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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/05/24 in tutte le aree
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Salve a tutti Segnalo la recentissima pubblicazione nel numero di 12/2024 della rivista del Museo del Risorgimento di Milano "Il Risorgimento", di un contributo di cui sono autore dal titolo: "<<Italia libera. Radetzky non volle>>. Tra autonomia ed iconoclastia: le monete del governo provvisorio di Lombardia", visibile a questo link: https://riviste.unimi.it/index.php/risorgimento/article/view/27355 Il numero per intero è invece consultabile qui: https://riviste.unimi.it/index.php/risorgimento L' articolo presenta una mia ricerca sulle monete da 5 lire del Governo provvisorio di Lombardia lavorate a scatola con il ritratto di Radetzky in cui ho ricostruito alcuni interessanti retroscena della vicenda che aggiungono un tassello in più sulla questione. Ci tenevo a ringraziare in particolar modo Mario @dabbene e @giancarlone per le belle immagini dei pezzi delle loro collezioni che mi hanno gentilmente concesso di aggiungere a questo contributo. Ringrazio anche chi mi ha dato la sua disponibilità per la pubblicazione di altre immagini che tuttavia per ragioni di economia di spazio non ho potuto inserire. Spero la lettura sia di vostro interesse10 punti
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Buonasera, a termine della presentazione dei francobolli della Regina Vittoria, volevo postare questa cartolina, mi sono dimenticato e quindi la posto questa sera. Cartolina Postale edita il 22.1.1901 in ricordo della morte della Regina Vittoria, valore facciale 10 Cent. tiratura 100 esemplari numerati , ritratto in ovale e listata a lutto buona serata. F.P.4 punti
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Salute dicembre è il mese in cui si rinnovano gli abbonamenti alle riviste di Numismatica. PN di dicembre questo ci riserva: Gianni Graziosi, Natale: luce del sole – p. 3 Roberto Diegi, Sui follis: breve e sintetica storia di una moneta affascinante – p. 11 Alberto Castellotti, L’importanza di una barchetta su un aureo di Domiziano – p. 15 Giuseppe Gugliandolo, Alcune varianti e inediti nelle monete siciliane del XVII secolo – p. 17 Marco Pianu, I X e i V Reali sardi “de los Reyes Felipe” – p. 19 Alain Borghini, Un premio davvero speciale: la battaglia di Aboukir – p. 48 Mirella Comino, Promesse d’Arte nelle opere giovanili di Piero Monassi – p. 55 Notizie dal mondo numismatico – p. 57 Recensioni – p. 59 Mostre e Convegni – p. 60 Aste in agenda – p. 61 Indice annata 2024 – p. 62 odjob3 punti
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Salve a tutti. Le numerose analisi effettuate sulle monete romane hanno dimostrato che le monete di bronzo e quelle d’argento possono contenere piombo in percentuali variabili a seconda dell'epoca e del luogo. Un recente articolo di ricercatori italiani di varie università dal titolo “Archaeometric Characterisation and Assessment of Conservation State of Coins: The Case-Study of a Selection of Antoniniani from the Hoard of Cumae (Campania Region, Southern Italy)” riporta i risultati di uno studio multi-analitico composto da tecniche non distruttive (stereomicroscopia, FESEM-EDS, pXRF, Raman, μ-CT) per determinare la composizione chimica di una selezione di monete romane antiche (antoniniani) provenienti da un tesoro rinvenuto nell'area della necropoli romana dell'antica Cumae (Italia meridionale). L'analisi chimica ha dimostrato che la zecca romana usava per la coniazione una lega argentifera di piombo e bronzo. Ho tratto dall’articolo la Tabella 1 che elenca le 20 monete analizzate con le loro caratteristiche macroscopiche e storiche. Ho tratto anche la Tabella 2 che riporta la composizione chimica in termini di percentuale degli elementi principali che costituiscono la lega di alcune monete. I risultati dimostrano che la presenza di piombo si riflette sulla patina biancastra di carbonato di piombo PbCO3 (Cerussite) particolarmente evidente sulle monete che contengono maggiori percentuali del metallo. L’articolo si può scaricare da https://doi.org/10.3390/heritage6020110 apollonia3 punti
