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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/06/24 in tutte le aree
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Nizza Cavalleria; l'aspirante medico Meschini Armando riceve, in zona di guerra, uno scritto datato 31 agosto 1916. È molto probabile, leggendo la cartolina, che chi scrive sia il suo papà, anche perché a un certo punto scrive "sappiamo che hai ricevuto il pacco. Tutto bene?!" E chi poteva mandare un pacco in zona di guerra se non i genitori del cavaliere Armando? Rodolfo, questo il nome del papà, che poi scrive del secondo figlio Flavio che (quasi certamente era anche lui al fronte) si lamenta per le grandi fatiche e per dei "furti ricevuti". Ecco spiegato quel "Tutto bene?!" La lettera finisce "Ti prego volermi rispondere presto e ti bacio con affetto". Una frase che rivela tutta la sua preoccupazione per i giorni a venire nell'attesa di ricevere la prossima lettera. In attesa di altre notizie comprese quelle di ordine postali, auguro una buona serata a tutti.3 punti
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Ciao a tutti, visto che, contrariamente a quanto dichiarato qualche tempo fa, sono ancora impantanato nella meravigliosa palude della monetazione del periodo repubblicano, ho il piacere di condividere con voi un paio di regali anticipati che mi sono fatto come di consueto per compleanno + Natale. Si tratta di due denari che ho decido di inserire in un unico post visto i soggetti che rappresentano, li presenterò in ordine cronologico. Il primo è un denario della Gens Tituria raffigurante Tito Tazio, il re dei Sabini poi divenuto Re "dimenticato" di Roma visto che non viene mai considerato nella lista dei "7" (con lui 8 ) Re e convenzionalmente a quanto ho capito (anche se il calcio non è una mia passione…) l'ottavo Re di Roma è considerato Totti…🤨 Come molti personaggi di quel periodo è avvolto nella leggenda, sarebbe vissuto durante alcuni episodi molto famosi della storia della Fondazione di Roma, il ratto delle sabine e la vicenda della povera (o no?) Tarpeia e, a seguito delle stesse, avrebbe governato per 5 anni dal 750 al 745 a.C. insieme a Romolo. I due episodi di cui sopra sono raffigurati entrambi nei denari della Gens Tituria i cui membri si ritenevano discendenti dei Sabini (da qui anche il ritratto di Tito Tazio al dritto chiaramente), in questo post vedrete quello di Tarpeia perché non possiedo ancora quello del ratto delle Sabine (lo trovate ovunque in rete se siete curiosi). Come dicevo al rovescio è raffigurata Tarpeia nei momenti finali della sua vita mentre i soldati Sabini la seppelliscono con i loro scudi, del mito in questione vi sono almeno due interpretazioni. La prima è a favore della buona fede della fanciulla che tentò di ingannare i Sabini chiedendo loro, in cambio dell'apertura delle porte di Roma, "quello che avevano al braccio sinistro", così i soldati le avrebbero dato i loro scudi (che portavano appunto al braccio sinistro) e sarebbero stati indifesi di fronte ai romani. La seconda è a favore dell'avidità della fanciulla perché sembra che essa in realtà volesse i bracciali d'oro dei Sabini e non gli scudi. L'epilogo finale in ogni caso non è mai favorevole alla fanciulla (😞)perché in entrambe le versioni i soldati le danno comunque i loro scudi e lei finisce sepolta dagli stessi, considerando che la Gens Tituria la celebra in una moneta sarei più propenso a credere alla prima versione, nel forum comunque ci sono delle discussioni molto interessanti sulla questione se volete approfondire. Di seguito il denario in questione, inutile dire che lo adoro: L. Titurius Sabinus, Denario, Roma, 89 a.C., Crawford 344/2b 4.00g X 18mm, Argento D/ SABIN; testa di Tito Tazio; davanti, un ramo di palma. R/ L TITVRI; Tarpeia con due soldati; in alto, un crescente con una stella. Il secondo denario è della Gens Memmia, raffigura al dritto il Dio Quirino e al rovescio Cerere, il dritto della moneta è il motivo per cui ho deciso di mettere insieme i due personaggi in un unico post, la divinità in questione, nella leggenda della Fondazione di Roma sarà identificata con Romolo. Il Dio Quirino sembra fosse in origine una divinità Sabina infatti pare che lo stesso Tito Tazio avesse edificato un piccolo tempio in onore del Dio sul Campidoglio. Mi piaceva l'idea di mettere i primi due Re di Roma uno accanto all'altro, è anche il motivo per cui ho aggiunto insieme le due monete alla collezione 😊 Non scrivo altro visto che comunque sul forum ci sono discussioni più autorevoli delle mie su questi argomenti, vi presento quindi anche il secondo denario, adoro anche questo ovviamente, il ritratto in particolare mi fa veramente impazzire: C. Memmius C.f., Denario, Roma, 56 a.C., Crawford 427/2 4.00g X 20mm, Argento D/ QVIRINVS/C MEMMMI C F; testa di Quirino. R/ MEMMIVS AED CERIALIA PREIMUS FECIT; Cerere con torcia e spighe di grano; davanti, un serpente. Grazie a tutti per l'attenzione, Matteo3 punti
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Io, con altri collezionisti del Circolo Astengo di Genova, abbiamo portato i nostri genovini e i nostri grossi, tra cui questo, alla dott.ssa Monica Baldassarri che, con un professore di Pisa che aveva messo a disposizione uno strumento specifico, hanno analizzato con metodo non distruttivo le nostre monete per uno studio che sarà pubblicato prossimamente.2 punti
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Per quanto riguarda la scrittura incrociata o cross writing e' una vecchia pratica nata quando la carta e la posta avevano un costo elevato in periodo pre-filatelico..si tratta di scrivere una lettera e poi girarla di 90 gradi e scrivere nel senso opposto. L'obiettivo era di risparmiare denaro sulle spese postali riducendo il numero di fogli, infatti anticamente prima dell' entrata in vigore dell' UPU (Unione Postale Universale), le amministrazioni postali tassavano la posta a secondo il numero dei fogli, ecco quindi il motivo di ridurne la quantità, senza contare poi che la carta non era alla portata di tutti ed anch'essa aveva un costo elevato. Questa pratica poi è continuata nel tempo non solo per il risparmio, ma probabilmente anche per criptare un po' gli scritti, infatti di fronte ad una scrittura incrociata si tende a desistere di leggerla e ci si sente anche un po' infastiditi. Postalmente non commento la cartolina simile a molte altre di cui abbiamo approfondito, ma non per questo la reputo minore, anzi rientra appieno secondo il mio umile parere in quel materiale irripetibile ed ingiustamente poco considerato ma che merita appieno di entrare nelle nostre collezioni. Intanto la coppia dei 5c Leoni ha una tonalità di verde tutta sua, questo a volte puo' dipendere dalla conservazione o da tirature con tonalità di colore diverso, ed inoltre la centratura e' superiore alla media di questa serie. Dietro questi due francobolli esiste uno studio specializzato che non immaginiamo, dal plattaggio del francobollo ad innumerevoli meravigliose varianti che potrebbero dare soddisfazioni e molto divertimento. Bel materiale sotto tutti gli aspetti, trovarne con la scrittura incrociata non è poi proprio facile.2 punti
