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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/27/25 in tutte le aree

  1. Salve. Condivido un Ducato 1693 di Carlo II. Peso gr. 21,79. Magliocca pg.24, n.7 (C) del volume "Manuale delle monete di Napoli 1674/1860". Saluti.
    8 punti
  2. Ciao e buon pomeriggio a tutti. Mi permetto di condividere la mia unica moneta del Regno di Napoli che appartiene proprio a Carlo ll. Si tratta di un Carlino o 10 grana in argento con leone del 1686 che ha evidentemente circolato ma le sue condizioni generali sembrano abbastanza buone. Regalo di una zia paterna insieme ad alcune monete del Regno d'Italia diversi anni fa. I miei interessi numismatici riguardano la monetazione romana imperiale ma quando posso seguo questa sezione ammirando le bellissime monete postate a corredo delle sempre interessanti discussioni. Complimenti a tutti e scusate per l'intromissione e la breve divagazione, grazie 🙂. ANTONIO
    6 punti
  3. Buongiorno a tutti! Dopo averci rimuginato parecchio su, sentivo il desiderio di condividere con voi qualche appunto raccolto dalle mie ultime letture... letture che a molti sembreranno ormai “classiche” e scontate, ma che per me sono state “rivelatrici”, dal momento che mi hanno finalmente chiarito alcuni concetti spesso richiamati o implicitamente dati come assioma in molte discussioni che trattavano di economia monetaria medioevale... cercherò quindi di riassumere qui ciò che mi è parso di comprendere... laddove sembri confuso o impreciso, pregherei chi ne sa di più di correggermi, per favore! Partirò dal già più volte citato (in altre discussioni precedenti) “Moneta e civiltà mediterranea” pubblicato da Carlo Cipolla nel 1957... in particolare, tra i brevi saggi in esso contenuti, volevo focalizzarmi sul terzo, intitolato “Il grosso problema della moneta piccola”, che deve aver avuto un certo impatto sulla riflessione successiva dato che il titolo è stato ripreso o citato in saggi successivi ad opera di altri studiosi di storia economica. Cipolla si concentra in questo saggio sulla “moneta piccola” (quella utilizzata per i piccoli scambi quotidiani, gli “spiccioli” insomma) partendo dall’analisi delle regole per mantenere un “sano sistema di moneta divisionale”... regole tutt’altro che scontate, dato che sono state riconosciute diffusamente come valide solo dal XVII secolo ed applicate per la prima volta in Gran Bretagna solo nel 1816: tra le cause che avevano impedito, nei secoli precedenti, la piena ed efficace attuazione di tali regole Cipolla cita la limitata sovranità monetaria, fenomeno tipico dell’età Medioevale e tanto più sviluppato nella realtà italiana, fatta di entità politiche territorialmente poco estese, con dinamiche di potere in costante confronto e concorrenza con quelle delle entità vicine. La moneta “divisionaria“ è pero davvero tale solo quando le diverse specie monetarie sono “in rapporto razionale e costante” tra loro, cioè quando la moneta “piccola” rappresenta un’effettiva frazione del valore dell’”unità monetaria”. Passando ad analizzare il periodo prettamente medioevale, Cipolla precisa che in quegli anni la “moneta piccola” non era davvero “divisionaria”, ma si poneva con la moneta “grossa” in un rapporto più complesso. “Moneta piccola” e “moneta grossa” NON costituivano cioè (come potevo inizialmente pensare, abituato all’euro ed ai suoi centesimi) elementi differenti, ma raccordati, di un unico sistema organico, bensì proprio due sistemi monetari paralleli, con situazioni di “contatto” ma a loro modo indipendenti, e con diversi contesti di circolazione sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociale... e quindi con diverse evoluzioni nel tempo e diverse funzioni.
