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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/02/24 in tutte le aree

  1. Dal libro Stato e Collezionismo........Siamo nell’Aprile del 1944, la situazione nella Capitale è veramente tragica. Il giorno 13, forse al mattino, personale militare e civile della Repubblica Sociale Italiana, si presenta presso lo stabilimento della Regia Zecca, in Via Principe Umberto. Il nucleo di persone è comandato dal Capitano Pietro Martinelli. Ha le credenziali in ordine per il ritiro di materiale da trasportare ad Aosta. Gli viene pertanto consegnato quello che richiede. Della consegna viene redatto apposito verbale, con il quale il cedente, secondo il principio del buon andamento della Pubblica Amministrazione e della gestione della Cosa Pubblica, cede in carico ad altra persona designata dalla stessa Pubblica Amministrazione, materiale di proprietà dello Stato. Cosa aveva ritirato il Cap.Martinelli di così tanto importante dallo Stabilimento Monetario di Stato? Per quasi sessant’anni non si è mai saputo, probabilmente perché nessuno aveva avuto interesse ad approfondire le ricerche. Il tempo trascorre, lento ma inesorabile. La guerra finalmente ha termine, e termina anche la lotta fratricida che ha insanguinato il nostro Paese, quando si sono affrontati armi in pugno giovani e meno giovani, che avevano scelto di stare da una o dall’altra parte. Con gli anni le ferite si rimarginano, i ricordi, pur se dolorosi, si affievoliscono e pian piano ci si avvia verso una pacificazione nazionale, che finalmente possa riconciliare coloro che si contrapposero in armi. Arriviamo dunque con un salto in avanti di quasi sessant’anni, al 2001, quando alla Guardia di Finanza viene affidato l’incarico di svolgere degli accertamenti su presunti comportamenti illeciti posti in essere da personale della Sezione Zecca dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. L’indagine, affidata all’allora capitano Domenico Luppino, era caratterizzata da un’ampia delega rilasciata dalla Magistratura al fine di verificare le varie ipotesi di reato. Essendo una indagine atipica, a ritroso nel tempo, che necessariamente richiedeva l’esame di documentazione anche non recente, si decise di iniziare le ricerche proprio dagli archivi della Zecca di Roma. Presso la sede storica della Zecca del Regno d’Italia, che tutti sappiamo trovarsi a Roma, Via Principe Umberto, attraverso l’ordine di esibizione della Procura della Repubblica, vennero visionati materiali e documentazione del nostro passato monetario. All’interno del Magazzino Materiale Creatore, tenuto in estremo disordine, in un angolo stavano ammucchiati alla rinfusa, decine di registri cartacei. Dopo alcuni giorni di attenta lettura, nello sfogliare un vecchio registro, vennero scoperte alcune annotazioni che datavano 1944. Subito si pensò alla storia della monetazione per la Repubblica Sociale Italiana ed effettivamente ci si rese conto che si trattava di note scritte (finalmente!), che riguardavano la consegna di materiali da destinarsi ad Aosta. Ma qual’era il materiale richiesto dai militari della R.S.I.? Dopo quasi sessant’anni dunque, altri militari, stavolta quelli della Guardia di Finanza, nell’esaminare la vecchia documentazione dimenticata in un angolo del Magazzino Materiale di Incisione, rinvennero, all’interno di un vecchio “Registro Materiale”, alla data del 13.04.1944, l’annotazione seguente: · Punzone orig. D2 R1 Cent.10 acmonital; · Matrici D1 R1 “ “ ; · Punzone Riproduttore D1 R1 Cent. 20 acmonital; · Punzone Riproduttore D1 R1 Cent. 50 acmonital; Consegnati al Sig.Martinelli per il trasferimento ad Aosta (vedi verbale del 13.04.1944): · nr.2 punzoni originali Diritto e nr.1 punzone originale Rovescio dei centesimi 10 in acmonital; nr.1 matrice Diritto e nr.1 matrice Rovescio dei centesimi 10 in acmonital; nr.1 punzone riproduttore Diritto e nr.1 punzone riproduttore Rovescio dei centesimi 20 in acmonital; nr.1 punzone riproduttore Diritto e nr.1 punzone riproduttore Rovescio dei centesimi 50 in acmonital; Della consegna sarebbe stato redatto un verbale , il nr.5 del 13.04.1944, non rinvenuto, relativo al trasferimento del materiale ad Aosta. Il Sig.Martinelli potrebbe identificarsi nel Cap.Pietro MARTINELLI, destinato poi a diventare il Questore di Aosta nella Repubblica Sociale Italiana. Nessun altra notizia risultava, anzi, il registro si concludeva bruscamente con un tratto di penna orizzontale, come a voler mettere definitivamente la parola fine ad un periodo travagliato. Per gli investigatori, l’unica cosa ormai da fare era quella di acquisire in copia conforme tutti i registri rinvenuti (ma che fine faranno poi gli originali?), al fine di acquisire agli atti ogni elemento utile per la prosecuzione delle indagini e, perché no, a illuminare un periodo oscuro della nostra storia recente. Nelle figure: Documento relativo ai punzoni e alle matrici destinate alla Zecca di Aosta nell’Aprile del 1944. E così il cerchio pareva chiudersi. Tutto il materiale creatore relativo alla moneta da centesimi 10 in acmonital, e non solo quella, come avremo modo di vedere, era stato effettivamente prelevato per essere trasferito ad Aosta. Evidente ormai che si trattava di manufatti realizzati a Roma, in previsione di una nuova monetazione per Vittorio