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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/28/25 in tutte le aree
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DE GREGE EPICURI Stamattina, grazie alla prof.ssa Monica Baldassarri ed alla dott.ssa Giulia Valli (conservatore del medagliere del Castello Sforzesco) poco meno di dieci studenti ed ex-studenti del corso di Numismatica Medievale hanno potuto accedere al..."sancta sanctorum". E' stata una esercitazione davvero straordinaria. Dopo alcune notizie introduttive, abbiamo potuto esaminare tre maxi-plateaux di monete: il primo di monete genericamente "barbariche", il secondo di ostrogote, il terzo di longobarde. Racconto quel che ricordo, forse con imprecisioni. Il primo gruppo conteneva prevalentemente bronzi imitativi del III e IV secolo: quindi, radiati imitativi e imitative costantiniane; alcune particolarmente ben fatte e di peso insolito. Il secondo plateau conteneva molte monete d'oro e d'argento, a partire da numerosi solidi di Focas, altri solidi a nome di Anastasio (Vittorie di produzione romana), silique e rarissimi quarti di siliqua (alcuni milanesi, con monogramma, n° 35 del primo testo di Arslan). Le monete longobarde riguardavano zecche dell'Italia Settentrionale e Centrale: qui si sono visti soprattutto i vari tremissi con Vittoria frontale (diritto con ritratto stilizzato di Anastasio), monete in Ag molto rare (con stella e altri rovesci), monete in oro "a stella" fra cui una straordinaria di Novate a nome di Desiderio, piccole monete in Ag a nome di Pertarito (scritta PER). Insomma, una mattinata numismatica indimenticabile!5 punti
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Salute Il n°414 di Panorama Numismatico del marzo 2025 ha, nel suo interno, pubblicati i segg.articoli: Per le curiosità numismatiche: Giulio Cesare Croce (1550-1609), scrittore e cantastorie, diede voce scherzosa alle classi inferiori della società e alla difficile esistenza del popolo. Gianni Graziosi, attraverso le opere di Croce, fornisce cenni sull’attività della zecca bolognese e sulle monete di che circolavano al tempo, in Alcune note su opere di Croce e sulla monetazione bolognese del tempo. Per la monetazione antica: Soldato e ufficiale esperto, Vetranio servì sotto Costantino I e divenne magister militum sotto Costante I, come racconta Roberto Diegi, in Vetranio, un usurpatore che se la cavò molto bene, ovverosia come l’attaccamento alla vita può prevalere sull’amor proprio. Alberto Castellotti parla di Un sesterzio di Druso Maggiore che più bello non si può, un insolito esemplare appartenente al monetiere del Museo Archeologico di Firenze. Per la monetazione medievale e moderna: Jacopo Feola ha individuato un particolarissimo coronato con sigle sovrapposte, caso riscontrato per la prima volta su un esemplare del primo tipo, come illustra in Un inedito coronato napoletano dell’incoronazione di Ferdinando I d’Aragona. Maurice Cammarano racconta la storia di un raro 5 soldi francese del 1643 che lascia Parigi, va nell’Oriente Latino e viene contromarcato, garantendone la buona qualità dell’argento, ma ritornato in Francia viene bucato come una moneta falsa, in La triste fine di un raro 5 soldi francese del 1643. L’arte fiamminga del XVI secolo rappresentò spesso l’attaccamento al denaro e la condanna delle attività lucrose e capitalistiche, come racconta Paolo Cammisuli in Il denaro nell’arte pittorica fiamminga e olandese tra Rinascimento e Barocco. Benedetto Mura propone un Aggiornamento e nuove valutazioni sulle monete della Zecca di Sassari coniate dal Giudice Guglielmo I d’Arborea, a partire da una moneta inedita coniata a Sassari. Recensioni: Le molte facce di una moneta. Denaro e materialità nella Storia: saggi in onore di Lucia Travaini, a cura di Monica Baldassarri, Barrie Cook, Stefano Locatelli, Milano University Press 2025. Stefano Poddi, Operation Bernhard. The Counterfeits of block 19. History’s biggest counterfeiting swindle, Edizioni D’Andrea, Roseto degli Abruzzi 2025. Per le Notizie dal mondo numismatico: Donato al Museo della Banconota il progetto della prima “banconota” italiana, consegnato alla Banca d’Italia dall’Ing. Gerardo Vendemia. Accademia Numismatica Italiana: sotto il segno del Giano per unire passato e futuro: a Grottaferrata, in provincia di Roma, un gruppo di noti studiosi, cultori, collezionisti e professionisti ha fondato l’Accademia Numismatica Italiana, ANit. Il nuovo numero di «Panorama Numismatico» è disponibile al prezzo di 6,00 euro presso la Redazione o sullo shop online. Salutoni odjob3 punti
