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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/14/24 in tutte le aree

  1. Le isole Ryūkyū compongono l'arcipelago meridionale giapponese, da tempi antichi tributario della Cina, annesso al Giappone nel 1879 nonostante la contrarietà della popolazione locale (che preferiva il protettorato cinese). Dall'aprile del 1945 al dicembre del 1950 l'arcipelago fu amministrato dal Governo militare degli Stati Uniti per le isole Ryūkyū (USMGR) [Argomento in dettaglio in questo libro ]. La valuta in uso dal 1945 al luglio del 1948 fu lo A yen (A圓), quella generale emessa per tutti i territori giapponesi occupati dagli USA (compresa quindi anche la Corea, sotto dominio nipponico fino al 1945). I tagli erano 10 sen, 50 sen, 1 yen, 5 yen, 10 yen, 20 yen, e 100 yen. Dal dicembre 1950 al 15 maggio 1972 l'USMGR fu sostituita dall'Amministrazione civile degli Stati Uniti d'America per le isole Ryūkyū (USCAR). In questa nuova amministrazione le valute in uso furono due: dal luglio 1948 al settembre 1958 circolò il B yen, emesso appositamente per le Ryūkyū (stessi tagli dello A yen più il 1000), e dal 1958 alla fine dell'amministrazione il dollaro USA. L'amministrazione statunitense del Giappone terminò nel 1952 e parte dell'arcipelago delle Ryūkyū, per la precisione il gruppo delle isole Amami, fu restituito al Giappone nel 1953. Oltre alla valuta le isole avevano anche francobolli propri (qui sotto uno con valore in yen, uno successivo in centesimi di dollaro e una marca da bollo) e passaporti propri emessi dall'amministrazione. Vista la posizione strategica delle isole, formanti un arco che da Taiwan arriva fino alle principali del Giappone, oggi vi rimangono diverse istallazioni militari USA. La maggiore è la base aerea di Kadena, a Okinawa, una delle principali degli USA nel mondo. Una curiosità per concludere. Circolano già da decenni insistenti voci secondo cui gli USA avrebbero stipulato un accordo segreto col Giappone per poter stoccare bombe atomiche a Kadena: ebbene, quelle voci sono vere e tale accordo esiste dal 1960. Se ne fa cenno in vari documenti TOP SECRET come questo, ma vi consiglio di non parlarne troppo in giro se volete rimanere vivi 😁
    5 punti
  2. Segnalo l'imminente borsa scambio di collezionismo organizzato dall'associazione filatelica e numismatica etnea. Occasione di incontro con i collezionisti e numismatici dell'area siciliana ed etnea in particolare.
    3 punti
  3. DE GREGE EPICURI L'aspetto generale fortemente deteriorato (credo per l'elevata componente di Pb) e soprattutto il peso, 3,52 g. invece che 4,15, mi fanno concludere per un falso d'epoca. Se ne conoscono altri, e qualcuno può postare una foto? Grazie.
    3 punti
  4. Sovraccoperta da Roma a La Canea del 24.3.1916 con 5c verde Leoni , mancante di 2 parti in alto (verosimile frode postale ?) annullo Roma ferrovia del 24.3.16 in basso a sx "Bologna Posta Estera Censura Militare" in cartella . Il francobollo è smozzicato in alto forse per togliere i segni di un annullo che lo colpì parzialmente proprio sul lato superiore..?? ...o forse si ruppe quando lo staccarono dal foglio..?? 🤔 Forse l'impiegato postale se ne accorse ma lascio' perdere, in quanto il destinatario era un importante prelato..?? La sovracoperta era destinata al Vescovo di Candia a la Canea, Creta Grecia, Francesco Seminara, in foto.. Quando la posta racchiude segreti che non scopriremo MAI !
    3 punti
  5. Si nel 2026 Oltre gli interventi specialisti da parte dei migliori esperti mondiali per questa monetazione segnalo l’intervento di Zahi HAWASS, notissimo archeologo egiziano - gia’ ministro della Cultura sotto Mubarak che in Italia e’ molto conosciuto per le partecipazioni alla trasmissione FOCUS di Giacobbo Hawass parlera’ della ricerca in corso delle tombe di Cleopatra e di Marc’Antonio
    3 punti
  6. Una piccola presentazione https://www.gazzettadimantova.it/omnia-mantova-un-tesoro-di-2-184-monete-allarga-palazzo-ducale-1.12437433
    3 punti
  7. Buonasera a tutti. Sperando di non arrecare troppo disturbo, posto l'ultima moneta, aggiunta alla mia collezione, sulla quale mi piacerebbe ricevere un parere sulla conservazione. Grazie ancora a tutti coloro che interverranno.