Emanuele III, prima della caduta del Fascismo. Ci sono però, alcuni punti ancora da chiarire. Ad esempio, quando il Professor Traina afferma che 20 esemplari dei 32 coniati “…s’ignora dove siano finiti…” : non di tutti, ma almeno di quelli che ogni tanto appaiono in aste pubbliche si potrebbe quantomeno tentare di risalire alla provenienza, che non può essere altro che di origine furtiva, essendo state queste monete, teoricamente, di proprietà dell’allora Direzione Generale del Tesoro di Brescia, oppure potrebbero fare parte di quella partita di dieci esemplari che avrebbero dovuto essere deformati al loro rientro a Roma. Forse troppo frettolosamente si è voluto chiudere la vicenda affermando che questi esemplari andarono perduti nel corso delle vicende belliche. Sappiamo però che tutti i pezzi presenti sul mercato appartengono allo Stato Italiano e che dunque la loro commercializzazione appare alquanto discutibile. Del resto, dopo la guerra, tutti gli enti (Banca d’Italia in testa), si sono prodigati per recuperare il maltolto, ma anche in questo caso la numismatica ha fatto la parte della cenerentola e lo Stato Italiano ha omesso, colpevolmente, di interessarsene, consentendo così il commercio d molti esemplari metallici che oggi dovrebbero essere custoditi presso il Museo della Zecca. Altro particolare che dovremmo riconsiderare è quello che riguarda i due esemplari presenti al Museo della Zecca (cartellino nr.175, Zecca di Aosta). La corrente di pensiero prevalente concorda nel ritenere che questi due esemplari siano i superstiti dei 12 tornati a Roma (dieci vennero deformati, ma non esistono verbali in tal senso). Sorge però spontaneo un dubbio: è mai possibile che presso la Zecca di Roma, che possedeva il materiale creatore già prima dell’Aprile del 1944, non siano state effettuate delle battiture della moneta, quanto meno per verificare l’idoneità dei conii e del loro impatto sull’acmonital? Francamente pare impossibile. Probabile dunque, che la zecca abbia effettuato qualche battitura, che potrebbe anche essere stata consegnata agli emissari della RSI che ritirarono, quel 13 aprile del 1944, il materiale creatore. Purtroppo non è più reperibile il verbale nr.5 redatto quel giorno. Sappiamo per certo che l’eventuale consegna di monete non poteva risultare dal registro dal quale sono stati estrapolati i frammenti che testimoniano l’avvenuto ritiro del materiale creatore, perché, tassativamente, in quell’ambiente blindato non potevano e non possono, ancora oggi, essere custodite monete o tondelli vergini o quant’altro. Potrebbe dunque darsi che gli esemplari oggi noti vennero battuti a Roma, consegnati al Capitano Martinelli, a corredo del materiale prelevato, e quindi ritornati a Roma nel dopoguerra, ad eccezione degli esemplari andati perduti. Ma rimaniamo comunque nel campo delle ipotesi. Il Cartellino nr.175 presente al Museo della Zecca, di per sé non sembra sufficiente per poter affermare con certezza che quelle monete vennero effettivamente battute ad Aosta. Chi lo compilò (ma perché nel dopoguerra non si sono interpellate le persone che si occuparono in prima persona della vicenda?), può aver erroneamente inventariato il materiale che stava rientrando appunto dalla cittadina di Aosta. Alberto Santamaria nel suo articolo fa cenno alle notizie fornite di prima mano dal compianto Professor Pietro Giampaoli e dal Tenente Colonnello Lauria, quest’ultimo Direttore della Sezione Zecca di Aosta in quel travagliato periodo, scrivendo che “…ci mostrò anche le copie di alcuni ordinativi passati alla Cogne dalla Zecca di Aosta…”. Viene da chiedersi il perché il Tenente Colonnello Lauria detenesse quel materiale cartaceo (siamo poi sicuri che fossero copie? Stiamo parlando degli anni quaranta del secolo scorso...), oggi andato irrimediabilmente perduto. In figura: lettera del Direttore della Zecca nella quale si conferma la dizione “Zecca di Aosta” nel cartellino identificativo dei due esemplari da centesimi 10 del 1943 in acmonital presenti al Museo della Zecca. Per concludere, desideriamo ricordare che, quando il governo della Repubblica Sociale Italiana, con decreto ministeriale del 01.05.1944 XXII nr.422, a firma del Ministro Pellegrini, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nr.171 del 24 Luglio 1944 ([1]), dispose che la Zecca nazionale aprisse una sezione staccata ad Aosta, presso la Società Nazionale Cogne (dove era stato messo a punto il procedimento per la fabbricazione di acciaio ([2]), per la realizzazione di monete), andò a stabilirsi ad Aosta anche l’incisore capo Pietro Giampaoli, rimanendovi per circa un anno ([3]). In questo tormentato periodo l’artista effettuò studi di coni monetali, incisioni, fusioni, esperimenti con nuove leghe ecc. ([1]) “E’ istituita ad Aosta presso la Società Nazionale Cogne una sezione staccata della Zecca di Roma con il compito di stampaggio di monete da 50 e 20 centesimi del tipo Costituzione Impero per assicurare al Nord Italia i bisogni monetari della popolazione.”. ([2]) Acmonital: lega di ferro, cromo e nichelio. ([3]) L’articolo 3 del DM del 1 maggio 1944 XXII nr.422 precisava che il personale sarebbe stato fornito dalla Società Nazionale Cogne per quanto riguarda gli operai mentre dalla Direzione Generale del Tesoro sarebbero stati inviati ad Aosta tecnici ed incisori.
