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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/09/25 in tutte le aree
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Attenzione a non fare raffronti con esemplari con il bordo liscio (come mi sembrerebbe dalla foto che hai postato), che per ovvi motivi presentano rilievi migliori per via del mancato procedimento della godronatura, che in qualche modo influiva sui dettagli più esterni, come quello da te evidenziato. A mio parere il tuo esemplare è un gran bel Bb, per la serie: poca spesa grande resa6 punti
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No, non facciamo disinformazione. È un tallero di Maria Teresa, un riconio, come tutti i talleri di Maria Teresa 1780. Non esiste un tallero di Maria Teresa 1780 "originale": sono tutti riconi. Il punto è che nonostante sia un riconio si può ricostruire il periodo di riconiazione da dei dettagli, quindi ci sono talleri di Maria Teresa che sono stati riconiati anche quasi 200 anni fa (nei primi dell' Ottocento) e altri che sono recentissimi (la zecca di Vienna lo conia ancora) e valgono solamente l'argento contenuto. Nel suo caso @Isotopo purtroppo è una riconiazione estremamente recente, della seconda metà del Novecento e vale sostanzialmente a peso dell' argento o poco più. Direi che potrebbe essere questo (H62 coniato a partire dagli anni '80) Maria Theresia Taler 1780 Hafner H62 https://search.app/7fpmWxAjCTfBSSo99 @caravelle82 escluderei Parigi perché ha il punto nello stemma quindi uno zecca Vienna. Inoltre ha l' unghia lunga e la piuma singola che sporge dalle piume della coda dx (entrambi elementi che indicano una riconiazione della seconda metà del Novecento).5 punti
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Di cosa parleremo in questa discussione? Stavolta è davvero difficile, al punto che avevo pensato di regalare un esemplare della moneta che sarà l'oggetto principale (ma non certo l'unico) della discussione al primo che avesse indovinato di che moneta si tratta. Ma poi ho fatto due conti, e ho dovuto purtroppo constatare che le mie finanze non lo consentirebbero. Non che mi manchi molto, 4-5 milioni, milione più milione meno, ma insomma Così, dovrete accontentarvi, ancora una volta, delle mie chiacchiere. E vi prometto che non sarà l'ultima... o è una minaccia? Intanto però, potete ugualmente provare a indovinare la moneta, anche se è gratis Vi lascio tutta la notte per pensarci. petronius4 punti
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Cercherò brevemente di referare quest'articolo commentandolo nel dettaglio allo scopo di facilitare la lettura al lettore e spiegando banalmente perchè la tesi dell'autore va, almeno per il momento e in assenza di nuovi documenti, rigettata. L'obiettivo che si pone l'autore è estremamente ambizioso: grazie alla catalogazione degli augustali, realizzata attraverso la monetazione imperiale romana, e grazie allo studio delle legende, ha creato un catalogo preliminare, che non solo offre una cronologia piuttosto attendibile (per l'autore - precisiamo), ma precisa anche l’attribuzione di queste monete alle zecche di Napoli, Brindisi e Messina. Paragrafo 1: L'autore parte dall'assunto che una delle principali zecche del periodo Svevo dopo il 1220 fosse Napoli. Come discusso nel thread relativo a quell'articolo tale assunto non è assolutamente dimostrato, la principale ipotesi alla base di questo lavoro viene a cadere. Come in tutti i lavori di S. Perfetto che ho avuto il piacere di leggere, la ricerca delle fonti e lo studio dei tesoretti è molto ben fatto e di piacevole lettura. In questo lavoro sono ad esempio citati i principali rinvenimenti di Augustali noti fino ad oggi, ricerca che da sola vale la lettura dell'articolo. Tuttavia questa interessante lavoro di ricerca, a detta dello stesso autore, non serve minimamente a dimostrare la tesi dell'articolo. L'autore scrive infatti: "Per ironia della sorte, a parte il tesoro delle Logge dei Banchi, che non è quello ideale per far partire la nostra indagine, applicando il criterio geografico, nessuno di questi tesori è consultabile, in parte per-ché dispersi, in parte a causa delle istituzioni che non rispondono e/o che non sono in grado di esaudire le mie richieste. Quindi, nella speranza di recuperare altri dati dal territorio in un futuro non troppo lontano, ma soprattutto sulla base delle conoscenze sin qui esposte, cercherò di trovare la soluzione al problema attraverso una classificazione mai realizzata prima. " Paragrafo 2: Il paragrafo 2 comincia bene, con una argomentazione molto interessante e condivisibile su titolo, monete di riferimento per la creazione dell'augustale nonché alcuni approfondimenti sulle lettere e sulle somiglianze di queste con le monete senesi. Sulla base dell'interpunzione si cerca di assegnare le monete a Napoli Messina e Brindisi: "Considerato che le monete con anelletto sono le più comuni, vanno intestate alla zecca più produttiva, vale a dire Napoli, mentre quelle con i punti vanno intestate a Messina, generandosi evidente correlazione tra zecche minori nell’impiego dei punti. Questa correlazione giustifica anche l’assegnazione delle monete con due punti a Brindisi..." Ovviamente dato che l'apertura della zecca di Napoli nel periodo considerato è quantomeno dubbia, questa parte paragrafo nonché l'assegnazione alle 3 zecche regnicole perde una buona parte del suo significato. Cominciano ora la parte un pò più traballante del lavoro presentato. Con molta umiltà, l'autore comincia così la sua argomentazione: "Essendomi occupato un po’ di tutte le monetazioni, a cominciare da quella romana imperiale, non ho potuto fare a meno di notare che molto probabilmente ogni profilo, che peraltro può generare una serie di conî con lievi differenze, è ispirato a un imperatore. " Il parametro utilizzato per datare gli augustali è "l’abbinamento di