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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/13/25 in tutte le aree

  1. Doppio Marengo di Napoleone, moneta molto comune
    6 punti
  2. Regno Lombardo-Veneto, Francesco I d'Asburgo-Lorena, coppiola di Sovrano di Fiandra (raro) e Mezzo Sovrano di Fiandra (molto raro), coniati nel 1823 nella zecca di Venezia con il bizzarro titolo di oro 919/1000 e recanti data 1793. Prese una decina d'anni fa, oggi anche mandandone una a fondere una prenderei ben più di quanto avevo pagato entrambe.
    4 punti
  3. Oggi posto anch'io una moneta aurea che ho posseduto fino a un paio di anni fa, si tratta di un bel dinar della dinastia Samanide coniato nella città di Nishapur, nella Persia orientale. Siamo nel decimo secolo, la civiltà islamica è al suo apice, enormi città in quel mondo sono ricche di biblioteche con decine di migliaia di volumi in carta, mentre in Europa la biblioteca più ricca a San Gallo ne possiede solo qualche centinaio in pergamena, abbondano studiosi, scienziati, teologi, filosofi e letterati di ogni genere, tutti scrivono nella lingua letteraria comune, l'arabo, incluso uno dei geni di quell'epoca, Ibn Sina, più famoso con il nome di Avicenna, di origine persiana e che inizia da giovane il suo percorso di studi proprio alla corte dei Samanidi, una dinastia a partire dalla quale la cultura e la lingua persiana si affiancheranno a quella araba fino ad assumere nei secoli successivi un ruolo eminente nel mondo islamico come lingua della grande poesia... Le radici di questa cultura e civiltà neopersiana, vecchia e nuova insieme, che ha rifulso nei versi di Rumi e Hafez (quell'Hafez a cui il grande Goethe si ispirò nel suo Divano occidentale-orientale) si trovano proprio in quel decimo secolo, in quella dinastia Samanide, in quelle leggendarie città di Nishapur, Bukhara, Samarcanda... In questa monetina coeva a quei tempi, che mi sedusse più di vent'anni fa, brillano gli inizi e i riflessi di una grande civiltà..
    4 punti
  4. 3 ducati 1854 La foto Non le rende tanta giustizia, ha i rilievi integri e metallo fresco e lucente
    4 punti
  5. Cari savoiardi nell'asta Nomisma 72 di ieri, oltre a confermarsi l'interesse ormai inesistente per le prove e per le coniazioni per numismatici di Vittorio Emanuele III, praticamente tutti invenduti, mi piace rilevare invece il grande realizzo per una moneta straordinaria, della più grande rarità e di eccezionale qualità per la tipologia, con una meravigliosa patina di medagliere. Si tratta di un testone per Torino di Filiberto II, che vanta un R9 sul Cudazzo, nuova edizione, che al numero 342 in SPL la quota 40.000 cucuzze. Il catalogo prende la base dall'ultima vendita in asta pubblica di un altro esemplare, che risale all'asta Nac 81 del 2014, lotto 276, dove, in conservazione SPL, ha realizzato infatti 38.000 euro + diritti. Ero presente all'epoca in sala e la ricordo bene, conservazione tutto sommato paragonabile a questa, e non aveva il brutto taglio sul viso. Certamente i prezzi rispetto ad allora di queste punte di diamante della monetazione sabauda sono sensibilmente scesi (almeno 20-30% in media) ed è un fatto. Ma rimane, a 26.500 più diritti, un bel colpo per chi se l'è aggiudicata. Col tempo avrà grandi soddisfazioni a mio avviso. In giro non ce ne sono ed è una coniazione con incredibile valore anche storico data l'epoca e il contesto. Il ritratto rinascimentale del duca è una meraviglia, peccato il taglio. Da ammirare!
