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  1. Gallienus

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/26/24 in tutte le aree

  1. Buongiorno amici, come saprà chi mi conosce, il mio pallino è quello di ricercare monete rare, lasciando in secondo piano l'aspetto della conservazione. Nella recente NAC ho fatto un'acquisizione che ritengo piuttosto interessante e, dal momento che non ho trovato alcuna discussione in merito nell'archivio del forum, ho voluto condividerla con voi, su spinta dal gentile @odjob. Penso che la cosa possa interessare anche a @lorluke, che è esperto di questa monetazione un po' di nicchia. Si tratta del 5 Francs coniato da Napoleone durante l'occupazione francese, presso la zecca di Torino nel 1808. La moneta è giudicata R3 o R4 a seconda del catalogo di riferimento; il Gigante, che la presenta come unica data del 5 Francs di II tipo e la cataloga al numero 26, specifica che questa moneta manca in molte collezioni specializzate, inclusa la Mantegazza. La quota a 1400 euro in MB e 3500 in BB, non fornendo valutazioni per i gradi superiori, e non riporta aggiudicazioni nella sua banca dati. L'archivio dei passaggi d'asta del nostro catalogo riporta tre vendite, una del 1997 (un esemplare in MB venduto a 1500 franchi dell'epoca) e due del 2012, una chiusa in MB a 1062 euro e una in MB+ a 3024 euro. Personalmente sono soddisfatto dell'acquisto: la moneta in mano è a mio giudizio molto piacevole, con una bella patina che l'illuminazione della foto non rende. Spero che questa bella serie di scudi, coniata in un momento decisivo della nostra storia europea, possa in futuro venire valorizzata dai collezionisti più di quanto non sia oggi.
    4 punti
  2. Durante delle ricerche ho trovato un articolo in rete del Maggio 2023 dove si parla dei fondi stanziati nel 2017 per ampliare e modernizzare i locali del museo Filangieri a Napoli, nell'articolo si fa menzione anche alla collezione Bovi... Allego due trafiletti che ho estrapolato dall'articolo...
    4 punti
  3. Di tutto il materiale sedimentato negli ultimi 2400 anni (circa) .... La materia prima è in abbondanza: miliardi e miliardi di tondelli di vario materiale, di varie forme e dimensioni, di varie epoche, .... Quindi perché essere pessimisti ? PS: questo genere di discussioni vengono aperte ogni tot mesi/anni e si profetizzano sempre la fine del collezionismo e della numismatica... Ma dando un'occhiata al mercato invece si vedono tendenze opposte...
    4 punti
  4. Guarda, senza voler polemizzare, che non é il scopo ultimo, ma questo proliferare di richieste di plus-valore su banconote euro, fds uscite dal bancomat, non fa il bene della divulgazione numismatica; da un forum di Numismatica serio e autorevole come questo, ci si aspetta una informazione corretta, dando giusti parametri. Che poi esistano "cataloghi" che valutano queste banconote, lo sappiamo, come ben sappiamo che le "valutazioni" lasciano il tempo che trovano, ma ai neofiti che si accostano a LaMoneta, diamo informazioni fuorvianti (e di molto) un caro saluto
    4 punti
  5. Se non le comprasse più nessuno le ritiro tutte io
    3 punti
  6. Con tutta evidenza hai avuto la fortuna di udire il richiamo che DIO DENARO onnipotente ha indirizzato verso di te e sei stato così intelligente da risponderGli. Hai accettato di essere guidato dalla Sua luce e ciò ti ha schiuso un universo tutto da esplorare. In più hai deciso di cominciare dall'euro, ovvero da una delle Sue più pregiate e affascinanti manifestazioni fisiche. Congratulazioni, nuovo fratello adoratore del Divino Denaro. Ora però, nonostante tu frema d'amore per Lui e ne voglia collezionare il più possibile, devi tenere inizialmente a freno l'irruenza: coi primi pezzi che aggiungerai non dovrai trascurare lo studio e l'approfondimento, com'è già è stato saggiamente consigliato. Studio di tutto ciò che la Moneta rappresenta: non solo economia ma anche geografia, geopolitica, storia, metallurgia. Per iniziare sappi che nonostante la giovinezza come monetazione l'euro di storia in realtà ne ha parecchia. Puoi cominciare ad apprezzarla in thread come questi, ad esempio: Personalmente mi attirano molto quelle portoghesi. Ci sono due scuole di pensiero: chi si limita solo all'Italia e/o pochi altri stati (secondo me è meglio usare questo termine al posto di "nazioni") di particolare interesse e chi (come me) ritiene che non abbia molto senso una collezione parziale di una valuta unica. Veramente difficile da dire. Comunque a mio avviso l'euro a livello mondiale se la cava egregiamente con la faccia comune. Questo dipende dai gusti e dalla disponibilità economica. Se per ora è scarsa (il Denaro va adorato e lodato con passione e a lungo) eviterei quelle con gli argenti.
    3 punti
  7. Buongiorno. Penso faccia a tutti piacere la tua decisione. La numismatica è un qualcosa di molto vasto, con il tempo capirai cosa più ti piace ed interessa. Mi associo a chi ti ha consigliato di non essere un accumulatore. Soprattutto all'inizio, compra senza esagerare nell'ottica di imparare. Compra qualche catalogo (per esempio il Gigante) e qualche libro. Un mio consiglio, dettato dalle mie idee, ma che te potresti oggi o domani non condividere, è il seguente: colleziona solo monete destinate alla circolazione. Cioè monete che sono o che furono realizzate per circolare, e non per essere destinate a far guadagnare le Zecche dalla loro vendita ai collezionisti. Per me queste sono le "vere" monete, realizzate per funzionare e per essere monete
    3 punti
  8. Ciao a tutti, aggiorno questo post di alcuni anni fa perché recentemente ho aggiunto in collezione l'ultima tipologia dei testoni di Alessandro VIII con San Brunone che ancora mi mancava. Si tratta del Munt. 18, quella con il busto del pontefice al dritto. La moneta, per la tipologia si presenta in conservazione più che gradevole e con una piacevole patina riposata di monetiere. Tutti gli esemplari (non molti in realtà) apparsi sul mercato presentano una consunzione nettamente più evidente sul volto del santo al rovescio, che è verosimilmente da ascrivere oltre che all'usura anche ad una debolezza di conio. Michele
    2 punti
  9. Ciao, a beneficio di @Catte di quanti hanno seguito questa discussione riguardante la moneta postata ( si tratta di un tetradramma) mi sono dedicato, avendo un po' di tempo a disposizione, su alcuni siti di Fake coin alla ricerca di esemplari non autentici della stessa tipologia. Ho trovato diversi esemplari che nel loro aspetto generale ( stessi conii di dritto e rovescio, forma del tondello, usura, colore del metallo... ma soprattutto mancanza di segni di coniazione) sono identici alla moneta in questione. Per me a questo punto non ci sono più dubbi, si tratta di cloni percui la moneta risulta essere una riproduzione. Posto foto a confronto dell'esemplare in discussione ed i suoi cloni 🙂 ANTONIO
    2 punti
  10. Salve È un pò come profetizzare la morte della filatelia e altro (cartofilìa, marcofilìa, storia postale), giustificando il disuso del francobollo e delle lettere come una volta. Ciò lo trovo surreale. Stesso discorso per le monete. Con tantissimi anni di storia, ne avremmo di roba da studiare. Non me lo farei il problema onestamente. Chiaro che si spera sempre il mantener l' uso dei tondelli e banconote.
