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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/01/25 in tutte le aree
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Inserisco con piacere l'ultima moneta entrata in collezione. Mezzo scudo da 6 tarì 1611 della zecca di Messina, acquistato stamane dalla numismatica Fonseca presso il convegno di Catania. Moneta costata parecchio per le mie tasche, ma molto meno dei prezzi che sta facendo ultimamente in asta, per me inarrivabili. Vi chiedo, anche solo per curiosità, un parere sulla conservazione e un parere sul valore di mercato della moneta in questa conservazione.4 punti
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Credo nessuno degli organizzatori scriva sul forum. Io sono andato stamane. Come i precedenti, convegno molto vivo, pieno di collezionisti e belle monete. Come al solito manca completamente la numismatica Antica. Greco/Romane non se ne vedono e si comincia ad avere una esposizione di pezzi dignitosa solo a partire dal periodo bizantino. Per chi colleziona zecche meridionali è un must. Monete per tutte le tasche. Molti collezionisti propongono scambi, per cui il convegno diventa anche un posto dove conoscere altri collezionisti e scambiare doppioni. Io ho portato a casa un bel mezzo scudo del 1611. Vi allego una foto del convegno. Per la cronaca gli espositori dovrebbero essere intorno ai 12-15. La foto taglia i tavoli di alcuni espositori, che si trovano sul lato esterno ed alle mie spalle.4 punti
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Continuare in vecchiaia a coltivare i propri interessi, con immutato desiderio di conoscenza e sapere ... con la mente ancora lucida e sana per poterlo fare. E' un bel finire la propria esistenza per un uomo di scienza.4 punti
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Con nonno Cesare ho avuto un rapporto a distanza negli ultimi quattro anni: lui mandava i suoi articoli a Mario che prontamente me li girava. L'anno scorso, sentendo l'approssimarsi dell'appuntamento con la "Signora dal nero mantello" e rendendosi conto che non avrebbe potuto concludere il suo immenso lavoro di ricerca, mi fece avere, oltre ai suoi articoli pronti per essere inseriti sul Gazzettino, anche i suoi appunti comprendenti anche il programma numismatico. Mi piace ricordarmelo così, assorto sull'elenco delle cose da fare e da sviluppare: ve ne faccio dono, chissà che qualcuno di voi non voglia raccogliere la sua eredità intellettuale. Sono sicuro che è per questo che mi ha spedito questa documentazione ed in cuor suo, finalmente liberato dalla sofferenza terrena, guardi verso di noi speranzoso che il suo disegno non vada del tutto perduto. 9 Monete d'oro.pdf Preludio alla numismatica.pdf LA MONETA E LA STORIA.pdf4 punti
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Tornando alle monete in rame, sinceramente io eviterei il Sidol o chi per esso che distrugge completamente la patina e, molto spesso, ne impedisce la riformazione in parte o in toto. Mi permetto di riproporre questo articolo apparso sul Gazzettino di Quelli del Cordusio #6 del novembre 2019: Pulire rame.pdf3 punti
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Ho terminato la mia ricerca. Ne ho trovato un UNICO esemplare: ex asta Hamburger 1902, collezione Gnecchi. Ti garantisco che i listini di collezioni papali importanti li ho guardati praticamente tutti!😎 Puoi segnare R5! Complimenti!3 punti
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Grazie mille Njk! Che bellezza quando i post di questa sezione sono diversi da: “quanto vale questa 1000 lire Montessori?” e “Ho un 5 euro con due numeri consecutivi. È raro?”3 punti
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Ciao a tutti. A beneficio di @fullonse di quanti hanno seguito la discussione posto alcuni esemplari censiti come non autentici con identici conii di dritto e rovescio del denario presentato. In più ho trovato anche i conii moderni utilizzati per coniare questi falsi ( non ci sono quindi più dubbi su questo) 🙂. ANTONIO3 punti
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... che farebbe sognare Ali Baba. Ciao a tutti! Qualche giorno fa ho mostrato ad alcuni amici una parte della mia collezione, inclusa la serie completa delle ultime banconote della RDT, dai 5 ai 100 marchi. Uno mi dice: "No, non è la serie completa! Mancano i tagli da 200 e 500!" Ed io gli rispondo che abbiamo tutti e due ragione… ma forse io un po’ di più. 😁 Prima parte I biglietti da 200 e 500 marchi della Repubblica Democratica Tedesca (RDT) non vennero mai effettivamente ufficialmente emessi o utilizzati nella circolazione regolare. Tuttavia, anche loro hanno una storia da raccontare. Il contesto storico è quello dei due stati tedeschi nel dopoguerra, di cui uno adottò il Mark der Deutschen Notenbank (poi chiamato Mark der DDR, abbreviato in M) come valuta ufficiale. Questa moneta era il simbolo del sistema socialista e della pianificazione centralizzata, in contrasto con il Deutsche Mark (DM) della Germania Ovest. La RDT emise in diverse serie banconote in tagli più comuni (5, 10, 20, 50 e 100 marchi), i biglietti da 200 e 500 marchi non furono mai messi in circolazione. Tuttavia, progetti e disegni di questi tagli vennero realizzati e furono addirittura stampati. Perché i tagli da 200 e 500 marchi non furono emessi? Possiamo solo fare speculazioni. - Limitazioni economiche: La RDT era uno stato socialista con un'economia pianificata. La maggior parte delle transazioni avveniva attraverso un sistema controllato dallo