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Avendo iniziato ha seguire il corso della Prof.ssa Baldassarri devo dire che la lezione di oggi è stata veramente impagabile. L'opportunità che gli studenti oggi hanno avuto, quella di potersi esercitare su monete che è difficilissimo vedere, lo si deve alla Professoressa che è riuscita a coinvolgere la Dottoressa Valli che ha messo a disposizione una sala del Castello e i tre vassoi contenti monete tremendamente interessanti.3 punti
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Si , e il volume è completato dalle vetrine virtuali, presenti sul sito numismaticadellostato.it, che presentano le schede di catalogo e le fotografie di tutte le monete e i reperti del Tesoro. Dallo stesso sito può essere scaricato liberamente il libro in formato Pdf. https://www.medaglieri.numismaticadellostato.it/static/notiziario/flip/Notiziario_16_2022/index.html Oppure: https://www.archeomedia.net/wp-content/uploads/2022/05/Il-Tesoro-di-Como.pdf Saluti MB3 punti
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Ciao @Alan Sinclair, si tratta di una variante di conio, non è semplice usura, ci sono due conii differenti che definirei "BASTONE NODOSO" e "BASTONE LISCIO" 😄 Probabilmente nell'approntare i conii, per quanto nel periodo esistesse una meccanizzazione abbastanza avanzata, c'era ancora spazio per le rifiniture e gli aggiustamenti manuali da cui nascono queste piccole differenze. Dal confronto di questi due rovesci di esemplari passati in asta Aureo&Calicò (SPA) nel 2022, si possono notare altri particolari che variano oltre al bastone; piccole differenze per i ciuffi d'erba tra le rocce e una diversa "definizione" delle foglie del ramo sulla sinistra del tondello: Già il Pagani aveva classificato le due varianti (Pagani 158 e 158a), poi di recente riprese dal MIR (3094/2 e 3094/3). Ciao, RCAMIL.2 punti
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Esimi, forse non vi siete resi conto dell’estrema rarità di queste 10000 lire. Qua non stiamo parlando di una comune Capranesi, ma di una rarissima “Capraresi”! Ricoperta d’oro per giunta! 🙃😇2 punti
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Salve,moneta... 1 kreuzer della città libera di Costanza in Germania https://en.numista.com/catalogue/pieces72125.html2 punti
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Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung > Auction 310 Auction date: 3 March 2025 Lot number: 260 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: NÖRDLICHE LEVANTE. SELEUKIDEN. Antiochos VI. Epiphanes Dionysos, 144 - 142 v. Chr. Tetradrachme ø 31mm (16.71g). 144 - 143 v. Chr. Mzst.Antiocheia am Orontes. Vs.: Kopf mit Strahlenkrone u. Diadem n. r., dahinter Stern. Rs.: ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΝΤΙΟΧΟΥ / ΕΠΙΦΑΝΟΥΣ ΔΙΟΝΥΣΟΥ, Dioskuren mit Lanzen u. wehenden Mänteln n. l. reitend, r. im Feld ΤΡΥ, darunter Monogramm u. ΣΤΑ, l. unten ΘΞΡ (= 169. Jahr der Seleukidenära), alles im Kranz. SC II, 2000.1f; HGC 9, 1032. Herrliches Porträt! vz. Provenienz: Ex Fritz Rudolf Künker Auktion 397, 2023, Los 2360; ex Sammlung Dr. Kurt Conzen (1925-1997), erworben am 20. März 1976 bei Kroha, Kölner Münzkabinett für 9500,- DM. Estimate: 2500 EUR2 punti
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Ho trovato questa interessante nota della Soprintendenza competente, in merito al tesoro di Como, dalla quale sembra che non si tratti propriamente di un ritrovamento fortuito. https://sabapcolc.cultura.gov.it/precisazioni-sul-tesoro-di-como/2 punti
