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  1. Scudo1901

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/26/25 in tutte le aree

  1. Amici del Forum Buon Pomeriggio, oggi condivido con voi una delle ultime entrate nell' inventario - collezione. Si tratta di un 5 lire 1911 dedicata al cinquantenario. La moneta è in media conservazione, lo so che non è un FDC ma come primo esemplare credo che sia sufficiente, ed appena possibile verrà sicuramente sostituita al meglio. E' periziata e racchiusa ( anche questa ) in doppia bustina, quindi difficile da fotografare e riportante i difetti della doppia plastica. Grazie.
    4 punti
  2. Benritrovati Questa storia inizia una domenica di un mese non meglio precisato, quando il dodicenne Conrad Reed, in compagnia della sorella e di un fratello più piccoli, andò ad esplorare, come probabilmente faceva spesso, le rive del Little Meadow Creek, un torrente che scorreva non lontano dalla fattoria di suo padre, nella Contea di Cabarrus, nel North Carolina. Dalla sua esplorazione, riportò a casa una grossa pietra, ma poichè nessuno in famiglia capiva bene di cosa si trattasse, decisero di usarla come fermaporta, e lì rimase, all'ingresso della casa dei Reed, per alcuni anni. Era il 1799. Tre anni dopo, al padre di Conrad, John Reed, venne il sospetto che quella grossa pietra potesse avere un qualche valore, la prese e la portò da un gioielliere di Fayetteville, che non ci mise molto a capire di cosa si trattava. Era ORO, e il povero John, che era del tutto all'oscuro del prezzo del prezioso metallo, chiese e ottenne, quasi vergognandese perchè gli sembrava troppo, 3 dollari e 50, per un blocco d'oro del peso di oltre 17 libbre (circa 8 chili) che valeva, allora, mille volte tanto. Soddisfatto dell'affare e tornato a casa si diede a cercare altro oro. L'anno seguente trovò una pepita da 28 libbre (12-13 chili) la più grande mai scoperta nella regione, e nelle sue esplorazioni del torrente si rese conto che era tempestato di scaglie d'oro e pepite per oltre un miglio della sua lunghezza. Nel frattempo, altre scoperte avevano fatto seguito a quelle della famiglia Reed, e avevano dato l'avvio alla prima corsa all'oro americana. Qualche anno più tardi, importanti giacimenti auriferi vennero scoperti anche nella vicina Georgia, e a quel punto si pose il problema di come utilizzare al meglio quell'oro. La cosa più semplice e logica sarebbe stata trasformarlo in monete, ma c'era un problema: l'unica Zecca esistente all'epoca sul suolo degli Stati Uniti, quella di Philadelphia, era lontanissima, e portare l'oro fin là era cosa tutt'altro che facile. Indiani, banditi, avversità atmosferiche, per non parlare dei costi, scoraggiavano molti dal tentare l'impresa. Così, anno dopo anno, si fece sempre più pressante da parte degli abitanti dei due stati la richiesta di aprire una Zecca vicina e facile da raggiungere. E finalmente, con il Mint Act del 3 marzo 1835, il Congresso li accontentò, oltre ogni aspettativa: non una, ma addirittura due, furono le Zecche autorizzate: "One branch [to be established] at the town of Charlotte , in the state of North Carolina, and one branch at or near Dahlonega, in the state of Georgia" Entrambe le Zecche furono autorizzate "for the coinage of gold only", e così fu per tutta la durata della loro attività. In questa discussione, proveremo a raccontare la loro storia, e naturalmente quella delle loro monete. Tutte, rigorosamente, d'ORO, non moltissime, in verità, rispetto a quelle coniate in altre Zecche, ma abbastanza perché anche noi, come Zio Paperone, ci si possa tuffare dentro petronius
    3 punti