Stato, e i salari erano generalmente bassi. Non c'era bisogno pratico di banconote di valore così alto, dato che pochi cittadini avevano accesso a grandi somme di denaro. - Controllo sul denaro: La circolazione di contante era limitata, poiché lo stato promuoveva il risparmio e controllava rigidamente l'economia. I tagli elevati erano considerati inutili e persino rischiosi, poiché avrebbero potuto incentivare attività non ufficiali o il mercato nero. - Motivi politici: La RDT cercava di mantenere una facciata di uguaglianza sociale. L'uso di banconote di alto valore avrebbe potuto dare l'impressione di disuguaglianze economiche, un'immagine che il governo socialista voleva evitare. Ma allora perché i tagli da 200 e 500 marchi furono prodotti? All’ovest c’era una bancota da ben 1000 DM, volevano mostrare che anche ad est si poteva fare di più. Seconda parte Dopo la riunificazione della Germania, il marco tedesco occidentale (DM) divenne la valuta ufficiale della ex-RDT, a partire dal 1° luglio 1990. Di conseguenza, le vecchie banconote della Repubblica Democratica Tedesca persero ogni validità e vennero ritirate dalla circolazione. Per gestire questa enorme quantità di denaro ormai inutilizzabile, la Staatsbank Berlin decise di stoccare circa 100 miliardi di marchi della DDR (pari a 620 milioni di banconote) in una rete di tunnel sotterranei nei pressi di Halberstadt, nei monti Thekenberge. Le banconote furono trasportate in loco con convogli militari dalla vecchia sede della Reichsbank di Berlino e depositate all’interno di due lunghi tunnel di arenaria, ciascuno lungo sui 300 metri. L’area venne poi sigillata con colate di cemento (due metri di spessore) e pesanti porte d’acciaio, mentre il denaro venne coperto con ghiaia e sabbia con l’idea che, nel tempo, l’umidità naturale del sottosuolo ne avrebbe accelerato la decomposizione. Tuttavia, questa previsione si rivelò errata: un’indagine condotta nel 1992 confermò che le banconote si degradavano molto più lentamente del previsto. Il sito, poi noto come il "tesoro di Halberstadt", rimase abbandonato per diversi anni, ma la sua esistenza attirò l’attenzione di alcuni avventurieri. Nel 1999, due uomini del vicinato riuscirono a introdursi nel deposito attraverso una frattura non sorvegliata nel sistema di gallerie, portando via un numero significativo di banconote, inclusi i tagli da 200 e 500 marchi. Nel luglio 2001, la KfW-Bank (che aveva acquisito la gestione del sito dopo la fusione con la Staatsbank della DDR) venne informata che queste banconote stavano apparendo in circolazione nei mercati numismatici e persino agli sportelli delle banche (anche se non potevano più essere scambiate). I due responsabili del furto furono arrestati e condannati, ma il rischio di ulteriori intrusioni e il pericolo per eventuali incidenti spinsero la KfW a prendere una decisione drastica. Nel marzo 2002 iniziò l’operazione di rimozione e distruzione definitiva del denaro. Le pareti di cemento che sigillavano i tunnel vennero demolite e il denaro fu estratto con pale meccaniche, ripulito da sabbia e ghiaia e caricato in enormi container (33 metri cubi di capienza!). Un totale di 298 camion trasportò le banconote ad una centrale di incenerimento dove furono bruciate insieme ai rifiuti domestici. L’intera operazione si concluse il 25 giugno 2002, eliminando definitivamente quello che un tempo era stato il sistema monetario della RDT. Morale della favola: Questa faccenda non è mai stata completamente chiarita, e molti aspetti restano ancora dubbi. Tuttavia, si può affermare con relativa certezza che tutte le banconote di taglio “grande” non provengano da fonti ufficiali, lecite (cosa che mi ricorda un'altra italica leggenda che parla di calzetti e mutande). Ma non credo che la finanza vi sveglierà all’alba se ne possedete una, quindi potete dormire sonni tranquilli. Njk ==================== Testi trovati, copiati, tradotti e reimpastati anche da: https://www.tagesschau.de/wirtschaft/finanzen/ddr-geld-halberstadt-schacht-bargeld-geldscheine-100.html https://de.wikipedia.org/wiki/Mark_(DDR)#Vernichtung_der_Banknoten https://www.kfw.de/stories/gesellschaft/gesellschaftlicher-zusammenhalt/der-schatz-von-halberstadt/ Un ringraziamento particolare a: Lindo ed il piano quinquennale che porta stabilità per il supporto musicale.2 punti
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Buonasera a tutti, spero di fare cosa gradita nel condividere questo "gioiellino" Grazie a chi vorrà commentare. Enrico2 punti
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fonte: https://www.livescience.com/archaeology/romans/1-700-year-old-roman-hoard-includes-gold-coins-depicting-illegitimate-emperor Un tesoro romano di 1.700 anni fa include monete d'oro raffiguranti un imperatore illegittimo Scavi "segreti" in Lussemburgo rivelano 141 monete d'oro romane di otto imperatori romani e un usurpatore. Gli archeologi in Lussemburgo hanno scoperto un sontuoso tesoro di monete d'oro romane di 1.700 anni fa che era stato posizionato vicino alle fondamenta di un piccolo forte romano a forma di torre. Il team ha dissotterrato 141 monete d'oro, coniate tra il 364 e il 408 d.C., a Holzthum, un villaggio nel nord del Lussemburgo. Le monete presentano i ritratti di otto imperatori, ma tre monete raffiguravano un sovrano inaspettato: Eugenio, un imperatore illegittimo dell'Impero romano d'Occidente che regnò solo per due anni (dal 392 al 394). Eugenio è il 3° da dx (nota mia) Questo usurpatore, Eugenio, insegnante di retorica e funzionario di corte, fu proclamato