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Grazie demonetis per questa segnalazione,non ho ancora visionato la prossima asta Nomisma,sono contento perché sono in possesso di almeno due di queste ciof....ehm,prove... Almeno potrò fargli un cartellino annotando addirittura un passaggio in una vecchia asta Santamaria... Dimenticavo,una delle due è in metallo colore argento,devo dedurre che sia ancora più raro di questo in ottone,sono ancora più contento... Adesso che ci penso,sulla baia sono in vendita diversi esemplari di questa grande rarità,vado a comprarli subito...2 punti
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Buongiorno, Tutto regolare, le monete cadevano random nella macchina che imprimeva il motto nel taglio. Un saluto Raffaele.2 punti
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Per me quello che hai scritto è turcomanno primordiale dialettale antico, l'unica cosa che ho capito è l'alluminio da cucina Ad ogni modo credo che non avrebbero sorvolato così a cuor leggero sul peso dell'oro contenuto in quella cosa limitandosi ad un semplice 'laminato in oro' , ripeto, buon per loro se è come dici, se fossi il possessore me ne libererei per monetizzare domani stesso.2 punti
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Gli ultimi arrivi Tallero senza data. Esemplare splendido al dritto, al rovescio il conio è stanco Tallero del 1607, condizione non eccelsa, ma millesimo rarissimo: 5 esemplari noti, di cui uno nella Collezione Reale, più altri 2 con data corrotta di difficile lettura. un bell'R4 Tallero del 1613. Un R5. In tutto sono noti 2 esemplari1 punto
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Salve ho ritenuto opportuno aprire questa discussione per rendere un servizio agli utenti. ho ritenuto opportuno aprire questa discussione in questa sezione poichè i cataloghi d'aste cartacei vanno ad arricchire le nostre biblioteche di Numismatica. C'è chi se ne disfa per ragioni di spazio e c'è chi è in grado di accoglierli c/o i propri domicili. I cataloghi d'aste sono importanti per imparare le conservazioni, le rarità e le classificazioni. è un peccato darli al macero o gettarli nella differenziata. Logicamente i cataloghi saranno gratuiti ma le spese di spedizione si dovranno pagare al cedente Le spedizioni andranno effettuate mediante Raccomandata in "Pieghi di Libro" fino a 2 kg.di peso per un costo di € 4,70 Se i cataloghi sono molti da spedire si comprerà la spedizione attraverso i portali che si occupano di logistica.Ciò sarà comodo per il cedente poichè il Corriere ritirerà le spedizioni dove il cedente riterrà opportuno e sarà comodo al destinatario perchè potrà avere contezza della reale spesa di spedizione. Grazie odjob1 punto
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Caro Matteo Credo puoi richiederlo direttamente al museo che organizzato l’esposizione: museo delle Culture villa Malpensata riva Antonio Caccia 5 6900 Lugano mail: [email protected] puoi richiederlo al Dr.Paolo Maiullari vice direttore del Musec, resp per l’organizzazione della mostra1 punto
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Martedì 11 marzo dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), conferenza su "Il ripostiglio di Volterra" tenuta dal Prof. Alessandro Cavagna. La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 potrà anche essere seguita da remoto, i link da utilizzare per seguire la conferenza verranno comunicati nei primi giorni di marzo.1 punto
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L'espressione qui calza a pennello! LAMINATO oro! 😁 ma solo pochi nanometri! 🤣1 punto
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Salve. Propongo ancora un 2 cavalli di Filippo II con interessanti variazioni in legenda. Sigla IBR. Peso gr.2,62, quindi non lontano dai 2,71 standard. Sotto il marchio. Dovrebbe corrispondere al n. 171 di pag. 147 del volume " La moneta napoletana...1503/1680" del Magliocca. La curiosità (una gran bella curiosità) consiste nel fatto che, al rovescio, la legenda, invece di riportare " SICIL.ET.HIERVSAL ", riporta, in modo chiaro ed inequivocabile, le lettere nella sequenza che segue " S I G T ( rovesciata) T (rovesciata) E T ( normale) H I..." . Dobbiamo pensare che il coniatore fosse ubriaco o possiamo anche pensare ad altro? Saluti1 punto