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Interessante, grazie. Lo leggerò con interesse. Per esperienza personale posso aggiungere la considerazione che anche nella Tarda Repubblica si era ricorso ad un aumentato tenore di Pb. Infatti durante gli scavi sul forte romano di Grociana Piccola abbiamo utilizzato tale dato per ulteriore conferma che un bel bronzo molto circolato fosse un asse Giano/prua (alti valori di Pb e basso Zn) e non un sesterzio Primo Impero (basso Pb e alto Zn). Non solo ma alla sezione micro CT si intravedono delle aree di concentrazione di Pb (che in certe leghe non ben amalgamate a caldo tende ad organizzarsi in zone di concentrazione). Vedo nel pomeriggio se riesco a recuperare l'immagine... Saluti Illyricum 😉3 punti
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Mi pare poco utile riferire considerazioni vecchie o incomplete su tale tipologia, che prescindono dalla vera novità di questa moneta di prova in rame (e di quelle che seguiranno): il tipo di coniazione. La virola rappresentò una novità in Italia; tale tipo di battitura, detta anche "all'anello" è stata ampiamente descritta nel mio volume sulla monetazione napoleonica del Regno d'Italia, che qui riporto nei suoi punti salienti: "Lʼutilizzo del contornitoio o macchina marcatrice, permetteva di coniare con un particolare disegno anche il taglio delle monete in modo da renderne impossibile la tosatura (contornatura). Sempre per tale scopo a partire dal 1808 (zecca di Milano) e 1810 (zecca di Bologna e Venezia) la coniazione dellʼoro e dellʼargento fece uso di un nuovo strumento: la virola. Era costituita da un piatto metallico con al centro un foro circolare in cui veniva incassato un anello metallico del calibro pari a quello della moneta da coniare, ma leggermente superiore a quello del tondello; esso si alzava durante la fase di battitura ed abbassava durante quella successiva in cui la moneta veniva consensualmente espulsa, il tutto tramite un meccanismo ideato dal geniale meccanico [milanese] Giuseppe Morosi che lo fece applicare ai torchi del Regno deputati a coniare oro e argento. Scriveva Pellegrino Salvigni [direttore della zecca di Bologna] nel 1815: «Lʼanello che stringe la moneta allʼatto che riceve lʼimpressione dei conj mantiene alla moneta stessa una perfettissima rotondità; rende inoltre il contorno levigatissimo e lucidissimo. Tutte le monete sortono uguali di diametro per modo che sopraponendone alcune lʼuna allʼaltra costituiscono un levigato cilindro. Facilmente quindi può discoprirsi se qualcuna sia stata colla lima o con reagenti chimici alterata nel contorno. La moneta allʼanello, inoltre, esiggendo maggiore finezza dʼarte, distoglie dallʼidea di contraffarla o di falsificarla». Nel 1811 la zecca di Milano coniò anche il rame con tale modalità, mentre le zecche di Venezia e Bologna proseguirono col metodo tradizionale. Il cosiddetto “anello” della virola presentava il contorno liscio. Dʼaltra parte se il contorno fosse stato inciso vi sarebbe stata la necessità di una virola “spezzata”, cioè suddivisibile in più parti che potessero aprirsi per lasciar fuoriuscire la moneta; la virola utilizzata era invece di un solo pezzo e come tale avrebbe potuto essere solo liscia o solcata verticalmente. Pertanto anche le monete dʼoro e dʼargento, che dovevano presentare un contorno in incuso, necessitavano di un passaggio nel contornitoio." (p. 34) Per quanto riguarda la "documentazione" attinente, credo che relativamente alle "vere" prove di qualunque periodo e per qualunque zecca, essa sia sempre scarsissima, se non assente, e che l'attribuzione del termine "prova" (o "progetto") sia fondamentalmente in rapporto alle caratteristiche dell'oggetto coniato (da valutare di volta in volta) in confronto al tipo "ufficiale".3 punti
