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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/09/24 in tutte le aree
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Tutto dipende come si voglia definire l'espressione 'determinare la gran parte delle attività'. Verissimo che i funzionari restano e i ministri si avvicendano, vero che la realizzazione delle decisioni e degli indirizzi dati venga realizzata dai funzionari tuttavia pensare che i ministri siano delle semplici comparse è profondamente errato. Che ci siano stati ministri comparse in un passato è certamente vero ma non si puo' dire che i ministri recenti abbiano - nel bene e nel male - solo assistito a cose decise da altri. Sia il ministro precedente, Franceschini, sia l'appena dimesso Sangiuliano hanno dato vita a profondi cambiamenti che la struttura - mi perdoni - ha subito (non certo promosso) se si pensi alla rivoluzione della struttura operata da Franceschini su cui si dibatte moltissimo ancora adesso, Sangiuliano, non da meno ha adottato diversi provvedimenti, alcuni realizzati altri promossi, che hanno inciso sulla politica culturale del Paese, si pensi all'abolizione della gratuità museale per i cittadini per alcuni giorni, al ripristino dei diritti d'autore per le foto di beni culturali, alle disposizioni - molto criticate proprio in questi giorni - sulle sovvenzioni per il Cinema. Ovvio che il Ministro dia le direttive e poi siano le strutture ad eseguire resta il fatto che un ministro abbia non poca discrezione nell'indirizzo e nelle direttive date al proprio ministero. Riguardo la rilevanza della gestione Sangiuliano per la numismatica se ha a cuore le vicende numismatiche non le sarebbe probabilmente sfuggito che sotto la sua gestione è stato finalmente ripristinato l'organico dell'Istituto Italiano di Numismatica che era rimasto senza una presidenza (e senza fondi) per lunghissimi anni. Questo istituto è fondamentale per gli studi numismatici e pubblica una rivista, gli Annali, di grande qualità scientifica. Per anni negletto e senza fondi sta ritrovando ora un sostegno istituzionale degno della propria tradizione. Sotto Sangiuliano è stata poi licenziato un parere legale interpretativo fondamentale da parte dell'Ufficio Giuridico del Ministero, riguardo la disciplina che regola il possesso di monete antiche a fini collezionistici. Il parere a firma dell'allora responsabile dell'Ufficio Giuridico, dr. Tarasco (al quale tra parentesi è stata anche affidata, dal ministro, la reggenza dell'Ist Italiano di Numismatica che ha poi portato al suo rinnovamento) è un passo fondamentale verso una regolamentazione piu' equilibrata e rispettosa dell'esercizio dell'attività collezionistica da parte di privati, sia collezionisti che operatori del settore. E' naturalmente un primo passo seppure molto importante che non era stato intrapreso, dopo molte promesse, dai predecessori alla guida del ministero negli anni passati. Che si possa fare di piu' e anche meglio è naturalmente sempre possibile nonché auspicabile - vedremo se e come il nuovo ministro si porrà di fronte alle molte questioni in essere per la disciplina che regola l'antiquariato, la bibliofilia, la numismatica, per restare negli ambiti che interessano il Forum. Intanto qualche piccolo passo è stato fatto e direi nella direzione giusta rispetto al passato di anni di inanità o se non di peggioramento della situazione. Per questo sono convinto che non banalizzare la questione di chi succeda alla guida del ministero non siano proprio 'chiacchiere da bar'..5 punti
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1) Siamo nella sezione Legale e se, come penso, tu conosci il senso di Interpretazione Autentica ( con o senza virgolette) è fuori luogo e deleterio che si spacci anche lontanamente per tale un Parere (autorevole, bello e giusto fin che si vuole), quasi a voler significare una prossimità ad una "Legge" dello Stato ( anche io ho usato le virgolette...ma il senso non cambia) : non ne ha nè la formazione, nè le forme, nè i contenuti, nè la valenza nè la cogenza, nè il senso. Si finisce solo di ingannare con sogni e chimere i lettori. 2) Come dichiarato all'inizio del Parere stesso, esso è fondato sul dato normativo arricchito dalla giurisprudenza che ne " costituisce la viva voce interpretativa delle diposizioni richiamate" con tanto di sentenze anche datata a 20/25 anni prima. Senza volerne sminuir la bellezza e importanza, il Convegno da te citato non è che l'ultimo di altri Convegni consimili, taluni di molti anni addietro, tutti con gli stessi argomenti, già sviluppati appieno e ripresi sia nella Dottrina che nella Giurisprudenza ultraventennale. Puntualmente fornita e consegnata a chi di dovere... Sia ben chiaro : i Convegni come quello da te citato servono comunque e perlomeno a tenere alta la attenzione sul Problema e ben vengano! 3) Non si tratta di muro contro muro con le Istituzioni, tutt'altro, ma non si può nascondere sotto il tappeto il problema negando l'esistenza di Formazioni assolutamente contrarie per principio al Collezionismo Privato e che fino all'ultimo ci hanno provato e ci proveranno ancora con certezza, come le notizie trapelate in merito stanno a dire.3 punti
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Ti ha già risposto Numa Numa: Riguardo la rilevanza della gestione Sangiuliano per la numismatica se ha a cuore le vicende numismatiche non le sarebbe probabilmente sfuggito che sotto la sua gestione è stato finalmente ripristinato l'organico dell'Istituto Italiano di Numismatica che era rimasto senza una presidenza (e senza fondi) per lunghissimi anni. Questo istituto è fondamentale per gli studi numismatici e pubblica una rivista, gli Annali, di grande qualità scientifica. Per anni negletto e senza fondi sta ritrovando ora un sostegno istituzionale degno della propria tradizione. Sotto Sangiuliano è stata poi licenziato un parere legale interpretativo fondamentale da parte dell'Ufficio Giuridico del Ministero, riguardo la disciplina che regola il possesso di monete antiche a fini collezionistici. Il parere a firma dell'allora responsabile dell'Ufficio Giuridico, dr. Tarasco (al quale tra parentesi è stata anche affidata, dal ministro, la reggenza dell'Ist Italiano di Numismatica che ha poi portato al suo rinnovamento) è un passo fondamentale verso una regolamentazione piu' equilibrata e rispettosa dell'esercizio dell'attività collezionistica da parte di privati, sia collezionisti che operatori del settore. E' naturalmente un primo passo seppure molto importante che non era stato intrapreso, dopo molte promesse, dai predecessori alla guida del ministero negli anni passati. Quanto sopra è già molto di più e molto più utile di quanto fatto finora dagli altri reggenti, in decine di anni di tenuta della carica, escluso il periodo Paolucci Fossero questi i problemi dei BBCC ….3 punti