    4 punti
  4. 1804... perché? Ah, saperlo In risposta alla richiesta presidenziale, il Direttore Moore decise di preparare una versione proof delle monete, ovvero monete fatte con conii accuratamente lucidati su tondelli appositamente realizzati. Si trattava di una tecnica che la Zecca statunitense utilizzava già dal 1817 per produrre monete da vendere ai collezionisti (ma non ne troverete traccia nei cataloghi, la distinzione nei registri della Zecca tra monete per la normale circolazione e quelle destinate ai collezionisti inizierà solo molto più tardi, per le monete d'oro il primo anno per il quale i cataloghi menzionano le versioni proof é il 1854), che consisteva nel selezionare i migliori tondelli, pulirli accuratamente, e stamparli con conii altamente lucidati. Durante il processo di coniazione, ogni tondello veniva inserito manualmente nella pressa, e generalmente battuto due volte, per aumentare la nitidezza e i dettagli delle immagini. Il risultato era una moneta estremamente brillante, con una superficie a specchio. Insomma, quelle che, in Italia, chiamiamo fondo specchio C'era però un problema: la Zecca non disponeva più di conii per le sue monete più prestigiose, il dollaro d'argento e i 10 dollari d'oro, la cui produzione, come sappiamo, era cessata nel 1804. Ma anche se le frasi "un set completo" e "campioni di ogni tipo ora in uso" non erano della massima chiarezza, nessuno dubitò che con esse si intendessero anche quei due nominali, sebbene il dollaro fosse quasi uscito di circolazione, e ancora di più le Eagles, poichè il loro valore intrinseco, al pari di quello delle altre monete d'oro, era arrivato a superare di oltre il 5% quello facciale (e infatti, proprio nel 1834, ci fu una riduzione nel peso sia delle half eagles che delle quarter eagles, le uniche due tipologie d'oro in produzione). Così, il direttore Samuel Moore prese l'unica decisione possibile: preparare nuovi conii per le due monete E, forse, decise di datarle 1804 perché quello era l'ultimo anno in cui erano state coniate, anche se i quasi ventimila dollari prodotti quell'anno, in realtà, erano datati 1803. Ma questa è solo un'ipotesi, la verità è che nessun funzionario della Zecca ha mai rivelato quando, perchè e da chi sono stati preparati i conii antedatati e sono stati coniati i dollari e le Eagles 1804. La cosa fu fatta senza alcuna autorizzazione ufficiale, che nessuno si preoccupò di chiedere o di dare. Del resto, apparentemente, i massimi livelli, Presidente e Segretario di Stato, rimasero inconsapevoli del problema. E così, nei cofanetti destinati al Re del Siam e al Sultano dell'Oman finirono, insieme a "un set completo di monete", dall'half cent all'half eagle, datate 1834, anche un dollaro d'argento e un'aquila d'oro datati 1804 petronius
    3 punti
  5. Segnalo l'uscita del Quaderno di Studi 2023-2024 edito dall'Associazione Culturale Italia Numismatica. Pagine 192, f.to 17x24cm, illustrazioni a colori. € 15,00 (gratuito Soci ACIN, anno 2024). Dall’Indice: Antonio Morello (a cura di), In memoria di Mario Rasile nel trentesimo anniversario della scomparsa. [pp. 7-32] Gabriele Fabbrici e Giovanni Santelli, Il duca Droctulf, Brescello, e il grande tesoro di piccole monete. [pp. 33-62] Antonio Morello, Le monete di Muhammad ibn ‘Abbad, emiro ribelle a Federico II in Sicilia. [pp. 63-94] Katia Pontone, Paolo da Ragusa a Napoli: le medaglie per Alfonso d’Aragona. [pp. 95-134] Antonio Morello, Pio II sul vascello e la mancata spedizione contro i Turchi. [pp. 135-176] Alessandro Giaccardi, Le piastre celebrative napoletane del 1791 e un maestro delle prove ritrovato. [pp. 177-190]
    3 punti
  6. Un vivo ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato a questa bella iniziativa editoriale e che attraverso la ricerca tengono viva e sempre proficua la scienza numismatica.
    3 punti
  7. Sta contendendo a Trump la Groenlandia…🤣🤣🤣
    3 punti
  8. 1 Thaler - Maria Theresia (Posthumous) - Austrian Empire – Numista Scorrendo in basso le schede per ogni moneta d'oro o d'argento Numista indica il fino contenuto con quotazioni aggiornate.