  3. Ieri mi è capitato di andare a una manifestazione, nella quale in uno stand insegnavano a fare i nodi marinari. Condivido il nodo Savoia fatto da mia figlia di 4 anni
    3 punti
  4. Salve,non è un pegaso ma un grifone. Bronzo greco di Phokaia in Ionia. https://www.acsearch.info/search.html?id=9774944
    2 punti
  5. Salve, se posso avanzare una ipotesi,per me colpo non dato parallelo al tondello che si evidenzia anche vicino al margine dove insiste la perlinatura
    2 punti
  6. Buonasera a tutti, è doveroso ricordare anche se con tre giorni di ritardo, la morte di Re Ferdinando II di Borbone avvenuta 166 anni fa. Fonte: Centro Studi della Provincia di Caserta "Antica Terra di Lavoro" APS a firma di Antonio Casertano cultore di Storia. Il 22 maggio 1859, nel Real Palazzo di Caserta, cessava di vivere colui che fu nominato in senso dispregiativo il “Re Bomba”: Sua Maestà Ferdinando II di Borbone. Egli nacque nel 1810 a Palermo da Francesco I e da Maria Isabella di Spagna. Il suo governo sul trono del Regno delle Due Sicilie durò dal 1830 al 1859 e, in particolare, viene ricordato specialmente per le innovazioni nel campo tecnologico, come ad esempio la costruzione della prima “strada ferrata” nella Penisola con il tratto ferroviario tra Napoli e Portici. Collegata proprio alla fabbricazione delle locomotive, vi fu la costruzione delle celebri Officine di Pietrarsa. Sotto l’aspetto politico e sociale, certamente, il periodo in cui Ferdinando II governò il vasto Regno è ricordato per i moti del 1848. I venti rivoluzionari, partendo da Palermo, pian piano si ramificarono nel resto del territorio duo siciliano e videro le folle inneggiare all’indipendenza, talvolta al grido di “Italia unita, Dio lo vuole!”. Questa situazione di tensione sociale tra la popolazione, portò il re Ferdinando a concedere una Costituzione del Regno delle Due Sicilie, promulgata il 29 gennaio 1848, su imitazione di quella francese, la quale prevedeva che il potere legislativo dovesse essere diviso tra il re ed il parlamento. Il 15 maggio 1848 Napoli fu protagonista di una vera e propria guerriglia sfociata nel sangue. Questo episodio, ricordato specialmente per il posizionamento delle barricate in via Toledo, portò alla fine del breve esperimento costituzionale, ricostituendo in questo modo, l’assolutismo regio. Ad addolcire il carattere, senz’altro “militare” del sovrano, furono certamente i modi dolci e affabili della sua prima consorte, la “reginella santa”, Maria Cristina di Savoia, la quale spirò la sua anima a Dio a seguito del parto del figlio Francesco II di Borbone, ultimo sovrano del Regno delle Due Sicilie. Un episodio violento che, certamente, minò l’esistenza di Ferdinando II, avvenne l’8 dicembre 1856, nel corso delle manovre militari presso il Campo di Marte a Napoli, dove un soldato di nome Agesilao Milano, allontanandosi dalle fila, ferì con un coltello il re che a cavallo passava in rivista le truppe. Provvidenzialmente, il re ricevette soltanto una ferita al fianco. Questo suscitò sdegno e raccapriccio tra le potenze europee, le quali espressero solidarietà verso il re. Nel 1858 si decise di far convogliare a nozze il principe ereditario Francesco II con Maria Sofia di Baviera. Il matrimonio, che doveva celebrarsi a Bari, vide il re col suo seguito partire per la Puglia, attraversando l’irta Irpinia, andando incontro ad un clima caratterizzato da neve e freddo, trattandosi del mese di gennaio. Durante il tragitto Ferdinando si ammalò e gli fu diagnosticato un ascesso all’inguine. Rientrato nella capitale, si consigliò di trasferire il re a Caserta, luogo più tranquillo per il riposo. Si racconta che prima di spirare la sua anima al Cielo, Ferdinando abbia