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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/07/24 in tutte le aree
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Artefatto. Ovvero modifica dell'originale con un intervento che ne altera e ne compromette (in questo caso) le caratteristiche. Semplicemente, si tratta di una moneta (baiocco 1802) che un buontempone, in epoca imprecisata (e non determinabile), ha riscaldato in modo da ammorbidirne le superfici, l'ha posta fra due esemplari da 10 cent, e, con un forte colpo di martello, vi ha impresso i caratteri del 10 centesimi 1867... per questo motivo i caratteri del 10 cent risultano in incuso e con orientamento speculare... Operazione che può anche essere stata eseguita in due tempi e/o con un torchio... Non potendosi determinare il momento dell'intervento (unica certezza: post 1867... ma potrebbe anche essere l'altro ieri) temo che, dal punto di vista storico, ci sia poco da approfondire e per questo motivo chi mi ha preceduto ha liquidato la questione con il semplice commento: artefatto. Perché si tratta di cosa già vista, priva di interesse numismatico e non collocabile dal punto di vista temporale. Ovviamente a te resta la totale libertà di approfondire l'argomento Mario4 punti
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Si può davvero parlare di « unique offstrike of a gold medallion » come lo fa la casa d’aste? I termini "abschlag", "trial pièce" o "off strike" possono essere applicabili in determinati periodi molto specifici a certi bronzi che hanno le dimensioni di aurei o multipli di aurei e che talvolta condividono almeno uno dei loro conii con una moneta d'oro già conosciuta. Va notato che un certo numero di « trial pieces » tetrarchici realizzati con uno o due conii ufficiali hanno tracce di doratura, il che lascia anche aperta la possibilità di un riutilizzo fraudolento di conii ufficiali. Ve ne sono esempi durante la tetrarchia tra il 297 e il 307 (fino al primo “dies imperii” di Costantino). Ecco un "offstrike » (5,31g/19mm) per Costanzo Cloro Cesare, il conio al dritto è condiviso con due aurei di Treviri, lo stile e la tipologia ben corrispondono al periodo della prima tetrarchia. L'aureo corrispondente alla tipologia del rovescio non è ancora noto ma probabilmente esiste. https://www.notinric.lechstepniewski.info/6tre-51v.html Ma il bronzo Leu da 26 mm/3,06 g (!) presenta troppe anomalie per rientrare in questo quadro. Anche tenendo conto dell'usura, lo stile e le scritte sono troppo rozzi per un'incisione destinata a un multiplo d'oro. Al rovescio , la grafia è irregolare o confusa, ad esempio le lettere ORVM di AVGVSTORVM. I busti frontali, inaugurati da Massenzio dal 308 su alcuni argentei e aurei di Roma e di Ostia (se mettiamo da parte quelli di Postumo e di Carausio), non sono stati usati da Licinio prima del 317. Gli ultimi multipli di aurei a Siscia furono coniati intorno al 305/306 e non se ne conosce nessuno per il periodo interessato. « Fortunately, the appearance of these three Augusti together allows for a minting only between the defeat of Maxentius at the end of October 312 and the rupture between Licinius I and Maximinus II in the spring of 313 » Strana deduzione… Nessuna moneta fu mai coniata a nome di Massenzio nelle zecche controllate da Licinio e Massimino Daïa. Questo bronzo potrebbe quindi essere datato dal 310 alla fine del 312 (perché è anche improbabile che all'inizio del 313 Licinio volesse ancora celebrare la buona intesa dei tre augusti su un multiplo d'oro!) Battaglia di Andrinopoli Aprile 313… Se non si tratta di un “trial piece” come sostiene la casa d'aste di Leu, cosa potrebbe essere? Difficilmente potrebbe essere un follis, anche tenendo conto delle rotture il peso è troppo basso (ci aspetteremmo circa 6 g su una moneta integra). Mancherebbe inoltre un segno di zecca nel campo o nell'esergo, come giustamente segnalato nella didascalia. Durante la tetrarchia, il personaggio