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  1. Scudo1901

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/26/25 in tutte le aree

  1. Amici del Forum Buon Pomeriggio, oggi condivido con voi una delle ultime entrate nell' inventario - collezione. Si tratta di un 5 lire 1911 dedicata al cinquantenario. La moneta è in media conservazione, lo so che non è un FDC ma come primo esemplare credo che sia sufficiente, ed appena possibile verrà sicuramente sostituita al meglio. E' periziata e racchiusa ( anche questa ) in doppia bustina, quindi difficile da fotografare e riportante i difetti della doppia plastica. Grazie.
    4 punti
  2. Benritrovati Questa storia inizia una domenica di un mese non meglio precisato, quando il dodicenne Conrad Reed, in compagnia della sorella e di un fratello più piccoli, andò ad esplorare, come probabilmente faceva spesso, le rive del Little Meadow Creek, un torrente che scorreva non lontano dalla fattoria di suo padre, nella Contea di Cabarrus, nel North Carolina. Dalla sua esplorazione, riportò a casa una grossa pietra, ma poichè nessuno in famiglia capiva bene di cosa si trattasse, decisero di usarla come fermaporta, e lì rimase, all'ingresso della casa dei Reed, per alcuni anni. Era il 1799. Tre anni dopo, al padre di Conrad, John Reed, venne il sospetto che quella grossa pietra potesse avere un qualche valore, la prese e la portò da un gioielliere di Fayetteville, che non ci mise molto a capire di cosa si trattava. Era ORO, e il povero John, che era del tutto all'oscuro del prezzo del prezioso metallo, chiese e ottenne, quasi vergognandese perchè gli sembrava troppo, 3 dollari e 50, per un blocco d'oro del peso di oltre 17 libbre (circa 8 chili) che valeva, allora, mille volte tanto. Soddisfatto dell'affare e tornato a casa si diede a cercare altro oro. L'anno seguente trovò una pepita da 28 libbre (12-13 chili) la più grande mai scoperta nella regione, e nelle sue esplorazioni del torrente si rese conto che era tempestato di scaglie d'oro e pepite per oltre un miglio della sua lunghezza. Nel frattempo, altre scoperte avevano fatto seguito a quelle della famiglia Reed, e avevano dato l'avvio alla prima corsa all'oro americana. Qualche anno più tardi, importanti giacimenti auriferi vennero scoperti anche nella vicina Georgia, e a quel punto si pose il problema di come utilizzare al meglio quell'oro. La cosa più semplice e logica sarebbe stata trasformarlo in monete, ma c'era un problema: l'unica Zecca esistente all'epoca sul suolo degli Stati Uniti, quella di Philadelphia, era lontanissima, e portare l'oro fin là era cosa tutt'altro che facile. Indiani, banditi, avversità atmosferiche, per non parlare dei costi, scoraggiavano molti dal tentare l'impresa. Così, anno dopo anno, si fece sempre più pressante da parte degli abitanti dei due stati la richiesta di aprire una Zecca vicina e facile da raggiungere. E finalmente, con il Mint Act del 3 marzo 1835, il Congresso li accontentò, oltre ogni aspettativa: non una, ma addirittura due, furono le Zecche autorizzate: "One branch [to be established] at the town of Charlotte , in the state of North Carolina, and one branch at or near Dahlonega, in the state of Georgia" Entrambe le Zecche furono autorizzate "for the coinage of gold only", e così fu per tutta la durata della loro attività. In questa discussione, proveremo a raccontare la loro storia, e naturalmente quella delle loro monete. Tutte, rigorosamente, d'ORO, non moltissime, in verità, rispetto a quelle coniate in altre Zecche, ma abbastanza perché anche noi, come Zio Paperone, ci si possa tuffare dentro petronius