pronunciato queste parole: «Lascio questa bella cara ed amata famiglia, lascio il Regno, le grandezze, gli onori, le ricchezze e non sento dispiacere alcuno. Ho cercato di compiere per quanto ho potuto il mio dovere di cristiano e di sovrano. Mi è stata offerta la corona d’Italia ma non ho voluta accettarla, lascio il Regno ed il trono come l’ho ereditato dai miei antenati». Al capezzale erano presenti, oltre alla seconda consorte, Maria Teresa d’Asburgo, anche alcuni sudditi commossi ai quali disse: «Non piangete, io non vi dimenticherò». Fu così che, il 22 maggio 1859, Caserta accolse per l’ultima volta, nel suo sfarzoso Palazzo Reale, uno dei sovrani più ricordati dalla collettività che, tra progresso e talvolta reazione, governò per trent’anni il più vasto regno peninsulare. Lo ricordiamo con un mio 10 Tornesi del 1859 perdonatemi per le pessime foto. Saluti Alberto
    2 punti
  7. Io sono stato a Verona giovedì, ho fatto un bel tour pieno 14-18 e come di consueto ho portato a casa acquisti soddisfacenti; tutto sommato direi che la sistemazione è buona e la fiera continua a funzionare. Un paio di considerazioni e interrogativi non specificamente legati a questa edizione: - Frequento convegni e compro monete da oltre trent'anni, e alcune facce di venditori le vedo letteralmente da una vita. Da alcuni di questi, per quanto ogni volta mi fermi e passi in rassegna tutto il loro materiale, non sono MAI riuscito a trovare una moneta che fosse a prezzi civili, mai, in tre decenni. Mi chiedo dunque: ma chi compra da costoro? Chi è che va a spendere per una moneta il doppio di quello che può pagarla altrove? Non sono mai riuscito a trovare una risposta. - Ci sono venditori che non espongono i prezzi delle monete: alcuni adoperano una simbologia nota solo a loro, altri nemmeno quella. Ora, io mi chiedo: qual è la ratio? Io colleziono praticamente tutto ciò che sia stato coniato in Italia, quindi passando in rassegna il materiale mi capita di trovare molte monete potenzialmente di mio interesse, che poi seleziono sulla base di quanto il prezzo sia conveniente. E' veramente seccante dovere continuamente chiamare il venditore - che magari è impegnato a dar retta ad altri clienti, o è in altre trattative, o sta mangiando, o sta telefonando, o sta chiacchierando con qualcuno - per chiedere quanto costi un pezzo. Che poi non si vede, lo deve togliere dall'album, lo deve cercare sul catalogo, deve verificare sul suo listino... Ma io dico, scriverci dietro "€ 120" è così fantascientifico? Si risparmia tempo, fatica e scocciature. Ormai se non vedo i prezzi esposti o vedo i famigerati cartellini con le criptiche scritte "£*§§ç##1S" tendo a non fermarmi nemmeno più, perché so che ci perdo un sacco di tempo inutilmente.
    2 punti
  8. Ora e' più chiaro. E', purtroppo, uno dei problemi dei links, in effetti. Grazie. Buona serata. Stilicho
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  9. la verità è un'altra.. è inutile stare lì a cercare... io in quel periodo non stavo cercando proprio niente.. quando cerchi con insistenza una cosa che desideri a tutti i costi.. alla fine va a finire che ti accontenti di quello che trovi.. meglio non cercare e aspettare che loro vengano a trovarti per caso 🤣👍
    1 punto
  10. Qualcosa deve aver occluso il conio e quindi il rilievo (testa della pietas cosi come alcune lettere di PLAVTILLA) è risultato appiattito...non è raro per quel periodo
    1 punto
  11. Hallo Ajax,I think that reverse must be turned of 45 on left.I see aPegasus and hermes with petaso
    1 punto
  12. SALUTI palpi62, da questo volume: troverai altre medaglie a pag. 6 nella mia discussione SOCIETA' DI MUTUO SOCCORSO...