un certo tipo di busto per cui passò alla storia un determinato imperatore ai fatti vissuti da Federico. In tal modo, si datano agevolmente gli augustali ispirati a Cesare e ad Augusto, giacché sarebbero i primi (1229-1231)70, salvo anche alcune emissioni successive (v. infra), nonché quelli ispirati a Giustiniano, il fautore del Corpus iuris civilis, circostanza da abbinare necessariamente alle costituzioni di Melfi e al successivo quinquennio (1231-1236)". Queste alcune immagini, ma l'autore continua inserendo associazioni con Traiano, Costanzo II, Costantino, Giustiniano, Teodosio II, più ovviamente alcuni tipi incerti Con questa identificazione tra volto presente sull'augustale e presunto prototipo, l'autore afferma: " deve prevalere pertanto il criterio dell’identificazione dell’antico Cesare presente sull’augustale, da collegare agli avvenimenti degli anni 1229-1250." "Spunta inoltre un Federico ‘Domiziano’, studioso di diritto, che mantenne una politica sobria durante il suo principato e che pur sempre portò a termine il Colosseo; ma anche un Federico ‘Traiano’, imperatore sotto il quale l’impero raggiunse la massima espansione e che con Catone, Scipione e Giustiniano rappresentava l’immagine della giustizia; poi Caracalla, fautore della Constitutio Antoniniana del 212; quindi Costantino il grande, più che noto per il suo lungo regno caratterizzato dall’editto del 313 e dai vari concili, non-ché per aver introdotto il peso d’oro fino che sarebbe stato recuperato nell’augustale; fino a giungere tra le pieghe auree a una tipologia dell’augustale di Cesare, forse i primi ad essere emessi." L'autore usa questo strumento per datare gli augustali: Ad esempio, "Molto interessante il caso del tipo ‘Domiziano’ (gruppo 3), che fu riservato solo a Napoli. Il conio di questo augustale, probabilmente elaborato intorno al 1236, quando Federico II divenne proprietario dell’anfiteatro flavio, non lavorò oltre il 1244, quando lo stesso imperatore cedette la metà del Colosseo a Enrico e Jacopo Frangipane, investitura che fu prontamente annullata nello stesso mese di aprile da Gregorio IX". Oppure: "non può passare inosservata la presenza del tipo ‘Giustiniano I’, praticamente riservata alle sole zecche di Napoli (A) e di Brindisi (B), con un solo caso messinese (32). Un fatto sorprendente? A ben vedere non tanto, poiché la riforma del diritto del 1231, materializzatasi principalmente nel recupero delle pandette giustinianee, si era accelerata a seguito del tentativo del papa e dei suoi vassalli di spodestare l’imperatore, creando disordini mili-tari e giuridici nella parte continentale del Regno di Sicilia." Ovviamente questo criterio, dal punto di vista filologico, fa acqua da tutte le parti. In primo luogo perchè basato sull'assunto che nel 1230-50, si conoscessero con esattezza le gesta dei vari imperatori, cosa assolutamente non ovvia. Mi sembra improbabile che in quel contesto si conoscesse bene il Domiziano, studioso di diritto, che mantenne una politica sobria durante il suo principato e che pur sempre portò a termine il Colosseo. In secondo luogo si postula che Federico II imponesse la coniazione di un nuovo conio ogni qual volta si sentisse un pò più Domiziano, o un pò più Giustiniano, ecc. ecc. La spiegazione più semplice , quantomeno è a mio avviso, che ad un primo nucleo di monete effettivamente coniate ad imitazione delle monete imperiali romane (Augusto e Cesare), ne seguissero altre di qualità leggermente inferiore perchè coniate basandosi sullo stile delle precedenti. Qualità che scese gradatamente nel corso degli anni. Non a caso, la tipologia più comune risulta essere quella che secondo l'autore imita i folles dei primi anni di Giustiniano, ossia con ritratto con conio qualitativamente inferiore alle prime, probabilmente coniato anni dopo le prime coniazioni di augustali, quando l'attenzione nella produzione delle stesse era probabilmente calata. Tra l'altro risulta un pò complesso affermare una volontà da parte di Federico di rifarsi a Giustiniano con l'imitazione di un Follis, per giunta relativamente raro (quello con volto a destra). In conclusione: Articolo interessante per l'approfondimento degli stili del volto imperiali sugli augustali e sulle fonti, ma da rigettare al mittente per l'assegnazione delle zecche e la datazione basata sui volti degli imperatori, quantomeno opinabile.4 punti
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Oggi inserisco una tra le tante monete rare che popolano le emissioni sveve. Il mezzo denaro con S, presumibilmente coniato nella zecca di Messina in data imprecisata durante il regno di Manfredi. Com'è ben noto agli appassionati, a partire dal regno di Corrado II e soprattutto sotto quello di Manfredi, le emissioni si avviano verso un rapido declino qualitativo. Denari e mezzi denari, sotto Manfredi, hanno valore fiduciario, valutati in 24 denari per tarì, sebbene il valore intrinseco fosse notevolmente inferiore. Secondo la Travaini il valore intrinseco si aggirava in 120 denari per Tarì. Il valore essenzialmente fiduciario del denaro aveva come conseguenza il fatto che, sebbene fossero coniate al marco, con un peso teorico di circa 0.88 g per Federico II e poi 0.76 da Corrado I in poi, sostanzialmente il loro valore non era legato al peso. Se fino a Corrado I vi fu una certa attenzione a fare si che il peso della moneta corrispondesse grossomodo a quello legale, a partire dal regno del figlio le oscillazioni di peso divennero sempre più importanti. La coniazione al marco implicò quindi una enorme oscillazione di peso mentre la bassa qualità dei tondelli portò rapidamente alla coniazione di monete mal coniate e con leggende incomplete. Dove voglio andare a parare, direte voi . Voglio evidenziare il fatto che, a partire da un certo momento, il peso non è più un elemento essenziale né tantomeno discriminante nella distinzione tra denaro e mezzo