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Buongiorno. Comunico che domenica 2 marzo sarà presentato il testo : 222 a.C. Clastidium i romani in oltrepo'. https://www.museocasteggio.it/1 punto
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Grazie mille @Ale75, intuivo l'area tedesca, ma non essendoci scritte od altro sono impazzito nella ricerca ma senza alcun frutto. Buona giornata. Sergio1 punto
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Guardando bene il certificato tra oro 24 kt e 22 micron peso 65g c'è un trattino, non dice oro 24 kt a 22 micron. E con 12,75 grammi d'oro 24k non sarebbe proposta a questo prezzo esiguo. Un certificato di un altro tipo di banconota proposta a circa 3.000 euro. E' ben specificato quanto oro contiene, ecco perchè mi sembra stranissimo che non hanno valorizzato il contenuto d'oro nel certificato di quella cosa, credo quindi che ce ne sia veramente pochissimo.1 punto
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Buongiorno, 13° della serie IL £.50 " LE GREGGI" "SARDEGNA" dentellato 14 1/4 x 14 avente filigrana Ruota I e Ruota III questo francobollo con ruota I si trova in DB- DA e SA interessanti tutte e tre allo stato di nuovo in ruota III si trova in DB - SA e SB DB e SA piccolo interesse e SB discreto interesse allo stato di nuovo 1 - fronte francobollo 2-3-4 - filigrana DB - DA - SA tipo I 4 - 5 filigrana DB - SA - SB tipo III 6 - filigrana lettere Filigrana lettere sia alta che bassa Alcune selezioni di usi Postali1 punto
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Moneta coniata a Patrasso. Per quanto riguarda i Flavii questo rovescio esiste solo per Domiziano e con testa rivolta a destra. Con ritratto a sinistra potrebbe essere: Claudio RPC I 1256 LINK o penso più probabilmente Galba RPC I 1282 link1 punto
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Nell'asta Nomisma 39 e-live del 12-14 marzo 2025 è in vendita il lotto 4416 così descritto: "Mezza piastra 1857 - Ottone (g 12,98) Falso d'epoca. Bordo liscio. Con cartellino P. & P. Santamarina Roma descritto come prova". La moneta in oggetto venne posta in vendita dalla Santamaria nell'asta del 4-6 maggio 1961 al lotto 671 e così descritta: "Prova in ottone della mezza piastra (60 grana). 1857. Contorno liscio, g 12.96. Pagani (Prove), manca. RRRR." Di seguito le immagini delle due vendite poste a confronto.1 punto
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Consideriamo che venivano usati maggiormente tornesi di Filippo II. Se 1 tornese vale 6 cavalli e di conseguenza 1 grano ne vale 12, concludiamo che già solo coniando 1 grano si è raddoppiato il "capitale" immesso. Capisci che il gioco vale la candela, soprattutto se come circolante non c'è molto e che gli anni 1621-1622 sono anni di forte carestia e mancanza di cibo1 punto
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Sono sicuro che se veramente ci fossero 12,75 grammi d'oro 24k l'avrebbero indicato nel certificato a caratteri cubitali! hanno menzionato invece solo il peso dell'argento. Sinceramente non so fare quei calcoli, ma credo a pelle che siano veramente troppi. Penso al prezzo contenuto dell'oro commestibile 24k per esempio: 10 pezzi cm. 4,3 x cm. 4,30 Quanto ce ne può essere su di un foglio delle dimensione di un 10.000 lire marinare? Vanno da un orafo e si tolgono il dubbio, se fosse come dici me la toglierei alla velocità della luce.1 punto
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Buonasera ggcasarini, lei scrive che sono 130 annulli di Milano, le porgo una domanda, da che fonte risulta questo numero e soprattutto, che periodo coprono , perchè le posso dire per certo che se partiamo dai primi del 900 ad oggi siamo molto più di 130 bolli , consideri che solamente di Tondo riquadrati ce ne sono un centinaio e terminano negli anni 20, consideri poi altri 100 anni quanti tipi di bolli possano esserci di Milano, poi se vuole che gli amici del forum di dedicano ad inserire i bolli di loro proprietà, sarebbe da creare una scaletta, altrimenti uno non sa se il bollo che vuole inserire è stato già inserito o no, mi creda ,non è una cosa semplice, inserire a casaccio è molto dispersivo e poco leggibile e in pratica non farebbe riuscire la sua bella idea, ma tutto si può fare, saluti1 punto