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Buongiorno a tutti. Non me ne voglia @rufis che mi aveva "rimproverato" (😊) circa la monotonia dei miei interventi in questa discussione ma dopo aver visto la riedizione delle 10 lire in oro non riesco a trattenermi. Non c'è davvero limite al peggio, già a partire dalla presenza del doppio valore ("10" come Lire e "50 euro"). Lasciamo poi perdere l'originalità dell'idea che consiste nel riproporre su tondello aureo una moneta dei tempi che furono (devono aver studiato parecchio su questo progetto😁). Tondello destinato a valere l'intrinseco dell'oro e nulla più... Un saluto cordiale a tutti.2 punti
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Ci siamo quasi… qualche info finale per la location e l’indirizzo, Sala Duomo primo piano. Iniziamo alle 9 precise perché la carne al fuoco e’ veramente tanta, buona Milano Numismatica !2 punti
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In attesa di essere distribuito gratuitamente, vi posto l'indice del Gazzettino di Quelli del Cordusio n°11 augurandomi di fare cosa gradita:1 punto
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Buonasera a tutti Non condivido una monetina da parecchio tempo 😅 Questo giorgino si va ad aggiungere in collezione a fianco del 26 che già avevo....son monete di piccolo taglio in mistura e complicate da trovare con bei rilievi, figuriamoci con l'argentatura. Questa appena vista mi ha fulminato. Una freschezza così l'ho trovata poche volte. Sono molto soddisfatto. Cosa ne pensate? Un saluto a tutti.1 punto
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Ciao a tutti! Come dice già il titolo, oggi non presento una moneta esteriormente piacevole ma una con una bella storia da raccontare. Questa serie del 1923 è composta da tre pezzi da 50/100/500 milioni, compatibili con i valori esagerati di quell'epoca di drammatica inflazione. Un lato riporta l'evento collegato all'emissione: l'occupazione francese e belga della regione della Ruhr dopo la prima guerra mondiale (cosa che hai tedeschi non è proprio andata giù...) In effetti, più che un Notgeld classico, queste monete venivano cedute (vendute) a chi faceva un offerta che serviva a sostenere la lotta in quella regione, vengono anche descritte come medaglie. "Sacrificio del popolo tedesco Ruhr e Reno 1923" e con un po' di fantasia si intravedono le fiamme a) di una torcia b) che avvolgono un giovane (al centro con le mani alzate) bisognerebbe chiedere all'autore Georg Kolbe GK, a DX dell'immagine , le descrizioni non sono concordanti. in ogni caso il fuoco si riallaccia alla figura dell'altro lato, quella di Prometeo incatenato la cui raffigurazione simboleggia l'occupazione della Ruhr da parte della Francia, alla quale la popolazione tedesca reagì con una resistenza passiva. a mangiargli il fegato non è la classica aquila (troppo elegante per impersonificare un occupante) ma un ben più becero avvoltoio (chiedo venia a Jo Condor) Il bordo riporta le lettere N O T G E L D ✩ Peso 12,8 g / Diametro 33 mm / Spessore 2,1 mm La mia la ho presa per pochi euro in quanto venduta come "ossidata" e mi sono stupito che di veramente belle ce ne sono poche in giro, la qualità di produzione sembra lasci molto a desiderare, decisamente inferiore rispetto anche alle medaglie di quell' epoca di stenti. Auf wiedersehen! Njk ========= Per saperne di più https://en.numista.com/catalogue/pieces267889.html https://it.wikipedia.org/wiki/Occupazione_della_Ruhr https://it.wikipedia.org/wiki/Prometeo#La_punizione_di_Prometeo_e_degli_uomini1 punto
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DE GREGE EPICURI Concordo sul radiato gallico, direi imitativo. Se imiti una SALUS, non saprei.1 punto
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Molto interessante, presenta una strana corrosione per essere ottone, almeno per quel che recita Numista, molto probabilmente sarà colpa del materiale con cui è stata rivestita. Hai ragione, è bella dentro, molto dentro1 punto
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Buonasera @lamanna921 Michele, osservando meglio la zona si riesce ad intravedere la prima battitura.1 punto
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BUONASERA, CONCORDO APPIENO QUANTO DETTO DA ROCCO. SALUTI MICHELE.1 punto
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Stupenda! E' tua? Riconoscibilissima ,impossibile sbagliare, i tre pendagli in tutta la monetazione imperiale romana li ha solo lei.. pensate, una donna con più pendagli di ogni altro uomo 😅 !1 punto
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Ancora oggi importante testo di riferimento per le emissioni e di difficile reperibilità.1 punto
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Moneta molto degradata. Potrebbe essere qualcosa di simile: Online Coins of the Roman Empire: RIC VII Siscia 163 Ciao. Stilicho1 punto
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Ciao Releo... Mi sembra sia il risultato di una doppia battitura.1 punto
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Con questo rovescio possono essere soltanto Galla Placidia o Valentiniano III, ma mi sento di escludere categoricamente Valentiniano III..1 punto
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Salve, dovrebbe essere Isacco II con la Vergine seduta in un verso e Isacco con la lorica nell altro.1 punto
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Ciao @gpittini L'unica contromarca elencata per questa rara zecca di Lidia è di forma circolare e rappresenta Artemide di Efeso. Su questa tua moneta si vede una corona con due nastri (?) che circonda il motivo principale. Non l’ho mai vista, sarebbe interessante proporla a Michel Amandry. Potresti scattare foto rigorosamente frontalmente e su sfondo bianco di entrambi i lati?1 punto