denaro. Per dimostrarvelo vi posto una delle ultime entrate in collezione, un raro mezzo denaro, catalogato al n. 241 del D'Andrea e non presente nel catalogo Spahr. Il mezzo denaro è fotografato insieme ad un denaro della mia collezione di peso pieno anche se con legenda incompleta e ad un secondo denaro di basso peso sempre con legenda incompleta. Come potete vedere, il denaro di peso pieno pesa 0.88 g, leggermente al di sopra del peso legale. Il secondo denaro pesa 0.38, il peso che dovrebbe avere il mezzo denaro. infine la terza moneta, il mezzo denaro, pesa ben 0.48 g, molto di più del peso legale del mezzo denaro. E come si distinguono? Essenzialmente solo dalle dimensioni. Come potete vedere ho inserito delle linee rosse che dimostrano che i due denari, a fronte di pesi completamente diversi hanno essenzialmente le stesse dimensioni. Il mezzo denaro è visivamente più piccolo. Come si può vedere i due denari hanno entrambi un diametro del cerchio interno di circa 9 mm, e un diametro del cerchio esterno (ricostruito sulla basa di quello che si vede) di circa 17 mm. Il mezzo denaro, sebbene sovrappeso, ha un diametro del cerchio interno di 7 mm ed un diametro del cerchio esterno di circa 14 mm. Il mezzo denaro è moneta della più esimia rarità, sebbene il D'Andrea la metta come R2, onestamente è il primo esemplare che mi capita di vedere negli ultimi 12-13 anni, cioè da quando mi interesso di monete sveve. Personalmente la giudicherei quindi almeno R4.3 punti
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Posto queste due monete avute per 1,50 euro, un cent delle Bermuda del 1971 con il vecchio ritratto di Elisabetta II, possedevo già questo cent del 1991 ma con il nuovo ritratto. e questo bel quarter dollar del 1999 D3 punti
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Ad onor del vero il titolo dell'articolo oggetto di discussione è "L'Augustale federiciano: nuove prospettive". Prospettive, rimarco. Il che presuppone (o dovrebbe presupporre) una visione sì inedita ma al momento presente soggettiva della materia/oggetto di trattazione. Direi che pertanto - rimanendo alle citazioni in stile Lucas films - possiamo intitolare i presenti capitoli della saga " La zecca di Napoli - la minaccia fantasma". P.S. Credo di poter asserire con buona sicurezza che - in ambito puramente commerciale - un augustale assegnato a Napoli avrebbe negli ultimi anni realizzato un prezzo certamente superiore a qualsiasi emissione insulare sicla. Per un semplice apprezzamento maggiore (in ambito commerciale, lo rimarco) della zecca partenopea rispetto alle varie siciliane.3 punti
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@Joe-stenr buongiorno, invio foto di un mio esemplare in collezione, moooolto simile per fattura e che io ho da sempre catalogato come falso d'epoca; so di almeno altri 3 esemplari in un'altra collezione privata:3 punti
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Buona sera a tutti! Inizio col dire che c'è molta confusione riguardo questa moneta. Innanzitutto non dovrebbe esistere in quanto emissione ufficiosa; inoltre proprio per questo motivo non è dato sapere effettivamente quali anni siano stati riconiati in quel periodo e quali no. Non esiste differenza alcuna tra i 1/4 di Lira coniati regolarmente negli anni precedenti e i Daotin coniati nel periodo rivoluzionario, se non per la suddetta cassatura. Secondo le mie fonti in zecca in quei due anni, oltre alle emissioni regolari, sono stati riconiati circa 10.000 Sovrane e Mezze Sovrane, 61.000 1/4 di lira e 303.000 talleri levantini. Al Museo Correr di Venezia sono conservate alcune di queste monete, precisamente due Talleri con iscrizioni risalenti al '48 e che ne testimoniano l'effettivo riconio e alcuni Daotin, degli anni '37,'41,'42,'43 e un solo pezzo con due dritti. Ho scoperto l'esistenza di queste monete grazie a un estratto dei Quaderni ticinesi di numismatica e antichità classiche edito nel 1974 e scritto da Mario Traina, libretto difficile da reperire ma non impossibile, lo consiglio a chi vuole approfondire l'argomento. Tornando alle monete conservate al Correr, delle quali ho le foto ma non i diritti per le immagini e pertanto non posso postarle, devo dire che si capisce molto bene com'è cassato lo scudo in quanto la moneta risulta in altissima conservazione se non per quel punto dove appare mal coniata e generalmente appiattita. Inoltre sulle monete sono presenti evidenti fratture di conio, segno che i coni erano arrivati a fine vita. Probabilmente per questo motivo ne sono stati coniati di vari anni (ma questa è solo una mia supposizione). A proposito di ciò, la cassatura era realizzata riempiendo il piccolo scudo al centro del conio con del materiale prima della coniazione, non veniva scalpellato via proprio nulla dalla moneta finita. Tenete presente che nel conio l'incisione è in incuso quindi va riempito, non asportato. Questo significa che sui daotin che non hanno evidenti discrepanze temporali come il caso unico del '43 (dove le facce della moneta risalgono ad epoche differenti) e l'altro rarissimo caso dove le facce riportano entrambe le effigi, peraltro mai apparso in asta pubblica, il peso dovrebbe essere corretto, pur non presentando lo scudetto centrale. Detto questo si capisce come sia quasi impossibile, per gli anni diversi dal '43, affermare di trovarsi effettivamente di fronte a un daotin, a meno di non avere monete prossime al fior di conio che presentino questa particolarità, come quelle conservate al Museo. Non so rispondere alla domanda riguardo i cataloghi in quanto è da quando ho smesso di collezionare il Regno d'Italia che non ne apro uno; per quanto riguarda la scheda sul catalogo online mi ero proposto di sistemarla già molti anni fa ma non mi è mai stata data autorizzazione. Per logica comunque ritengo che tutti i daotin coniati, indipendentemente dall'anno riportato sulla moneta, siano consecutivi, ovvero coniati uno di seguito all'altro; per questo motivo dovrebbero riportare tutti le medesime particolarità, come schiacciature, segni sui campi e fratture di conio. Unendo questa convinzione alla supposizione che quelli conservati al Correr siano "buoni", posso dire che la moneta del '37, com'è ovvio, non è assolutamente un Daotin, quella del '41, confrontata, secondo me nemmeno, quella del '42 invece secondo me è effettivamente un Daotin coniato nel '48, quella del '43 in alta conservazione è ovviamente buona ed è mia. Aggiungo che del '43 io ne possiedo due pezzi ed entrambi presentano i medesimi segni sui campi, quindi sono di conio anche quelli. Spero di essere stato esaustivo. Ad ogni modo sto ultimando una pubblicazione a riguardo. Buona serata a tutti!3 punti