    3 punti
  3. Ieri mi è capitato di andare a una manifestazione, nella quale in uno stand insegnavano a fare i nodi marinari. Condivido il nodo Savoia fatto da mia figlia di 4 anni
    3 punti
  4. Salve,non è un pegaso ma un grifone. Bronzo greco di Phokaia in Ionia. https://www.acsearch.info/search.html?id=9774944
    2 punti
  5. Salve, se posso avanzare una ipotesi,per me colpo non dato parallelo al tondello che si evidenzia anche vicino al margine dove insiste la perlinatura
    2 punti
  6. Buonasera a tutti, è doveroso ricordare anche se con tre giorni di ritardo, la morte di Re Ferdinando II di Borbone avvenuta 166 anni fa. Fonte: Centro Studi della Provincia di Caserta "Antica Terra di Lavoro" APS a firma di Antonio Casertano cultore di Storia. Il 22 maggio 1859, nel Real Palazzo di Caserta, cessava di vivere colui che fu nominato in senso dispregiativo il “Re Bomba”: Sua Maestà Ferdinando II di Borbone. Egli nacque nel 1810 a Palermo da Francesco I e da Maria Isabella di Spagna. Il suo governo sul trono del Regno delle Due Sicilie durò dal 1830 al 1859 e, in particolare, viene ricordato specialmente per le innovazioni nel campo tecnologico, come ad esempio la costruzione della prima “strada ferrata” nella Penisola con il tratto ferroviario tra Napoli e Portici. Collegata proprio alla fabbricazione delle locomotive, vi fu la costruzione delle celebri Officine di Pietrarsa. Sotto l’aspetto politico e sociale, certamente, il periodo in cui Ferdinando II governò il vasto Regno è ricordato per i moti del 1848. I venti rivoluzionari, partendo da Palermo, pian piano si ramificarono nel resto del territorio duo siciliano e videro le folle inneggiare all’indipendenza, talvolta al grido di “Italia unita, Dio lo vuole!”. Questa situazione di tensione sociale tra la popolazione, portò il re Ferdinando a concedere una Costituzione del Regno delle Due Sicilie, promulgata il 29 gennaio 1848, su imitazione di quella francese, la quale prevedeva che il potere legislativo dovesse essere diviso tra il re ed il parlamento. Il 15 maggio 1848 Napoli fu protagonista di una vera e propria guerriglia sfociata nel sangue. Questo episodio, ricordato specialmente per il posizionamento delle barricate in via Toledo, portò alla fine del breve esperimento costituzionale, ricostituendo in questo modo, l’assolutismo regio. Ad addolcire il carattere, senz’altro “militare” del sovrano, furono certamente i modi dolci e affabili della sua prima consorte, la “reginella santa”, Maria Cristina di Savoia, la quale spirò la sua anima a Dio a seguito del parto del figlio Francesco II di Borbone, ultimo sovrano del Regno delle Due Sicilie. Un episodio violento che, certamente, minò l’esistenza di Ferdinando II, avvenne l’8 dicembre 1856, nel corso delle manovre militari presso il Campo di Marte a Napoli, dove un soldato di nome Agesilao Milano, allontanandosi dalle fila, ferì con un coltello il re che a cavallo passava in rivista le truppe. Provvidenzialmente, il re ricevette soltanto una ferita al fianco. Questo suscitò sdegno e raccapriccio tra le potenze europee, le quali espressero