femminile che regge una bilancia non è Aequitas ma sempre Moneta. Ovviamente esiste un legame forte tra le due allegorie e le loro immagini si confondono nel messaggio seguente: grazie alla moneta riformata, (la creazione del nummus argentato), il Principe è in grado di garantire un commercio equo ai suoi sudditi. Aequitas è anche assente in tutto il RIC VII, ma la vediamo rappresentata - in tutt'altro registro - sulle monete postume di Costantino con la legenda IVST VEN MEM (ivstae venerandae memoriae). Possiamo tuttavia immaginare cosa un falsario moderno avrebbe voluto significare con questo rovescio di AEQVITAS: AEQVITAS AVGVSTORVM NOSTR(ORVM) ribadisce il messaggio presente al dritto, quello della completa uguaglianza dei tre augusti in termini di auctoritas. In ogni caso, questa è l'interpretazione proposta da Leu, che a parer mio costituisce un totale fraintendimento del concetto di Aequitas nella monetazione imperiale, anche se esso ha subito variazioni nel tempo. Condividerei volontieri il parere del forumista di Numis Forvms citato da @Vel Saties, l'utilizzo come punto di partenza di un follis di Siscia, magari un esemplare più antico al rovescio SACRA MONET AVGG ET CAESS, il diametro corrisponderebbe bene ai nummi di 305/ 306 , e la perdita di peso sarebbe dovuta alla massiccia reincisione. Insomma , di fronte a tante anomalie (modulo, legende, disposizione radiante dei busti senza precedenti e senza posterità, fattura grossolana, messaggio iconografico dubbio) avrei bisogno di uno studio approfondito di questo bronzo per cominciare a crederci anche solo un po'.4 punti
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Buonasera a tutti, nuovo arrivato in collezione. Cavallo Federico III D'Aragona (1496-1501) D/Busto coronato del Re a Dx R/Cavallo gradiente a dx sopra una stella a 6 punte. Mir. 110 In esergo purtroppo manca metallo e non è possibile sapere cosa ci fosse. Vi propongo un collage di foto fatte su fondo diverso. Per confronto riporto anche foto di un altro dei miei cavalli e di un cavallo simile (ma credo di conio diverso, ha rosetta ad inizio leggenda ) passato in discussione ma non mio. Saluti Alberto4 punti
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A distanza di una settimana voglio postare anche l'ultimo acquisto di Aix-les-Bains. Si tratta di un Bianchetto di Amedeo VII, se uno segue le classificazioni del vecchio MIR sarebbe la prima moneta di Amedeo VII che inserirei in collezione, a seguire il volume del Cudazzo molte monete sono state spostate sotto la coniazione di questo Conte e la cosa mi crea ancora confusione. Moneta piccola, 17/18 mm. di diametro, senza il nome del Duca in legenda, dovrebbe essere la prima moneta sabauda che porta su di una faccia la croce mauriziana, questa croce accompagnerà le monete dei Savoia per molto molto tempo! Nodo Savoia e croce Mauriziana... i due maggiori simboli della dinastia insieme ad il FERT.3 punti
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Ecco la mia, grazie alla grande generosità di un Amico. Sempre un passo avanti. È dello stesso conio della tua @ferdinandoII.3 punti
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Dalle foto, a parte i bordo un po stondato al dritto, sembrerebbe buona. Riesci a fare foto più nitide e con miglior inquadratura del contorno? Se mi permetti vorrei fare una domanda che potrebbe sembrare banale: questa moneta è frutto di un ritrovamento casuale / regalo / acquisto da mercatino? Ciao Graziano, per una volta non concordo con te. Se è pur vero che nutrire dubbi (vista la tipologia in questione) è più che lecito, asserire che sia falsa solo perché usurata non mi sembra numismaticamente corretto, visto che non è escluso che alcuni esemplari possano aver effettivamente circolato.3 punti
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come in realtà dovrebbe essere... Il dato fondamentale - per gli studi e la ricerca - è quello scientifico. Non il possesso del pezzo tanto piu' se rischia di finire negli scantinati di qualche deposito museale3 punti