    2 punti
  11. Buongiorno a tutti! Pubblico un nuovo arrivo, che definirei molto affascinante e, come anticipato, per cui ho guardato soprattutto ai "difetti" 🙂 Versione FIDES, IF, peso 6.08 gr. Al dritto, varie ribattiture, del leone e della data, e legenda che segue tre curve diverse. In leggenda la scritta PRESSIDO invece che PRESSIDIO o PRAESIDIO. Si tratta probabilmente di un altro classico errore di conio, ma sarebbe interessante sapre se qualcun altro nel forum ha trovato esemplari simili (non so se @gigetto13 ha tenuto traccia anche di queste variazioni). A ore 4 da notare CYPRI - I - PRESSIDO; secondo voi quella che sembra una I tra i trisceli e' il risultato della ribattitura oppure qualcos'altro? Al rovescio, il genio alato e' molto ben definito e integro. Lo sfasamento delle lettere in legenda e' dovuto ad uno spostamento del conio o del tondello, oppure a una ribattitura? Come sempre saro' grato per ogni altra osservazione sull'esemplare.
    2 punti
  12. Ti sono già stati dati molti buoni consigli, io cerco di introdurre l'argomento della "semplificazione". Siccome ho vissuto un'esperienza simile (nel mio caso era una collezione iniziata da ragazzino, poi lasciata negli anni della formazione e ripresa diverso tempo dopo, con un mondo nel frattempo completamente cambiato e un eccesso di informazioni disponibili), ti invito a cercare di procedere a piccoli passi e non farti prendere dalla voglia di possedere più cose possibili, voglia comprensibile ma che può portare a pentimenti. Quindi, parte studio: per iniziare cose di base, il resto può spaventare. Fondamentali quindi i cataloghi, io mi trovo bene con il Gigante per quanto riguarda la monetazione italiana perché lo trovo più leggibile e anche più divulgativo di altri, utile quindi per il principiante, ma ovviamente in commercio ci sono altre soluzioni; poi un buon catalogo per l'euro, visto che ti interessa. Il tema principale dell'euro è forse quello dei 2 euro commemorativi, partirei da lì, risorse sulla monetazione ordinaria le trovi sufficientemente anche in rete. Da cosa iniziare? Chiaramente da quello che ti piace di più. Però mi sento di poterti dire: lascia perdere Diabolik, se non in fumetto, la pizza, i tagli da 10,87 euro, la Carrà e cose simili. Sono inutilmente costose e hanno poco a che fare con la numismatica, ma anche col collezionismo puro di monete. Se nasce la passione, in breve diverranno solo oggetti che ti rimarrano in mezzo ai piedi e passerai le giornate a volertene disfare. Se vuoi davvero fare un percorso sull'euro, ammesso che questo percorso sia proficuo ma per questo ci vorrebbe una discussione a parte, concentrati sulle emissioni destinate alla circolazione: i già citati 2 euro commemorativi, ad esempio, tra cui ci sono in effetti monete che possono ripagare la tua voglia di estetica e possono essere una base per una collezione ordinata come la vorresti tu (sono anche monete tutte della stessa dimensione...). Puoi decidere se prendere solo alcuni Stati, se limitarti ai tondelli che trovi più belli, non ci sono limiti specifici per farti una tua collezione. Anche qui, però, procedi a piccoli passi: procurati le prime che ti interessano, decidi come conservarle o esporle, e poi vedi quanto sei pentito dei soldi che ci hai speso. Se sei pentito zero, prosegui. Anche l'idea delle divisionali, che prospetti, può essere valida. Però considera che le divisionali hanno un costo e probabilmente sarai costretto a limitarti a uno o pochi Stati specifici. E il mondo delle monete fuori corso? Qui è impossibile darti dritte sicure, è un universo infinito. Credo che tutti abbiamo iniziato dall'Italia, lire del Regno e della Repubblica, e forse è il modo più semplice per approcciarsi alla materia. Anche qui, però, ti consiglierei di lasciare perdere per il momento emissioni particolari, commemorative, etc., e partire dalle basi: le lire emesse per la circolazione, che anche in fior di conio hanno prezzi irrisori ma non per questo sono monete brutte - pensa solo alla prima serie della Repubblica, se si evitano gli anni più rari puoi comprare tranquillamente una serietta che io trovo di rara bellezza - per poi andare via via sui pezzi più pregiati e costosi. Se ami così tanto l'arte e l'ordine credo che finirari con apprezzare più le alte conservazioni che le basse, ma questo ti porterà ovviamente a delle scelte di campo per quanto riguarda gli oggetti da collezionare. Poi, chiaro, vedrai che verrà da sé l'approfondimento, l'interesse per la Storia, la ricerca di notizie su quello che ha acceso il tuo interesse. Questo è un hobby diverso da molti altri proprio perché si porta dietro tante materie collegate e non a caso è così amato da personalità eclettiche e curiose. Fatti conquistare pure ma, ripeto, non avere mai fretta.
    2 punti
  13. Sarò’ presente al Convegno venerdì in giornata, chi volesse il Gazzettino o semplicemente salutare, sara’ un piacere farlo di persona per me venerdì.