    3 punti
  6. Buonasera @Brios, la medaglia, come gia detto da chi mi ha preceduto, dovrebbe essere questa perché al rovescio, in esergo, c'è un riferimento esplicito agli alleati Inglesi e vi èraffigurato appunto un vascello della Marina Inglese. Napoli, Ferdinando IV (I) di Borbone. 1759 - 1818 Opus Conrad Heinrich Kuchler. Bronzo, peso gr. 64,10 diametro mm. 48 Dritto: Busto corazzato del Re rivolto a destra, sotto al centro le iniziali dell'incisore C H K nel giro FERDINAN • IV D:G • SICILIAR • ET HIER • REX. Rovescio: Veduta di Napoli con Castel Sant Elmo e San Martino, nella rada un vascello Inglese. In primo piano due gruppi di persone a sinistra le milizie della Santa Fede capitanate dal Cardinale Ruffo che inseguono i giacobini in fuga verso destra, sopra al centro una Vittoria Alata che innalza l'immagine del Re Ferdinando IV. Sotto in esergo: PER MEZZO DELLA DIVINA PROVVIDENZA DELLE DI LUI VIRTU DELLA FEDE E ENERGIA DEL SUO POPOLO DEL VALORE DE' SUOI ALLEATI E IN PARTICOLARE CL' INGLESI GLORIOSTE RISTABILITO SUL TRONO. LI 10 . LUGLIO . 1799 . Ciao, Sergio.
    3 punti
  7. Buon pomeriggio giretto domenicale al mercatino, ciotole da 50 centesimi, questo il pescato: 1 kopek Unione sovietica 1986 1 centesimo 1904 5 centesimi 1937 5 fils 1971 Yemen democratico 5 scellini 1997 Kenya 10 rentenpfennig 1924 F Germania 20 kopeks 1937 Unione Sovietica 200 cedis 1998 Ghana al dritto è raffigurata una "conchiglia di cowrie", usata un tempo dagli abitanti locali come moneta
    3 punti
  8. 20 lire 1809 Milano, Napoleone I° Re d'Italia "stella a 6 punte" , rara, Gigante 85a - periziata nel 2010 da Ernesto Memoli.
    3 punti
  9. Salve a tutti, premettendo che non sono attratto dalle varianti delle monete, essendomi messo a fare ordine della mia collezione alla ricerca di doppioni, mi sono imbattuto in due monete che sono tecnicamente la stessa ed identica moneta secondo tutti i testi consultati, ma che ovviamente, come si può riscontrare dalle foto, non sono esattamente identiche. Sto parlando del 2 Tornesi del 1852 nello specifico. Secondo voi queste due monete sarebbero da catalogare come differenti? Collezionando principalmente Napoli, mi ha sempre attratto l' imperfezione di tali monete, ma dovendo mettere un limite al numero di monete collezionate, ed ai soldi spesi per acquisirle, non sono proprio sicuro sia opportuno conservare tutto ciò che mi e' finora capitato sottomano solo per piccole differenze. Cosa mi suggerite?
    2 punti
  10. Cari amici come i collezionisti di monete sabaude (e non solo) sanno gli scudi da cinque lire emessi dal 1850 al 1861 da Vittorio Emanuele II in qualità di Re di Sardegna sono una tipologia monetale di grandi dimensioni e di stupenda bellezza. Ai tempi tuttavia hanno quasi tutte circolato, e molto, e tale circostanza rende assai difficile il reperimento di esemplari in elevato stato di conservazione. Condivido perciò volentieri qui un esemplare in collezione da circa tre anni che presenta (la foto è di una decina di giorni fa) una patinatura che ha acquisito progressivamente (e inaspettatamente) rispetto alle condizioni in cui fu acquistata nel 2022, epoca in cui la mostrai sul Forum. Al momento dell'entrata in collezione infatti presentava una colorazione decisamente più attenuata e assolutamente priva di riflessi. Il soggiorno sul velluto ne ha - diciamo così - ravvivato la patinatura, che ora, unita alla conservazione, ne fa a mio avviso uno dei migliori esemplari apparsi di questo millesimo, che è uno dei più comuni, ma che come detto inizialmente, diventa raro nelle alte e altissime gradazioni di qualità, soprattutto se con patina omogenea e senza segni di lucidatura o lavaggio come in questo caso.
    2 punti
  11. A beneficio di chi ci legga possiamo aggiungere qualche dato in più. La meravigliosa serie Impero 1936, che va dai 5 centesimi in rame fino ai 100 lire in oro, fu fortemente voluta da Vittorio Emanuele III proprio per celebrare l’ottenimento dell’Impero, circostanza che apparentemente poneva l‘Italia allo stesso livello dell’alleato tedesco e anche di quello giapponese. I pezzi da 2 lire, 1 lira, 50 e 20 centesimi furono coniate in nichelio (o nichel). La scoperta di tale metallo risale al secolo 18º, anche se le sue leghe erano conosciute dei Paesi orientali già parecchi secoli prima dell'Era Cristiana. Il nichel è un metallo leggermente meno duro del ferro puro (4 contro 4,5 sulla scala di Mohs) ed una conducibilità elettrica lievemente inferiore. Presenta una lucentezza bianco argentea con una lieve sfumatura tendente al giallognolo, riscontrabile nello spettro della luce riflessa. È universalmente conosciuto come resistente alla corrosione; tuttavia le monete coniate in questo metallo possono soffrire con una certa frequenza del “cancro del nichel”, una degenerazione fisica chimica che provoca buchi nei tondelli anche profondi e rilevanti. L’esemplare qui postato da Alan invece ne è indenne e quindi ulteriormente degno di nota.
