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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/07/24 in tutte le aree

  1. Carissimi amici, quest'oggi ho il piacere di condividere con voi uno dei lotti che mi sono aggiudicato nell'ultima asta Varesi. Come da titolo, si tratta di una lira del 1812 del Regno d'Italia (zecca di Milano), moneta comune ma non così facile da reperire in codesta conservazione. Personalmente, mi è capitato poche volte di vedere dei rilievi così ben definiti. Soprattutto i capelli al dritto sono impressionanti! Degne di nota anche la bella patina che dà carattere al tondello e l'assenza di graffi di conio, schiacciature o debolezze.
    6 punti
  2. Ecco Brindisi… Lotto 456 NAC 148 26/11/2024: Brindisi. Ferdinando II d’Aragona, 1495-1496 Cavallo, Æ 1,05 g. FERD – INADAV(S). Testa radiata a d. Rv. EQ[VITAS REGNI] Cavallo gradiente a d.; in alto, rosetta e, all’esergo, B colonne coronate F. CNI –. MEC 14 –. D. Fabrizi, Un inedito cavallo di Ferdinando II, in Cronaca Numismatica n. 234, novembre 2010, pagg. 46-48. MIR 364 (questo esemplare illustrato). Vall-Llosera i Tarrés 305 (questo esemplare illustrato). Della più esimia rarità. Ritratto finemente eseguito. Debolezza marginale, altrimenti BB / q.BB Questo affascinante esemplare, pubblicato su Cronaca Numismatica nel 2010 da Davide Fabrizi, aggiunge un ulteriore tassello alla serie delle monete coniate dal giovane re aragonese. Il ritratto inciso è decisamente realistico, tanto da ricordare lo stile dei coronati d’argento coniati a Napoli. Anche se moneta minuta, la raffinatezza dell’esecuzione permette di comprendere quanto importante fosse diffondere l’immagine più veritiera del sovrano, dall’animo nobile e purtroppo prematuramente scomparso dopo poco più di un anno di regno. Riteniamo, in condivisione con quanto sostenuto da Fabrizi, che le lettere all’esergo del rovescio, B – F tra due colonne coronate (simbolo della città di Brindisi), possano essere interpretate quali iniziali di Brundisina Fidelitas; legenda che compare anche sull’altra tipologia di cavallo coniata nella città pugliese sotto Ferrandino. Per ulteriori approfondimenti si rimanda all’articolo di Davide Fabrizi, citato nei riferimenti bibliografici, nel quale la moneta viene edita per la prima volta.
    5 punti
  3. Riportando il discorso sul piano giuridico, a mio parere il contratto di compravendita si è più che perfezionato e concluso. La moneta, quando è stata testata, era ormai di proprietà dell’acquirente. Ne deriva che: - l’acquirente (il professionista) non era assolutamente legittimato a revocare il bonifico dopo aver preso in consegna la moneta, ragione per cui è ora inadempiente (e, quindi, tenuto al pagamento); - se il professionista ha scoperto successivamente che la moneta era falsa, sarà lui a doverne dare la prova per giustificare il proprio inadempimento (mancato pagamento del prezzo pattuito). Ovviamente tutto valido se non è stato firmato un contratto con condizioni particolari in deroga a quanto ho scritto. Morale della favola: se fossi la signora che ha aperto il post non riprenderei mai la moneta ma pretenderei il pagamento del suo corrispettivo. Saluti
    4 punti
  4. Buongiorno, ognuno ha il suo modo di approcciarsi alla numismatica e alle varianti che ne derivano, c'è chi è scettico a prescindere e chi invece prende per buono tutto ciò che vede o che gli viene detto (e questo è un problema)... Le varianti sono sempre stato un campo minato perché presentano una vasta modalità di interpretazione e spesso,se non sempre, è difficile mettere tutti d"accordo,nel caso specifico dei doppi punti è presente un'ulteriore criticità,quella di capire se effettivamente quei due punti sono effettivamente tali o magari uno dei due è un esubero di metallo che per puro caso si è insediato in una determinata posizione e che magari l'usura ne ha modificato l' aspetto rendendo più simile proprio ad un punto,e chi studia queste varianti ha sicuramente preso in considerazione anche questo aspetto,ed è per questo motivo che si possono avere dei sospetti su dei punti mentre in altri no, è siccome in numismatica il dubbio è poco contemplato allora si tende a non riconoscere come doppio punto se uno dei due ha caratteristiche diverse dagli altri,non mi riferisco alla grandezza ma all'aspetto generale,i doppi punti uno più grande e uno più piccolo l'ho visto la prima volta sulle piastre del 56,poi sulle 34 e poi sulle 48 con 8 ribattuto sul 7(qui può smentire o confermate @Raff82visto che piastre del Re Bomba sono il suo pane quotidiano) e in questi casi non ci sono dubbi che siano effettivamente dei doppi punti anche se qualcuno ha dei sospetti semplicemente perché non si è usato lo stesso punzone per replicare il punto ma la stessa cosa la possiamo notare sulle piastre del 1815 con doppio rombo tra D e G nella legenda al dritto, anche in questo caso uno più grande e uno più piccolo,il perché non ci è dato saperlo... ritornando al discorso principale dei doppi punti è quindi normale che quando si posta una moneta con variante si possano ricevere pareri discordanti,poi c"è anche il soggetto che ti boccia la moneta a prescindere per motivi che conosce solo lui ma sta a te capire in che ottica inserire questi personaggi e trarre le giuste conclusioni, quindi non credere che tutti ce l'abbiano con te,e solo che senza prove inconfutabili si tende sempre a stare nel dubbio, inoltre hai aperto diverse discussioni con la stessa tematica,con la stessa domanda,con le stesse considerazioni e con le stesse risposte che non hanno portato a nulla di fatto, semplicemente perché la motivazione che hanno indotto in zecca ad apporre questi benedetti doppi punti non c'è,e non è che aprendo discussioni ciclicamente sempre sullo stesso argomento cambi qualcosa ma è più facile che stufi proprio come hai detto tu... In definitiva il mio consiglio è: visto che sei interessato particolarmente a questa variante dovresti essere tu ad approfondire e fare delle ricerche in merito,come dicevo in un post precedente le ricerche non dovrebbero essere circoscritte al solo tondello di metallo ma ampliate anche ad altro come il contesto storico o finanziario dell' epoca,e magari avrai un giorno la soddisfazione di scoprire il perché si è apposto il doppio punto su determinate monete... Per concludere dico la mia:per me il doppio punto è un segno di lavorazione interne alla zecca,non credo che abbiano lo scopo di portare messaggi fuori dalla zecca,non credo proprio sia una cosa fattibile considerando che le monete battute cadevano in ceste tutte assieme e poi venivano immesse in circolazione con la stessa casualità, vorrei vedere che le monete con i doppi punti venivano battute poi recuperate per poi consegnarle direttamente all'interessato, altrimenti non vedo altri modi e sinceramente mi sembra molto improbabile se non impossibile, credo invece che questi servissero per differenziare in zecca monete che avevano seguito un processo produttivo non standard come succedeva regolarmente, magari perché realizzate con un nuovo macchinario da testare,o con qualche modifica nella lega,e che una volta avuto i dovuti riscontri in zecca si procedeva poi ad immetterle regolarmente in circolazione... Faccio questo ragionamento perché anche nel mio lavoro si tende a "segnare" i pezzi che produciamo quando usiamo macchinari diversi dal solito o quando testiamo materiali di nuovi fornitori,e parlando con un dirigente di una nostra filiale in Francia mi aveva detto che questa tecnica è usata da molte altre aziende da molti anni,se non secoli... A volte la soluzione è anche la più semplice...