    2 punti
  9. Chiaro, parlavo infatti di prezioso non in termini economici ma come valore emotivo da dare ad una moneta "diversa". Mi avete risposto
    2 punti
  10. Ciao Fabrizio, credo che @Giov60 intendesse dire che che il grading (MS66) fosse generoso, sicuramente assegnato alla moneta in questione ma quantomeno discutibile. In effetti, dall'alto della mia ignoranza e dall'aver "capito che ancora non capisco" io certi grading non li vedo... così come non vedo dei BB che per me sarebbero SPL o anche più... ma cosa ci posso fare, sarò un buonista o soltanto un profano... Grazie per l'aiuto che dai nel cercare di farmi capire qualcosa di più! Cordialmente, Massimo.
    2 punti
  11. …in cui si spiega come forse, tra gli eventi che “ispirarono” ai veneziani l’introduzione del grosso “matapan” vi fu la precedente circolazione dei denari frisacensi “al prezzo” di un numero di denari veneziani in realtà sopravvalutato rispetto al reale intrinseco dei frisacensi stessi… cosa che avrebbe reso i frisacensi, di buon peso e di buon intrinseco, una moneta in realtà “cattiva” secondo la legge di Greesham! Ebbene, se nel progettare il matapan i veneziani “capirono l’antifona”, mi sembra che anche in giro per l’Italia si fece rapidamente tesoro di questa caratteristica significativa: in fondo, monete “troppo buone”’ sarebbero rapidamente sparite dalla circolazione in accordo con Greesham, bisognava dar loro un buon motivo per poter continuare a “fare il loro lavoro” nelle grandi transazioni commerciali!
    2 punti
  12. Ciao Massimo, bentornato anche da parte mia😎! Parto dal 20 lire dell'1908 che hai preso ad esempio per proporre il tuo thread. Penso che questa moneta, che, attenzione, non è che sia rimasta invenduta, ma non è nemmeno stata battuta, non possa di certo costituire un buon esempio per dire che anche il mercato numismatico delle estreme rarità e delle conservazioni eccezionali sia in crisi . Quella moneta "scottava" troppo e, come era facilmente prevedibile, ci sono stati problemi nel momento in cui è stata posta all'incanto. Io personalmente vedo un mercato molto vivace con un'offerta di tantissimo materiale. È chiaro che una parte significativa di quanto viene proposto rientra nella fascia "monete di facile reperibilità e di conservazione medio-bassa", che di conseguenza pagano in termini di risultato finale lo scarso interesse. Ma quando vengono proposte monete di eccezionale conservazione (senza per forza che ci sia associata anche una elevata rarità), invariabilmente il risultato arriva. Attualmente è questo il trend: ne è testimonianza anche l'aumento esponenziale degli slab (che piaccia o no, questo è un altro discorso...): quando si và dal MS 65 in su, gli invenduti per tutte le categorie di monete sono veramente mosche bianche! Ho spesso osservato anche che monete proposte da poco (2,3 o 5 anni fa), e che erano state vendute non slabbate ad un certo grado di conservazione, vengono riproposte magari dalla stessa casa d'aste slabbate, con grading aumentato e alla base d'asta che era stato il realizzo della precedente asta. Questo è un "giochino" che i commercianti fanno proprio perché quelle monete le vendono comunque perché il mercato tira... Se questo a lungo andare possa portare a fare scoppiare la bolla, lo vedremo solo poi! Michele
    2 punti
  13. Che la “moneta grossa” fosse la moneta “dei ricchi e dei potenti”, usata per la finanza e per i grandi commerci internazionali, lo si è detto molte volte: il grosso è nato a Venezia, dove serviva e si è imposto come moneta “franca” degli scambi con il Mediterraneo Orientale... i “fratelli” e “cugini” italiani del “Matapan” ne sono stati epigoni, magari (ma non sempre!) con raggi d’azione e vastità di diffusione minori ma (per quel che mi è parso di capire) pur sempre concepiti soprattutto per il rapporto con realtà “estere” rispetto alla comunità in cui nascevano, o comunque per una dimensione economica più ampia di quella quotidiana. Meno chiaro è sempre stato per me, finora, il ruolo della “moneta piccola”, cioè di quel denaro che in Italia (ma anche