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Ho pensato ad una discussione che riporta le immagini di uffici postali che notiamo nelle nostre città o quando siamo in vacanza. inizio da Zug (Svizzera)2 punti
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Pescata domenica , ciotola 1 € al pezzo , trovato questo bel falso d'epoca di un 5 lire aquilotto Altra ciotola 3 pezzi per 1€ , trovato due monetine di san marino e 2 annas 19192 punti
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Per completezza ecco le foto per intero. La conservazione è bassa, ma la variante, correggetemi se sbaglio, non è stata ancora censita sulla 57...2 punti
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Grazie Rocco! Due pareri autorevoli su due! Vuol dire che ho fatto bene a cambiare gli occhiali, altrimenti per la scarsa conservazione l'avrei lasciata lì...🤣🤣🤣2 punti
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Buongiorno a tutti, sono io che oramai vedo varianti dapertutto oppure le torri sono effettivamente capovolte? A sinistra la già nota 1856 con le palline al palo, a destra una 1857 con 7 palini... Nel ringraziare chi vorrà dire la sua sull'argomento, saluto tutti Alessandro2 punti
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Guardavo le tre corone che circondano il Tosone... Quanta simbologia in tre piccole monetine.. Vite fecondità e benedizione, alloro sapienza e gloria, grano fertilità e resilienza.2 punti
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Eccomi, ho avuto un po da fare, del resto 40 anni di matrimonio si festeggiano una sola volta. Di seguito 3 ritagli inglesi e uno Argentino2 punti
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Mi ha sempre incuriosito questa cosa delle diverse corone al rovescio di questi tornesi,e soprattutto mi incuriosiva questa denominazione di 'corona di pannocchie di grano "fatta dagli autori del CNI, cercavo di immaginare come sarebbe potuta essere effettivamente una corona di questo tipo,ed è durante delle mie ricerche che ho finalmente trovato il fantomatico tornese con "corona di pannocchie di grano ", l'esemplare che propongo è in conservazione non ottimale, ma per un occhio attento e allenato è abbastanza per poterlo catalogare precisamente... Tornese 1636 con sigla O/C... Al dritto:PHILIPPVS.IIII.R.S,1636,busto di Filippo IV a sinistra con dietro le sigle del Mastro di zecca Orazio Celentano, avanti il simbolo del coniatore "O"... Al rovescio:corona di pannocchie di grano,nel campo tosone sospeso rivolto a sinistra... Peso:5,25 grammi, diametro:24,15 millimetri... Allego il particolare delle tre tipologie di corona... Spero di aver fatto cosa gradita per tutti gli appassionati di Filippo IV...2 punti
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Buonasera Gentilmente, cho mi sa fornire altre indicazioni? Grazie molte @PostOffice Chissà la storia... Cartolina della serie "vinceremo".1 punto
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Una scoperta numismatica di grande significato offerto nella Leu Web Auction 30 (traduzione google dalla newsletter Leu) offerta come "Offstrike of a Gold Medallion". –– Quando pensiamo a monete altamente significative, noi collezionisti di tesori numismatici inevitabilmente evochiamo immagini di stateri o tetradrammi greci magnificamente conservati, aurei romani o ducati multipli moderni. Tuttavia, le monete di immensa importanza scientifica non sono necessariamente sempre ben conservate. Un buon esempio di ciò, che desideriamo presentarvi in questa newsletter, arriva sotto forma di una nuova scoperta di eccezionale importanza per lo studio della rappresentazione e dell'iconografia imperiale romana del primo periodo costantiniano: una fuoriuscita dagli stampi per un multiplo in oro raffigurante Costantino il Grande, Licinio I e Massimino II (lotto 2604). Asta web Leu 30 | Lotto 2604 | Prezzo