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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/12/24 in tutte le aree
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Buon pomeriggio, condivido l’ultimo arrivo, Massimino I il Trace (FIG 1). La ritrattistica monetale mostra diverse varianti, che trovo in rete ricondotte in estrema sintesi a tre principali tendenze (nota 1 e FIG 2). Vi si distinguono un primo stile ancora vicino alla fisionomia di Alessandro Severo, probabilmente a causa della mancanza di modelli conosciuti dell’imperatore appena acclamato. Una seconda fase che mostra invece i tipici, forti caratteri del suo volto, tuttavia ancora entro una certa eleganza formale. E un terzo e ultimo tipo, quello che ho scelto, che mostra invece con evidenza quella fisicità estrema, quasi caricaturale, che la storiografia attribuisce a Massimino. Come spesso mi capita ho apprezzato il tondello irregolare, che mi sembra faccia rivivere il colpo e il suono del conio sul metallo ammorbidito. Sul rovescio si notano alcune tracce di processi che spero non pericolosi. Denario, titolo 50%, gr 2,85, mm 21, 6h, tipo RCV 8313; RIC IV.5, Roma, 237 d.C. Diritto: MAXIMINVS PIVS AVG GERM . Busto di Massimino I laureato, drappeggiato e corazzato, verso dx. Rovescio: P M TR P III - COS P P. Massimino in abito militare, in piedi di fronte, guarda a sx, tiene un'asta con la sx e un'insegna militare nella dx; un'altra insegna militare sulla dx. Come già Alessandro Severo, Massimino I il Trace non emette antoniniani. Poiché i titoli non presentano nel complesso diminuzioni apprezzabili (A. Forzoni) e in assenza di afflussi di nuove risorse dall'esterno, le crescenti spese militari dovettero di conseguenza essere alimentate da una maggiore e più estesa pressione fiscale, cui si aggiunse anche il ricorso a requisizioni e confische, scelte che peseranno negativamente sul suo ritratto storiografico. So che le vicende storico-biografiche di Massimino sono celeberrime e più che narrate, ma non resisto a una breve sintesi e ad alcune annotazioni. Come noto l’ex pastore trace (per l’Historia Augusta figlio di un goto e di un’alana) viene arruolato da Settimio Severo in virtù di membra e prestazioni degne di un Ercole vivente. Le fonti lo ritraggono come un gigante tanto smodato e smisurato da suscitare esagerazioni quasi fiabesche (nota 2). Ma aldilà delle iperboli letterarie e al netto di ipotesi medico-patologiche, le sue qualità di combattente dovettero essere veramente notevoli per farsi apprezzare prima da Settimio Severo e poi da Alessandro Severo (l’unico a dileggiarne volgarmente la prestanza fu Eliogabalo, nota 3). La progressione nei ruoli militari e vari cenni storiografici lo mostrano legato alla casa dei Severi e ad Alessandro in particolare, il quale avrebbe persino considerato di concedere la propria sorella in sposa al figlio di Massimino, Massimo. Il che non impedì a Massimino di partecipare, in modo più o meno diretto secondo le fonti, all’assassinio dello stesso Alessandro Severo e della madre Giulia Mamea a Magontiacum, eccidio cui conseguì la sua acclamazione. Le fonti, vicine ai ceti tradizionali, strapazzati anche fiscalmente da Massimino, non lesinano critiche verso il rozzo imperatore. E tuttavia devono anche riconoscerne il personale coraggio in battaglia e le capacità militari alla guida dell’esercito lasciatogli da Alessandro Severo. Grandi quadri - dipinti con le vittorie riportate durante le campagne sarmate e germaniche dirette in profondità nel territorio nemico (nota 4) - furono inviati a Roma per essere esposti in senato (salvo naturalmente essere bruciati all’indomani della sua caduta). Sia Erodiano (nota 5) che l’Historia Augusta (nota 6) ne offrono un ritratto fatto anche di luci e non solo di ombre, facendo trasparire una personalità forse più complessa di quanto non si sarebbe portati a credere. Massimino fece anche efficacemente fronte a diversi tentativi di ribellione (Magnus, Quartino) fino all’azione dei due Gordiani in Africa (nota 7). Tuttavia neppure la totale adesione di Massimino agli umori e alle logiche dell’esercito fu sufficiente a proteggerlo dai suoi stessi soldati quando, invece di guidarli verso glorie e ricompense, si trovò a stancarli ed affamarli vanamente. Prima con il mancato saccheggio di Emona (Lubiana), poi con l’infruttuoso assedio di Aquileia, durante la discesa in Italia (FIG 4) cui si era visto costretto per reagire alla nomina da parte del senato di Pupieno e Balbino (nota 8). Riguardo questo ultimo, cruciale assedio, cito due testimonianze: una archeologica, ovvero un’ara votiva del Museo Archeologico di Aquileia (FIG 6); ed una bibliografica, ovvero un’accurata analisi storico-filologica condotta sul racconto di Erodiano (nota 9). La rottura del rapporto di fiducia con i propri uomini costò a Massimino letteralmente la testa, mozzata e inviata in lugubre marcia a Roma assieme a quella del figlio Massimo. Di quest’ultimo le fonti ricordano l’aspetto piacevole, ancora evidente nel ritratto scultoreo del giovane nonostante lo sfregio conseguente alla damnatio memoriae (FIG 7). Grazie e a presto, Lucius LX (nota 1) Ricavo l’osservazione da un contributo in rete dedicato alla ritrattistica di Massimino e dei suoi familiari: http://augustuscoins.com/ed/Maximinus/Maximinus.html (nota 2) “Il suo pollice era così grande che usò il braccialetto della moglie come anello”; “Raccoglieva il sudore in tazze e vasetti per esibirne due o tre pinte”, etc. etc. (nota 3) «Dicono, o Massimino, che tu abbia lottato vittoriosamente con 16, 20 e 30 soldati. Potresti farcela per trenta volte con una donna?». (nota 4) Riguardo le campagne germaniche, una testimonianza archeologica della profondità dell’offensiva romana di questi anni è offerta dai reperti della battaglia di Harzhorn (FIG 3). Sulla questione vedi ad es. la discussione aperta da @Pablos: (nota 5) “Tale fu Massimino nelle imprese militari, e ne avrebbe ritratto fama immortale se non si fosse mostrato assai più grave e feroce ai suoi medesimi che ai suoi nemici”. (nota 6)«Era un omone di grossa corporatura, famoso per il coraggio in mezzo a tutti i commilitoni, bello d’aspetto, rozzo nei modi, grossolano, pieno di sé, sprezzante, ma spesso giusto». (nota 7) La rivolta dei Gordiani, appoggiata dal senato e accompagnata da sommosse anche a Roma con l’eliminazione degli uomini di fiducia di Massimino, come il prefetto praetorio Vitaliano e del prefetto urbi Sabio, fu comunque rapidamente soffocata da Capeliano, il legato Augusti pro praetore della Numidia, rimasto fedele a Massimino anche a causa di una personale rivalità con Gordiano I. (nota 8) Prima della nomina imperiale facevano parte della commissione dei XX viri consulares ex senatus consulti rei publicae curandae, istituita per difendere l’Italia da Massimino. (nota 9) Giacomo Caspar, L’assedio di Aquileia del 238 d.C. Commento storico al libro VIII della Storia dell’Impero Romano dopo Marco Aurelio di Erodiano.5 punti