    4 punti
  5. professionista è tra l'altro, chi facendo errori se ne assume la responsabilità altrimenti siamo tutti professionisti
    3 punti
  6. Ricordo sempre che "professionista" vuol dire persona che svolge una certa professione. Non vuol dire che la sappia fare bene o che non faccia errori. Oppure che sia una persona in odore di santità. Non capisco perché qui numismatici e case d'asta debbano sempre e comunque e a prescindere essere trattate come divinità addirittura innominabili. P.s. Io vengo chiamato professionista, e lavoro con altre persone dette professionisti. Poi chi lo è e chi non lo è, è un'altra questione 🙂
    3 punti
  7. Quindi, se fosse successo a Te, avresti ritirato la moneta, una bella stretta di mano, e amici come prima? "Monetina" che, in alta conservazione, fa 40 mila euro (+ diritti)? https://montenegro.bidinside.com/it/lot/1018/vittorio-emanuele-ii-100-lire-1872-roma-r-/
    3 punti
  8. Ciao @lorluke. "Non so come questo forum possa influire sulla questione o risolvere il problema. Trovo solo che mi sembra inopportuno mettere pubblicamente sulla graticola un professionista in questo modo." Puoi avere anche ragione, nel senso che è sempre inopportuno -come dici tu- "mettere pubblicamente sulla graticola un professionista" se non si hanno tutti gli elementi a disposizione. Sta di fatto che l'Utente si è rivolta al Forum, come spesso accade, per avere un consiglio, un parere su quanto accaduto e, faccio notare, che solo su richiesta l'Utente ha fornito il nominativo del Professionista. Ora, il Forum non è un Tribunale e non siamo certamente in grado di "risolvere il problema" dell'Utente, ma certamente, come scritto negli interventi, non possiamo non esimerci dal formulare dei consigli anche pratici. L'intervento ultimo di @stier penso che sia significativo in questo senso. Saluti.
    3 punti
  9. Desidero precisare che ho fatto la domanda nel forum per sapere se poteva essere una pratica di prassi, essendo del tutto inesperta. Voglio partire dal presupposto che siamo entrambi in buona fede, sia io sia il numismatico. Dal mio punto di vista trovo in ogni caso la modalità seguita in tutta la vicenda non lineare ed ho aggiunto il nome del professionista (su richiesta) perchè comunque le testimonianze, tutte e soprattutto quelle positive, posso aiutare ad inquadrare meglio la persona e la questione. Mai mi permetterei di infangare gratuitamente il nome di un professionista. Settimana prossima andrò a prendere la moneta e cercherò di capire meglio direttamente con l'interessato, con garbo e buona relazione come è nel mio stile. Ringrazio chi ha speso qualche minuto per darmi il suo parere e per me la discussione termina qui. Se qualcuno fosse interessato a sapere come è finita la questione, mi può scrivere direttamente in privato.
