provinciale . In foto la moneta intera , C.I.V. ( Colonia Iulia Viennense (?) )
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  43. Ero più interessato a chi vinceva le Europee... 😉 Arka Diligite iustitiam
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  44. Salve condivido immagino di una busta viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
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  45. Salve condivido immagino di una busta viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
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  46. Blu....5 anni. Pastore australiano testone e affettuoso
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  47. La mia risposta era una battuta
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  48. Le banconote pubblicitarie della serie televisiva spagnola 'La casa di carta' (2017-2021). nota: La Casa di Carta è senza dubbio il contenuto televisivo in cui sono mostrate più banconote in assoluto. Con l’assalto prima alla zecca di stato a Madrid e poi al Banco de España.
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  49. Ogni tanto rispolverano la vecchia "caccia al tesoro", è un classico... questa volta hanno però utilizzato il termine "fior di conio" , cosa quest'ultima che non scoraggerà sicuramente quelli che le posseggono molto usurate, convinti ugualmente di avere un patrimonio in spiccioli! :D Una volta un mio collega mi ha detto di possedere qualche 500 lire in "fior di fiamma" :o dove l'avrà preso questo termine lo sa solo lui! :rofl:
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