    2 punti
  14. Ma no e‘ proprio tutto il contrario!😃😉 paolo era prima accecato dal ‚dio denaro‘ e voleva vendere la sua collezione. Poi ‚folgorato sulla via di Damasco‘ - grazie al Forum - ha mutato divinità e si e‘ votato al dio MONETA , passando dal concetto di arricchimento a quello della passione - pura - per la raccolta/passione per l‘oggetto. mentre tutti hanno passione - direi ossessione - per il denaro - solo una selezione di persone ha passione per la Moneta che implica studio, passione, applicazione toccando le discipline della storia, arte, tecnica, numismatica vera e propria, economia. il denaro e‘ comodo, inebriante ma arido e banale. La Moneta suscita passione, richiede studio ma in compenso non annoia mai 😁
    2 punti
  15. Ciao Paolo!!! Che bell' esordio che hai fatto qui sul forum! Non c' è niente di meglio di uno che voleva vendere frettolosamente quello che aveva trovato senza dar importanza, ad una "conversione" vera e propria! (qua ci sta pure la citazione del mio caro amico @ART. Come te la spieghi tu my friend?) Dicevamo... Paolo, è bellissimo questo! Stai tranquillo per le finanze e non ti scoraggiare, perchè con pochi dindaroli, anche ai mercatini, ti potrai divertire! Come? Beh, io consiglierei, visto che ri stai appassionando ora alla materia, di iniziare con monetazioni come quella della Repubblica Italiana e Regno d' Italia, mettendo un punto (per ora) a questo ( in tanti abbiamo iniziato da qui). Non baderei al tuo posto, neanche agli stati conservativi delle monete(almeno per ora,poi sarà una tua scelta più avanti). Se hai poche finanze e vuoi vedere esclusivamente il lato più diretto e genuino del collezionismo, puoi anche rovistare tranquillamente nelle ciotole dei mercatini (un domani magari, con finanze migliori, anche non di molto, potrai anche iniziare a prendere fior di conio). Dette ciotole offrono pezzi circolari che pullulano di storia a prezzi ridicoli. Certo sono monetine comuni, ma sti cavoli, anche perchè, per uno che inizia adesso come te, tutto è da scoprire, tutto manca , tutto è incognita, tutto è meraviglia! Vedrai pezzi da 20 cents, altri da 50, altri da 1, 2, 3,4,5 euro.... Tutto sanamente accessibile e aperto a tutti, per collezionare,imparare e divertirsi. Anche online non è tragica la situazione. Ogni tanto, ma dico ogni tanto, potrai pure concederti qualche lotto misto, mondiali ecc. Dico ogni tanto perchè c' è il rischio poi di accumulare e questo è sconsigliabile, specie avere doppioni ecc. Si può essere collezionista, raccoglitore senza impegni (come me), ma accumulatore, è una veste pericolosa a mio avviso, sia per spazio che per praticità sia perchè poi alla fine, non sia darà mai valore e.chiave di lettura a ciò che si ha. E quale è il senso allora? Detto questo, non farti domande del tipo cosa è più bello, cosa è peggio, cosa è più raro, cosa va di moda ecc, bensì guarda,sfoglia, compra un bel catalogo e fatti prendere emozionalmente (però ripeto, devi guardare anche il budget, quindi mi ricollego al consiglio di sopra). Benvenuto e siamo a tua disposizione,io compreso. Riccardo
    2 punti
  16. In realtà la domanda è molto meno banale di quel che sembra. Per l'epoca repubblicana si suole identificare una serie di monete ritenute emesse dalla repubblica (che corrispondono, pezzo meno pezzo più, a quelle catalogate dal Crawford), affermando che quelle (e non altre) sono "repubblicane". Ma la situazione è molto più complessa. In primo luogo, molte di quelle monete furono emesse fuori Roma e, molte di quelle emesse fuori Roma, furono fatte battere dai comandanti militari. Si suole ritenerle "repubblicane" per il fatto che il potere che le avrebbe legittimate sarebbe stato l'imperium esercitato dai comandanti. La riconducibilità alla repubblica si identificherebbe, allora, nel profilo giuridico del potere capace di conferire loro valore. Ma se così fosse, che dire dalle monete emesse da due diversi comandanti in momenti di guerra civile? O di quelle emesse dalle colonie, quando si trattava di colonie di diritto latino (e quindi, formalmente, non facenti parte dello Stato di Roma)? In secondo luogo, e soprattutto, durante la repubblica, sui territori governati da Roma, circolavano moltissime monete (soprattutto bronzi, ma anche argenti) emesse palesemente da "governi locali". Alcune di esse portano iconografie chiaramente repubblicane (un asse siciliano, ad esempio, ha Giano bifronte al dritto e, al rovescio, addirittura, la lupa che allatta i gemelli). Altre riportano i titoli dell'autorità emittente, e sono titoli repubblicani (questore, ad esempio, o triumviro per la deduzione della colonia; alcuni di questi titoli peraltro sono scritti in Greco). Se il criterio di distinzione è il potere dell'autorità che emette la moneta, perché non riconoscere anche queste (o, almeno, alcune di esse) come repubblicane? Per meglio analizzare il fenomeno, dobbiamo fare un passo indietro. Dopo la nascita degli Stati nazionali, siamo abituati a considerare lo Stato come un'entità totalizzante e assoluta, con un confine terrestre ben definito. All'interno del confine tutto fa capo - quanto a legittimità - a quell'apparato statale; all'esterno di esso invece è un mondo diverso, e la legittimità va incardinata in altri apparati statali. Ai tempi di Roma (e, in verità, fino più o meno alla pace di Vestfalia, nel 1648) non era così: la legge era regolata dal principio di personalità, non di territorialità. I cittadini di romani si regolavano secondo la legge di Roma ovunque fossero. Non esisteva un confine (salvo il pomerium, vestigia più sacrale che giuridica del territorio originamente collocato al di fuori delle mura della città-Stato); lo stesso limes (concetto, peraltro, sedimentatosi in epoca imperiale) era un "limite" oltre il quale non valeva la pena di avventurarsi, perché la civiltà (quella di Roma, beninteso) non vi era arrivata. La Repubblica, quindi, era un'entità non territoriale, ma sostanzialmente "sparsa" per il mondo grazie al disperdersi dei cives Romani (e destinata, dagli dei, a governare sulle altre genti). Una prova storica di questa mentalità, personale e non territoriale, è data dalle rivendicazioni di molte genti italiche (tipicamente, ma non solo, durante il bellum sociale): chiedevano non la fusione con lo Stato di Roma (che non esisteva), ma l'estensione ai propri componenti della cittadinanza romana. In tale contesto culturale e giudico potevano coesistere, uno a fianco all'altro, regole commerciali incompatibili, modelli matrimoniali differenti, forme di governo amministrativo alternative ... e anche sistemi monetali diversi. E' ben noto che l'espansione di Roma in Italia avvenne mediante un tessuto, a macchia di leopardo, di regimi giuridici diversi: città federate, socii, municipia, città alleate, colonie di diritto romano, colonie di diritto latino, etc. In tale contesto, fu concesso a realtà cittadine distintesi per la loro maggior fedeltà a Romana, di continuare a battere le proprie monete; a quelle