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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/27/25 in tutte le aree
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Buonasera, condivido l’ultimo arrivo, una moneta dell’imperatore Graziano. (D): DN GRATIANVS PF AVG; busto panneggiato di Graziano con diadema di perle, verso dx (autorità emittente Valentiniano I); (R): GLORIA RO-MANORVM. La lettura del venditore per campo ed esergo è: F|/R/(R) // DSISCP; imperatore con diadema e abito militare, volge la testa indietro mentre procede verso dx trascinando dietro di sé un prigioniero inginocchiato; con la sx impugna il labaro cristiano. AE3; diam. mm 17,5; gr.2,13; asse coniazione 1h; zecca di Siscia, 4a officina. Tipo RIC IX 14c, sottotipo xxxv. La lettura del rovescio proposta dal venditore non mi è chiarissima. Nella dx del campo la lettera superiore mi sembra A piuttosto che R (anche confrontandola con le A di GRATIANUS). Riguardo la lettera sottostante sono del tutto ignorante: sembra una sorta di monogramma, una R “uncinata” superiormente. L’ultima lettera dell’esergo, infine, viene indicata come P ma mi lascia dei dubbi. Grazie sin da ora per ogni commento e correzione. Secondo quanto leggo, i ritrovamenti inglesi si riferirebbero principalmente all’utilizzo di queste emissioni per il pagamento delle truppe inviate in Britannia nel 367 al comando di Flavio Teodosio, magister equitum praesentalis di Valentiniano I, nonché padre del futuro imperatore Teodosio. Rimediando agli insuccessi iniziali di Saverio e Giovino, il comes Teodosio riuscì a risolvere un quadro di gravi disordini in Britannia (Ammiano Marcellino, XXVII,8) prolungando il dominio romano sull'isola per i successivi quaranta anni. Primogenito di Valentiniano e Marina Severa, Graziano è co-Augusto a 8 anni e imperatore a 16 (alla morte del padre) ma deve spartire il potere sull’Occidente con il fratellastro Valentiniano II, nato dalle seconde nozze di Valentiniano con Giustina (già sposa dell’usurpatore Magnenzio). Valentiniano II ha appena quattro anni ma sotto il controllo della madre tiene corte a Milano regnando su Italia, Illiria e Africa, mentre Graziano governa da Treviri su Gallia, Spagna e Britannia (Zosimo IV,19,2). Durante il proprio regno, nel breve giro di due anni (378-380) Graziano vive da co-protagonista due eventi epocali, il primo politico-militare, l’altro culturale-religioso. Nel 378 l’imperatore Valente, suo zio, cade ad Adrianopoli, esito tragico della pessima gestione da parte romana di una massa di Goti profughi che Valente aveva deciso di accogliere all’interno dei territori imperiali (Ammiano, XXXI, 4,10 sgg.; Jordanes, Getica, XXXVI). Graziano – che nel Maggio 378 aveva trionfato ad Argentovaria sulla tribù alamanna dei Lentiensi (Ammiano, XXXI, 10-17) - non raggiunge in tempo Valente il quale, invidioso delle imprese del nipote (così dice Ammiano), il 9 Agosto dà battaglia senza attendere i rinforzi del nipote. Il secondo evento due anni dopo, nel 380, quando Teodosio - che Graziano aveva designato alla gestione dell’Oriente dopo i fatti di Adrianopoli - pone fine alla storia di Roma pagana con l’editto di Tessalonica (un successivo decreto di Teodosio, nel 391, dichiarerà impuro e contaminante anche solo guardare le statue degli dèi pagani). Graziano, nonostante un precettore d’infanzia pagano (il poeta Decimo Magno Ausonio), una volta augusto si allinea alla svolta religiosa di Teodosio promulgandone l’editto e accogliendo le posizioni più intransigenti del vescovo di Milano, Ambrogio. Graziano cancellerà i contributi pubblici e i lasciti testamentari privati ai collegi sacerdotali pagani, e interrompendo una tradizione che veniva fatta risalire all’età regia (con la costruzione del più antico ponte di Roma, il pons Sublicius) rifiuta la sacra carica di Pontifex Maximus, restituendo la veste tradizionalmente offertagli. “Se l’imperatore non vuole essere pontefice massimo, presto vi sarà un pontefice massimo” afferma uno dei sacerdoti, predicendo il trasferimento del titolo al papa cristiano (Zosimo IV,36,5). Nel 382, inoltre, Graziano rimuove dalla Curia Iulia la statua della Vittoria e l’altare che accoglieva i sacrifici e i giuramenti