    4 punti
  2. Ci vuole un bel pò di pratica, questo sito ti può aiutare: Coin catalogue – Numista per le date arabe ti serve questa tabella In rosso la nostra data ed in verde quella islamica. Queste le tue monete prese da quel sito: 10 Milliemes - Egypt – Numista 10 Qirsh - Egypt – Numista Ma non troverai sempre la doppia data, se è presente solo l'islamica ti servirà un convertitore: Calendario islamico (arab.it) In giro per il mondo ci sono pure le date tailandesi, giapponesi, ebraiche, etiopi ecc. ecc. se ne riparlerà quando ne sarai in possesso. Buon divertimento!
    2 punti
  3. Eh, magari... Le foto che presenti sono sfuocate e di difficile lettura, comunque concordo con chi parla di riproduzione. Il peso è veramente eccessivo, secondo il Regio Decreto n° 1916 dell'8 settembre 1927 la tolleranza indicata per il 20 Lire "littore" va da 14,925 a 15,075 (± 75 mg.) per un peso "ufficiale di 15,000 g. Nel millesimo 1928 è acclarato anche qualche piccolo difetto nel perlinatura, ma nella tua moneta - per quello che riesco a vedere - i difetti sono eccessivi. Posto per confronto una moneta auyentica in buona conservazione dove potrai divertirti a cercare altre differenze:
    2 punti
  4. Informo a tutti quanti di aver aperto le danze della Serenissima Buona lettura. Giorni di studio, di discussioni, di considerazione, di dubbi, non è stato facile, ma bisogna farlo. PER NOI E PER I FUTURI AMANTI DELLA SERENISSIMA Fabry.
    2 punti
  5. Cari tutti, In questa calda estate mi sono fatto un regalo con questa moneta statunitense da 2 centesimi del 1869 con finitura proof. Moneta piuttosto rara, si stima che la tiratura sia di circa 600 pezzi, trovo rappresenti una bellissima testimonianza storica di un periodo cruciale nella storia americana. Materiale: Bronzo Peso: 6.22 g Diametro 23.00 mm Incisore: James Barton Longacre
    2 punti
  6. Ciao, è un denario di Domiziano coniato nel 80-81 d.C. sotto il regno del fratello Tito che sostituì poco dopo. Sul rovescio ci sono rappresentanti il Pulvinare ( che era il palco allestito esclusivamente per l'imperatore sulle tribune dei circhi romani per assistere agli eventi) ed un elmo corinzio raffigurato sopra di esso. Posto foto di un mio esemplare ( comparato al tuo) identica tipologia con corretto numero di RIC per la catalogazione 🙂. ANTONIO 18,50 mm 3,20 g RIC 271
    2 punti
  7. Buonasera, qualcuno riesce a identificare questo quadratino di bronzo con quattro cerchi delle dimensioni di circa 1cm di lato, 3mm di spessore e del peso di 3,23 grammi? Online ho visto alcune foto simili che lo classificano come Area Meridionale Peso monetale Periodo Medioevale - AE L'immagine, le dimensioni e il peso sono molto simili se non eguali. Ho visto anche altri pesi monetali bizantini e angioini con forma uguale, ma con pesi e numero di cerchi diversi (con un cerchio , con sette cerchi, con cinque cerchi, tre e due cerchi ,etc. Se possibile avere piu' informazioni su questo tipo di oggetti, anche indicative, in modo da risalire a quali monete corrispondevano e in che periodo. Grazie
    1 punto
  8. Buon pomeriggio, alla prossima "Asta in sala 32" organizzata da Aurora S.P.A. di San Marino in programmazione il 9 ottobre e dal titolo "Ancient, Italian and World Coins, Medals" sarà esitato il Lotto 403 con la seguente descrizione in Catalogo e relative foto: Repubblica Sociale Italiana (1943-1945), 10 Centesimi 1943 Aosta, RRRR Ac 19,5 mm 2,96 g. Furono coniati 32 esemplari di questa moneta sperimentale, di cui 20 inviati alla Direzione Generale del Tesoro di Brescia e 12 restituiti, dopo la guerra, alla Zecca di Roma insieme ai macchinari utilizzati ad Aosta. Di questi ultimi pezzi, 10 furono deformati e 2 consegnati al Museo della Zecca di Roma, dove si trovano tutt'ora con il cartellino di catalogazione originale con la dizione "Zecca di Aosta". FDC Prezzo base: 20.000,00 € https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RSI/2 Nel Catalogo del Forum l'esemplare (R5) è così descritto: Esperimento di monetazione in acciaio svolto presso gli stabilimenti Cogne (Aosta) con materiale creatore prelevato dalla zecca di Roma. A dispetto della coniazione effettuata per conto della Repubblica Sociale Italiana le insegne e la raffigurazione sono le stesse del Regno ivi incluso l'effige del Re. Anche il segno di zecca risulta la R. Furono ritrovati conii con la A come segno di zecca ma di fatto non vennero utilizzati. Dei 32 esemplari che risultano coniati 2 sono presso il museo della zecca e 10 furono