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Buongiorno e Buona Domenica a tutti. Dalla mia Collezione . Piastra 120 Grana Ferdinando II millesimo 1858. Riporto un interessante evento Storico e motivo d'orgoglio per noi del Regno Delle Due Sicilie. 1858 primo tunnel ferroviario italiano a Nocera. La galleria dell'Orco è un traforo ferroviario della ferrovia Cancello-Avellino situato nei pressi di Codola, tra i comuni di Nocera Inferiore e Castel San Giorgio. Inaugurato nel 1858, rappresenta il primo tunnel ferroviario realizzato nel Regno delle due Sicilie. Nell'accezione popolare il termine "orco" si riferirebbe ad Annibale, che sarebbe passato di lì per assediare e conquistare Nuceria nel corso della II guerra punica. La galleria fu realizzata quando l'area era ancora sotto la giurisdizione del Regno delle due Sicilie, durante la reggenza di Ferdinando II. Prende il nome dal cosiddetto Passo dell'Orco, situato lungo la "montagna spaccata". Il passo ha origini romane ed è funzionale al raggiungimento della città di Nuceria Alfaterna, attraverso una diramazione della via Popilia. La denominazione del passo è attribuita alla presenza del campanile dell'orco, un mausoleo di epoca romana (I secolo)presente lungo il tratto viario. Il tunnel fu inaugurato il 31 maggio 1858, dopo circa venti mesi di lavori, alla presenza del vescovo di Nocera Angelo Giuseppe D'Auria, del ministro delle Finanze del Regno e di diverse autorità militari presenti a Nocera. Per l'occasione, la galleria fu rischiarata da cinquemila lumini e alcuni carri furono tirati a mano. L'evento fu in seguito immortalato in una serigrafia del Giornale del Regno delle due Sicilie. Il traforo entrò in funzione il 17 febbraio 1861, dopo la caduta del Regno delle due Sicilie. Servì a collegare la strada ferrata che correva tra Capua e Mercato San Severino. Saluti Alberto3 punti
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Salve ho ritenuto opportuno aprire questa discussione per rendere un servizio agli utenti. ho ritenuto opportuno aprire questa discussione in questa sezione poichè i cataloghi d'aste cartacei vanno ad arricchire le nostre biblioteche di Numismatica. C'è chi se ne disfa per ragioni di spazio e c'è chi è in grado di accoglierli c/o i propri domicili. I cataloghi d'aste sono importanti per imparare le conservazioni, le rarità e le classificazioni. è un peccato darli al macero o gettarli nella differenziata. Logicamente i cataloghi saranno gratuiti ma le spese di spedizione si dovranno pagare al cedente Le spedizioni andranno effettuate mediante Raccomandata in "Pieghi di Libro" fino a 2 kg.di peso per un costo di € 4,70 Se i cataloghi sono molti da spedire si comprerà la spedizione attraverso i portali che si occupano di logistica.Ciò sarà comodo per il cedente poichè il Corriere ritirerà le spedizioni dove il cedente riterrà opportuno e sarà comodo al destinatario perchè potrà avere contezza della reale spesa di spedizione. Grazie odjob2 punti
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Segnalo il Convegno San Marino Numismatica del 16 novembre 2024 con le info2 punti
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Un dollaro per l'Oriente Il Coinage Act del 1873 non aveva solo risvolti negativi come la demonetizzazione, di fatto, dell'argento, prevedeva diverse altre cose, la più interessante, per noi numismatici, l'emissione di una nuova moneta da un dollaro, che avrebbe dovuto facilitare i commerci con l'Estremo Oriente, competendo con le pezzature in argento di uguale modulo di altri paesi. Fu chiamata Trade Dollar. Nelle intenzioni dei legislatori tale dollaro avrebbe dovuto essere utilizzato solo sui mercati asiatici, ma le cose non andarono esattamente così. Di questo però diremo più avanti, ora, come promesso, parliamo della moneta Il Trade Dollar è stato coniato dal 1873 al 1885 nelle Zecche di Philadelphia, San Francisco e Carson City. Ha un diametro di 38,1 mm., come i dollari precedentemente emessi, ma un peso leggermente superiore, 27,22 gr. contro 26,73: questo per facilitarne l'accettazione sui mercati esteri. E' in argento .900. L'autore del disegno è l'allora incisore-capo della Zecca William Barber, padre del più famoso Charles cui si devono buona parte delle monete statunitensi degli ultimi decenni dell'Ottocento. La moneta presenta al dritto una Lady Liberty seduta, ispirata alle raffigurazioni di Roma e dell'Italia dei sesterzi imperiali, sorta di glorificazione di quel simbolismo neo-Romano (della Roma antica) presente su diverse monete americane dell'Ottocento. Interpretato però nei termini concreti del consumismo post-guerra civile. Così viene descritta in un articolo dell'American Journal of Numismatic pubblicato al suo apparire: "Una figura femminile seduta su balle di mercanzia, che tiene nella mano sinistra un cartiglio con la scritta LIBERTY. Alle sue spalle un covone di grano che esprime, con le balle di merce, il carattere commerciale della moneta. La sua mano destra, tesa in avanti, stringe un ramo d'ulivo." Pace e Commercio vengono spediti dagli Stati Uniti oltreoceano, per questo la figura poggia su un plinto erboso, con l'iscrizione IN GOD WE TRUST, posto accanto alle onde. L'aquila al rovescio è un felice compromesso tra la classica aquila araldica e l'uccello in natura. E anche la pletora di titoli, motti e statistiche non sembra fuori posto. Insomma, nel complesso, una bella moneta petronius2 punti