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Condivido immagini di una cartolina viaggiata posta militare e chiedo maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo2 punti
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Ciao a tutti! A Novembre sono stato un paio di settimane in Giappone. In particolare, a Kyoto ogni 21 del mese si tiene un mercatino nella zona del tempio To-ji. Non riponevo grandi speranze, ma alla fine l'ho trovata, l'unica bancarella che vendeva monete e banconote. Sono rimasto affascinato dalla fenice rappresentata su questa moneta da 100 yen (che ora, tornato a casa, ho capito essere del 1957, anno 32 dell'era Showa). E' la mia prima moneta giapponese e temo sia iniziata una nuova passione... dico temo solo per le mie finanze. Sempre dalla stessa bancarella ho comprato un set di 6 monete, ma devo ancora capire che diavolo sono.2 punti
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Gentilissimo Luca, complimenti, importante ricerca storica, da appassionato numismatico e fotografo mi ha interessato che hai ritrovato il Duroni autore dei primi dagherrotipi a Milano, bravissimo...2 punti
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Complimenti veramente, e’ un tema che mi ha sempre affascinato per gli abbinamenti forti tra numismatica e storia, direi che hai unito bene le due componenti, molto bravo !2 punti
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Prezioso inquadramento storico e artistico come sempre, @lucius LX. R complimenti a te e @Rufilius per gli esemplari pubblicati. Il "manifesto" di questa dinastia, tuttavia, coniato sotto Numeriano da Augusto è la moneta con la legenda "VNDIQVE VICTORES" al rovescio. Legenda che nasce e viene introdotta proprio con Carino e Numeriano con il messaggio propagandistico che loro sarebbero stati vittoriosi contro qualsiasi nemico, esterno ed interno. Da aggiungere in collezione!2 punti
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DE GREGE EPICURI Non mi sembra celtica. Penserei ad un bronzetto di Massalia.2 punti
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Per @Matteo91 che probabilmente saprà apprezzare, posto un dinar medioevale della dinastia dei Kadambas, dell'India Sud-Occidentale che in epoca medioevale ha coniato degli splendidi dinar figurativi di cui questo è un esempio. E' attribuito a Toyimadeva, 1048-1075, pesa 4.29 gr. con diametro di 21mm. Proviene dalla collezione The Silk Road (ex collezione Chand) e viene descritto come oro particolarmente puro (evidentemente per distinguerlo da emissioni precedenti a titolo piu' basso). Molto attraente e particolarmente potente la raffigurazione del leone sul diritto. Il testo di riferimento per questa monetazione è : SPINK | BOOKS Ancient Indian Coins: from the Chand Collection1 punto
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Buonasera a tutti, stasera dopocena Vicereale. Vi mostro un paio delle mie pubbliche 1622 che a me personalmente piacciono molto. Ho messo insieme la più grande (34mm)e la più piccola (26mm). Pensavo due cose, dimensioni e peso diverso, valore e potere di acquisto uguali. Saluti Alberto1 punto
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La zecca di Milano fu tra le più tecnologiche d'Italia; Giuseppe Morosi, valente inventore e dipendente di quella, nel 1809 ricevette una medaglia dʼoro, in occasione del conferimento dei premi dell'industria, per aver fabbricato un «ordigno facilmente applicabile a qualunque vecchio torchio mediante il quale si ottiene la coniatura col così detto anello» [Moioli A, 1999]. E' possibile, ma improbabile, che vi siano stati in precedenza esperimenti di questo tipo sia a Milano che in altre prestigiose zecche (in particolare Torino, Napoli, Venezia, ma non in quelle dello Stato Pontificio), ma ciò non mi è noto. La coniazione "a virola" si associò con impronte in incuso (o assenti) sul contorno (ottenute successivamente alla coniazione): le impronte in rilievo su quest'ultimo fanno escludere tale tipo di operazione. E' pertanto verosimile che la monetazione a virola in rame del 1810 sia stata la prima di tale genere nella nostra penisola.1 punto