deformati. Nel 2014 (Asta 49 Nomisma del 13/05) è stato esitato un esemplare simile, Lotto 2620, incapsulato MS-65 dalla PCGS: https://nomisma.bidinside.com/it/lot/42962/repubblica-sociale-italiana-1943-1945-10-/ così descritto in Catalogo: Repubblica Sociale Italiana (1943-1945) 10 Centesimi 1943 A. XXI - Mont. 358; Gig. 1 (indicato come moneta campione, indicato R/4) AC RRRR La coniazione di queste monete campione fu effettuata nella zecca di Aosta dopo il 26 luglio 1944 con “materiale creatore” preparato a Roma. Questa moneta costituisce un esperimento di monetazione in acciaio che rimase però allo stadio di esperimento tecnico a causa del precipitare degli eventi perciò questa emissione costituisce una importantissima testimonianza di quegli anni tormentati. Di seguito, quanto riportano le "Note tipologia" presente nel Catalogo Gigante https://catalogogigante.it/monete-italiane/repubblica-sociale-italiana/repubblica-sociale-italiana-1943-1945/10-centesimi-scudo-semirotondo-19.4-19.8-mm-2.63-2.92-g-ac/moneta?mpe=6&aal=6-1099-830-0&tip=830-204-0-1501-13&cnu=1756 "Queste monete da 10 centesimi di acmonital, costituiscono una coniazione sperimentale, effettuata nella zecca di Aosta (stabilimenti Cogne) con "materiale creatore" predisposto precedentemente a Roma. I pochi esemplari conosciuti di questa moneta differiscono notevolmente l'uno dall'altro, sia per il peso, che varia da 2,63 a 2,92 grammi, sia per l'aspetto, che delle volte si presenta male impresso ed altre volte meglio impresso ma con superficie quasi spugnosa. Tutti questi pezzi sono fortemente magnetici. Data la scarsità degli altri metalli, in quel periodo impiegati nell'industria bellica, questa moneta costituisce un esperimento di monetazione in acciaio che rimase però allo stadio di esperimento tecnico a causa del precipitare degli eventi bellici. I conî di questa moneta furono preparati per la realizzazione di un progetto per la monetazione di Vittorio Emanuele III per il regno d'Italia; infatti, la data della moneta, l'anno XXI dell'era fascista che terminava il 27 ottobre, dimostra inequivocabilmente che la loro realizzazione avvenne nel periodo antecedente alla caduta del fascismo. Per contro, la Repubblica Sociale Italiana, utilizzando i conî precedentemente preparati, provvide alla realizzazione di questa emissione sperimentale. Quindi, lo studio e la realizzazione dei conî sono attribuibili alla monetazione del regno d'Italia; invece, la realizzazione delle monete è da attribuire alla Repubblica Sociale Italiana. Infatti, dal Registro Materiale del Magazzino Materiale di Incisione della zecca di Roma, risulta che, in data 13 aprile 1944, furono consegnati al capitano Pietro Martinelli (che 20 giorni dopo diventò il questore di Aosta) le matrici ed i punzoni delle monete da 50 centesimi, 20 centesimi e 10 centesimi di acmonital; detto materiale non fu mai reso alla zecca di Roma. In merito a questa moneta da 10 centesimi di acmonital, si è succeduta una controversa letteratura. Il primo a parlarne fu Spaziani-Testa [1952, pp. 49-50], il quale attribuì l'emissione di questa moneta alla Repubblica Sociale Italiana, ipotizzandone la coniazione di 1.000 pezzi, di cui una piccola parte inviata a Brescia e posta in circolazione, mentre la parte rilevante dell'emissione sarebbe stata poi distrutta a Roma. All'articolo citato rispose D'Incerti [1956, pp. 146-148], attribuendo la moneta in oggetto al regno d'Italia ed affermando che ne furono battuti a Roma alcuni esemplari a titolo di saggio, compresi i due conservati presso il Museo della Zecca di Roma, ed altri esemplari ad Aosta, ma sempre sotto il regno d'Italia. Quindi fu la volta di Pagani [1957, p. 58, n. 354], che riprese per intero il pensiero di D'Incerti. A questo punto Hallheimer [1958, pp. 70-74], allineandosi agli ultimi due autori citati, attribuì questa moneta al regno d'Italia, precisando che fu battuta, sia a Roma sia ad Aosta, in 42 esemplari, dei quali 20 inviati a Brescia e 12 a Roma, 10 dei quali deformati e distrutti. A rompere lo schema dominante ci pensò Santamaria [1959, nota dopo il n. 825], il quale attribuì questa moneta sperimentale alla Repubblica Sociale Italiana. A tale contributo, non si fece attendere la risposta di Pagani [1959, pp. 70-74], che ribadì il suo pensiero. Va detto, ad onor di cronaca, che tutto il materiale sin qui indicato, frutto di supposizioni e di "informazioni testimoniali" non precisate, non fu sostenuto da alcuna prova ed è a questo punto che Santamaria [1961, pp. 10-21], forte