    2 punti
  12. @Scudo1901, @savoiardo. stesso conio.
    2 punti
  13. Recente acquisto (da asta Ghiglione M72).
    2 punti
  14. Ciao, testone raro, appare comunque facilmente sul mercato. Il foro otturato è purtroppo piuttosto deturpante. Classificato al Muntoni 15, al rovescio troviamo S. Magno a sinistra e San Brunone a destra. La moneta è stata emessa a memoria del giorno dell'elezione di Papa Alessandro VIII (il 6 ottobre), giorno in cui la Chiesa ricorda proprio i Santi Magno e Brunone. Esiste anche la versione con la data 1690 in esergo al rovescio ai lati dell'armetta. Michele
    2 punti
  15. Nell'attesa che venga ripubblicata la foto della moneta, ho realizzato un disegno della stessa modificando un po' quella del Promis...
    2 punti
  16. Secondo me si... legenda lunga e legenda corta.
    2 punti
  17. Il two pence blu è il secondo francobollo della storia della filatelia, fu emesso l' 8 maggio del 1840 due giorni dopo del penny black..questa emissione riguarda gli esemplari con le lettere nei due angoli in basso..come il tuo esemplare. L' emissione invece con le lettere nei quattro angoli è del 1858. Furono stampati usando i DIE (piatti) del black, alcuni esemplari dei primi piatti valgono di più dei penny black. Sono francobolli solitamente importanti. Togliere le linguelle va bene soprattutto se il dietro è molto sporco, evita muffe, ... comunque e' la prima volta che leggo che è stato spazzolato. Attenzione nei lavaggi con questi francobolli potrebbero scolorire, faccio notare che anche l'acqua fredda (consigliabile) li può lavare, solitamente se non ci sono ossidazioni sono contrario ai lavaggi su questi esemplari. Comunque ben fatto.
    2 punti
  18. Grazie all' aiuto prezioso di @FlaviusDomitianus ora l ho trovata. Bronzo di Elagabalo per Edessa in Mesopotamia. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/7744
    2 punti
  19. buongiorno e buona domenica, vorrei un giudizio su questo medagliere che ho acquisito poco tempo fa. Peccato che chi me lo ha venduto non ha saputo dirmi a chi appartenesse. I nastrini mi sembrano tutti originali. Grazie in anticipo a chi vorrà darmi il proprio parere. Enrico
    2 punti
  20. Sembrerebbe un piccolo gettone con i segni zodiacali dei gemelli e del cancro.
    2 punti
  21. Oggi mercatino più che dimezzato per le festività, ma ho trovato queste due monetine di Cipro per un euro (50 cent cadauna), Stranamente mi mancano, sono molto comuni ma molto probabilmente nel tempo per le monete cipriote mi sono focalizzato di più su quelle dalla Regina Vittoria sino a Giorgio VI°, non me lo so spiegare altrimenti. 25 e 50 millesimi di pound - entrambe del 1955
    2 punti
  22. Buongiorno, forse sforerò un pochino dalla discussione ma vi posto una moneta presa oggi ad un mercatino pagata molto più di 1 euro ( ben 4) e non presente in una ciotola ma in una valigia...
    2 punti
  23. Buongiorno @Oppiano, si la "forma" del numero uno è molto strana, sicuramente non è, stilisticamente parlando, un carattere moderno. Perciò nel mio precedente intervento scrivevo "punzonatura coeva". Forse, come hanno presupposto altri, potrebbe essere stata fatta dopo la fine del Regno di Napoli.