    1 punto
  13. La moneta ha una effigie di dritto davvero ed espressiva, mi piace. Se devo dire, l'impressione che avevo avuto guardandola era che fosse una emissione "occidentale" (tipo Mediolanum, per intenderci) piuttosto che di Viminacium. Ma io non ho abbastanza competenze per andare a fondo nella questione. In effetti, non mi ci trovo con la classificazione RIC. La 267 avrebbe come legenda di dritto IMP P LIC VALERIANO AVG e sarebbe stata coniata a Mediolanum. Non riesco a trovare una accoppiata con dritto IMP VALERIANVS P AVG e VIRTVS AVGG con vittoriola. Bisogna però dire che per la monetazione di Valeriano (così come di Gallieno e della sua famiglia) il testo di riferimento non e' però il RIC (che zoppica) quanto il Goebl che, ahimè, non posseggo. Tutto ciò, comunque, non toglie nulla alla bellezza della moneta. Ciao. Stilicho
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  14. Ciao Nino, non per contrasto a quanto da te detto che è un ottimo motivo da prendere in considerazione ma solo a beneficio della discussione e di quanto chiesto da @Rufilius, voglio far notare che tutta la figura della Pietas è ben coniata tranne il viso ( si intravede bene solo il labbro ed il mento ed anche il contorno della testa ed il codino). In caso di colpo parallelo che avrebbe potuto generare quello schiacciamento anche le labbra, il mento e gli altri punti che illustro sulla foto dovevano essere interessate e non lo sono 🙂. Attendiamo ulteriori interventi. ANTONIO
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  15. Bronzo di Elagabalo (Sidone, Fenicia) che raffigura al dritto il suo busto laureato, drappeggiato e corazzato visto da dietro, e al rovescio la porta della città(?) con campata centrale tra due torri, all'interno della quale si trova Marsia in piedi, a sinistra, che porta un otre sulla spalla e alza la mano, tra due Nike(?), ciascuna in piedi su una colonna, che reggono una corona di fiori; il livello superiore è decorato da statue; al centro, Europa con un velo gonfio sopra la testa, seduta su un toro al galoppo (British Museum, London (UK)). Province Syria Phoenice City Sidon Region Phoenicia Reign Elagabalus Obverse inscription IM C M AV ANTONINVS AVG P Obverse design laureate, draped and cuirassed bust of Elagabalus, right, seen from rear Reverse inscription COL AVR PIA METRO SID Reverse design city gate(?) with central bay between two towers, within which Marsyas standing, left, carrying wineskin on shoulder and raising hand, between two Nikai(?), each standing on column, holding wreath; upper level decorated with statues; in the middle, Europa seated on galloping bull, right, holding inflated veil over head. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coin/259316 apollonia
    1 punto
  16. Ho dimenticato di inserire questo piccolo elemento sull'altra faccia:
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  17. È una lira di Modena emessa a nome di Rinaldo I d'Este con data 1707. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MORI/8 Per la rimozione dei depositi di malachite puoi utilizzare una soluzione a base di ammoniaca. La puoi trovare con concentrazione fra il 15% e il 30% in supermercati con prodotti per la pulizia. Ti basterà tamponare con cotton fiocc o fare impacchi localizzati... ma con pazienza e costanza. Non si può pensare di eliminare incrostazioni formate in 200 anni con interventi di pochi minuti. Prodotti troppo aggressivi (vedi Sidol, Argentil o Smack ed altri) rovinerebbe irrimediabilmente la moneta. Mario
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  18. Forse è l'unica cosa da fare, il resto ho provato tutto e non si cava un bruco dal buco. Sicuramente la casa d'asta ha il 60/70% di colpa già che non risponde alle mie email è cosa molto brutta. Con me ha chiuso,io da privato mi è capitato di spedire e quando ci sono stati problemi ho cercato sempre di risolvere e quasi sempre sono riuscito ad avere dei rimborsi. La cifra è poco ma non ha importanza è tutta la storia brutta. Poste dice che ci deve pensare il mittente e devi stare mezzora al telefono che non capiscono il numero di tracciatura, c'è un disco nemmeno una persona. Provo con tutto quello che ho all'ufficio qualcuno mi conosce magari se non hanno troppo da fare riescono a risolvere. Mai stata consegnata segnano i vari passaggi con dicitura consegna altrimenti l'ultima doveva essere il mio indirizzo di spedizione e no Fiumicino. Ho paura che sia stata aperta e hanno paura a consegnarla ,andrebbero in contro a problemi oppure è semplice negligenza quella che oggi in questo Paese è tanto di moda. Grazie a tutti per la comprensione e consigli vari. PS: Le monete e credo anche le banconote in Italia devo essere spedite solo in assicurata almeno per Poste Italiane c'è tanto di nota scritta sul sito.