di partenza: 750 CHF Al dritto sono raffigurate le teste dei tre imperatori, mentre al rovescio inneggia “all'equità dei nostri Augusti”. I busti dei governanti sono disposti secondo uno schema simile a un mulino a vento, rivolti in avanti e coinvolgono direttamente lo spettatore. Mentre le rappresentazioni frontali erano state sperimentate sotto imperatori precedenti - non solo per gli dei ma anche per gli imperatori, come Postumo, Carausio e Massenzio - la raffigurazione di tre busti frontali è del tutto nuova e precedentemente sconosciuta nella monetazione romana. Evoca la raffigurazione di Diocleziano, Massimiano e Carausio sulle famose monete CARAVSIVS ET FRATRES SVI emesse dall'usurpatore britannico. Asta Leu 8 | Lotto 155 | Martello: 4.400 franchi Su queste monete, i tre busti sono impilati uno sopra l'altro, ricordando molti doppi busti visti nella monetazione ellenistica e occasionalmente su medaglioni romani ed emissioni speciali. In quest'ultimo, questa disposizione stabilisce una chiara gerarchia, con la figura davanti che denota l'anzianità rispetto a quella dietro. Nel caso di Carausio e dei "suoi fratelli", l'iconografia è notevolmente più complessa. Qui è evidente che Diocleziano raffigurato al centro detiene il rango più alto, mentre Carausio rivendica il posto d'onore alla sua destra, relegando deliberatamente Massimiano alla posizione considerevolmente meno prestigiosa a sinistra. Sulle monete raffiguranti busti contrapposti, comunemente presenti su molte monete provinciali e su alcune rare emissioni imperiali, il lato sinistro della moneta è tradizionalmente quello più onorevole, mentre il lato destro è subordinato. Asta Leu 13 | Lotto 340 | Martello: 34.000 franchi Come evidente, l’iconografia imperiale romana non lascia nulla al caso, poiché ogni rappresentazione aderisce a un deliberato ordine cerimoniale. Allora perché i tre imperatori sul nostro pezzo sono mostrati in uno schema a mulino a vento con ritratti affrontati? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima datare la moneta. Fortunatamente, la comparsa insieme di questi tre Augusti consente una coniazione solo nel periodo compreso tra la sconfitta di Massenzio alla fine dell'ottobre del 312 e la rottura tra Licinio I e Massimino II nella primavera del 313. In questi pochi mesi Costantino I, Licinio I e Massimino II erano alleati e si consideravano, a differenza della Tetrarchia con i suoi due Augusti e due Cesari, alla pari. Per un fustellatore incaricato di rappresentare iconograficamente l’uguaglianza dei tre imperatori, i vincoli dell’iconografia romana lasciavano poco spazio all’interpretazione artistica. Se dovesse sovrapporre o giustapporre i busti, sarebbe implicita una chiara gerarchia. Per aggirare questo dilemma, decise di raffigurare i busti a) di fronte anziché di profilo eb) distribuiti uniformemente nello spazio circolare della conio. Ciò garantiva che i tre sovrani fossero rappresentati come completamente uguali, senza che nessuno rivendicasse nemmeno un accenno di anzianità rispetto agli altri. Allo stesso modo, l'artista ha curato la titolazione, che elenca semplicemente i nomi e i titoli di Augusto, evitando consapevolmente i singoli titoli onorifici. Il rovescio fa eco a questo sentimento, elogiando 'l'equità dei nostri Augusti'. Nel complesso si tratta di uno sviluppo incredibilmente significativo dell'iconografia romana conservato esclusivamente in questo pezzo un po' danneggiato. Nessun'altra moneta romana spinge l'equivalenza di più sovrani, come occasionalmente tentato a partire dalla Tetrarchia, all'estremo come questa moneta. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che, anche nella Tetrarchia, alcuni imperatori rivendicarono sempre più anzianità e auctoritas di altri – anzi, queste distinzioni di rango costituivano il fondamento stesso del sistema concepito da Diocleziano. Perché questo esperimento iconografico sia stato abbandonato così rapidamente non è oggi possibile determinarlo. Il nostro pezzo è stato coniato a Siscia, all'epoca sotto il dominio di Licinio I. È ipotizzabile che la moneta sia stata coniata poco prima che scoppiassero le ostilità tra Massimino II e Licinio I, che si era appena incontrato con Costantino a Mediolanum, quindi rapidamente rendendo antiquata l'iconografia e inducendo la cessazione dell'emissione. Naturalmente anche altri fattori a noi sconosciuti potrebbero aver avuto un ruolo. In ogni caso, un conio così insolito non è stato sicuramente realizzato per una semplice emissione di follis, come indica l'assenza di qualsiasi marchio di officina sul rovescio, caratteristica tipica delle emissioni d'oro di Siscia dell'epoca. È probabile quindi che questa emissione straordinaria fosse originariamente intesa come un'emissione di multipli d'oro, che sarebbero stati distribuiti come donativa a importanti ufficiali. Ciò che è sopravvissuto, però, è solo questo contropiede in bronzo, probabilmente un pezzo di prova. Non è chiaro se da questa coppia di dadi siano mai stati effettivamente ricavati dei multipli d'oro e successivamente persi o fusi, o se l'emissione fosse già stata interrotta in precedenza. È certo però che questa fuoriuscita rappresenta una delle scoperte iconografiche più significative della monetazione romana degli ultimi decenni, e riveste un'importanza capitale per gli studiosi dell'iconografia imperiale romana in generale e di quella costantiniana in particolare.1 punto
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E' un campo per me molto scivoloso, ma ci provo, dai... mi serve anche per imparare. Direi V secolo.. Al dritto vedo bene una H che mi fa pensare ad Onorio. Al rovescio mi pare di vedere una figura sulla destra (la Vittoria?) che sembra incoronare una figura sulla sinistra in tenuta militare, con gonnellino, cinturone e spallacci. Pare anche di leggere, da ore 9, VIRT.. La tipologia mi porterebbe, quindi, ad una VIRTVS EXERCITI: Type 85 (tesorillo.com) Tuttavia, l'aspetto piuttosto grezzo e stilizzato (se così si può dire) mi fa pensare ad una imitativa. Un saluto. Stilicho1 punto
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Accidenti davvero belli. Col tuo permesso e se non hai nulla in contrario di me li salvo e li metto tra le ricerche che stiamo facendo. Grazie e buona serata a te1 punto
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I templi di Abu Simbel, costruiti da Ramses II nel XIII secolo A.C. sono la testimonianza eccezionale di uno dei periodi più splendidi della storia egiziana. Quando fu decisa la costruzione della diga di Assuan il cui invaso avrebbe per sempre sommerso i templi, l’Unescu lanciò una campagna per cercare una soluzione che permettesse di salvarli. Grazie al contributo di 113 Paesi venne così progettata e finanziata una complessa opera di smontaggio e ricostruzione dei templi di Abu Simbel in un'area che sarebbe stata risparmiata dalle acque. A questo scopo vennero emessi dei francobolli sia dall' Egitto quelli a sx e dalla Palestina a dx che in quegli anni era sotto l' occupazione egiziana. I francobolli sono entrambi del 1963 della serie "Salvare i monumenti di Nubia". UAR = United Arab Republic.1 punto
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Cartolina postale in corretta tariffa per l'interno con propaganda di guerra VINCEREMO emessa il 19.7.1942 con valore postale di 30c dell' Imperiale bruno su crema, annullato da un doppio cerchio meccanico con svolazzo di Piacenza del 20.12.1942 . Cartolina di guerra abbastanza facile da trovare nei mercatini, attenzione perché potrebbero avere delle varietà sia sul valore che sulla scritta di propaganda. Altamente collezionabili esiste anche con valore da 15c verde su crema. Anche lo scritto e' interessante,.. "con il morale sempre elevatissimo".. uno spaccato di vita altrui in un periodo non semplice in cui senza questo pezzo "unico" non saremmo mai entrati. E' materiale irripetibile, se le trovate a prezzi potabili ragazzi approfittatene ora e mettetele in collezione, ne gioirete negli anni a venire.1 punto
