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  1. bizerba62

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/13/24 in tutte le aree

  1. Ciao. La tiratura ufficiale dello scudo del '14 ha sempre suscitato notevoli perplessità e dubbi...non foss'altro perchè la moneta, già dopo pochi anni dalla sua emissione, risultava R2 ed il prezzo a cui veniva venduta dai numismatici era coerente con il grado di rarità assegnato. Cosa sia successo realmente nessuno sembra saperlo e anche le fonti dell'epoca non ci aiutano. Quello che si può affermare con certezza è che se fossero stati realmente distribuiti al pubblico 275 mila esemplari di questo scudo, la moneta non sarebbe mai stata R2. Salvo pensare che ad oltre un secolo dalla sua emissione, ci siano ancora, da qualche parte e tutti insieme, decine e decine di rotolini di scudi del '14 che per qualche strano motivo, gli eredi degli eredi degli eredi degli originali acquirenti ancora si ostinano a non disperdere sul mercato. La qualcosa, tuttavia, mi ricorda più la fantascienza che la numismatica. La tesi più probabile, visto che da un documento che si ritrova nell'altra discussione, nell'estate del 1914 lo scudo del '14 non risultava ancora emesso, è che la gran parte del contingente emesso sia finito direttamente, rifuso e probabilmente in forma di lingotti, a pagare forniture militari, vista l'imminenza del primo conflitto mondiale. Ma sono supposizioni. Per quanto riguarda l'usura degli scudi del cinquantenario, non si sta affatto dicendo che tutti gli scudi usurati siano falsi ma solamente che l'usura sia dovuta a fatti e situazioni che nulla c'entrano con la loro non circolazione (monetaria). D'altro canto, ritroviamo sul mercato monete in oro che certamente non ebbero mai a circolare come monete che però sono in bassa conservazione e mostrano segni di "usura." E quindi dovremmo concludere che anche queste monete hanno circolato? Ringrazio Pontetto e, a suo tempo, Steto, per i loro interessanti esperimenti che dimostrano come lo stato di conservazione di una moneta possa degradarsi anche in mancanza di vera e propria circolazione ma solo per una non adeguata custodia. Giusto per, inserisco di seguito le foto di alcune monete da 20 lire 1923 "fascetto" con usura da BB a qSPL....non dovuta certamente alla circolazione monetaria.
    4 punti
  2. Ah queste cantine dei nonni italiani... Ci trovi di tutto!
    3 punti
  3. Condivido con tutti voi un'altra piastra, nello scudetto del Portogallo sei pallini in verticale. Lo studio va avanti... Un saluto a tutti Raffaele.
    2 punti
  4. Lo potrebbe fare se si fanno pressioni ( convegni, articoli, incontri) dove si fa capire che valorizzare ( attraverso in primis la conoscenza del patrimonio che si ha a disposizione) significa anche soprattutto tutelare mentre demonizzare il Collezionismo e’ da burocrate sciocco - non svendo studiato ( a sifficienza) che TUTTE le collezioni numismatiche pubbliche sono formate in grandissima parte grazie a quello privato che ha contribuito a costituirle
    2 punti
  5. In merito alla possibilità che qualcuno abbia tenuto uno scudo nel borsellino per anni, condivido il risultato che si otterrebbe con un 2€. Lo scudo è in argento, quindi il risultato con il 2€ è poco indicativo, trattandosi di materiali diversi. Ad ogni modo, anni fa feci alcuni studi sulla conservazione degli Euro commemorativi. Uno di questi studi implicó il tenere per 3 anni consecutivi una moneta, inizialmente fdc, nel mio portafoglio. Questo è il risultato. L'usura è presente ed è simile a quella da normale circolazione. La patina però, anche se si nota poco dalla fotografia, è diversa: la moneta è più brillante e meno ossidata rispetto ad una normale circolazione. Questo credo sia dovuto al fatto che durante i tre anni sia stata raramente maneggiata (solo da me occasionalmente).
    2 punti
  6. Se almeno le collezioni pubbliche maggiori fossero schedate in un database almeno locale, meglio ancora se generale gestito dal MIC - in caso di furti come quello di Parma in un secondo le schede delle monete mancanti potrebbero essere diffuse a tutti i commercianti, case d’asta ed ev. anche eBay e quant’altro. sarebbe una ben sltra tutela , che dite, rispetto s una decina di carabinieri che devono andare a spulciarsi catalogo per catalogo. invece di buttare via denaro prezioso per requisite l’ennesimo duplicato di una moneta che hanno otto musei pubblici ma non il nono di Canicatti’ il MIC potrebbe gestire meglio i fondi in un programma di AI ( artificial intelligence) che faccia un pairing tra le schede delle sie collezioni e quanto circola sul mercato facendo in un batter d’occhio il lavoro di decine di militi che potrebbero essere meglio impiegati. presupposto per tutto questo e’ un lavoro di catalogazione che oggi solo in minima parte e’ realizzato in Italia ( molto piu’ avanzati all’estero) Bologna, in parte Firenze, in parte Milano, in parte Roma per citare i maggiori, buona parte di queste realizzate grazie all’aiuto di volontari culturali privati per il MIC ha si le risorse per le pratiche burocratiche delle notificazioni ma mancano completamente o quasi i funzionari numismatici. E’ stata introdotta dal Ministro Sangiuliano una Direzione per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale. Chissa’ che non si riesca a fare progressi su questa strada ?