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Una lavatina con semplice acqua giusto per non sporcarsi le mani durante la classificazione va bene, l'importante che è seguita da un'accurata asciugatura senza strofinarle. Bel ritrovamento! sarei poi curioso di vedere il gruppetto di monete che non sia ne Regno d'Italia e ne Repubblica, a prima vista saranno poche.1 punto
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troppo aiutino!!! https://en.numista.com/catalogue/pieces84403.html Ciao @Oppiano! Qui si hanno gli occhi aguzzi, anzi così tanto, che @nikita_ - con le sue monete impossibili - è il nostro aguzzino! njk1 punto
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Ti ringrazio, sei stato bravissimo! Riguardando la moneta, confrontandola nei vari siti come wildwinds, numismatics.org, ecc., ho proprio l'impressione che abbia identificato la moneta. Saluti, Gianfranco1 punto
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Salve Provo a dare il mio consiglio. Le monete sembrano il classico accumulo da "cassetto del nonno". In questi gruzzoli si trovano solitamente tante monete di basso valore facciale del Regno perché si tratta di monete che per il loro basso valore non conveniva più cambiare dopo la guerra e quindi sono rimaste accumulate in molte case. Inizi a dividere il gruzzolo in due macro gruppi. Regno d'Italia e Repubblica (e un terzo per tutto quello che non è nessuno dei due). Poi proceda a dividere le monete per tipologia accomunando quelle uguali tra loro. In seguito per ogni tipologia ne censisca rapidamente gli anni di conio annotandoli su un foglio di carta. A questo punto può facilmente verificare con il catalogo online (https://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-86) se c'è qualche anno raro (e quindi interessante) tra le tipologie che ha individuato (molto comuni in questi casi sono: 5 centesimi spiga, 5 centesimi impero, 10 centesimi Ape, 10 centesimi impero, 20 centesimi esagono, 20 centesimi libertà librata, 20 centesimi impero). Sono tutte monete estremamente comuni che senza l'anno raro o la conservazione eccezionale non valgono praticamente nulla...1 punto
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Nel senso latino di "monstrum", immagino 😅. E sottoscrivo! Ciao. Stilicho1 punto
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Ciao Diciamo andrebbe vista meglio,perchè ci sono svariate ossidazioni innoque,ma quella del.cancro del bronzo è una rogna. Hai anche quelle in alluminio percui dovresti far caso anche a quello. Non voglio andare off topic,ma se usi il tasto cerca sul forum,troverai svariate discussioni condite da immagini che ti daranno capire in merito. Poi comunque se passi lo stuzzicadenti e sfarina allora è lui.1 punto
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Ciao Beh, 5 / 6000 monete! Avoja a passarti il tempo! Poi posta qualcosa, peró ti conviene fare una bella scrematura e selezione, almeno per tipologia e periodo. Tipo, regno d' Italia, Repubblica, mondiali pre euro, stati pre unitari ecc. Sarebbe bello capire pian piano cosa hai Che poi potrebbe esser che sta qualcosa anche di interessante. Occhio a questi grandi mucchi per la questione cancro del bronzo (verde azzurrino). Di solito c' è sempre la mela "marcia" nei grandi mucchioni. Andrebbero sempre isolate (e se uno ha tempo....guarite )1 punto
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Salve, segnalo : The Coins of the Republic of China and its Provinces - Volume I Alberto D’Andrea La monetazione della Repubblica di Cina, emessa tra il 1912 e il 1949, è affrontata in due volumi, dove il primo esamina le emissioni delle varie Province, mentre il secondo analizza le emissioni del Governo Centrale, delle Repubbliche Sovietiche Cinesi e dell'occupazione giapponese. Le Province che coniarono furono Chekiang, Fukien, Honan, Hupeh, Kansu, Kiangsi, Kwangtung, Kweichow, la Manciuria, Shansi, Shensi, Sikang, Sinkiang (in questa furono istituite la Repubblica Islamica del Turkestan Orientale e la Repubblica dell'Uighuristan), Suiyuan, Szechuan e Yunnan. 160 pagine a colori, formato foglio A4 € 40,00 https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.edizionidandrea.com/&ved=2ahUKEwjgqM3Q-sSJAxXnlP0HHfWGA0cQFnoECB0QAQ&usg=AOvVaw1rZx26Hvtxi2vmuYN3LTiz1 punto
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La S del rovescio può aiutare.... Penso sia Roma: in esergo forse R S; quella che sembra una Q potrebbe essere la parte superiore di una S. Tipo questa? Bibliothèque de monnaies romaines Ciao. Stilicho Anche lo stile, forse, ci starebbe... @Anto63 Per favore, metti diametro e peso (dati indispensabili per identificare ogni moneta)1 punto
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Mentre ancora si parla del numero di ottobre, già è preannunciato quello di novembre. Questo il sommario: Roberto Diegi, Grotte e caverne abitate dall’uomo – p. 3 Vladimiro Pirani, Paolo IV. Giuli con San Paolo per la zecca di Ancona – p. 7 Mario Veronesi, Piacenza: il sesino con data 1792. Storia di una moneta mai emessa – p. 11 Giovanni B. Vigna, Michele Chimienti, Guglielmo Cassanelli, Renzo Bruni, Bologna Sabauda. Dal Governo delle Romagne al Regno d’Italia. Chiusura della Zecca (1859-1862) – p. 15 Jakub Jan Groborz, Banconote false: guida pratica per scoprire le contraffazioni – p. 51 Pietro Luigi Garavelli e Alessandro Vanni, Le spille del Lions Clubs International (Lci) – p. 55 Alberto Castellotti, Tre gemme della Collezione Papadopoli Aldobrandini – p. 57 Recensioni – p. 60 Notizie dal mondo numismatico – p. 61 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 63 Per parte mia segnalo l'articolo conclusivo degli Annali della Zecca di Bologna sul periodo tardo-Risorgimentale e del Regno d'Italia, con la chiusura della zecca stessa, ufficialmente il 31 dicembre 1861, nella realtà dei fatti oltre un anno dopo (periodo in cui si continuò la coniazione della "palanca" e cioè della moneta da 5 centesimi). E' un contesto travagliato e straordinariamente interessante, che documenti e nuove notizie sulla monetazione contribuiscono a chiarire.1 punto
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È molto bella, anche secondo me hai fatto bene a prenderla.1 punto