di prove documentali, può tornare sull'argomento in questione. Infine, è la volta di Simonetti [III, pp. 192, 283, n. 244/1], che ignora il decisivo contributo di Santamaria e, riferendosi al solo Pagani, attribuisce questa moneta sia alla zecca di Roma sia a quella di Aosta, catalogandola, in base alla data ed all'autorità emittente riportate sulla stessa, nella monetazione del regno d'Italia. Tuttavia, come abbiamo poc'anzi evidenziato, è solo grazie a Santamaria che è stato possibile fare chiarezza in merito alla certa attribuzione di questa moneta alla Repubblica Sociale Italiana. Santamaria, dopo avere scritto all'allora direttore della zecca di Roma Pasquale Carbone, in merito all'attività della Sezione staccata della zecca di Aosta nel periodo dal 26 luglio 1944 al 4 giugno 1945, ottenne due lettere di risposta: una datata 18 novembre 1958 e l'altra datata 28 luglio 1960 [v. oltre]. Contenuto della lettera del 18 novembre 1958 [Santamaria 1961, pp. 13-14] Le monete di acmonital da 10 centesimi, datate 1943-XXI e contrassegnate con il marchio della zecca di Roma, furono coniate a titolo di esperimento presso la zecca di Aosta, sembrerebbe in 32 esemplari, di cui 20 (secondo le dichiarazioni verbali dell'incisore capo Pietro Giampaoli) consegnati alla Direzione Generale del Tesoro, allora distaccata a Brescia, e 12 riportati a Roma all'epoca del ritorno dei macchinari e dei materiali della zecca di Aosta. Di questi ultimi pezzi, 10 furono deformati e 2 consegnati al Museo della Zecca di Roma. Tali esperimenti, coniati ad Aosta, furono prodotti con materiale creatore precedentemente allestito a Roma. Nell'aprile del 1944 fu spedito ad Aosta, a mezzo di autotreni, materiale vario per la costituzione di una vera e propria officina monetaria, sia pure di modeste capacità produttive, con personale direttivo, tecnico ed amministrativo. La Sezione Staccata Autonoma della zecca di Aosta fu istituita con DM 422/1944, con il preciso compito di coniare le monete divisionali da 50 centesimi e 20 centesimi. Oltre ai pochi pezzi da 10 centesimi sperimentali, furono coniati ad Aosta, nel periodo dal 26 luglio 1944 al 4 giugno 1946, sempre con materiale creatore allestito precedentemente a Roma, n. 2.053.000 pezzi da 20 centesimi, peraltro non riconoscibili da quelli emessi a Roma per il regno d'Italia, su un totale di 6.000.000 di tondelli preparati dalla Società Cogne per la zecca di Aosta. Furono allestiti in Aosta alcuni conî rovesci recanti, in luogo della lettera r, la lettera a; tuttavia, questi non furono utilizzati per alcuna coniazione di monete. Successivamente, ritornata la zecca a Roma, furono tutti deformati. Contenuto della lettera del 28 luglio 1960 [ibid.] Nel cartellino n. 175 del Museo della Zecca di Roma, riguardante i due esemplari del pezzo sperimentale da 10 centesimi di acmonital, battuti ad Aosta, è riportata la dizione "Zecca di Aosta", che esiste da quando è stato compilato il predetto cartellino che peraltro non è stato mai cambiato. Tuttavia, rimanendo nel campo delle ipotesi, è possibile che la moneta sperimentale da 10 centesimi di acmonital possa essere stata battuta in pochi esemplari anche a Roma, anche se, se così fosse, non si spiega il fatto del perché non furono consegnati, da questa zecca, i consueti due esemplari al Museo della Zecca di Roma e perché, nonostante quella scrupolosa relativa alla zecca di Aosta, manchi la rendicontazione relativa all'eventuale battitura effettuata a Roma. Resta il fatto che occorre giustificare la provenienza dei pochi esemplari di questa moneta apparsi nel mercato, che potrebbero fare parte del contingente di 20 pezzi consegnati, a suo tempo (in base alle dichiarazioni del Giampaoli), alla Direzione del Tesoro di Brescia, ma di cui non esiste alcuna documentazione. Pertanto, sulla base delle fonti disponibili, non possiamo fare altro che attribuire questa emissione sperimentale alla sola zecca di Aosta per conto della Repubblica Sociale Italiana. Come abbiamo visto, nella zecca di Aosta si procedette all'allestimento di alcuni conî del rovescio di nuove monete da 50 centesimi e 20 centesimi con la a di Aosta anziché la r di Roma. Quindi, anche per queste monete fu previsto il dritto recante l'effigie di Vittorio Emanuele III; tuttavia, i conî non furono utilizzati e furono poi deformati a Roma. Non è dato sapere se, oltre ai citati 20 centesimi, furono coniati anche i 50 centesimi, che, peraltro, non sarebbero distinguibili dalle analoghe monete battute per il regno d'Italia."