    2 punti
  8. Un notevole esemplare di statere incuso da Poseidonia, già nella celebre vendita Kunstfreundes ( collezione Gillet ) del 1974, tornerà il prossimo 13 Ottobre in vendita Nomos 34 al n. 11 : all' invidiabile acquirente, 2 importanti libri in omaggio .
    2 punti
  9. La precedente proprietaria della Medaglia mi ha riferito che la Signora Emilia Vittoria era una nobildonna che si occupava di un istituto di beneficenza a Napoli, fu premiata per i ricami che faceva e che insegnava a fare su vari tessuti.
    2 punti
  10. Da: DISAMINA ESEGUITA DAL REALE ISTITUTO D'INCORAGGIAMENTO DE' SAGGI ESPOSTI NELLA SOLENNE MOSTRA INDUSTRIALE DEL 30 MAGGIO 1853. “La Signora Emilia Vittoria ha esibito due cuscini ricamati in lana su canavaccio in seta, e montati su lama di argento, ed orlati di coralli di acciaio.” Il Reale Istituto d’Incoraggiamento, chiamato a pronunziare il suo giudizio su i premi da proporsi a Sua Maestà, in vantaggio dei fabbricanti e manifatturieri che a gara concorsero nella solenne quinquennale mostra, inaugurata il 30 maggio 1853, ripartiva i saggi esposti in cinque classi. La quinta classe era intitolata: “TIPOGRAFIA, CALLIGRAFIA, RICAMI, CUOI, ARTI CERAMICHE, ED OGGETTI DIVERSI”.
    2 punti
  11. Buon fine settimana a tutti. @tornese71, Vittorio come promesso ecco una Medaglia in argento della MOSTRA INDUSTRIALE DEL XXX MAGGIO 1853, diametro 53mm e dal peso di 76,80 grammi. Premio alla Signora EMILIA VITTORIA "Per ricami"
    2 punti
  12. Salve. Come mi ero ripromesso, procedo alla pubblicazione di nuove foto della moneta, pervenutami proprio ieri. Ho verificato attentamente lo stato di conservazione del mio due cavalli, facendo uso, con molta cautela, anche della punta di uno stuzzicadenti. Le piccole macchie presenti, con la massima certezza, non risultano assolutamente farinose. Sono ben compatte, solide e non hanno minimamente intaccato o corroso la superficie della moneta, rispetto alla quale spesso risultano appena appena sporgenti. Spero di essere stato chiaro. Ed adesso non ci resta che aspettare che altri esemplari appaiano sul mercato... Saluti.
    2 punti
  13. Apro una discussione a parte per questo taglio poiché si tratta di una rarità e merita un post tutto suo. Qui di seguito riporto fedelmente la descrizione su questo falso che ho già postato sui miei canali social. ⬇️ Il 100 mila lire Manzoni venne emesso per la prima volta nel 1967, fino a quel momento il valore più alto in circolazione era quello da 10 mila. L’introduzione dei 50 mila Leonardo e 100 mila Manzoni rappresentarono un passo importante, favorito dalla forte inflazione che li aveva resi ormai necessari. Nonostante tutto però, rappresentavano un valore molto importante, sopratutto il taglio da 100. Anche in questo caso i falsari ben presto si misero all’opera realizzando un gran numero di falsi. Questi avvenimenti furono testimoniati già nel 1982 da Gemino Mutti nel suo “Il falso nella cartamoneta italiana”. Ad oggi i falsi da 100 mila Manzoni sono veramente molto difficili da reperire, il Mutti asseriva che all’epoca della loro circolazione ne furono realizzate parecchie copie. Curiosamente invece affermava che i falsi dei 50 mila Leonardo erano meno comuni in circolazione, oggi invece scrutando il mercato paradossalmente sono più comuni da trovare i falsi del Leonardo rispetto al Manzoni, seppur stiamo parlando pur sempre di rarità. Tornando al nostro Manzoni contraffatto, in generale fu realizzato in modo approssimativo, ad un occhio attento già il busto del Manzoni evidenzia differenze stilistiche rispetto al raffinatissimo originale. La filigrana in questo falso è poco visibile e fu realizzata sostanzialmente disegnandola nel retro del biglietto, con una particolare tecnica che veniva già usata ampiamente dai falsari sopratutto nei biglietti degli anni Trenta e Quaranta. In generale, così come asseriva il Mutti, siamo difronte a falsificazioni che potevano con un po’ di attenzione essere riconosciute facilmente dalla popolazione o dagli addetti ai lavori, sicuramente esse, rappresentando un taglio dall’enorme valore, i falsari potevano certamente impegnarsi di più. Ultimo elemento da non sottovalutare, di solito i falsi che si trovano oggi sono timbrati o forati dagli istituti che li riconoscevano falsi, in questo caso no. Ciò vuol dire che il biglietto in questione, nonostante tutto, non venne mai riconosciuto e poté circolare fino alla fine.