    2 punti
  24. Sì @nikita_ si potevano convertire in lire anche le monete di vecchie tipologie. Considera che - nell'anno 1835 - circolava ancora: [moltissima e ben conservata moneta coniata dal 1683 al 1693 (Carlo II) e non poca di quella di Carlo VI e di Filippo V]. Fonte: "Della storia delle finanze del Regno di Napoli" Lodovico Bianchini 1835
    2 punti
  25. Per me non è necessario possedere o collezionare monete d'oro per discuterne, e in effetti è un peccato che se ne parli poco, l'argomento può ispirare molti spunti di studio e approfondimento assai interessanti, alcune monete auree hanno segnato epoche intere, si pensi al solido bizantino, al dinar islamico, al fiorino di Firenze o al ducato di Venezia, per limitarsi al solo medioevo, tutte monete che hanno avuto un ruolo enorme nella storia economica e dei commerci, sono inoltre monete che hanno una storia così ricca e complessa che ancora adesso è sempre possibile scoprirne e approfondirne aspetti e situazioni nuove... A tal proposito di seguito posterò non delle monete auree, ma dei libri sulle monete auree che trovo assai illuminanti nell'esplorazione di alcune di queste monete così' ricche di storia... Il primo volume è la raccolta di studi e saggi sul tarì d'oro presentati qualche anno fa nel relativo convegno tenuto al Centro di Cultura e Storia Amalfitana, contiene dei saggi di alcuni dei maggiori specialisti di numismatica medievale dell'Italia Meridionale su una delle monete auree che più di tutte hanno marcato la storia economica di quei territori, alcuni studi approfondiscono la storia e la diffusione in senso diacronico del tarì in Sicilia e Italia Meridionale, altri invece entrano nel dettaglio della sua circolazione e diffusione in zone specifiche... Il secondo volume è la recentissima pubblicazione di uno studio-repertorio, precedentemente disponibile solo in formato digitale, sulle emissioni dei primi fiorini di Firenze, dall'anno di prima coniazione, il 1252, fino alla metà del secolo seguente, si tratta di un repertorio estremamente accurato e il più aggiornato attualmente disponibile, con foto a colori, nitide e molto dettagliate, anche dei particolari inerenti legende, immagini e soprattutto i vari segni degli zecchieri, ogni ipotesi di datazione e di classificazione viene ricostruita e fondata su un'attenta analisi dei ripostigli al momento conosciuti e su accurate e minuziose analisi dello stile iconografico, si affronta anche l'argomento, molto complicato, delle imitazioni cosiddette non firmate, cioè delle monete uguali o molto simili ai fiorini di Firenze coniati in quel periodo ma provenienti da zecche diverse e non ravvisabili come tali da leggende o segni presenti sulle monete in questione... Il terzo volume è in realtà poco più di un opuscolo di una ventina di pagine, ma di estremo interesse in quanto inquadra la storia di una moneta famosissima, il ducato/zecchino di Venezia, all'interno di un contesto poco noto, cioè l'India e l'area dell'Oceano Indiano, si tratta della raccolta di ducati e zecchini conservati al Museo di Madras, nell'India meridionale, con dei saggi che approfondiscono la storia e la circolazione di questa moneta in territorio indiano e nelle aree limitrofe, un argomento decisamente suggestivo e su cui c'è ancora tanto da conoscere e scoprire...
    2 punti
  26. Mi dispiace che pensi questo ma quando si presentano monete del genere la prudenza non è mai troppa,non esistono documenti che attestano che monete da 5 tornesi di Ferdinando IV siano state punzonate con un numero 10 per elevare il valore da 5 a 10 tornesi,tra l'altro per lo stesso anno abbiamo già il taglio da 10 tornesi quindi la teoria della contromarca per raddoppiare il valore nominale non sta in piedi... Inoltre se proprio doveva essere una punzonatura ufficiale non credi che sarebbe stata un minimo più elaborata e magari con riferimenti all'autorità competente?mentre così come si presenta l'avrebbe potuta fare chiunque e portare il valore anche a 20 o 30, esistono molte monete punzonate,marcate, dorate, argentate e quant'altro,ma nel 99,9% dei casi non hanno nulla a che fare con la loro epoca ma sono rimaneggiamenti postumi e spesso anche molto recenti,le cause potrebbero essere infinite e lontane dalla nostra logica ma come si sa la mente umana è un mistero... La mia teoria l' ho già esposta,per me è stata realizzata con una fresa e non con un punzone altrimenti avresti una schiacciatura al rovescio,e se la moneta la scaldi per ammorbidirla a maggior ragione avresti una schiacciatura al rovescio, inoltre la patina all' interno del numero è differente dal resto della moneta, quindi vuol dire che la punzonatura e molto più recente rispetto al 1798... Se questo esperto ti ha detto che la moneta è interessante e sa anche il perché di questa contromarca credo che in tanti qui saremmo interessati a leggere un suo commento...