in area francese) era ormai, nel XIII secolo, solo un pallido riflesso del denaro carolingio. In questo saggio Cipolla ricorda che la “moneta piccola” era la moneta di liquidazione dei salari del popolo, la moneta del piccolo commercio e delle transazioni al minuto: la moneta che finiva nelle tasche della gente comune ed in cui si esprimevano i costi delle merci di uso quotidiano; per questo costituiva la moneta su cui si imperniava il sistema dei prezzi dei beni al consumo. Una moneta forse “piccola” (anche se non “piccolissima”, almeno fintantoché contenne ancora una quota “rilevabile” d’argento, grazie all’elevato potere d’acquisto dell’argento stesso in età medioevale), ma con un ruolo comunque di fondamentale importanza. La “moneta grossa”, infatti, dovendo sostenere i circuiti dell’alta finanza e dovendo fungere da mezzo di scambio nei commerci internazionali, quindi dovendo essere accettata in realtà economiche “altre” rispetto a quelle di produzione, e con alto valore di scambio, doveva garantire la fiducia in essa riposta, pena la perdita di “mercato” e di affidabilità negli scambi commerciali di grosse partite di merci, tantopiù se pregiate: una svalutazione della “moneta grossa” emessa da una realtà politica rischiava di far cadere l’affidabilità stessa di quel potere agli occhi dei partner economici, evento assolutamente inaccettabile perché poteva portare all’esclusione dai grandi circuiti a favore di realtà concorrenti e, soprattutto per le Repubbliche mercantili italiane, di fatto minare il loro stesso prestigio e potere politico. Nella mia ignoranza di dinamiche economiche ho però scoperto con Cipolla l’esistenza di meccanismi che possono portare alla svalutazione della moneta: meccanismi che, non potendo essere lasciati “sfogare” sulla “moneta grossa” per i motivi appena indicati, dovevano trovare un contesto in cui potersi liberamente manifestare, per evitare di innescare un processo di deflazione, potenzialmente dannoso per le necessità espansive di un’economia in crescita quale era quella delle Repubbliche mercantili italiane tra XII e XIV secolo. Per i ceti al potere in queste realtà politiche, il “contesto” ideale in cui permettere a questi meccanismi di manifestarsi fu costituto proprio dalla “moneta piccola”. La svalutazione di quest’ultima non fu quindi, secondo Cipolla, un fenomeno da inquadrare negativamente nel contesto di economie “deboli” ed incapaci di mantenere la stabilità monetaria, ma da considerare positivamente come la consapevole strada percorsa da economie sviluppate per mantenere il dinamismo del proprio mercato e, contemporaneamente, salvaguardare la fiducia nella propria “moneta grossa”, continuando così ad imporre il proprio ruolo nei mercati e nella finanza internazionali
    2 punti
  14. Importante rinvenimento in Inghilterra riguardante il celtismo insulare : https://stilearte.it/archeologia-straordinaria-scoperta-cerca-nei-campi-e-si-imbatte-in-800-oggetti-del-i-secolo-sepolti-in-un-fosso-fu-un-sacrificio-rituale-di-2000-anni-fa-perche-un-insieme-di-eleganti-calderoni-cel/
    1 punto
  15. per me si tratta semplicemente di un falso...lettere della legenda al rovescio poco credibili, anzi...ridicole direi e piene di bolle
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  16. @endryck ho spostato la tua discussione nella sezione delle monete napoletane, dove sicuramente avrà maggiore visibilità per gli esperti di storia e monete del Sud Italia.
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  17. Il bollo Roma Ferrovia del 13 V 19126 con ora in alto, sembra strano perchè è quasi sempre in basso, ma esisteva anche in alto , come in questo caso
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  18. mi sono divertito,quà piove e smette e non posso fare niente in campagna,nemmeno giocare col mio pastore che è tutto inzuppato,dunque grazie a te.prova a fare un resume anche non letterale cercando di entrare nella loro testa.ne avrai viste di cartoline simili
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  19. Bravissimo, qui stiamo rasentando la follia 🙂.