assoggettate con la forza, invece, questa potestà fu negata, non però in forza di un'idea (inesistente all'epoca, come evidenziato) che la monetazione fosse monopolio del governo centrale, bensì per contribuire al loro assoggettamento culturale e (di riflesso) commerciale. Ne derivò da subito l'idea che sul territorio governato (di diritto o di fatto) dai cives Romani fosse normale la circolazione di monete diverse; va da sè che quelle della repubblica erano ovunque le monete maggiormente accettate (mutatis mutandis un po' come il dollaro, oggi). In altri termini, nacque da subito il fenomeno di una "monetazione provinciale" ante litteram; "ante litteram" perché, vale la pena ricordarlo, l'Italia non fu mai provincia. Con l'acquisizione delle prime province, a partire dalla Sicilia, lo strumento della monetazione provinciale fu attuato in un'ottica diversa. Era tipico infatti della mentalità romana pescare dalle esperienze del passato per adattare vecchie soluzioni a nuovi problemi. Si ricordi infatti che i lunghi viaggi erano fatti in nave ed erano pericolosi, e quindi costosi. Se, in ipotesi, trasportare mille assi di bronzo da Roma a una colonia costa più di mille assi, o anche poco di meno, ecco che diviene assolutamente antieconomico accentrare la zecca a Roma; meglio coniare le monete in loco, magari con metallo estratto (o depredato ai nemici) a poche miglia di distanza. In questo modo, il fenomeno della monetazione provinciale si diffuse per il mediterraneo con l'espandersi del dominio di Roma, e interessò tutta la storia repubblica a partire della fine della Prima Guerra Punica. Le monete "provinciali repubblicane" sono tante, anche se (per quanto mi consta) non sono mai state studiate in un'ottica unitaria, con riferimento alla storia di Roma; al più, trovano spazio negli studi delle comunità locali. Si tratta soprattutto di bronzi (perché i bronzi, a parità di valore nominale, sono più pesanti degli argenti e, quindi, più onerosi da trasportare da Roma alle province), ma non mancano casi di argenti (ad esempio, in Spagna, in Macedonia e nell'Asia Minore). In questo contesto, esiste ovviamente una fascia grigia: per alcune monete è difficile affermare se siano "repubblicane provinciali" o di comunità del tutto indipendenti da Roma. Esistono addirittura emissioni (locali) che secondo alcuni autori sono proprio ascrivibili al governo di Roma (sarebbero, in altri termini, "repubblicane" ufficiali), come i tre piccoli argenti citati da Debernardi nell'articolo "Un aggiornamento dei tesoretti romani repubblicani del fronte ispanico", in “Acta numismatica” 49, 2019: infatti, Debernardi, Lippi e Campana ("Dal denarius quadrigatus al denarius bigatus: manovre finanziarie e monetarie dopo canne", in “Monete antiche”, gennaio/febbraio 2023) hanno proposto che si tratti di "libelle", intese quali decima parte di denarii che Publio e Gneo Scipione coniarono in Spagna (per gli autori, infatti, il “denario” bigato, così come le didracme o "denarii quadrigati", erano divisi in 10 unità finanziarie - non in 10 assi - denominate, appunto, "libelle").
    2 punti
  17. Curiosità enigmistiche sull’anagramma I seguaci delle teorie aristoteliche scomposero ARISTOTELES in SOL ERAT ISTE (costui era il Sole), mentre gli antiaristotelici intravidero nella sua LOGICA il termine CALIGO (oscurità). La satira politica scoprì che la parola MINISTER ha le stesse lettere di MENTIRIS (tu mentisci). Il mistico si accorse che in EUCHARISTIA c’è VIS THERIACA (forza risanatrice). Il devoto osservò che nella miracolosa LOURDES confluiscono tutti i DOLEURS (dolori) del mondo. L’umorista vide in UXOR (UCSOR, moglie) null’altro che ORCUS (inferno). apollonia
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  18. Bello che qualcuno abbia ripreso la discussione, anche perchè in questi giorni il Regno si è un pò spento senza le nuove condivisioni di @Scudo1901😉... se non vedo male la rottura prende anche la "A" e la "N" ma forse in maniera meno evidente... Saluti...Ronak
    1 punto
  19. DE GREGE EPICURI Da quanto si legge sul rovescio, dovrebbe essere di Anchialo. Potrebbe essere Cibele (Moushmov, 2783), ma non vedo i leoni.
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  20. Ciao @Xenon97, della miriade di scudi di Pio VI questo è forse il più "particolare" tra le emissioni romane; oltre alle citate stella al rovescio (secondo il MIR caratteristica delle prime emissioni A.VI-1780) e tiara non radiante, la caratteristica meno nota e appariscente è la mancanza delle bacche (talvolta descritte come "olive") nei rami sotto lo stemma al diritto. Si tratta di una tipologia in effetti molto rara, mancante sia nel Muntoni che nel CNI, ma classificata dal Serafini al n°98. I pochi esemplari che ho visto con queste particolarità, provengono tutti dalla stessa coppia di conii; qui il tuo esemplare a confronto con uno simile passato all'asta Num. Picena 5 del 2018: A giudicare dalle foto temo che il tuo esemplare sia stato in qualche modo "tosato", venendo a mancare parte del bordo rigato. Prova a verificarne il peso, ma se così fosse anche il contorno ornato sarebbe alterato/lisciato. Ciao, RCAMIL.
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  21. @nikita_ Ecco la banconota da 5000
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  22. Ho dato un'occhiata al mio vecchio gigante del 2019 e lo riporta R2, effettivamente c'è un po' di confusione...
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  23. Ciao Genny, potrei anche sbagliarmi, ma mi pare, avendo controllato il Gigante ieri sera, che il millessimo 1089 Venezia fosse R3... alcune inserzioni online riportano R2 ma il nostro catalogo riporta C, quindi non saprei a chi dare retta... Saluti...Ronak
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  24. io direi BB+, inoltre ha pura una rottura del conio che unisce le lettere UELE e che la fa risaltare di più ai miei occhi.
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  25. Se succederà, e dico se, si alimenterà di monete che non avranno più corso legale🙂.
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  26. Che poi a dirla tutta, la classica bustina sigillata nemmeno è una perizia, ma una certificazione di autenticità da parte del venditore con annesso parere di conservazione. La perizia è tutta un’altra cosa: oltre a contenere una completa scheda tecnica e bibliografica (con foto), raccoglie anche un’analisi tecnico qualitativa che va ben oltre il sintetico grado di conservazione. Ovviamente la cosa cambia dal tipo e dal valore della moneta; per una decimale del Regno sarà più sintetica, per una moneta battuta a martello più dettagliata. Credo che quella a cui vi riferite voi (anche per il certificato fotografico) sia sempre una certificazione di autenticità con annesso parere di conservazione.
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  27. Buongiorno la Numismatica Felsinea sarà presente come sempre. Vi aspettiamo anche solo per due chiacchiere numismatiche.