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Citare i propri lavori e’ accettabile soprattutto quando strumentale ai fini della ricerca ( come nell’esempio di Arslan - ma anche quello di molto altri autori - citato sopra). grierson - studioso finissimo - citava i propri progressi fatti nelle ricerche precedenti ma proprio per questo era capace - giustamente - di essere molto autocritico verso i suoi lavori precedenti e - maxime - eventuali errori che non aveva difficolta’ - da vero grande studioso - ad ammettere. quello che lascia interdetti qui - oltre la non congruenza delle ricostruzioni - e’ la totale assenza di prudenza nel sostenere una posizione che nella mente dell’autore si presuma corretta ma ogni vero ricercatore - che si sia formato seguendo, criticamente, l’evoluzione degli studi , sa che ogni proposta innovativa che si diparte dalla tradizione e’ opportuno sia proposta almeno dubitativamente. Un’eccessiva assertività - peggio se scade nell’arroganza ( soprattutto quando criticando o dileggiando autori) - non e’ mai segno ne’ di sicurezza intellettuale ne’ dí magnanimità sia verso gli studiosi che ci hanno preceduto ne’ soprattutto di rispetto verso la ricerca stessa. Il motto che preferisco e’ dubito ergo sum O se preferite.. nulla dies sine dubio3 punti
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Salve. Presento alcuni gettoni della Compagnia mineraria e del rame di Birmingham, Gran Bretagna. La Compagnia (Birmingham Mining & Copper Company in inglese) era una sorta di cooperativa che forniva il rame ai produttori dell’epoca a prezzi più contenuti di quelli dei normali canali di rifornimento. Ho tre gettoni della Compagnia acquistati da un ebayer del Regno Unito. ½ Penny Warwickshire - Birmingham / Mining and Copper Co. Rame: 13,6 g; diametro 30 mm; spessore 2,12 mm. D/ Donna con fascio littorio in mano, seduta su una grande roccia rivolta a destra, legenda intorno BIRMINGHAM MINING AND COPPER COMPANY, data 1792 in esergo R/ Cicogna in piedi su cornucopia rivolta a sinistra, legenda intorno HALFPENNY PAYABLE AT (sul contorno) BIRMINGHAM REDRUTH & SWANSEA accompagnati dei sette pianeti noti agli antichi (simboli astrologici), ciascuno corrispondente a un metallo. REDRUTH è un paese della Cornovaglia e SWANSEA è una città e anche una contea sulla costa sud-occidentale del Galles. I sette matalli-pianeti, da sinistra a destra, sono: l’oro, dominato dal Sole (in effetti una stella); il mercurio (argento vivo), dominato da Mercurio; il piombo, dominato da Saturno; l’argento, dominato dalla Luna (in effetti un satellite); il rame, dominato da Venere; lo stagno, dominato da Giove; il ferro, dominato da Marte. Commenti (da https://en.numista.com/catalogue/pieces31661.html) Esiste anche il gettone datato 1791. Esistono molte varietà di dritto, rovescio, contorno e contraffazioni. Dalton & Hamer elenca i DH#103-117 (tranne DH#113) come esemplari contraffatti; tutti i pezzi datati 1793 o 1794 sono elencati come contraffatti. apollonia2 punti
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Un falso da 20 centesimi? Non è più la spesa che l'impresa? Bisognerebbe farne decine di migliaia (10.000 = 2000 euro) per avere un ritorno che giustifichi il lavoro, e il rischio petronius2 punti
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Grazie per la fiducia Nelle due discussioni citate viene già detto molto, per il poco che si può aggiungere posto il link alle pagine del nostro catalogo (tanto le ho scritte sempre io ) https://usa-coins.collectorsonline.org/cat/US-3C https://usa-coins.collectorsonline.org/moneta/US-3C/1 @miza due belle monete, non facili da trovare dalle nostre parti. Vissute, certo, ma è proprio questo il loro fascino, meritano sicuramente di entrare in una collezione2 punti
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Verrà messa in vendita il giorno di emissione, non so dirti l'ora. In ogni caso la trovi anche nella divisionale 9 pezzi, se dovesse esaurirsi. Il paradosso è che singola costa 70, il divisionale 9 pezzi costa 60..2 punti
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Sto imparando tanto da voi, tutte queste descrizioni per me sono delle grandi novità. Io margherita sono riuscita a prenderla è l'ho scelta per la sua bellezza, mi ha colpita subito ma ero molto indecisa, se poi è l'inizio di una nuova serie (come dovrebbe essere) e perchè no, anzi sarei onorata di farla.2 punti