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  20. E' un follis con GLORIA EXERCITVS di Costantino I e figli dell'epoca 334-340 d.C. Per me non è possibile risalire con esattezza all'imperatore. Arka # slow numismatics
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  21. In questo caso un collezionista , immaginando il processo di coniazione di una moneta, sapendo che questo é solo un eccesso, apprezzerá comunque tale piccola particolaritá. Parlare peró di queste cose, non significa per forza aggiungerne un valore pecuniario o meglio, ci sono gradi e gradi di "particolaritá". Questa può essere tenuta ripeto ma con la consapevolezza di non avere nulla di economicamente importante, per il resto ok 😉
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  22. Come va lo studio? Ancora impreparato? ps: ricordate gli aiuti, l'arco temporale è veramente breve.
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  23. Non la impreziosisco, la rendono solo curiosa, trascinando a forza nell'oblio quelli che credono che valgono chissà cosa, a molti queste particolarità, se genuine, piacciono, del resto significa solo aggiungere 1 euro alla propria raccolta
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  24. Ciao! Ho acquistato questa moneta marocchina affascinato dal suo simbolismo e la condivido qui per chiunque possa esserne interessato. L'anno è il 1340 del calendario islamico (1922 del calendario gregoriano), anno in cui il Marocco era protettorato francese e il sultano era Moulay Hussef (dal 1912 al 1927). Al dritto è presente il testo ضرب في باريس che dovrebbe voler dire "Coniato a Parigi". Al di sotto è presente la data (1340). Il tutto è inserito in un esagramma, o stella a 6 punte (detto anche sigillo di Salomone), che era presente sulla bandiera del Marocco fino al 1915. Al rovescio è presente il valore della moneta: 5 mazunas. Il mazuna è una frazione del rial. Il tutto circoscritto in un pentagramma, o stella a 5 punte (presente anche sulla bandiera del Marocco e dell'Etiopia). Aggiungo qui anche le 3 bandiere che ho citato. Bandiera attuale del Marocco Bandiera del Marocco fino al 1915 Bandiera dell'Etiopia
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  25. L'iconografia è semplice ma bella, sin troppo elaborate e ricamate le successive (quelle con la scritta EMPIRE CHERIFIEN per intenderci), questa si dovrebbe classificare come Protettorato francese del Marocco e separarla dalla monetazione precedente e dalla successiva se collezionate. La stessa del 1330 per esempio è pressochè identica ma fa parte del Sultanato del Marocco.
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  26. Ho letto qualche giorno fa un suo intervento nella sezione Exonumia (Tessere per la teriaca)... Arka # slow numismatics
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  27. Moneta molto rovinata, ma sicuramente non dell'epoca di Carlo Magno. Da quel che vedo è un denaro dell'epoca comunale del XIII-XIV secolo. Arka # slow numismatics
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  28. Grazie del Suo parere @numa numa, molto apprezzato considerata la Sua esperienza e grande preparazione. Preciso solo che mi sono permesso di aprire il post perché sono stato lontano dalle aste e dai convegni per quasi un anno e quindi nessuno meglio degli esperti di questo Forum poteva aggiornarmi. Quindi forse non è così stupefacente il mio interrogativo. ☺️
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  29. Tienila come particolarità 😀
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  30. Statere di Egina con tartaruga di mare della prossima Nomos 35 Zurich, 05-06 April 2025 Lot 327 ISLANDS OFF ATTICA, Aegina. Circa 550-530/25 BC. Stater (Silver, 20.5 mm, 12.17 g). Sea turtle seen from above, head in profile, with thin collar and row of eight pellets down its back. Rev. Incuse square of 'Union-Jack' design. ACGC 114. Asyut Group IV. HGC 6, 429. Meadows, Aegina, Group IIa-b. Milbank pl. I, 4. Traité II, 1, 1013 and pl. XXIX, 8. Struck in high relief and attractively toned. Minor marks, otherwise, about extremely fine. From the Collection of Prof. James M. Collier, acquired from Spink on 21 August 2000, ex Leu Numismatics 77, 11 May 2000, 212, and from the collections of Captain E.G. Spencer Churchill at Northwick Park, Christie's, 7 December 1965, 106 and of the Hermitage in St. Petersburg, Schlessinger 13, 4 February 1935, 968. This lot is sold to benefit the Collier Prize in Ancient Numismatics offered by the American Numismatic Society. apollonia
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  31. Buon pomeriggio a tutti, ieri sera ho passato in rassegna un po' dei miei Rami Borbonici, conservazione stazionaria almeno così mi sembra andando a memoria, ho smarrito le vecchie foto per un confronto. Come vi sembra la mia Tris? Secondo voi esisterebbe la possibilità di fare poker ? 😀 Voi a Tris come siete messi? Scusate il modo scherzoso ma mi faceva piacere condividere e stuzzicare. Saluti Alberto
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  32. Vado un po' off topic. Sono il solo a cui, ogni volta che ho in mano queste monete, verrebbe voglia di mangiarle? Sembrano fatte di cioccolato al latte!😅
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  33. Concordo con Poemenius che si tratti di un'imitazione coeva, e mi pare sensata l'attribuzione all'area balcanica. Penso che Roman de la Rose dovrebbe essere piuttosto soddisfatto di questo follis, se è suo: infatti mi pare di gran lunga più interessante di quelli assai comuni della zecca di Costantinopoli e quel particolare ritratto che giustamente Vel Saties avvicina alle emissioni ostrogote ne moltiplica l'interesse.