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Continuo a non capire,la zecca di Lucca ha chiuso definitivamente nel 1843,a meno che tu non abbia fatto un viaggio nel tempo mi sembra un'affermazione alquanto inverosimile...4 punti
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Ciao. Lo scudo del "cinquantenario" circolò? Una moneta emessa in 60.000 esemplari, che doveva essere prenotata alla Direzione generale del Tesoro e acquistata mediante la consegna di scudi di vecchio conio, è ragionevolmente credibile che circolò come moneta? M.3 punti
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Off-topic solo parzialmente: qualsiasi scudo d'argento del Novecento usurato è falso fino a che non si dimostra il contrario (casi eccezionali possono però esistere). Mi sento di dare totalmente ragione a Michele (@bizerba62), che saluto caramente, anche relativamente all'utilizzo della moneta come merce di scambio nei periodi più bui dell'italica storia. Mi riallaccio poi ad un esempio di una cinquantina d''anni fa e che ricordo molto bene, nonostante fossi allora un bambino: l'emissione delle 1000 Lire Roma Capitale. Coniata in 3.000.000 di esemplari, mio padre ne prenotò uno in banca per me (che già all'età di 10 anni raccoglievo monete) al costo del faciale, e fece molta fatica ad ottenerlo perchè ambitissimo. Il valore in argento della moneta era circa 500 Lire di allora (provate a chiedere a ChatGPT!). Il catalogo di lamoneta.it riporta: "di fatto pochissimi esemplari circolarono. L'afflusso di persone alle filiali della Banca d'Italia per il ritiro di questa moneta fu imponente. Agli impiegati ministeriali e statali fu promessa la cessione di alcuni pezzi unitamente allo stipendio ma questo avvenne solo in alcune zone. Addirittura, ad Ivrea i postini scioperarono per 3 ore il 9 gennaio per la mancata consegna di queste monete con lo stipendio di dicembre.". Personalmente non ricordo di aver mai visto circolare un solo esemplare e a fronte di una tiratura molto elevata e di un prezzo di acquisto pari al nominale (e vi ho prestato attenzione per molti anni!). Mi sembra scorretto dover chiamare in campo la legge di Grisham e la tesaurizzazione: in questo caso tutti percepivano il valore "numismatico" della moneta ben oltre quello reale dell'argento in essa contenuto. Per tornare alla moneta oggetto di questa discussione, credo che ad un certo punto si debba sospendere il giudizio. Il bordo della moneta sembra deporre per un falso; il contorno non è chiaro (FERT e nodi male impressi, rosette apparentemente corrette); concordo con chi si stupisce che un contorno del genere si associ a facce così usurate (d'altra parte un uso apotropaico della moneta, o sfregamenti per altro motivo, non possono mai essere esclusi). L'esame diretto da parte di un perito esperto (ho visto in asta anche falsi pacchiani chiusi come autentici da "periti" della Casa d'aste che saranno quantomeno poi "morti" di vergogna) potrebbe essere risolutivo. Per quanto mi riguarda non acquisterei mai una moneta così rovinata anche se dovesse risultare "autentica", pertanto il problema non mi tocca direttamente ...2 punti
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Ciao a tutti, mi ricollego a questa discussione per condividere qualche mio francobollo USA, ma sopratutto per chiedere a @PostOffice o chi altri lo sapesse se quelli del gruppetto nella seconda foto siano sovrastampati o trattasi di semplice annullo.2 punti
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Tutte considerazioni giuste, ma forse stiamo omettendo che in mezzo ci sono state due guerre mondiali. Quasi sicuramente non venivano scambiate al valore facciale, ma non sono magari fioriti mercati neri o torbidi, dove servivano discrete quantità di oro e argento al peso e magari con l'estero? Penso alla guerra in Ucraina, se il bancomat non dà più fuori i contanti, secondo me 1kg di pane, acqua e benzina tutti noi li pagheremmo con una sterlina d'oro, o no? Se dovessimo partire per una spedizione, porteremo dietro banconote o oro? È una mia ipotesi, non lo so ovviamente, chiedo a voi2 punti
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Certo, comprendo lo spirito della chiacchierata...però, a tutto quanto già detto, perchè non provi anche ad aggiungere il fatto che gli scudi, in quanto tali, ormai erano divenute monete quanto meno abbastanza desuete nella seconda decina del XX secolo? Chi li usava più? Gli ultimi, quelli di Umberto, erano stati battuti 30 anni prima e la carta moneta ora circolava a più non posso. Poi però arriva dalla campagna quello che per pagare il formaggio mette sul tavolo uno scudo del '14 o del cinquantenario...forse quasi più per stupire gli astanti che per aver volutamente deciso di pagare con quella modalità...Torno a dire...tutto è possibile, ma la comparsa sempre più frequente di scudi del '14 in condizioni stra-circolate, a me non fa una buona impressione.2 punti
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Secondo me bisogno abbandonare il pensiero "cosa faremmo noi (appassionati di numismatica). Pensate a quanti saranno stati i collezionisti all'inizio degli anni '10 del secolo scorso... poi pensate a come si possono essere comportati i parenti (mogli in particolare) una volta venuti in possesso di queste monete... certo qualcuno di essi avrebbe pensato di rivolgersi ad un amico competente del collezionista, ma gli altri? Chi l'avrebbe conservata come ricordo (pochissimi), magari in un cassetto insieme ad altre monete, chi in un borsellino e chi l'avrebbe spesa senza esitazioni. E una volta entrata in circolazione? Quanti sarebbero stati i collezionisti pronti a tesaurizzarla? La moneta avrebbe continuato a circolare fino a depositarsi in una nuova collezione (ma quanto tempo vi avrebbe impiegato?) Ricordo anche quella "leggenda metropolitana" della figlia (o della moglie, non ricordo con esattezza) di Giampaoli che, trovato in un cassetto un 500 Lire "Prova", non sapendo cosa fosse la prese e la spese come un qualsiasi 500 Lire "Caravelle" dell'epoca. Quanto tempo pensate abbia trascorso in circolazione? Guardatevi intorno, guardate le facce e le espressioni di chi vi circonda e che non s'interessa di numismatica. Siete ancora così sicuri che certe monete, per noi rare, non siano potute circolare per anni prima che un collezionista non le portasse in salvo?2 punti