del Senato e la cui collocazione si doveva ad Augusto al tempo del trionfo di Azio. Dopo la morte di Graziano, i senatori pagani sperarono si ripetesse quanto già accaduto con Costanzo nel 357, quando una prima rimozione si era risolta grazie al “restauratore” Giuliano II. Stavolta si confida soprattutto nel dodicenne Valentiniano II e in sua madre, di fede ariana, ai quali il grande oratore Simmaco - prestigioso esponente senatoriale pagano nonchè prefetto dell’Urbe - indirizza nel 384 una celebre supplica (Relatio III) perorando la ricollocazione di quelli che egli considera i simboli della storia e della fortuna di Roma, perciò condivisibili da pagani e cristiani nel segno di una religiosità universale (si richiede anche, ovviamente, il ripristino del quadro finanziario tradizionale). Il vescovo Ambrogio soffocherà però ogni speranza di dialogo, “istruendo” l’imperatore con due durissime lettere (Epistola XVII e XVIII), nella quali chiarisce sin dalle prime righe che gli dèi pagani sono “cose demoniache”. La lettura dei testi di Simmaco e Ambrogio, offre un quadro vivissimo dello scontro finale tra la morente cultura pagana e la trionfante età cristiana. L’altare sarà ripristinato un’ultima volta dall’imperatore Eugenio (392), ma dopo la sconfitta di questi contro Teodosio, viene nuovamente rimosso. Sarà ancora una volta Simmaco a guidare una delegazione a Milano (402) per rivolgere la richiesta di ricollocazione a Onorio e Arcadio, ma la domanda viene definitivamente respinta e l’altare distrutto. Tornando a Graziano, se egli rimuovendo la statua e l’altare aveva tradito la Vittoria, la Vittoria avrebbe presto tradito lui (direbbe un pagano…). Magno Massimo, un militare assai capace che aveva operato in Britannia, postosi alla testa di un forte scontento delle truppe legato pare al massiccio ingresso di barbari ben pagati nell’esercito (Zosimo IV, 35,2), sbarca sul continente presso Parigi e sconfigge Graziano, il quale tenta la fuga ma trova la morte (383) a Lugdunum per mano di Andragazio, magister equitum di Magno Massimo. Un saluto, grazie e a presto, Lucius LX2 punti
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ma c'è una lamina d'oro da 22µ secondo il cartellino. 😁 Dati forniti: Materiale di base: Argento 925/1000 Rivestimento: Oro 24 kt, spessore 22 micron (0,022 mm) Peso totale: 65 g Dimensioni: 24 cm × 12,5 cm Calcolo della quantità di oro: Superficie dell'oggetto Area=24×12,5=300 cm2 Volume dello strato d'oro Volume=Area×Spessore\text{Volume} =300×0,0022 cm = 0,66 cm3 Massa dell'oro (utilizzando la densità dell'oro) La densità dell'oro puro è 19,32 g/cm³ Massa dell’oro=0,66×19,32=12,75 g Risultato: L'oggetto contiene circa 12,75 g di oro 24 kt. ========= Giusto? certo che 12,75g di Au e 50 di Ag non sarebbero male. PS: se qualcuno vuole rifare i conti è il benvenuto! njk2 punti
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Ritrae baccanti rappresentate come danzatrici ma anche cacciatrici e satiri che suonano il doppio flauto. Gli archeologi l'hanno battezzata la «casa del Tiaso». La megalografia ritrovata a Pompei A più di 100 anni dalla scoperta della Villa dei Misteri un nuovo grande affresco getta luce sul mistero di Dioniso nel mondo classico. In una grande sala per banchetti, scavata nelle ultime settimane nell’area centrale di Pompei, nell’insula 10 della Regione IX, in una domus è emerso un fregio di dimensioni quasi reali, ovvero una megalografia, cioè dipinto a grandi figure, che gira intorno a tre lati dell’ambiente. Il quarto era aperto sul giardino. Il fregio mostra il corteo per Dioniso, il dio del vino: ci sono baccanti rappresentate come danzatrici. Ma anche come cacciatrici feroci, con un capretto sgozzato sulle spalle o con una spada e le interiora di animali nelle mani. E poi giovani satiri con le orecchie appuntite che suonano un doppio flauto, mentre un altro compie un sacrificio di vino in stile acrobatico. Gli archeologi hanno battezzato la domus con il fregio «casa del Tiaso», proprio in riferimento al corteo di Dioniso. Al centro della composizione c'è una giovane donna con un vecchio sileno che impugna una torcia una torcia: si tratta di una inizianda, ovvero una donna mortale che tramite