    2 punti
  7. Nei primi 10 anni del '900 la numismatica e il collezionismo, che al contrario di oggi erano sinonimi, erano a totale carico delle monete antiche , greche e romane. Il concetto di monete intese come opere d'arte, che per noi e per buona parte d'europa è normale ad oggi, all'epoca stava appena nascendo, gli autori e gli incisori, che operavano all'interno della zecca e che poi abbiamo scoperto che erano ai vertici mondiali, sono molto più conosciuti oggi di allora. Chi aveva la possibilità di ottenere i grossi moduli in materiali nobili, come qualcuno a paventato, ne faceva richiesta di diversi pezzi, e quindi farne circolare qualcuno non comportava nulla. nota personale: -----Ma se io ho la possibilità di prendere decine di grossi moduli non so riconoscerne il valore artistico, non conosco gli autori, li ho presi per noia e perchè non so dove mettre i soldi, cosa mi può interessare, della fine che faranno le monete----(SUCCEDE ANCORA OGGI) Esiste infine una discussione del forum, anzi forse più di una, dal titolo "Le monete come cose", dove ognuno di noi può farsi un 'idea di quanti bizzari ed insoliti utilizzi può avere una moneta.
    2 punti
  8. Buongiorno. Ho letto con interesse tutti gli interventi, compresi quelli di @bizerba62 che sono sempre ricchi d'informazioni e documenti. Mi permetto di citare un passaggio di @Giov60 perché lo ritengo dirimente: la circolazione effettiva dell'epoca era costituita in larghissima parte dalla cartamoneta, specie per valori multipli della lira. Conseguentemente, pensare che Tizio, pur digiuno di nozioni di numismatica, possa aver buttato sul tavolo una delle monete in discussione per fare un qualsiasi acquisto confligge a mio giudizio non solo con la logica (per i motivi già spiegati dagli Utenti che mi hanno preceduto) ma anche con lo stato di fatto dei commerci di cento e passa anni orsono. Per mia consuetudine, evito sempre di scrivere sull'autenticità e la conservazione di una moneta vista in fotografia (in questo caso solo l'esame diretto di un perito può tranquillizzare il possessore): permettetemi però di dire che una moneta con le facce usurate e i bordi perfetti non la comprerei neanche se avessi "la pianta dei soldi". Un saluto cordiale e a presto.
    2 punti
  9. Ciao Giovanni. Posto alcuni articoli pubblicati su La Stampa e su La Stampa Sera tra la fine del 1970 e l'inizio del 1971. Si percepisce chiaramente, da parte di chi protesta per avere la sua moneta da 1.000 lire, il desiderio di spenderla immediatamente non appena ricevuta..😀 Ma sopratutto dal tenore degli articoli si può apprezzare quanto questa moneta sarebbe durata nella circolazione ordinaria se, per sbaglio o - per qualche strano motivo - intenzionalmente, qualcuno l'avesse spesa.
    2 punti
  10. La cosa piu’ importante - l’unica che veramente mette al riparo da furti del genere - e’ una sola: catalogare, fotografare le monete in modo che vi sia una prova incontrovertibile e in caso di furti diffondere le informazioni molti troppi musei impegnano risorse per altro trascurando questa pratica essenziale per la tutela delle proprie collezioni
    2 punti
  11. Off-topic solo parzialmente: qualsiasi scudo d'argento del Novecento usurato è falso fino a che non si dimostra il contrario (casi eccezionali possono però esistere). Mi sento di dare totalmente ragione a Michele (@bizerba62), che saluto caramente, anche relativamente all'utilizzo della moneta come merce di scambio nei periodi più bui dell'italica storia. Mi riallaccio poi ad un esempio di una cinquantina d''anni fa e che ricordo molto bene, nonostante fossi allora un bambino: l'emissione delle 1000 Lire Roma Capitale. Coniata in 3.000.000 di esemplari, mio padre ne prenotò uno in banca per me (che già all'età di 10 anni raccoglievo monete) al costo del faciale, e fece molta fatica ad ottenerlo perchè ambitissimo. Il valore in argento della moneta era circa 500 Lire di allora (provate a chiedere a ChatGPT!). Il catalogo di lamoneta.it riporta: "di fatto pochissimi esemplari circolarono. L'afflusso di persone alle filiali della Banca d'Italia per il ritiro di questa moneta fu imponente. Agli impiegati ministeriali e statali fu promessa la cessione di alcuni pezzi unitamente allo stipendio ma questo avvenne solo in alcune zone. Addirittura, ad Ivrea i postini scioperarono per 3 ore il 9 gennaio per la mancata consegna di queste monete con lo stipendio di dicembre.". Personalmente non ricordo di aver mai visto circolare un solo esemplare e a fronte di una tiratura molto elevata e di un prezzo di acquisto pari al nominale (e vi ho prestato attenzione per molti anni!). Mi sembra scorretto dover chiamare in campo la legge di Grisham e la tesaurizzazione: in questo caso tutti percepivano il valore "numismatico" della moneta ben oltre quello reale dell'argento in essa contenuto. Per tornare alla moneta oggetto di questa discussione, credo che ad un certo punto si debba sospendere il giudizio. Il bordo della moneta sembra deporre per un falso; il contorno non è chiaro (FERT e nodi male impressi, rosette apparentemente corrette); concordo con chi si stupisce che un contorno del genere si associ a facce così usurate (d'altra parte un uso apotropaico della moneta, o sfregamenti per altro motivo, non possono mai essere esclusi). L'esame diretto da parte di un perito esperto (ho visto in asta anche falsi pacchiani chiusi come autentici da "periti" della Casa d'aste che saranno quantomeno poi "morti" di vergogna) potrebbe essere risolutivo. Per quanto mi riguarda non acquisterei mai una moneta così rovinata anche se dovesse risultare "autentica", pertanto il problema non mi tocca direttamente ...