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Sulla circolazione "da mishandling", un Utente del forum, in un'altra discussione di cui ora non ricordo gli estremi, aveva dimostrato empiricamente che anche solo tenendo in un borsellino una moneta "intonsa", insieme ad altre, per un certo numero di anni, essa si usurava come se avesse circolato. D'altro canto, abbiamo fascioni e fascetti che non hanno mai circolato come monete (e che non provengono da montatura), che talvolta appaiono in conservazione BB o anche meno. Eppure, salvo che non si voglia sostenere che abbiano circolato anche questi, solo perchè sono in BB, sappiamo che queste monete auree del Regno non hanno mai circolato (fra l'altro, uscivano dalla zecca ad un prezzo pari al quadruplo del facciale....quindi, la vedo dura che circolassero come monete). M.2 punti
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Ciao Fabry. Il caso del 2 euro di Grace Kelly e ben diverso dall'ipotesi di trovare nel circolante uno scudo del '11 o del '14. A parte noi, che siamo malati, il 99% della popolazione non farebbe caso al 2 euro di Grace Kelly, perchè esso è sostanzialmente uguale ad un comune 2 euro. E se anche ciò accadesse per la totale infermità mentale del soggetto che l'ha spesa, quanto a lungo pensate che potrebbe rimanere in circolazione quella moneta da due euro?2 punti
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Ma scusate: se oggi la zecca emettesse in 60.000 esemplari una moneta speciale da 2 euro, completamente diversa da quelle già in circolazione, per avere la quale fosse anche necessario prenotarsi presso la zecca (e anche in fretta, perchè altrimenti i 60.000 esemplari potrebbero andrebbero esauriti), quasi certamente pagando anche un surplus non foss'altro per la spedizione o per una qualche confezione particolare...., ebbene, secondo voi qualcuno dei 60.000 acquirenti userebbe quella moneta - del tutto difforme da quelle in circolazione e quindi perfettamente distinguibile da tutte le altre monete da due euro, per pagare due caffè al bar?2 punti
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Le lire in argento vengono coniate e circolano fino al 1917. Quindi non c'è proprio alcun motivo per cui anche lo scudo quadriga non possa averlo fatto per un paio d'anni. Che poi non fossero esattamente periodi tranquilli, che la stragrande maggioranza delle quadrighe sia stata tesaurizzata, che moltissime di queste siano poi sparite chissà dove... questa è un'altra storia.2 punti
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Furto avvenuto tra 2006 e 2009. Se dopo la scoperta del furto avessero fornito a NIP , AINP , e anche al Forum un PDF con tutte le monete rubate ? Non pensate che si sarebbero risparmiati anni e anni di ricerca sul web in siti di mezzo mondo, e sopratutto Gratis ?2 punti
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Buon giorno. Non riesco a capire perché si possa asserire con certezza che la moneta da 5 lire del 1914 non abbia mai circolato. Questa moneta non fu emessa come moneta "speciale", l'emissione non fu seguita da un immediato decreto di ritiro, fu coniata in un abbastanza cospicuo numero di pezzi (circa 270.000) , fu un'emissione quasi contemporanea ad un analogo scudo (cinquantenario), che circolò ; perché non deve aver circolato? Si potrebbe supporre al limite, per via del titolo, ad una tesaurizzazione che giustificherebbe comunque solo una limitata circolazione; in questo caso però perché anche il quasi contemporaneo 1911 non ha seguito la stessa sorte? Si sta parlando di una moneta ( 5 lire 1914) che, bellezza e fascino a parte, per tiratura non dovrebbe rappresentare certo una rarità. Non credo nemmeno che ai tempi dell'emissione, visti gli eventi storici, fosse subentrata la psicosi del bene rifugio, anche perché tutto il circolante in argento , benché di titolo leggermente inferiore, sarebbe dovuto sparire. Grata a chi riuscirà a dipanare questo mio dubbio porgo cordiali saluti. Gabriella2 punti
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Si infatti, per questo non mi fossilizzo molto sulle forme (ovviamente devono avere contorni ben marcati) piuttosto sulla posizione, poco fa riguardavo la tua piastra del 55 con punto dopo la data e cercavo di darmi delle risposte. Inutile sottolineare che il millesimo 55 ci riserva ogni tanto delle sorprese sia per l'argento che per il rame. Vado un attimo OT solo per ricordare il mio 10 tornesi del 55 doppio orecchio. Saluti Alberto Certo nella scrittura ogni punto ha il suo significato, come può averlo punto e virgola, doppio punto. Ma un punto e un quadratino/rombo sovrapposti cosa potrebbero segnalare? Immaginate se un giorno dovessimo trovarci davanti ad un inversione tipo quadratino/rombo sotto e punto sopra. Lo so penserete che io stia fantasticando un po' troppo. Ma a volte le risposte le abbiamo sotto al naso e non lo vediamo o non le sappiamo leggere. Saluti Alberto2 punti
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Secondo me sono due punti voluti anche se di diversa fattura. Ho difficoltà ad immaginare un ipotetico esubero di conio proprio in quella precisa posizione. Saluti Alberto2 punti