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@numa numa Premesso che sono più di 25 anni che mi interesso attivamente al tema e che mi sono interfacciato con l'ufficio legale in prima o seconda persona varie volte, mi sembra incredibile che tu non sappia dell'esistenza di un gruppo di persone che gravitano intorno al Ministero ( e bada bene che non ho parlato di funzionari preposti alla esportazione/importazione ) che hanno un atteggiamento radicale ed oltranzista nei confronti del collezionismo numismatico. Avrai i tuoi buoni motivi per negarlo, ma ciò non toglie che la cosa sia nota ed evidente. Le persone sono ben conosciute e attive: nella discussione sul nostro Forum (vedi discussione riportata all'inizio del mio post ) relativa al Parere di interpretazione da più di una Forumista sono state definite ben conosciute e Talebane nel loro atteggiamento... che sembra un termine ben più forte di oltranzista ( dal Vocabolario Treccani : oltranzista : che sposa posizioni estremiste, radicale , intransigente, massimalista) E non è forse un atteggiamento radicale voler ravvisare in ogni moneta antica un reperto monetale archeologico che necessita di una dimostrazione stringente della sua provenienza ante 1909? A volerla dire tutta, dovresti sapere che il parere nella prima formulazione fatta da un archeologo di quella parte radicale sposava in pieno la forma più radicale e solo grazie al buonsenso, indipendenza di pensiero e alla intelligenza del Dott. Tarasco ( opportunamente informato) ha permesso la stesura equilibrata della posizione attuale del documento... Ovviamente nel Ministero ( e per fortuna!) ci sono funzionari che ragionano e capiscono come le posizioni oltranziste e radicali sono un forte danno alla cultura come altrettanto è vero che ci sono persone che gravitano nell'ambiente di tutt'altro avviso e che hanno cercato di forzare una decisone negativa e dannosissima al collezionismo, opportunamente sventata. Occorre anche specificare che purtroppo detto Parere scritto dal bravissimo e puntuale Dott. Tarasco, pur interessante, ben costruito e argomentato dal punto di vita legale ( con tanto di sentenze raccolte e passate ) NON è “ un'interpretazione 'autentica' “ come da te asserito, seppur parzialmente; tra virgolette. La interpretazione "autentica" è ben altra cosa! Nella pratica : una nuova legge dello Stato che ha effetto retroattivo a decorrere dal momento in cui è stata emanata la norma che viene chiarita e integrata dal nuovo atto di volontà legislativa, cioè si chiarisce con una nuova legge una legge anteriore). Quindi il Parere è interessante, ben fatto, importante ma purtroppo non ha un vero effetto cogente e sia le eventuali Sentenze che atti della Amministrazione potrebbero discostarsene parecchio.... Non vado oltre, che ci sarebbe molto da dire su quanto le posizioni del convegno ( sempre utile, nessuno lo nega ) ultimo da te citato, in realtà siano molto datate e costruite in giurisprudenza, da alcuni bravi magistrati di cassazione e non solo... cosa che si può ben leggere nel Parere stesso. @bizerba62 Caro Michele, quanto alla tua domanda se per la richiesta dei certificati il collezionista agisca da solo o con intermediario posso dirti che io ho agito in prima persona, ma per i restanti di solito è la Casa d'aste o impiegati della stessa che provvedono, in altri casi su richieste in paesi esteri di documenti similari ci si avvale di intermediari ( anche abbastanza costosi.... Un cordiale saluto a tutti, Enrico2 punti
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Il concetto di rarità è un concetto relativo. E' per questo motivo che nei lavori scientifici non viene indicato. Al suo posto viene usato il numero di esemplari noti, perche è un dato che presenta caratteristiche di oggettività, anche se può sempre essere soggetto a correzioni in caso di nuovi esemplari venuti alla luce. Quindi la rarità è un concetto che interessa soprattutto il mondo del collezionismo. Qui sul forum ci sono varie discussioni sulla rarità e di come attribuirla. Per quel che riguarda la monetazione medievale, a mio avviso, la migliore classificazione della rarità è quella che si basa sulla presenza nelle collezioni. Per esempio: C = presente in tutte le collezioni R = presente in molte collezioni RR = presente in poche collezioni RRR = presente in pochissime collezioni RRRR = manca anche nelle collezioni più importanti RRRRR = unico esemplare conosciuto Ora, se vogliamo tenere un profilo commerciale, potremmo tenere conto se le collezioni sono pubbliche o private, distinguendo così la reperibilità sul mercato. Arka # slow numismatics2 punti
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Vorrei segnalare l'uscita de: La monetazione della Langobardia Major2 punti
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Bisogna stare attenti a chi si frequenta.. sennò si finisce per fotografare cassette postali in giro per il mondo.. e auto spedirsi cartoline. Il declino estetico del francobollo purtroppo è di pari passo con il declino socio culturale un po' dappertutto, .. credo succeda anche nella numismatica.2 punti
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Per un euro ho preso questa moneta della Polinesia francese del 1999, insieme ad altri nominali sapevo di averla in collezione, ma c'era qualcosa che non mi convinceva... Fortunatamente non è una doppia, a casa avevo la stessa del 1967 ma senza IEOM sotto il collo della Liberty questa: ps: Istituto Emittente d'OltreMare (acronimo: IEOM)2 punti
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Possiamo fare anche una piccola aggiunta, a differenza delle precedenti edizioni con la sola mattina, quest’anno sarà una giornata completa, con sessioni mattina e pomeriggio …una full immersion nella nostra comune passione1 punto
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Ciao, dovrebbe trattarsi del Munt 244: D/ stemma poligonale con fogliami, chiavi con cordoni R/ testa del santo a destra, rivolta verso l'alto; nimbo lineare S. PETRVS _ AP Michele1 punto
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Dopo più di 3 anni riprendo questa discussione perchè per colpa VOSTRA brutti antipatici mi sono infognato sull'argomento occhi chiari/ occhi scuri e ho passato ore e ore a guardare centinaia (migliaia!) di banconote! Su 400 combinazioni possibili della serie E sono riuscito a catalogarne 371 !! Ne mancano 29 all'appello anche se su qualcuna sono abbastanza sicuro che si tratti rispettivamente "occhi chiari" o "occhi scuri". Domani posto la mia "manco lista", se qualcuno potesse/volesse aiutarmi a concluderla è un aiuto ben accettato. In un futuro lontano posterò le mie "conclusioni", che altro poi non sono che un ampliamento del lavoro di @Orodicarta ! A presto! Guido1 punto