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  28. Ciao, sembrerebbe effettivamente un 1809,non sono esperto di monetazione napoleonica ma il catalogo del forum la da comune e non R3, inoltre la conservazione è talmente scarsa che se anche fosse effettivamente un R3 credo che difficilmente potrebbe avere un valore superiore ad un paio di decine di euro... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-NAP/1 Però noto che comunque ha una tiratura abbastanza bassa rispetto ad altre date e zecche classificate sempre comuni...
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  29. Ma chi l'ha detto che la perizia con sigilli ha più valore?
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  30. Ciao, l'associazione abbraccia tutti i settori inerenti il collezionismo: quindi numismatica, filatelia, deltiologia, ma anche santini, banconote, libri... Questo primo incontro riguarda la numismatica. Successivamente verranno trattati anche altri settori... Saluti, Alessandro
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  31. Catalogazione corretta, solo per essere precisi la prima foto è il rovescio e la seconda è il diritto.
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  32. Bella notizia! Non poteva esserci sede migliore per esporre la collezione Magnaguti. Un buon motivo per tornare a Mantova.
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  33. Rho, tutti pazzi per la strada romana: la scoperta in piazza Visconti Quasi 400 persone in fila per le visite guidate agli scavi e gli incontri con gli archeologi Rho, strada romana scoperta in via Visconti Rho (Milano) – Tutti in fila, dietro alla rete arancione del cantiere, come alunni in gita scolastica. In silenzio ad ascoltare il racconto degli archeologi e ammirare l’antica strada di epoca romana e gli altri reperti archeologici trovati durante gli scavi in piazza Visconti a Rho. Quasi 400 adesioni e sold out in poche ore per le visite guidate organizzate dal Comune insieme agli archeologi dell’impresa C&V Studio di Archeologia Stefano Cervo, Francesca Capinera e Giulia Pasquini, insieme al funzionario della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano Tommaso Quirino. Ad accompagnare i visitatori c’erano anche l’assessora alla Cultura Valentina Giro e alcuni giovani che stanno affrontando il servizio civile. "Quest’area passerà dall’essere una distesa di asfalto a una piazza verde, è uno dei progetti finanziati con i fondi del Pnrr. Sapevamo che avremmo potuto trovare qualcosa di antico e per questo erano stati fatti dei sondaggi e scavi preliminari, ma sono emersi reperti che non ci aspettavamo di trovare", spiega l’assessora. Così è stato. E in campo, accanto agli operai del cantiere, è scesa anche una squadra di sei esperti."Abbiamo fatto assistenza durante tutti gli scavi. A oggi siamo riusciti a identificare elementi che restituiscono la storia di questo tratto della città - racconta Stefano Cervo - abbiamo trovato due pozzi, resti di bovini macellati e sepolti, i resti di un coltivo antico con segni di aratura, documentato le fasi altomedievali. Stiamo documentando un pozzo, pilastri e due fasi di pavimentazione acciottolata che probabilmente è pertinente al sagrato della chiesa antica. Le due strade individuate sono importanti perché larghe da 8 a 10 metri, sono gli assi principali, cardo massimo e decumano massimo".«Noi scaviamo e il Comune realizzerà il progetto di rigenerazione - risponde Tommaso Quirino per la Soprintendenza -. Tutto quanto viene ritrovato verrà documentato, ci sarà una relazione tecnica e fotografica. Insieme al Comune si vuole valorizzare quanto sta avvenendo e ci saranno incontri pubblici per raccontarlo a tutti". fonte: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/rho-strada-romana-piazza-vsiconti-4c03f2a7
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  34. Invece di "tappare il buco" della tua collezione con una moneta falsa, ammesso che si trovino, hai fatto molto bene ad aggiudicarti questa moneta autentica, che mostra evidenti segni di circolazione, ma ha, comunque rilievi evidenti, soprattutto al Rovescio. Oltretutto, mi sembra, che sia difficilissimo reperire questa moneta in SPL stato. odjob
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  35. Anche perché fidandosi della provenienza si rischia magari di studiare la moneta meno di quanto si dovrebbe... Nell'interessante caso in questione c'è un non so che nello stile di Ottaviano sul rovescio che mi stonava, ma mai avrei messo in discussione l'autenticità di una moneta presente alla BNF che in quanto unicum chissà quante volte è stata esaminata nel corso dei secoli. Fa sicuramente impressione pensare che questo falso ha quantomeno 3 secoli, non oso pensare cosa siano in grado di fare i falsari oggi e quante monete antiche coniate (false) ci siano in circolazione. L'impressione che ho è che spesso nel valutare l'autenticità o meno di una moneta ci si limita ad appurare che non sia una fusione, che esistano falsi coniati lo sanno tutti, ma trovo l'argomento un po' rimosso. Meno male c'è chi si dedica allo studio delle monete e dei falsi che, come l'autore dell'articolo che hai citato, non da nulla per assodato e mette tutto in discussione, è l'unico argine (molto fragile) contro i falsari.
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  36. E' sicuramente una foto cartolina, costavano un po' di piu'.. in basso a sx c'è l'indirizzo del negozio in Corso Buenos Aires a Milano.. una via chic anche all'epoca. La foto fu scattata sulle guglie del duomo di Milano. La nostra eroina è affrancata con un bel 10c detto Leoni (dal suo disegnatore), annullato con il meccanico doppio cerchio di Milano "centro" (non periferia 🤨) del 5 III 1915 con SVOLAZZO, annullo bellissimo e nitidissimo. Sotto il francobollo non nitidissimo in nero l' identificativo del quartiere di consegna a Napoli o del portalettere, sembrerebbe un 5. Il lato postale del materiale di questo periodo per me è sempre incantevole. Per quanto riguarda la foto.. diciamo che questo signore è un elegantone ostrega.
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  37. Dipende molto anche dal tipo e dal valore della moneta.
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  38. Cartolina illustrata fuori tariffa, lo scrivente si è limitato a mettere solo firma e data non sapendo che questa tariffa ridotta era stata abolita il 31.7.1951, la corretta tariffa avrebbe dovuto essere 10 lire. Affrancata con 12 lire soprastampa in rosso Serie basiliche del 15.3.1952. Annullo di partenza a binocolo Città del Vaticano del 13 VIII 1952. QUOTATA Da brivido il gruppo del Laocoonte.
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  39. Cartolina commemorativa Anno Santo 1950, in tariffa per meno di cinque parole di convenevoli affrancata con 6 lire grigio e bruno serie Anno Santo emesso 21.12.1949. Annullo meccanico Città del Vaticano del 8 VII 1950 con targhetta annullo speciale. Annullo di arrivo come dovrebbe essere. Bello il lato postale , illuminante la cartolina.. augurio valido anche per il presente.