    2 punti
  12. Secondo me bisogno abbandonare il pensiero "cosa faremmo noi (appassionati di numismatica). Pensate a quanti saranno stati i collezionisti all'inizio degli anni '10 del secolo scorso... poi pensate a come si possono essere comportati i parenti (mogli in particolare) una volta venuti in possesso di queste monete... certo qualcuno di essi avrebbe pensato di rivolgersi ad un amico competente del collezionista, ma gli altri? Chi l'avrebbe conservata come ricordo (pochissimi), magari in un cassetto insieme ad altre monete, chi in un borsellino e chi l'avrebbe spesa senza esitazioni. E una volta entrata in circolazione? Quanti sarebbero stati i collezionisti pronti a tesaurizzarla? La moneta avrebbe continuato a circolare fino a depositarsi in una nuova collezione (ma quanto tempo vi avrebbe impiegato?) Ricordo anche quella "leggenda metropolitana" della figlia (o della moglie, non ricordo con esattezza) di Giampaoli che, trovato in un cassetto un 500 Lire "Prova", non sapendo cosa fosse la prese e la spese come un qualsiasi 500 Lire "Caravelle" dell'epoca. Quanto tempo pensate abbia trascorso in circolazione? Guardatevi intorno, guardate le facce e le espressioni di chi vi circonda e che non s'interessa di numismatica. Siete ancora così sicuri che certe monete, per noi rare, non siano potute circolare per anni prima che un collezionista non le portasse in salvo?
    2 punti
  13. Io non so quanti fossero "quelli come noi" nel 1911, ma ho la sensazione che fossero molti, molti meno di 60mila. Vedo assai probabili situazioni del genere: un tizio benestante, più che un numismatico probabilmente un "appassionato" di monete come oggi ci sono gli appassionati ai 2 euro circolati, legge di questa nuova emissione e passa in banca con una manciata di scudi, facendosi dare una decina di cinquantenari. Se li porta a casa, se li guarda, li fa vedere a figli e amici, qualcuno lo regala ai sopracitati, poi quando gli serve qualcun altro lo spende pure. No?
    2 punti
  14. Buona sera, rovistando nei vecchi appunti, accantonati da tempo per l’impossibilità di giungere a una definizione soddisfacente, alla ricerca di immagini di imitazioni, ho ritrovato alcune note, vecchie di anni, riguardanti la possibilità che i Fiorini classificati come MIR 7-5 (Bernocchi 388-389) e MIR 7-17 (Bernocchi 1249-1251) siano in effetti un unico tipo con un segno realizzato con scarsa cura su alcuni coni (la classificazione del MIR segue lo schema del Bernocchi accorpando alle varie serie i Fiorini privi di riferimenti precisi alla data di emissione tra loro compatibili). I due segni, definiti nell’ordine “tre giglietti in triangolo” e “due fioretti”, sono raffigurati nelle tavole del Bernocchi e del MIR con questi disegni: T il primo dalla tavola 5 posizione 8, il secondo dalla tavola 14 posizione 29. Chiaramente i disegni rappresentano due segni che sembrano sostanzialmente diversi, ma trattandosi di disegni, enfatizzano quello che l’esecutore vuole rappresentare. Se vogliamo, si tratta della pratica di selezionare una immagine rappresentativa per illustrare un argomento, privilegiando l’idea da illustrare rispetto alla peculiarità della tipologia, con la rappresentazione grafica questo può risultare fuorviante. Allego per completezza le annotazioni presenti sul libro della zecca in relazione al semestre per il quale viene riportato l’unico segno tra i due che compare nelle registrazioni. Il semestre è il primo dell’anno 1319. il testo presenta alcuni rimandi a note (del Bernocchi), riguardanti un errore nell’indicare l’indizione, alcune correzioni apportate dal compilatore nel testo e l’assenza del disegno del segno della luna che viene segnalato come riportato sul bordo della pagina. Nessuna di queste precisazioni influisce sulla descrizione del segno di zecca per l’oro di questo semestre. Da notare come il disegno del Libro della Zecca sia al contempo “minimalista” e “preciso”. Nello specifico: uno stelo con forma a “Y” che presenta due piccoli gigli alle estremità dei bracci ascendenti. Importante a mio parere valutare, anche alla luce del processo di costruzione del segno, i tratti particolari che lo compongono. Potrebbe essere illuminante l’analisi di un segno diverso, che precede i nostri di qualche anno, con ogni probabilità realizzato da un precedente incisore. Il segno è quello del giglio MIR 5-19 del quale farei notare la base. Un tratto orizzontale incrocia l’estremità del tratto inferiore del segno dove si uniscono le parti terminali discendenti delle ali e della parte centrale del giglio (che terminano al di sotto di questa “base”). Qualcosa di confrontabile sembra essere presente nei segni in analisi, in queto caso i due “giglietti” sono uniti su uno stelo biforcato (più o meno evidente la biforcazione, su alcuni coni sono quasi uniti alla base), il tratto verticale dello stelo è tagliato da una base assimilabile a quella del Giglio di MIR 5-19 che in genere la supera come nel caso precedente. La rappresentazione del segno è “ondivaga”, si possono trovare giglietti uniti alla base, su due steli a V uniti in corrispondenza del tratto orizzontale (che a volte sembra ridursi), il tratto verticale può o meno sporgere sotto quello orizzontale o ancora i giglietti sono realizzati con maggiore o minore cura. Un segno di zecca un po’ nebuloso e indefinito. Da ricordare come i Fiorini di questi semestri siano a volte poco curati. L’aspetto a mio parere dirimente andrebbe ricondotto a come sono realizzati “graficamente” i due giglietti superiori rispetto a quando possiamo apprezzare in corrispondenza della “base”. Ripeto quanto in precedenti interventi ho puntualizzato, dimostrare che un Fiorino con uno specifico segno non esiste non è formalmente possibile, posso solo affermare di non averne ancora potuto vedere un esemplare convincente. Chiaramente sarò lieto di ricredermi quando potrò vederne uno. Esistono di questo segno anche imitazioni, anche nelle imitazioni che ho potuto vedere, un’altra oltre a quella di cui allego una immagine, presentano un segno compatibile con quello del Libro della Zecca. Imitazione (a mio parere) da Numismatica Ranieri asta 16 del 31-10-2021 lotto 133 Allego alcune immagini di Fiorini, sotto ogni immagine aggiungerò i dati di provenienza. SBV asta 43 del 15-09-1997 lotto 1220 Munzen & Medaillen asta 22 del 24-05-2007 lotto 1709 Numismatica Ranieri asta 8 del 09-11-2015 lotto 207 Numismatica Varesi asta 68 del 13-05-2016 lotto 217 CNG asta Triton XX del 10-01-2017 lotto 1256 CNG asta 484 del 27-01-2021 lotto 1131 Jan Elsen et Fils asta 156 del 15-09-2023 lotto 825 Vi chiedo cortesemente di valutare le immagini, se qualcuno avesse immagini di Fiorini che confutano questa ipotesi saranno benvenute. Una delle monete che il Bernocchi descrive con segno “tre giglietti a triangolo” è nella collezione del Museo Nazionale di Firenze. Magari qualcuno ne ha una immagine. Cordialità
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  15. Salve condivido immagini di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni ringrazio in anticipo
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  16. Ancora dai francobolli recentemente ritrovati, ed in vista a giorni dei Giochi Olimpici di Parigi, unisco i francobolli, di gusto classicheggiante, emessi dalla Grecia per i Giochi del 1960 in Roma .