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Consiglio preziosissimo! Confrontando le due monete vi sono notevoli punti somiglianti e pure le dimensioni e il peso si avvicinano di molto. Farò ulteriori approfondimenti (è Filippo III o un altro regnante?...) ma il mio scopo (raggiunto) è quello di classificare un piccolo gruppo di monete da lasciare ai nipotini. Grazie, veramente!1 punto
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Salve Direi mezzo baiocco di Pio IX databile dal 1847 al 1850 https://en.numista.com/catalogue/pieces8592.html1 punto
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Buonasera Propongo un orrorino manipolato alla grande ps: rovescio non in asse - sfasamento di 20° argentato + appiccagnolo1 punto
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Grazie a @gpittini e @euskadi per le risposte. Confermo che guardando in controluce si intravede la scritta MA.. sopra il toro e che il diritto visto in mano è molto meglio della foto . Buona serata1 punto
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Buonasera a tutti, ho faticato un pò per capire dai caratteri leggibili chi fosse la non più giovane (e poi ho scoperto non più vivente già al tempo della coniazione della moneta) signora presente al dritto di questa imperiale. In effetti si tratta di Faustina I moglie di Antonino Pio, defunta nel 140 d. C. e rappresentata in questa moneta postuma del 141 o successiva. Si leggono i caratteri DIVA ....TINA Al rovescio si legge abbastanza bene qualcuno dei caratteri per potere affermare che si tratti della scritta AETERNITAS S C. Peso 8,70 g Diametro variabile fra 24 e 25 mm A tale tipologia appartengono sul RIC diversi esemplari di Asse o Dupondio (sorvoliamo sulla diatriba sul peso io immagino questo sia un Asse) con Cerere, Giunone, Aeternitas, Fortuna, Pietas recanti vari oggetti e non sono riuscito a decidere con certezza quale sarebbe la esatta classificazione di questo esemplare. Fra i tipi 1154-1168 del RIC III la presenza dell'altare dovrebbe condurre al tipo 1161 di cui allego il link ad una moneta presente su wildwinds che mi pare simile. Pensate possa confermare la identificazione RIC III Roma 1161 o proponete altre ipotesi per qualcosa che mi è sfuggito? Grazie come sempre a coloro che vorranno dare un contributo.1 punto
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Ciao @darioelleuna considerazione tecnica riguardo il tuo asse di Faustina Maggiore 🙂. Condivide, per me ci sono pochi dubbi nonostante la consunzione, lo stesso conio di dritto dell'esemplare da te postato trovato su wildwinds. ANTONIO1 punto
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Complimenti @Meleto! Un articolo scritto in maniera fluida e che, personalmente, ho trovato di gran interesse per la tematica trattata. Bravo!1 punto
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La moneta di prova ha la dicitura incisa. Puoi vedere qui: - moneta di Prova: https://it.numista.com/catalogue/pieces104826.html - moneta circolante: https://it.numista.com/catalogue/pieces6742.html Concordo sui valori espressi su Numista.1 punto
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Si massalia Scarce AE Hemiobol of Massalia, Gaul / Bull $48.00 Mar-28-01 Obverse Bust r. Reverse Bull charging r., MAZZA above, EM in ex. Description A very nice example of a scarce bronze of Massalia. Minted between 149-40 BC they are rarely found in this nice of condition! Monnaies II 77, De La Tour 1673. Weight is 2.5 grams and size is 15mm.1 punto
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In mano e con lente sembra veramente argenteo il colore, non rossiccio. A questo punto penso sia come detto da @gpittini. Grazie come sempre per il vostro aiuto.1 punto