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Ritrae baccanti rappresentate come danzatrici ma anche cacciatrici e satiri che suonano il doppio flauto. Gli archeologi l'hanno battezzata la «casa del Tiaso». La megalografia ritrovata a Pompei A più di 100 anni dalla scoperta della Villa dei Misteri un nuovo grande affresco getta luce sul mistero di Dioniso nel mondo classico. In una grande sala per banchetti, scavata nelle ultime settimane nell’area centrale di Pompei, nell’insula 10 della Regione IX, in una domus è emerso un fregio di dimensioni quasi reali, ovvero una megalografia, cioè dipinto a grandi figure, che gira intorno a tre lati dell’ambiente. Il quarto era aperto sul giardino. Il fregio mostra il corteo per Dioniso, il dio del vino: ci sono baccanti rappresentate come danzatrici. Ma anche come cacciatrici feroci, con un capretto sgozzato sulle spalle o con una spada e le interiora di animali nelle mani. E poi giovani satiri con le orecchie appuntite che suonano un doppio flauto, mentre un altro compie un sacrificio di vino in stile acrobatico. Gli archeologi hanno battezzato la domus con il fregio «casa del Tiaso», proprio in riferimento al corteo di Dioniso. Al centro della composizione c'è una giovane donna con un vecchio sileno che impugna una torcia una torcia: si tratta di una inizianda, ovvero una donna mortale che tramite un rituale notturno sta per essere iniziata nei misteri di Dioniso, il dio che muore e rinasce promettendo lo stesso ai suoi seguaci. Un dettaglio curioso consiste nel fatto che tutte le figure del fregio sono rappresentate su piedistalli. Come fossero statue, mentre al tempo stesso movimenti, carnagione e vestiti le fanno apparire come fossero vive. «Siamo nel cosiddetto secondo stile pompeiano - rivela il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel - il fregio può essere datato agli anni 40 e 30 avanti Cristo. Questo significa che nel momento dell’eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei, il fregio dionisiaco era già presente da un secolo sulla parete. La megalografia è in una sala banchetti e apre un nuovo dibattito sui rituali per Dioniso. Al centro non c'è il dio come nella Villa dei Misteri, ma c'è una donna. Che si ritrova al centro di questo corteo. Ed è l'unica che guarda al centro verso la sala. Abbiamo di fronte una iconografia di iniziazione». Per il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, questa megalografia rappresenta una novità assoluta «sul più contemporaneo dei dei», appunto Dioniso. «Zuchtriegel è un fuoriclasse circondato da fuoriclasse - ha detto il ministro - immaginate come sarà questo posto tra un secolo. Noi non ci saremo, ma ci sarà qualcuno che parlerà del ritrovamento di questo ciclo di affreschi. Questo è uno squarcio di luce su un aspetto importante. Tengo a sottolineare l’importanza di una novità, sul più contemporaneo degli Dei, Dioniso». Scoperta a Pompei una «nuova villa dei Misteri»: riemerge lo spettacolare affresco gigante dedicato a Dioniso. Risale al 40 a.C. | Corriere.it1 punto
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Buongiorno a tutti,dopo diverso tempo che cercavo un tarì come quello postato dall' amico Doppiopunto al post 6 sono riuscito ad entrare in possesso di questo esemplare che allego... Al dritto il punto dopo la P del Perger si presenta vistosamente distante,al rovescio mancano i punti dopo le sigle del Planelli mentre c'è il punto sia dopo INFANS che dopo la M del Mannara...1 punto
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Buongiorno a tutti! Visto che la sezione "dorme" da un po' di tempo cerco di svegliarla postando un nuovo "piccolo" arrivo... Come da titolo si tratta di un Viennese del I tipo di Emanuele Filiberto, non capisco molto la divisione in due tipologie di questa moneta essendo solo una variante del conio tra le zue zecche che hanno coniato questa moneta... l'ordinanza era la stessa e cambiano solo gli anellini/rosette nei contorni ai due lati. Ma adattiamoci alle vecchie catalogazioni e seguiamo la strada sino ad ora seguita. Il MIR la considerava con un grado di rarità R8, mentre il secondo tipo veniva classificato R6, ora il Cudazzo ha eguagliato le due tipologie a R5, ovviamente per gli esemplari usciti in questi anni, anche se a parer mio il primo tipo si vede comunque un poco meno del secondo. Moneta quasi introvabile diversi anni fa, non ero ancora riuscito ad aggiungerla in collezione, per fortuna è diventata meno rara e sono riuscito a tappare il buco! Piccolina, 15 mm di diametro per un peso di 0,82 gr. ora è vicina alla sorella di Chambéry.1 punto