    2 punti
  27. Eccomi Come anticipato nella discussione precedente oggi vi presento l'ultima arrivata. 10 Lek anno 1939, peso 10 gr. tondi tondi, diametro 27,00 mm. Un'idea sullo stato di conservazione me la sono fatta ma vorrei avere anche le vostre opinioni che sicuramente siete più esperti di me. Ho fatto diverse foto con angolazioni e luci differenti naturali e non. Al bordo si nota della bava di conio, i rilievi mi sembrano ottimi, ma ahimè vedo una striatura sull'aquila di destra a R/ . Colpetti a ore 9 sempre a R/, mentre a ore 3 sembrerebbe più un'assenza di metallo. Situazione migliore a D/ . Spiegatemi se vedete del lustro. Grazie infinite.
    1 punto
  28. Rinnoviamo le congratulazioni per questa grande rarità 👏🏾👏🏾👏🏾
    1 punto
  29. Grazie @PK. per la segnalazione del 34T. Ho le immagini di questi 7 numeri della catalogazione di @rickkk 14) 15)-17) 16) 19) vedo le foto del catalogo Lamoneta 20) 21) 22) più altri 2 pezzi sicuramente diversi da questi 7.
    1 punto
  30. Guarda questo come esempio sia di conservazione che di prezzo c'è anche la perizia con sigilli: AB783-R. d'It.- Vitt. Eman. II - 10 Cent. 1866 TO | eBay La perizia è di BB+
    1 punto
  31. L'immagine nell'ovale sorretto dall'angelo, è quella dell'ammiraglio Orazio Nelson. Sono convinto che ti sei distratto un pochino.
    1 punto
  32. Grazie. È vero anche il bordo è in buone condizioni, regolare e senza colpetti m8 sembra. Buona serata!
    1 punto
  33. Buonasera. Bella moneta. A mio avviso, cautelativamente, per via di qualche piccolo segnetto al bordo e di qualche traccia di una probabile non ottimale conservazione passata, direi spl+
    1 punto
  34. Recuperata! E’ del VII secolo a.C. Sai cosa trasportava? Non anfore. A cosa serviva il materiale del carico? Da dove veniva? NB: non so bene di quando sia la notizia, dovrebbe essere piuttosto datata visto che la scoperta del relitto risale al '94. Leggo su S.A. questo recente articoletto: Fonte: https://stilearte.it/recuperata-e-del-vii-secolo-a-c-sai-cosa-trasportava-non-anfore-a-cosa-serviva-il-materiale-del-carico-da-dove-veniva/ Si sono concluse le complesse operazioni subacquee che hanno consentito il recupero dell’antico relitto che aveva appena lasciato la costa, in un lontano giorno di 2600 giorni fa, dopo aver fatto il carico, quando, forse a causa di un temporale o di uno scoglio, andò incontro a un drammatico destino. Fu lo stesso carico a trascinarlo rapidamente sul fondo. Il ritrovamento e il recupero della nave antichissima sono avvenuti nelle acque di Mazarrón, una città costiera nella regione spagnola di Murcia. Gli scavi hanno portato alla luce il relitto di una nave fenicia risalente al VII secolo a.C. Questo relitto, denominato Mazarrón II, rappresenta uno dei più importanti ritrovamenti di archeologia subacquea degli ultimi decenni, gettando nuova luce sulla civiltà fenicia e sulle sue abilità nella costruzione navale e nella navigazione. “Pochi giorni fa ha avuto termine un lavoro appassionante: il recupero del relitto Mazarrón 2 -affermano tecnici e studiosi italiani di Csr Restauro Beni culturali – L’intervento è stato diretto da Carlos De Juan e Agustin Diez-Castillo dell’Università di Valencia, che ringraziamo per averci coinvolto in questa avventura. Sono stati 2 mesi di sfide giornaliere, momenti di riflessione e di confronto con tutto il team e infine di enormi soddisfazioni e di crescita a livello professionale e umano. È stato per noi un privilegio aver partecipato alle fasi di progettazione, recupero, trasporto e sistemazione delle porzioni del relitto presso il laboratorio dell’ARQUAtec, e aver contribuito, con la nostra restauratrice subacquea Raquel Delgado Llata, anche attraverso il trasferimento di competenze acquisite in oltre venti anni di sperimentazioni e interventi di conservazione in situ del patrimonio culturale sommerso, al buon esito dei lavori”. La nave e il suo prezioso carico Momenti delle operazioni di scavo e recupero della nave @ Foto di Jose A. Moya per Universitat de Valencia Il relitto, datato tra il 610 e il 580 a.C., misura circa 8 metri di lunghezza e 2 metri di larghezza. La nave trasportava un carico di lingotti di piombo, un materiale essenziale nel commercio antico. Nonostante la copertura protettiva in metallo che proteggeva il relitto, le correnti oceaniche e la pressione degli strati sedimentari stavano compromettendo la sua conservazione. Per questo motivo, un intervento di scavo è stato considerato urgente. L’operazione, durata 40 giorni, è stata eseguita da un team di archeologi subacquei sotto la direzione di Carlos de Juan dell’Università di Valencia, con il supporto finanziario del ministero regionale della cultura di Murcia. Durante lo scavo, sono stati recuperati anche elementi straordinari come pezzi di corda con nodi originali e i