un rituale notturno sta per essere iniziata nei misteri di Dioniso, il dio che muore e rinasce promettendo lo stesso ai suoi seguaci. Un dettaglio curioso consiste nel fatto che tutte le figure del fregio sono rappresentate su piedistalli. Come fossero statue, mentre al tempo stesso movimenti, carnagione e vestiti le fanno apparire come fossero vive. «Siamo nel cosiddetto secondo stile pompeiano - rivela il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel - il fregio può essere datato agli anni 40 e 30 avanti Cristo. Questo significa che nel momento dell’eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei, il fregio dionisiaco era già presente da un secolo sulla parete. La megalografia è in una sala banchetti e apre un nuovo dibattito sui rituali per Dioniso. Al centro non c'è il dio come nella Villa dei Misteri, ma c'è una donna. Che si ritrova al centro di questo corteo. Ed è l'unica che guarda al centro verso la sala. Abbiamo di fronte una iconografia di iniziazione». Per il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, questa megalografia rappresenta una novità assoluta «sul più contemporaneo dei dei», appunto Dioniso. «Zuchtriegel è un fuoriclasse circondato da fuoriclasse - ha detto il ministro - immaginate come sarà questo posto tra un secolo. Noi non ci saremo, ma ci sarà qualcuno che parlerà del ritrovamento di questo ciclo di affreschi. Questo è uno squarcio di luce su un aspetto importante. Tengo a sottolineare l’importanza di una novità, sul più contemporaneo degli Dei, Dioniso». Scoperta a Pompei una «nuova villa dei Misteri»: riemerge lo spettacolare affresco gigante dedicato a Dioniso. Risale al 40 a.C. | Corriere.it2 punti
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Ciao Releo, In realtà avevamo parlato della legenda di una altra moneta, su questa e sull'altro lotto mi sono limitato a farti solo i complimenti, io purtroppo non ho le competenze giuste per affermare la bontà o no di un qualsiasi pezzo. Un caro saluto Raffaele.2 punti
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Buongiorno. Servono fotografie nitide, peso, e se possibile diametro e spessore. Diciamo che è più probabile un falso che un errore di conio. Oggigiorno è il paradiso dei falsari: un tempo chi riceveva una moneta strana pensava di essere stato ingannato, oggi pensa di aver trovato un tesoro2 punti
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Le ultime aquile Almeno per un bel po' Le difficoltà "politiche" della Zecca, e soprattutto la scarsa disponibilità di metalli preziosi (la scoperta dei grandi giacimenti d'argento in Nevada e dell'oro in California era ancora lontana), non potevano non avere riflessi sulla produzione monetaria, che venne dapprima rallentata, per poi cessare del tutto, e per molti anni, per i nominali più alti dei rispettivi metalli, il dollaro d'argento e i 10 dollari d'oro. Si deve tuttavia riconoscere che coloro i quali sostenevano l'inutilità di una monetazione nazionale non avevano tutti i torti, in particolare proprio riguardo a questi due nominali. Il dollaro aveva un più che valido sostituto nel "pezzo da otto" spagnolo, che si trovava dappertutto in quantità, e gli era parificato come valore, anche legale. Quanto ai 10 dollari, come abbiamo visto anche in precedenza, erano una somma che molti faticavano a ritrovarsi in tasca. Il 1804 fu l'ultimo anno di produzione per queste monete, la cui coniazione riprese più di 30 anni dopo. Ma mentre, come sappiamo, tutti i dollari coniati in quell'anno, ben 19.570 secondo i registri della Zecca, portano la data del precedente, e sono indistinguibili da essi, per le Eagles le cose andarono in maniera diversa. Perché esistono monete da 10 dollari datate 1804, ed effettivamente coniate in quell'anno. Il totale del coniato sarebbe stato di 9.795 pezzi, di questi più di 6.000 datati 1803, il restante, stimato in 3.757, porta la data del 1804. Il disegno del dritto è quello di Robert Scot che già conosciamo, al rovescio l'aquila araldica in uso dal 1797 su questo nominale, mentre le stelle nel giro del dritto sono definitivamente 13, quelle delle colonie originali: probabilmente avranno capito che continuando ad aggiungere una stella ad ogni nuova