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Trovo molto bella la patina di azzurrite che si è formata.1 punto
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Annullo meccanico con targhetta pubblicitaria della lotteria della solidarietà nazionale. Nel 1945 la Lotteria di Solidarietà Nazionale e la Lotteria Nazionale Italia furono istituite per scopi assistenziali e sociali. Il 3 lire rosso fiaccola e' un francobollo della serie Democratica del 1945. L'unica cosa strana d questo annullo e che il datario non riporta l' anno, questa si che è un' anomalia, si può leggere l' ora il giorno e mese ma non vedo l' anno. Ci sono altri annulli nella cartolina..??1 punto
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Notavo sul bronzo di Antonio la patina di azzurrite, mentre su altri esemplari come quello della Biblioteca nazionale di Francia l’ossidazione del rame si è arrestata a cuprite. apollonia1 punto
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Moneta sempre interessante per la tipologia, anche se abbastanza comune, con buona centratura. La legenda del diritto sul tuo esemplare inizia in alto a destra, sul mio, invece, in basso a sinistra. Entrambe le varianti sono comunque classificate allo stesso modo.1 punto
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Maschere singole Lunghezza 3 cm; altezza 2,2 cm; peso 9,9 g. Marchio del produttore (stella 588 VI) e dell’argento 800. (segue)1 punto
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Se vogliamo "perdere tempo" a discutere (diciamo in modo didascalico ed emblematico per questa e analoghe tipologie, visto che dal punto di vista economico stiamo parlando di una decina di euro), queste le considerazioni. Tiratura 239.415 esemplari (non corretta quella riportata nei cataloghi), 4 conii di Diritto e 4 conii di Rovescio utilizzati (+2 D/ e 2R/ spediti da Torino ma non torniti e dunque inutilizzati); questo, riconoscibile per le fratture ad ore 9 ed ore 4 (attenzione: il D/ è quello epigrafico) è il n. 86660, ancora conservato al Museo di Bologna; si tratta dello stesso R/ della moneta mostrata da @El Chupacabra (da dove proviene? Molto bella, ma anch'essa mostra al R/ alcune microporosità ed una debolezza a carico della firma dell'incisore e del nodo che lega i rami di lauro). Poichè i tondelli erano prodotti a Bologna in un periodo "difficile" per la zecca, spesso risultavano irregolari e pertanto le debolezze più che da conii stanchi (come ho sopra convezionalmente indicato ) erano dovute a tondelli lievemente irregolari. Per quanto riguarda la microporosità, presente in ampie aree del contorno, potrebbe essere stata in rapporto a cattiva mescola del rame o a cattivo raffreddamento dello stesso; si trova anche in esemplari in alta conservazione (appunto quello presentato al #6). Personalmente sono propenso a ritenerla più spesso "post-produttiva tarda", dovuta alle operazioni di pulizia con acidi, attualmente molto diffuse per migliorare l'appeal di una determinata moneta. Per quanto riguarda la moneta in oggetto, l'interpretazione delle debolezze e degli altri difetti porta ad un giudizio di conservazione corrispondente. Il mio è stato un grading quasi "commerciale": oltre non mi sbilancio (senza vedere direttamente l'esemplare è difficile). Ho riportato 3 esempi sopra, tutti criticabili, ma ve ne potrebbero essere altri e il parere può cambiare sensibilmente da persona a persona (diciamo comunque sotto la SPL, come sotto lo SPL è anche l'esemplare NAC 142 al #8). Se vi fossero segni di pulizia meccanica il giudizio sarebbe peggiorativo (la foto non li rileva, se non qualche segnettino, giustamente attenzionato al #9).1 punto