solidarietà verso il re. Nel 1858 si decise di far convogliare a nozze il principe ereditario Francesco II con Maria Sofia di Baviera. Il matrimonio, che doveva celebrarsi a Bari, vide il re col suo seguito partire per la Puglia, attraversando l’irta Irpinia, andando incontro ad un clima caratterizzato da neve e freddo, trattandosi del mese di gennaio. Durante il tragitto Ferdinando si ammalò e gli fu diagnosticato un ascesso all’inguine. Rientrato nella capitale, si consigliò di trasferire il re a Caserta, luogo più tranquillo per il riposo. Si racconta che prima di spirare la sua anima al Cielo, Ferdinando abbia pronunciato queste parole: «Lascio questa bella cara ed amata famiglia, lascio il Regno, le grandezze, gli onori, le ricchezze e non sento dispiacere alcuno. Ho cercato di compiere per quanto ho potuto il mio dovere di cristiano e di sovrano. Mi è stata offerta la corona d’Italia ma non ho voluta accettarla, lascio il Regno ed il trono come l’ho ereditato dai miei antenati». Al capezzale erano presenti, oltre alla seconda consorte, Maria Teresa d’Asburgo, anche alcuni sudditi commossi ai quali disse: «Non piangete, io non vi dimenticherò». Fu così che, il 22 maggio 1859, Caserta accolse per l’ultima volta, nel suo sfarzoso Palazzo Reale, uno dei sovrani più ricordati dalla collettività che, tra progresso e talvolta reazione, governò per trent’anni il più vasto regno peninsulare. Lo ricordiamo con un mio 10 Tornesi del 1859 perdonatemi per le pessime foto. Saluti Alberto
    2 punti
  7. Io sono stato a Verona giovedì, ho fatto un bel tour pieno 14-18 e come di consueto ho portato a casa acquisti soddisfacenti; tutto sommato direi che la sistemazione è buona e la fiera continua a funzionare. Un paio di considerazioni e interrogativi non specificamente legati a questa edizione: - Frequento convegni e compro monete da oltre trent'anni, e alcune facce di venditori le vedo letteralmente da una vita. Da alcuni di questi, per quanto ogni volta mi fermi e passi in rassegna tutto il loro materiale, non sono MAI riuscito a trovare una moneta che fosse a prezzi civili, mai, in tre decenni. Mi chiedo dunque: ma chi compra da costoro? Chi è che va a spendere per una moneta il doppio di quello che può pagarla altrove? Non sono mai riuscito a trovare una risposta. - Ci sono venditori che non espongono i prezzi delle monete: alcuni adoperano una simbologia nota solo a loro, altri nemmeno quella. Ora, io mi chiedo: qual è la ratio? Io colleziono praticamente tutto ciò che sia stato coniato in Italia, quindi passando in rassegna il materiale mi capita di trovare molte monete potenzialmente di mio interesse, che poi seleziono sulla base di quanto il prezzo sia conveniente. E' veramente seccante dovere continuamente chiamare il venditore - che magari è impegnato a dar retta ad altri clienti, o è in altre trattative, o sta mangiando, o sta telefonando, o sta chiacchierando con qualcuno - per chiedere quanto costi un pezzo. Che poi non si vede, lo deve togliere dall'album, lo deve cercare sul catalogo, deve verificare sul suo listino... Ma io dico, scriverci dietro "€ 120" è così fantascientifico? Si risparmia tempo, fatica e scocciature. Ormai se non vedo i prezzi esposti o vedo i famigerati cartellini con le criptiche scritte "£*§§ç##1S" tendo a non fermarmi nemmeno più, perché so che ci perdo un sacco di tempo inutilmente.