entrata nell'Unione, ben presto sarebbe finito lo spazio (foto da Heritage Auctions) Le restrizioni colpirono anche le altre monete d'oro, in particolare le quarter eagles, che subirono anch'esse un lungo stop: la produzione venne sospesa nel 1808 per riprendere solo nel 1821, e procedere a singhiozzo fino al 1834. Da lì in poi continuò ininterrotta fino al 1929. Il destino migliore toccò alle half eagles, le monete da 5 dollari, che erano le più richieste. La loro produzione continuò quasi senza interruzioni (pochissimi gli anni saltati) fino al 1929. Quanto all'aquila, bisognerà attendere fino al 1838 per vederla di nuovo, e con un nuovo disegno, opera di Christian Gobrecht. Ma nel mezzo, quella di Scot conoscerà ancora un breve, ma fulgido, momento di gloria... sia pure in maniera quasi clandestina petronius2 punti
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Buongiorno, segnalo che venerdì 21 marzo sarò ospite del Circolo Numismatico Ticinese con la conferenza "Committenza e finalità del riconio della medaglia pontificia nel XVII secolo". Verranno discusse brevemente le riconiazioni di medaglie papali degli Hamerani e del Mazio; si passerà quindi alla presentazione di casi in cui le medaglie del XVII secolo furono riconiate anni dopo la prima tiratura (commissionata dalla Camera Apostolica) oppure addirittura dopo la morte del pontefice effigiato. Verranno analizzate inoltre le richieste per tali medaglie, il loro impiego nei cerimoniali e la scelta dei tipi oggetto di nuova tiratura. Cordiali saluti, Antonio Rimoldi1 punto
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DE GREGE EPICURI Oggi condivido questo interessante bronzo di Edessa in Mesopotamia; misura 31 mm e pesa 18,87 g. In quel periodo, la Mesopotamia godeva di una certa autonomia, in quanto regno vassallo di Roma, ma la subordinazione è evidente: Abgaro X è in piedi, mentre Gordiano è comodamente seduto, e ben più in alto! Al D il ritratto di Gordiano a destra; si legge: ..ΤΟΚ Κ ΜΑΝΤ ΓΟΡΔΙΑΝΟC... Al rovescio, la scritta è: ..ΟCΑΒΓΡΟC ΒΑCΙΛΕΥC. Gordiano è seduto verso destra; davanti a lui, Abgaro X è in piedi e reca una Nike nella destra. Classificabile come BMC 136, Lindgren 2588. Non ho sotto mano il RPC.1 punto
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Salve, mio padre aveva questa moneta che mi ha regalato così che la potessi aggiungere alla mia collezione. Ovviamente si tratta di uno statere con Atena sul fronte e con Pegaso sul rovescio, ma purtroppo non sono riuscito a identificare la zecca. Vi chiedo cortesemente una mano per questo; penso che possano esservi d'aiuto i dettagli che potete vedere ai lati di Atena: alla destra pare avere un delfino (comune ad alcuni stateri epiroti), mentre alla sinistra sembrano essere dei fiori, che però non ho trovato su nessuna moneta di questo tipo. Grazie infinite!1 punto
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Carissimo @Stilicho grazie come sempre dei preziosi elementi di studio e riflessione. Concordo sulle indicazioni riguardo l'ultima lettera in esergo, convincente come "E" anche in esame dal vero; nonché sulle lettere del campo, in particolare quelle a dx. Dalla lettura complessiva dovrebbe dunque essere, come precisi giustamente, il sottotipo XXXIII (provvedo a correggere il mio piccolo archivio). Grazie e a presto Lucius LX1 punto
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Consideriamo che venivano usati maggiormente tornesi di Filippo II. Se 1 tornese vale 6 cavalli e di conseguenza 1 grano ne vale 12, concludiamo che già solo coniando 1 grano si è raddoppiato il "capitale" immesso. Capisci che il gioco vale la candela, soprattutto se come circolante non c'è molto e che gli anni 1621-1622 sono anni di forte carestia e mancanza di cibo1 punto