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  17. Buon pomeriggio, condivido l’ultimo arrivo, Massimino I il Trace (FIG 1). La ritrattistica monetale mostra diverse varianti, che trovo in rete ricondotte in estrema sintesi a tre principali tendenze (nota 1 e FIG 2). Vi si distinguono un primo stile ancora vicino alla fisionomia di Alessandro Severo, probabilmente a causa della mancanza di modelli conosciuti dell’imperatore appena acclamato. Una seconda fase che mostra invece i tipici, forti caratteri del suo volto, tuttavia ancora entro una certa eleganza formale. E un terzo e ultimo tipo, quello che ho scelto, che mostra invece con evidenza quella fisicità estrema, quasi caricaturale, che la storiografia attribuisce a Massimino. Come spesso mi capita ho apprezzato il tondello irregolare, che mi sembra faccia rivivere il colpo e il suono del conio sul metallo ammorbidito. Sul rovescio si notano alcune tracce di processi che spero non pericolosi. Denario, titolo 50%, gr 2,85, mm 21, 6h, tipo RCV 8313; RIC IV.5, Roma, 237 d.C. Diritto: MAXIMINVS PIVS AVG GERM . Busto di Massimino I laureato, drappeggiato e corazzato, verso dx. Rovescio: P M TR P III - COS P P. Massimino in abito militare, in piedi di fronte, guarda a sx, tiene un'asta con la sx e un'insegna militare nella dx; un'altra insegna militare sulla dx. Come già Alessandro Severo, Massimino I il Trace non emette antoniniani. Poiché i titoli non presentano nel complesso diminuzioni apprezzabili (A. Forzoni) e in assenza di afflussi di nuove risorse dall'esterno, le crescenti spese militari dovettero di conseguenza essere alimentate da una maggiore e più estesa pressione fiscale, cui si aggiunse anche il ricorso a requisizioni e confische, scelte che peseranno negativamente sul suo ritratto storiografico. So che le vicende storico-biografiche di Massimino sono celeberrime e più che narrate, ma non resisto a una breve sintesi e ad alcune annotazioni. Come noto l’ex pastore trace (per l’Historia Augusta figlio di un goto e di un’alana) viene arruolato da Settimio Severo in virtù di membra e prestazioni degne di un Ercole vivente. Le fonti lo ritraggono come un gigante tanto smodato e smisurato da suscitare esagerazioni quasi fiabesche (nota 2). Ma aldilà delle iperboli letterarie e al netto di ipotesi medico-patologiche, le sue qualità di combattente dovettero essere veramente notevoli per farsi apprezzare prima da Settimio Severo e poi da Alessandro Severo (l’unico a dileggiarne volgarmente la prestanza fu Eliogabalo, nota 3). La progressione nei ruoli militari e vari cenni storiografici lo mostrano legato alla casa dei Severi e ad Alessandro in particolare, il quale avrebbe persino considerato di concedere la propria sorella in sposa al figlio di Massimino, Massimo. Il che non impedì a Massimino di partecipare, in modo più o meno diretto secondo le fonti, all’assassinio dello stesso Alessandro Severo e della madre Giulia Mamea a Magontiacum, eccidio cui conseguì la sua acclamazione. Le fonti, vicine ai ceti tradizionali, strapazzati anche fiscalmente da Massimino, non lesinano critiche verso il rozzo imperatore. E tuttavia devono anche riconoscerne il personale coraggio in battaglia e le capacità militari alla guida dell’esercito lasciatogli da Alessandro Severo. Grandi quadri - dipinti con le vittorie riportate durante le campagne sarmate e germaniche dirette in profondità nel territorio nemico (nota 4) - furono inviati a Roma per essere esposti in senato (salvo naturalmente essere bruciati all’indomani della sua caduta). Sia Erodiano (nota 5) che l’Historia Augusta (nota 6) ne offrono un ritratto fatto anche di luci e non solo di ombre, facendo trasparire una personalità forse più complessa di quanto non si sarebbe portati a credere. Massimino fece anche efficacemente fronte a diversi tentativi di ribellione (Magnus, Quartino) fino all’azione dei due Gordiani in Africa (nota 7). Tuttavia neppure la totale adesione di Massimino agli umori e alle logiche dell’esercito fu sufficiente a proteggerlo dai suoi stessi soldati quando, invece di guidarli verso glorie e ricompense, si trovò a stancarli ed affamarli vanamente. Prima con il mancato saccheggio di Emona (Lubiana), poi con l’infruttuoso assedio di Aquileia, durante la discesa in Italia (FIG 4) cui si era visto costretto per reagire alla nomina da parte del senato di Pupieno e Balbino (nota 8). Riguardo questo ultimo, cruciale assedio, cito due testimonianze: una archeologica, ovvero un’ara votiva del Museo Archeologico di Aquileia (FIG 6); ed una bibliografica, ovvero un’accurata analisi storico-filologica condotta sul racconto di Erodiano (nota 9). La rottura del rapporto di fiducia con i propri uomini costò a Massimino letteralmente la testa, mozzata e inviata in lugubre marcia a Roma assieme a quella del figlio Massimo. Di quest’ultimo le fonti ricordano l’aspetto piacevole, ancora evidente nel ritratto scultoreo del giovane nonostante lo sfregio conseguente alla damnatio memoriae (FIG 7). Grazie e a presto, Lucius LX (nota 1) Ricavo l’osservazione da un contributo in rete dedicato alla ritrattistica di Massimino e dei suoi familiari: http://augustuscoins.com/ed/Maximinus/Maximinus.html (nota 2) “Il suo pollice era così grande che usò il braccialetto della moglie come anello”; “Raccoglieva il sudore in tazze e vasetti per esibirne due o tre pinte”, etc. etc. (nota 3) «Dicono, o Massimino, che tu abbia lottato vittoriosamente con 16, 20 e 30 soldati. Potresti farcela per trenta volte con una donna?». (nota 4) Riguardo le campagne germaniche, una testimonianza archeologica della profondità dell’offensiva romana di questi anni è offerta dai reperti della battaglia di Harzhorn (FIG 3). Sulla questione vedi ad es. la discussione aperta da @Pablos: (nota 5) “Tale fu Massimino nelle imprese militari, e ne avrebbe ritratto fama immortale se non si fosse mostrato assai più grave e feroce ai suoi medesimi che ai suoi nemici”. (nota 6)«Era un omone di grossa corporatura, famoso per il coraggio in mezzo a tutti i commilitoni, bello d’aspetto, rozzo nei modi, grossolano, pieno di sé, sprezzante, ma spesso giusto». (nota 7) La rivolta dei Gordiani, appoggiata dal senato e accompagnata da sommosse anche a Roma con l’eliminazione degli uomini di fiducia di Massimino, come il prefetto praetorio Vitaliano e del prefetto urbi Sabio, fu comunque rapidamente soffocata da Capeliano, il legato Augusti pro praetore della Numidia, rimasto fedele a Massimino anche a causa di una personale rivalità con Gordiano I. (nota 8) Prima della nomina imperiale facevano parte della commissione dei XX viri consulares ex senatus consulti rei publicae curandae, istituita per difendere l’Italia da Massimino. (nota 9) Giacomo Caspar, L’assedio di Aquileia del 238 d.C. Commento storico al libro VIII della Storia dell’Impero Romano dopo Marco Aurelio di Erodiano.
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  19. Sono sempre i più ignoranti che ridono, Senza Correggere, gli errori degli altri...... Bella piastra anche io ne ho un paio cosi.
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  20. Ahhhh! allora……. Nel XVII secolo hanno preso un mattone manubriato romano, tipo questo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=262634&force=1 hanno scavato una croce per farne un reliquario, inserito una pseudo reliquia, e inciso una finta data, dimenticando che nel 441 d.C non si contavano gli anni dalla nascita di Cristo. Non credo che l’incisione di queste ciffre su entrambi i lati della croce sia antica.
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  21. Ho spostato in Tecnologie produttive, mi sembra la sezione più adatta. @Claudio59 nessun problema, come ti hanno detto solo lo staff può spostare le discussioni, quindi è normale che tu non sappia farlo... pensa che non lo sa fare nemmeno @ARES III
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  22. Affrancata con ordinario 6 franchi verde, Marianne detta del Gandon dal disegnatore Pierre Gandon... ... annullato con annullo speciale del Congresso internazionale Giubilare di Ginecologia il 28 giugno 1951. Qui mi ricollego all' altra discussione dell' annullo speciale di Sava.. ..questa cartolina è stata annullata al congresso e spedita/presa in carico dalle poste francesi lo stesso giorno del congresso. Giunta a Sava il 2.7.1951. Bella cartolina anni 50 Dell'opera' de Paris. .. et voilà.
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  23. Una reliquia inventata da zero, perché la reliquia originale del 1371 era scomparsa? Avevano dimenticato l’anno 1371 e hanno inciso a caso un numero finto di anni che separavano la data presunta dell'arrivo delle reliquie e la data dell' « invenzione »? Non credo per niente a quello che scrivo. 🤣
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  24. resto in stand by non avendo ora a disposizione un bilancino lunedì mi adopererò per prenderne uno e dare più nozioni possibili! grazie 😃
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  25. Gli scudi erano in argento 900‰, in quanto a contenuto pieno, mentre le 1 e le 2 Lire erano monete fiduciarie, poiché in argento 835‰. Ulteriore aspetto: gli scudi rischiavano di essere tesaurizzati subito, a causa del rapporto Au/Ag favorevole rispetto a quello legale. Per questo, via via, di fatto non ne vennero più coniati o ne vennero conati pochissimi
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  26. Questo però non c'entra con il caso di cui stiamo parlando. Le 1000 lire d'argento sono state tesaurizzate in quanto ultimo (e fallimentare) tentativo di coniazione in argento, dal momento che nel '70, passato il periodo delle Caravelle (e tesaurizzate ormai pure quelle praticamente da ogni italiano), il circolante era ormai esclusivamente in cartamoneta o metallo vile. Negli anni '10 invece lo scudo non aveva motivo di essere tesaurizzato per l'argento, dal momento che circolavano - e continuavano a essere coniate - grandi quantità di pezzi da 1 e 2 lire quadriga, con le medesime proporzioni di metallo prezioso. O vogliamo dire che anche quelle non circolavano? 😅
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  27. Io uso i vassoi in floccato della Masterphil ma ci sono anche in velluto. Esistono vassoi con caselle di tutte le dimensioni, anche per mettere monete in slab.