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si Matteo è molto ben fatto e ricercato avendovi collaborato un paio di studiose di Ginevra e LUgano. Tra l'altro a parte alcune rare pubblicazioni, sul tema delle monete Africane primitive rischia di essere uno dei pochissimi lavori disponibili. Negli anni '80-'90 tali pezzi sono stati molto popolari e numerose Gallerie, in primis a Parigi ma anche a Milano facevano a gara a vendere le diverse tipologie, soprattutto quelle dei coltelli rituali (oltre alle immancabili cavigliere e i rappresentativi 'spadoni'). Successivamente pero' tali oggetti sono passati un po' di moda (al pari delle maschere rituali africane) e ora non è che siano divenute piu' rare ma semplicemente si è rarefatta l'offerta perché è venuta meno la domanda. Un grande raccoglitore americano, Opitz, forse il maggior collezionista di monete primitive (di tutti i Paesi pero' non solo africane) aveva una magnifica raccolta e molti pezzi sono illustrati nella sua opera magna.1 punto
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Artemide aste ci propone un'altra bellissima moneta di questa misteriosa tipologia1 punto
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Il click day lo trovo una roulette russa, farraginoso e molto penalizzante per chi comincia la coda per entrare e nel frattempo quello che desidera si esaurisce coda infinita per pagare e nel frattempo ti si esaurisce la moneta che hai nel carrello alla fine tu rimani senza e altri ne hanno acquistate diverse per specularci sopra. bene come si faceva un tempo con modulo di prenotazione e pagamento e meno emissioni spesso inutili.1 punto
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Grazie Aland per l'intervento. Ben vedo che non ci sono stati interventi quindi forse i frequentatori attuali del forum allora ritengono i click day un buon metodo.... Personmente sono abbastanza convinto che uno che colleziona varie tipologie di monete tra cui le italiane, e lo sta facendo (o lo vorrebbe fare) in modo integrale, non può non preferire un abbonamento piuttosto che i click day... che ahinoi è la dimostrazione che ad Ipzs interessa solo far soldi nell immediato e non interessa invece fidelizzare nel tempo il collezionista Meglio forse tornare molto indietro negli anni a collezionare, lasciare un po perdere il discorso di collezionare in modo integrale le monete italiane emesse ogni anno, e prendere quelle che ci piacciono e basta ad un prezzo adeguato.1 punto
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Buonasera a tutti, @favaldar, mi perdonerai ma sono in vena di collegamenti storico/numismatici, ho trovato un interessante articolo del quotidiano La Repubblica di qualche anno fa, mi ha colpito l'inquadramento storico/politico che ben si sposa con il millesimo oggetto della discussione, e del particolare delle torrette capovolte che lasciano pensare. Per carità, lavoro di fantasia, soprattutto a quest'ora. ? Magari lo trovate interessante anche voi. Saluti Alberto Spinuzza il martire di cefalù è il 1856 e la Sicilia lotta in nome della libertà, del tricolore, medita la vendetta contro i borboni che selvaggiamente reprimono ogni opposizione. Il 25 Novembre di 150 anni fa la rivoluzione arriva Cefalù, dopo essere passata da Corleone. Due storie legate a doppio filo dall' amicizia e dalla comune militanza nelle schiere dei rivoltosi, che nel 1848 aveva accomunato il barone corleonese Francesco Bentivegna e il cefaludese Salvatore Spinuzza. Allo scoppio dei disordini corleonesi Palermo non è pronta a sostenere le due nascenti insurrezioni, e non lo