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MONETA IN ORO TIPO/SERIE ARATRICE Prefazione In questo articolo, ti parlerò del tipo di moneta in oro chiamato Aratrice, partendo dai primi progetti dell'anno 1903 fino ad arrivare alle serie per numismatici 1926-1927, tutti gli avvenimenti riportati sono in ordine cronologico. Nella parte finale troverai i link ai cataloghi, i realizzi delle aste aggiornati al 2024, qualche esemplare in materiale strano e qualche falso. Come poi capirai con la lettura , la serie Aratrice ha quattro papà : il Cav Johnson titolare della ditta johnson medaglie Milano, che ha dato il via alla nuovo modo di concepire le monete soprattutto da un punto di vista artistico, il Re, che insediatosi il 29 luglio 1900 ha subito capito che la zecca versava in pessime condizioni, e lo stile delle attuali monete era ormai superato, Egidio Boninsegna autore di tutti i modelli e il Ministro del Tesoro che concesse in via eccezionale, viste le carenza della zecca di Roma, di usare gli stabilimenti Johnson in Milano come succursale ufficiale, per la realizzazione dei primi progetti. La triste contingenza della morte di Speranza nel 1903 , incisore capo che reggeva da solo con le sue abilità la zecca, ma di vedute molto antiche e non compatibili (lui e il Re, litigarono alla presa fotografica per i tipi monetali aquila araldica) con la voglia di rinnovamento dei tipi monetali del Re, aprì il via ad un forte cambiamento. N.B. Se non si aprono i link con la scritta "qui" , fai click col tasto destro del mouse e premi "apri link in un altra scheda" CAPITOLO 1 -LA GENESI- Nella primavera del 1902 , la Società Italiana per l’arte bandì un concorso intitolato “Modelli per conii della nuova monetazione italiana” dove valorosi artisti erano chiamati a proporre e produrre nuovi modelli per le future monete. Boninsegna , fu uno dei due concorrenti del concorso che vinse il primo premio, e che in passato si formò presso lo stabilimento Johnson di Milano, ed ebbe la fortuna di vedere i suoi modelli su carta trasformati in monete reali grazie allo stabilimento Johnson. Lo stabilimento Johnson di Federico johnson a Milano, all'epoca primo in Italia per la fabbricazione di monete e medaglie, si occupò della effettiva coniazione , grazie al capo incisore della ditta johnson -Cappuccio-, maestro del bulino quasi alla pari di Speranza, e successivamente solo per i tipi in bronzo da 2 centesimi si pensò ad una coniazione in larga scala così da poterli regalare in “elegante astuccio” al Re, a tutti i Ministri, a tutti i Senatori, e alle alte cariche dello stato. Come già detto in altre occasioni Federico Johnson ambiva a diventare una succursale ufficiale della zecca di Roma, visti i suoi moderni macchinari e lo stato di incuria in cui versava la zecca di Roma nei primi del 900, prima della riforma, e finalmente ci riuscì, infatti per realizzare le monete da regalare fu autorizzato proprio dal Ministero del Tesoro Bisogna sottolineare che il concorso non era ufficiale ed è rimasto una semplice “prova di stile” per far vedere il talento degli artisti e soprattutto la capacità produttiva e realizzativa dello Stabilimento Johnson. Quindi riassumendo, nello stabilimento Johnson, sono stati coniati in semplice copia tutti i modelli vincitori del concorso , e successivamente inseriti dal RE nel Corpus nummorum, ma in larga scala solo la moneta in bronzo da 2 centesimi. Di seguito l’immagine della moneta da 100 lire 1903 progetto Johnson QUI Di seguito l’immagine della moneta da 20 lire 1903 progetto Johnson QUI Come si può notare dalle immagini l’esecuzione tecnica è abbastanza buona, ma come problema principale ci sono i rilievi troppo bassi e le figure del rovescio non esprimono movimento. L’iniziativa del Cav. Johnson ha mostrato che si può modificare i tipi attuali (aquila araldica) di moneta, ritenuti statici e di ispirazione tedesca, ma bisogna ripensare e riorganizzare tutto l’ordinamento della zecca oltre che comprare nuovi macchinari. In seguito a questo incipit, il Re si adoperò in tale direzione e nei successivi anni proclamò la Reale commissione monetaria, cambiò la sede della zecca, incaricò un nuovo direttore e comprò nuovi e moderni macchinari e riorganizzò tutte le procedure interne. Nella seduta del 8 maggio 1906 la neonata commissione stabilì che si dovevano rinnovare tutti i tipi monetali partendo dall’oro, e assegno questo metallo (tramite sorteggio) a Boninsegna artista che si era già distinto con i progetti Johnson. Tra gli 11 punti che la commissione aveva imposto agli artisti si trovano le indicazioni delle figure del Dritto e del Rovescio DRITTO: dovrà contenere l’effige del Re con la testa o la parte del busto a piacimento dell’artista e la legenda VITTORIO EMANUELE III RE D’ITALIA ROVESCIO: dovrà essere rappresentata una personificazione dell’Italia con anno e valore del taglio Nella seduta del 31 dicembre 1906 furono presentati alla commissione i bronzi dei modelli per le monete in oro . Il Boninsegna presentò tre modelli per il dritto e quattro per il rovescio. Visti i precedenti ,le fusioni di gesso dei modelli in bronzo e le riduzioni in acciaio furono eseguite sempre nello stabilimento Johnson di Milano Con i coni e matrici derivate dalle riduzioni in acciaio si ottennero dei pezzi di prova (CORPUS 16-17-18-19-23) Grazie a questa serie di migliorie a partire dal 1910-1911 l’Italia iniziò a coniare le monete più belle del mondo. ecco i modelli Boninsegna Di seguito il 100 lire quadriga 1906 QUI Di seguito il 100 lire Italia seduta 1906 QUI Di seguito il 50 lire donna con aratro 1906 QUI Di seguito il 20 lire ape 1906 QUI Di seguito il 20 lire donna turrita e buoi 1906i QUI Nei primi mesi del 1907 i modelli , nello stabilimento Johnson, vennere ridotti in acciao alle dimensioni delle monete normali, per poi ricavarne delle PROVE. Ecco le immagini delle monete 100 lire aratrice 1907 (oro-metallo dorato-argento-stagno) QUI 100 lire aratrice 1907 seconda prova (differenze sulla mano) QUI 50 LIRE donna sdraiata 1907 QUI 20 lire aratrice 1907 QUI Per qualche strano motivo che con le mie ricerche attuali non sono riuscito a capire, non esiste la moneta definita “aratrice” da 50 lire del 1907, ma come risulta evidente dalla tavola VIII N°1 de” progetti e le prove del regno dìItalia” la moneta presenta il rovescio “Italia seduta” QUI come nei tipi del 100 lire progetto 1906, mentre esiste una lamina datata 1906 con la figura “aratrice” QUI. Da notare che il Lanfranco nel suo libro poi ripreso da Rassegna Numismatica sbaglia la descrizione di detta moneta con la dicitura solita “come la precedente” riferendosi alla 100 lire modello “aratrice” ma allegando la foto del modello “Italia seduta”, fatto veramente strano. Nelle sedute comprese tra il 24 giugno e il 7 luglio 1907, vengono esaminati i campioni