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Tu continui a mostrare foto di esemplari (non pezzi… non usiamo la numismatica come una clava per favore, parliamo in italiano come tra l’altro il regolamento del Forum incoraggia a fare) in alta conservazione, ma mi stupisco come dall’alto della tua lunga esperienza tu non riesca a capire che paragonare una moneta usurata con una fdc non sia cosa appropriata (per giunta in foto, con due tipi di illuminazioni differenti, con un esemplare patinato in cui è più difficile vederne i dettagli e per giunta anche in bassa risoluzione). Il paragone, semmai, dovrebbe essere fatto con un esemplare certamente autentico e con le stesse peculiarità di conservazione, proprio per capirne la morfologia del rilievo usurato, vero punto difficile da capire su questa tipologia che si presenta sempre in alta conservazione. In ultimo: va da sé che far paragoni con falsi dozzinali lascia il tempo che trova. Al di là del bordo, il colore del metallo, le fattezze del modellato, gli incusi del taglio e in generale la moneta nella sua interezza non hanno assolutamente nulla a che vedere con falsi dozzinali che gridano la loro pacchianeria da un km di distanza. Ciao Graziano, una domanda: come fai a essere così certo vedendo una foto in bassa risoluzione e con i dettagli tutti bruciati dalla luce? Aggiungo un’ultima precisazione. Non sto dicendo che questo esemplare sia autentico, ma non sto nemmeno dicendo che sia falso. Dalle foto, per me potrebbe essere autentico, ma non ci metterei mai la mano sul fuoco sulla base di queste fotografie.2 punti
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Ciao a tutti, sono di nuovo a condividere con voi un acquisto repubblicano, si tratta di un fuso, un sestante con i Dioscuri. Ammetto di non aver mai seguito molto questo tipo di monetazione anche se sono sempre stato curioso circa le origini delle monete romane e quindi almeno un pezzo di quella parte di storia prima o poi lo avrei voluto in collezione. A questo proposito è venuto in mio aiuto, forse leggendomi nel pensiero, il mio operatore numismatico di fiducia, che per me ormai è come un mentore, mostrandomi alcuni bellissimi esemplari di fusi repubblicani. A prima vista, abituato alla finezza dei denari e dei bronzi del periodo Imperiale (ma anche repubblicano eh), sono rimasto un po' perplesso, tuttavia, guardando meglio, c'è qualcosa di imponente (e non parlo solo delle dimensioni perché qualcuno è enorme 😅) e austero in questi monetoni (passatemi il termine) massicci, qualcosa che parla di una storia in divenire, un futuro maestoso che sarà quello della Repubblica e poi dell'Impero Romano. Pensa e ripensa, anche in questo caso, ho scelto una moneta che non fosse rappresentantiva solo per ciò che è, ma fosse legata anche a quello che mi piace collezionare, i Dioscuri facevano al caso mio, furono loro infatti come saprete, a far diventare rossa la barba ad un membro della famiglia Domizia (di cui il mio preferito Nerone fa appunto parte, si Nerone...sempre lui 😍) in occasione dell'annuncio che gli fecero circa la vittoria della battaglia del lago Regillo del 496 a.C. sulla confederazione dei popoli latini, da quel giorno infatti si chiamarono anche Enobarbi (barba rossa, letteralmente barba di bronzo). Veniamo quindi alla moneta, è perfetta? No. L'adoro? Si, tantissimo. Roma, 275-270 a.C., Crawford 18/5, 43.43g x 35mm. D/ Testa di uno dei Dioscuri; dietro, due globi. R/ Testa di uno dei Dioscuri; dietro, due globi. Sarebbe interessante capire se ci sono dei dettagli che fanno capire quale dei due è Castore e quale Polluce, erano gemelli perfettamente uguali mi sa, non ricordo ora perfettamente il mito, perdonate la leggerezza, andrò a ricercarmelo per bene. Per quanto riguarda la moneta, le due facce rappresentate, per quello che si può vedere, mi sembrano identiche a parte la differente conservazione del dritto e del rovescio. Ora devo trovare un posto dove metterla se non voglio che mio nipote più piccolo la tiri in testa alle sorelle 🤣 Grazie a tutti per l'attenzione, Matteo1 punto
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https://www.gazzettadiparma.it/parma/2024/07/10/news/sono-tornate-a-casa-le-56-monete-antiche-rubate-in-pilotta-15-anni-fa-798676/1 punto
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Si parla delle mie prime spese importanti… quanti ricordi… Signori, domani ho una partenza… vi auguro una buona serata!1 punto
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Utilizzo il catalogo Filagrano e ti posto una foto della cartolina in questione... Stavo parlando del 20 Lire Azzurro... Vero è che ho commesso un piccolo errore non leggendo che la prima riga è corta o lunga. Però vedo che la "lunga", nell'emissione del 1950 non la quota, perchè se non ho male interpretato, la "lunga" è stata emessa nel 1953. Non collimando con gli annulli presenti, ho fatto quel tipo di ragionamento. A fianco ci sono le cartoline del 1949 con le due tirature a cui facevo riferimento. Speriamo di non aver cannato un'altra volta 😀1 punto
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In teoria la casa d'aste dovrebbe rimborsare il compratore. Ce ne sono di oneste ma anche di quelle che : E' passato troppo tempo, il conferente non è più reperibile eccetera. Roma Num. Ltd ? Lanz ? Non più attivi per vari motivi. A chi avete venduto la moneta 234 dell'asta 134 ? A XXW che abita in via ....a San Francisco,USA ma ha traslocato oppure è defunto.. Che si fa ? Si chiede l'intervento della Interpol per rintracciarlo ? Purtroppo alcune monete non torneranno alla base. Si sono accorti del furto anni dopo. Una indagine su chi c'era al museo (anni 2006/9) non la vogliamo fare ? Puo darsi che sia in corso . ma quando leggo "tra il 2006 e il 2009" mi vien da ridere. Come se qualcuno nel 2006 avesse aperto il cassetto ,notato che mancava qualcosa. Poi chiuso il cassetto ogni tanto andava a vedere se mancava qualcos'altro.1 punto
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Salve condivido immagini di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo1 punto
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Bisognarebbe andare a cercare nel catalogo degli Interi Postali, perchè di questo "articolo postale" si tratta. Trattasi di cartolina della serie "Vedute", emessa il 17/05/1950 con francobollo "Chiavi con Tiara" da 20 Lire blu per l'Italia e, nel caso in oggetto, con francobollo da 35 Lire rosso per l'Estero. Filagrano ed Interitalia sono i cataloghi di riferimento per l'area italiana, che tratta Aerogrammi, Buste Postali e Cartoline Postali. Inoltre il catalogo on-line "iBolli" li tratta nel suo archivio.1 punto
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@bizerba62 ciao Michele, grazie per il tuo intervento che condivido, non fa una grinza. Però nel vedere esemplari usurati e con probabili segni di circolazione, a me la pur remota possibilità che alcuni esemplari circolarono rimane. Di esemplari dello scudo cinquantenario in Bb infatti non è difficile vederne. Con l’esempio del 2 euro di grace kelly mi rendo conto che ho fatto un esempio inappropriato, chiedo venia. Pur comprendendo che sarebbe sciocco spendere una moneta che è ottenibile solo su richiesta, io rimango comunque possibilista sull’effettiva circolazione di alcuni esemplari, visti i sopracitati segni di probabile circolazione. Un caro saluto!1 punto