farà. Eppure, nonostante le evidenti debolezze di una rivoluzione senza l' aiuto della città, Bentivegna decide di andare avanti. E forse temendo di essere fermato trascina anche l' amico Salvatore in un' anticipazione della rivolta che il comitato generale antiborbonico ha programmato per il 12 gennaio del nuovo anno, in memoria dello scoppio dei moti del '48. Due sommosse che purtroppo sono destinate a durare solo poche ore. Vinta Corleone il 24 novembre e catturato Bentivegna - che il 20 dicembre, appena un mese dopo, verrà giustiziato - i borboni arrivano per via mare a Cefalù e al largo del bastione della cittadina minacciano di bombardare la riva che ha alzato il tricolore in segno di sfida. Spinuzza e i suoi quattro compagni di lotta - Alessandro Guarnera, Andrea Maggio e i giovanissimi fratelli Nicolò e Carlo Botta, di 19 e 22 anni - non hanno l' appoggio dei concittadini. Anche per questo la resistenza non è possibile, in cinque contro i borboni, contro la chiesa che condanna la rivolta e contro gli stessi compaesani, famosi nei paesi confinanti per essere tradizionalmente accondiscendenti a tiranni e potenti. Isolati e inerti. Non arriva neanche la solidarietà promessa dai centri vicini. I plotoni dei rivoluzionari pronti a partire in aiuto dei cinque giovani oppositori vengono fermati dai chierici che non permettono l' arrivo delle truppe. Ma ad essere catturate, quella notte, saranno soltanto quattro donne: la madre dei fratelli Botta, Concetta Miceli, con le due figlie Elisabetta e Giuseppina, insieme alla sorella di Spinuzza, Gaetana. A differenza di quanto accaduto a Corleone, a Cefalù i cinque rivoluzionari riescono a fuggire, spostandosi per le vicine campagne raggiungono Pettineo. Lì trovano rifugio in un casolare che li ospiterà fino a febbraio, quando verranno traditi e catturati dopo nove ore di resistenza. Un mese dopo, il 14 marzo, a soli 25 anni, Salvatore Spinuzza viene fucilato di fronte alla sua abitazione, senza il conforto della famiglia vicina - coercitivamente trasferita a Gratteri - pronunciando l' ultima frase: «Possa il sangue mio e dell' amico Bentivegna essere la salvezza della Patria». Diversa la sorte dei suoi quattro compagni, per i quali la pena capitale verrà commutata in 18 anni di lavori forzati, con un decreto di grazia a firma di Ferdinando II, datato al 30 marzo successivo. Appena 16 giorni dopo la morte dell' amico Spinuzza. Il traditore, che ha svelato alla polizia borbonica il luogo dove i fuggiaschi erano nascosti è Vincenzo Fratantoni, passato alla storia della città di Cefalù come "mercante di sangue". Aiutato da monsignor Salvatore Fertitta, che gli era vicino più per fede politica che per carità cristiana, Fratantoni si sarebbe recato nottetempo a Termini Imerese, a cavallo e sotto mentite spoglie femminili, per informare l' allora direttore di polizia Salvatore Maniscalco, nelle cronache del tempo definito «terribile». Quattro anni dopo il tradimento - nel 1861 - Vincenzo Fratantoni tenta di rientrare in città, ma il ritorno gli viene impedito da una petizione popolare intitolata "Il Mercante di Sangue Vincenzo Fratantoni", promossa proprio da Andrea Maggio e da Carlo Botta, diventato comandante dei militi a cavallo. è una pagina di storia di un Risorgimento difficile, in una Sicilia ostile ai cambiamenti. Una storia raccontata soltanto da pochissimi documenti ufficiali. Uno lo riporta Vincenzo Consolo nella prefazione de "Il sorriso dell' ignoto marinaio". è una dedica a Spinuzza scitta da Francesco Guardione nel 1906: «Lutto e pianto immenso desolarono Cefalù, la città natia, che vide passare per le armi il suo amato figliolo». Su queste vicende e sulla figura del martire cefaludese è di prossima uscita - il 3 dicembre - il nuovo libro dello storico locale Nico Marino. Titolo: "1856". Ma la storia di Spinuzza è anche diventata spettacolo teatrale portata in scena alle 21 di venerdì e di sabato a Cefalù, al cinema Di Francesca. Lo spettacolo, scritto diretto e interpretato dall' attore cefaludese Marco Manera, si intitola "1856: Storia di Pupi e di Pupari" e racconta la Sicilia più dura, quella in cui i pupari sono difficili da estirpare. Uno spettacolo senza un lieto fine immediato che vuole ricordare che «la rivoluzione è una nave destinata a navigare sul sangue di chi la fa». PAOLA CASTIGLIA 22 novembre 2006 La repubblica1 punto