imperatore d'Occidente da un potente ufficiale militare, mesi dopo che l'imperatore d'Occidente Valentiniano II fu trovato impiccato in circostanze misteriose. Tuttavia, Teodosio I, l'imperatore cristiano d'Oriente, si rifiutò di riconoscere Eugenio e disapprovava la sua presunta politica di tolleranza religiosa. Ciò portò a un conflitto armato e culminò nella sanguinosa sconfitta e morte di Eugenio nella battaglia di Frigido nel settembre del 394. Le sue monete sono particolarmente rare perché il suo periodo al potere fu così breve. "Questa è una scoperta archeologica importante, poiché è estremamente raro poter studiare un intero antico deposito monetario nel suo contesto archeologico", hanno scritto i ricercatori in una dichiarazione tradotta dall'Istituto nazionale per la ricerca archeologica (INRA) in Lussemburgo. A causa della sua importanza storica, la scoperta è stata tenuta segreta per quasi quattro anni, con scavi sotto la direzione dell'INRA che si sono svolti dal 2020 al 2024. Il team ha anche dovuto affrontare condizioni pericolose, poiché nell'area erano sepolte numerose munizioni ed esplosivi della Seconda Guerra Mondiale, spingendo il Servizio di azione contro le mine dell'esercito del Lussemburgo (SEDAL) a dare una mano con gli scavi. Il valore del tesoretto si aggira attorno ai $ 322.000 Le monete d'oro sono solidi, un termine che deriva dal latino "solidus", che significa "solido", un riferimento al loro contenuto d'oro costantemente affidabile. Le monete, ciascuna delle quali pesa circa 0,16 once (4,5 grammi), furono introdotte all'inizio del quarto secolo durante l'era del "Tardo Impero Romano". Il solidus rimase relativamente stabile per secoli e si diffuse in tutta la regione del Mediterraneo. In seguito a un'analisi indipendente, che ha preso in considerazione le "eccellenti condizioni" delle monete e "la presenza di alcuni esemplari rari", le monete sono state valutate 308.600 euro, ovvero quasi 322.000 $. In conformità con le disposizioni legali sul patrimonio culturale, questa somma è riservata a coloro che hanno diritti legali, come i titolari di proprietà, sul ritrovamento. "Ci vorrà ancora del tempo per elaborare gli scavi e i ritrovamenti", ha affermato il ministro della cultura lussemburghese Eric Thill in una dichiarazione parlamentare tradotta, "ma senza dubbio aumenterà la nostra conoscenza e comprensione dell'ultimo secolo dell'Impero romano in Occidente". I ricercatori hanno in programma di analizzare ulteriormente il tesoro e alla fine pubblicare i risultati in una rivista di ricerca. V. Anche: https://new.coinsweekly.com/news-en/largest-hoard-of-ancient-gold-coins-discovered-in-luxembourg/ https://archaeologymag.com/2025/01/roman-gold-coins-in-luxembourg/ https://arkeonews.net/secret-excavations-in-luxembourg-reveal-141-roman-gold-coins-from-nine-roman-emperors/ https://www.threads.net/@archaeology.news/post/DFTZXhdOZnv https://en.wikipedia.org/wiki/Holzthum_Hoard2 punti
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DE GREGE EPICURI Sul tesoro di Limoges della "usine à gas" l'articolo da te citato un po' di cose le dice. Sono state studiate 6393 monete tutte in Ag (4 antoniniani, il resto denari), ma c'è la fondata ipotesi che in origine le monete fossero più numerose (da 7000 a 12.000). Alcuni pensano addirittura che, oltre alla giara che le conteneva, in origine ce ne fossero altre 2 o 3, ritrovate in periodi precedenti e non consegnate alle autorità; su questo però l'articolo non cita prove, nè indizi. I denari vanno dal 2° secolo fino a Postumo, con un forte addensamento nei 30 anni della dinastia severiana, e molti sono splendidi o fdc. Essi sono stati distribuiti fra molti musei e istituzioni pubbliche, non citate nell'articolo.2 punti
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Spero proprio non sia successo nulla di grave.2 punti
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Giusto per chiudere il cerchio facciamo luce su quei due caratteri che avevo scambiato per numeri 1 e 8 Grazie ai link sopra menzionati finalmente so che il simbolo accanto al numero 1 non è il numero 8 , significa 'persona', il numero 1 invece è corretto ed in questo caso viene utilizzato come 'una'. La traduzione completa dei quattro caratteri:2 punti
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Grazie mille @Meleto! Ora so di poter entrare al parco! Era in un piccolo lotto di monete cinesi da identificare ed era l'ultimo che mi mancava da classificare. Grazie anche a @caravelle82 Aggiungo: nella fonte inviata da @Meleto c'è un riferimento al negozio che lo vendeva per 25 dollari. Sicuramente non credo li valga tutti, però da solo coprirebbe tutta la spesa per il lotto da 33 monete.. sicuramente compensa gli 8-9 cash falsi che c'erano2 punti
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Si il titolo del post se si potesse cambiare sarebbe meglio, come ho detto io procederò in progressione di valore facciale e avete visto come stò impostando il lavoro, consiglio a coloro che seguono, se hanno francobolli del pari valore, di inserirli al momento che io lo descrivo, sempre se possibile certamente, almeno non ci incasiniamo, poi quando qualche valore avrà una rilevanza particolare da controllare ( valore di catalogo per intenderci) lo citerò così chi avrà tra le proprie cose francobolli di quel valore facciale, potrà incominciare a studiarli e magare se ha difficoltà di postarli e vediamo insieme se riusciamo a catalogarli, grazie per il Vostro aiuto2 punti