    2 punti
  14. Oltre ad incontrare gli amici del CNT ed ascoltare le conferenze, quello della presenza di Hawass è una motivazione in più per essere presente venerdì.
    2 punti
  15. Parere puramente personale... Non mi piace molto questa moneta, penso che non spenderei quei soldi per quel tondello... Troppa usura... troppi colpi... Io aspetterei un esemplare migliore, anche solo un poco, magari spendendo 50 euro in più! Ma ripeto... parere personale.
    2 punti
  16. ho visto che il sassone riporta l'uso di questo recapito autorizzato nel periodo RSI e nel periodo Luogotenenziale come uso tardivo
    2 punti
  17. Grazie come sempre delle indicazioni. Ho visto che la fattura è dell’ottobre 1944. E’ da considerarsi un uso tardivo? C’è modo di essere certi della data? Questo non è un documento di famiglia quindi non ho riferimenti certi.
    2 punti
  18. Salve ho ritenuto opportuno aprire questa discussione per rendere un servizio agli utenti. ho ritenuto opportuno aprire questa discussione in questa sezione poichè i cataloghi d'aste cartacei vanno ad arricchire le nostre biblioteche di Numismatica. C'è chi se ne disfa per ragioni di spazio e c'è chi è in grado di accoglierli c/o i propri domicili. I cataloghi d'aste sono importanti per imparare le conservazioni, le rarità e le classificazioni. è un peccato darli al macero o gettarli nella differenziata. Logicamente i cataloghi saranno gratuiti ma le spese di spedizione si dovranno pagare al cedente Le spedizioni andranno effettuate mediante Raccomandata in "Pieghi di Libro" fino a 2 kg.di peso per un costo di € 4,70 Se i cataloghi sono molti da spedire si comprerà la spedizione attraverso i portali che si occupano di logistica.Ciò sarà comodo per il cedente poichè il Corriere ritirerà le spedizioni dove il cedente riterrà opportuno e sarà comodo al destinatario perchè potrà avere contezza della reale spesa di spedizione. Grazie odjob
    1 punto
  19. Il Martinori riporta che la prima emissione del nominale da un "Fiorino di Camera" avvenne sotto Sisto IV (1471-1484), con la celebre raffigurazione al rovescio di S. Pietro in navicella, al taglio di 100 per libbra e purezza teorica 1000 ‰. Nell'uso comune e nelle tariffe tale Fiorino prese appunto il nome di navicella, e la sua coniazione proseguì fino a Paolo III (1534-1549) per essere poi sostituito, nelle emissioni di Roma, dallo scudo d'oro, a titolo inferiore (916 ‰). Furono coniati anche doppi fiorini, talora particolarmente ricercati per la bellezza di alcuni ritratti papali raffigurati al diritto. Vorrei qui riferirmi ai doppi fiorini di Giulio II (1503-1513): ve ne sono di varia tipologia tutti di rarità elevata, per quanto talora impropriamente differenziata. Forse il meno raro è il MIR 545 (Munt. 4), con ritratto papale (del "Tagliacarne") al diritto e al R/ i SS. Pietro e Andrea in navicella e attorno la legenda NAVIS AETERNAE SALVTIS. MIR 545 (ex Nomos AG 24) Il MIR 547 presenta analoghe impronte ma legenda di R/ SANCTVS PETRVS ALMA ROMA ed il MIR 548 il D/ con immagine pontificale e R/ con solo S. Pietro in navicella e legenda SANCTVS PETRVS ALMA ROMA. MIR 547 (ex NAC 130) ... continua ...