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Per errore ho preso questo Quarantano Ranuccio II Farnese di Parma g.9,81. (Falso d'Epoca da cartellino) Non conosco questa monetazione e mi sembra molto ben fatto per un falso d'epoca. Argentato pesantemente o credo più in una mistura molto simile all'argento per peso e diametro, Insomma io credevo che era originale poi ho riletto il cartellino è ho sbarrato gli occhi. Come ho detto non conosco questa tipologia ma per una moneta della metà del 1600 mi sembrava buona e non mi sembra una fusione o troppo pasticciata come sono i falsi di questo periodo che ho visto. Ditemi dove non vedo l'errore o la differenza. La testa della Madonna e gli Angioletti mi lasciano perplesso ma non più di tanto. Grazie a tutti. PS: ora che vedo le foto ingrandite si vede meglio l'impastatura, in mano sembrava meglio. Oramai l'ho postata se qualcuno ha da aggiungere qualcosa mi fa piacere.1 punto
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Eccola Ho ritenuto opportuno lasciarla in Cartamoneta, anche se non è esattamente una banconota. @Maria Spanache1 punto
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La M del tuo esemplare è legata al fatto che chi ha fabbricato quel conio non sapesse leggere, visto che è artigianale. Comunque a parere mio è più interessante il falso che la ribattitura su moneta precedente1 punto
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Ciao, controlla il peso (visto lo stato della moneta dovrebbe essere di 7/10 g ), si tratta di un asse dell'imperatore Augusto con SC sul rovescio. Purtroppo non si riesce a leggere il funzionario monetario e, almeno per me, risulta difficile catalogarla correttamente. Posto esemplare di tipologia simile 🙂. ANTONIO1 punto
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Classical Numismatic Group > Triton XXVIII Auction date: 14 January 2025 Lot number: 126 Price realized: 47,500 USD (Approx. 46,588 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: CARTHAGE. Circa 270-264 BC. AV 1½ Shekels – Tridrachm (21.5mm, 12.50 g, 12h). Carthage mint. Head of Tanit left, wearing wreath of grain ears, triple-pendant earring, and necklace with eleven pendants / Horse standing right, head left. Jenkins & Lewis Group IX, 388 (same dies); CNP 76d; MAA 26; SNG Copenhagen 181; Basel 569; Gulbenkian 384; Kraay & Hirmer 210; de Luynes 3749 (same obv. die). In NGC encapsulation 5771750-002, graded Ch AU, Strike: 5/5, Surface: 4/5, Fine Style. Ex Edward H. Merrin Collection (noted on NGC tag). By the third century BC, the Punic goddess Tanit and the horse had become the standard types of Carthaginian coinage and remained so for the balance of the city's existence. Tanit was the primary deity of Carthage. A celestial divinity with some fertility aspects, she was the North African equivalent of Astarte. She is always depicted on the coinage wearing a wreath of grain, which may have been borrowed from Demeter and Persephone as the Carthaginians assimilated the Sicilian culture into their own during the various Punic excursions to the island. The use of the horse on the reverse is usually considered part of the foundation myth of Carthage. According to Virgil's Aeneid, the Phoenician colonists who founded Carthage were told by Juno (or Tanit) to establish the new colony at the place where they discovered a horse's head in the ground. Another theory is that the obverse head is actually Demeter or Persephone, whose worship was introduced to Carthage in 396 BC to make amends for the destruction of the goddesses' temples outside Syracuse by the Carthaginian army. Estimate: 20000 USD1 punto
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Assolutamente! Adesso non riesco perché sono momentaneamente fuori casa ma appena riesco metto la foto qui e in Ciotole!1 punto
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Dal mio nickname si può già capire il mio apprezzamento per questa moneta: meravigliosa!1 punto
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@CdC Si potrebbe creare un'apposita discussione per questo oggetto in modo da estrapolarlo da questa discussione? credo che l'autore @ilnumismatico sarà pure d'accordo, grazie1 punto
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l'incredibile è che è una mitomania creata e alimentata da simil-truffatori che provano a vendere falsi e falsi errori (nel senso che sono monete normalissime) a cifre esorbitanti, oltre che dai siti acchiappa-click1 punto
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Buongiorno, in un mercatino ho trovato questo esemplare a pochi euro. Cosa ne pensate? Grazie1 punto