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Difficile comparare l’estensione delle varie collezioni ma riporto, per farsi un’idea la consistenza delle raccolte del Museo Paolo Orsi di Siracusa che oltre alla favolosa Pennisi custodisce la coll. dei Marchesi Gagliardi di monete siciliane e incuse della magna grecia, la collezione Pugliatti di monete enee e infine numerosissimi tesoretti tra cui spiccano quelli, ricchissimi, di Ognina e di Gela che insieme alle collezioni fanno del medagliere il nucleo piu’ prezioso di monete siciliane antiche presente in Italia. riporto di seguito l’elenco dei ripostigli confluiti nel tempo nel Medagliere: 1891 tesoro di Avola, 1893 tesoro di Palazzolo, 1894 tesoro di Cibali (Catania), 1895 tesoro di Licodia, 1897 tesoro di Siracusa contrada Canalicchio, 1899 tesoro di Licata e tesoro di Siracusa, 1900 tesoro di Gela, 1901 tesoro di Agrigento, 1902 tesori di Burgio (Ragusa) e di Grammichele, 1903 tesoro di Palazzolo, 1906 tesoro di Agrigento, 1905- 06 tesoro di Mineo, 1906 tesori di Adernò, Bronte, Lentini e Buccheri, 1907 tesori di Gela, Canicattini, Cibali (Catania), Carancino (Siracusa), 1908 tesori di Canicattini e Barrafranca, 1909 tesoro di Aidone, 1910 tesori di Caltagirone e di Adernò, 1911 tesori di Carlentini, Pachino, Gela e Agrigento, 1912 tesori di Siracusa e di Vizzini, 1913 tesoro di Licata, 1914 tesoro di Avola, 1915 tesori di Grammichele, Canicattini, Avola e Paternò, 1916 tesoro di Cesarò (Catania), 1917 tesoro di Canicattini, 1918 tesoro di Agrigento, 1921 tesori di Campobello di Licata e di Lentini, 1922 tesori di Pachino e di Siracusa (Teracati), 1923 tesoro di Ognina (Catania), 1924 tesoro di Pachino, 1926 tesori di Siracusa, di Cittadella (Noto), di Licata, 1927 tesoro di Siracusa, 1928 tesori di Gibil Gabib (Caltanissetta) e di Camarina17. 1933 tesoro di Casulla (Lentini), 1934 tesoro di Gela, 1935 tesoro di Vizzini, nel 1938 tesoro di Scoglitti. Negli anni dal 1947 al 1964, 20 ripostigli di epoca greca, il patrimonio di monete auree di età tardoromana e bizantina, quello rinvenuto a Comiso nel 1936, e nel 1950, il tesoretto di Capo Schisò, il tesoro di Siracusa negli anni ’60 del secolo scorso di 1.107 denari e frammenti di età repubblicana, nel 1963 il tesoro di via Tevere, 1964 in Corso Gelone, monete auree bizantine del VII secolo.2 punti
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Materiali n. 77 - 2019 La collezione di Vittorio Emanuele IIIN. 77-2019 Le emissioni longobarde. Parte I. I primi decenni, il Regno e il Ducato della Tuscia di E.A. Arslan e G. FusconiRoma 2024 https://www.bollettinodinumismatica.it/#/rivista/materiali?idPrimoPiano=c998ee30-f608-4e63-97e0-d7d21cf1e418 Complimenti agli autori a cui segnalo (nella speranza si possa modificare)1 punto
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Fonte 1: https://www.numisforums.com/topic/8406-exciting-hoard-from-the-netherlands-related-to-roman-conquest-of-britannia/ Fonte 2: https://www.utrechtaltijd.nl/verhalen/the-bunnik-hoard-2023/ Nell'ottobre 2023, un importante tesoro di monete romane è stato trovato a Bunnik, nei Paesi Bassi. Si ritiene che le monete siano collegate alla conquista romana della Gran Bretagna e abbiano un grande valore storico, sociale e scientifico. In questo articolo accademico viene presentata una prima descrizione e analisi del tesoro di monete. È stato scritto da Anton Cruysheer (Utrecht Landscape and Heritage Foundation) e Tessa de Groot (Cultural Heritage Agency dei Paesi Bassi). Cronologia della ricerca Nell'ottobre 2023, Reinier Koelink e Gert-Jan Messelaar, utilizzando dei metal detector, hanno scoperto un importante tesoro di monete romane nel comune di Bunnik (provincia di Utrecht, Paesi Bassi). Il tesoro è composto da 404 monete d'argento e d'oro di origine britannica e romana, con la moneta più giovane risalente al regno dell'imperatore Claudio (41-54 d.C.). Questo è il più grande tesoro di monete romane mai scoperto a Utrecht e il primo tesoro di composizione mista trovato nell'Europa continentale. Si ritiene che le monete siano collegate alla conquista romana della Gran Bretagna e hanno un grande valore storico, sociale e scientifico. I ritrovatori hanno segnalato il tesoro all'Archaeological Reporting Centre di Landschap Erfgoed Utrecht (Utrecht Landscape and Heritage Foundation), che collabora con il database nazionale e la piattaforma pubblica Portable Antiquities of the Netherlands (PAN). I ritrovatori hanno contattato prima l'archeologo Anton Cruysheer, che ha successivamente coordinato tutte le attività relative al tesoro di monete con tutte le parti coinvolte. Ha inoltre eseguito l'esame e l'identificazione delle monete, con il supporto di Paul Beliën del Numismatic Information System (NUMIS) della De Nederlandsche Bank e John Sills per gli stateri d'oro britannici. In quanto ritrovamento di un tesoro, la scoperta è stata segnalata anche al comune di Bunnik, che ha rilasciato un riconoscimento formale ai ritrovatori e al proprietario terriero. Le monete sono state documentate nel PAN dagli archeologi Wouter Hinrichs e Julius van Roemburg e poi pulite da Rasmus Thelen del Restoration Atelier Restaura. Dopo una valutazione indipendente da parte di due esperti, i proprietari hanno raggiunto un accordo con il Rijksmuseum van Oudheden (il Museo nazionale olandese delle antichità), dove le monete sono ora esposte al pubblico. La mostra è stata curata dall'archeologo e restauratore Jasper de Bruin. La National Cultural Heritage Agency ha condotto ricerche sul luogo del ritrovamento per mappare il contesto archeologico