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Ma chi era il mittente? Uhm.. vediamo un po' 😁 Nome: Ludwig Sträussl Occupazione: attività di installazioni elettriche Residenza: Eggenfelden, Baviera Segni particolari: cravatta! Cosa sappiamo di lui? Nacque la notte di Natale del 1875 e la sua impresa sopravvisse alla crisi, in quanto nel 1929 ci fu una registrazione presso la camera di commercio di Passau. Ma COME lo sappiamo?!? Ha lasciato tracce! Qui la registrazione di cui sopra: Anche interessante sarebbe sapere chi era il suo omonimo della stessa città che - forse come conseguenza dell'inflazione e della crisi econimica - il 6 Marzo del 1928 è partito in nave per l'America! Nel 1928 aveva 23 anni: il figlio? Un nipote? Chissà! Qui sotto un estratto della lista passeggeri della motonave "Monaco" partita da Brema per New York Reiseklasse Nr. Name Vorname(n) Geschl. Alter Fam.Stand Bisheriger Wohnort Staatsangehörigkeit Staat oder Provinz Beruf Ziel der Reise US-Staat Bemerkungen Touristenklasse 17 Sträussl Ludwig m 23 led Eggenfelden Deutsch Techniker Eggenfelden Ed adesso non lamentiamoci troppo del fatto che oggi tutti abbiano/vogliano i nostri dati… anche cent’anni fa la situazione non era poi così diversa! Magari non c’erano algoritmi o cookie traccianti, ma non potevate neanche farvi un viaggetto in pace per gli States od aprire una dittarella, che poi lo sapevano tutti! Njk ======== PS: il contenuto della cartolina è tecnico/comemrciale e non è così entusiasmante da riportarlo in dettaglio: Motore elettrico, 220Volt, battieria ed altro Le fonti: http://www.edressen.de/meistertabelle_db.php?sort2=D&filterall=&filter1=&filter2=&filter3=&filter4=&filter5= https://www.public-juling.de/passagierlisten/listen.php?ArchivIdent=AIII15-06.03.1928-2_N&start=211&pers=Lohmann&ankunftshafen=New York&abreisehafen=Bremen&lang=de2 punti
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Come ben sapete le medaglie non sono il mio forte, soprattutto quelle militari. Mi è capitata fra le mani questa che vi mostro di seguito. Mi farebbe piacere ricevere tutte le notizie possibili su questo manufatto che mi ha colpito per le raffigurazioni presenti sulle due facce. Misura mm 26 per 7.81 grammi. Grazie e buona domenica a tutti.2 punti
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Ciao @miza , da quanto ne so il nominale da 3 cent fu creato perchè avevano abbassato la tariffa postale base da 5 a 3 cent, riducendo di molto l'utilizzo dell'half dime, in una nota, non mi ricordo dove, ho letto che venivano chiamate per la loro sottigliezza 'squame di pesce'. Purtroppo il nostro villa66 non ci ha lasciato per questa specifica moneta molto, ne fa accenno in questa discussione che però è dedicata al 3 cent in nickel, moneta molto più maneggiabile che di fatto la sostituì in toto. qui un altro suo intervento: sicuramente @petronius arbiter potrà risponderti meglio.2 punti
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Non diamo suggerimenti che anni orsono Lanz, negozio online , mise in vendita una moneta di Lanciano....2 punti
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Infatti in questa storia ci sono particolari davvero strani... Ho l'impressione che molti abbiano aspettato a cambiarli perchè avevano la testa riempita dalle palle che si raccontavano da certe parti nei primi anni della circolazione fisica dell'euro, in particolare quelle secondo cui sarebbe durato pochi anni e si sarebbe sicuramente tornati alla lira.2 punti
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Queste pubblicazioni sulla zecca di Napoli in epoca sveva stanno diventando una saga. Nei primi episodi della saga tanto è stato promesso ma si è visto poco e nulla. Aspettiamo quindi la prossima puntata della saga: "La zecca di Napoli: l'Impero colpisce ancora!" Spero non dobbiamo però aspettare però il lavoro successivo per arrivare a delle conclusioni certe: "La zecca di Napoli: Il ritorno di Federico II." O addirittura di non dover attendere la trilogia prequel o sequel delle pubblicazioni del nostro autore preferito.2 punti
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Moneta autentica in conservazione attorno al BB. Per confronto e condivisione posto un esemplare in buona conservazione:2 punti
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Serie sovrastampata migliaia - milioni Serie migliaia - miloni Serie miliardi2 punti
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Ci sarebbe parecchio da scrivere su questi quarti, c'è ancora molta confusione in tante tipologie sabaude e siccome non si approfondisce più come si faceva una volta su questo forum mi sembra opportuno dare qualche chiarimento in più per chi avrà voglia di leggere e, se vuole, discutere della cosa... Partiamo con la prima cosa: le monete di Piemonte e quelle di Savoia avevano valori diversi, ma qui non mi risulta, da ciò che si trova indicato sulle ordinanze venivano prescritti tutte e due a 256 pezzi al marco e ad un titolo di denari 0.10. I quarti del primo tipo, chiamati di Piemonte, vennero coniati nelle zecche di qua delle Alpi, gli esemplari trovati sino ad oggi risultano con data 1581 a Nizza Vercelli e Torino, mentre con data 1583 solo Torino. Risultano dai rendiconti di zecca anche altre coniazioni in anni successivi, ma sono anacronistiche visto che non sono stati ritrovati esemplari, quindi è possibile che questi conti risultino senza differenze fra "di Piemonte " e "di Savoia " ma solo come quarti di grosso da 7 al Soldo. Quindi passiamo al secondo tipo, di Savoia, questa tipologia viene differenziata fra quelli battuti a Chambéry, con stella, e quelli battuti a Torino, senza stella. Personalmente senza stella io ho visto solo quarti con debolezza di conio in quel punto, mai uno senza stella e senza il dubbio che non fosse un difetto di conio. C'è molta confusione, questo si, ma preferisco suddividere i quarti in quelli di Piemonte, coniati al di qua delle Alpi e quelli di Savoia coniati a Chambéry. Oltretutto non vi sono altre tipologie con le stesse date se non il primo tipo 1581/1583 ed il secondo tipo dal 1585 (io non l'ho ancora visto) al 1594. Qui la mia domanda allora risulta diversa.. I famosi quarti di soldo, quelli con le iniziali CE coronate, non potrebbero essere i famosi quarti "di Savoia " ?? Il titolo era più alto e il valore maggiore, quindi ci starebbe, ad esempio a Gex dal 1584 al 1586 risulta dai rendiconti che vennero battuti marchi 2,310 di quarti da 7 al Soldo, ma gli unici quarti conosciuti di Gex sono quelli con le iniziali coronate! Queste tipologie poi si trovano coniate solamente a Aosta, Chambéry, Gex e Bourg tutte zecche che coniavano moneta "forte" di Savoia. Così si spiegherebbe la differenza fra questi quarti... in un trafiletto del Promis si può leggere che l'Arnaldi, zecchiere a Torino e Chambéry, battè alla metà del 1594 marchi 3,236 di marchi di Piemonte e marchi 8,833 di quarti di Savoia. Quali sarebbero quindi gli uni e quali gli altri?2 punti