    3 punti
  10. Buongiorno a tutti, chi mi conosce sa che anche in passato ho postato monetine di poco conto, ma per me è puro divertimento ricercare rarità in monete che quasi nessuno si fila. Oggi voglio postare questo quattrino del Granduca Ferdinando III del 1794 che sembra essere veramente raro. Manca al CNI ed anche al MIR, nel catalogo de La moneta non è inserito e solo nell'opera di Andrea Pucci sulla monetazione minore dei Lorena è fotografato al numero 30. Gigante, prendendo come riferimento il Pucci, lo classifica R4. La qualità è bassa, si trovano sempre così, e anche solo vederli BB o migliori è quasi impossibile. Nonostante le tirature riportate non siano piccole, si trovano raramente. al D/ FERD. III. A.A M.D. retrograda. ETR stemma di Firenze in stile barocco al R/ su tre righe QVAT/TRINO/1794
    2 punti
  11. Buonasera Raimondo10, come ti avevo scritto dipende dsal tipo di francobollo la differenza del plus valore dal francobollo sciolto a quello su busta, per gli antichi stati sopratutto non va preso tutto alla lettera e vedere un catalogo e fare uno + uno = 2 , non funziona così la storia postale valuta tantissime cose, dal tipo di documento, al tipo di affrancatura , al bollo ,alla destinazione ,ecc. ecc, il tuo documento ha un francobollo da 1 Baj che come ti abbiamo detto non è brutto ma non è neppure di 1° scelta, ed è uno dei francobolli più comuni dello Stato Pontificio, in quanto era per l'affrancatura di raggio limitrofe e per altre che sarebbe troppo lungo da descrivere, comunque un francobollo comune che dalla tabella che ti allego, vedrai ha un basso valore di catalogo sia di usato sciolto che su documento, in questi casi è sempre più apprezzabile il contesto generale, pensare che è un documento che è in essere da 170 anni
    2 punti
  12. Ciao a tutti, questo post intende essere un riassunto del mio pensiero, senza pretese di completezza o correttezza e si basa esclusivamente su riflessioni scaturite dalla lettura di questa discussione. Mi sembra che fino ad adesso tutti i commenti sono passati dall'ingresso principale (Porta Pia), io intendo passare da quello di servizio, meno in vista ma sempre utile per entrare. Da qui in poi è tutto un "Secondo me..." Abbiamo un periodo ben definito entro due date: 1870: Presa di Roma; lo Stato Pontificio viene annesso al Regno d'Italia. 1929: Patti Lateranensi creano ufficialmente lo Stato della Città del Vaticano. Già qui scrivo di due entità: lo Stato Pontificio prima e lo Stato della Città del Vaticano dopo. Lo Stato della Città del Vaticano è per me, in sostanza, una versione ridotta e simbolica dello Stato Pontificio, con un focus esclusivo sulla missione spirituale e religiosa della chiesa cattolica. Fino al 1870 il potere temporale e spirituale erano nelle mani del "monarca assolutista", cioè del papa. E dopo, fino al '29? Durante questo periodo, la santa sede continuava a esercitare la sua autorità spirituale sulla chiesa cattolica a livello mondiale, ma non aveva un controllo territoriale sovrano né un ordinamento giuridico statale indipendente. Daccordo: anche se non esisteva uno Stato del Vaticano, il Papa continuava a promulgare leggi e direttive per la chiesa cattolica (come encicliche e decreti) attraverso il diritto canonico, applicabili al clero e ai fedeli cattolici di tutto il mondo. Ma queste sono caratteristiche del potere spirituale con lo scopo di guidare i fedeli nella vita religiosa e morale, l' interpretazione e applicazione dei principi del culto. Cosa che fanno anche altre istituzioni senza essere uno stato. Che cosa definisce uno stato derivante dal potere temporale? Quali funzioni ha? - governare, mantenere l'ordine pubblico, amministrare la giustizia - legislazione civile, amministrazione dello stato, difesa, economia - forze di polizia, esercito - riscossione dei tributi (le care vecchie tasse) - battere moneta - emettere documenti di identità per l'estero nel periodo della "questione romana" questa "ridotta entità" quali delle funzioni di sopra ha attuato? Le stesse sono poi state messe in opera dal 1929 in poi, a tutti gli effetti, con la creazione dello Stato della Città del Vaticano. Allora: Debellatio? Sì. Njk
    2 punti
  13. A tal proposito, se non ho capito male, il bonifico è stato annullato dall'acquirente o no ? Ma se io fossi stato il venditore, trattandosi di una cifra importante, avrei preteso un bonifico istantaneo e prima di andarmene avrei lasciato la moneta a chi l'avesse acquistata, solo previo accredito sul conto bancario e questo a prescindere da un accordo di vendita scritta o meno.
    2 punti
  14. Ho cancellato da tutti i post il nominativo del Professionista e la sua città.
    2 punti
  15. Ciao,nessuna domanda è da ignorante se fatta con voglia di imparare... L'attacco di colata o becco di fusione è il punto da dove il metallo fuso passa e va a riempire lo stampo che nel nostro caso è quello dei tondelli, che successivamente vengono spezzati dai canali una volta che il metallo si è indurito per raffreddamento... Poi i tondelli venivano in qualche modo ripuliti dall' eccesso si metallo che si trovava sul bordo dovuto al metallo in eccesso dell' attacco di colata, secondo me i metodi usati erano diversi,in alcune pubbliche la zona è ben pulita, forse perché limata dal metallo in eccesso,in altri esemplari si notano invece evidente residui di metallo come se il canale fosse stato semplicemente spezzato e non rifinito in un secondo momento,questo sia per le pubbliche con tondello fuso e poi coniato che con quelle completamente fuse...
    2 punti
  16. Non saprei. Il nome si può comunque eliminare. Ripeto, aldilà di chi sia il Professionista, è il modus operandi che è sbagliato. Se poi la Signora si è inventata tutto, se ne assumerà la piena responsabilità. M. Scusa, ma finora quello che ha giocato con le parole sei Tu. Nessuno ha scritto che il Professionista è un imbroglione, un farabutto o che è già stata scritta la sentenza che lo condanna. La possibilità che la moneta sia stata sostituita dopo l'esame con l'acido è astrattamente possibile. E non è un gioco di parole. E' una possibilità. Se un Professionista, chiunque esso sia, vuole evitare che qualcuno pensi ciò, allora faccia il test dell'acido davanti al cliente e non dopo che ha firmato il contratto di compravendita e fatto il bonifico (che poi revoca).
    2 punti
  17. Io non ritirerei la moneta e sporgerei querela alla Guardia di Finanza. Sicuramente al ritiro ti verrà fatta firmare una qualche "liberatoria". Il fatto che nel contratto c'è la previsione che la moneta possa essere controllata con acidi per verificarne l'autenticità ed il titolo (cosa peraltro ridicola ed assurda), non significa che tale operazione possa essere eseguita in assenza del cliente. Non esiste proprio. M.
    2 punti
  18. Buongiorno a tutti, in tema di fusioni e soprattutto delle varie tecniche adottate delle quali sicuramente se ne è parlato abbondantemente nel forum. Vi mostro foto delle due ultime postate con l'aggiunta di una pubblica totalmente fusa che già ad una prima e veloce osservazione è palesemente di fattura diversa da quella più piccola. Saluti Alberto
    2 punti
  19. È senz’altro una brutta storia, se un numismatico ( quindi un professionista esperto) vede con lei la sua moneta e la giudica autentica e concordate insieme un corrispettivo, mi chiedo che bisogno c’è di testare poi in un secondo momento la moneta? La moneta andrebbe a mio modesto parere sempre testata anche in sua presenza. Qualcosa non mi torna…
    2 punti
  20. Le cartoline e la storia postale raccontano ... Sapevo che il fratello di mia nonna da fine 1919 al novembre del 1920 era a Innsbruk, con il 1° Reggimento Granatieri. La guerra era finita, ma anche se c'era la pace con l'Austria, non era così con la Germania, e nell'ottobre del 1919 i Granatieri erano stati inviati a presidiare il Passso del Brennero e alcuni territori austriaci. Il 5 novembre truppe bavaresi varcarono il confine ed arrivarono ad Insbruk e nel Brennero; si rischiò lo scontro armato , ma l'arrivo di nuove truppe italiane lo scongiurò. Questo è il fratello di mia nonna ad Innsbruk.