dei progetti datati 1907 (vedi sopra) . Per quanto riguarda i progetti in oro presentati dal Boninsegna viene scelto il tipo “Italia Aratrice” per il rovescio e per il dritto il ritratto del Re in uniforme per le monete da 100 e 50 lire, mentre per il taglio da 20 e 10 lire , la testa col collo nudo. Anche il Bollettino di numismatica 1907 A.V-n°5 ne dà notizia, complimentandosi col “giovane artista Boninsegna" e terminando con “la nuova moneta sarà presto coniata”. Nonostante la scelta del soggetto Aratrice del rovescio fu accettata, furono proposte all’artista numerose modifiche al soggetto da parte della commissione. Forse perchè il Boninsegna ancora giovane e arrendevole non tenne il punto sulle sue creazioni , fu quello che subì più cambiamenti rispetto al modello originale, ma fu anche quello tra tutti gli artisti dei vari metalli, che alla fine consegnò un lavoro artisticamente più pregevole. Il 17 luglio 1908 infatti, il Presidente della commissione nonché ministro del Tesoro Carcano, e il Prof. Trentacoste danno mandato al Prof. Boninsegna di rimodellare il tipo della moneta in oro. Nel 1908 compare una misteriosa prova in bronzo coniata dal Boninsegna in Milano di conio ancora diverso rispetto alle precedenti 100 LIRE ARATRICE qui I punzoni della moneta modificata secondo disposizioni furono terminati a fine 1909 CAPITOLO 2- ARATRICE 1910 La PROVA in oro venne presentata il 18 gennaio 1910 e anche su questa la commissione ebbe qualcosa a dire. Nella seduta del 18 maggio 1910 la CTAM presieduta da Salandra e dopo il decreto del 5 maggio 1910 , con i punzoni definitivi del taglio da lire 100 furono effettuate due PROVE UFFICIALI datate 1910 una in oro e una in metallo dorato (bronzo) QUI che rappresentano i modelli/tipo definitivi. Nella stessa seduta alcuni membri della CTAM non si dichiararono soddisfatti ma ormai i giochi erano fatti e dopo varie discussioni desistettero dal muovere ulteriori critiche. Le due PROVE 1910 sono state ottenute da due coni diversi come si evince osservando la parola PROVA e anche i rilievi sono più marcati nel tipo in oro, che poi a tutti gli effetti sarà quello definitivo. Con il millesimo 1910 esistono anche due monete da lire 20 e 10 che non presentano la parola PROVA . 20 LIRE 1910 QUI 10 LIRE 1910 QUI Nello stesso periodo con le matrici portanti data 1910 furono coniate monete da 10-20-50-100 lire ma a parte i due esemplari/tipo sopra da 10-20 lire tutte le altre migliaia di monete furono rifuse per un incongruenza col titolo dell’oro (titolo sotto la tolleranza). Secondo D’Incerti Il Re ne volle 6 esemplari col taglio da lire 20 per conservarli nella sua raccolta , e in effetti è il taglio che appare più spesso ancora oggi. Secondo il Lanfranco i tipi 1910 per un errore di impostazione del pantografo, fatto dall'incisore capo, presentano una cornice molto larga sproporzionata rispetto al diametro. Di questo errore ne dà notizia anche Panorama Numismatico” nell’articolo di Luigi Franzoni “Le monete inedite di VE III” , vedi sotto: • Progetto da Lire 20, 1910, aratrice. Presente nella bacheca n. 17 del Museo della Zecca. Diametro 21 mm e peso 6,45 gr., coniato in oro, è registrato al n. 21/3372 e al n. 1532/Reg. 2 d’inventario. Tale progetto si differenzia dalla moneta ufficiale per l’orlatura più spessa e più alta. È stato fotografato nel Pagani (nell’edizione 1959 a p. 64 e nell’edizione 1980 a p. 41) ritenuto, per errore, la moneta ufficiale. • Progetto da Lire 10, 1910, aratrice. Presente nella bacheca n. 17 del Museo della Zecca. Diametro 19 mm e peso 3,22 gr., coniato in oro, è registrato al n. 22/3373 e al n. 1533/Reg. 2 d’inventario. Anche questa moneta, come la precedente, presenta l’orlo più spesso e più alto. Secondo il Carboneri 1915 le monete con millesimo 1910 sono state normalmente coniate in quantità elevate ( migliaia di pezzi per millesimo ) ma venne ordinata la rifusione di tutti i pezzi per , come già detto, un titolo superiore alla tolleranza. Ne “Il bollettino di numismatica e di arte della medaglia” 1903-1918 di Serafino Ricci 1911 A.IX -N° 3 a firma -La direzione- se ne dà notizia in questo breve articolo. “Un milione di monete d'oro da rifondere. ‐ A proposito delle nuove coniazioni di monete d'oro si parla di un errore che costerebbe all'erario la somma di circa 30.000 lire. Si racconta che sarebbe stato coniato un milione di nuove monete d'oro da dieci, da cinquanta e da cento lire ma che l'ufficio di verifica avrebbe trovato che esse non contenevano quella quantità d'oro puro voluto dalla legge per il titolo delle monete d'oro. La Zecca avrebbe quindi dovuto rifondere le monete, aggiungervi altro oro e procedere ad una nuova coniazione.” Sempre secondo il Carboneri furono conservati un esemplare per millesimo tranne il 20 lire del quale furono conservati 6 esemplari per richiesta del Re VEIII. Gli esemplari da lire 50 e 100 non sono arrivati a noi, il Re andando in esilio nel 1946, donò allo stato Italiano le monete della sua collezione ma tutte quelle delle zecche di casa Savoia le conservò con sé. Questo tesoretto poi passò al figlio nel 1947 alla morte di VEIII , e furono portate in Portogallo Secondo vico D’Incerti 1956 che ha potuto esaminare in Roma alcuni documenti risultano le schede (non le monete di casa Savoia perchè erano in Portogallo )anche delle monete datate 1910 da lire 100 e 50 e lire 10 con rispettivi dati ponderali, con un piccolo refuso dove il Re ha scritto su una scheda lire 20 invece di lire 10. CAPITOLO 3 - ARATRICE 1912 Dobbiamo attendere due ulteriori anni e finalmente vide la luce nel 1912 l’aratrice UFFICIALE preceduta da una sola PROVA quella del 20 lire QUI Esistono alcuni esemplari datati 1912 che a causa di una piccola differenza del titolo possono tendere al colore rosso. Sono spesso erroneamente definite nelle descrizioni delle aste con “oro rosso” e da un punto di vista commerciale sono maggiormente prezzate essendo più rare. Nell’anno 1926 e 1927 per tutti i tagli dell’ arartrice in oro, sono stati coniati esemplari per numismatici . Per l’anno 1926 40 pezzi per ogni taglio, e siccome erano stati molti gli invenduti (Vico D’Incerti 1956) nell’anno successivo 1927 si scese a 30 esemplari per ogni taglio. 