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la moneta presenta buoni rilievi, non vedo usura ma conio stanco e problemi di corrosione sulla legenda.. se c'è stata pulizia meccanica non si nota nessun cambiamento di colore nei punti incriminati.. fa la sua bella figura.. certamente i problemi che ha la declassano a livello economico.. certamente non si può pagare spl... ma ci sono in giro bb molto peggiori1 punto
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Ciao Genny e buon giorno a tutti, Non sono certo un esperto anzi, però mi sto appassionando molto al periodo, facendo una ricerca sulle aste passate ecc non ne ho trovato di simili...che rarità può avere un pezzo simile? Un saluto Raffaele.1 punto
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Ciao ambidestro.. e con la data 1756, come mi ha giustamente fatto notare Genny, c'è qualche peso con quella data catalogato con un numero? So che sto abusando della tua collaborazione e te ne chiedo scusa.... cmq ho perso giorni a cercare sul web con scarsi risultati.. una persona mi aveva detto genericamente che doveva essere compreso tra i numeri 63 al 66 del libro di a.buti ma non mi ha piu mandato foto o conferme Grazie :è davvero un informazione interessante per me.. non ne ero proprio al corrente e neanche me l'aspettavo...grazie ancora. Ciao e buona giornata a te1 punto
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Ciao genny.. davvero complimenti per averlo notato!..io non me ne ero accorto.. osservavo solo quello che volevo vedere: l 'immagine e non vedevo il resto... ora ho guardato con la lente ed è proprio una S.. con i bordini tipo riccioli all estremità..avranno sbagliato e l avranno messa al posto del 5? Strano cmq.. ciao e buona giornata a te e davvero grazie ancora per il tempo che mi hai dedicato1 punto
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sul libro di Zavattoni sono presenti parecchi pesi come il tuo ma con altre date non 17861 punto
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Riconosco la buona volontà operando un downgrading a BB-SPL, ma le monete da te mostrate tratte da aste si presentano nel loro insieme con i rilievi completi. La moneta in oggetto di questo post, se da una parte sosteniamo che si tratta di conio stanco (e quindi ininfluente sul grado di conservazione), dall'altro non possiamo negare che abbiamo un tondello difettoso, segni di pulizia profonda e probabile abrasione meccanica della moneta, A mio parere, tutto questo non può in nessun caso, prevedere di sfiorare lo SPL, anche provando ad enfatizzare i colori per avvicinarmi alla realtà (tramite programma di postproduzione dell'immagine), non si riesce a notare residui di lustro. Se poi aggiungiamo una probabile rimozione di ossidazioni (cancro del rame?), la conservazione BB è già "grasso che cola" per questo esemplare.1 punto
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Mi sono attenuto alla descrizione del CNI... Grazie per i complimenti...1 punto
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Moneta nell'insieme piacevole, presenta sia al D/ che al R/ pesanti difetti con ampie zone di abrasione sul bordo quando si scende ad osservarne i particolari. Nell'insieme starei sul BB o, forse qualcosa meno. Per condivisione e confronto allego un esemplare in buona conservazione.1 punto
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Buona Sera, resta da valutare il lotto 725 già proposto da Bolaffi in una sua precedente asta (la numero 43): con tutti i limiti derivanti dal non aver vista la moneta direttamente, basandosi solo sulle due immagini utilizzate per la presentazione nelle aste e sulle indicazioni di peso fornite, possiamo certamente escludere si tratti di una imitazione. Mancherebbe quasi un quarto del peso atteso per la moneta, il fatto che nelle due aste (nelle quali è stata proposta la moneta, rimasta invenduta alla prima occorrenza) venga indicato lo stesso peso calante escluderebbe un refuso riguardo a questo dato. L’aspetto del diritto risulta “corretto” con segni di usura, i dubbi sono ingenerati dall’aspetto quanto meno bizzarro del rovescio. Troviamo a ore cinque una sorta