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Buongiorno, sono d'accordo con @Regno123 che le R3 siano le prove. In ogni caso la prima mi sembra decisamente migliore della seconda.1 punto
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Buongiorno, considerando le foto io la valuterei BB. Aspettiamo che arrivi per poterla valutare con foto migliori.1 punto
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@RobertoRomano Si tratta di una imitazione del quattrino bolognese emessa a Castiglione delle Stiviere, Rodolfo Gonzaga, seconda riga della scheda del catalogo lamonetiano a questo link: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RODG/12 ciao, RCAMIL.1 punto
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Salve,prendo spunto dal bravissimo @gpittini per dire che dovrebbe essere un bronzo di Marco Aurelio o Lucio Vero di Amphipolis (ΑΜΦΙΠΟΛΙΤΩΝ) in Macedonia. Ne esistono parecchie varianti, ne posto due come esempio https://www.acsearch.info/search.html?id=5103181 Marco Aurelio https://www.acsearch.info/search.html?id=5103184 Lucio Vero1 punto
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Tarì 1798 HIE .. Carlino 1798 SICIL .. 10 Tornesi 1798 SICILIAR .. 6 Tornesi 1800 ET .. Conii con doppi punti voluti. Li colleziono, li studio e li ho in mano.1 punto
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non sono un esperto ma si vedono chiari segni di graffiatura e un po di sporcizia facciamo BB1 punto
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DE GREGE EPICURI Sarà anche sottile e con patina nera, ma non sembra un denario del Limes; sembra un denario in argento, e di tipo ufficiale. Quelli del Limes sono chiaramente in rame o in lega, e non sono sottili.1 punto
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Italia Anno: 2024B Tiratura: 2.969.000 Condizioni: SPL Città: Milano note: NEWS!!!1 punto
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Quello di ferlaino è un ottimo articolo, ha solo il difetto di essere un po' corto ahah1 punto
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Non fatevi ingannare dal fumo negli occhi gettato da Pedroni, che si dimostra maestro nell'arte di scegliere cosa dire e come dirlo. Innanzitutto, non è vero che non ci sia accordo sulla data di istituzione dei IIIviri monetales e sulla durata della carriera: da Crawford a Belloni, Mommsen e persino Pedroni stesso (1993) concordano su tali aspetti. In secondo luogo, non è vero che ci sia pervenuto un solo nome di monetale dalle fonti, Marco Fonteio è un esempio, ma Cicerone ne cita altri, uno fra tutti, Vettieno (Cic. ad att. XV, 13, 1). Proseguendo, l'argomento delle leges repetundarum e tabulae bantinae non può portare a concludere altro se non che, semplicemente, i monetalis non fossero incardinati nel cursus honorum (Hamilton 1969) come invece sarà da Augusto in poi (12 a.C., lex Iulia de magistratibus, Rotondi 1912, p. 452). Neppure l'argomento per cui appare assurdo che il senato permettesse la propaganda monetaria, dato che i monetales erano rampolli di 27 anni delle famiglie senatorie (Belloni 2002), dunque le stesse che sedevano nella curia ed anzi, non si vede perchè avrebbero dovuto impedire che i propri ragazzi pubblicizzassero le famiglie, facendo ottenere loro più onore. Ancira, le opposizioni di Belloni all'importanza di tale propaganda, sono altre, non quelle citate da Pedroni. Nel suo libro più importante (Belloni 2002) argomenta in modo totalmente diverso, sostenendo che solo poche famiglie avevano effettivamente antenati da vantare, ma ammette anche che fosse uso comune delle gentes romane, inventarsi una discendenza (basti per tutte, la gens Iulia). Sul percorso che ha portato le monete dall'essere anonime e fisse nell'iconografia, a mutare costantemente in un crogiolo di forme e slogan, si rimanda all'excursus fatto da Bernareggi che, personalmente, ho trovato quasi poetico (Bernareggi 1963). Per quanto concerne le emissioni speciali, curate da magistrati non monetari, queste