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  28. Alcune monete del Mann sono state ben fotografate in una vendita anni 70 perché lamentarsi....
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  29. Caro @Baylon, non vado a rileggermi la discussione.. ma credo che siano state dette le stesse cose esposte in maniera diversa.. .. se anche ci fossero stati errori dobbiamo avere pietà di noi stessi.. ..in fondo stiamo facendo filatelia non chirurgia. Vivi sereno.
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  31. E le mille lire vennero coniate in più di 3 milioni di esemplari. Lo scudo del "cinquantenario" in soli 60.000 esemplari. Cioè, in confronto, siamo a 2% della tiratura complessiva della moneta da 1.000 Lire. M.
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  32. Con sensore V oca TO =consenso revocato Buona giornata
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  33. Capisco che questo « gallus » deGrossis sepolto qui nel 1370 ha dato le relique alla chiesa San Michele, ma perché 441 sulla stauroteca, è una data?
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  34. Probabilmente nel 2006 era stato fatto un inventario e c'erano tutte. Forse le foto furono fatte proprio in quell'occasione... Arka Diligite iustitiam
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  35. Sulla circolazione "da mishandling", un Utente del forum, in un'altra discussione di cui ora non ricordo gli estremi, aveva dimostrato empiricamente che anche solo tenendo in un borsellino una moneta "intonsa", insieme ad altre, per un certo numero di anni, essa si usurava come se avesse circolato. D'altro canto, abbiamo fascioni e fascetti che non hanno mai circolato come monete (e che non provengono da montatura), che talvolta appaiono in conservazione BB o anche meno. Eppure, salvo che non si voglia sostenere che abbiano circolato anche questi, solo perchè sono in BB, sappiamo che queste monete auree del Regno non hanno mai circolato (fra l'altro, uscivano dalla zecca ad un prezzo pari al quadruplo del facciale....quindi, la vedo dura che circolassero come monete). M.
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  36. Lettera in perfetta tariffa per l'interno con 50c violetto, annullato con meccanico con svolazzo (o linee ondulate) a dx di Como Arrivi e Partenze del 2 XI 1930... .. annullo di arrivo di Oggiono (Como) del 3.11.1930. .. .. sicuramente all'epoca Annone Brianza non aveva ufficio postale e veniva servita dall' ufficio di Oggiono che dista solamente qualche chilometro. Non mi stancherò mai di ripeterlo, queste affrancature sono sottovalutate. Bel francobollo con belli annulli. Evviva!!!
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  37. Che bell’esemplare questo francobollo! Sembra perfettamente centrato! E che bel colore!!
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  39. Sono il lascito ai miei nipoti, vecchio collezionista come me… dico sempre una cosa, i soldi vanno e vengono, queste no
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  40. Tu continui a mostrare foto di esemplari (non pezzi… non usiamo la numismatica come una clava per favore, parliamo in italiano come tra l’altro il regolamento del Forum incoraggia a fare) in alta conservazione, ma mi stupisco come dall’alto della tua lunga esperienza tu non riesca a capire che paragonare una moneta usurata con una fdc non sia cosa appropriata (per giunta in foto, con due tipi di illuminazioni differenti, con un esemplare patinato in cui è più difficile vederne i dettagli e per giunta anche in bassa risoluzione). Il paragone, semmai, dovrebbe essere fatto con un esemplare certamente autentico e con le stesse peculiarità di conservazione, proprio per capirne la morfologia del rilievo usurato, vero punto difficile da capire su questa tipologia che si presenta sempre in alta conservazione. In ultimo: va da sé che far paragoni con falsi dozzinali lascia il tempo che trova. Al di là del bordo, il colore del metallo, le fattezze del modellato, gli incusi del taglio e in generale la moneta nella sua interezza non hanno assolutamente nulla a che vedere con falsi dozzinali che gridano la loro pacchianeria da un km di distanza. Ciao Graziano, una domanda: come fai a essere così certo vedendo una foto in bassa risoluzione e con i dettagli tutti bruciati dalla luce? Aggiungo un’ultima precisazione. Non sto dicendo che questo esemplare sia autentico, ma non sto nemmeno dicendo che sia falso. Dalle foto, per me potrebbe essere autentico, ma non ci metterei mai la mano sul fuoco sulla base di queste fotografie.
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  41. DE GREGE EPICURI Oggi vi mostro questa gradevole "Sfinge di Castulo", di notevoli dimensioni (33 mm) e del peso di 30,26 g. Al D, il consueto ritratto a destra, considerato "augustiforme" ma, in questo caso, forse non collegato al primo imperatore: è un'emissione del 1° secolo a.C., considerata celtiberica. Bisogna dire però che emissioni successive (dei primi decenni del 1° secolo d.C.), non molto diverse,sono considerate come ritratti di Augusto. Non leggo iscrizioni. Al R., la c.d. sfinge alata con testa umana ( ornata da una piuma?), alla cui destra c'è una stella; una M sotto la zampa. All'esergo sembra di scorgere quanto resta di una scritta (celtiberica?) Dovrebbe trattarsi della Burgos 549.