resti di un’ancora, entrambi perfettamente conservati grazie alle condizioni marine uniche. Chi erano i Fenici? I Fenici erano una civiltà semitica originaria dell’attuale Libano, che prosperò lungo le coste orientali del Mediterraneo tra il 1500 e il 300 a.C. Abili navigatori e commercianti, estesero la loro influenza attraverso una vasta rete di rotte marittime che collegavano il Vicino Oriente all’Europa e all’Africa settentrionale. La loro cultura si distinse per l’invenzione dell’alfabeto fonetico, che fu il precursore degli alfabeti greco e latino. Le loro città-stato, come Tiro, Sidone e Biblo, erano centri nevralgici del commercio, noti per la produzione di beni di lusso come la porpora di Tiro, una tintura pregiata ottenuta da molluschi marini. Oltre alla navigazione, i Fenici erano rinomati per la loro ingegneria navale: costruivano navi robuste, progettate per affrontare lunghe traversate oceaniche e trasportare carichi pesanti, come dimostra il relitto di Mazarrón II. A cosa serviva il piombo nell’antichità? Il piombo era un materiale fondamentale nel mondo antico per una serie di applicazioni pratiche. I Fenici, in particolare, lo estraevano in grandi quantità dalle miniere della penisola iberica, come quelle della Sierra de Cartagena. Ecco alcune delle principali applicazioni del piombo: Realizzazione di ancore e pesi: Il piombo, grazie al suo peso specifico elevato, era utilizzato per produrre ancore e pesi da immersione. Fu poi anche usato, in ambito bellico, per la produzione di proiettili per i frombolieri. Canalizzazioni idriche: Il suo utilizzo era già conosciuto in precedenza, ma durante l’Impero Romano fu largamente impiegato per costruire condutture per l’acqua potabile. Sigillature: Era utilizzato per sigillare giunti tra blocchi di pietra o come riempitivo nelle costruzioni navali. Produzione di oggetti decorativi e amuleti: I Fenici attribuivano anche un significato simbolico al piombo, associandolo alla protezione divina. La facilità di fusione del bronzo consentiva una semplice produzione di oggetti d’arte o devozionali. Il carico di lingotti ritrovato sulla nave Mazarrón II testimonia l’importanza strategica di questo materiale per il commercio fenicio e per la loro economia. Il futuro del relitto Le parti recuperate della nave saranno trasportate al Museo Nazionale di Archeologia Subacquea (ARQUA) di Cartagena, dove verranno sottoposte a un meticoloso processo di conservazione della durata di quattro anni. Questo lavoro non solo proteggerà il relitto per le generazioni future, ma consentirà agli studiosi di approfondire le tecniche di costruzione navale fenicia e il loro ruolo nella rete commerciale mediterranea. Carlos de Juan ha sottolineato l’importanza della scoperta, che “offre un’opportunità unica per comprendere meglio le abilità tecnologiche e la cultura marittima dei Fenici”. Le principali miniere di piombo nella Spagna antica Sierra de Cartagena e La Unión (Regione di Murcia): Questa area era una delle principali fonti di piombo e argento nell’antichità. I Fenici sfruttarono queste miniere già dall’VIII-VII secolo a.C., estraendo piombo sotto forma di galena (solfuro di piombo), spesso associata a vene di argento. La vicinanza alle coste facilitava il trasporto via mare. Sierra Morena (Andalusia): La regione, in particolare intorno a Jaén e Córdoba, ospitava miniere di piombo e rame. In epoca romana, le miniere di questa zona furono sfruttate su scala industriale. Miniera di Mazarrón (Murcia): Mazarrón stessa, dove è stato ritrovato il relitto fenicio Mazarrón II, era un centro minerario significativo per l’estrazione di piombo. La città e le sue miniere erano ben conosciute già in epoca fenicia. Rio Tinto (Huelva): Sebbene più famosa per l’estrazione di rame e oro, quest’area forniva anche piombo in minori quantità, come sottoprodotto dell’attività estrattiva. Importanza del piombo spagnolo per i Fenici I Fenici erano abili commercianti e sfruttavano le risorse minerarie della Spagna per alimentare le loro reti commerciali. Il piombo veniva estratto e fuso direttamente nelle vicinanze delle miniere, poi trasportato in lingotti a bordo delle loro navi per essere scambiato in tutto il Mediterraneo. Questi lingotti erano utilizzati per una varietà di scopi, come materiali da costruzione, utensili e oggetti commerciali. Le miniere della Spagna non solo erano cruciali per i Fenici, ma continuarono a essere sfruttate intensivamente durante l’epoca romana, quando la tecnologia mineraria raggiunse il suo apice, con l’introduzione di tecniche avanzate come il ruina montium (frantumazione delle montagne). Questi siti minerari, quindi, non solo testimoniano l’antica economia della penisola iberica, ma sottolineano anche il ruolo della Spagna come fornitore strategico di risorse per le grandi civiltà mediterranee.