10 lire 1926-1927 QUI 20 lire 1925-1927 QUI 50 lire 1926-1927 QUI 100 lire 1926-1927 QUI Dopo l’anno 1927 e fino al 1931, ad eccezione del campione moneta Elmetto in oro 1928 ,non furono più coniate monete in oro, in attesa dei nuovi provvedimenti sulla stabilizzazione della lira, in attesa delle nuove caratteristiche. La successiva moneta in oro del 1931 da 100 lire, ad esempio passò da 32,25 gr dell ’ arartrice a 8,8 gr del 100 lire Italia su Prora. CAPITOLO 4 -LINK VARI decreto ARATRICE n° 258 5 maggio 1910 SERIE COMPLETA 1926 QUI realizzi aste 2024 TUTTI I TAGLI QUI ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 10 lire 10 LIRE ARATRICE CATALOGO LAMONETA QUI 10 LIRE ARATRICE CATALOGO GIGANTE QUI raro esemplare 1910- moneta normale- da 10 lire QUI 10 LIRE Impronta in piombo QUI 10 LIRE nessuna prova * segnalati esemplari in oro rosso 10 LIRE 1926 ASTA MAISON PALUMBO N° 4 10 LIRE 1926 FDC QUI REALIZZI ASTE 1912 -esemplare platino 700 USD Stack's Bowers Galleries (& Ponterio) - August 2024 Global Showcase Auction, Lot 46903 -10 LIRE 1912 MS63+ 5.500 -1926 18.000 QUI ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 20 lire 20 LIRE 1912 PROVA CATALOGO GIGANTE R4 20 LIRE 1912 ARATRICE PROVA QUI 20 LIRE CATALOGO GIGANTE QUI 20 LIRE CATALOGO LAMONETA QUI 20 lire PROGETTO JOHNSON QUI 20 LIRE 1910 QUI REALIZZI EBAY 20 LIRE SPL non periziato 1300 (proposta d’acquisto) periziato PERRONE qFDC 1281 euro REALIZZI ASTE 1912 -MS64 1.800 USD -SPL-SPL+ 1.100 -qFDC 1.000 -Lievi segni da contatto altrimenti FDC 1.000 -fdc EX VARESI 51/1607 1.700 -FDC bazzoni 1.400 -FDC nomisma 1078 1.700 -unc 1.100 -qFDC 1250 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 50 lire 50 lire catalogo GIGANTE QUI 50 LIRE catalogo LAMONETA QUI 50 lire 1912 QUI moneta normale 50 lire 1912 impronta in piombo QUI 50 lire 1912 asta bolaffi QUI 50 LIRE FALSO 1912 QUI 50 LIRE 1912 esemplare SPL-FDC segnetti 50 lire 1912 qFDC QUI 50 LIRE 1912 esemplare SPL+ e esemplare FDC? POST #17 QUI 50 LIRE 1912 MS64 MS65 post #34 QUI 50 LIRE 1912 alta conservazione QUI REALIZZI EBAY MS62 3.200 euro (proposta d’acquisto)- REALIZZI ASTE 1912 -MS63 2.000 USD ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 100 lire 100 LIRE PROVA 1910 metallo dorato E ORO QUI prova 1910 ARGENTO E BRONZO QUI 100 LIRE PROVA QUI PROVA IN RAME 1910 QUI 100 LIRE 1912 PROVA IN PIOMBO QUI 100 LIRE 1912 32,23-32,25 gr 4.946 tiratura QUI 100 LIRE 1912 CATALOGO LAMONETA QUI 100 LIRE 1912 SPL-FDC QUI ALCUNI ESEMPLARI QUI QUI REALIZZI ASTE 1912 - MS64 SIMA ASTA N°1 uno dei 3 esemplari migliori al mondo 14.000 (maggio 2023) -SPL 4.200 -MS65 26.000 Bolaffi Spa - Auction 45, Lot 1592 -MS62 5.500 a cosa servono le prove in piombo post #3 QUI FALSO BRUTTO QUI FALSO in argento 21 grammi 1910 FALSO QUI 1912 FALSO Post #19 QUI 1926 RICONIO QUI 1926 GETTONE DA GIOCO IN ALLUMINIO QUI 1926 ARGENTO QUI POST #5QUI 1927 esemplari in platino post #40 QUI Chi era Egidio Boninsegna? (articolo e biografia di CRONACA NUMISMATICA QUI)*approfondimento* FONTI Rassegna numismatica di Furio Lenzi Fondazione Vico D'incerti qui gli articoli Forum e catalogo Lamoneta Bollettino di numismatica Cronaca Numismatica Panorama Numismatico1 punto
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Mi associo volentieri e quoto in toto @Scudo1901, anche perché viene citato un lotto ora nella mia raccolta.1 punto
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I miei talleri. Le prime 2 foto non sono un granché perché la luce non era adeguata. Le monete son meglio di come appaiono. 1595, 1595, 1601, 1603 1604, 1605, 1606, 1608 1609, 1611, 1615, 1616 1618, 1619 (variante senza croce di S. Stefano), 1619 (con baffi, data piccola), 1620 senza data 1603 (variante con corona di altro tipo), 1612, 1615 1617, 1621, senza data (variante nella legenda)1 punto
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Mi accodo alla lista di chi ha fatto i complimenti a Marco, senza dimenticare tutti gli altri che gravitano attorno alla stesura ed onorano il lavoro di aver cresciuto la rivista e fatta arrivare al livello attuale. Mi rammarica molto non poter partecipare all'evento, spero che per Verona ci sia rimasta una copia. Un applauso a tutti.1 punto
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Leggo solo oggi questa bella discussione e voglio offrirvi la mia testimonianza. Ho comprato nel 2016 un falso d'epoca da iNASTA perchè mi sembrava una moneta molto interessante, trattavasi di un grosso genovese di peso anomalo (2,19 g contro i 1,4/1,6 di norma), una volta arrivato mi sono studiato detta moneta ed ho trovato che: aveva una incisione strana segno a ds della croce inizio legenda e la base bel castello/porta interrotta circa a metà era citata nell'opus Cigoi di Brunetti al n. 616 e un esemplare è presente nel Gabinetto Numismatico dei Musei Civici di Udine (non esposta) del peso di 2,05 g un esemplare simile ma non identico del peso di 2,293 g era passata in asta Christie's nel 2003 (ex-collezione Pesce) un esemplare simile è passata all'asta Lanz proviene dalla collezione Ernest Von Ferrari fatta esaminare risulta essere composta al 95% da Stagno allego le fotografie della mia, del Opus di Brunetti e dell'esemplare ex-Pesce1 punto
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Riporto la recensione al testo del Brunetti, a firma di Vico d’Incerti ed apparsa sulla RIN del 1967: http://www.socnumit.org/doc/VDI/VDI1967RIN_RecCigoi.pdf d1 punto
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Da: Atti della Accademia di Udine 1887. GERVASUTTA E I SUOI RECENTI SCAVI MEMORIA del Prof. VALENTINO OSTERMANN1 punto
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Caro amico @Augusto C Il RIC Roman Imperial Coinage è una delle più note opere di catalogazione delle monete imperiali. Fu completata mi pare dal 1927 al 1994. Sono 10 volumi, alcuni in più parti 1 – dal 31 a.C. al 69 d.C. 2 – da Vespasiano a Adriano 3 – da Antonino Pio a Commodo 4A - da Pertinace a Geta 4B – da Macrino a Pupieno 4C – da Gordiano III a Uranio Antonino 5A – da Valeriano I a Floriano 5B – da Prodo a Galerio + Imperatori delle Gallie, Carausio, Alletto e vari usurpatori del periodo 6 – dalla riforma di Diocleziano al 313 7 – 317-337 – Costantino e Licinio 8 – 337-364 – la famiglia di Costantino 9 – da Valentiniano I a Teodosio I 10 – la divisione dell’impero – 395-4911 punto