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  40. Allora, innanzi tutto grazie a tutti per le risposte! Mi avete bombardato di informazioni ahah e quindi ho bisogno di un po' di tempo per spulciare il tutto. E non so se ha senso citare tutti, quindi spero ugualmente arrivi la mia risposta e non pensate abbia trascurato alcune risposte. Premetto pure che non ho letto ancora nessun thread di quelli condivisi. Il motivo per cui sono stato attratto, dettato dalla mia inesperienza e ignoranza, è strettamente legato all'estetica. Dalle varie ricerche che ho fatto sulle valutazioni dei vari pezzi, ad un rapido sguardo sul sito della zecca italiana (di cui non sapevo l'esistenza) e poi un altro paio di zecche europee, sono rimasto colpito dall'estetica. Mi son detto: "Però! Cavolo se son belle!", "Figa la moneta commemorativa delle olimpiadi" o più banalmente "Figo il gettone con Diabolik". Dico ignoranza perché ignoro il valore storico-politico e immagino pure che questi due esempi portati ne siano relativamente scarichi, essendo monete di quest'anno. Probabilmente "numismatica" è stato un abuso di parola; probabilmente sono un eretico nel pensare che l'esteticamente bello sia nel luccichio e nell'arte legata; probabilmente, ancora, sto solo spiando dalla serratura e non conosco o comprendo ciò che c'è attorno. Se ciò che ritengo storicamente affasciante può essere un buon primo filtro, allora lo prenderò in considerazione. Avete anche ragione per quanto riguarda l'impulsivo desiderio di accumulare o collezionare in fretta ma è un qualcosa che credo caratterizzi ogni forma di collezionismo. Una cosa che ho notato nel tempo è che mi piace avere criterio e vedere ordine nelle mie piccole collezioni. Come quando si vede una collana di libri tutti della stessa altezza, colore e font Ecco perché avevo pensato al divisionale: una raccolta unita e ordinata, catalogabile per anno. Ora sono in piena sessione quindi ho poco tempo da dedicare alla lettura però mi diletterò almeno con i thread citati. Qualora non dovesse essere solo frenesia del momento, mi immergerò in letture più approfondite. Grazie ancora!
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  41. Hai ragione, qualche ritocco si, ma non eseguito su una moneta ufficiale. L’operazione del falsario ha richiesto diverse tappe intermedie, partendo da una presa d’impronta di un denario autentico (con perdita di dettagli a rilievi bassi, ad esempio il ricciolo sparito davanti all’orecchino di Venere al dritto) e le modifiche con ritiro e aggiunta di materiale (le due braccia e il globo), fino alla realizzazione di stampi e in fine dei conii. Se mettiamo a parte le incongruenze individuate da @Arka, il risultato di questo falso sofisticato era piuttosto convincente. Non so se Cohen ha potuto esaminare la moneta dal vivo, ma ne stimava il prezzo cinque volte quello di un denario RIC 251. Mattingly, Giard (BNCMER, 1976) e Sear (1998) l’hanno inserita nella monetazione di Augusto, mentre il RIC I di Sutherland l’ha tralasciata. Cohen n°71: L’analisi del metallo (89% argento, 9,6% rame) conferma che non si tratta di una moneta antica, la percentuale d’argento dei denari contemporanei del RIC 251 è sempre superiore a 95%. Vi traduco la conclusione degli autori (Arnaud Suspène e coll.): « Quindi, più che una moneta contraffatta o un'imitazione, l'unicum costituisce un documento originale che illustra usi e pratiche commerciali antiquarie, e risale probabilmente all'epoca rinascimentale o moderna. Non ci dice nulla sulla monetazione romana, ma forse molto sull'immagine di Augusto nell'Europa dei collezionisti e degli studiosi ». L’articolo è stato publicato nell’ottobre 2022 (BCEN 77/08). Non so se si deve vedere una certa riluttanza a riconoscere i falsi all’interno delle collezioni museali, o semplicemente l’inerzia inerente alle grandi istituzioni, nel fatto che l’ « unicum » viene ancora descritto nel catalogo online della BNF come denario ufficiale. Questa moneta che apparve nell'inventario delle medaglie antiche del Gabinetto del Re Luigi XIV nel 1685 mi è sembrata un’ottima illustrazione dell'avvertimento di @ExarKun, « il pedigree ha la sua importanza ma come sappiamo non è certo una garanzia ».
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  42. Appunto. A questo alludevo nel mio post.
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  43. Da un vecchio libro, uno scampolo della dotazione di quel museo
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  44. Gazzettini di Quelli del Cordusio presenti il 28 e 29 giugno a Castellammare per tutti !
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  45. Il museo di Taranto espone tantissime meraviglie della Magna Grecia. Sono esposte anche tante monete 8 solidi bizantini dal regno di Leone I, impero di Zenone Isaurico e Anastasio I Emistatere in oro
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  46. Da asta nazionale un bel tondello pieno, senza tosature. Coronato con scena dell'incoronazione Zecca di Napoli Segno di zecchiere sotto croce: B Peso 3,82 grammi
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  47. Prima solo una, quella con i 99 palloncini di Nena, adesso sono DUE! Una storia di "neutroni" e "demoni" (e per sapere perchè bisogna leggere il testo fino in fondo!) Karat: „Der blaue Planet“ Tanzt unsere Welt mit sich selbst schon im Fieber? Liegt unser Glück nur im Spiel der Neutronen? Wird dieser Kuss und das Wort, das ich dir gestern gab Schon das Letzte sein? Wird nur noch Staub und Gestein ausgebrannt alle Zeit Auf der Erde sein? Uns hilft kein Gott, unsere Welt zu erhalten Fliegt morgen früh um halb drei nur ein Fluch und ein Schrei Durch die Finsternis? Muss dieser Kuss und das Wort, was ich dir gestern gab Schon das Letzte sein? Soll unser Kind, das die Welt noch nicht kennt Alle Zeit ungeboren sein? Uns hilft kein Gott unsere Welt zu erhalten Karat: "Il pianeta blu Il nostro mondo sta già ballando con se stesso in preda alla febbre? La nostra felicità risiede solo nel gioco dei neutroni? Questo bacio e la parola che ti ho dato ieri saranno gli ultimi? Solo polvere e roccia saranno bruciate per sempre sulla terra? Nessun Dio ci aiuterà a preservare il nostro mondo Domani mattina alle due e mezza volerà solo una maledizione e un grido attraverso l'oscurità? Questo bacio e la parola che ti ho dato ieri devono essere già già essere l'ultima? Il nostro bambino, che il mondo non conosce ancora, non dovrà mai nascere? Nessun Dio ci aiuta a preservare il nostro mondo ============ Una canzone di pace Quando la Guerra Fredda minacciava di scaldarsi, il gruppo rock Karat della DDR pubblicò una canzone che risuona ancora