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Aggiungo, di questa particolare tipologia di tetradrammo, un altro esemplare che sarà a giorni, il 19 Settembre, in vendita CoinCabinet 13 al n. 265 .1 punto
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Ciao Ambidestro : il bordo rossiccio alla base del caduco mi fa pensare piuttosto al Rame o ad una sua lega : tu che ne pensi ? @ambidestro1 punto
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@Prosit Anche io nel mio piccolo ti confermo che anche monete comuni sono falsificate. Anni fa mi sono capitate varie 2 lire quadriglia briosa e 10 lire biga , tutti anni comuni , ma tutti falsi moderni.1 punto
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Molto poco , ma almeno non ostile alla categoria….basta confrontarlo con lo shitstitorm avviato da Ferri e portato avanti a oltranza dalla sua degna erede Pennestrì …. Tra l’ora e l’allora una distanza siderale ….distanza questa sì , figlia del colore politico …e qui la chiudo sennò sarei ipocrita a censurare gli altri e poi comportarmi come loro…1 punto
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Forse sarò smentito, ma a quanto mi risulta non è stato fatto nulla. Ripeto, Palazzo Massimo chiuso dal periodo del COVID è ancora chiuso e, per me, è vergognoso.1 punto
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Questa è quasi una esegesi… tante altre erano solo chiacchiere da bar , e quelle , almeno qui, sarebbe bello non trovarle…. Ce ne sono anche troppe su tutti i social e TG nostrani. Quel che hanno fatto o non hanno fatto , valutiamolo dal punto di vista della numismatica, non del colore dello schieramento politico… l’ imbecillità è trasversale e apartitica … così come l’intelligenza….1 punto
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Dovrebbe essere una moneta della Pisidia ,città di selge. Con Herakles e al rovescio fulmine1 punto
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Moneta antica Grecia, città di Elaia in Aiolis circa 340 a.C. Atena elmata e spiga di grano1 punto
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Solitamente quasi tutte le monete classificate "rare" sono state falsificate negli anni e meritano sempre un minimo di attenzione (proporzionato ovviamente al valore dell'originale). Quelle più famose le conosciamo tutti (i vari scudi...20 lire...etc) magari su quelle meno costose uno si distrae e nemmeno ci pensa. Ed è a quello che il falsario punta. Tra le monete comuni invece la prima che mi viene in mente è il 2 lire 1914 quadriga briosa che in teoria non avrebbe senso falsificare visto che spesso viene scambiato praticamente al solo peso dell'argento (decina di euro scarsi) eppure... Comunque se leggi queste due discussioni che ti indico ti puoi fare già un'idea generale. Oppure se vai sul nostro catalogo e guardi in basso sulla scheda di ogni moneta spesso trovi se sono state segnalate delle falsificazioni. Saluti Simone1 punto
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Salve,penso di averla trovata. E' un denaro di Manfredi zecca di Messina o Manfredonia. Quella che sembra una S in realtà e la prima parte della M gotica. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MNF/151 punto
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Ciao, mi permetto di aggiungere che le monete che hai citato sono fra quelle il cui prezzo risente maggiormente della conservazione. Sono monete generalmente comuni che in bassa conservazione si trovano nelle bacinelle a pochi euro, ma in alta/ottima conservazione hanno valutazioni di tutto rispetto, anche nell'ordine delle centinaia di euro e non sono così semplici da trovare. Ti consiglierei dunque di leggere alcune discussioni per farti l'occhio sulla conservazione e chiedere aiuto qui sul forum, visto che vi sono utenti molto preparati sul regno e in particolare su quelle monete.1 punto
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Vitellio e' nel RIC I. Tuttavia, nella revisione di Sutherland del 1984, questa moneta non e' stata inserita (Curtis Clay scrive "erroneusly omitted").1 punto
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Oggi un'identificazione proposta da un ospite speciale, Numérobis ve la presenta!1 punto
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Mio consiglio, studia i cataloghi d’asta e segui i pezzi che ti interessano sulla base anche del tuo gusto personale, non ti fidare di consigli altrui. E’ tutto soggettivo e soprattutto in numismatica i prezzi da esemplare ad esemplare e da persona a persona possono avere differenze molto significative1 punto
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Passeggiando per le vie del Rastro di Madrid, pensai a questa discussione1 punto
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La nota di Nomos è stupida e piuttosto sorprendente… L'etnico è ovviamente HIMERA come troviamo ΣVRA a Siracusa. L'etnico completo nel genitivo è HIMERAION. In seguito la H scompare. La lettera H con la barra orizzontale inclinata è attestata nelle iscrizioni (cfr. Laurent Dubois “Inscriptions grecques dialectales de Sicile" p.296)1 punto
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Da Hierapolis di Frigia, un esemplare in AE al nome di Valeriano I, con al diritto importante busto laureato e corazzato dell' imperatore ed al rovescio raffigurazione di Serapide, ritto di fronte ad Artemide Efesia accostata da 2 cervi . Sarà a giorni, il 7 Luglio, in vendita Num.Naumann 142 al n. 431 .1 punto
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Buongiorno. Mi permetto di fare due considerazioni, una di carattere generale e una di carattere specifico. In termini generali, credo sia opportuno ricordare che i Ministri sono temporanei per la natura stessa dell'incarico: cambia il Governo, cambia il Ministro. I Funzionari, chi più chi meno, sono presenze costanti negli anni e, pertanto, credo siano loro a determinare la gran parte delle attività e i relativi tempi di esecuzione. Per quanto attiene alla specifica vicenda di Sangiuliano, invece, concordo con l'invito a non fare chiacchiere da bar. Nel post di apertura ho letto che le dimissioni erano un fatto "determinante per noi numismatici" ma, salvo mio errore, non ho poi letto le motivazioni di tale affermazione. Un saluto cordiale e a presto.1 punto