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Ciao! E' difficile fare un riassunto che si limiti alla cronostoria dell'Armenia in epoca romana, coivolta in uno scacchiere più vasto, visti i rapporti con la Parthia ... Ci provo: L’Armenia finì sotto la sfera d'influenza dei Romani nel 66 a.C., con le campagne di Lucullo e Pompeo; A causa di ciò, successivamente il regno d'Armenia fu teatro della contesa tra Roma e l'Impero Partico. I Parti costrinsero il regno d'Armenia alla sottomissione dal 47 a.C. al 37 a.C., quando Roma prese il controllo del regno solo per breve tempo. Le campagne di Marco Antonio in Partia furono infatti fallimentari. Non solo non era stato vendicato l'onore di Roma in seguito alla sconfitta subita dal console Marco Licinio Crasso a Carre del 53 a.C., ma le armate romane erano state battute nuovamente in territorio nemico e la stessa Armenia era entrata nella sfera di influenza romana solo per poco tempo. Al termine del 21 a.C., Augusto ordinò al figliastro Tiberio di partire verso la Parthia per recuperare le insegne militare perse a Carre. I rapporti di amicizia poco dopo furono instaurati da Roma con i Parti favorirono, il partito filoromano della vicina Armenia, e prima che Tiberio raggiungesse l'Eufrate, Artaxias II fu assassinato dai suoi stessi cortigiani. Tiberio, entrato nel paese senza incontrare resistenza ed in presenza delle legioni, pose solennemente il diadema regale sul capo di Tigrane III, ed Augusto poté annunziare di aver conquistato l'Armenia, pur astenendosi dall'annetterla. Tiberio nel 18 inviò il figlio adottivo, Germanico, che fu insignito dell'imperium proconsolaris maius su tutte le province orientali, con il compito di ristabilire l’ordine nella regione armenica. 34 d.C. : Il re Artabano II di Partia pose il figlio Arsace sul trono di Armenia dopo la morte di Artaxias. Tiberio, allora, decise di inviare Tiridate, discendente della dinastia arsacide tenuto in ostaggio a Roma, a contendere il trono partico ad Artabano, e sostenne l'insediamento di Mitridate, fratello del re di Iberia, sul trono di Armenia. Morto Tiberio nel 37, i Parti riuscirono a costringere ancora un volta l'Armenia a sottomettersi… sembra che i Romani nel 47 ottennero nuovamente il controllo del regno, a cui offrirono lo status di cliente. Nel 58 d.C. Nerone, preoccupato dal fatto che il re della Partia, Vologese I, avesse posto sul trono del regno d'Armenia il proprio fratello Tiridate, decise di inviare un suo valente generale, Gneo Domizio Corbulone. Nel 62, in seguito ad una nuova crisi e Corbulone fu costretto ad intervenire. Nel 113 Traiano decise di procedere all'invasione del regno dei Parti. Il motivo era la necessità di ripristinare sul trono d'Armenia un re che non fosse un fantoccio nelle mani del re parto. E così l'Armenia fu invasa nuovamente dall'esercito comandato dall'imperatore Traiano nel 114. Le sue armate proseguirono poi da settentrione fino in Media ad est, ed in Mesopotamia settentrionale. L'Armenia fu, quindi, ordinata in provincia romana dall'imperatore e rimase tale fino alla sua morte (117), quando fu abbandonata dal successore Adriano. Sappiamo anche che negli anni 141-143 l'imperatore Antonino Pio, padre adottivo dei futuri imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero, pose sul trono d'Armenia un nuovo re filo-romano, Soemo. Il governatore della Cappadocia, Severiano, si mosse allora con l'esercito in Armenia, ma fu sconfitto ad Elegeia poco ad est dell'Eufrate. Le campagne militari che seguirono, condotte dal fratello di Marco Aurelio, Lucio Vero, portarono però all'annessione del regno all'impero romano insieme alla Mesopotamia settentrionale (161). Sotto Alessandro Severo i Romani organizzarono una spedizione, col supporto del regno d'Armenia, e invasero la Media (oggi Hamadan, Iran) nel 232 puntando alla capitale Ctesifonte, già diverse volte catturata al tempo dei Parti. Nel 244, dopo la sconfitta romana subita a Mesiche, non lontano da Ctesifonte, da parte di Sapore I e la morte di Gordiano III, il nuovo imperatore Filippo l'Arabo, per ottenere la pace da Sapore ritirando l’esercito dai domini orientali. Sembra però che il regno d'Armenia rimase ancora nella sfera di influenza romana, almeno fino alla morte del suo re, Cosroe II di Armenia. I Romani riuscirono a riconquistare il regno d'Armenia al termine di alcuni anni di guerra (296-298) ai tempi di Diocleziano (augusto) e Galerio (cesare). La Mesopotamia tornò, anch'essa, sotto il controllo romano (la frontiera fu spostata fino al Khabour, al Tigri, passando per il Djebel Sindjar mentre l'Armenia fu riconosciuta protettorato romano). Sotto il re cristiano Tiridate III di Armenia, la maggior parte del regno si era convertita al cristianesimo. Ma nel 334 il re armeno fu fatto prigioniero e condotto in Persia, costringendo gli Armeni ad invocare l'aiuto di Costantino I. Quest'ultimo scrisse al grande re Sapore II, il quale al termine di una lunga trattativa, decise di annettere l'Armenia e mise sotto minaccia la vicina provincia romana di Mesopotamia. Costantino fu così costretto a prepararsi per la grande guerra contro la Persia, a partire dalla fine del 336. Gli anni seguenti furono difficili anni di guerra tra i due imperi: da una parte Costanzo II, dall'altre Sapore II. I confini alla fine rimasero relativamente stabili, con avanzate e ritirate ora dell'uno ora dell'altro, almeno fino alla campagna sasanide di Giuliano del 363. Dopo la campagna contro i Persiani di Giuliano, e la sua morte avvenuta nel 363, il nuovo imperatore, Gioviano, firmò con Sapore II un trattato che garantì ai Sasanidi forti guadagni territoriali. Successivamente Sapore rivolse la propria attenzione all'Armenia, da lungo tempo contesa ai Romani. La nobiltà armena si oppose all'invasione e prese contatto con i Romani, che inviarono il re Papa, figlio di Arsace III, in Armenia. Sull'orlo di una nuova guerra, l'imperatore Valente decise di sacrificare Papa, facendolo assassinare a Tarso, dove si era rifugiato, dal generale Traiano (374). Nel 384 il regno d'Armenia venne alla fine separato in due regioni, quella occidentale sotto l'Impero romano d'Oriente, e quella orientale venne affidata ai Sasanidi. La regione occidentale divenne una provincia dell'Impero Romano con il nome di Armenia Minor. Nel 422-423 l'imperatore d'Oriente, Teodosio II, inviò un forte contingente militare in Armenia, da sempre contesa dalle due potenze confinati, al comando del magister militum praesentalis Ardaburio, il quale sconfisse il comandante persiano Narsehi e procedette al saccheggio della provincia dell'Arzanene e all'assedio della fortezza frontaliera di Nisibis. Alla fine Ardaburio sconfisse un nuovo contingente sasanide e ad imporre la pace al sovrano sasanide (423). Nella Tarda antichità, intorno al 535/536 le province in cui era suddivisa l'Armenia vennero riorganizzate dall'Imperatore Giustiniano. Giustiniano suddivise l'Armenia in quattro province: • Armenia