    2 punti
  8. Ciao a tutti, torno dopo un po' di assenza in quel dell'Impero per condividere con voi un recente acquisto fatto "de manu" a Veronafil qualche giorno fa, visto che avevo già fatto degli acquisti questo mese, ho cercato qualcosa che potesse incontrare i miei gusti pur con un budget più ridotto, tanto ero sicuro che qualcosa avrei trovato, si trova sempre qualcosa da aggiungere in collezione a prescindere dal costo 😀 Sono venuto via soddisfatto con due monetuzze molto carine, qui vi presento la prima, si tratta di un denario di Fulvia Plautilla, moglie di Caracalla, un'Augusta che amo moltissimo, i suoi ritratti sono sempre molto belli e con tante acconciature diverse e mi colpiscono sempre le sue monete in particolare così come la sua storia purtroppo tragica. Non mi dilungo sulla sua storia visto che ne avete e ne ho parlato a profusione in altre occasioni e vi presento quindi il denario: Plautilla, Denario, Roma, 202-205 d.C., RIC 367 3.42g X 19mm, Argento D/ PLAVTILLA AVGVSTA; busto drappeggiato. R/ PIETAS AVGG; la Pietas con scettro e bambino Oltre ai suoi ritratti che come già detto mi colpiscono sempre, mi piace molto il rovescio con l'iconografia "donna con bambino" che avrà molto successo poi in ambito cristiano, mi incuriosisce la mancanza della faccia della Dea, forse un'occlusione di conio? Su questo però non sono molto ferrato magari potete aiutarmi voi. Inizialmente avevo pensato al fatto che qualcuno potesse averla consumata toccandola spesso come una specie di rituale di buon auspicio ma se così fosse forse dovrebbe essere consumata anche la parte intorno, è troppo precisa 🙂 Grazie come sempre per la vostra attenzione, Matteo
    1 punto
  9. la verità è un'altra.. è inutile stare lì a cercare... io in quel periodo non stavo cercando proprio niente.. quando cerchi con insistenza una cosa che desideri a tutti i costi.. alla fine va a finire che ti accontenti di quello che trovi.. meglio non cercare e aspettare che loro vengano a trovarti per caso 🤣👍
    1 punto
  10. Sono d'accordo https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AM8DU/12
    1 punto
  11. io con questa penso di aver messo la parola fine alla ricerca di questa moneta.. non ne voglio più sapere fino al termine dei miei giorni, basta farsi il sangue amaro... 🤣
    1 punto
  12. Qualcosa deve aver occluso il conio e quindi il rilievo (testa della pietas cosi come alcune lettere di PLAVTILLA) è risultato appiattito...non è raro per quel periodo
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  13. Leggo ...FELIX AVG BRIT....Direi, Commodo. Ciao. Stilicho
    1 punto
  14. SALUTI palpi62, da questo volume: troverai altre medaglie a pag. 6 nella mia discussione SOCIETA' DI MUTUO SOCCORSO...
    1 punto
  15. Ciao Nino, non per contrasto a quanto da te detto che è un ottimo motivo da prendere in considerazione ma solo a beneficio della discussione e di quanto chiesto da @Rufilius, voglio far notare che tutta la figura della Pietas è ben coniata tranne il viso ( si intravede bene solo il labbro ed il mento ed anche il contorno della testa ed il codino). In caso di colpo parallelo che avrebbe potuto generare quello schiacciamento anche le labbra, il mento e gli altri punti che illustro sulla foto dovevano essere interessate e non lo sono 🙂. Attendiamo ulteriori interventi. ANTONIO
    1 punto
  16. Bronzo di Elagabalo (Sidone, Fenicia) che raffigura al dritto il suo busto laureato, drappeggiato e corazzato visto da dietro, e al rovescio la porta della città(?) con campata centrale tra due torri, all'interno della quale si trova Marsia in piedi, a sinistra, che porta un otre sulla spalla e alza la mano, tra due Nike(?), ciascuna in piedi su una colonna, che reggono una corona di fiori; il livello superiore è decorato da statue; al centro, Europa con un velo gonfio sopra la testa, seduta su un toro al galoppo (British Museum, London (UK)). Province Syria Phoenice City Sidon Region Phoenicia Reign Elagabalus Obverse inscription IM C M AV ANTONINVS AVG P Obverse design laureate, draped and cuirassed bust of Elagabalus, right, seen from rear Reverse inscription COL AVR PIA METRO SID Reverse design city gate(?) with central bay between two towers, within which Marsyas standing, left, carrying wineskin on shoulder and raising hand, between two Nikai(?), each standing on column, holding wreath; upper level decorated with statues; in the middle, Europa seated on galloping bull, right, holding inflated veil over head. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coin/259316 apollonia
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  17. Ciao @Rufiliusper me bel denario perfettamente leggibile, con bel ritratto e che sembra non aver circolato tantissimo. I difetti sui denari di Plautilla devo dire che sono riscontrabili con una certa frequenza ( tipo lettere delle legende evanescenti cosi come alcuni particolari delle personificazioni sui rovesci, schiacciamento in alcuni punti del tondello...) forse più che in altri. Che cosa abbia generato la totale mancanza del viso della Pietas effettivamente non è semplice determinarlo. Quello che noto è che sicuramente molte lettere della legenda sul rovescio sono state riprese tramite punzonatura sul conio di martello ( le mancanze di metallo intorno ad esse ci dicono questo) perché usurate. Forse, ma è solamente una mia ipotesi, doveva essere ritoccato anche il viso sul conio ma per svariati motivi l'operazione è rimasta sospesa e lo stesso utilizzato per coniare? Resto come te in attesa di ulteriori pareri in proposito 🙂. ANTONIO
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  18. Potrebbe essere dovuto a schiacciamento. Come dici tu è troppo precisa.