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Se ci saranno aperture ne parleremo…. Parlarne solo dal punto di vista dei vari schieramenti politici fa scadere la questione nelle chiacchiere da bar e nel tifo più becero …. Non è adatto su un sito culturale…1 punto
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Da Alessandria di Egitto, un esemplare di tetradrammo con al diritto busto dell' imperatore Adriano ed al rovescio busto di Vibia Sabina, augusta, sposa di Adriano . Sarà a giorni, il 19 Settembre, in vendita CoinCabinet 13 al n. 267 .1 punto
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Non so se sia vero, ma qualcuno, con una battuta (almeno spero), diceva che il ministero della cultura assomiglia vagamente ad una scuola coranica, pur con tutto il rispetto. Pare che dai dirigenti ai funzionari siano palesemente schierati, non certo a favore di normative più moderne e liberali, anzi... I vari ministri si schierano con loro (franceschini ad esempio), oppure si adeguano in qualche modo...1 punto
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Good day to all of you and Happy weekend. Today we have another coin for study...1 coin, 2 different photos with different light...1 punto
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Mi spiego: sto cercando di compilare una mega-guida / infografica / flowchart per distinguere tutti i tipi di tetradrammi di Atene, da cosa sono caratterizzati e che caratteristiche andare a cercare per individuarli. Ho bisogno di tutto l’aiuto possibile per questa impresa monumentale, quindi ogni informazione è ben accetta! Cosa mi serve? • Immagini di monete delle varie categorie (se mancanti o se le mie sono errate); • Descrizione delle caratteristiche peculiari di ogni categoria (se le ho saltate o se sono errate). Aggiornerò man mano il post con quello che ho, per adesso questa è una rozza cronologia (ignorate le date, quelle non possono essere precisissime). Se avete informazioni aggiuntive o correzioni, o se avete info sulle categorie contrassegnate da punti interrogativi, il vostro contributo sarebbe di enorme aiuto! Prima della civetta: - Wappenmünzen - Quadrato incuso diviso diagonalmente (1º da sinistra) - Testa di pantera in un triangolo del quadrato incuso (2º da sinistra) - La testa della pantera riempie l’intero quadrato (3º da sinistra) CIVETTA: Stile aricaico: - Seltman: - Group H (525/10-515/05) [Ultimo a destra] (Hanno un quadrato completo in un flan schiacciato, come i Wappenmünzen. Esistono 18 dies conosciuti, su 6 la civetta è rivolta a sinistra, su 3 al posto dell’ulivo c’è la luna, su 3 si sono scambiati di posto ulivo e scritta. Siamo in una fase sperimentale, su 18 dies solo 9 hanno le caratteristiche che poi saranno standardizzate. Inizialmente il theta (Θ) ha una croce in mezzo, come nella foto, poi avrà un puntino, e la E ha le asticelle discendenti. Esempio da NAC) - Group L (515/05-500/490) (Il rovescio è ora coerente e non presenta variazioni. (Solo in un caso l'iscrizione e l'ulivo si scambiano di posto). Troviamo solo un ramoscello leggermente più elaborato, ma ci stiamo orientando verso "una bacca e due foglie affiancate". Su 19 dies, il theta ha il punto 13 volte e la croce solo 6 volte. Anche in questo caso l'epsilon presenta per lo più barre diagonali discendenti. Altro esempio). Da ora per tutti i gruppi successivi, theta ha il puntino e la Epsilon ha le asticelle orizzontali e non più inclinate verso il basso. - Group M (500/490-485/82) [????? Ho linkato vari esemplari, ma quali sono le caratteristiche distintive? Da una parte ho trovato: ‘Conio più spesso, testa piccola e ben proporzionata, naso appuntito. Civetta inclinata e di buone proporzioni’] - Group Gi (500/490-485/82) [????? Come sopra. Ho trovato: ‘Moneta spessa con flan piccolo, testa piccola abbastanza ben proporzionata, collo lungo, naso appuntito, labbra sottili. Piccola civetta con testa grande più eretta’] - Group Gii (500/490-485/82) [???? Idem, ho il link ad alcuni esemplari ma non so cosa devo cercare. Ho trovato: ‘Moneta spessa con flan piccolo, testa più grande, lineamenti più accentuati, civetta come nel Gi’] - Group C (482-480) (Le chiama ‘civette ad una gamba’, esempio). (Ho trovato: ‘Flan spesso e piccolo, labbra spesse, occhi grandi, piccola civetta con grande testa eretta’). - Group F (482-480) (L’elmo di Atena ha una serie di borchie tonde, caratteristica unica di questo gruppo. Esempio). (Ho anche trovato: ‘Stile grossolano, labbra spesse, occhi grandi, piccola civetta con grande testa eretta, contorno del theta con cerchietti’). - Group E (480) (Disegni molto rozzi, tanto che Seltman pensava fossero ‘barbari’. Il ramoscello pende verticale dall’angolo, il frutto ha un ramo corto che è chiuso tra le due foglie larghe e pendenti. Il contorno del theta presenta spesso dei cerchietti). Queste caratteristiche le vedremo solo nei primi esemplari successivi, quando Atena avrà la corona di ulivo con 4 foglie, che poi diventeranno 3. A quel punto verrà anche introdotta la caratteristica lunetta calante. La presenza di esemplari con corona di foglie ma senza lunetta fanno pensare che questa sia stata introdotta dopo. Poi avremo vari cambiamenti: le foglie da 4 passano a 3, lo zigzag della cresta scompare, i capelli sulla fronte di Atena diventeranno linee orizzontali anziché linee verticali dritte, la decorazione sull’elmo diventa più grande ed elaborata, l’ulivo dispone le foglie ad angolo nella posizione che conosciamo tutti, le civette diventano più compatte e dritte e non più ‘ad una sola zampa’, la scritta AΘE non segue più i contorni della civetta, ma diventa verticale, i flan diventano più grandi per accomodare tutto il quadrato incuso. Ma vediamo più in dettaglio: Coniazione con Atena che ha foglie di ulivo sull’elmo: Starr: - Starr I - 480-475 / 475-470 (4 foglie di ulivo sull’elmo, nessuna decorazione floreale, civetta come il gruppo precedente ma leggermente inclinata) - Starr II: (3 foglie di ulivo sull’elmo, aggiunta di ornamento floreale. Civetta come