e paesaggistico delle monete. Il team di ricerca è composto da Tessa de Groot, Jan-Willem de Kort, Harm-Jan Pierik, Menno van der Heiden, Koen van Egmond e Willem Derickx. Emmy Lammertsma e Liesbeth van Beurden di BIAX Consult stanno lavorando all'analisi archeobotanica. La datazione al radiocarbonio dei campioni è stata effettuata da Safoora Kamjan del Centre for Isotope Research dell'Università di Groningen. Un rapporto dettagliato sarà pubblicato nel 2026. Posizione e contesto del ritrovamento Il tesoro è stato trovato nel comune di Bunnik in un campo lontano dai siti romani noti. Bunnik si trova lungo l'ex confine settentrionale dell'Impero romano, il Neder-Germaanse Limes (Limes della Bassa Germania). Le monete sono state scoperte a una profondità inferiore a 30 cm sotto la superficie. Il lavoro archeologico sul campo è stato svolto per capire perché le monete si trovassero in questa posizione. Innanzitutto, è stato condotto un sondaggio di carotaggio per mappare il contesto paesaggistico del ritrovamento. Sono stati prelevati campioni per analisi archeobotaniche, geochimiche e C14. In secondo luogo, è stato condotto uno scavo nel sito del ritrovamento per raccogliere ulteriori reperti e documentare possibili caratteristiche. Ciò è stato fatto in collaborazione con i ritrovatori, che ora si sono occupati anche del rilevamento dei metalli. L'analisi è ancora in corso, ma i primi risultati possono essere condivisi qui. Sono state raccolte altre monete, ventidue denari e un aureo, che si adattano perfettamente alle altre monete in termini di datazione. Provengono dalla zona arata e da uno strato arabile recente sottostante. Le monete sono state probabilmente rimosse dal loro contesto originale e disperse dalle attività agricole in tempi (sub-)recenti. Non sono stati recuperati altri reperti o caratteristiche archeologiche. Tuttavia, la composizione e la datazione delle monete indicano un deposito singolo e deliberato. Si sospetta che le monete siano state originariamente sepolte in una fossa poco profonda e conservate in materiale organico, come un tessuto o una borsa di pelle, che nel frattempo si è decomposto. Questa fossa sarebbe stata scavata in un'area abbastanza fradicia e vicina a un canale idrico. In epoca romana questa zona non era adatta all'abitazione e all'agricoltura. Datazione delle monete e contesto storico della conquista della Britannia Il tesoro di Bunnik è composto da 44 stateri d'oro attribuiti al re britannico Cunobelino, 72 aurei d'oro e 288 denari d'argento, datati approssimativamente dal 200 a.C. al 47 d.C. Le monete più recenti del tesoro, coniate nel 46-47 d.C., includono denari d'argento e due aurei d'oro con conio abbinato dell'imperatore Claudio. I loro coni identici suggeriscono che facessero parte di un singolo lotto, probabilmente distribuito come paga militare. Le condizioni incontaminate di queste monete implicano inoltre che siano state sepolte poco dopo l'emissione, non avendo visto alcuna circolazione a causa del loro utilizzo come pagamento militare. Gli stateri d'oro portano il nome del re Cunobelino (c. 5-40 d.C.) della tribù dei Catuvellauni, considerato il re celtico britannico più longevo. Quattro di questi stateri sono considerati emissioni postume, probabilmente coniate dai successori di Cunobelino, Togodumno e/o Carataco, intorno al 43 d.C. L'analisi di John Sills rivela un'ampia gamma cronologica per questi stateri celtici, suggerendo che il tesoro non fu assemblato selettivamente in base alla qualità, al contenuto d'oro o al peso. Ciò suggerisce che gli stateri furono rimossi dalla circolazione in un singolo evento, coerente con l'ipotesi che il tesoro rappresenti il bottino della prima conquista romana della Britannia sotto Aulo Plauzio (43-47 d.C.). Gli stateri potrebbero essere stati distribuiti all'esercito come un donativo, un dono in denaro spesso dato ai soldati dell'esercito romano come ricompensa dopo una campagna di successo. Nel 43 d.C., l'imperatore Claudio nominò Aulo Plauzio a capo dell'invasione romana della Britannia, ufficialmente intesa a reintegrare Verica, il re esiliato degli Atrebati e alleato romano. Verica era stata probabilmente rovesciata da Togodumno e Carataco, figli e successori del re Cunobelino. Plauzio comandava quattro legioni supportate da circa 20.000 truppe ausiliarie, tra cui Batavi provenienti da quella che oggi è l'Olanda. Plauzio sconfisse prima Carataco sul fiume Medway, poi Togodumno sul fiume Tamigi, in entrambi i casi con l'aiuto delle forze batave, che riuscirono ad attraversare a nuoto questi fiumi con l'armatura completa. Dopo aver consolidato la sua posizione, Plauzio inviò un messaggio a Claudio, informandolo che poteva attraversare. Claudio lo fece con stile, proprio come Giulio Cesare nel 55-54 a.C., con elefanti da guerra e artiglieria pesante. Quindi assicurò il territorio come provincia romana di Britannia e nominò Plauzio come suo primo governatore. In seguito, Plauzio celebrò un trionfo a Roma insieme all'imperatore Claudio. La composizione del tesoro suggerisce fortemente un collegamento con la conquista della Britannia. In base alla posizione del sito di ritrovamento all'interno della regione del Limes, è probabile anche un collegamento militare. Questa regione è nota come Limes della Bassa Germania, il confine settentrionale dell'Impero romano, che attraversa i Paesi Bassi da Zevenaar nella provincia di Gelderland, attraverso la provincia di Utrecht, fino a Katwijk nella provincia di Zuid-Holland. Il Limes della Bassa Germania ha svolto un ruolo cruciale