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  19. ti faccio i miei complimenti @Alan Sinclair per la tua nuova acquisizione! mi dispiace solo per la plastica che non te la fa godere come meriteresti!
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  20. Forse è l'unica cosa da fare, il resto ho provato tutto e non si cava un bruco dal buco. Sicuramente la casa d'asta ha il 60/70% di colpa già che non risponde alle mie email è cosa molto brutta. Con me ha chiuso,io da privato mi è capitato di spedire e quando ci sono stati problemi ho cercato sempre di risolvere e quasi sempre sono riuscito ad avere dei rimborsi. La cifra è poco ma non ha importanza è tutta la storia brutta. Poste dice che ci deve pensare il mittente e devi stare mezzora al telefono che non capiscono il numero di tracciatura, c'è un disco nemmeno una persona. Provo con tutto quello che ho all'ufficio qualcuno mi conosce magari se non hanno troppo da fare riescono a risolvere. Mai stata consegnata segnano i vari passaggi con dicitura consegna altrimenti l'ultima doveva essere il mio indirizzo di spedizione e no Fiumicino. Ho paura che sia stata aperta e hanno paura a consegnarla ,andrebbero in contro a problemi oppure è semplice negligenza quella che oggi in questo Paese è tanto di moda. Grazie a tutti per la comprensione e consigli vari. PS: Le monete e credo anche le banconote in Italia devo essere spedite solo in assicurata almeno per Poste Italiane c'è tanto di nota scritta sul sito.
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  21. E' presentato come " Very rare emission " un esemplare di nomos da Taranto, con al diritto cavaliere con elmo e scudo ed al rovescio Falanto sul delfino, con grappolo e fuso ( non scudo ) e gallo alle spalle . Sarà tra ore, domani 25 Maggio, in vendita Hess Divo 343 al n. 3 .
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  22. Da profano di questa monetazione, trovo curioso che sia andato in asta nel 2014, 2015, 2016, 2018, 2022 e 2025: si tratta di una casualità?
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  23. Salve,paxcaesar,come anticipato circa il differente stato di conservazione,mi sembra ci sia una probabile identità di conio
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  24. Complimenti. Tra le monete più belle del Regno. Fabio
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  25. Ciao Alan bell’esemplare, lo SPL ci sta. Il 5 lire Cinquantenario è veramente difficile da reperire in FDC vero. Io sto cercando da tempo di sostituire il mio esemplare, periziato qFDC, ma nessuna opzione finora mi ha soddisfatto veramente.
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  26. Complimenti @Alan Sinclair Come sottolineavi non sarà FDC comunque è moneta molto bella. Ha un bel contorno, a parte quel piccolo colpo al D/ a ore 12,30 non vedo altri colpi importanti. Anche i rilievi non mi sembrano per niente male. Se in mano si vede il lustro di conio, lo SPL se lo merita
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  27. Complimenti @Alan Sinclair per il bell'esemplare che hai acquistato, per me si tratta di uno Spl o quasi.
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  28. Ciao a tutti, ciao Genny, anche secondo me la piastra è buona, leggermente sottopeso ma mi sembra buona, a me nn piace solo la foto 4 dall'alto, ha una specie di doppio bordo, inoltre siamo sicuri del diametro?. Sicuramente foto migliori aiuteranno. Un saluto Raffaele.