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non saprei, le monete che trovo sono tutte da resti o rotolini di monete circolate. potrebbe anche essere che una coincard era rovinata e il possessore ha deciso di spendere la moneta oppure la coincard è stata regalata a qualcuno che non sapeva cosa farsene ed è andato a prendersi un caffè in torrefazione...1 punto
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Stemma di Ferdinando IV fotografato da un editto conservato nella biblioteca Nazionale di Napoli.1 punto
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Affrancata con 33 cent. di posta aerea serie pionieri dell'aviazione emesso nel 13.2.1985. Annullo meccanico cerchio singolo con svolazzo a dx di Honolulu del 1? Marzo 1985. Bella si percepiscono i canti e la musica della hula. E' un bel ricordo.1 punto
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Circolata tanto tanto. Magari anche persa per strada o nella terra e ritrovata1 punto
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😂 L'importante è chiarire. Ho modificato il messaggio. L'autore probabilmente ha pure sbagliato il discorso sul fiore nazionale 😅1 punto
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08/02/2025 Buon Pomeriggio a Tutti, condivido di seguito questo marengo d'oro del 1817 Vittorio Emanuele I° Torino - Regno di Sardegna -, da poco entrato in collezione ( grammi 6,42 D 21 mm. ). Ha la cifra 7 della data ribattuta sul 6 ( Cat. Gigante 12a ), la moneta è considerata rara con tiratura di 39.577; ma ho notato che si trova abbastanza in giro. A diritto potrebbe essere un quasi splendido mentre a rovescio solo BB ( rilievi poco marcati e diademi corona consumati ), peccato ! Se qualcuno volesse commentare è il Benvenuto. Grazie.1 punto
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Nel 2025 la tecnologia permetterebbe soluzioni SEMPLICI tipo aprire le prenotazioni, diciamo 4 mesi prima per ogni singola moneta, divisionale o cofanetto che sia (con immagini e dettagli dei prodotti),lasciando liberi commercianti e privati di acquistarne la quantità desiderata(Ovviamente chi ne acquista 1 avrà un prezzo e chi 100 avrà uno sconto per la rivendita).Poi l'ultimo mese si comunicano le tirature delle singole monete e scrivendo la quantità rimasta a disposizione per la vendita, così da lasciare spazio a ritardatari indecisi e far partire la rincorsa di speculatori sulle tirature!!! Teoricamente hanno tempo per fare tutto ciò per poi partire con produzione e distribuzione. Facendo così si valorizzano la bellezza delle monete che meritano vendendone tante e si valorizzano quelle brutte perchè avranno tirature basse incentivandone la vendita essendo più rare (Il paradosso è che alla vendita costeranno di più quelle brutte producendone meno)... così diamo la possibilità alle persone di scegliere in piena autonomia in base al proprio ego. Questo è la mia opinione da privato, sò che così tolgo molta speculazione sulle belle, lasciando più spazio alle rarità brutte...1 punto
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Oltre alla vecchia, mitica linea INT Gorizia - Nova Gorica e viceversa (1) sono state istituite due nove linee transfrontaliere di autobus: (2) la ML, una circolare urbana che collega Gorizia, Nova Gorica, Solkan e Šempeter (3) una linea extraurbana di collegamento diretto fra l'aeroporto di Trieste (Ronchi dei Legionari), Gorizia e Nova Gorica Info su tutte le linee: https://www.aptgorizia.it/linea-urbana-internazionale-gorizia-nova-gorica/1 punto
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Per quanto anch'io sia molto dubbioso sulle date, in realtà le Costituzioni Melfitane (o Liber Augustalis), promulgate il 1° settembre 1231, non ordinano nè di coniare nè di emettere gli augustali: solo i pagamenti lì enumerati sono tutti in termini di once d'oro, augustali e sol(i)di. Nella sua Chronica dei fatti avvenuti in Italia (ma in particolare nel Regno di Sicilia, tra il 1189 e il 1243) Riccardo di San Germano riporta al dicembre 1231 (ma facendo riferimento all'intero anno, come dicono Grierson-Travaini) "Nummi aurei qui augustales vocantur de mandato imperatoris in utraque sicla Brundusii et Messanae cuduntur “. Il documento imperiale di Federico II sull'emissione degli Augustali stessi è andato smarrito.1 punto
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Olivares Abad, José Manuel, Acuñaciones a martillo de dominio español. Milán, Nápoles, Sicilia y Cerdeña. 2015, tomo I.1 punto
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Buonasera, chiedo scusa vorrei chiarire che: ho comperato una sola moneta oncia la margherita perché la trovo bellissima; una soltanto della 2 euro prof e fdc x tipo ed una della 5 euro Piemonte. Stop. Niente ciambella e il cielo così come le altre che le ritengo poco interessanti o non alla portata della mia pensione! io colleziono non vendo o rivendo nulla... forse mi sono espresso male ma vorrei ribadire che siamo alla frutta con queste emissioni da puro marketing commerciale senza una logica collezionistica che predilige l'arte, la cultura e il grande patrimonio di valori della nostra nazione. Trasformare poi la zecca in una impresa da lucro per me è sgradevole... Di questo passo vedremo monete come quelle della cosiddetta "numismatica moderna" che impazza sui siti commerciali. Grazie a chi ha risposto in maniera elegante al mio post #1077.1 punto