    1 punto
  20. Da queste foto direi un BB+ per entrambe ...non oltre, per me un SPL o quasi è altra cosa (bordi e rilievi più freschi). Mi piace di più il rovescio della prima a sx ma quel taglio sul seno sx la penalizza, diversi colpi anche al dritto.
    1 punto
  21. Bravo @Oppiano! Informazioni analoghe sono disponibili anche in altra fonte: G. M. (i.e. Giacomo Maria) Paci, Della solenne pubblica esposizione di arti e manifatture del 1853. Articolo II, «Annali Civili del Regno delle Due Sicilie», 1854, Vol. L, fasc. XCIX, pp. 33-88. In particolare, a pagina 75 si legge: Lavori della signora Emilia Vittoria Trovammo meritevoli di nota i due cuscini della signora Vittoria ricamati in lana su canovaccio in seta, e montati su lama di argento con orlati di coralli in acciaio Queste medaglie premio nominative sono come finestre temporali che ci permettono di fare luce su storie personali e lavorative di uomini e donne del passato. Io le trovo assolutamente affascinanti e quando, come in questo caso, si abbinano ai documenti che le riguardano, sembra quasi che le si possa rendere ‘vive’ e dare loro un’anima. Grazie a chi le condivide 👏🏻
    1 punto
  22. Grazie a tutti per i pareri espressi. Cerco sempre di imparare e sto ricevendo un grande aiuto dai vostri commenti. A tal proposito, sperando di non fare torto ad alcuno, mi preme fare una doverosa menzione ad @ACERBONI GABRIELLA, @El Chupacabra, @ilnumismatico @Ronak, sempre presenti nel forum ed il cui contributo professionale è davvero istruttivo e molto gradito. Un caro saluto.
    1 punto
  23. A me è arrivato il pacco TNT e non mi è stato chiesto di pagare alcunché
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  24. Ciao, anche se di tipologia molto comune l'asse di Nerone postato da @latinopresenta la dicitura Pontefice Massimo abbreviato PM invece che PMAX come nella quasi totalità delle legende. Ho trovato un esemplare identico che viene catalogato con il RIC 540 come segnalato dall'intervento di @Stilichoma con legenda PM e non PMAX Posto foto per comparazione 🙂. ANTONIO
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  25. Ciao @Stilicho la legenda del link è corretta ma la moneta presenta P MAX anziché PM
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  26. A mio parere Spl+ @Prosit Complimenti.
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  27. Le foto sembrano mettere in rilievo più i difetti che i pregi sottolineando i graffietti presenti nei campi (soprattutto al D/). È, comunque, una bella moneta che, forse con altre foto, si potrebbe confermare attorno allo SPL-FDC (se non un qualcosina in più...). Aggiungo trattarsi di un II conio e riporto qui sotto la "briciola" tratta dal Gazzettino di Quelli del Cordusio del giugno 2019, che riporta le differenze fra i due conii:
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  28. Molto difficile pronunciarsi col "chiaro-scuro " delle foto. Potremmo (visto le foto) star sullo SPL/SPL+ a mio avviso
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  29. 99+99 = 594/3 Buona serata
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  30. Ciao, peccato per la vecchia spatinatura che ha tolto la patina intensa che aveva (sono visibili residui nella parte interna delle lettere della legenda e di alcuni rilievi). Tuttavia moneta piacevole. Variante con legenda che termina prima della barba al dritto
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  31. Grazie per il parere espresso. Ho fatto una foto un pò inclinata perché non riuscivo ad ottenere una foto a fuoco. 👋 Grazie per il parere espresso. 😊
    1 punto
  32. 1 punto
  33. Die altre monete di creso in vendita prossimamente: https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=8374&lot=171 https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=8423&lot=203 Vanno pure segnalate per motivi storici, economici e di origine ? Ora non sono a casa e non posso per questo. devo pensarci se pubblicarli....