    2 punti
  21. @besson prezzo ottimo per la più rara tra le 4 varianti di questa data La mia in collezione la presi nel 2008 in un listino di un commerciante, ma è decisamente un esemplare difficile da cambiare
    2 punti
  22. E' un thread di coordinamento per le discussioni sulla musica e i costumi di quegli indimenticabili decenni in questione, che altrimenti finirebbero sparse in giro, buono se vi aggrada anche per altri commenti generali su quei periodi. Le descrizioni introduttive di ogni decennio sono fatte al volo a memoria, senza alcuna pretesa di completezza, sugli eventi mondiali ed europei più importanti che mi saltano in mente (quindi non ci troverete il calcio o altre scempiaggini del genere). Aggiungete pure quanto ritenete importante che io ho saltato. Gli anni '70 sono stati anni turbolenti, pieni di guerre (mi vengono in mente al volo oltre quella del Vietnam anche quelle del Kippur, dell'Ogaden, Cina-Vietnam e l'invasione sovietica dell’Afghanistan), dell'inflazione elevata (con i miniassegni in circolazione in Italia), della fame in Africa. L'UE dell'epoca si allargava a Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca (con Groenlandia annessa), cominciava a discutere di libera circolazione all'interno della comunità e si preparava alle prime elezioni del Parlamento europeo. Veniva posto fine alla convertibilità del dollaro USA in oro, e naufragava temporaneamente il progetto di unione monetaria europea a causa dello sconquasso provocato da suddetta ondata inflattiva. Gli anni '80 sono stati un po' meno turbolenti (di guerre rilevanti abbiamo avuto quella delle Falklands e quella Iran-Iraq) ma del resto abbiamo anche rischiato di saltare tutti in aria. Sono gli anni della musica che adoro e della ripresa del progetto di unione monetaria. L'UE dell'epoca si allargava a Grecia, Portogallo e Spagna, e gettava le basi concrete della libera circolazione con la versione primordiale dell'Accordo di Schengen limitata a un nucleo iniziale di Stati. Ci arrivarono le radiazioni di Chernobyl ma in compenso il muro di Berlino crollò e questo aprì esaltanti prospettive. Gli anni '90 sono forse un po' troppo "recenti" per un forum di vecchietti come il nostro, ma visti col senno di poi sono stati anni magnifici (tranne che nell'ex-Jugoslavia). Levando la guerra del Golfo e la disastrosa scomposizione della Jugoslavia sono stati gli anni della sconfitta e il crollo dell'Unione Sovietica con tutto il suo sistema, la fine della Guerra fredda. Anni di grandi passi avanti nell'integrazione europea, dell'allargamento a Svezia, Finlandia e Austria, della velocizzazione e realizzazione dell'unione monetaria nonché della piena attuazione della libera circolazione. Un'epoca di (purtroppo vano) ottimismo e fiducia nella possibilità di un mondo migliore. ...e già che ci siamo mettiamoci dentro pure questi:
    1 punto
  23. Condivido immagini di una cartolina viaggiata posta militare e chiedo maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
    1 punto
  24. Colgo l’occasione per ripresentare i miei bronzi della Koinon di Macedonia con la testa di Alessandro al dritto e Atena al rovescio. apollonia
    1 punto
  25. Un classico film di Natale di 40 anni fa la prima volta l'ho visto al cinema, da allora lo rivedo con piacere nel periodo natalizio ogni anno.
    1 punto
  26. Manco ti avessi chiesto di scindere l'atomo, basta un righello e le monete che hai tu in mano. Poi se con un righello riesci nella scissione dell'atomo, chapeau! Eppure ho chiesto di essere smentito e di dimostrare la tesi del doppio punto genuino, ma non è arrivato niente. Quello che si sarebbe dovuto e potuto fare, ma che non si è voluto fare, era quello di trovare esempi iconografici di doppio punto (verticale in questo caso) e fare dei confronti. Ad esempio in questa piastra di Carlo VI, anni 30 del 1700, si presentano tutte le interruzioni con i due punti. Le interruzioni con il doppio punto, che più volte ho ricordato essere prassi all'epoca, va beh. Studiando i punti si nota che sono 2 e sono uguali tra loro per grandezza e pulizia dei contorni, caratteristiche che, in questo caso, non lasciano alcun dubbio sul fatto che siano stati previsti dalle prime fasi di costruzione di questo conio. Torniamo al primo post, tra tutte le monete con il "doppio punto" quali sono quelle che ne presentano 2 uguali tra loro? E per chiarire la questione sui processi di creazione di un conio, questo è un punzone (dal museo della zecca di Madrid). Detto ciò, dopo confronto iconografico e conoscenza dei procedimenti di coniazione, sebbene siano presenti 2 punti, con buona probabilità la maggior parte di questi è nata da difetti nel conio (in particolare rotture puntuali o simili, che sono documentate ampiamente nella bibliografia numismatica generale). Per quanto mi riguarda, se non ci sono smentite o documenti nuovi, non ho altro da aggiungere a questa discussione. Buona serata, buon weekend e buon Natale