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  19. Esattamente 900 euro @Scudo1901 e non hanno voluto scontare nulla di più 😭. Per sostituire la tua, ho capito : deve essere un FDC strepitoso ed emozionante . La mia è periziata Fabio Perrone ( ma non l'ho acquistata da lui anche se era presente a Verona ).
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  20. Hai fatto bene, se sei rimasto sui 1.000 euro o giù di lì. Allego immagine del mio esemplare, per opportuni confronti e contribuito alla discussione, moneta che, come detto, non mi soddisfa gran che, pur essendo in collezione da tempo immemorabile (fu pagata ancora in lire )
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  21. Grazie @fabioanz, sono d'accordo, tra le 5 lire del Regno come bellezza ( soggettivo ) secondo me viene dopo il 5 lire aquila sabauda, ed il 5 lire quadriga briosa.
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  22. E' presentato come " Very rare emission " un esemplare di nomos da Taranto, con al diritto cavaliere con elmo e scudo ed al rovescio Falanto sul delfino, con grappolo e fuso ( non scudo ) e gallo alle spalle . Sarà tra ore, domani 25 Maggio, in vendita Hess Divo 343 al n. 3 .
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  23. Salve,paxcaesar,come anticipato circa il differente stato di conservazione,mi sembra ci sia una probabile identità di conio
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  24. Complimenti. Tra le monete più belle del Regno. Fabio
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  25. Ciao Alan bell’esemplare, lo SPL ci sta. Il 5 lire Cinquantenario è veramente difficile da reperire in FDC vero. Io sto cercando da tempo di sostituire il mio esemplare, periziato qFDC, ma nessuna opzione finora mi ha soddisfatto veramente.
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  26. Credo che il tuo pacco sia già arrivato all'ufficio postale che ne dovrebbe curare la consegna. Io andrei personalmente all'ufficio di recapito da dove partono i portalettere (al telefono non rispondono) che recapitano nella tua zona. Dovrebbero saperti darti quantomeno delle notizie.
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  27. Complimenti @Alan Sinclair per il bell'esemplare che hai acquistato, per me si tratta di uno Spl o quasi.
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  28. Effettivamente è leggermente sottopeso,ma a me sembra buona ma dovresti fare delle foto più nitide... Vediamo cosa ne pensa @Raff82...
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  29. confermo, è Lucio Vero, ho confrontato i ritratti
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  30. esclusivamente per un confronto più immediato, riporto le immagini ante e post pulizia. purtroppo le condizioni di luce sono diverse, ma credo sia sufficiente a valutare come la moneta ora è, a mio modesto avviso, ben più godibile.
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  31. È più probabile estrarre una moneta autentica e una riproduzione, con una probabilità di circa 57,14%, rispetto a estrarre due monete dello stesso tipo.
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  32. Poste di solito funziona bene (mai avuto problemi): persino posta prioritaria 1 arriva puntuale: la tua sarà stata sfortuna in questa circostanza. (suggerimento personale: prossima volta non usare raccomandata se acquisti monete da case aste, ma chiedi spedizione con poste assicurata oppure corriere GLS o DHL o FEDEX e vedrai che andrà tutto bene......)