    1 punto
  34. Questa è la mia lista di cataloghi d'aste che ho da cedere gratuitamente: Montenegro asta 22 del 22/6/2024 VL Nummus asta e-live 7 del 5-4/11/2017 Bolaffi asta 345 dal 6 al 10/6/2024 Cambi asta 927 del 14-15/5/2024 Kunker asta 404 del 19/3/2024 Kunker asta 402 del 14-15/3/2024 Bolaffi asta 344 del 6-7/12/2023 Ghiglione asta 70 del 12-13/4/2024 Dr Busso Peus asta 437 del 24-25/4/2024 Dr Busso Peus asta 438 del 26/4/2024 Hermes asta 4004 del 30/3/2023 Soler y Llach asta del 22/2/2018 Soler y Llach asta del 2/7/2015 Soler y Llach asta del 30/4/2015 Soler y Llach asta del 25/2/2016 Gorny & Mosch asta 236 del 7/3/2016 Gorny & Mosch asta 237 del 7-8/3/2016 Hess Divo asta 321 del 25-26/10/2012 Hess Divo asta 331 del 1/12/2016 odjob
    1 punto
  35. Nessuno ti prende a pesci in faccia perché "siciliano proveniente da una zona di falsari". Anche perché nel catanese ci vivo pure io e tanti altri e disquisiamo serenamente su questo forum di monete con altri foristi da più di un decennio. Si tratta banalmente di incomprensioni. Su un forum senza potersi vedere in viso le incomprensioni sono banalmente più semplici da generarsi e più difficili da risolversi.
    1 punto
  36. Non comprendi il fascino della monetazione primitiva oltre al puro elemento estetico il cui apprezzamento e’ soggettivo il fascino di una moneta e’ rappresentato anche dalla sua origine e storia gli stateri di Creso sono ricchissimi di storia e importanza economica oltre ad essere dei bellissimi manufatti
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  37. Questo però è un intrallazzo molto interessante dal punto di vista militare guerrafreddista e contemporaneo, perchè le Ryūkyū erano e sono un elemento fondamentale del perimetro difensivo americano del Pacifico, quello che parte dalle isole Aleutine (Alaska) e arriva fino alle Filippine, ideato nei primi anni '50 con la "strategia della catena di isole" per il contenimento dell'Unione Sovietica e i suoi alleati. Il Giappone e le sue Ryūkyū erano e sono tutt'ora fedeli alleati degli USA e fanno da base per le forze armate americane, con le loro organizzate in modo da integrare bene quelle statunitensi. Oggi i giapponesi sono più attivi nella progettazione autonoma degli armamenti e meno timidi nelle tipologie possedute, ad esempio da qualche anno si sono decisi a introdurre in servizio delle portaerei (ricavate dalle loro portaelicotteri modificabili in portaerei con pochi e semplici lavori), cosa che prima si erano sempre rifiutati di fare non ritenendole necessarie (*). Eccoli mentre accolgono gli F-35B (la versione a decollo corto e atterraggio verticale dell'F-35) degli amiconi americani su una delle loro più moderne portaerei, quando facevano le prime prove in attesa della consegna degli F-35 alla marina giapponese: (*) Una vecchia e diffusa leggenda sostiene che non se le facevano perchè gli erano vietate per trattato, cosa assurda visto che per costituzione il Giappone non potrebbe teoricamente nemmeno avere le forze armate stesse.