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  35. É tanta roba 🔝
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  36. Il Peacock salpò dal Siam il 4 aprile 1833, e dopo una breve sosta a Singapore e una più lunga a Batavia (odierna Giakarta), riprese il mare per l'ultima tappa del viaggio, l'Oman. Roberts nutriva grandi speranze per il buon esito del suo ultimo incontro, basate soprattutto sul fatto di aver già conosciuto il Sultano dell'Oman, ed essere stato da lui ben accolto, nel 1828, quando aveva tentato di risollevare le sorti della sua attività commerciale a Zanzibar, isola nella quale il Sultano trascorreva buona parte del suo tempo. Ma di Sayyid Said bin Sultan Al Saidi, Sultano di Muscat e Oman abbiamo già parlato nella discussione sul dollaro 1804 e quindi non vi tedierò oltre limitandomi a dire che le speranze di Roberts non furono deluse. E così il Peacock potè riprendere la strada per le Americhe, arrivando a Rio de Janeiro. Qui Roberts si trasferì sulla U.S.S. Lexington, con la quale proseguì il viaggio fino a Boston, dove sbarcò il 25 aprile 1834, ventisei mesi dopo la sua partenza. Roberts venne ricevuto dal Presidente Jackson e dal Segretario di Stato, e i due trattati che aveva sottoscritto con Siam e Oman furono ratificati dal Senato il 30 giugno. Dopodiché si mise subito al lavoro per organizzare il ritorno nei due paesi, con le copie dei trattati, e i regali necessari che gli erano stati richiesti. Ai quali propose di aggiungere: "Un set di nuove monete degli Stati Uniti in oro, argento e rame, disposte ordinatamente in un bel cofanetto in pelle". E fu così che l'11 novembre 1834 una lettera venne inviata dal Dipartimento di Stato a Samuel Moore, Direttore della Zecca, con il seguente comando: "Il Presidente ha disposto che un set completo delle monete degli Stati Uniti sia inviato al Re del Siam, e un altro al Sultano di Muscat. Viene richiesto, quindi, di fornire al Dipartimento due campioni di ogni tipo ora in uso, sia d'oro che d'argento e di rame." E noi finalmente torneremo a parlare delle monete petronius
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  37. Buonasera a tutti, da tempo incuriosito per questa tipologia di moneta ho finalmente preso un esemplare per tenerlo in mano e osservarlo da vicino. Non è la mia monetazione ma il ritratto di Carlo II sui Reali mi affascina. L'esemplare era proposto in buona compagnia in una recente Asta Artemide. Erano tre gli esemplari in vendita, ho preso quello più economico e più scarso di conservazione. Inutile dire che la mia scelta è stata dettata anche per l' inversione delle Sigle CI in IC Saluti Alberto
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  38. Così a naso mi sa di partica. Il volto di profilo sembra avere il tipico copricapo" iranico".
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  39. Si muove anche? Si può programmare per tornare a casa anche dopo averla spesa?sarebbe comodo..