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  42. gettone del generale Surovov
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  43. In quella data di trent'anni fa ci fu il primo, storico volo dell'Eurofighter EF-2000 Typhoon (dove Eurofightger è la marca, EF-2000 il nome e Typhoon il soprannome ufficiale), il caccia europeo anglo-italo-tedesco-spagnolo che insieme al Rafale francese e al Gripen svedese è una delle colonne portanti della difesa aerea unionale. A seguire non farò pipponi sulle interessanti caratteristiche del Typhoon (per quello si vedano le spiegazioni dettagliate nel link sopra) ma solo qualche breve e libera considerazione personale. Chi ha seguito il programma di sviluppo di questa macchina sa quante vicissitudini tecniche ma soprattutto politiche ha dovuto superare per vedere la luce, pur con la passata positiva esperienza di collaborazione per il Tornado. E' uno dei tanti casi in cui la comunanza d'intenti e la volontà di procedere uniti, tipica dell'indole europea più sana, ha evitato la dispersione in più rivoli, o direttamente nel nulla, delle risorse e competenze preziose di alcuni per impossibilità economica di procedere. La Francia, inizialmente associata al programma, proseguì da sola creando il Rafale... oggi invece progetta il suo sostituto - denominato NGF, New Generation Fighter - in collaborazione con Germania e Spagna. Cosa sarebbe successo se la Germania si fosse ritirata dal programma EFA (così si chiamava il programma di sviluppo del Typhoon, e provvisoriamente anche l'aereo) come rischiò alla fine della guerra fredda? Se il demenziale ragionamento "cosa ce ne facciamo ora che l'Unione sovietica è crollata" avesse prevalso, forse la Gran Bretagna sarebbe andata avanti da sola, pur a fatica visto l'aumento dei costi, mentre Germania, Italia e Spagna si sarebbero ritrovate a importare da qualcun altro invece di far lavorare i loro ingegneri e le loro industrie, con conseguenze che peserebbero ancora oggi. E invece il Typhoon sopravvisse alla vittoria sull'URSS. Volerà ancora a lungo per proteggere i cieli d'Europa, perchè il ritiro degli ultimi esemplari dalle forze aeree dell'UE avverrà intorno al 2060. Al pari degli altri suoi corrispondenti europei, il Typhoon fu volutamente progettato evitando di spingersi tecnologicamente oltre un certo limite, come invece fecero gli USA con l'F-22, questo non perchè nell'industria europea non ci fossero le competenze necessarie ma per lo stesso motivo che ancora oggi inibisce la libera espressione delle potenzialità europee, in questo come tanti altri campi: la cosiddetta "sovranità nazionale", ovvero quella che a mio avviso è la masochistica e pericolosa tendenza a voler rimanere divisi, deboli, soggetti alle limitazioni politiche, economiche e tecnologiche del singolo. E' proprio dalla necessità superare questa tendenza, per sopravvivere e progredire, che nacque negli anni '60 la collaborazione fra diversi Stati nella progettazione di sistemi d'arma... ma perchè programmi complessi e costosi come questi non sfocino nel caos non si possono riunire più di due o tre partner. Siffatta limitazione nella possibile unità di forze determina la necessità di andare il più possibile con cautela, la paura di spingersi troppo oltre nel rischio tecnologico, la necessità di contenere maggiormente i costi e/o il rischio di dover rivedere i progetti secondo i diversi capricci dei governi. Se la collaborazione ha salvato un bel pezzo di tecnologia, industria e posti di lavoro europei rimane il fatto che da sola non basta, perchè i primi della classe (leggi americani) possono mettere in campo molte più risorse e progredire oltre limiti inarrivabili per gli altri. Ciò non vuol dire che un Typhoon o un Rafale sfigurino di fronte ai corrispondenti USA (o russi), anzi, le versioni più aggiornate e opportunamente armate di questi aerei sono un grosso pericolo per chiunque, anche contando che i più moderni missili aria-aria europei di oggi (l'IRIS-T e il Meteor) sono ben superiori a qualunque loro pariclasse USA o russo. Com'è possibile? Semplicemente perchè quello dei missili per caccia è stato uno dei pochi campi in cui abbiamo avuto la possibilità di concentrare le forze di tutta, o quasi, l'industria europea su un progetto principale invece di procedere ognuno per conto proprio nella sessa cosa, e i risultati si sono visti.
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  44. Oltre a quanto già segnalato da @L. Licinio Lucullo, ti suggerisco Filippo Coarelli, "Argentum Signatum: le origini della moneta d'argento a Roma ", Istituto italiano di Numismatica, 2013. Allego inoltre un breve saggio che inquadra, fra l'altro, la funzione della magistratura monetaria in età repubblicana. In bocca al lupo! 7._Le_guerre_civili_moneta_e_propaganda.pdf
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  45. Matrice Gettone 0,80 Villarboito Torino
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  46. Buongiorno a tutti, condivido l'ultima arrivata... direttamente dal 2° convegno di Salerno, dove tra l'altro, ho avuto il piacere e l'onore di conoscere delle persone veramente squisite, di chiacchierare con alcuni dei massimi esperti della monetazione napoletana, con numismatici di lungo corso e con collezionisti tanto giovani, quanto promettenti. Piastra 1856 - variante al R/ aquile capovolte (che in Araldica è simbolo di arma diffamata, fellonia o tradimento). Un saluto, Lorenzo