    1 punto
  38. Ciao, scusa il ritardo... ecco qui il dritto
    1 punto
  39. Sebbene ormai privo di valore legale e non più coniato dal 1878, il Trade dollar non voleva proprio saperne di andare in pensione, e continuò a essere scambiato in qualche modo ancora per un decennio. Dal 1883, le aziende rifiutavano di accettarlo in pagamento, o lo facevano solo con un forte sconto. Milioni di pezzi già coniati rimanevano in circolazione, poiché non c'era modo di convertirli in qualcos'altro, se non per il loro valore intrinseco. Costantemente in calo per tutti gli anni 1870/80. Chi possedeva i dollari, era riluttante ad accettare una perdita del genere, e il governo non era disposto a venir loro incontro riprendendoli indietro al facciale. Vennero presentate diverse proposte di legge per la redenzione dei Trade dollars, ma tutte furono vittime di interessi politici contrastanti. Mentre il dibattito infuriava al Congresso, gli speculatori incominciarono a comprare tutti i dollari che potevano al loro valore intrinseco. Così, quando infine fu approvata una legge per la loro redenzione, nel febbraio 1887, la maggior parte delle monete non era più in circolazione. E gli speculatori realizzarono un grande profitto quando il governo accettò di riprendere indietro, al pieno valore facciale, tutti i dollari che non fossero "deturpati, mutilati o contromarcati". Questa "amnistia" per i Trade dollars aveva una durata di soli sei mesi, durante i quali era possibile presentarli al cambio ricevendo monete frazionali in argento, o dollari di nuovo conio (i Morgan). Il metallo recuperato dalla fusione dei Trade fu poi usato per coniare altre monete in argento petronius
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  40. Si sono proprio i Villafiorita d'Aragona di Palermo.. infatti il palazzo tutt'oggi è in via Garibaldi 44. Tutti questi Garibaldi.. sicuramente coincidenze.
    1 punto
  41. Domani, a Dio piacendo,inizierò a dare l'esempio e posterò dei cataloghi d'aste che ho da cedere a gratisse, come direbbero a Roma Chi mi vuol precedere può farlo senza problemi. ringraziando anticipatamente odjob
    1 punto
  42. Cortesemente: Si può porre questa discussione in evidenza? @CdC Grazie ritengo sia un buon servizio che questo forum dia la possibilità ad altri utenti di acquisire gli utilissimi cataloghi d'aste che altri utenti ,per ragioni di spazio o perchè non sono più interessati alla Numismatica, se ne disfano. odjob
    1 punto
  43. Taglio: 2 euro cc Nazione: Italia Anno: 2024 A Tiratura: 2.969.000 Condizioni: SPL Città: Milano note: NEWS!!!
    1 punto
  44. Dopo la recente discussione sul ripostiglio di Dorchester, vi scrivo oggi di altri due interessanti ripostigli, che forse son tre, ma più probabilmente uno solo! Non preoccupatevi, non sto dando i numeri, mettevi comodi che vi racconto una storia. I primi di Agosto del 1989 i Brian Malin se ne va a spasso per la campagna attorno al villaggio di Chalgrove - a una decina di miglia a sud-est di Oxford - assieme al padre e al fratello Ian. I tre hanno un metal detector per cercare qualche moneta sparsa nel terreno, un hobby di famiglia che quel giorno regalerà loro l'inizio di un'avventura che durerà anni. Nei pressi di Chalgrove Farms (Home Farm) infatti si imbattono in quello che ha l'aria di essere un ritrovamento notevole: un vaso in terracotta con all'interno un considerevole quantitativo di monete! I tre raccolgono il tutto con molta attenzione e il 7 agosto portano vaso e monete all'Ashmolean Museum. Controllando di non aver lasciato nulla nel sito, i tre - lo stesso giorno - si imbattono in un secondo vaso, rotto in cocci, contenente anch'esso molte monete e allargando l'area di ricerca raccolgono un considerevole quantitativo di monete sparse. L'8 agosto si recano nuovamente all'Asmolean Museum per consegnare anche la seconda parte del ritrovamento. Il ripostiglio, che prenderà il nome di Chalgrove I contiene 4145 antoniniani così ripartiti: - 2766 nel primo vaso (Pot A) - 634 nel secondo vaso (Pot B) - 745 pezzi dispersi nel terreno (scatter) che molto probabilmente facevano parte del secondo vaso