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  33. Amici del Forum, recentemente ho acquistato queste 100 lire d'oro del 1931 anno X° Italia su prora. La moneta è periziata ma rinchiusa prima di essere sigillata, in una mini bustina di cellophane trasparente ( quindi racchiusa in due plastiche ). Siccome è la prima volta che mi capita, vi chiedo per cortesia se esiste un motivo preciso per questo. Ovviamente nelle foto si notano in maniera evidente i difetti delle plastiche. Grazie.
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  34. Buonasera, aggiungo altro esemplare presentato in una recente asta con la variante TOV nel labaro anziché VOT , di conio differente rispetto agli altri esemplari censiti nei vari post e non segnalato dalla casa d'aste Aphrodite Art Coins Constantine I (307/10-337). Æ Nummus (18mm, 3.09g, 6h). Aquileia. Helmeted and cuirassed bust r. R/ S - F / AQS. Vexillum inscribed VOT/ XX flanked by seated captives. Cf. RIC 48.
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  35. Salve,c'è troppo flash,ma sembra Costantino,bronzetto romano del 4 sec. rovescio imp.con labaro
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  36. Propongo di chiamare la mia moneta il forte verde escucellato.
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  37. Salve,trovo una certa rassomiglianza con questi bronzi dei Mamertini di Messana (Messina). Non so se magari da siculo @Antonino1951 ne sa qualcosa 🙂 https://www.acsearch.info/search.html?id=6919365
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  38. Un quattrino di 9,28 grammi la vedo dura... Nella prima immagine vedo un guerriero andante a destra con scudo al braccio sinistro,nella seconda immagine non riesco a vedere nulla, secondo me il periodo potrebbe essere greco o romano...
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  39. Buongiorno e buona domenica a tutti, Aggiungo in questa bella e interessante discussione sulle varianti due mie piastre. 1853 con 8 piccolo nella data. 1855con 4 gigli nella palla dei medici. @santone eccola. Un saluto Raffaele.
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  40. Sono stato stamattina a Verona e devo dire che, come al solito, il Veronafil si conferma a mio parere un ottimo convegno. Ho visto tanti commercianti, ho avuto piacevoli scambi di opinioni con alcuni di loro, insomma speriamo che convegni come questo, continuino a sopravvivere anche negli anni a venire per il bene della numismatica.
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  41. Buonasera a tutti, forse il mistero plurisecolare ha finalmente trovato una soluzione, pubblicata sull'ultimo numero della RIN: Oddone, Ferro D., Ferro W., Manfredi M., Il denaro rinforzato degli Aleramici del Vasto, Marchesi di Savona (Mar Sagona): datazione, zecca di emissione, circolazione e varianti epigrafiche. RIN 2025, pp. 107-153.
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  42. per conoscere a quale re Luigi si riferisce basta trovare la moneta corrispondente. Luigi 16
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  43. Ottima osservazione. Lo dicevo anche al mio amico @Kojiki con cui tra l' altro ho passato un' intera giornata in fiera a scovar nipponiche 😎 Molti stranieri e con buoni prezzi pure (almeno per quel che abbiamo visto noi). A sto giro pochissima security in giro. Affollamento all' apertura, man mano si affievoliva sempre piú dal pranzo al pomeriggio ( ho potuto constatare fino le 17.30 praticamente). Un salutone finalmente sono riuscito a darlo anche al grande @simonesrt ed altri. Qualcuno effettivamente ad ora di pranzo ha lasciato la baracca...baracca che poi viene puntualmente occupata...vabé. Dei banchi vuoti si son visti, come sempre. Il resto? Il padiglione 6 per me va bene. Non ho sentito di storie di furti ecc. Mi son divertito come al solito come un bambino.
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  44. investi in libri prima di tutto.... skuby
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  45. Ciao, moneta autentica. Conservazione a mio avviso MB-BB.