    1 punto
  9. Buongiorno La moneta in questione l'ho identificata ...ma sarebbe gradito un aiuto per capire se è possibile la data di emissione tra le varie varianti
    1 punto
  10. Sì. Alla prima estrazione la probabilità di estrarre 1 € del 2002 (5/10) o 1 € del 2012 (5/10) è la stessa. Dopo l’estrazione di 1 € del 2002, la probabilità di estrarre una moneta della stessa data (4/9) è inferiore alla probabilità di estrarre 1 € del 2012 (5/9). Dopo l’estrazione di 1 € del 2012, la probabilità di estrarre una moneta della stessa data (4/9) è inferiore alla probabilità di estrarre 1 € del 2002 (5/9). Quindi la probabilità che le due monete siano di date diverse è maggiore della probabilità che siano della stessa data. apollonia
    1 punto
  11. @apollonia ad ogni singola estrazione secondo me la probabilità di pescare la stessa data scende sempre di più fino ad arrivare a 0 dopo la quinta singola estrazione, quindi la prima singola estrazione è 50/50 nella seconda la probabilità scende (di non so quanto) ne deduco che su una doppia pescata ho un po meno probabilità di pescare un unica data rispetto alla doppia pescata con data diversa che dovrebbe mantenere invariata la probabilità dalla prima doppia pescata alla quinta ed ultima doppia pescata ......... c'ho preso?
    1 punto
  12. ci sono dei puntini di verde rame sulla moneta: va trattata perlomeno questo è quello che vedo dalla foto postata in questa discussione
    1 punto
  13. chiama V I: vede ufo RIA! CHI AMA VIVE D'EUFORIA Ciao. Stilicho
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  14. Vengono schifose a quest' ora farò domani. Mi era stato chiesto foto di alcuni punti. Fatte. Moneta completa ora mi viene mossa e scura. Vedrò domani. Intanto grazie
    1 punto
  15. Bronzo di Elagabalo (Tarso, Cilicia) che raffigura al rovescio, a sinistra, una corona demiurgica sopra un altare con ghirlande; a destra, corona ciliarchica decorata con ritratti imperiali (Roma Numismatics Limited, E-Sale 41, lot 522, 02.12.2017). Roman Provincial Elagabalus Æ30 of Tarsos, Cilicia. AD 218-222. Laureate and cuirassed bust right, slight drapery on shoulder / To left, demiourgic crown above garlanded altar; to right, ciliarch crown decorated with imperial portraits and the letters Γ and B. SNG Levante 1078 (same dies); SNG France –. 13.54g, 29mm, 2h. Good Very Fine. Estimate: 75 GBP. Price realized: 260 GBP. apollonia
    1 punto
  16. Qua serve proprio l' unicum mixato col fernet
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  17. Se bevevano!Nella toponomastica cittadina sono molti i riferimenti al vino, come Calle Malvasia, la riva del vin lungo Canal Grande nei pressi di Rialto e l’isola delle Vignole; ma anche chiese, come San Francesco della Vigna. Quanto ne avrebbero acquistato a Malvasia di malvasia con un tornesello coniato a Venezia?!?Meno o più che a Venezia? Meglio la Dorona della Malvasia che a costa anca manco e vien da Masorbo! No non credo si sarebbe offeso per quello, forse sull'osservazione per l'errore compiuto! Ostrega quanti gavemo da bater de sti tornesel! Un mucio! Xe fadiga agra! Una doppia battitura o altri errori ci stanno proprio. Come mi piacciono questi errori! Che ti avvicinano ancora di più all'uomo antico e alla sua quotidianità. Vicinanza che la produzione moderna con le macchine rende invece molto meno diretta...certo altre erano le magagne! Ma il vino certo era meglio dell'acqua 😉
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  18. Dall' immagine non proprio chiara del dritto mi sembra di notare che non ci siano le sigle del mastro di zecca e del mastro di prova dietro la testa del Re, potrebbero trovarsi sotto al taglio del collo ma per il motivo di cui sopra non riesco proprio a vederle... Andando per esclusione eliminerei in primis il tipo con testa a sinistra visto che il tuo 3 cavalli è con testa a destra, inoltre eliminerei anche il tipo con sigle MAL/CI e il tipo con sigle IAF/cI perché queste due tipologie riportano generalmente le sigle dietro la testa del Re,rimane il tipo con sigle GR/VP che può trovarsi sia dietro la testa del Re che sotto al collo,di questa tipologia esistono diverse varianti ma io sarei indeciso tra queste 3:GR/VP sotto al collo,senza sigle ,o con solo GR sotto al collo... Purtroppo data la bassa conservazione e la scarsità delle immagini non so dire di più...
    1 punto
  19. Un' altra occasione persa, ogni tentativo di mostrare intelletto, ragione e cAnoscenza e' vano. Hanno fatto un monumento cartaceo alla mediocre nullità.
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  20. Salve.fals mamelucco del sultano Qa'itbay, zecca di Halab https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=75630
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  21. Un altro esemplare di questa interessante emidracma, passerà a giorni, l' 11 Settembre, in vendita CGN 570 al n. 249 .
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  22. Copia della pagina 186 del volume del Papadopoli citato dalla Casa d'Asta Morale: entrambe le scritte sono autentiche. saluti luciano
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  23. Si e un 3 cavalli coniato a Napoli durante il regno di Filippo II di Spagna ma non riesco a decifrare il dritto,la foto è poco chiara... Magari controllo meglio quando torno a casa... Sempre se non ci pensa prima qualcun'altro...
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  24. Buongiorno....qui sono in alto mare. Dovrebbe sempre essere regno di napoli....ma quale?
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  25. Ciao, è un 3 cavalli del 1631 coniato a Napoli durante il regno di Filippo IV di Spagna 1621-1665...