nella comunicazione e ha servito come hub logistico chiave per la conquista della Britannia. Analisi e confronto L'unico altro statere di Cunobelino noto nei Paesi Bassi è stato trovato sulla spiaggia vicino a Katwijk. È trafitto e probabilmente è stato utilizzato come pendente. Il tesoro di Bunnik è il primo ritrovamento di monete nei Paesi Bassi (e nell'Europa continentale) a contenere sia monete britanniche che romane. Questo tipo di tesoro misto è raro anche in Gran Bretagna. L'unica scoperta paragonabile è il tesoro di Helmingham Hall del 2019 nel Suffolk, in Inghilterra, che includeva anche denari romani d'argento, aurei d'oro e stateri d'oro britannici del re Cunobelino. Questa scoperta è stata scoperta anche dai metal detectoristi, seguiti da ricerche archeologiche, che devono ancora essere pubblicate. Entrambi i tesori contengono monete datate da circa il 200 a.C. al 46-47 d.C., tra cui un denario del re Giuba I di Numidia. E sebbene il numero di monete repubblicane nel tesoro di Helmingham Hall sia significativamente più alto rispetto al tesoro di Bunnik, la percentuale relativa al totale è simile. La tabella seguente confronta i tesori di Helmingham Hall e Bunnik in termini sia di numeri che di percentuali. Table 1 Table 1: Overview of the number of coins and percentages from the Helmingham Hall (HH) and Bunnik (Bu) hoards. Ar = silver, Au = gold. Mentre il tesoro di Helmingham Hall contiene più monete d'argento della Repubblica, il tesoro di Bunnik ha una percentuale maggiore di oro, che rappresenta un maggiore potere d'acquisto. Nel primo secolo, un soldato dell'esercito romano guadagnava 225 denari all'anno (soldato di un ausiliario: 187,5), pagati in tre stipendi, a gennaio, maggio e settembre. Un aureo d'oro valeva 25 denari. Il valore esatto di uno statere d'oro è sconosciuto, ma possiamo fare una stima del valore in denari, quando mettiamo in relazione il peso e il contenuto in oro sia degli stateri che degli aurei nel tesoro di Bunnik. I 72 aurei, con un contenuto in oro di circa il 99%, hanno un peso medio di 7,71 g. Il contenuto in oro degli stateri è di circa il 41,5%. E il peso medio dei 42 stateri è di 5,41 g e di 1,33 g per i 2 quarti di statere. Il valore in denari per tipo di moneta nel tesoro di Bunnik è elencato di seguito: Tabella 2: Conversione del tipo di moneta nel tesoro di Bunnik in peso, percentuale di oro e valore in denari. Con questi valori in denari per tipo di moneta, possiamo ora calcolare il numero totale di denari in entrambi i tesori di monete e gli stipendi annuali equivalenti di un soldato: Interpretazione Non è possibile determinare il motivo esatto per cui il tesoro di Bunnik fu nascosto. Tuttavia, si possono trarre alcune conclusioni dalla composizione e dalle dimensioni del reperto, nonché dal luogo in cui fu sepolto. Il tesoro, come descritto in precedenza, è composto da tre parti: stateri d'oro britannici, aurei d'oro romani e denari d'argento. Gli stateri d'oro potrebbero rappresentare un bottino di guerra associato alla conquista iniziale della Britannia sotto Aulo Plauzio (43-47 d.C.), probabilmente distribuito come un donativo, un dono in denaro comunemente dato ai soldati romani come ricompensa dopo una campagna di successo. Gli aurei romani e i denari d'argento sono probabilmente collegati a pagamenti militari (stipendia). A differenza del tesoro di Helmingham Hall, le dimensioni relativamente grandi del tesoro di Bunnik, sia nel numero di monete d'oro che nell'equivalente di stipendi annuali, suggeriscono che si trattasse più probabilmente di un pagamento a un funzionario di alto rango (come un centurione) piuttosto che a un soldato. All'epoca, un centurione guadagnava uno stipendio annuo significativamente più alto: 3.375 denari (centurione di una coorte di auxilia: 937,5 denari). Non possiamo inoltre escludere la possibilità che il tesoro di Bunnik appartenesse a un gruppo di individui piuttosto che a una singola persona, ad esempio un gruppo di soldati e le loro famiglie. Un'altra possibile ragione per l'occultamento del tesoro potrebbe essere un'offerta (religiosa) fatta da un individuo o da un gruppo, forse come espressione di gratitudine per un ritorno sano e salvo dopo la prima fase della conquista romana della Britannia (43-47 d.C.). La composizione, la datazione e la distribuzione spaziale limitata delle monete indicano probabilmente una deposizione singola e deliberata. Il luogo del ritrovamento è sorprendente: lontano dall'abitazione e in una zona umida lungo un canale. Sulla base di ciò, l'interpretazione come una deposizione rituale o un ritrovamento nascosto per qualche altro motivo e non più recuperato è la più ovvia. Conclusione e future pubblicazioni Il tesoro di Bunnik del 2023, come quello di Helmingham Hall del 2019, è probabilmente legato alla fase iniziale della conquista della Gran Bretagna sotto Aulo Plauzio (43-47 d.C.). Anche le date delle monete più recenti nel tesoro, sia gli stateri britannici (circa 43 d.C.) sia le monete romane (46-47 d.C.), lo indicano. Infine, anche la presenza di aurei identici a quelli die e il luogo del ritrovamento nel contesto del confine settentrionale dell'Impero romano (il Limes germanico inferiore) supportano questa conclusione. Sebbene il motivo esatto della sepoltura rimanga incerto, le dimensioni del tesoro, equivalenti a quasi 11 anni di stipendio di un soldato, suggeriscono che fosse probabilmente associato a un funzionario di alto rango, come un centurione, o forse a un gruppo di soldati e alle loro famiglie, piuttosto che ai risparmi