il gruppo precedente. Il ramo di ulivo assume la posizione definitiva). - Starr II.A - 475-465 [????] - Starr II.B - 475-465 / 470-465 [????] - Starr II.C - 475-465 / 467-465 [????] - Starr III - 465-460 (L'ornamento floreale forma una voluta, con un'ampia palmetta. La civetta è più inclinata e di proporzioni più belle). - Starr IV - 475-465 (Flan più largo e faccia più allungata. La voluta dell'ornamento floreale è accentuata e la palmetta è più piccola. I capelli, indicati in linee parallele sulla fronte, formano un'onda. Civetta più grande). - Starr V: (I capelli di Atena non sono più ondulati ma dritti. Volto più squadrato. L'ornamento floreale cade dietro l'orecchio. I capelli coprono la fronte in linee parallele senza formare un'onda. Civetta con corpo più ampio e zampe ben visibili. Una linea tratteggiata corre dalla base del becco intorno agli occhi su entrambi i lati). Starr V.A: (Civetta più piccola e meno robusta) - Starr V.A 1 - 460-454 [???] - Starr V.A 2 - 460-454 [???] - Starr V.A 3 - 460-454 [???] Starr V.B: (Civetta più grande e robusta) - Starr V.B 1 - 460-454 [???] - Starr V.B 2 - 460-454 [???] - Starr V.B 3 - 460-454 [???] - Starr V.B 4 - 460-454 [???] - Starr V.B 5 - 460-454 [???] Pi Style: - Classical - 454-404 - Flament Group I - 454-440 (Condivide molte caratteristiche con lo Starr V.B, con la differenza che la piume della coda sono unite (dx) a differenza dello Starr in cui sono separate (sx)) - Early (454) [???] - Late (450) [???] - Flament Group II - 440-420 (Ho trovato: ‘Elmo più coprente. La palmetta si allarga. La civetta è ben proporzionata e gli artigli sono ben visibili. Un globulo al centro della fronte. Le lettere sono allineate verticalmente’). - Flament Group III - 420-405 (Ho trovato: ‘Composizione del dritto più circolare, mento e fronte arretrati. Testa di civetta più sproporzionata’). - Early Transitional - 393-355 [???] - Pi-Style I - 353-352 - Pi-Style II - 353-350 - Pi-Style III - 353-340 - Pi-Style IV - 353-340 - Pi Style V - 350-297 - Quadridigité - 286-262 I vari Pi-Style sono qui. Mass Issue - 454-? [???? Hanno qualche caratteristica particolare o sarebbero i vari Pi-Style etc…?] New Style - 165-164 to 63/62 [Qui si potrebbero fare altre differenziazioni ma non saprei quali] Dato che non ho spazio per inserire le immagini, essendo un utente nuovo, ho postato vari link. Sono un po’ stanco, mi fermo qui Una volta creata una distinzione netta e sicura tra le varie categorie, farò un’infografica enorme con una sorta di guida step-by-step per identificare il vostro tetradramma ‘visivamente’1 punto
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Sono stato assente un poco di tempo, ma ho alcune monete (nuovi arrivi) che voglio far vedere agli appassionati sabaudi. Comincio con questo Reale sardo di Vittorio Amedeo III del 1796. All'acquisto ero incerto se fosse buono o un falso d'epoca, la cosa non è facile con queste monete coniate a Cagliari e di fattura veramente rozza... poi consultando anche altri collezionisti mi è stata considerata buona, non è ovviamente splendida, ma il prezzo era veramente irrisorio... Per ora mi fido dei pareri dei miei amici, ma mi piacerebbe sentirne anche altri. Un poco di storia non fa mai male, quindi aggiungo un paio di notizie. Dopo più di 70 anni che la zecca di Cagliari era inattiva nel 1793 Vittorio Amedeo III decide di riaprirla per far battere delle monete in mistura, i Reali, che saranno le prime ed uniche monete coniate in quella zecca. La scritta al rovescio INIM EI IND CONF che è l'abbreviazione di Inimicos eius induam confusione (metterò confusione fra i suoi nemici) allude alla difesa di Cagliari contro i francesi del Febbraio 1793. Una particolarità di questa moneta è anche la mancanza della lettera I in INIM, si conosce un esemplare del 1795 con una doppia I in quella parola (INIIM) ... chi troppo e chi nulla! 😀1 punto
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Chi avesse avuto la ventura di seguire da vicino la vicenda evocata sopra saprebbe certamente che non vi e' mai stato nessun 'gruppo di oltranzisti' (chissà a quale titolo poi..) bensi solo l'applicazione di una circolare interna del Ministero che regolava la circolazione delle monete da collezione la cui interpretazione da parte dei funzionari preposti è stata ravvisata come assai restrittiva. Questo fatto ha dato adito alla richiesta di un'interpretazione 'autentica' della fattispecie direttamente all'Ufficio Giuridico stesso del Ministero, retto a quell'epoca dal Dr. Tarasco. L'interpretazione dell'Ufficio Giuridico, pubblicata in seguito sul sito del MIC stesso (a sottolinearne l'importanza) ha ripreso e fatti propri dei concetti fondamentali - esplicitati in un importante Convegno presso la Biblioteca del Senato) quali l'evidenziazione della provenienza al 1909 come 'prova diabolica' lesiva dei diritti costituzionali del Cittadino (proprio perché lo si mette in condizioni di non poter provare nella quasi totalità dei casi una provenienza cosi lontana nel tempo) e al tempo stesso la considerazione che il Collezionismo è un'attività assolutamente benefica per la crescita dl patrimonio culturale del Paese in quanto 'tutte' le collezioni pubbliche di monete sono nate da raccolte private donate o acquisite dallo Stato (questa motivazione mi sta particolarmente a cuore essendo stato essendo stato relatore proprio su questo specifico tema). Il parere dell'ufficio Giuridico è un passo assai importante per statuire dei concetti che sono assolutamente certi ed accettati altrove ma per che la normativa che regola la detenzione e il commercio delle monete in Italia. E' un passo, importante, di avvicinamento ad una normativa piu' realistica e sana che rispetti i diritti del Cittadino cosi come la tutela dei beni numismatici. Non vi sono funzionari 'oltranzisti' bensi vi è a volte un'interpretazione eccessivamente restrittiva delle norme che in nome della tutela limita eccessivamente i diritti del cittadino collezionista. Mi permetto infine di dire che non occorre solo modificare le norme, anche se queste dovrebbero essere quantomeno piu' semplici e chiare per non prestarsi a misinterpretazioni come in questo caso, bensi occorre rifarsi alla nostra eredità culturale ove i privati hanno costruito - loro per primi - la scienza numismatica e le prime collezioni che sono divenute il nucleo fondante delle collezioni pubbliche. Avversare il collezionismo significa disconoscere queste origini. Ecco perché l'attuale contrapposizione piu' di natura culturale mentre l'aspetto giuridico è il demiurgo che deve declinare l'originario aspetto culturale in una normativa che rispetti tale ambito e garantisca al tempo stesso lo Stato.1 punto