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Bronzo di Antonino Pio (Laodicea al mare, Levante settentrionale), che raffigura al rovescio il busto drappeggiato della Tyche cittadina con corona murale a sinistra (Gorny & Mosch, Auction 273, 19 Nov 2020). Lot 365 Estimate: 250 EUR. Lot unsold. NÖRDLICHE LEVANTE. LAODIKEIA AD MARE. Antoninus Pius, 138 - 161 n. Chr. AE ø 25mm (11,82g). Jahr 188 (= 140/1 n. Chr.). Vs.: ΚΑΙ ΑΙ ΑΔΡΙ ΑΝΤΩΝΙΝΟΣ ΣΕΒ, drapierte Büste mit Lorbeerkranz n. l. Rs.: ΙΟΥΛΙΕΩΝ ΤΩΝ ΚΑΙ ΛΑΟΔΙΚΕΩΝ / ΦΣ - ΗΠΡ, drapierte Büste der Stadttyche mit Mauerkrone n. l. RPC online IV, 6268 (tempory). Grüne Patina mit Sandauflagen, gutes ss apollonia1 punto
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Medaglia devozionale da rosario, bronzo/ottone, con doppio appiccagnolo (ne è rimasto uno solo), del XVIII sec.- D/ Madonna delle sette spade, che rappresentano i sette dolori di Maria- R/ E' rappresentato il 7° dolore, la Madonna assiste alla sepoltura di suo figlio Gesù.- Ciao Borgho1 punto
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Mi manca, ho il due e cinque paisa nepalesi dell'emissione successiva (anni '50/'60), i rametti sono stati tolti, non sarei riuscito ad individuarla senza l'indicazione dell'Asia. La tua dovrebbe essere un 2 paisa del Nepal degli anni '30/'40. Circa 1990/2000 (ma non facevi sino al 1951/52? ) calendario VS naturalmente.1 punto
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In questo articolo di Cronaca Numismatica c'è un'intervista dove fanno vedere anche il suo primo bozzetto della 500 lire bimetallica. https://www.cronacanumismatica.com/otto-marzo-con-laura-cretara-quelle-500-lire-troppo-in-anticipo-sui-tempi/1 punto
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Alla bellezza intrinseca del pezzo si unisce la provenienza da hoard. Allego questa discussione sul ripostiglio francese da cui proviene la moneta (che e', come detto, rappresentata anche in fotografia nel catalogo di vendita-post #26): Ciao e complimenti a @califfo64 per l'acquisizione. Stilicho1 punto
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Anche ieri è stata un'interessante serata, Gianfranco ha da prima dato dei cenni geografici, storici ed economici di questa regione e poi è passato alle zecche e monete. Sono rimasto sbalordito su quante zecche erano attive nel periodo ma più ancora sulle moltitudine di contromarche, più di 850 tipi (si è potuto consultare il libro "Greek Imperial Countermarks" di C.J. Howgego del 1985), utilizzate su queste monete, contromarche che ancora non se ne conosce lo scopo reale: se per validare monete molto consunte, validare monete di imperatori precedenti o riassegnare alla moneta un nuovo valore. Si sono viste molte monete, alcune di queste con le più svariate contromarche. Ringraziamo Gianfranco e tutte le persone che hanno assistito all'incontro. P.s. Per la serie non si finisce mai di imparare ieri sera ho appreso perchè la sigla del rame è Cu1 punto
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Buongiorno a tutti! Visto che la sezione "dorme" da un po' di tempo cerco di svegliarla postando un nuovo "piccolo" arrivo... Come da titolo si tratta di un Viennese del I tipo di Emanuele Filiberto, non capisco molto la divisione in due tipologie di questa moneta essendo solo una variante del conio tra le zue zecche che hanno coniato questa moneta... l'ordinanza era la stessa e cambiano solo gli anellini/rosette nei contorni ai due lati. Ma adattiamoci alle vecchie catalogazioni e seguiamo la strada sino ad ora seguita. Il MIR la considerava con un grado di rarità R8, mentre il secondo tipo veniva classificato R6, ora il Cudazzo ha eguagliato le due tipologie a R5, ovviamente per gli esemplari usciti in questi anni, anche se a parer mio il primo tipo si vede comunque un poco meno del secondo. Moneta quasi introvabile diversi anni fa, non ero ancora riuscito ad aggiungerla in collezione, per fortuna è diventata meno rara e sono riuscito a tappare il buco! Piccolina, 15 mm di diametro per un peso di 0,82 gr. ora è vicina alla sorella di Chambéry.1 punto
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Complimenti Silvio, è molto bella nella sua semplicità oltre che rara... mi piace tantissimo.1 punto