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Confermo che è un quattrino coniato durante il pontificato di Clemente VIII, è stato il primo e unico coniato con la data sotto il leone.1 punto
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Più facile che, a seguito della pubblicazione di tutto il materiale, una volta bruciate le monete per il mercato ufficiale, queste prendessero la strada del mercato sommerso, anche con guadagni inferiori, scomparendo per decine e decine di anni... La vendita alla spicciolata di materiale apparentemente confondibile nel mare delle aste attuali, nell'illusione che non venga notato, lascia più possibilità all'investigatore paziente, che deve solo aspettare seduto sulla riva del fiume. Non a caso i primi sequestri risalgono al 2016... e sono proseguiti silenti per anni... mentre probabilmente la sensazione di impunità dei ricettatori aumentava... Sarebbe interessante piuttosto sapere quale e quanta fosse la consapevolezza e la complicità delle case d'asta e dei commercianti coinvolti... Mario1 punto
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Le monete di Carausius senza firma di zecca sono difficili da attribuire. Prima di tutto, si deve eliminare i numerosi antoniniani di zecche «irregolari ». La tua moneta mi sembra senza dubbio essere ufficiale, e lo stile del ritratto, la legenda e la tipologia PROVIDENTIA rimandano piuttosto alla zecca C, probabilmente Camulodonum. Non è escluso che ci sia una lettera nel campo destro. La moneta più vicina sarebbe il RIC 516, di zecca incerta, con S/P nei campi. Purtroppo non è illustrata e non possiamo confrontare lo stile con la tua. Cercherò ancora. https://numismatics.org/ocre/id/ric.5.cara.516?lang=fr1 punto
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ciao @Atexano Una tavola sinottica della tetrarchia potrebbe aiutarti: https://it.wikipedia.org/wiki/Tetrarchia_di_Diocleziano Non so se sia ben chiaro per te, ma come scritto da @Curcuas, «Massimiano » da Cesare su una moneta corrisponde sempre a Galerio. L’esatta datazione della proclamazione di Massimiano Erculeo a Cesare (fine 285?) e poi ad Augusto (primavera, Aprile 286?) non è ancora stabilita. L’ipotesi che Massimiano fosse augusto sin dalla fine 285, senza quindi mai essere cesare, non è molto condivisa ma è ancora discussa. A favore di tale tesi depone appunto l’assenza di monete al nome di Massimiano con il titolo di Cesare. Per inciso, mi sorprende sempre che un falsario non abbia avuto l’idea di realizzare un antoniniano o un aureo in nome di Massimiano da cesare, (in ogni caso non ne ho mai incontrato uno), perché l'interesse storico di tale moneta sarebbe notevole.1 punto
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Sulla base di questo esempio, e cioè di furto che si è protratto continuamente per più episodi perché effettuato da chi è addetto da chi può accedere o con sua complicità, mi vengono in mente anche gli ammanchi alla collezione reale, e chissà se episodi del genere siano avvenuti anche per quanto riguarda il materiale della famosa nota 56.1 punto
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Grazie Ale75, mi sono guardato i quattrini di tutti i papi, al momento ero arrivato a questa conclusione. Appena ho un attimo mi faccio anche una ricerca sul CNI, anche se non mi aspetto novità...1 punto
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Non riesco a leggere l' anno sull' annullo, ma dall' affrancatura di 5 lire mi dice che la tariffa era per il servizio "Stampe" dal 1948 al 1.9.1957. .. quindi siamo dentro questo spazio temporale. Affrancata con un bel 5 lire indaco, famiglia, dell'emissione Democratica del 1945. L' annullo di partenza è di Catania Ferrovia Ordinario n.3 in data che non riesco a leggere. L' annullo è come questo... Solitamente gli uffici Ferrovia di citta' capoluogo avevano molti tipi di annulli, alcuni per le corrispondenze ordinarie, altri con la dicitura espressi o raccomandate ecc .. Nel nostro caso Ordinario n.3 sta per identificare l'addetto o il turno di lavoro, in quanto nelle stazioni ferroviarie gli impiegati lavoravano su turni di 24h, spesso venivano contraddistinti anche con una lettera come.. Ferrovia Ordinario A, B ecc.. L' annullo di arrivo a San Giovanni la Punta (CT) non è presente in quanto la missiva non è completa. I francobolli di questo periodo come dici tu a cavallo tra gli stili di Regno Repubblica sono molto belli.1 punto
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Tieni comunque sempre presente che stiamo parlando di mitologia , quindi ogni discorso e' pura immaginazione o fantasia . Al contrario la moneta e' reale e nella sua materialita' riesce a rendere reali , amici di vecchia data , anche i Dioscuri , pensa che potenza hanno le antiche monete romane !1 punto
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Cartolina postale policroma, con valore facciale da 20 lire azzurro e nero. Controllare la prima riga dell' indirizzo, se corta soli 42 mm e' quotata un po' di meno, se lunga 70 mm è quotata un po' di piu'. Bel materiale anni 50.1 punto
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Qui bisogna spiegare.. questa è una cartolina postale pre-affrancata..,come le cartoline postali italiane che avevano il francobollo o meglio il valore postale gia' stampato sulla cartolina, veniva venduta così. Per questo motivo il francobollo o meglio il valore postale non e' listato sui cataloghi di francobolli. Cartolina illustrata con immagine policroma, chiavi decussate su fondo pieno, valore da 35 lire rosso e nero, emessa il 17.5.1950. La tua appartiene al gruppo B prima riga dell'indirizzo lunga 70mm. La cartolina è quotata. Non parlo dell' annullo a binocolo che ormai è gia' parte del Vostro bagaglio filatelico.1 punto
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Buonasera a tutti, sono d'accordo potrebbe essere un quadratino/rombo. Ci vorrebbero foto più nitide ma sono abbastanza convinto. Saluti Alberto1 punto
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Buonasera a tutti,ieri è passato dalla baia inglese questo tarì del 1855 con ipotetici due punti tra la G e 20 del valore... Purtroppo le immagini dell'inserzione sono poco chiare, quindi è difficile esserne sicuri al 100%...1 punto