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Mah... mi pare quantomeno azzardato tirare in ballo "i poteri forti" della numismatica, aggiornamenti, revisioni e nuove scoperte nella classificazione delle monete avvengono continuamente, si fanno dibattiti, c'è chi non condivide del tutto o fa dei distinguo e c'è chi è più possibilista, ma c'è confronto a più voci... sui fiorini d'oro di Firenze è da poco uscito un corposo studio di De Benetti con una ricca disamina e revisione della cronologia dei primi fiorini del primo secolo di emissione, in tale opera si tratta anche delle cosiddette imitazioni non firmate, argomento assai complesso e delicato che complica e non di poco il panorama della classificazione certa e pacifica di tali monete, in definitiva non vedo e non mi risultano tentativi di "insabbiamento" numismatico da parte di forze occulte, del resto anche i suoi studi trovano pubblicazione un po' ovunque... quello che noto è che lei è il solo e unico a sostenere con tanta certezza e convinzione certe ipotesi che magari potrebbero anche avere qualche fondamento, (a me personalmente la cosa non dispiacerebbe, le nuove scoperte mi entusiasmano e non credo solo a me), ma che sarebbe necessario dimostrare e confermare con documentazioni e argomenti più solidi o almeno esprimerle come possibilità ipotetiche e non come certezze ormai acquisite dalla scienza numismatica...1 punto
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Allego copia dell'ultima pagine del catalogo. In fondo si fa riferimento al loro sito ed e-mail per acquisti @torpedo1 punto
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Buon giorno a tutti!! Effettivamente è un pò che non partecipo alla vita del forum. Il tema è un pò spinoso e ora sto uscendo. Entro domani cercherò di fare un pò di chiarezza per quanto possibile1 punto
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Aggiungo al post la notizia di un singolare rinvenimento presso la Certosa di S.lorenzo a Padula. Durante lavori edili nelle vicinanze della certosa è stata scavata abusivamente una necropoli prima sconosciuta ,intervenuti gli archeologi ,a seguito di una segnalazione ai carabinieri,si sono potuti recuperare molti reperti afferenti a diverse tombe alla cappuccina costituite da embrici. In una di queste ,il tavellone di testata, riporta l' incisione a fresco di un cavaliere . A quanto pare questa tipologia di raffigurazione è piuttosto rara ed è sicuramente un unicum nella zona di Padula. Va sottolineato che tra i due reperti , quello di Lomello e quello di Padula,intercorrono quasi mille anni e molti km di distanza ma è singolare rilevare come questa tecnica iconografica su embrice sia trasversale nel territorio italiano sia cronologicamente che geograficamente. https://www.italia2news.it/2025/02/05/necropoli-del-iv-secolo-a-c-scoperta-a-padula-la-conferenza-nella-certosa-di-san-lorenzo/1 punto
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Onestamente non ricordo di avere letto spiegazioni al riguardo, Dato che i numeri romani erano uguali a lettere, una spiegazione potrebbe essere quella di evidenziare che quelle lettere (I, V, X) rappresentavano in realtà dei numeri.1 punto
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Il vangelo di Giovanni fu scritto originariamente in greco, non in latino né in aramaico. Quindi, "per rispetto" ma anche per opportunità di metodo, andrebbe letto dal greco, possibilmente traducendo in maniera più aderente possibile al significato originario dei termini e delle costruzioni sintattiche. In rete si trovano facilmente delle traduzioni dal greco, ne propongo una tra le prime che appaiono nel mio motore di ricerca: https://digilander.libero.it/longi48/IL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Traduzione dal greco).pdf Certamente la dottrina della divinità di Cristo è presente nel testo e affermata al verso 14. e al 18., dove si dice che Cristo "è nel seno del Padre", cioè partecipa della natura divina di Dio. Ciò non toglie, secondo me, che l'identificazione del Logos con Cristo sia fuorviante perché oscura l'aspetto prioritario del Logos, della parola nel senso del linguaggio, facoltà di articolazione dell'Essere nelle sue qualità. Sarebbe come il proverbiale guardare il dito che indica la luna. In principio era il Logos, non Cristo! Cioè: per vedere ciò che è occorre prioritariamente che vi sia la luce dell'intelletto. Si tratta di una priorità ontologica, la stessa che nell'incipit della Genesi richiede che Dio pronunci le parole "sia la luce" perché la luce prenda ad esistere. La luce prese ad esistere anche se Cristo non era ancora nato (intendo dire all'epoca in cui quel passo della Genesi fu scritto). Siccome amo i parallelismi e le suggestioni, linko anche un articolo dove si parla del mito egizio della creazione del mondo attraverso la parola di Ptah. A me pare pertinente assai. https://www.storicang.it/a/ptah-e-creazione-mondo-attraverso-parola_15220#:~:text=Secondo il mito nato tra,dal dio iniziò ad esistere. Io credo che il miglior modo di rendere onore e rispettare le opere che i nostri avi ci hanno tramandato sia interrogarsi, instaurare parallelismi, interpretare sempre e trovare sempre nuove analogie, nuove suggestioni. Richiedere una conoscenza approfondita come condizione per avere diritto a farsi domande e a tentare risposte è quanto di più oscurantista si possa pensare! Infatti, se la Bibbia fosse veramente la parola di Dio, cosa a cui evidentemente io non credo, chi mai avrebbe le competenze da te richieste come prerogativa per discuterne? Solo io vedo un cervello a destra? Dovremmo allora smettere di studiare la filosofia, la teologia, magari anche la matematica e la fisica, la medicina, la storia e quant'altro? Dovremmo limitarci a imparare a memoria i versi della Bibbia e ripeterli all'infinito come un mantra spegnendo quel cervello che Michelangelo indica come la sede di Dio, che illumina l'Essere permettendoci di intuire il Logos? Vogliamo davvero che Adamo, già abbastanza svogliato nel dipinto, volti pure la testa dall'altra parte lasciando cadere il braccio? Bel modo di rispettare la "Parola di Dio"! Chiedo scusa per l'off-topic e ringrazio ghezzi60 per averci mostrato il bellissimo ruolino del coro, di una fattura eccezionale! 😍1 punto