I, governata da un proconsole. Comprendeva quattro città della vecchia Armenia I (Teodosiopoli, Satala, Nicopoli e Colonea) e due città del vecchio Ponto Polemoniaco. La città di Leontopoli ricevette l'onore di essere chiamata con il nome dell'imperatore e di venire elevata al rango di metropoli. • Armenia II, governata da un praeses. Corrispondeva pressappoco alla vecchia Armenia I, con alcune città in passato appartenenti al Ponto. • Armenia III, governata da un comes Iustinianus con poteri sia civili che militari. Corrispondeva pressappoco alla vecchia Armenia II e comprendeva, tra le altre, le città di Melitene e Arabisso. • Armenia IV, governata da un console. Comprendeva i territori oltre l'Eufrate ed era stata governata prima di allora da satrapi nativi. La sua metropoli era Martiropoli. Da una rapida ricerca (chiave ARMENI*), gli imperatori che emisero monete con legenda dedicatoria all’Armenia sono 5: Augustus 27 BC - 14 AD A.D. Antoninus Pius 138-161 A.D. Trajan 98-117 A.D. Marcus Aurelius 161-180 A.D. Lucius Verus 161-169 A.D. Augustus. 27 BC-AD 14. AV Aureus (8.04 g, 12h). Pergamum mint. Struck 19 BC. AVGVSTVS, bare head right / ARMENIA above, CAPTA in exergue, Victory, draped, wings spread, kneeling right on the back of a bull, recumbent on ground right, grasping the bull’s head and turning its horns. RIC I 514; Calicó 160 (this coin illustrated); BMCRE 671 = BMCRR East 308; BN 977-8; Biaggi 82 (this coin). Good VF, a few minor field marks. Very rare. ANTONINUS PIUS. 138-161 AD. Æ Sestertius (23.48 gm). Struck 140-144 AD. Laureate head right / REX ARMENIIS DATVS, Pius standing left, holding roll and placing hand on head of Armenian king, who raises hand to adjust tiara. RIC III 619; BMCRE 1273; Cohen 686. VF, light brown patina, minor spots of porosity, hairline flan crack. Rare. TRAJANUS, 98-117. d = 34 mm Sesterz, 116 IMP CAES NER TRAIANO OPTIMO AVG GER DAC PM TR P COS VI PARTHICO PP Drap. Bust L. nr Rv. ARMENIA ET Mesopotamia IN POTESTATEM PR REDACTAE / SC Traian, in military dress, head-standing, head no, holding in his left Parazonium, in the right spear at his feet l. the no bearing river god Euphrates, reed plant in his left hand, the r . Elbow resting on a source vessel; r. with hands tied behind his back, nl Armenia seated behind her with the perennial reed in his right nl sitting Tigris river god, the l. elbow rests on a source vessel. 27.06 g. BMC 221, 1033rd RIC 289, 642nd 39th C. Strack I, 472 (this copy mentioned). Hill 149, 734th F. Imhoof-Blumer, river and sea gods in Greek and Roman coins, SNR 23 (1923, posthumous publication by A. Engel), 387, 528 (this copy mentioned Reproduced. Tf at 16, 16). Very rare. Dark, black-olive patina, slightly smoothed. Marcus Aurelius Augustus, 161-180 d=43 mm Medallion 163-164, æ 47.07 g. M AVREL ANTONINVS AVG P M IMP II TR P XVIII COS III Laureate head r. Rev. Marcus Aurelius, togate, standing l., presenting Lucius Verus, standing r. and holding parazonium in l. hand, with small Victory holding wreath and trophy. Behind Aurelius, two male figures of which the outer most, togate, holds a spear. Behind Verus, four figures, of which one is at his side and looks at him, another is the background and holds standard and two are behind him, one togate holds a shield and the farthermost is barely visible. Apparently unique and unpublished and undoubtedly one of the finest bronze medallions in existence. Perfectly struck in high relief on a very large flan with a bold portrait and an incredibly well detailed reverse composition. Untouched dark green patina and good extremely fine The workmanship of this medallion is not only pleasing to the eye, but is worthy of careful study, for the reverse is engraved with a technique that could only be employed by an artist of remarkable talent. The artist of this reverse die created a multi-layered scene by engraving the figures on different planes, thus giving the illusion of far greater depth than can literally exist on a piece of this scale. It is a brilliant work of art on every level: style, composition, invention and technique. The emperors Marcus Aurelius and Lucius Verus occupy the highest-relief plane, with two other principal figures existing within the second plane, followed by four additional figures, each cut in ever-finer gradations of shallower relief. Indeed, two of the soldiers are cut in such low relief that only portions of their bodies are visible; the soldier behind Verus, who occupies the shallowest plane of all, is represented only by his head and the standard he carries. The technique of layering the figures is given even greater impact because all of the main figures are shown at slight angles so that each, individually, appears in three dimensions within their own plane. The cumulative effect of these two techniques is remarkable, and it could only have been achieved by an artist of the highest caliber. The context of the scene is clearly militant, and it is worth noting that Marcus Aurelius is togate and Lucius Verus is dressed in campaign garb. Considering the date of the medallion, we should see it as a reflection of Verus’ ongoing war against the Parthians and, more specifically, his conquest of Armenia. Since the globe the emperors hold has a Nike who faces Marcus Aurelius and holds a trophy of arms, there is no doubt it represents Verus delivering a victory to Marcus Aurelius. Lucius Verus, 161-169 A.D. Aureus, 163-4 A.D. Rome. Laureate, draped and cuirassed bust r.; .L.VERVS AVG ARMENIACVS. Rv. Victory standing r. supporting shield inscribed VIC.AVG. on palm tree; TRP IIII.IMP II COS II. 7.25 grams. RIC 525, Cal.2177. Magnificent, high-relief portrait in vivid detail. F.D.C. (15,000-17,500) With the collapse of the peace with Parthia which Antoninus Pius negotiated late in his reign, Verus was sent to defend Rome's eastern territories, arriving in Antioch in 163 A.D. Once there, some historians present a picture of Verus disporting himself in the groves of Daphne enjoying a licentious bacchanal while the war was relegated to his generals. Others project a less jaundiced view. One, though, must lean toward the belief that Verus - whether a sybarite or not -- was an able commander. The Parthians were driven from Armenia, Syria was recovered and Mesopotamia and Media occupied. The reverse of this coin celebrates the august victories in the Eastern campaign and presages more. Spero di esserci riuscito! Ciao Illyricum :)1 punto
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