oggi: "The Blue Planet". Si tratta di un monito musicale con molteplici riferimenti. La storia della canzone "Der blaue Planet" del gruppo rock di maggior successo della DDR Karat inizia con la censura. Proprio nel secondo verso di questo breve e potente singolo, che tratta del pericolo di una guerra nucleare, la direzione culturale della DDR cambiò una parola. Gli editori trasformarono "demoni" in "neutroni". Secondo le lettere inviate al volume, i funzionari culturali volevano che fosse "più vivido e adatto ai tempi". Così è stata trasformata la critica globale del marzo 1982, con il leggendario numero di inventario 1019194. La situazione è rischiosa, il mondo "balla nella febbre", e non solo nella canzone di cinque minuti, perché nell'autunno 1982 falliscono i negoziati di Ginevra sul disarmo tra Stati Uniti e Unione Sovietica sullo smantellamento dei missili a medio raggio. Cavalcata verso la Giornata mondiale della pace La disputa sull'equilibrio degli armamenti causò discordia. Con Ronald Reagan e Leonid Breznev, i due sistemi mondiali corsero verso il culmine della Guerra Fredda, all'epoca molto calda. Il 21 settembre, in occasione della Giornata Mondiale della Pace, la band ha quindi eseguito la prima grande performance della canzone a Berlino Est. Ma la ruota della storia continua a girare: Reagan aumentò la spesa per la difesa, precedentemente ridotta, a un nuovo livello record. Ciò rese prevedibile il dispiegamento di una nuova generazione di missili sul territorio della Germania occidentale. Il movimento pacifista protestò e due terzi della popolazione della Germania occidentale si espresse contro il dispiegamento nei sondaggi. Contemporaneamente, nella DDR si svolsero manifestazioni contro l'armamento del Patto di Varsavia, che non furono tollerate dallo Stato. Anche Karat volle fare una dichiarazione con l'album omonimo. In entrambi gli Stati tedeschi, la minaccia nucleare era onnipresente tra la popolazione: "Nessun Dio ci aiuterà a preservare il nostro mondo" era un monito in tempi di catastrofe assoluta. In particolare, gli effetti di sintesi con cui si apre la canzone, che compaiono ripetutamente nelle lunghe sequenze tra le strofe e che ricordano in qualche modo i suoni di un contatore di violini, riflettono gli spaventosi sviluppi della diplomazia internazionale. Due copertine diverse dell'album Ma l'album è una novità: viene pubblicato in entrambi gli Stati tedeschi. La copertina mostra la Terra dallo spazio. In mezzo ai continenti e agli oceani, una crepa attraversa le placche terrestri, da cui sgorga lava arancione. Tuttavia, questo disegno era destinato solo ai dischi della DDR. Un'altra copertina, quella della Repubblica Federale, mostra il mondo come la punta di un fiammifero che sta per essere acceso. La natura radicale delle copertine indica anche l'impatto dell'album. Le nove canzoni furono registrate nei tradizionali studi Amiga della Brunnenstrasse di Berlino Est, a 150 metri dal valico di frontiera di Bernauer Strasse e dal muro che divideva la città. All'inizio degli anni '80, anch'esso rappresentava il segno della Guerra Fredda e l'apparentemente insormontabile Elementi africani e orientali L'album è autonomo nella sua composizione musicale e la title track è relativamente atipica per la tradizione musicale e anche per il movimento rock della DDR: il singolo gioca molto con elementi musicali di altre culture. Ad esempio, combina caratteristiche musicali africane e orientali con quelle della musica rock europea. L'uso di strumenti come la marimba e l'uso sperimentale del sintetizzatore conferiscono alla canzone un suono melodico e talvolta sorprendente. Il testo delle tre strofe fa riferimento alle paure e ai pericoli di una catastrofe nucleare. La breve frase "Il nostro mondo sta già ballando con se stesso nella febbre?" riassume questo concetto nella prima strofa. Mentre la voce del cantante dei Karat Herbert Dreilichs inizia con un lento vocalizzo nella prima parte, un lungo assolo di tastiera conclude la canzone fino a quando la musica cade completamente nel silenzio. Suoni delicati di chitarra, linee di basso trainanti ed esperimenti di sintetizzatore definiscono la canzone e l'album nel suo complesso. La frase "Nessun Dio ci aiuterà a preservare il nostro mondo" è sia una critica alla leadership della DDR, dell'Unione Sovietica e dell'Occidente, sia una prognosi di uno scenario da fine dei tempi. Non ci sarà salvezza una volta aperto il vaso di Pandora nucleare. La minaccia della guerra aleggia per tutto il tempo della canzone. I versi drastici hanno attratto il pubblico sia in Oriente che in Occidente. L'album vendette 1,1 milioni di copie nella DDR e 480.000 copie nella Repubblica Federale Tedesca entro il 1989, per cui Karat ricevette un disco d'oro dopo la riunificazione. L'album fu anche promosso dalla casa discografica statale della DDR in entrambi gli Stati tedeschi con un'ampia campagna pubblicitaria, in quanto la dirigenza della DDR considerava l'album parte della storia musicale della DDR. della storia musicale della DDR. Per la SED, Karat era soprattutto una fonte di guadagno in valuta estera. In altri Paesi europei, sia dell'Est che dell'Ovest, furono venduti altri 50.000 dischi. Quanto vola il piccione? Un successo determinato da molti fattori casuali: la formazione con Herbert Dreilich (voce), Ulrich "Ed" Swillms (tastiera), Bernd Römer (chitarra elettrica), Michael Schwandt (batteria) e Henning Protzmann (basso) era piuttosto insolita, in quanto prevedeva la presenza di ospiti come Manfred Baier con un corno inglese, Heiner Herzog con una marimba africana, Thomas Natschinski con l'armonica e il gruppo d'archi "Otto Karl Beck" di Berlino Est sotto la direzione del direttore Bernd Wefelmeyer. Tutte le nove canzoni dell'album sono concepite come manifesti per la pace e riprendono motivi classici del movimento pacifista, come le commoventi canzoni "Marionetten", "Blumen aus Eis" e "Wie weit fl iegt die Taube". Ancora sotto l'incantesimo del pianeta blu: Karat dal vivo al Domstufen-Open Air 2020 sulla piazza della cattedrale di Erfurt,2020 Immagine Alleanza Nella seconda strofa di "Blue Planet", compare la dura batteria, con pause che sembrano un segno di minaccia. Poi c'è di nuovo la voce roca di Dreilich e il suo canto monotono e lento, che continua il verso "Questo bacio e la parola che ti ho dato ieri devono essere gli ultimi? Devono essere l'ultimo?" ancora più insistente - la fine dell'amore e del linguaggio attraverso la guerra. Anche il basso è dominante - atipico per il gruppo, che di solito privilegia suoni più morbidi di chitarra elettrica. Si nota la malinconia, ma anche i riferimenti religiosi: il