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fonte: https://www.livescience.com/archaeology/romans/1-700-year-old-roman-hoard-includes-gold-coins-depicting-illegitimate-emperor Un tesoro romano di 1.700 anni fa include monete d'oro raffiguranti un imperatore illegittimo Scavi "segreti" in Lussemburgo rivelano 141 monete d'oro romane di otto imperatori romani e un usurpatore. Gli archeologi in Lussemburgo hanno scoperto un sontuoso tesoro di monete d'oro romane di 1.700 anni fa che era stato posizionato vicino alle fondamenta di un piccolo forte romano a forma di torre. Il team ha dissotterrato 141 monete d'oro, coniate tra il 364 e il 408 d.C., a Holzthum, un villaggio nel nord del Lussemburgo. Le monete presentano i ritratti di otto imperatori, ma tre monete raffiguravano un sovrano inaspettato: Eugenio, un imperatore illegittimo dell'Impero romano d'Occidente che regnò solo per due anni (dal 392 al 394). Eugenio è il 3° da dx (nota mia) Questo usurpatore, Eugenio, insegnante di retorica e funzionario di corte, fu proclamato imperatore d'Occidente da un potente ufficiale militare, mesi dopo che l'imperatore d'Occidente Valentiniano II fu trovato impiccato in circostanze misteriose. Tuttavia, Teodosio I, l'imperatore cristiano d'Oriente, si rifiutò di riconoscere Eugenio e disapprovava la sua presunta politica di tolleranza religiosa. Ciò portò a un conflitto armato e culminò nella sanguinosa sconfitta e morte di Eugenio nella battaglia di Frigido nel settembre del 394. Le sue monete sono particolarmente rare perché il suo periodo al potere fu così breve. "Questa è una scoperta archeologica importante, poiché è estremamente raro poter studiare un intero antico deposito monetario nel suo contesto archeologico", hanno scritto i ricercatori in una dichiarazione tradotta dall'Istituto nazionale per la ricerca archeologica (INRA) in Lussemburgo. A causa della sua importanza storica, la scoperta è stata tenuta segreta per quasi quattro anni, con scavi sotto la direzione dell'INRA che si sono svolti dal 2020 al 2024. Il team ha anche dovuto affrontare condizioni pericolose, poiché nell'area erano sepolte numerose munizioni ed esplosivi della Seconda Guerra Mondiale, spingendo il Servizio di azione contro le mine dell'esercito del Lussemburgo (SEDAL) a dare una mano con gli scavi. Il valore del tesoretto si aggira attorno ai $ 322.000 Le monete d'oro sono solidi, un termine che deriva dal latino "solidus", che significa "solido", un riferimento al loro contenuto d'oro costantemente affidabile. Le monete, ciascuna delle quali pesa circa 0,16 once (4,5 grammi), furono introdotte all'inizio del quarto secolo durante l'era del "Tardo Impero Romano". Il solidus rimase relativamente stabile per secoli e si diffuse in tutta la regione del Mediterraneo. In seguito a un'analisi indipendente, che ha preso in considerazione le "eccellenti condizioni" delle monete e "la presenza di alcuni esemplari rari", le monete sono state valutate 308.600 euro, ovvero quasi 322.000 $. In conformità con le disposizioni legali sul patrimonio culturale, questa somma è riservata a coloro che hanno diritti legali, come i titolari di proprietà, sul ritrovamento. "Ci vorrà ancora del tempo per elaborare gli scavi e i ritrovamenti", ha affermato il ministro della cultura lussemburghese Eric Thill in una dichiarazione parlamentare tradotta, "ma senza dubbio aumenterà la nostra conoscenza e comprensione dell'ultimo secolo dell'Impero romano in Occidente". I ricercatori hanno in programma di analizzare ulteriormente il tesoro e alla fine pubblicare i risultati in una rivista di ricerca. V. Anche: https://new.coinsweekly.com/news-en/largest-hoard-of-ancient-gold-coins-discovered-in-luxembourg/ https://archaeologymag.com/2025/01/roman-gold-coins-in-luxembourg/ https://arkeonews.net/secret-excavations-in-luxembourg-reveal-141-roman-gold-coins-from-nine-roman-emperors/ https://www.threads.net/@archaeology.news/post/DFTZXhdOZnv https://en.wikipedia.org/wiki/Holzthum_Hoard1 punto
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Salve. Ho qualche gettone daziario di Genova, di quelli utilizzati in dogana verso la fine del 1700 e i primi del 1800 per pagare il dazio sul tipo e la quantità del prodotto che entrava alle porte della città, impressi sul gettone. Questo serviva al pagamento della tassa su un ettolitro di grano (100 litri), corrispondenti a 72-74 kg. Bronzo: 19,9 g; diametro 40,5 mm. Contromarca 24 applicata nel periodo sabaudo, la stessa di quella sui pesi monetali. Il gettone schedato da Paolo Pitotto ha praticamente le stesse dimensioni del mio, ma essendo d’ottone pesa circa due grammi in meno. apollonia1 punto
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Gettone per il pagamento della tassa sul vino da introdurre attraverso una delle antiche Porte della città di Genova, emesso dalla Repubblica Ligure nel 1805. Ottone: 12,48 g, 38 mm. Il foro centrale serviva a impilare i gettoni inserendoli in un supporto verticale. La peculiarità del gettone sta nella raffigurazione delle lettere dell’alfabeto in circolo lungo tutto il bordo di una faccia, di cui ignoro lo scopo. Su alcuni gettoni di conto di Norimberga troviamo anche le lettere dell’alfabeto, distribuite però su cinque righe (https://en.numista.com/catalogue/exonumia377386.html). apollonia1 punto
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Il mio esemplare, che come noterai ha un diverso conio del dritto. Quindi è da escludere l'errore. .... Sono due punti voluti.1 punto
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