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  40. Ringrazio sentitamente per l'assistenza preziosa! Risulta interessante notare come questa variante numismatica presenti, al centro del rovescio, un'iconografia che sembra discostarsi dalla tipica rappresentazione aquilifera legionaria, comunemente attestata e descritta nei cataloghi di riferimento. Si ravvisa, pertanto, una potenziale anomalia iconografica rispetto alle emissioni più diffuse. Inoltre, si solleva un interrogativo circa la ratio dell'emissione dedicata esclusivamente alla Legio VI (LEG VI), in assenza di varianti analoghe per altre legioni. Si potrebbe ipotizzare che tale emissione fosse specificamente destinata a riconoscimenti o donativi ai membri di tale legione in un determinato contesto storico (?) Si precisa, infine, che la moneta in esame presenta un peso di 3.16 g e un diametro di circa 18 mm.
    1 punto
  41. In realtà, essendo una restituzione di un denario di Marco Antonio, sul dritto non vi e' scritto ANTONINVS AVGVR, bensì ANTONIVS AVGVR. Interessante il fatto che il corrispondente denario legionario di Marco Antonio abbia una legenda diversa, ovvero ANT.AVG Questa la pagina tratta dal nostro catalogo on line: 544/19 - denario LEG. VI (legionis sextae) Il rovescio ha al centro l'aquila legionaria, mentre qui vi e' una altra insegna. Ecco cosa dice Gnecchi: RESTITUZIONE M. AURELIO E LUCIO VERO. (Argento). A M. Antonio. 1. Denaro. — Coh. 84. D/ — ANTONIVS AVGVR III VIR R P C Galera pretoriana. — R/ — LEG VI. Aquila legionaria tra due insegne militari. All’intorno: ANTONINVS ET VERVS REST. Questa restituzione riproduce esattamente il denaro della Leg. VI di M. Antonio, meno la differenza di leggenda, la quale nel denaro originario è semplicemente ant avg in luogo di antoninvs avgvr. Ed ecco cosa dice il RIC: Forse e' questa la variante a cui a riferimento @Erick Morman per la sua moneta? Poi, mi domando: perchè una restituzione per Marco Antonio, l'unica fatta come co-imperatori da Marco Aurelio e Lucio Vero? Forse solo come dedica alla Legio VI? Ciao. Stilicho @Erick Morman Potresti, per completezza, aggiungere i dati di peso e diametro? Grazie. Stilicho
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  42. Dopo la gaffe con @enriMO,con cui mi scuso,per aver confuso il suo bel carlino per un tarì, proseguo con l'ultima acquisizione per quanto riguarda il rame: Grano 1677 OC/A,simbolo Q...
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  43. Una curiosità... Nei tornesi coniati al martello la corona d'alloro al rovescio va in senso antiorario,nei tornesi coniati con gli "ingegni va in senso orario...
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  44. Un'altro tornese,ma questa volta coniato"al martello",1680, simbolo O...
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  45. Tornese 1677 OC/A, simbolo:M... Già da bambino il Re mostrava dei limiti rispetto agli altri bambini della sua età, iniziò a parlare non prima dei quattro anni e a camminare ad otto... Come si può notare nel ritratto sulla veste del futuro Re venivano applicati vari amuleti per allontanare i malefici...
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  46. ciao, è compatibile con il peso di dieci ducati / zecchini. Azzardo: D(ucati) V(eneti) X
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  47. Durante l'assedio con il rame ed altri metalli recuperati dalle macerie il comandante generale Valterre fa coniare monete ossidionali ovvero prodotte per sopperire alla mancanza di denaro ad uso degli assediati. Non essendoci una zecca all'interno della fortezza viene costruito un forno in mattoni in un cascinale e quindi s’inizia la battitura delle monete. La coniazione delle monete viene iniziata probabilmente il 6 marzo, cioè solo quaranta giorni prima della resa della fortezza: circolano quindi per pochi giorni. Vengono approntate monete del valore di centesimi 50, di cui si conoscono otto diverse varianti di conio. Viene anche progettata una moneta da 25 cent., della quale, a quanto risulta, si conosce un solo esemplare che si trova ai Civici Musei di Udine. La serie si sarebbe completata con i valori di 10 e 5 centesimi, ma la capitolazione ne blocca sia il progetto che la produzione.
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