    1 punto
  27. Quoto me stesso. Non sono riportate le due composizioni dei filetti..?
    1 punto
  28. NumisCorner > Auction 1 Auction date: 26 April 2024 Lot number: 39 Price realized: 8,000 EUR (Approx. 8,544 USD) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: Faustina II, Aureus, 170-175/6, Rome, Pedigree, Gold, MS(60-62), RIC:704 Faustina II, wife of Marcus Aurelius, Aureus, 170-175/6, Rome, Gold, RIC:704, Ex Jean Vinchon Numismatique, 23-24 Avril 1976, lot 242, Bust of Faustina II, bare-headed, hair waved and fastened in a bun on back of head, draped, right, Cybele, towered, draped, seated right on throne between two lions, holding drum balanced in left hand and on left knee, Amazing example with some of its original luster, magnificent portrait! Ex Jean Vinchon Numismatique, 23-24 April 1976, lot 242, FAVSTINA AVGVSTA, MATRI MAGNAE DENOMINATION : Aureus YEAR : 170-175/6 COIN CONDITION : MS(60-62) MINT NAME : Rome COMPOSITION : Gold DIAMETER : 20 OUR COIN CONDITION COMMENTS : superb quality OUR COIN CONDITION COMMENTS : some of its original luster OUR COIN CONDITION COMMENTS : magnificent portrait OUR COIN CONDITION COMMENTS : Superior eye appeal COIN RARITY : very rare COIN RARITY : rare in this quality MAIN CHARACTER : Faustina II EMPIRE, KINGDOM, OR CIVILIZATION : Ancient Rome, Roman Republic (509 – 27 BC) WEIGHT (G): 7.34 Faustina II, Aureus, 170-175/6, Rome, Pedigree, Or, SUP+, RIC:704 Faustina II, femme de Marc Aurèle, Aureus, 170-175/6, Rome, Or, RIC:704, Ex Jean Vinchon Numismatique, 23-24 Avril 1976, lot 242, Buste de Faustine II, tête nue, cheveux ondulés et attachés en chignon à l'arrière de la tête, drapée, à droite, Cybèle assise à droite sur un trône, un lion à ses pieds et tenant un tambour sur son genou., Exemplaire avec une partie de son brillant de frappe, remarquable portrait! Ex Jean Vinchon Numismatique, 23-24 Avril 1976, lot 242, FAVSTINA AVGVSTA, MATRI MAGNAE VALEUR FACIALE : Aureus ANNÉE : 170-175/6 QUALITÉ DE LA MONNAIE : SUP+ ATELIER : Rome MÉTAL : Or DIAMÈTRE : 20 COMMENTAIRE SUR LA QUALITÉ DE LA MONNAIE : Superbe qualité COMMENTAIRE SUR LA QUALITÉ DE LA MONNAIE : une partie de son brillant d'origine COMMENTAIRE SUR LA QUALITÉ DE LA MONNAIE : magnifique portrait COMMENTAIRE SUR LA QUALITÉ DE LA MONNAIE : Monnaie agréable à l'oeil RARETÉ DE LA MONNAIE : très rare RARETÉ DE LA MONNAIE : monnaie rare dans cette qualité PERSONNAGE PRINCIPAL : Faustina II EMPIRE, ROYAUME OU CIVILISATION : Rome antique, république romaine (509 - 27 av. J.-C) POIDS (GR): 7.34 Starting price: 8000 EUR ILLUSTRAZIONE: Cibele in trono, marmo da Ostia. MANN, Napoli
    1 punto
  29. Genny grazie mille per la citazione 😊 Infatti, ricordo anche la vecchia discussione, poi con il tempo ne ho trovato una anche io. Dici giusto Genny, relativamente al buon bombetta per le piastre oltre alle da te citate 34, 56 e 48 abbiamo la 38 e la 57,perché queste date abbiano la legenda con i doppiopunti? Secondo me e sottolineo secondo me sono dei segni per distinguere la partita o il macchinario che l'ha battuta, anche perché si vedono solo in certe date a tiratura massiccia. Indubbiamente ci sono e un significato l'avranno! Varianti? Per me si!poi se per altri sono varietà, curiosità o semplici fuffe a me non importa più di tanto, a me piacciono le prendo e le inserisco nella mia umile raccolta senza badare al giudizio altrui, l'importante che le paghi poco o il giusto,quello che conta è godermi la moneta. Per quanto riguarda le piastre del 98, non sono certamente un esperto anzi tutt'altro, ma per me tutte quelle postate hanno il doppiopunto, varianti? Per me si! Un saluto a tutti. Raffaele.
    1 punto
  30. Bello e di estrema rarità, questa estate l'ho visto in mano, io ho il fratellino ; un plauso anche a Lorenzo @dareios it che 7 anni fa iniziava questa interessantissima e partecipata discussione sui cavallucci
    1 punto
  31. La faccenda è torbida e ogni tentativo di chiarirla non fa altro che intorbidarla di più… ci vorrebbero notizie di prima mano da entrambe le parti, non solo da una
    1 punto
  32. Per la valutazione sarebbe meglio aspettare @fapetri2001, io al momento sono fuori e non ho i libri sottomano, .. esistono se non ricordo male due composizioni di filetti, una verticale ed una orizzontale con quotazioni differenti. Ecco perché servono libri specialistici ed ecco perché vanno studiati, on line tutte queste cose non te le dicono, forse perché non le sanno neanche loro. Indubbiamente il francobollo su busta viaggiata vale molto di piu che l'esemplare sciolto, inoltre al valore del francobollo andrebbe aggiunto il valore degli annullli.
    1 punto
  33. Bene. Ritengo che ASSOLUTAMENTE SENZA FAR NOMI o altro che possa portare all'identificazione del Professionista in questione (personalmente non ho avuto il tempo di leggerlo), la discussione possa continuare, confidando nel senso di responsabilità di ciascuno.
    1 punto
  34. Sì. Un 5 euro d'argento, sullo stesso tema, ma con disegno leggermente diverso. Le monete erano due. Io del 5 euro non ho visto niente, ma presumo sia stato inacquistabile pure quello.
    1 punto
  35. Sarà l'ultimo evento di quest'anno che è stato particolarmente ricco. Sarà anche) 'occasione per scambiarsi gli auguri con un brindisi insieme, scamhiarsi qualche parola. In un modo sempre più virtuale credo sia qualcosa di importante e di aggregazione.
    1 punto
  36. Sembra lo stesso conio di questa, attualmente in vendita su ebay. Condividono anche lo stesso piccolo esubero di metallo accanto alla T di Imperatore. Quindi, probabilmente, invece di una ribattitura si tratta di un adattamento di un conio proveniente da Venezia per usarlo nella zecca di Milano.
    1 punto
  37. Sono d’accordissimo con te, sarebbe bello sentire entrambe le versioni, per avere una migliore visuale della questione.