    1 punto
  35. Bello il colore del rame, qBB.
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  36. Bel pezzo il 66 Torino...mi pare sia non comune...conservazione siamo un discreto BB...cosa l'hai pagato???
    1 punto
  37. Di nulla 😄
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  38. La prima moneta che pubblico è 1 lira del regno delle 2 Sicilie del 1813 è raffigurato Gioacchino Murat è rara e la conservazione è BB al prossimo step mando la foto del rovescio
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  39. Ciao Mi pare tutto originale e mi sembrano giusti anche nastrini ( ma vado a memoria eh).
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  40. Per la spedizione mi sembra tre settimane (la stampa viene effettuata con l'ordine) con un costo poco superiore ai cinque euro. Comunque vai sul sito e mettilo nel carrello così potrai vedere i costi e i tempi di consegna. Poi deciderai se procedere all'acquisto o meno.
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  41. SPL-FDC secondo me, molto bella
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  42. Nooo me lo sono perso...lavoravo entrambi i giorni, per una volta che c'era qualcosa relativamente vicino a casa...😭 Bellissima iniziativa 🤩
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  43. Buon giorno. Premettendo che il Gigante afferma che la moneta è di seconda classe per difetti di conio con debolezze ai bordi, direi che questa moneta potrebbe essere stata chiusa o dichiarata in FDC o QFDC. La striatura sull'aquila potrebbe anche essere una parziale patina a bersaglio. Questo esemplare a me sembra ottimo. Buona giornata a tutti. Gabriella
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  44. Giusto, ho confuso 4 tornesi come se fossero 4 grana. 1 grano 425 centesimi di lira diviso 100 grana (ducato) = 4,25 centesimi di lira 2 grana (4 tornesi) 8,50 centesimi di lira = Il calcolo che avevo fatto utilizzando la piastra anzichè il ducato. Piastra da 120 grana = 5,10 lire 510 centesimi di lira diviso 120 = 4,25 centesimi di lira 4 grana = 17 centesimi di lira (pensavo 4 tornesi) il conto giusto: 2 grana (4 tornesi) = 8,50 centesimi di lira
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  45. SPL e forse qualcosetta in più...peccato quei colpi al bordo dal rovescio
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  46. Il motivo principale per cui Jackson è oggi considerato un presidente "scomodo" risiede soprattutto nel suo comportamento verso Il popolo di Dio Quando Colombo incontrò per la prima volta i Nativi americani, lo accolsero così bene che egli scrisse nel suo diario: “Questo è il popolo di Dio”. Nella sua lingua aveva scritto “In Dios”. In seguito la “s” sparì e Indio diventò Indiano. Per cui, come abbiamo visto, la parola significa “popolo di Dio". Fummo chiamati Indiani per questo motivo, eppure ancora oggi a scuola viene insegnato che il nostro nome avrebbe a che fare con l’India. Perché, cercando di raggiungerla, Colombo, per sbaglio, finì nelle Americhe. (Bear Heart - Il vento è mia madre) Già da soldato Jackson aveva conquistato la fama di "cacciatore di Indiani", in particolare quando, finita la guerra del 1812, venne spedito in Florida, allora colonia spagnola, a combattere i Seminole, colpevoli di aver aiutato i Creek durante il conflitto contro gli americani. Malgrado l'incessante guerriglia di cui le sue truppe furono oggetto da parte dei guerrieri Seminole, il generale svolse egregiamente il compito affidatogli, distruggendo i loro villaggi, gli utensili e le armi da fuoco insieme alla polvere da sparo, difficile da rimpiazzare. Nel giro di due anni, il nemico capitolò: alcune bande indiane accettarono di trasferirsi in Oklahoma insieme ai propri consanguinei Creek, mentre il resto del popolo Seminole