di rigonfiamento, una escrescenza, a ore sette appare quella che sembrerebbe una piega nel bordo del tondello o in alternativa ispessimento anomalo del bordo, forse quest’ultima è la ipotesi più probabile (il diritto non sembra mostrare pieghe). Merita un’attenzione maggiore l’area attorno a ore undici, qui sembrerebbe essere affiorato del materiale che non ha l’aspetto dell’oro, di colore scuro. Anche il confronto con l’immagine della precedente Asta numero 43 che presentava la moneta non pulita, evidenzia oltre alle anomalie a ore cinque e a ore sette, questa zona pesantemente alterata (si potrebbe trattare di un rigonfiamento che ha lacerato il rivestimento superficiale, successivamente asportato). In considerazione di queste problematiche, e dell’aspetto delle facce che sarebbe compatibile con quello di un Fiorino MIR 25-13 (non ho immagini di questi specifici coni), ipotizzerei possa trattarsi di copie galvaniche di un Fiorino, unite tra loro, con un “riempimento” tra le due valve di qualche lega. Qualche alterazione del nucleo potrebbe aver creato “bolle” e rigonfiamenti. Potrei essere in errore, è un’ipotesi basata su pochi dati, immagini non eccezionali e valutazioni personali, non riesco a trovare altro che possa giustificare contemporaneamente l’aspetto e il peso eccessivamente basso di una moneta non consunta e non tosata. Solo la visione diretta potrebbe consentire di trovare la soluzione. Si potrebbero approfondire molti particolari per ciascuna di queste imitazioni, ma presumo di avere approfittato oltre misura della Vostra pazienza, inoltre si correrebbe un rischio non marginale di agevolare l’opera di volenterosi artigiani dediti alla produzione di imitazioni contemporanee a noi invece che alle monete imitate. Si possono trovare più esempi nel panorama delle aste. Tornerò a tediare, tra qualche giorno, con un problema che sto cercando di risolvere da una decina di anni relativo a due segni che potrebbero essere visti come uno solo realizzato in modo più o meno accurato. cordialità1 punto
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grazie a Bruzio e Luciano per le Vostre risposte esaustive. Molto bravi, complimenti.1 punto
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Ciao! Sono d'accordo, potrebbe essere una contromarca composta da due elementi, ma di più non so dire ... saluti luciano1 punto
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Buonasera a tutti, complimenti @gennydbmoneyinteressante disamina e altrettanto interessante moneta. Grazie per averci reso partecipi. Saluti Alberto1 punto
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Fai riferimento a collezionisti, ma un numismatico è interessato alla caratteristiche intrinseche della moneta e al suo possibile studio/osservazione, catalogazione. Se ci si basa solo sulla confezione, si perde il punto cruciale, la numismatica studia le monete1 punto
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Per molti collezionisti certamente, ma non si tratta più di numismatica. Un numismatico è interessato alla moneta, al suo stato di conservazione e tiratura. I gusti sono soggettivi ma la numismatica non fa riferimento certamente alla confezione. In qualunque casa d'aste nel mondo, si fa riferimento alle caratteristiche intrinseche delle monete. Questa cosa delle confezioni è più una cosa recente e maggiormente sentita in italia. In mercato tedesco, anglosassone non ha nessuna rilevanza. Lo dico avendo familiari numismatici a Londra.1 punto
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Avevo iniziato io la discussione nel 2014. Non ci poteva essere conclusione migliore. Sede adattissima per questa grande e amata collezione. Il Conte ne sarebbe stato fiero. Complimenti ancora agli organizzatori.1 punto
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Guarda bene che non si veda rame intorno alle ossidazioni per escludere che sia suberata1 punto
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