    1 punto
  38. Ciao Genny, no. Mi sono sicuramente espresso male. Nei miei post sopra quando parlo di diversa tecnica di fusione e poi mostro una pubblica totalmente fusa è limitata alla tecnica di preparazione del tondello che accomuna tutte le pubbliche. Come anche tu mi insegni, ma se sbaglio correggimi pure, tutte le pubbliche hanno in comune che il tondello è ottenuto per fusione. Successivamente il tondello fuso veniva coniato a martello. Poi ci sono quelle ottenute totalmente per fusione. Saluti Alberto
    1 punto
  39. Quindi, non mi pare che finora sia stato suggerito niente di più di quello che avresti fatto anche Tu. Se poi consideriamo che in questo caso non ci sono neppure le foto prima della consegna....... Dove si parla di sentenze, di farabutti , di imbroglioni, ecc.? M.
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  40. Infatti è stata tassata a destino, il crayon rosso indica tassazione. Non ti so dire se per 5 o 10c, bisogna vedere quanto era la tariffa che ora non ho sottomano. Belle le foto e bella la cartolina.
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  41. Medaglia devozionale francescana, bronzo/ottone, con piolini a ore 3,6,9,,della prima metà del XVII sec.- D/ San Francesco d'Assisi in ginocchio in atto di ricevere le stimmate.- R/ Busto di S. Antonio da Padova con Gesù Bambino davanti a lui a DX. anepigrafe. sia a D/ che al R/ sono presenti quattro testine di cherubini, non comune. Ciao Borgho
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  42. Boh, non è la mia monetazione quindi mi astengo dal formulare un parere sulla moneta in oggetto. Vorrei però porre una domanda a qualcuno che si è esposto in tal senso. Che diavolo di scala usate? Ne avete una personale? Prima di scrivere in un forum un parere riguardo uno stato di conservazione non sarebbe almeno utile informarsi sulla scala che usiamo? Mb-spl? qBB = mMB? Il forum vi fornisce tutti i mezzi per imparare e sarebbe meglio leggere prima di scrivere. Buon forum a tutti.
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  43. Buonasera a tutti, stasera dopocena Vicereale. Vi mostro un paio delle mie pubbliche 1622 che a me personalmente piacciono molto. Ho messo insieme la più grande (34mm)e la più piccola (26mm). Pensavo due cose, dimensioni e peso diverso, valore e potere di acquisto uguali. Saluti Alberto
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  44. Mai vista sino ad ora un'imitazione di un 5 franchi d'oro con Napoleone III, con quel COPIA molto probabilmente sarà di produzione italiana. Sembrerebbe vecchiotta, fine XIX secolo inizi XX, io ho queste per esempio che riportano COPIA, magari sono dello stesso periodo, gettoni da gioco? Escluderei omaggi di case dolciarie & co. anni '60/'70, il 5 franchi nonchè questi due pezzi da 20 lire un centinaio di anni li dimostrano, prodotti a suo tempo come semplici gettoni da gioco? magari era usuale produrre delle copie di monete d'oro circolanti all'epoca, naturalmente è solo un'ipotesi.
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  45. condivido appieno quanto hai scritto.. posso avere la massima oculatezza nelle mie scelte.. ma quanto in là potrò spingermi? Pensiamo al 2500. Qualcuno pensa seriamente che potremo determinare quel che sarà fra 500 anni? Ci sarà un momento in cui gli accadimenti avranno la meglio su tutto e le cose prenderanno la piega che dovranno prendere e noi nulla potremo.. ma a quel punto, che ci importa? Una volta che io in vita ho fatto quel che ritenevo giusto, chi viene dopo di me avrà di che arrangiarsi..
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  46. Io penso di lasciarla ai miei figli e ne faranno quel che vorranno. Se uno dei due da grande mostrasse maggiore interesse, la lascerei tutta a uno solo per intero. Altrimenti mi divertirò a dividere i pezzi secondo un mio criterio. compro poche cose e mi piace pensare che il gruzzolo di monete che lascerò sarà un pezzo di me che rimane sulla terra. Tutto quel che vorranno fare i miei figli di quelle monete, sarà la scelta giusta.
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  47. Riassumendo, la sequenza degli "strumenti monetali" in uso a Roma è: [1] aes rude; [2] aes signatum "ramo secco"; [3] aes signatum "quadrilateri" (uno dei quali con legenda ROMANOM); [4] aes grave (monete fuse) [5] monetazione romano-campana (dapprima con legenda PΩMAIΩN, poi ROMANO e infine ROMA); [6] monete coniate (con legenda ROMA). [1] e [2] erano sicuramente presenti in età regia, ma [1] non era una moneta (e quindi non era emesso dai re) e [2] quasi di sicuro non era di origine romana (senza considerare che anch'esso probabilmente non era una moneta ma, al più, una riserva di valore, prodotta da privati e non emessa dallo Stato). [3] e [4] potrebbero essere comparsi in epoca regia, ma è estremamente improbabile; è più verosimile che siano contemporanei a [5] e, quindi, di età repubblicana.