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Bellissima domanda! Piccola premessa: generalizzare è difficile, sempre; in questo caso lo è ancora di più, data la vastità dell'argomento che sollevi. In linea di massima, un "modello deliberato dall'autorità" viene predisposto proprio perchè lo stemma venga riprodotto esattamente in quel modo e in ogni caso. Ma bisogna distinguere i tempi e i modi in cui lo stemma nasce e vive. Oggi la facilità del copia&incolla si abbina a una mentalità attenta ai millimetri, e le riproduzioni spesso sono identiche all'originale. Ma non sempre. A volte perchè la riproduzione è fatta su supporti minuscoli (spesso più piccoli di un tondello monetato), a volte perchè si riproduce a mano, a volte perchè si vuole riprodurre interpretando, o perchè non si sa interpretare, eccetera... In passato, ciò che contava era il contenuto di ciò che si vedeva. Se un re stabiliva di darmi uno stemma con un leone bianco in campo rosso, poco importava se il pittore mi realizzava un leone snello, e lo scultore me lo modellava panciuto, e l'orafo me lo stilizzava, e un altro artigiano in un altro modo ancora... L'importante era che fosse bianco su rosso. Ma in molti casi abbiamo stemmi che hanno attraversato i secoli rimanendo sostanzialmente uguali. Nonostante il mutare degli stili artistici, che spesso fa sembrare diversissimi due esemplari di uno stesso stemma che in realtà sono identici. Idem per le diverse abilità manuali dei diversi artefici. In definitiva, la risposta al quesito non è nè sì, nè no. Occorre esaminare caso per caso.1 punto
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Stesso anno, diverso conio. Da quel che so (e perdonate le parole di un non-numismatico), questo tipo di monetazione borbonica si caratterizza proprio per il profluvio di "varietà" di cui è ricco, e dal quale l'araldica non è purtroppo immune. La soluzione al problema, credo, non potrà non affidarsi alle ipotesi che dicevamo sopra. A meno che non esistano testimonianze scritte (bandi, note di zecca, ecc.) che ci offrano una soluzione ma temo che, se fossero esistite, molti studiosi ne avrebbero fatto tesoro da subito...1 punto
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Buonasera a tutti. Riprendo questa discussione di qualche mese fa con la citazione di un aneddoto (monetario) riguardo uno dei grandi personaggi della storia napoletana: il Dottor Domenico Cotugno (1736-1822), di origine pugliese, si trasferì a Napoli durante l'adolescenza, coltivando la sua passione per le scienze naturali e la medicina, divenendo titolare di cattedra all'Università di Napoli a soli 30 anni e, successivamente Decano e Rettore della stessa. Dumas, nella sua "Storia dei Borbone di Napoli", citandone i pregi, racconta che egli fosse solito fare consulti gratuiti a tutti coloro che si recassero a casa sua e che la sua tariffa fosse di tre piastre per ogni visita effettuata, con un guadagno di 80000 franchi l'anno (più avanti, l'Autore ci informa che 1000 piastre equivalevano a 5000 franchi, quindi il suo guadagno annuo ammontava a circa 16000 piastre, ovvero circa 19200 ducati, una discreta sommetta...); tre piastre a visita: l'equivalente di una visita specialistica da un "primario" dell'epoca... Dumas, inoltre, narra che l'ambasciatore di Spagna, visconte D'Errera, fu da lui assistito e guarito in due mesi, onorandolo di una ricompensa di mille piastre e che il Cotugno, gliene restituì 820, scrivendogli: <<Signor ambasciatore, io fo pagar le mie visite tre piastre ognuna - Sessanta visite importano centottanta piastre; vi ritorno la differenza, non avendo due prezzi.>>.... Diceva una canzone napoletana: "Tiempi bell' 'e 'na vota....". Nella speranza di non avervi tediato, vi auguro buona serata. P.S. Ho appena scoperto che il brano che ho tratto dal libro di Dumas è presente anche su internet: http://www.repubblicanapoletana.it/L1fc2.htm.1 punto
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