rimase in Florida, ritirandosi sempre più nel profondo della regione paludosa delle Everglades. Ma fu da presidente che potè dare pieno compimento al suo piano di far spostare tutte le tribù indiane su terre a ovest del Mississippi. Il 28 maggio 1830 promulgò l'Indian Removal Act che prevedeva la rimozione e deportazione delle tribù originarie degli Stati orientali verso ovest. Tutto aveva avuto inizio da una controversia tra lo Stato della Georgia e gli indiani Cherokee, che grazie a una serie di trattati risalenti al 1791, erano considerati come una nazione con proprie leggi e usanze. Tuttavia, né questi trattati, né il fatto che si trattasse di indiani colti e molto civilizzati poterono nulla quando, nel 1828, a seguito della scoperta dell'oro nelle terre dei Cherokee, il parlamento della Georgia giudicò nulle e inefficaci le loro leggi, rendendo in pratica privi di valore i titoli di proprietà indiani sulle terre. I Cherokee allora ricorsero alla Corte Suprema, che diede loro ragione, dichiarando incostituzionale la legge della Georgia, perché era il governo federale ad avere giurisdizione esclusiva sui Cherokee. Ma quando la Georgia ricorse contro la sentenza, sembra che il presidente Jackson abbia affermato "John Marshall (presidente della Corte Suprema) ha pronunciato la sua sentenza, adesso vediamo se la fa applicare." Così, incoraggiata dall'appoggio del presidente, la Georgia scacciò i Cherokee dalle loro case con la minaccia delle armi, per trasferirli al di là del Mississippi. E non solo loro. Nell'arco di circa dieci anni, più di 60.000 Nativi americani, provenienti da almeno 18 tribù, furono costretti ad abbandonare le loro terre ancestrali per spostarsi ad ovest del Mississippi in quella che gli storici contemporanei definiscono una vera e propria operazione di pulizia etnica In particolare, la stessa sorte toccò alle cosiddette Cinque Tribù Civilizzate, un termine applicato dal governo degli Stati Uniti a cinque gruppi di Nativi americani, Cherokee, Chickasaw, Choctaw, Creek, e Seminole, considerati "civilizzati" dai coloni bianchi, in quanto avevano adottato molti degli usi e costumi dei colonizzatori, compresa la cristianizzazione, ed erano generalmente in buoni rapporti con essi. Vediamo nella cartina, da Wikipedia, gli spostamenti delle varie tribù. petronius
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  47. Interessante questo post, quindi siamo noi che dovremmo dimostrare che la contromarca è fasulla e non tu che dovresti dimostrare che invece è d'epoca... Quindi se ha a che fare con una riforma monetaria vuol dire che questo 5 tornesi è diventato poi un 10 tornesi,a pensare che probabilmente è coniato su un 8 tornesi,un vero rompicapo...
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  48. Inoltre il colore all' interno della contromarca non ha la stessa patina che vediamo sul resto della moneta...
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  49. Continuando sul filone dei gettoni di conto, in tedesco Rechenpfennige, vi mostro alcune mie recenti acquisizioni, per nulla care di prezzo ma assai interessanti. Si tratta dei tipici gettoni in ottone coniati a Norimberga a partire dal XVI sec. Nr. 1 1,3 grammi, diametro 21 mm, ottone D/: Globo imperiale in trilobo di 3 archi a doppia linea; legenda: [rosetta esafilla] GOTES . SEGEN . MACHT . REICH (da Proverbi 10, 22) R/: 3 corone alternate a 3 gigli intorno ad una rosetta quadrifilla; legenda: [rosetta esafilla] HANNS . KRAVWINCKEL . IN . NVR Questo esemplare mi piace molto per la sua ottima conservazione, francamente non ne avevo visti prima di così ben tenuti, e perdipiù ha anche una gradevolissima patina. Credo che sia stata coniata da Hans Krauwinckel II, in attività dal 1586 al 1635.
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