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  48. Trovo molta confusione in questa discussione. La dottrina prevalente (vedi, fra tutte, le opere di Carandini) ritiene che i re siano effettivamente esistiti. Residua, peraltro, una testimonianza epigrafica, il lapis niger (su cui è scritto "... OKA FHAS / RECEI IO ...", e "recei" è appunto una declinazione arcaica di "rex"), anche se alcuni studiosi hanno proposto che su tale pietra si parli del "rex sacrorum" ("re addetto ai sacrifici") e non del "rex" vero e proprio. Sia come sia, anche l'esistenza (attestata ancora in epoca repubblicana) del "rex sacrorum" è un chiaro relitto giuridico-sacrale dell'esistenza del "rex" in epoca antecedente. V'è di più. Sulla base di valutazioni linguistiche e (per l'epoca dei Tarquini) di attestazioni epigrafiche etrusche, si ritiene anche probabile che i nomi tramandatici dalla tradizione siano quelli effettivi dei re. E' vero, come ha evidenziato Gallienus nel post numero 6, che alcuni di tali nomi potrebbero essere (diremmo noi) soprannomi, ma questa era una prassi radicata nella tradizione romana: tutti i "cognomina", alcuni dei quali sedimentatisi come "agnomina", erano "soprannomi", compresi i celeberrimi "Scipione", "Cesare", "Ottaviano", "Augusto", "Caligola", etc. Poichè, inoltre, alcuni di essi venivano attribuiti ex post (ad esempio, Publio Cornelio Scipione fu detto "Africano" dopo aver vinto in terra d'Africa, Gaio Giulio Cesare figlio adottivo fu detto "Ottaviano" dopo che la sua adozione ne aveva provocato la fuoriuscita dalla gens degli Ottavii), non sembra minimamente irrealistico che un re sia stato detto "Pompilio" dopo aver disciplinato la pompé, o "Marzio" dopo aver onorato Marte. Addirittura, è opinione sostenuta da autorevoli studiosi (Carandini, fra tutti), che lo stesso "Romolo" sia un nome, e non un soprannome; talché effettivamente Roma avrebbe preso il proprio nome da lui, come affermato dalla tradizione, e non il contrario. E' vero anche che gli anni di regno non sono realistici (Numa e Servio, ad esempio, avrebbero regnato per oltre 40 anni), ma soccorre l'ottima spiegazione di Carandini: nella tradizione orale ultrasecolare, si sarebbe sedimentata la memoria dei soli re "importanti", cui sarebbe stato quindi attribuito un periodo di regno più lungo di quello effettivo, includendo anni in cui in realtà il potere era appartenuto a re "minori" o a interreges. Mutatis mutandis, sarebbe come se un domani, in mancanza di fonti documentali, si perdesse memoria del periodo di regno di Giovanni Paolo I e la storia riportasse che a papa Giovanni VI è succeduto direttamente Giovanni Paolo II: non sarebbe un fenomeno strano. Detto tutto questo, i re di Roma non hanno battuto moneta perché l'introduzione della moneta, a Roma, fu molto posteriore all'epoca regia (a eccezione di quanto preciserò, in seguito, sul "ramo secco"). La monetazione dovrebbe essere nata, in maniera del tutto indipendente, in Anatolia e in Cina, in entrambi i casi (se non sbaglio) nel VI secolo (sostituendo fenomeni di baratto con metalli preziosi iniziati già secoli prima). Quella occidentale, in particolare, nascerebbe dall'uso di palline di elettro, rinvenute nei fiumi anatolici, come controprestazione nei baratti e, quindi, come riserva di valore ma la decisione di punzonare tali palline per attestarne la bontà, primo effettivo atto di monetazione statale, sembra attribuibile a re Creso che (fatta la tara sulle leggende che lo circondano) dovrebbe aver regnato in Lidia tra il 561 e il 546 a.C. Da quel momento, i mercanti greci diffusero in tutto il Mediterraneo l'uso della moneta (della loro moneta, giova precisare), che così arrivò anche in occidente. Nel 1867 fu rinvenuto ad Auriol, a pochi chilometri da MarsIglia, in un contenitore ceramico, 2130 monete greche arcaiche, per la stragrande maggioranza di tradizione ionica, datate (secondo l'opinione prevalente) alla seconda metà dello stesso VI sec. a.C. Per la grande quantità di reperti, quella monetazione è stata definita "tipo Auriol", ma monete analoghe erano già state rinvenute nel 1862 a Morella (Spagna - 21 esemplari) e successivamente, nel 1868, a Pont de Molins (catalogna - 46 monete) e - quel che qui più interessa - a Volterra (Tuscia - 65 esemplari). Le monete rinvenute a Volterra ( https://www.lamoneta.it/topic/76470-far-west/ ) , in particolare, dovrebbero essere datate alla prima metà del V secolo, quindi leggermente posteriori a quelle di Marsiglia. Gli italici conoscevano quindi le monete già dalla fine dal V secolo grazie ai contatti commerciali tra mercanti greci ed etruschi; e poiché a Roma regnavano i Tarquinii, di origine appunto etrusca, si può supporre che qualche moneta "tipo Auriol" sia passata dalla città tiberina. Non ce n'è tuttavia prova, e comunque si sarebbe trattato di monete greche, non battute dai re capitolini. A Roma l'emissione di moneta propria arrivò invece seguendo due strade: la monetazione cosiddetta "romano-campana" ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RC ), coniata con tipi greci; e la monetazione fusa, comprendente a sua volta lingotti rettangolari, detti "quadrilateri" o "aera signata" (al singolare, "aes signatum" - https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AESS ) e monete tonde, dette invece "aera grava" (al singolare, "aes grave" - https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB ). La monetazione "romano-campana" fu sicuramente battuta, su richiesta di Roma, da città magnogreche , verosimilmente per esigenze di commercio fra la nazione latina e quelle greche. La prima di queste monete ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/1 ) è facilmente databile al 326 a.C., perché a parte la legenda è perfettamente rispondente ad altre monete di Neapolis che, anno più anno meno, risalgono a quel decennio. Siamo, quindi, abbondantemente dopo l'epoca regia di Roma (terminata, come noto, nel 509). Le monete con legenda "ROMANO", da te citate, appartengono appunto alla categoria delle monete romano-campane. Per quanto riguarda l'aes grave, esso costituisce un fenomeno spontaneo che si manifesta, quasi contemporaneamente, in tutte le nazioni italiche, che cominciano a produrre monete tonde (o, in un caso, ovali) di bronzo, con un peso corrispondente (al netto dell' "aggio", ma su questo non mi dilungo) a quello dell'unità di peso allora in uso (l' "asse" o "libra", che a seconda della nazione variava dai 380 g di Hariminum, Atria e Vestini