avvenivano per senatoconsulto e sono la prova più consistente che frantuma l'argomentazione della casta monetale. Tutti, se autorizzati dal senato, potevano battere moneta, i monetales erano semplicemente la magistratura preposta specificamente a curare il conio, ma batterono moneta consoli, questori, pretori e pure privati cittadini meritevoli ed autorizzati per S.C. (Crawford 1974, Mattingly 1928). Insomma, si potrebbe andare avanti un'ora, io ho riempito un capitolo della tesi di laurea, smontando questo articolo. L'argomentazione più importante resta comunque quella per cui è assolutamente insostenibile ritenere che le famiglie di Roma provvedessero all'approvvigionamento del metallo da coniare; semplicemente non è possibile. La gens Iulia ha monetato decine e decine di serie, per migliaia di pezzi, e tutti possono contatare che fosse una gens decaduta e costretta a vivere nella suburra. I Fontei hanno monetato almeno 4 serie, se non 5, ed erano nobiltà plebea, non certo tanto ricca da permettersi questo lusso. La verità è che questa teoria fa acqua da tutte le parti e gioca sull'impossibilità di essere confutata da prove materiali, semplicemente perchè non esiste un trattato antico sulla monetazione. Grazie e scusate la lunghezza del commento.1 punto
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Vi giro questa notizia: da https://portale.units.it/it/notizie/numismatica-bizantina-units-insieme-princeton-oxford-e-dumbarton-oaks-la-digitalizzazione Il Dipartimento DiSU di UniTS è stato invitato dall'Università di Princeton a partecipare a un prestigioso progetto di ricerca internazionale finalizzato alla creazione di repository di tutte le banche dati numismatiche. Il progetto, denominato NOMISMA, vede la collaborazione di istituzioni di altissimo livello, tra cui la Dumbarton Oaks di Washington e l'Università di Oxford. Alla piattaforma Nomismata di UniTs è stato riconosciuto un valore esemplare, in grado contribuire allo sviluppo di uno strumento innovativo per la definizione e l’analisi della tipologia monetaria bizantina. L'obiettivo finale è quindi la creazione di una piattaforma digitale, accessibile e interattiva, che permetta a studiosi e appassionati di ottenere in maniera immediata informazioni aggiornate e dettagliate relative soprattutto ai luoghi di rinvenimento e di circolazione delle plurisecolari emissioni bizantine. Tali fonti promuoveranno la comprensione della storia economica, delle relazioni tra territori anche esterni ai confini dell’impero, lo studio del funzionamento delle zecche e soprattutto il calcolo statistico del volume dello stock monetario coniato in un ben definito periodo storico. Il coinvolgimento di UniTS evidenzia il valore scientifico e l'importanza del lavoro svolto dal nostro Ateneo nell'ambito della ricerca numismatica, riconosciute a livello internazionale. In particolare, il contributo dell’Ateneo-DiSU sarà fondamentale per aggiornare e definire i dataset relativi alla tipologia delle monete bizantine per il periodo da Anastasio I all’imperatore bizantino Foca. I dati saranno digitalizzati e integrati seguendo gli standard definiti dalla piattaforma Nomismata di UniTs, dedicata alla crono e geo referenziazione dei ritrovamenti monetali di epoca bizantina, sviluppata dal DiSU anche nell’ambito di un finanziamento PRIN che vede il prof. Bruno Callegher già docente di Numismatica come capofila, il prof. Andrea Gariboldi come referente di sede, il dr. Giorgio Donato con il supporto del dr. Jordan Piščanc come progettisti e sviluppatori informatici, con la collaborazione dei ricercatori Kateryna Sorochan, Giulio Carraro e Cristiano Rossetti per la ricerca e l’implementazione dei dati. odjob1 punto