di un singolo soldato. Potrebbe essere stata una deposizione rituale, la ricchezza di un centurione o monete nascoste per qualche altro motivo e mai recuperate. Comunque sia, il tesoro di Bunnik lascia ancora spazio all'immaginazione. Il tesoro è registrato presso PAN (Antichità portatili dei Paesi Bassi, ID tesoro: PAN-S-280), NUMIS (Numismatic Information System della De Nederlandsche Bank, ID tesoro: NUMIS-1175412) e il progetto Coin Hoards of the Roman Empire (Ashmolean Museum e Oxford Roman Economy Project, ID tesoro: CHRE-21255). Fonte 3: https://www.theguardian.com/uk-news/2025/jan/27/hoard-of-coins-dating-from-roman-conquest-of-britain-found-near-utrecht Antiche monete britanniche trovate in un campo olandese, probabilmente bottino della conquista romana Gli archeologi salutano la scoperta di un tesoro molto raro contenente 44 monete d'oro recanti il nome del re celtico Cunobelino Un tesoro di monete britanniche con l'iscrizione del re Cunobelino e rinvenuto in un campo olandese è stato identificato come molto probabilmente bottino di guerra di un soldato romano della conquista della Britannia. Le 44 monete d'oro, note come stateri, sono state scoperte insieme a 360 monete romane da due archeologi amatoriali con metal detector in un campo a Bunnik, vicino a Utrecht. Si ritiene che le monete siano state date come paga militare. Gli stateri portano il nome del re celtico britannico noto anche come Cunobelino, immortalato da Shakespeare come Cimbelino nell'omonima opera teatrale, che regnò tra il 5 e il 40 d.C. nel sud-est della Britannia. L'analisi di quella che è la prima collezione di composizione mista rinvenuta nell'Europa continentale suggerisce che le monete furono deliberatamente sepolte in una fossa poco profonda e conservate in una borsa di stoffa o di pelle. Si dice che le monete, che sono state rinvenute a meno di 30 cm sotto la superficie del terreno, ammontino a ciò che sarebbero stati 11 anni di salario per un normale soldato romano. Quattro degli stateri britannici sono considerati emissioni postume, probabilmente coniate dai successori di Cunobelino come sovrano della tribù dei Catuvellauni, i fratelli Togodumnus e Caratacus, approssimativamente nel 43 d.C. L'ampia gamma cronologica delle monete suggerisce che non furono selezionate in base alla qualità, al contenuto d'oro o al peso, ma rimosse dalla circolazione in un singolo evento, coerente con il fatto che fossero bottini della prima conquista romana della Britannia sotto il generale Aulo Plauzio (43-47 d.C.). Le monete potrebbero essere state distribuite all'esercito come un donativo, un dono monetario spesso dato ai soldati dell'esercito romano come ricompensa dopo una campagna di successo, secondo il Museo nazionale olandese delle antichità di Leida, dove sono esposte. Delle monete romane, 72 sono aurei d'oro, una valuta di alto valore, e 288 sono denari d'argento. Risalgono approssimativamente al 200 a.C. al 47 d.C. Le monete più recenti del tesoro, coniate nel 46-47 d.C., recano il ritratto dell'imperatore Claudio. I segni identici di quelle monete suggeriscono che siano state coniate come parte di un unico lotto. Tra i pezzi d'argento ci sono monete romane dell'epoca di Giulio Cesare e una raffigura Giuba, il re di Numidia nell'Africa nord-occidentale, l'attuale Algeria. La scoperta è stata fatta da Gert-Jan Messelaar e Reinier Koelink nell'ottobre 2023. Hanno scoperto 381 monete e un secondo scavo da parte dell'Agenzia per il patrimonio culturale dei Paesi Bassi ne ha scoperte altre 23. "Abbiamo aperto una bottiglia di champagne", ha ricordato Messelaar della scoperta originale. "Non si trova mai una cosa del genere". L'area in cui sono state scoperte le monete era un sito da cui i Romani si erano preparati per il primo attraversamento verso la Gran Bretagna. Ora sembra che fosse anche un'area in cui le truppe conquistatrici tornavano una volta tornate sulla terraferma. La fossa in cui probabilmente sono state sepolte le monete sarebbe stata scavata in una zona fradicia e vicina a un canale idrico che non sarebbe stato adatto per l'abitazione e l'agricoltura. Anton Cruysheer, della Utrecht Landscape and Heritage Foundation, ha affermato: "Questa è la prima volta che vengono trovate prove fisiche del ritorno delle truppe. Apparentemente sono tornate con ogni genere di cose. Questa è una nuova informazione". La Gran Bretagna era composta da diversi regni separati prima che Claudio ordinasse ad Aulo Plauzio di invadere con una forza di quattro legioni rinforzate da altri 20.000 soldati ausiliari. Carataco e Togodumno avevano guidato gli attacchi contro la tribù degli Atrebati, che aveva legami politici e commerciali con i Romani, estendendo l'area di influenza dei Catuvellauni, antiromani, più a ovest rispetto alle loro terre natali a nord del fiume Tamigi.1 punto
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Questi sono da 1 lira tutti 14¼. Domanda tecnica @PostOffice @fapetri2001 potete dirmi come fate a controllare la dentellatura ¼ usando odontometro Stanley Gibson visto che ¼ non è indicato? Poi a cosa serve i decimali da 1/9 sul lato dx . Ho messo un francobollo il primo con un'altro odontometro che a me pare più semplice da usare ,ma senza dubbio perché io non so usarlo correttamente ,se @PostOfficeha detto che questo è il migliore e ci credo vuol dire che io non lo uso bene .Per favore con tutta la tua calma mi puoi postare una foto con un bollo da ¼.Grazie1 punto