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Ciao a tutti, vorrei riportare le mie considerazioni sul mercatino/scambio per collezionisti che si è tenuto ai giardini Montanari ed al quale ho partecipato dal 26 al 28 agosto. In generale direi che anche quest'anno vi è stata una buona affluenza sia di collezionisti/visitatori che di commercianti nonostante il generalizzato calo di partecipazione che si registra per questo tipo di eventi. Poco movimentato il lunedì, le giornate di picco sono state le mattine di martedì e mercoledì, già molto attive a partire dalle 8 del mattino. La maggior parte dei commercianti smonta tra le 12:30 e le 13 e dopo le 15 rimangono pochi banchi fino alle 18 circa, periodo durante il quale a mio avviso si riescono a vedere le monete con tranquillità ed è più facile spuntare un buon prezzo. Molto positivo l'aspetto relazionale. In questi giorni si ha l'opportunità di conoscere e dialogare con molti collezionisti, tessere nuovi contatti ed anche imparare qualcosa al di fuori del proprio interesse collezionistico. Alla fine ho inserito nuove monete in raccolta e giudico l esperienza positiva. Eventi di questo tipo dovrebbero essere aumentati in giro per l'Itaia per soddisfare le esigenze dei collezionisti, anche se capisco le tante difficoltà organizzative. La mattina del 29 sono entrato nelle sale del convegno, al Palazzo del Turismo. Ho trovato purtroppo l ambiente molto caotico con troppi banchi e persone in spazi molto ristretti. E un caldo veramente insopportabile. Osservare poi le monete era quasi impossibile in quanto si era continuamente spinti e spostati dalle persone che volevano transitare. Penso che per l organizzazione del convegno ci siano margini per migliorare. Saluti1 punto
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E hanno ragione! Infatti che vale più di quella c'è solo la moneta da 2 euro petronius1 punto
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I Borbone a Mongiana. Ferdinando IV di Borbone, nella seconda metà del 1700, decise di avviare la realizzazione di un complesso siderurgico che avrebbe dato maggiore impulso all’economia calabrese e a quella del Regno di Napoli. Con questo intento, nel 1768, la Regia corte inviò nelle Calabrie l’architetto Mario Gioffredo, detto anche il Vitruvio napoletano, con il compito di trovare un luogo adatto a costruire un nuovo polo siderurgico da affiancare alle Regie Ferriere di Stilo, oramai datate e bisognose di restauri. Il luogo venne individuato in località “Cima”, ricco di acque e boschi, tra i fiumi Ninfo e Allaro. L’acqua dei fiumi avrebbe garantito la forza motrice, mentre i boschi, composti prevalentemente di faggi e abeti, avrebbero assicurato la legna necessaria per la fornitura del carbone occorrente per la messa in funzione dei forni per la fusione del materiale ferroso. Il governo borbonico, per avere anche una ricca riserva di boschi da destinare a uso della nuova fonderia, decise di comprare una vasta estensione di terreno detta “Stagliata Micone” dal principe di Roccella e duca di Bruzzano, già feudatario di Fabrizia. In quest’area l’architetto Mario Gioffredo progettò le Regie Ferriere, la Fabbrica d’Armi e predispose opere idrauliche e di livellamento dei corsi dei due fiumi per poter creare le cadute d’acqua necessarie al funzionamento dei meccanismi: le “trombe idroeoliche” che dovevano alimentare d’aria i processi di fusione, i magli, le ruote idrauliche, ecc.. Intorno al complesso siderurgico si svilupperà un primo nucleo urbano, residenza per operai, artigiani e guarnigioni militari, dal quale prese vita Mongiana. I Borbone si dimostrarono particolarmente attenti allo sviluppo del polo siderurgico calabrese. Prima Carlo III, e in seguito Ferdinando IV, per assicurare la manodopera necessaria, accordarono franchigie alle autorità baronali e diritti d’asilo. Fu inoltre concessa l’esenzione del servizio militare, con l’assegnazione a tutti i “filiati” di appezzamenti di terreno e 40 ducati per la costruzione della baracca dove abitare. Con Carlo III, al fine di approfondire gli studi riguardanti miniere e metallurgia, fu istituita la cattedra di scienze metallurgiche all’Accademia di Napoli e fu bandito, nel 1789, un concorso al fine di selezionare studiosi per una spedizione scientifica da inviare prima a Vienna, poi in Francia e in Inghilterra per studiare i sistemi di fusione e di scavo delle miniere in atto nei vari distretti industriali europei. Al loro rientro a Napoli nel 1799 alcuni di questi studiosi (Melograni, Faicchio, Savaresi e Tondi) furono inviati a Mongiana per migliorare i sistemi di lavoro. Dopo il decennio francese (1806-1815) il congresso di Vienna sancì la restaurazione Borbonica riconoscendo a Ferdinando IV il Regno di Napoli e quello di Sicilia, così Ferdinando IV re di Napoli divenne Ferdinando I Re delle Due Sicilie. Anche Ferdinando I si dimostrò interessato allo sviluppo del polo siderurgico calabrese e, sul finire del 1820, fece stipulare un contratto con i proprietari di imbarcazioni per il trasporto di proiettili prodotti a Mongiana dal deposito di Pizzo a Gaeta. Con l’ascesa al trono di Ferdinando II, nel 1825, si avviò per il Regno delle Due Sicilie un processo evolutivo del tessuto produttivo locale che stimolò governi stranieri e società private a investire nel Regno delle Due Sicilie. In questo contesto si registrò un sensibile aumento della richiesta di prodotti da molte parti del Regno che consentirono i lavori di ampliamento delle Ferriere di Mongiana. Nel 1831 venne completata la nuova fonderia di Stilo e nel 1833 fu inaugurata la “Ferdinandea” alla presenza di Ferdinando II. È questo un periodo florido per le attività degli stabilimenti di Mongiana che, con l’incremento della produzione, innescarono notevoli effetti diretti e indotti all’economia del Regno e alle popolazioni locali. Il governo Borbonico si