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Un grande grazie a tutti per questa fantastica edizione di Milano Numismatica e grazie specialmente a @dabbene e @El Chupacabra che hanno dato vita a questa iniziativa senza eguali nel segno della Numismatica e della sua divulgazione. Vi ringrazio anche a nome di Chiara per l'opportunità di presentare il nostro articolo e per il bel premio della Moneta ai Giovani oltre che per il pranzo conviviale, sempre occasione di poter discutere della passione che ci accomuna e conoscere nuovi amici, tanti dei quali conosciuti sul Forum (dei quali saluto in particolare gli amici @jaconico, @albatroz e @sdy82) Interessantissimi i ricchi interventi che si sono succeduti nella giornata che mi hanno permesso, insieme all' opportunità del workshop ai tavoli, di imparare anche molto. Grazie anche a Simone per il tempestivo collegamento in diretta YouTube che ha permesso a questo Milano Numismatica di restare davvero immortale!1 punto
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28 gennaio 2022 - 150º anniversario della fondazione della Pirelli S.p.A.1 punto
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Isola di Man one penny 1979 Moneta di 20,3 mm. materiale: bronzo. Al R/ dietro l'ovino vi è raffigurata la carta topografica dell'isola di Man. La moneta che vado a postare e dorata. Insolito per questa moneta che dovrebbe essere in bronzo. Probabilmente è stata abbellita per i turisti...1 punto
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Un paio di brevissime premesse... L'aerarium saturni era sostanzialmente diviso in tre parti. Le riserve delle prime due sezioni (aerarium sanctius) venivano utilizzate assai raramente ed in via del tutto eccezionale, mentre quelle della terza rappresentavano le vere e proprie riserve dinamiche, da utilizzarsi anche per la produzione di nuova moneta ma, al tempo stesso, deposito per moneta "acquisita" di proprietà pubblica e, ovviamente, precedentemente battuta. Tradizionalmente la procedura standard prevedeva, ad inizio anno, una riunione del Senato finalizzata all'ascolto delle previsioni di spesa e di entrata, insieme ad una dichiarazione sulle monete eccedenti depositate presso l'erario con conseguente determinazione della quantità del nuovo prodotto da monetare. Tale prodotto veniva successivamente consegnato dai questori urbani ai monetari che, una volta terminato il processo di lavorazione, riconsegnavano quanto ricevuto sottoforma di moneta. Le monete così prodotte, insieme a quelle già presenti nell'erario, mediante autorizzazione di spesa venivano via via ridestinate dal Senato. Questo è, brevemente, l'iter fino ad oggi ricostruito e comunemente accettato. L'entrata della variabile "appalti" potrebbe inserirsi dopo la riunione del Senato di inizio anno e prima della consegna del prodotto da monetare fatta dai questori ai tresviri... E' vero che si tratta di ipotesi difficilmente dimostrabili, ma quanto scrive il Crawford è tuttavia molto più deprimente: “For the first century or so of the denarius coinage it simply never occurred to a moneyer (or to anyone else) to indicate his magistry on his coins, thereafter the presence or absence of the designation IIIvir, IIIIvir or A.A.A.F.F. depend on the whim of the moneyer and are without significance.” Ridurre la questione "ad un capriccio del monetario" è a mio avviso un modo poco elegante per eludere totalmente il problema. Personalmente sto provvedendo a verificare le varie note e, conseguentemente, le varie fonti, con la speranza di trovare qualche nuova notizia o quantomeno qualche pertinente riscontro su cui ragionare. Ad ogni modo condivido le perplessità esposte da Gianfranco e al tempo stesso mi allaccio al post di Lucullo... non dimentichiamo che, con molta probabilità, non tutto il prodotto da monetare doveva essere costituito da lingotti o da metallo di nuova fornitura... parte di esso infatti era probabilmente costituito da monete da rifondere in quanto non comunemente accettate in territorio romano o eccessivamente usurate. Considerando il volume di una singola emissione, quanto della materia prima necessaria poteva essere, in linea generale, di "nuova fornitura"?1 punto
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