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La ringrazio moltissimo, é stato davvero gentilissimo!!! Io comprai la suddetta moneta in un negozio di numismatica a Londra, e nel cartellino era scritto che era una moneta di Eliogabalo, ma senza alcun riferimento bibliografico al RIC… mi pare che invece sia proprio una coniazione di Caracalla1 punto
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Molto bella davvero. Complimenti. Allego una discussione di qualche anno fa che si era focalizzata sull’argomento con contributi interessanti.1 punto
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Sono cose che chiesi tempo addietro agli amministratori di dividere in sottosezioni, Italia, Europa Asia America ecc.. ecc.. , mi risposero che non si poteva fare all'epoca, naturalmente strutturare la sezione in questo modo richiede un lavoro informatico e sicuramente spazio di memoria. Non so.. se volete fatelo notare voi agli amministratori magari siete piu' fortunati, diciamo anche che al tempo a scrivere di filatelia eravamo veramente quattro (gatti) di numero e quindi forse ritennero che non conveniva ampliare la sezione.1 punto
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Ciao Magari un tempo era argentato (si sará staccata la rivestitura?). Potrebbe esser perciò un falso d' epoca. Sul rovescio sembra esserci una X ( sembra sfregiata appositamente per distinguerla). Comunque occhio al cancro, perché ne sta un bel pó. Saluti1 punto
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https://www.ruten.com.tw/item/show?22422660857453 Avevo trovato una cosa simile Ma non uguale. Comunque é gettone,di monete cosí giapponesi non ne ho viste mai. Specie quelle di zinco di Hirohito non erano cosí, ne vedo il crisantemo.1 punto
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si l'1,25 in alto a sx ha una bella soprastampa, gli altri tre sembrano tutti VR1 punto
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Ciao Odjob, trovi tutti i riferimenti nella bibliografia di un mio lavoro in tre parti sui follis di Giustiniano I per Roma (scaricabile su Academia.edu). Se hai problemi fammi avere la tua mail così ti spedisco il tutto.1 punto
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Ciao, complimenti per questa chicca. Ti allego la foto del MIR del pezzo in questione. Come vedi è classificata solo R3, ma ti garantisco che in moltissimi casi le rarità assegnate sono decisamente da rivedere: questo vale forse ancora di più per i nominali minori come il tuo. Non sono esperto della monetazione minuta pontifica, ma provo a fare un controllo sui vecchi listini d'asta in mio possesso per vedere se trovo qualcosa. Come puoi notare, anche l'esemplare fotografato sul MIR è decisamente mal conservato ed è lo stesso riportato anche dal Muntoni...solo questo dato dovrebbe essere sufficiente per dire che R3 è senza dubbio una rarità sottostimata. Michele1 punto
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oggi 4° tipo di soprastampa, Milano, questa è la soprastampa con meno francobolli soprastampati , solo tre francobolli ordinari + 1 espresso , furono usati sopratutto al nord tutto. caratteristiche della soprastampa: molto pulita abbastanza marcata1 punto
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Continuo con i miei libri letti, che ho nella mia biblioteca. Questo libro "Storia della Moneta" scritto da M. Vincenzini lo ritengo utile per i principianti ma anche per coloro che"bazzicano" nella Numismatica da molto tempo. Dal sommario si comprende che gli argomenti trattati lo rendono molto interessante questo libro di non molte pagine. odjob1 punto
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Provo: SOL fato dirà di O SOLFATO DI RADIO Ma esiste il solfato di radio? Ciao. Stilicho1 punto
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Buonasera a tutti, se non è un problema mostro anche la mia serie che dovrebbe essere completa. Tutti con filigrana "ruota alata". Chiedo scusa per la qualità delle foto ma le ho fatte al volo1 punto
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buona sera,i pesi bizantini avevano un range variabile e poiche dovevano essere riconosciuti su bito penso che i quattro cerchi servivano per questo. le abrasioni sono comuni su questa tipologia per portarli ad un peso che si avvicinasse allo standard1 punto
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Non è ne pacifico né automatico che i parlamentari di maggioranza eletti dagli elettori italiani ,poi legiferino secondo i desideri della maggioranza che li ha votati.. anzi !1 punto
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Beh io non ho detto nulla di tutto ciò. La legge si rispetta e lo sto scrivendo dal primo post in cui ho partecipato a questa discussione, difatti davo delle dritte come ad esempio attrezzarsi di cartine comunali prima di spazzolare terreni a casaccio ecc ecc Tra l' altro, invitavo anche a evitare completamente certe situazioni che potrebbero creare problemi. Sulla katana, possiamo chiudere per me,tanto era una piccola parentesi. Sul metal detector, ripeto, pur non praticando questo hobby, ribadisco che é legale, ma nelle modalitá corrette.1 punto
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https://wannenesgroup.com/lots/374-6390-regno-ditalia-vittorio-emanuele-ii-1861-1878-1-lira-stemma-1861/ Passata nel 2019 in asta da Wannenes. Che dite, è la stessa? Saluti...Ronak1 punto
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Salve condivido immagino di una cartolina viaggiata e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo1 punto
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