rinvenuto rotto Il ripostiglio è stato studiato e catalogato tenendo conto di questi tre sottogruppi che però non hanno rilevato sostanziali differenze cronologiche o di composizione tranne una minor presenza di monete di Aureliano nel Pot A e una maggior corrosione delle monete trovate sparse (scatter) per ovvi motivi di minor protezione dagli agenti atmosferici e per contatto diretto con il terreno. La distribuzione delle zecche è quella tipica dei ripostigli britannici del III secolo con una prevalenza dell'85% della zecca di Roma per l'Impero Centrale seguita da Milano con il 7.5% e Siscia con il 3.7%. L'Impero Gallico invece domina con la Mint I (Treviri) con il 69% seguita dalla Mint II (Colonia) con circa il 25,5%. La composizione del ripostiglio rispecchia la composizione standard dei depositi del III secolo terminanti con monete di Probo e chiusi durante gli anni '80 del secolo. Questi ripostigli vedono generalmente una presenza di monete dell'Impero Centrale compresa in un range che va dal 20 al 30% e una presenza di galliche stimata tra il 60 e il 75%. Il Chalgrove I presenta rispettivamente le percentuali del 20.2% e del 60.7% Il ripostiglio termina con emissini a nome di Probo battute a Lione che Bastien data al 278/9 ed è quindi ragionevole pensare alla chiusura del deposito attorno al 280. Nel ripostiglio sono presenti ben 689 imitazioni, circa il 16.6% dell'intero deposito. Di questo gruppo il 78% imita monete ufficiali dell'impero Gallico, l'11.5% monete dell'impero Centrale e la rimanenza tipi incerti. Da sottolineare come il diametro delle imitazioni più piccole si attesti attorno ai 12-13 mm e che questo dato si raccorda con quanto sostenuto da Doyen ovvero che la produzione dei cosiddetti minimi imitativi (7-9 mm) fa il suo exploit a partire dal 282 (cioè dopo la chiusura del nostro ripostiglio. Ed ecco l'assetto del ripostiglio: Impero Centrale Valeriano e Gallieno -- 12 Gallieno e Salonina -- 337 Claudio II -- 364 Divo Claudio -- 67 Quintillo -- 23 Aureliano -- 12 Tacito -- 11 Probo -- 14 Impero Gallico Postumo -- 44 Leliano -- 1 Mario -- 6 Vittorino -- 700 Tetrico I -- 1176 Tetrico II -- 519 Galliche incerte -- 72 Incerte -- 98 Imitative -- 689 Totale 4145 Il racconto potrebbe finire qui e io potrei inserire una serie di monete da presentarvi dicendo che provengono da questo ripostiglio e poi lasciare spazio ai commenti come al solito, ma... la storia non finisce in quell'agosto del 1989! Pass qualche decennio, ma la passione non si affievolisce e il nostro Brian Malin il 7 aprile del 2003 a circa 100 piedi di distanza da dove aveva rinvenuto il ripostiglio di cui abbiamo parlato finora fa un'altra scoperta destinata a cambiare la sua vita e - un po' - anche la storia della numismatica e la storia dell'impero gallico. Mr Malin si imbatte a una profondità di 30-60 cm in un nuovo vaso in terracotta di produzione romana locale (bottega di Oxford) con un diametro alla base di 8,5 cm e alla "pancia" di 20,5 cm per un'altezza superstite di 18,5 cm ricolmo di antoniniani: 4957 per la precisione, legati assieme come fossero un unico blocco. Il nuovo deposito prende il nome di Chalgrove II e viene portato dalle autorità locali al British Museum dove i due conservatori Simon Dove e Abby Dickson iniziano le operazioni di studio, pulizia e conservazione. La singolarità e la sorpresa si avranno non tanto al momento del ritrovamento - sebbene non sia così comune trovare due ripostigli nella medesima zona a distanza di anni - quanto durante le operazioni di distaccamento e pulizia degli antoniniani perchè, con grande stupore, si imbattono in quello che è a oggi il secondo esemplare noto di Domiziano II: La scoperta pone fine ai dubbi che erano stati avanzati circa la bontà del solo esemplare fino ad allora conosciuto che proveniva da un ripostiglio del 1900 trovato a Cleons. I due pezzi condividono la medesima coppia di conii di dritto e di rovescio. Da questo momento dunque la cronologia dei sovrani gallici - con buona pace dei detrattori - inizia ad annoverare ufficialmente un nuovo imperatore che va a inserirsi tra Vittorino e Tetrico I. Il Chalgrove