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  26. Concordo - aggiungendo che i dividendi della numismatica possono essere - se operate buone scelte a monte - di doppia natura : culturali ed economici 😁
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  27. Buongiorno e ben ritrovati, volevo che mi indicaste i motivi per cui la moneta in oggetto è falsa, però prima ci provo io. Dunque prima cosa che mi è saltata all'occhio sono i rilievi che non ci sono e la debolezza di conio in particole sulla scritta Twenty Cent. Altra cosa eclatante è che dovrebbe essere proof. Però potrebbe aver circolato, (anche se non posso immaginare che una moneta proof nata per collezionismo possa circolare) consumato i rilievi e il fondo a specchio essersi deteriorato. Detto questo passiamo ai dati ponderali: - il diametro. Misura 22,4mm dovrebbe essere 22. Però non so che grado di tolleranza utilizzavano all'epoca. - il peso. Massa di 4,56 grammi contro i 5 ufficiali. Anche qui vale il discorso di prima in più ci sarebbe da tenere in considerazione l'usura (come il primo punto, in considerazione del fatto che avrebbe circolato). - il materiale. Pensavo di riconoscere l'argento ad occhio e "orecchio", di solito lo riconosco dal tintinnio, ma questa... si, un po' tintinna come l'argento, ma non così bene. Non è squillante come un quartino, ma non ha neanche quel suono sordo del ferraccio. E poi è anche di dimensioni inferiori, magari "suona" diversa. Va beh su questo punto dovrei fare un test più scientifico. Qual'è quel materiale non ferroso con peso specifico simile all'argento? E se è di argento? Grazie.
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  28. Alboino, assediando Pavia, aveva giurato di uccidere tutti gli abitanti. Mentre entrava nella città conquistata, il suo cavallo si impennò e non volle proseguire a nessun costo. Il re dei Longobardi si convinse che quello era un segno del Cielo, perciò ruppe il giuramento e promise clemenza. Subito il cavallo diventò remissivo ed egli entrò nella città. apollonia
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  29. Apprezzo il suo focus, certamente stimolante ma trovo che vi siano alcune impostazioni di base da rivedere. Partiamo dal concetto piu' semplice: l'azione di una società è un titolo rappresentativo del suo capitale sociale. Un'azienda quotata sarà soggetta allo scambio dei suoi titoli sul mercato che sono contendibili (ovvero la parte di titoli che costituiscono il flottante: i titoli negoziabili sul mercato che non fanno parte delle quote di controllo della società). L'ho presa un po' larga ma solo per arrivare a dire che OGNI società quotata è soggetta alle stesse leggi e regolamentazioni e non si puo' certo discriminare tra investimento e speculazione a seconda se la società sia in utile e gestita bene o in perdita e quindi chi compra i suoi titoli venga visto come uno speculatore . Please .... non si possono fare distinzioni etiche sulle società in base al fatto che vadano o meno bene o - peggio - sull'investitore a seconda se compra titoli di società tripla A oppure di aziende decotte. Al massimo si puo' dire che nel primo caso l'investitore tene a ridurre al minimo il rischio, nel secondo caso ha una propensione al rischio elevata. Sarà la sua analisi (se ne è capace ) che gli dirà se investire o meno in un'azienda attualmente in perdita ma magari con prospettive interessanti (è il mestiere dell'investitore professionista e se è bravo anche di successo - ma non vedo a onor del vero connotazioni negative in questo comportamento bensi solo un rischio maggiore che lui/lei assumono consapevolmente essendo operatori di mestiere). secondo punto: la definizione che riporta di Graham è errata, o meglio, superata. NON puo' esistere infatti un investimento che garantisca la SICUREZZA del capitale. Financo i titoli di Stato di un Paese sono soggetti al merito creditizio di quella nazione e anche nei casi di titoli AAA non vi è una garanzia che il debito sovrano - almeno in teoria - possa venire sempre onorato. Anche la liquidità (contanti, depositi bancari) non sono sicuri al 100% ma soggetti a inflazione e svalutazione oppure al rischio dell'Istituto presso cui vengono detenuti. Quella definizione è obsoleta. ciascuna attività d'investimento comporta - necessariamente - una notazione di RISCHIO che chi investe implicitamente (nel caso della liquidità) o esplicitamente si accolla. terzo punto: basandosi su quanto riporta sopra non puo' inferire che gli orologi sono un investimento sbagliato. Mi perdoni ma è forse lei che ha sbagliato investimento. Se anni fa avesse acquistato dei ROLEX a quest'ora quanto afferma non sarebbe credibile essendosi rivalutati amplissimamente come ogni orologiaio (o collezionista dei medesimi) con un minimo di conoscenza le potrà confermare In sintesi concordo con lei che 'investire' è un'attività rischiosa e che richiede notevoli conoscenze e soprattutto un'attenta valutazione del rischio e che occorre praticarla - soprattutto per i neofiti - magno cum iuicio ma non è giusto condannare a priori un'intero settore (e che settore) dell'economia (la parte finanziaria) o affermare che intere classi di beni vadano escluse dall'essere considerati degli 'investimenti' semplicemente perché - probabilmente basandosi su esperienze personali o comunque circoscritte - non si è avuto successo con i medesimi. Il Mercato stesso contraddice tali supposizioni.
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  30. Da Crotone, un esemplare di triobolo, con al diritto tripode con foglia e lettere ed al rovescio fulmine tra aquila su colonna con capitello ionico e stella . Sarà il 15 Ottobre in vendita Gorny&Mosch 306 al n. 47 .