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Elenco e foto qui: https://uploads.gazzettadiparma.it/documents/ELENCO_MONETE_RECUPERATE_con_foto_COMPRESSO da inviare.pdf1 punto
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DAL SITO FINESTRA SULL'ARTE: Stamani i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno restituito al Complesso della Pilotta di Parma 56 monete antiche, di grande pregio e rarità, rubate dal Museo Archeologico di Parma tra il 2006 e il 2009. Questa mattina, il Comando del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bologna ha restituito al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma ben 56 monete di notevole pregio e rarità, appartenenti al Medagliere del Museo Archeologico della Pilotta. La cerimonia si è svolta alla presenza del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Parma, del Sindaco del Comune di Parma, del Comandante Provinciale Carabinieri di Parma, del Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Monza e della Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza. L’accurata attività di indagine è stata sviluppata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna a partire dal mese di agosto 2016 dopo essere venuti a conoscenza, nel corso di autonome indagini sui canali di commercializzazione illecita di beni culturali e della consueta attività di controllo delle piattaforme digitali, della vendita da parte di una Casa d’Aste di San Marino di una preziosa moneta in oro, per l’esattezza un Fiorino, emesso dalla Repubblica di Firenze (XII-XV secolo), Zecca di Firenze 1284, proveniente dal furto di 386 monete antiche, compiuto da ignoti malfattori all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Parma dal 2006 fino al 3 luglio 2009, data della denuncia presentata ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Parma. Proprio dai preliminari accertamenti condotti, i Carabinieri potevano rilevare che la foto del bene culturale posto in vendita corrispondeva a quella trafugata prima del 2009 dal Museo Archeologico Nazionale di Parma. Così, il Fiorino in oro, individuato sul catalogo della Casa d’Aste, risultato venduto nel 2013 a un ignaro collezionista milanese, veniva prontamente sequestrato già nel mese di ottobre 2016. Qualche giorno dopo, una prima perquisizione domiciliare consentiva ai Carabinieri TPC di sequestrare nei confronti di colui che aveva già messo in circolazione la prima moneta, un altro pregevole esemplare in oro, precisamente una Quadrupla, emessa da Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza (1547-1586), Zecca di Piacenza. L’individuazione certa delle monete veniva ottenuta grazie alla competenza di un funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza e di un Ispettore Onorario della stessa Soprintendenza, esperto numismatico, che potevano attestare come ogni moneta presentasse delle caratteristiche morfologiche tali da renderla unica per poterla identificare in modo inequivocabile: il peso, il conio, la forma del tondello, gli schiacciamenti, i salti di conio presenti su entrambe le facce, i difetti di produzione. Sono così risultate fondamentali le comparazioni di confronto eseguite dagli esperti tra le immagini dei beni già catalogati negli anni 1970/1980 con quelle nitide dei beni recuperati. Da dicembre 2017 veniva, quindi, sviluppata un’articolata e complessa attività di indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, tuttora in corso dal Nucleo TPC di Bologna e dalla Sezione Esteri del Comando TPC di Roma con il contributo di Interpol, Europol e ICE (United States Immigration and Customs Enforcement) per gli accertamenti negli Stati Uniti d’America. Infatti, a seguito di un minuzioso lavoro di ricerca sulle vendite on-line, portato a termine con l’indispensabile ausilio degli esperti numismatici suindicati, venivano individuate sulle piattaforme dell’e-commerce ulteriori 200 monete circa rubate al Museo Archeologico Nazionale di Parma, già poste all’asta o di prossima vendita, rispetto alla data di rilevamento, precisamente in Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Belgio, Principato di Monaco, Regno Unito, Repubblica di San Marino, Svezia, Norvegia e USA. Nel mese di marzo del 2018, tali risultanze, suffragate dai necessari approfondimenti, consentivano di ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, su conforme richiesta del P.M. titolare delle indagini, l’emissione del decreto di sequestro preventivo di tutte le monete rintracciate, da eseguire in Italia e all’estero. Numerosissime le Rogatorie o gli Ordini di Indagine Europei emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma, inviati per l’esecuzione alle Autorità Giudiziarie straniere, anche con il coinvolgimento di Eurojust (European Union Agency for Criminal Justice Cooperation), per ottenere il sequestro e la restituzione allo Stato Italiano delle monete individuate in vendita o già vendute negli stati esteri interessati. Non da ultimo, in alcuni casi, si riusciva ad ottenere la restituzione dei beni attraverso il coinvolgimento dei canali diplomatici nazionali mediante le competenze dei competenti uffici del Ministero della Cultura italiano. Oltre alle 56 monete già recuperate sono ancora in corso varie richieste all’estero per ottenere la restituzione di monete precedentemente riconosciute in vendita fuori dai confini nazionali. In particolare, 95 monete venivano individuate in Svizzera tra maggio 2018 e aprile 2019, tutte già sequestrate prima che le aste venissero portate a termine. Sono in corso le domande di assistenza giudiziaria prontamente inoltrate sia dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma che dal Giudice per le Indagini Preliminari dello stesso Tribunale. Le 95 monete in oro, in argento e bronzo, la maggior parte di età antica appartenenti alla collezione storica del medagliere formata tra la seconda metà del Settecento e la fine dell’Ottocento, infatti, tutte di particolare importanza, pregio e rarità, erano state riconosciute nel corso di un esame tecnico eseguito presso gli uffici della Procura di Zurigo a fine ottobre 2020 da parte dell’esperto funzionario archeologo della Soprintendenza di Parma e dei Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna. Il gruppo di 56 monete oggetto di restituzione costituisce solo una parte delle monete fino ad ora individuate e recuperate