prodigò a realizzate importanti opere d’ingegneria e venne migliorato e completato l’asse viario Napoli-Reggio che rimase l’unico collegamento tra Calabria, Sicilia e Centro Italia fino alla realizzazione dell’autostrada del Sole nella seconda metà del 1900. Il collegamento viario tra Mongiana e Pizzo nel 1837 e l’inaugurazione nel 1839 del primo tronco ferroviario italiano Napoli-Portici furono realizzazioni infrastrutturali che diedero alle Ferriere di Mongiana impulso alla produzione di diversi tipi di manufatti di cui aveva bisogno l’economia dell’epoca, sia a livello militare sia civile. In questo clima, e grazie anche a nuovi stanziamenti destinati all’ammodernamento delle miniere e degli stabilimenti, si riuscì a migliorare la qualità del prodotto registrando anche un notevole incremento della produzione. Proprio in questi anni, per volontà del governo Borbonico, l’ingegnere Domenico Fortunato Savino ebbe incarico di restaurare gli immobili del polo siderurgico calabrese e di elaborare nuove progettazioni tra cui la Fabbrica d’Armi, gli alloggi militari, la Fonderia, le nuove Officine e le opere infrastrutturali a corredo del complesso siderurgico quali la viabilità, i canali di scolo, i ponti, la Chiesa e il Cimitero. Nel 1852 Ferdinando II fece un viaggio attraversando le Calabrie e il 10 ottobre fece visita alla nuova Fabbrica d’Armi. In questa occasione il Re, al fine di modernizzare il polo siderurgico di Mongiana, diede disposizione affinché si costruissero nuovi e più moderni altoforni. A Mongiana, nel 1851 e nel 1855 si “innalzarono” due altoforni di tipo inglese denominati: ”San Francesco” e “San Ferdinando”. Nello stesso periodo la Fabbrica d’Armi di Mongiana cominciò a produrre fucili completi etichettati come modello “Mongiana”. Da ricordare che nel 1860 il Regno delle Due Sicilie per capacità industriale era seconda solo all’Inghilterra e alla Francia e possedeva il doppio della moneta metallica di tutte le altre regioni del nuovo Regno d’Italia. Dallo stesso anno, però, la produzione industriale del Regno fu quasi del tutto paralizzata a vantaggio dell’industria del Nord Italia. Un saluto Raffaele.1 punto
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Era il 25 luglio 1844 quando all’alba, furono fucilati insieme ad altri sette compagni, i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, figli del barone Francesco, alto ufficiale della marina austriaca, e di Anna Marsich, donna e madre che tanto si prodigò per la salvezza dei suoi amati figli. Attilio era nato nel 1810, mentre Emilio era arrivato 9 anni dopo. Avviati alla carriera militare e formati nell’accademia della Imperiale Regia Marina a Venezia, furono da sempre insofferenti al regime austriaco. Collegati alla Giovane Italia e a Giuseppe Mazzini, i fratelli rivoluzionari, esuli e lontani dal proprio paese, ordirono due progetti di cospirazione: il primo prevedeva l’invasione degli Stati Romani, l’altro le Calabrie. Scartato il primo perchè troppo dispendioso, optarono per il secondo, perché dall’Italia erano giunte notizie che sulle montagne di Cosenza, gli insorti si mantenessero ancora numerosi ed armati, e nel resto del Mezzogiorno serpeggiasse un certo fermento. In realtà i moti di Cosenza erano stati immediatamente soffocati e repressi e tutto era tornato sotto controllo. I rivoltosi, accecati dal giovanile fervore rivoluzionario, decisero di partire comunque per la Calabria. Saliti in 21 a bordo della nave da pesca e trasporto San Spiridione, comandato dal capitano Caputi, salparono dall’isola greca di Corfù e verso la metà di giugno sbarcarono a Crotone, alla foce del fiume Neto. Da qui, notte tempo, si diressero verso la Sila, ma ben presto si accorsero che un loro compagno, Pietro Boccheciampe, si era dileguato con l’obiettivo di denunciare la spedizione alle autorità borboniche e, quindi, di tradirli. Nei giorni successivi, la spedizione fu colpita da diverse azioni repressive, al punto che diversi compagni dei Bandiera persero la vita, mentre altri rimasero feriti. A San Giovanni in Fiore, dodici di essi furono catturati e condotti davanti al corpo di guardia. Il 23 giugno, su cavalli e muli, furono trasferiti a Cosenza, davanti all’intendenza e portati nelle carceri nel maestoso Palazzo Arnone.Il processo fu rapido, l’imputazione principale: cospirazione e attentato all’ordine pubblico. Ad essa si aggiunsero anche le accuse di sbarco furtivo a mano armata nel regno con Bandiera Tricolore, resistenza e attacco alla forza pubblica. Nonché, detenzione e asportazione di carte rivoltose e settarie.Il 16 luglio iniziò il processo, alla fine del quale il Commissario del re li dichiarò colpevoli di lesa maestà e richiese per tutti la pena capitale. Tre di loro ottennero la grazia e tra di essi c’era anche il pittore e scultore Giuseppe Pacchioni, che ritrasse i fratelli Bandiera poco prima di morire. Il 25 luglio del 1844 di buon mattino, si spalancarono le porte delle carceri.giunto il momento dell’esecuzione della sentenza. Il triste corteo si dispose su due file, per raggiungere il Vallone di Rovito. Ad un tratto si alzò un coro di voci, erano i martiri che intonarono, modificando qualche verso, il coro dell’opera “Donna Caritea” del Mercadante: ”Chi per la patria muore vissuto è assai; la fronda dell’allor non langue mai. Piuttosto che languir sotto i Tiranni, è meglio di morir sul fior degli anni”. Arrivati nel vallone di Rovito, nei pressi dell’acquedotto romano, i giovani patrioti si schierarono davanti al plotone d’esecuzione e, dopo aver urlato “Viva L’Italia “, caddero sotto il fuoco dei Borboni. Le salme vennero portate nella vicina chiesa degli Agostiniani. Si racconta che l’abate De Rose collocò all’interno delle bare, una bottiglia contenente un foglio di carta, con tutte le generalità di ciascuno. Ciò rese possibile il riconoscimento, quando fecero l’esumazione. Successivamente, le salme furono trasferite nel duomo di Cosenza e dopo l’unità d’Italia, traslate nei paesi d’origine. I resti di Attilio ed Emilio, il 16 giugno del 1867 furono trasportati a Venezia, accolti dalla madre affranta e disperata e tumulati nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Un saluto a tutti e buona domenica. Raffaele.1 punto
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