    1 punto
  29. Effettivamente è leggermente sottopeso,ma a me sembra buona ma dovresti fare delle foto più nitide... Vediamo cosa ne pensa @Raff82...
    1 punto
  30. confermo, è Lucio Vero, ho confrontato i ritratti
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  31. Buongiorno, Per me autentica, non messa bene ma autentica. Un saluto.
    1 punto
  32. esclusivamente per un confronto più immediato, riporto le immagini ante e post pulizia. purtroppo le condizioni di luce sono diverse, ma credo sia sufficiente a valutare come la moneta ora è, a mio modesto avviso, ben più godibile.
    1 punto
  33. Anche per me vale la stessa cosa, risposta ricevuta in 2 giorni via mail da operatore 312, registrazione confermata e validata
    1 punto
  34. Amici del Forum, recentemente ho acquistato queste 100 lire d'oro del 1931 anno X° Italia su prora. La moneta è periziata ma rinchiusa prima di essere sigillata, in una mini bustina di cellophane trasparente ( quindi racchiusa in due plastiche ). Siccome è la prima volta che mi capita, vi chiedo per cortesia se esiste un motivo preciso per questo. Ovviamente nelle foto si notano in maniera evidente i difetti delle plastiche. Grazie.
    1 punto
  35. Male non fanno. Molto dipende dalla quantità di umidità: se è elevata, non è detto che bastino o che abbiano un durata funzionale. Io tengo le mie monete in album (anche datati), ma l'ambiente è controllato con un deumidificatore in funzione 24 ore al giorno.
    1 punto
  36. Ma viene da Bologna no dall'estero. Comunque è il silenzio della casa d'asta che mi infastidisce di più. Di sicuro con me ha chiuso. Oltre che pago mi devo sbattere per trovarla sono 10 email che gli mando una adesso e nessuna risposta. Mi scoccia fare tutte queste cose. Ho già altri problemi e chiudo tutto, forse, con tristezza ma per fare certe cose devi stare tranquillo e deve essere un piacere invece sta diventando un problema tutto. Sarà colpa mia, la vecchiaia chissa ma prima non era cosi, troppo di tutto. Speriamo che finisca presto. Scusate ma certe cose non le sopporto. Non è la prima volta che spariscono raccomandate ma sembrava fosse finito ed invece di nuovo, prima almeno le rubavano per denaro ora solo perche lavarono male o non lavarono proprio. Staremo a vedere come finisce. Grazie e scusate
    1 punto
  37. Mi dispiace molto dell’incredibile disavventura Fabio, che ti auguro di superare rapidamente. Onestamente non ho mai avuto una esperienza analoga, ne’ con privati cittadini venditori ne’ con Case d’Aste, per cui non saprei cosa consigliarti. Ma non è il primo disguido di tal fatta che sento, ragion per cui, ora che sono in pensione, vado sempre di persona a ritirare le monete acquistate, circostanza che mi permette anche di viaggiare con divertimento.