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  31. Ciao Giovanni Via ... non siamo così "fiscali", è stata una battuta e come tale va considerata! Non facciamo mancare in questa Sezione lo spirito goliardico che c'è. A Venezia avrebbero commentato in maniera ben più sagace. saluti luciano
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  32. Ricambio i cordiali saluti a Vitellio. Ciao Enrico.👋 Ciao. Se le monete sono state vendute da un commerciante o da una Casa d'Aste con sede all'estero, chi effettua i controlli non si aspetta di trovare il Certificato di autenticità e provenienza perchè sa già che non lo troverà, per le ragioni già indicate nel precedente post n. 8. L'autorevolezza del venditore è importante ma, come anche già precisato in precedenza, ci sono stati casi in cui monete vendute da importanti Case d'asta con sede all'estero sono poi state sequestrate una volta arrivate all'acquirente in Italia. Un anonimo nickname intestato a Mr. John Smith o alla ditta "The Cat and the Fox Ltd." che si mettessero a vendere da Londra monete antiche in Italia, unicamente su eBay, senza un curriculum e senza un negozio fisico sottostante, è molto probabile che desterebbero l'attenzione di chi, per lavoro, ha il compito di monitorare questo tipo di aste, molto più di quanto potrebbe accadere se la stessa cosa la facessero delle Case d'asta o dei commercianti esteri strutturati e "istituzionali". M.
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  33. Non concordo. La numismatica e’ passione, studio, approfondimento della conoscenza, ma tali attività possono anche essere applicate - parallelamente / ad una finalità non meramente collezionistica ma d’investimento o anche d’investimento. chi studia bene le monete e compra con cognizione e oculatezza ( ad esempio evitando di comprare monete sopravvalutate congiunturalmente per quello specifico settore) difficilmente - nel tempo / si ritrovera’ con monete di valore inferiore a quanti speso per il loro acquisto. Non c’è nulla di male a meno che la speculazione divenga il lato oreponderante per un acquisto snaturando la passione numismatica se sono appassionato di Ferrari o macchine d’epoca che compro motivato dalla pura passione ma dopo 20 anni quanti ho comprato magari vale 4 volte quanto speso, devo essere contrito e disprezzarmi per la venalità assunta ( anche involontariamente) dal mio acquisto o posso rallegrarmi di aver goduto del mio bene che oltretutto scopro aver acquisito anche un importante valore nel tempo?
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  34. Costanzo II da Cesare. GLORIA EXERCITVS. Probabile zecca AQT - Aquileia. Arka # Slow Numismatics
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  35. Segnalo il Lotto 63 alla prossima asta Nomisma 70 del 31/8/2024: COLLEZIONE A.S. NAPOLI Gioacchino Murat (1808-1815) 20 Lire 1813 con tre ellissi sul bordo - Nomisma 734 AU (g 6,43) RRRR Conservazione eccezionale, uno dei migliori esemplari apparsi sul mercato, sul bordo la scritta DI (stella) (ellisse) PROTEGGE (stella) (ellisse) IL (stella) REGNO (ellisse) (stella), cioè vi sono ben quattro stelle e tre ellissi! Grading/Stato: FDC https://nomisma.bidinside.com/it/lot/629738/collezione-as-napoli-gioacchino-murat-/ Possibile visionare anche il video Purtroppo, sia le foto sia il video non riportano i dettagli del contorno. Saluti.
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  36. Hai saputo male, vale comunque 2 euro
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  37. He must Drink a lot😀 even if someone decides to make a similar strike i dont think he will make it...😃
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  38. Questa invece non è una medaglia di famiglia, ma sempre disegnata da me. La medaglia è stata realizzata per i 50 anni della Pro Loco di Adelfia (BA). Disegnata da me è stata realizzata in 100 pezzi da 42 mm di diametro in ottone spazzolato. Il retro della medaglia per i 50 anni della Pro Loco Adelfia.
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  39. Grazie mille come sempre! Una domanda. Gli annulli di Questa cartolina hanno A Verona A (Ferrovia) e B Venezia B (centro) mi domando se A e B hanno un significato particolare,
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  40. La dicitura "mai apparso sul mercato" per le Vicereali non significa che questo Due Cavalli resterà il solo in eterno. Ho l'impressione che certe "attribuzioni " servano solamente per fare lievitare le offerte.
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  41. Dopo 12 anni 😂😂 Dracma pesante celtica tipo β
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  42. E' uno delle tante (troppe) coniazioni particolari effettuate a nome di Vittorio Emanuele III. Esiste anche la versione in argento senza la scritta (PROVA D'AUTORE), come pure esiste una prova in argento del 100 lire Vetta d'Italia, e una sempre in argento del 100 lire aratrice 1926. Sono praticamente pezzi unici e già questo alimenta più di un sospetto ....
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  43. Vedo ora questa interessante discussione, alla quale mi riservo di dare un piccolo contributo tra qualche giorno
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  44. DE GREGE EPICURI Sarà interessante vedere se la manifestazione di settembre risulterà "cresciuta" ( e quanto) rispetto a maggio, sia come espositori che come pubblico. E' una iniziativa che potrebbe avere un futuro importante.
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  45. Salve condivido immagine di una cartolina di famiglia e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
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