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  47. Avevo pensato di spiegare in questa puntata cosa sono la tribnicia potestas ed il consolato e come calcolare l'anno di conio di una moneta; forse però sarebbe meglio capire prima come leggere le varie abbreviazioni che possiamo trovare su una moneta al dritto o al rovescio. Ecco dunque un elenco in ordine alfabetico delle principali abbreviazioni. Torna a Indice Regole Regola 3 - Interpretare le abbreviazioni che compongono le legende (Dalla A alla C) Abbreviazioni di Titoli Onorari e Magistrature A AN = Annius A AVL = Aulus ACT = Actius, Actiacus AD ADI = Adiutrix ADIAB = Adiabenicus ADV = Adventus AED = Aedes AEL = Aelius AET = Aeternitas, Aeternitati, Aeterna AFR = Africanus ALB = Albinus ALEX = Alexander ALIM ITAL= Alimenta Italie A N F F = Annum novum faustum felicem AN DCCCLXXIIII NAT-=Anno 874 natali urbis primum circenses constituit –VRB P CIR CON ANT = Antonius, Antoninus APOL = Apollo A POP FRUG AC = A populo fruges accepi ARAB = Arabicus ARAB ADQ = Arabia adquisita ARM = Armeniacus AV, AVG = Augustus, Augusta AVGG = Augusti (due) AVGGG = Augusti (tre) AVR = Aurelius AVSPIC FEL= Auspicia felicia BRIT = Britannicus, Britannica B R P NAT = Bono reipublicae natus C = Caius, Caesar CAEL = Caelius CAE, CAES = Caesar CAESS = Caesares, Caesarum CAP = Capta CARP = Carpicus CASS = Cassianus CC = Caesares, Caesarum CEN, CENS = Censor CENS P o PER = Censor Perpetuus CENS POT = Censoriaa potestate CENS P P P = Censoria potestate pater patriae C E S = Cum exercitu suo CIR CON = Circenses constituit C, CLAV, CLAVD = Claudius, Claudia C L = Caius Lucius CLE, CLEM = Clementia CL, CLO = Clodius CN= Cneus COM = Commodus, Comes COM ASI = Communitas Asiae COM BIT = Communitas Bytiniae COMITI = Comiti, comitibus CONC = Concordia CONG = Congiarium COS = Consul COSS = Consules, consulibus
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  48. Torna a Indice Regole Regola 2 - Lettura della legenda Foto provenienti da "Cronaca Numismatica - Gennaio - Febbraio-Marzo 2002" Sulle monete della Roma Imperiale troviamo sempre al dritto l’onomastica dell’imperatore esplicata in una legenda abbreviata e per questo non di immediata lettura per un principiante. Cerchiamo allora di spiegare come andrebbero lette tali legende: - Il titolo di imperator fungeva da praenomen da Augusto in poi (con qualche eccezione) e lo troviamo di solito abbreviato IMP per tutto il periodo del medio e alto impero. Dal IV secolo D.C. alla sigla IMP si sostituirà l’abbreviazione DN ovvero dominus noster (usato per la prima volta da Domiziano). - Il cognomen Caesar normalmente abbreviato CAES, lo troviamo generalmente dopo IMP. oppure dopo il nomen (il nome dell’Imperatore) ed è usato come gentilizio insieme con altri elementi della denominazione individuale. Il termine di CAESAR era usato anche per i figli naturali o adottivi, ed i nipoti dell’imperatore che aspiravano al titolo di Augusto, sostituito poi nel basso impero da NOB.C. Per il nomen va detto che spesso gli imperatori, si portavano dietro anche il nome del padre naturale o adottivo (nella figura di esempio vedi la legenda di Tito il cui nome era Titvs Flavivs Vespasianvs). - Il termine Augustus abbreviato AVG è generalmente situato all’ultimo posto nella legenda ed è destinato ai soli Imperatori (e mogli). - I cognomina ex virtute, di origine militare, compaiono in genere nella legenda di quelle monete coniate successivamente ad una campagna militare conclusasi con la vittoria dell’Imperatore. Tali titoli, talvolta trasmessi per eredità, si riscontrano spessissimo sulle monete dell’alto impero; i più conosciuti sono: Britannicus (BRIT), Germanicus (GERM), Sarmaticus (SARM), Dacicus (DAC), Particus (PART), ecc. abbreviati in vari modi: raramente per esteso e qualche volta seguiti dall’accrescitivo Maximus. - Altri cognomina sono stati attribuiti solo ad alcuni Imperatori per le loro Virtù dimostrate nell’amministrazione particolarmente positiva dell’Impero. Ad esempio troveremo il termine OPTIMVS PRINCIPI per Traiano o PIVS FELIX (in genere abbreviato PF) per Antonino Pio ecc. - Troveremo spesso sulle legende nell’alto Impero il titolo di pontefice massimo, la più alta carica religiosa assunta per la prima volta da Augusto, abbreviato PONT. MAX. o anche PM. - A seguire troviamo l’indicazione degli anni della tribunicia potestas (questa insieme al consolato, li troviamo molto più spesso sui rovesci) abbreviata TR. P. seguita dal numerale. Questa indicazione è per noi oggi importantissima per risalire all’anno preciso in cui è stata coniata la moneta in esame; ma di come funziona la tribunicia potestas ne parlerò più avanti approfonditamente. - Subito dopo la tribunicia troviamo spesso il numero delle salutazioni imperatorie ricevute dall’imperatore per volontà dell’esercito indicate con la sigla IMP. seguita dal numerale. Ovviamente la prima salutazione coincide sempre con l’anno di prima proclamazione dell’Imperatore. - Altra sigla utile oggi (ma meno precisa della tribunicia potestas) è quella relativa al Consolato, abbreviato in genere COS. Seguito dal numerale. - Troveremo su alcune monete dell’alto impero, ed in particolare solo per gli imperatori: Claudio (dal 47 D.C.), Vespasiano, Tito e Domiziano, la censura abbreviata CENS e poi CENS PER. per i Flavi. - Praticamente sempre, da Augusto in poi, troveremo l’appellativo di Pater Patriae (padre della patria) offerto per la prima volta ad Augusto dal popolo e dal senato, abbreviato PP. - Meno sovente troveremo altri titoli come: DIVO o DIVA rispettivamente sulle monete che consacravano la salita in cielo rispettivamente dell’Imperatore o della moglie di questo; oppure Princeps Iuventutis (giovane principe) generalmente al rovescio, per indicare i desinati alla successione dell’Imperatore. Prossima puntata, cosa sono la Tribunicia potestas ed il Consolato e come si calcola l'anno di conio.
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