in tutta Europa e anche al di fuori di essa (in particolare negli Stati Uniti). All’interno di questo gruppo, si possono distinguere due nuclei di monete. Il primo nucleo di 20 monete comprende esemplari in oro e argento di età antica, medievale e moderna appartenenti alla collezione più antica del medagliere. Si tratta, in gran parte, di monete di grande rarità e di elevata conservazione. È il caso, ad esempio, del denario di Quinto Pomponio Musa (n. 36 dell’elenco), attivo nel I secolo a.C. La moneta del Museo di Parma è di grandissima rarità. Di grande interesse e rarità è anche il tremisse dell’imperatore Glicerio (473-474 d.C.) (n. 20 dell’elenco). Glicerio, terzultimo imperatore romano d’Occidente, rimase in carica per circa un anno prima di essere deposto e le sue monete oggi sono tutte estremamente rare. In questo caso si tratta di una piccola moneta d’oro di poco più di un grammo, ottimamente conservata. Dei denari antiquiores trafugati dal Museo di Parma finora ne sono stati individuati e recuperati 3 (n.ri 15, 16 e 17 dell’elenco). I denari antiquiores sono monete di grande interesse storico: si tratta di monete d’argento coniate dai pontefici romani a partire da Papa Adriano I (772-795) fin verso il 1000. Portano quasi sempre il nome o il monogramma del pontefice insieme a quello dell’imperatore regnante al momento della loro emissione. Sono monete in generale piuttosto rare. Quelle di Parma ritrovate sul mercato antiquario appartengono alle serie di papa Niccolò I (858-867), papa Stefano VI, (896-897) e papa Romano I (897). Di particolare pregio e rarità è poi il doppio ducato di Alfonso I d’Este (1505-1534) (n. 13 dell’elenco). Si tratta di una moneta conosciuta in pochissimi esemplari. Un’altra moneta di grande valore, soprattutto dal punto di vista storico, è la quadrupla (moneta dal valore di quattro scudi) di Ottavio Farnese, secondo duca di Parma e Piacenza (1547-1586). Il ducatone di Ranuccio II Farnese (1646-1694) è un pezzo di grande conservazione e di eccezionale bellezza. Si tratta di una moneta in argento dal peso di circa 32 grammi. Il secondo gruppo di 36 esemplari recuperati appartiene invece a un nucleo di monete provenienti da un contesto archeologico unitario ovvero da una delle più importanti scoperte archeologiche avvenute a Parma nel secolo scorso, il cosiddetto “Tesoro di Via Mazzini”. All’epoca del suo ritrovamento (nel 1962 durante lavori edili condotti appunto in Via Mazzini), il ripostiglio risultò costituito da 261 monete. Le monete erano state sicuramente tesaurizzate, in altre parole furono intenzionalmente occultate dal suo antico proprietario, probabilmente con la speranza di futuro recupero. Quello della tesaurizzazione è un fenomeno ricorrente in tutte le epoche, soprattutto durante i periodi di instabilità politico-sociale. Il nascondimento del tesoro di Via Mazzini si colloca tra il 395 e il 402 d.C. ovvero durante il periodo in cui i Visigoti di Alarico si affacciano in Italia (il sacco di Roma dei Visigoti è del 410 d.C.). Le monete del gruzzolo sono in gran parte “fior di conio” (non presentano alcun segno di circolazione e conservano la loro lucentezza e integrità originale). Tra il 2006 e il 2009, 213 delle 261 monete del ripostiglio furono trafugate dai cassetti degli stipi del Medagliere di Parma. Si salvarono solamente 48 pezzi, all’epoca conservate nelle vetrine espositive del gabinetto numismatico. A parziale conclusione delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma, su conforme richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica dello stesso Tribunale, disponeva la confisca e la restituzione delle preziose monete al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, proprietario dei beni, consentendo così di poterle restituire alla comunità parmense e quindi all’intera collettività. Tra l'altro vista la continuità e "facilità" del furto si può ipotizzare la mano del sempre simpatico dipendente infedele. saluti Gordon1 punto
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Il 4 come la scritta FERT sul carro, sono più "grassi" probabilmente perché essendo consumati hanno una sezione più bassa e quindi larga. Non mancherò di portare a farla valutare, intanto ringrazio chi è intervenuto e chi vorrà dire la sua1 punto
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Scavo archeologico in Ungheria. Scoperte sculture italiane rinascimentali di Benedetto da Maiano. La vicenda Nel terreno del Castello di Visegrád, situato a nord di Budapest, Ungheria, gli archeologi hanno fatto una scoperta straordinaria: una coppia di cherubini in marmo scolpiti dal maestro italiano del primo Rinascimento, Benedetto da Maiano. Questi reperti preziosi sono stati rinvenuti durante gli scavi della chiesa del monastero francescano, che sorgeva accanto al palazzo reale nel complesso del castello. Descrizione dei Cherubini e contesto storico I cherubini, originariamente parte di un altare del XV secolo realizzato in pregiato marmo bianco, sono stati scoperti con le teste e le ali relativamente intatte, nonostante alcuni danni superficiali. I dettagli scolpiti mostrano chiaramente i tratti caratteristici della maestria di Benedetto da Maiano: capelli finemente intagliati, piume delicate e volti espressivi che riflettono l’abilità tecnica e artistica dell’artista toscano. Breve storia di Benedetto da Maiano Benedetto da Maiano nacque a Maiano, in Toscana, nel 1442, e fu avviato alla scultura e all’intarsio sin da giovane. Iniziò la sua formazione sotto lo zio Giuliano da Maiano e successivamente apprese dalle menti più eminenti del suo tempo, tra cui Antonio Rossellino. Presto, grazie alla sua eccezionale abilità nell’intarsio prospettico, una tecnica che creava effetti tridimensionali usando legni di diversi colori, divenne famoso non solo in Italia ma in tutta Europa. Sotto il profilo artistico egli si rivela abilissimo nello studio della psicologia dei personaggi e delle espressioni, com’è evidente dalla trasognata dolcezza infantile che egli riesce a trasferire a queste due creature angeliche. Commissioni Prestigiose e Successo Internazionale La reputazione di Benedetto da Maiano si diffuse rapidamente e presto iniziò a ricevere commissioni da importanti monarchi europei. Fu incaricato dal re Mattia Corvino d’Ungheria per realizzare diversi capolavori, tra cui i ritratti in marmo di Mattia e della sua seconda moglie, Beatrice d’Aragona, celebrando