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Da quanto scrivi mi sorge il dubbio che tu non abbia figli o, perlomeno, figli giovani. In effetti la maggior parte delle forme di collezionismo di origine "giovanile" (tessere telefoniche, filatelia, figurine) sono state oggi sostituite da altre forme di collezionismo non meno significative per i ragazzi; vedi ad esempio le carte Yu Gi Ho; le carte Pokemon; le figurine Dangeons & Dragons... collezioni dei vari personaggi dei suddetti cartoni. Non è da trascurare nemmeno tutto il merchandising che troviamo a latere delle varie saghe; da Star Wars a Harry Potter al Signore degli anelli, con costumi, riproduzioni dei personaggi, materiali vari. Da ultimo vorrei ricordare il grande movimento collezionistico che anima il mondo dei fumetti, da Tex Willer a Dilan Dog fino ai Manga giapponesi... L'elenco è incompleto ma il mondo giovanile è animato da spirito collezionistico quanto quello "tradizionale"; ovviamente si orienta al proprio mondo ed è difficile prevedere quanto il primo potrà, nel tempo, confluire nel secondo... ma, a mio parere, c'è ampio margine d'incontro. Mario1 punto
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Medaglietta Giubilare, bronzo/ottone della prima metà del XVII sec.- Probabile produzione romana.- D/ L'annunciazione dell'Angelo a Maria, anepigrafe.- R/ Le quattro Porte Sante, che rappresentano le quattro basiliche di Roma, che sono Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e San Pietro, rappresentate dai simboli che si trovano sopra e sotto le Porte Sante. la medaglia e riferibile agli Anni Santi 1625 o 1650, non comune.- Ciao Borgho1 punto
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Sono d' accordo sulla prima parte ma sul numero di torrette e le aquilette rovesciate il discorso è diverso...1 punto
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Io mi affiderei al Bernocchi volume II, ci sono tutti i fiorini d'oro dal 1252 al 1533. Cosa stai facendo? Elenco completo con le immagini?1 punto
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Salve. Questo gettone acquistato tempo da un ebayer inglese, è ricavato dalla sovraimpressione della stessa scritta LLOYD'S WEEKLY NEWSPAPER THREE PENCE - POST FREE sulle facce di una moneta di re Giorgio III, Londra. apollonia1 punto
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Cistoforo d’argento di Augusto (Nomos AG, Auction 1, lot 139). Lot description: Augustus. 27 BC-AD 14. Cistophorus (Silver, 11.90 g 12), Pergamum, 19-18. IMP IX TR PO V Head of Augustus to right Rev. COM ASIAE Hexastyle temple with architrave inscribed ROM ET AVGVST. BMC 705. Cohen 86. RIC 506. RPC 2217. Sutherland -, Group VII, obverse die 12/ reverse unpublished. A new die combination. Attractively toned. Good very fine. Estimate: 4500 CHF. Hammer Price: 5000 CHF. I Greci d'Asia erano da tempo abituati a dedicare i luoghi sacri ai loro governanti o ad altri notabili, una pratica che i Romani ritenevano inaccettabile nel caso di persone viventi. Tuttavia, gli abitanti dell'Asia avevano presentato una petizione ad Augusto affinché permettesse loro di consacrare un tempio in suo onore ed egli alla fine accolse la loro richiesta, imponendo che fosse costruito a Pergamo, che era stata la capitale dell'antico regno ellenistico. L'edificio fu dedicato congiuntamente a Roma e ad Augusto; era già in costruzione nel 27 a. C. e possiamo supporre che fosse completato nel 19 a. C., quando fu coniata questa moneta. Il rovescio ci dà una visione accurata dell'aspetto del tempio; le rappresentazioni successive riducono il numero delle colonne per consentire di vedere anche le statue di Roma e di Augusto che si trovavano all’interno. apollonia1 punto
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Bronzo di Tomis (Mesia) con il busto di Agrippina II al dritto e un tempio con quattro colonne al rovescio (Solidus Premium 20, 21 Oct. 2017, lot 97). Province Moesia City Tomis Region Moesia Reign Claudius Obverse inscription ΑΓΡΙΠΙΝ[ Obverse design draped bust of Agrippina II, right Reverse inscription ΤΟΜΙ, ΦΑΙΔΡΟΥ Reverse design temple with four columns apollonia1 punto
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