ai 151 g di Velathri) o delle sue frazioni; queste monete, pertanto, valevano tanto quanto il metallo che contenevano. Ora, la datazione dell'aes grave è molto discussa, e per quanto riguarda Roma va dal 423 a.C. proposto da Corradi (nel suo saggio Dissertazione sull'aes grave fuso e coniato di Roma e relative riduzioni, in “Nummus et Historia” VII, Formia 2003) al 280 a.C. proposto da Crawford. Se Corradi avesse ragione, l'ultimo re di Roma avrebbe quindi emesso la prima serie monetale dell'Urbe (che lui identifica nella Giano-prora, https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB9 ); tuttavia la sua voce è isolata e la stragrande maggioranza degli studiosi ritiene che l'aes grave sia comparso nella seconda metà del IV secolo, peraltro non a Roma ma in Etruria: le emissioni più antiche dovrebbero essere quelle di Tarquinia, ascendenti al massimo al 351 a.C. Insomma, anche l'aes grave dovrebbe essere più o meno contemporaneao alla monetazione romano-campana, se non addirittura posteriore. Resta da datare i quadrilateri. Molti studiosi ipotizzano che siano contemporanei all'aes grave, ma il discorso è molto più complesso. Plinio (Nat. Hist., 33, 3, 13) afferma che "Servius rex primus signavit aes. Antea rudi usos Romae Timaeus tradit. Signatum est nota pecudum unde et pecunia appellata". Secondo questa testimonianza, quindi, il re Servio Tullio (che avrebbe regnato dal 578 al 535 a.C.) fu il primo a far apporre un segno di Stato sui lingotti di bronzo, e tale segno sarebbe consistito in una pecora ("nota pecudum"). Se la testimonianza di Plinio fosse attendibile, non solo la prima moneta romana, ma forse la prima del mondo sarebbe stato l'aes signatum con pecora emesso da Servio Tullio, che potrebbe aver preceduto di pochi anni le monete di Creso e quelle cinesi. Qui però sorge un problema: un simile aes signatum non è stato rinvenuto. Non solo: i rinvenimenti di quadrilateri romani (esistono anche quadrilateri italici, seppure rarissimi), quando possono essere datati in base al contesto archeologico, sono tutti ascrivili, come l'aes grave, alla fine del IV secolo o inizi del III. Può astrattamente supporsi che i quadrilateri con pecora, di epoca serviana, siano andati tutti perduti, ma sembra abbastanza irrealistico. Ma allora, quale moneta si usava a Roma in epoca regia? Ares III, nel post numero 7, ha correttamente richiamato i pezzi di bronzo informe, che oggi sono denominati "aes rude" ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-AESR ). Il loro uso, come visto, è attestato anche da Plinio ("rudi usos Romae") e la loro esistenza, nonché funzione proto-monetale, è ben comprovata in archeologia: interessantissimo il deposito votivo scoperto nel 1852 a Vicarello (parzialmente ricostruito al Museo nazionale Romano - https://generazionediarcheologi.com/2017/05/10/bicchieri-che-raccontano-storie-il-deposito-votivo-di-vicarello/ ), dove i pezzi di aes rude componevano uno strato sottostante a quelli di aes grave, a loro volta sottostanti alle monete coniate, dimostrando così sia la comune funzione monetale, sia la cronologia relativa. Nei commerci, questi pezzi di bronzo informe erano sicuramente scambiati a peso, come dimostra la memoria, nel diritto romano, del procedimento "per aes et libram" (ossia "mediante il bronzo e una bilancia"). L'uso dell'aes rude è attestato in contesti archeologici dell'VIII secolo (forse addirittura del XI), però esso non è una vera moneta: sono pezzi di bronzo che venivano barattati a peso. Nulla di diverso dalle pecore, con cui sono computate alcune sanzioni delle XII tavole, o dalle palline di elettro in uso in Lidia. Ma non è tutto, e qui il quadro si complica ancora di più. In suolo italico i "quadrilateri", ossia lingotti enei rettangolari di buona fattura (prevalentemente di origine romana) non sono l'unico esempio di aera signata, ossia di lingotti recanti un segno. Esisteva anche un tipo più antico e più grezzo, denominato "ramo secco" ( https://www.lamoneta.it/topic/113618-aera-signata/ ) perché recava un'immagine in rilievo somigliante a un ramo privo di foglie (pochi altri esemplari recano altri segni: lisca di pesce, clava, delfino, crescente lunare). Ora, i lingotti "ramo secco" sono stati rinvenuti in tutta Italia (anche a Roma) e - cosa particolarmente interessante - un frammento di “ramo secco” di 0,425 kg è stato rinvenuto presso il santuario di Bitalemi, in Sicilia (Piero Orlandini, AIIN 1965-1967), nello strato n. 5 del deposito n. 26, strato sigillato e sicuramente databile a prima del 540 (probabilmente, al 570-540). Il "ramo secco" quindi era già diffuso prima di tutte le monete italiche, forse addirittura prima di tutte le monete mondiali (al più, sarebbe almeno contemporaneo delle monete di Creso e di quelle cinesi). Potrebbe quindi essere questo l'aes signatum di cui parla Plinio? E potrebbe, allora, essere la testimonianza che la moneta è stata effettivamente inventata a Roma, da uno dei suoi re (sia pure, in modo indipendente dagli analoghi processi sviluppatisi in Anatolia e in Cina)? Alcuni studiosi lo hanno proposto, ma ostano tre problemi. In primo luogo, non è sicuro che avesse uno scopo e un uso monetale: è vero che è stato rinvenuto in contesti votivi (oltre che a Bitalemi, anche a Terravecchia di Grammichele), ma va da sé che l'offerta a un dio può consistere anche in un oggetto d'arte, o comunque di valore, oltre che in una moneta [per inciso, il caso dell'aes rude è diverso: è stato rinvenuto anche in altri contesti, ad es. come "obolo per Caronte" sui cadaveri, e in più c'è la testimonianza giuridica del procedimento "per aes et libram"]. In secondo luogo, la sua ampia diffusione, dall'appenino tosco-emiliano alla Sicilia, appare eccessiva in relazione a quella che poteva essere l'area di influenza commerciale (per non dire politica) della Roma del VI secolo a.C. Infine, è di tutta evidenza come il "ramo secco" sia un disegno molto diverso dalla "nota pecudum" riportata da Plinio. Comunque, un (piccolo) margine di incertezza resta. A margine, giova precisare che non è invece attestato l'utilizzo di argento grezzo in ambito romano, quale moneta di scambio, sebbene oggi molto venditori propongano pezzi di asserite "silver precoin" nei loro cataloghi. Verghe d'argento grezzo in un contesto "monetale" sono state rinvenute nei già citati depositi Pont de Molins (Iberia) e di Volterra (Tuscia) ma mai in ambito culturale romano.
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