Giudizio Universale è imminente, come suggeriscono i versi. "Nessun Dio può aiutarci a preservare il nostro mondo" compare di nuovo. Questi motivi biblici rendono la canzone un brano atipico della musica rock della DDR dell'epoca. Lo stato d'animo apocalittico creato dal testo è ulteriormente intensificato dai suoni del sintetizzatore che si levano nella terza strofa. "Ci sarà solo polvere e roccia bruciata sulla terra per tutto il tempo?" affronta la paura della completa distruzione degli habitat, della natura e dell'umanità. Una domanda filosofica che può essere letta anche in termini religiosi. A coloro che sono nati dopo Infine, il testo si rivolge anche al futuro e ai giovani, che erano attivi nei movimenti pacifisti e antinucleari sia nella DDR che nella Repubblica Federale. "Il nostro bambino, che il mondo non conosce ancora, non nascerà per sempre?" si riferisce anche alle conseguenze degli attacchi nucleari e ai pericoli dell'uranio per le generazioni future. Questo ha dato alla canzone una nuova connotazione. Ora viene utilizzata anche dal movimento per il clima durante le manifestazioni. Esiste anche una versione della canzone tradotta in inglese da Robert Bryce, intitolata "The Blue Planet", che la band ha prodotto nel 1982 ma che è stata pubblicata su disco solo nel 2007. L'anno scorso, anche i due DJ Dirty Doeringe Niconé, residenti nel club berlinese KaterBlau, hanno presentato la loro interpretazione di "BlauerPlanet". Anche questo dimostra che Ed Swillms e Norbert Kaiser avevano capito magistralmente come vestire la "New Wave" in una veste completamente indipendente e creare una canzone senza tempo con un tema di base che oggi è più attuale che mai. Mancanza di serietà nella band? I Karat hanno registrato 14 album. A volte la band ha suonato fino a 300 concerti in un anno. "E tutto senza droghe. Nella DDR si beveva una vodka e una birra e basta", dice il chitarrista Bernd Römer, entrato nella band nel 1976. Nelle interviste rilasciate dopo la riunificazione, i membri della band, che ancora oggi riscuote successo, hanno parlato dell'assurdità della censura della DDR, soprattutto per quanto riguarda "Blue Planet". "Siamo stati in grado di affrontare la censura abbastanza bene perché sapevamo cosa stavano guardando", ha detto Römer. "Avevamo anche un paroliere intelligente che trasmetteva i temi in modo quasi favoloso". Nonostante la posizione antistatale che si manifestava in "BlauenPlaneten", la band fu autorizzata a tenere concerti nella Germania Ovest. I critici hanno sostenuto che ciò fosse dovuto alla loro vicinanza allo Stato. Römer smentisce: "Abbiamo ottenuto questo risultato grazie alla nostra musica", dice. "Molte band pensavano che se avessero avuto il permesso di andare in Occidente, sarebbero riuscite a sfondare. Ma la loro musica non era accettata laggiù. Giuro che non eravamo vicini allo Stato, altrimenti avremmo scritto testi diversi". Che si tratti di Est o Ovest, la guerra fredda è la peste! I Karat furono l'unica band della DDR a comparire su "Wetten dass..." nel 1982. "Der blauePlanet" fu celebrato dal pubblico di Frank Elstner e ricevette buone recensioni anche nella Repubblica Federale. Tuttavia, l'album non fu accolto con entusiasmo ovunque: la principale rivista musicale della DDR, "Melodie und Rhythmus", criticò l'approccio musicale all'argomento. "E credo che sia un momento di saturazione a rendermi così poco in sintonia con esso, una mancanza di volontà espressiva originale, una certa profondità e levigatezza dietro un sensibile romanticismo". Solo Ed Willms è stato elogiato per i suoi testi. I Karat avevano in Willms un prolifico autore di canzoni. In un'intervista rilasciata all'inizio degli anni '90, Dreilich disse che Willms scriveva il novanta per cento dei testi della band. Molti dei suoi arrangiamenti sono tuttora considerati i più iconici della musica della DDR, tra cui la canzone di successo tedesco-tedesca dei Karat e di Peter Maff "Über sieben Brücken musst du gehen". I Karat registrarono la loro parte della canzone a Berlino Est, sempre a 150 metri dal Muro. Il 9 novembre 1989 portarono alcuni suonatori di archi. Quando finirono e stavano tornando a casa, passarono davanti a uno snack bar con una televisione. Stavano guardando la famosa conferenza stampa di Schabowski. "Tutto si è fermato", disse Römer in seguito. "Nessuno capiva davvero cosa venisse detto. Ma tutti percepivano che qui stava accadendo qualcosa di speciale". La caduta del Muro portò anche la censura. Oggi i Karat si esibiscono ancora e dagli anni '90 hanno ripreso a cantare "demoni" al posto di "neutroni". https://www.faz.net/ ====================== Qui il video, la melodia - per essere dell'epoca e dall'altra parte del muro - è proprio carina. Njk
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  48. Cari amici è appena arrivato...il figliol prodigo ritrovato. L'inafferrabile ultimo millesimo che va a completar la serie. Un'emozione incredibile oggi aprire la raccomandata di Bolaffi. E una volta venuta alla luce ancor maggiore la soddisfazione di averla in mano anche perché dal vivo è migliore che in foto, almeno il rovescio. Il D tutto sommato è come me lo aspettavo, con i capelli che soffrono come al solito di ampia usura per gli esemplari che hanno circolato (che sono il 95-98% dei pochi esemplari sul mercato con questa data/zecca), ma il R presenta al contrario una usura omogenea, non accentuata ed entrambi i versi offrono alla vista una patina regolare, dal colore gradevole riposato da vecchia raccolta e caratterizzato da bei riflessi ambrati, specie al R. E non presenta graffi rilevanti o colpi, neanche lievi. Io la giudicherei complessivamente un qBB/BB+. Questo esemplare perciò mi soddisfa pienamente anche perché...provate a trovare uno SPL di questo R3 e poi mi dite. E finire la serie significa d'ora in poi puntare solo a migliorare i pezzi di conservazione inferiore. Ma questa sono quasi certo che rimarrà a lungo in raccolta vista la fatica improba fatta per trovarla Grazie e buona serata
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  49. Venerdì 24 maggio 2024 ore 14,40 a Verona sarà premiato il Circolo Numismatico Ligure Corrado Astengo con una targa per la diffusione della cultura numismatica, Premio che da anni viene organizzato dall’Accademia Italiana di Studi Numismatica a favore di virtuose realtà culturali del nostro Paese. La premiazione avverrà allo stand dell’editore Alberto D’Andrea, nuovo Presidente di AISN con la partecipazione di esponenti del circolo ligure. Sarò’ presente a Verona per l’occasione e per questo importante riconoscimento da consegnare.
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