II consta di 1486 monete dell'impero Centrale di cui 165 sono imitazioni costituendo il 30% (o 27% senza imitazioni) dell'intero ripostiglio. Le monete più vecchie sono di Treboniano Gallo e le più recenti di Probo (zecca di Lione) coprendo un range temporale che va dal 251 al 278/9. Anche qui la zecca di Roma domina con il 72% della porzione delle monete centrali seguita all'11% da Milano e al 3.8% da Siscia. Le monete galliche sono 3178 e costituiscono il 72% del deposito. Le imitazioni galliche contano 293 pezzi e rappresentano solo l'8.4% della monetazione dell'impero Gallico. Ed ecco l'assetto del ripostiglio: Impero Centrale Treboniano Gallo -- 2 Valeriano e Gallieno -- 43 Gallieno e Salonina -- 744 (di cui 20 imit.) Claudio II -- 519 (di cui 78 imit.) Divo Claudio -- 102 (di cui 67 imit.) Quintillo -- 51 Aureliano -- 18 Tacito -- 3 Probo -- 4 Impero Gallico Postumo -- 178 (di cui 15 imit.) Leliano -- 5 Mario -- 11 Vittorino -- 1145 (di cui 11 imit.) Domiziano II -- 1 Tetrico I e II -- 2092 (di cui 218 imit.) Incerte -- 39 Totale 4957 La domanda che sorge spontanea e che si sono posti anche gli studiosi è: si tratta allora di un solo ripostiglio oppure siamo di fronte a due depositi distinti? L'analisi dei dati ci offre una possibile e probabile risposta: 1) la dimensione dei due depositi è analoga: 4145 pezzi (Chalgrove I) e 4957 pezzi (Chgalgrove II) 2) l'arco cronologico è pressoché lo stesso ed entrambi i depositi terminano con emissioni di Probo della zecca di Lione databili al 278-9 3) la composizione generale dei due depositi offre una serie di parallelismi di percentuali compositive impressionanti 4) notevole vicinanza 5) i contenitori rinvenuti sono tutti di produzione romana locale della zona di Oxford e risalenti al medesimo periodo 6) entrambi i depositi sono di tipo "saving hoard" cioè di accantonamento di risparmi e riflettono la situazione del circolante al momento della sua sottrazione per costituire il deposito. Cercando le differenze possiamo dire che il Chalgrove I contiene più imitative, meno monete di Postumo e meno monete di Vittorino e può far pensare a un deposito costituito con un occhio maggiore all'accantonamento di esemplari con un maggior contenuto di fino, ma si tratta di valori comunque trscurabili e lontani ad esempio dal caso del Beachy Head hoard dove lì era ben più marcata la differenziazione delle monete sui vari contenitori in base al loro valore intrinseco. Alla luce di questi dati non sembrano esserci molti dubbi sul fatto che il tutto vada visto come un unico deposito interrato in più contenitori e in punti diversi e vicini tra loro dal medesimo proprietario attorno al 280 d.C. Tuttavia, non ho ancora finito... vi ricordate in premessa che davo i numeri? 1-2 o 3? Il 1 marzo del 2013, nell'area in questione è stato trovato un terzo piccolo deposito di soli 10 antoniniani: Postumo -- 1 Vittorino -- 1 Tetrico I -- 5 Imitative -- 3 (di cui una della serie Divo Claudio) E questo Chalgrove III come va considerato? Legato o a parte? Si tratta di pochi esemplari ma ben si raccordano con i ritrovamenti precedenti... chissà! Fine della storia... forse...
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  45. Pietro @@Rex Neap secondo me dobbiamo fermarci con il pubblicizzare queste medaglie premio, se continuiamo così mi sa che da domani in poi dovrò ritenermi fortunato se me le faranno pagare il doppio, diversamente non ne troverò più nemmeno una. :rofl:
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  46. @@Rex Neap Chi cerca trova Ecco qui (fonte compresa) la spiegazione della medaglia concessa da Ferdinando II a Ilarione Petitti. Si scopre, tra l'altro, che già 9 anni prima lo aveva premiato, sempre con medaglia d'oro, per un altro libro. La seconda immagine è tratta dalla pagina 113 Siamo apparentemente fuori tema. Dico "apparentemente" perché mi pare di poter concludere, da quanto sopra, che le medaglie con rovescio liscio furono utilizzate - almeno sotto Ferdinando II - anche per premi che non avevano a che fare né con le belle arti né con le manifatture.
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