artisticamente il loro matrimonio, avvenuto nel 1476. Questi ritratti, oggi riconosciuti come opere di transizione tra l’intarsio e la scultura in marmo, testimoniano l’evoluzione stilistica di Benedetto da Maiano e la sua capacità di adattarsi alle richieste dei suoi committenti. Visegrád e il Rinascimento Ungherese Il Castello di Visegrád, costruito originariamente nel XIII secolo e trasformato in una residenza reale nel XIV e XV secolo, divenne un centro di cultura e potere sotto il regno di Mattia Corvino. Il monastero francescano, dove sono stati scoperti i cherubini di Benedetto, faceva parte di questo complesso, sottolineando l’importanza del mecenatismo reale nel promuovere l’arte rinascimentale italiana in Ungheria. https://stilearte.it/scavo-archeologico-in-ungheria-scoperte-sculture-italiane-rinascimentali-di-benedetto-da-maiano-la-vicenda/ Cherubs by Italian Renaissance master found at Visegrád Castle A pair of marble cherubs sculpted by Italian Early Renaissance master Benedetto da Maiano has been discovered on the grounds of Visegrád Castle, north of Budapest, Hungary. The cherub heads and wings were found during the excavation of the church of the Franciscan monastery that stood next to the royal palace in the castle complex. The cherubs were part of a 15th century altar made of white marble. While the heads have suffered some damage, they are largely intact and display the characteristic features of Benedetto da Maiano’s deft hand in the detailing of the hair, feathers and faces. Fragments of drapery from angel statues were also found. The pieces are almost exact copies of sculptural elements on altars by Benedetto da Maiano in Naples, Florence and San Gimignano. Born in Maiano, Tuscany, in 1442, Benedetto learned wood and marble carving first from his uncle Giuliano, and later from Antonio Rossellino. He soon eclipsed both in skill and fame. He started out working in perspective intarsia (using different colors of wood inlay to create complex architectural scenes, figures, foliage and geometric patterns with 3D depth), creating the insanely gorgeous studiolo of Federico da Montefeltro, Duke of Urbino, and his reputation spread far and wide. Biographer Giorgio Vasari recounts that Benedetto da Maiano received commissions from the crowned heads of Europe, including King Matthias Corvinus of Hungary for whom he made a pair of inlaid coffers. King Matthias invited Benedetto to Buda in person to deliver the coffers, but when he presented them before the king and his court full of nobles, he found to his horror that the sea water from the voyage had softened the glue of the inlay and all his work literally fell to pieces before his aghast eyes. He was able to patch it back together to the king’s satisfaction, but he was so humiliated wood’s fragile, from them on, he switched to marble sculpture. Benedetto was commissioned to make matching marble relief portraits of the king and his second wife Beatrice of Aragon at the time of their wedding in 1476. The portraits are recognized by art historians today as important transitional pieces marking the artist’s shift from intarsia to statuary. Vasari says he made other sculptures in clay and marble for King Matthias Corvinus before he left Hungary and returned to Florence. First built in the 13th century, Visegrád Castle became an official royal residence in the 14th century and was further enlarged and refurbished in the 15th century. Matthias almost entirely redid the interior of the palace, and he also refounded the Franciscan monastery (started but never completely by Sigismund, Holy Roman Emperor and King of Hungary, around 1400). Mattias finished construction of the monastery and commissioned a grand high altar of white marble in Italian Renaissance style. A document in Florence from 1493 records that Benedetto had received a commission from Matthias for a marble tabernacle for a church sacristy, but the work was interrupted when the king died in 1490. This order suggests Matthias was actively engaging Benedetto da Maiano in work for the church. Visegrád and the Franciscan monastery suffered heavily in the armed conflicts of the 1540s. In 1540, the Lower Castle was besieged by Ferdinand I, Holy Roman Emperor, in a succession conflict that would precipitate a much larger invasion by Ottoman Emperor Suleiman the Magnificent ostensibly on behalf of the infant who had just inherited the throne of Hungary. Ferdinand’s siege damaged the monastery, and archaeologists found fragments of the altar with pieces of the windows, the window frames and lead rifle bullets, flattened from impact. The castle was besieged again by the Ottoman Empire in 1544 and suffered heavy damage. Even after Turkish forces were ousted in 1685, the castle was never again used as a royal palace and by the 18th century was completely buried. Today the castle is open to visitors even as it undergoes a new program of excavation and restoration with the ultimate goal of returning the castle and palace complex to its glory days under Matthias Corvinus. The unearthed artifact is of great significance as it confirms King Matthias’s vision of Hungary as a cultural and artistic hub in 15th-century Europe, where he commissioned works from leading Italian artists. “The chances of finding Renaissance works of art of similar quality and in good condition, but hitherto unknown, are now very slim,” Gergely Buzás concluded. The ongoing excavations hold promise for further significant discoveries, shedding light on Hungary’s rich medieval history.1 punto
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Allora perché non arricchire questa discussione con un bel piego viaggiato il 30 Giugno 1858 con 2 grana rosa lillaceo ed annullo in cartella:1 punto
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Medaglia devozionale di fattura artigianale incisa a bulino, argento, sec. XIX.- D/ San Giacomo il maggiore (apostolo )in abiti da pellegrino, venerato nel Santuario di Santiago di Compostela, dove riposano le sue spoglie mortali.- R/ Dalle scritte iniziali dovrebbe essere San [F] Francesco [D] di Sales. Ciao Borgho1 punto
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Per una Napoletana al giorno, posto il 20 Grana o Tarì 1857 di Ferdinando II°, tipologia che mi piace molto per la maestria dell'incisore nel ritratto del Re. Saluti a Tutti,1 punto
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