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  46. Seconda puntata! Intanto metto subito la foto del bordo da 5 mm che sopra avevo dimenticato, se no il gioco di parole del titolo non funziona! Questi "biglietti" della lotteria sono simili ai primi: cambiò il motivo sul lato con il numero che presenta adesso un nastro ed una croce, l'altro ha mantenuto lo stesso soggetto modificando solo l'anno. Di nuovo, furono emesse in totale 60.000 medaglie che ora però costavano 30 marchi. Anche in questo caso i profitti sperati non sono stati conseguiti. Il 15 giugno 1923 venne estratta la seconda Lotteria della Porcellana, ma l'inflazione già dilagante distrusse completamente il valore dei proventi così generati. Io dico che hanno bisogno di un ulteriore lotteria!
    1 punto
  47. Ciao, molto bello, Nerone è il mio preferito, è l'unico del quale ho ben 5 monete e ne vorrei ancora 😄 A beneficio della condivisione ti metto un mio dupondio col Tempio di Giano che purtroppo, citando le testuali parole di chi me lo ha venduto "è stato pulito da un disgraziato" 🤣
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  48. I famosi meteoriti bronzei …😂😂😂😂😂😂
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  49. Roma 1935 secondo conio
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  50. Cari tutti, complimenti, bel pezzo e bella discussione. Personalmente credo però che la questione sia molto più semplice e chiara di quanto sembri. Inanzitutto è ovvio che non poteva essere un falso d'epoca: chi era così fesso da falsificare una moneta mettendoci il nome di una città che non la produceva? Lo so che oggi c'è un po' la tendenza a pensare che i falsi si riconoscano dal fatto che hanno sempre qualcosa di macroscopicamente diverso dagli originali, quasi che i falsari cercassero di mostrare ai posteri (cioè proprio a quelli che oggi ritengono di poter individuare i falsi con facilità) la loro bravura, ma non era così. I falsari cercavano di fare pezzi più simili possibile agli originali, non avendo nessuna voglia di finire cotti alla brace, e dei posteri sicuramente se ne disinteressavano. E non dovevano convincere pochi collezionisti o studiosi che al massimo hanno visto qualche decina di questi pezzi, dovevano convincere anche chi queste monete le usava ogni giorno o quasi. Ergo non si sarebbero mai sognati di inventarsi il nome della zecca, sperando che la faccenda passasse inosservata. Diverso il caso, da me ipotizzato recentemente, che in una zecca clandestina dove si producevano monete di più zecche, potessero per errore essere scambiati i punzoni predisposti per una zecca (Venezia) per scrivere le legende di un'altra zecca (Verona), manifestando così un'incongruità di stile. Ma i nomi erano comuque quelli giusti. Poi a me sinceramente sembra che la legenda VOLTERA abbia lo stile proprio di quella zecca. Dubito anche che si possa trattare di un ibrido o di un errore di zecca. Perché fosse così bisognerebbe ipotizzare che ad un certo punto nella stessa zecca si producessero monete di di entrambe le zecche, cosa che allo stato delle nostre conoscenze appare del tutto improbabile. Non vale neanche il discorso dei punzoni e degli strumenti al seguito di un mastro di zecca attivo sia a Volterra che ad Arezzo, perché sicuramente questo sarebbe statto attentissimo a non fare confusione tra le varie zecche, cosa che lo avrebbe immediatamente portato ad alimentare un bel barbecue, visto che i punzoni stessi avrebbero indicato chi era il colpevole. Rimase solo una soluzione, che mi sembra la più logica: semplicemente la moneta rappresenta una nuova emissione ufficiale, rimasta finora inedita (fortunato il proprietario), della città ricordata nella legenda, cioè Volterra. Con la legenda S. DONATVS evidentemente si voleva imitare il denaro di Arezzo per sfruttarne il successo e far circolare la propria valuta assieme alla concorrente. Né più né meno quanto faranno più tardi innumerevoli zecche con le imitazioni del fiorino di Firenze, per le quali non si faranno certo scrupoli a copiare anche la legenda S. IOHANNES. Così ad esempio è avvento a Rimini, quando la necessità di imitare il grosso agontano con San Ciriaco, un vescovo, costrinse la zecca locale a sostituire il vecchio patrono San Giuliano (solo martire) con S.Gaudenzio, protovescovo della città. Saluti, Andreas
    1 punto
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