    1 punto
  38. Salve,c'è troppo flash,ma sembra Costantino,bronzetto romano del 4 sec. rovescio imp.con labaro
    1 punto
  39. mah Questa puntata della nostra galleria dal titolo Una vita per la numismatica è dedicata ad un personaggio, Quintilio Perini, accusato di “alto tradimento” per aver niente meno che collaborato con il re d’Italia nella stesura del Corpus Nummorum Italicorum. Ma chi era mai Quintilio Perini? Nacque il 24 marzo 1865 a Mattarello (siamo in provincia di Trento), paese un tempo appartenente alla Contea del Tirolo nell’Impero Austro-Ungarico – a pochi chilometri da dove abita chi scrive queste righe – e fu un numismatico, storico e chimico farmacista. Si laureò in Farmacia all’Università di Innsbruck nell’anno 1889. Assai interessato alle zecche del Nord Est d’Italia, Quintilio Perini pubblicò fra le tante anche una monografia sulla zecca di Treviso nel 1904 Si applicò in seguito agli studi di numismatica e di storia trentina quando la sua professione di farmacista glielo permetteva. Aprì una farmacia a Rovereto ma riuscì anche a viaggiare in America per apprendere la conoscenza dei diversi medicinali e della loro produzione industriale. Collezionò e studiò monete dell’Italia medioevale, specialmente quelle delle zecche del Trentino e del Veneto, e approfondì in alcuni saggi le medaglie e le monete della Repubblica di San Marino. Le pubblicazioni a firma di Quintilio Perini apparvero in riviste trentine, italiane ed estere. Il re Vittorio Emanuele III lo volle come collaboratore per la realizzazione del suo Corpus Nummorum Italicorum. In particolare stiamo parlando del sesto volume comprendente le zecche minori delle Tre Venezie, della Dalmazia e dell’Albania, che uscì in ritardo come noto, dopo le pubblicazioni del settimo e ottavo volume. Ciò fu dovuto all’attesa dell’esito della prima guerra mondiale. Con Vittorio Emanuele III collaborò alla stesura del sesto volume del Corpus dedicato alle zecche minori del Veneto, di Dalmazia e Albania edito nel 1922 Alla Corte di Vienna infatti non vedevano di buon occhio che “officine monetarie” entro i confini dell’allora Impero Austro-Ungarico fossero inserite nel Corpus e incaricarono il numismatico Quintilio Perini di scrivere al re d’Italia pregandolo che volesse “almeno pubblicare le monete di quelle zecche come supplemento alla fine del volume”. Ma a questa richiesta il re non volle corrispondere, perché aveva già pubblicato monete di regioni come la Corsica, la Savoia e il Canton Ticino, che già non facevano più parte del Regno d’Italia, e non intendeva derogare dalla regola per quelle del Trentino e dell’Istria. Quindi? Ecco che Quintilio Perini fu accusato dagli Austriaci di alto tradimento e andò esule a Milano fino al termine della guerra, il sesto volume fu pubblicato nel 1922, quindi quatto anni dopo, ma in ordine a questa vicenda del Perini daremo particolari più avanti. Il castello di Rovereto, città in cui il Perini visse gran parte della sua vita, in una cartolina d’epoca In quasi quarant’anni diede alle stampe la bellezza di 174 pubblicazioni. Fu noto come numismatico e collezionista di monete in particolare delle zecche delle Tre Venezie. Si narra che all’inizio della Prima guerra mondiale fosse in possesso di una delle più preziose collezioni dell’Italia settentrionale. Ma vediamo come scriveva scorrendo gli Atti della Imperial Regia Accademia di Scienze, lettere ed arti degli Agiati di Rovereto anno 1898, il testo è intitolato Numismatica. Memoria del Socio Q. Perini. “Ripostigli. E’ già da un mezzo secolo e più che i nostri numismatici non hanno avuto l’occasione e la fortuna di fare soggetto dei loro studi tanto materiale, quanto ne venne alla luce in questi due ultimi anni nel nostro paese. E per vero furono scoperti tre ripostigli di monete, e numerose sono le medaglie coniate in varie occasioni. Cartolina irredentista italiana del periodo della Prima guerra mondiale Il primo scoperto nella vicina Marco nell’autunno del 1896 racchiudeva una trentina di monetine d’argento delle zecche di Bamberg, Wurzburg e Merania, fra queste ultime alcune inedite e di somma importanza per la numismatica tedesca […]. Marco ha portato alla luce in questo secolo vari ripostigli di monete romane, come si possono riscontrare nelle opere del Noriller, Orgles, Orsi. Uno di questi consta di una sessantina di Antoniniani del III secolo, posseduti dall’autore […]. Un terzo ripostiglio non è veramente nel Trentino, ma in un paese vicino, nella valle di Agordo, che confina colle valli di Fiemme e di Fassa. Consta di circa 17.000 denaretti delle zecche di Venezia, Verona e Trento […]”. Tra tutte queste monete si trovava anche un “denaretto anonimo, la moneta più antica trentina fino ad ora conosciuta, essendo della seconda metà del secolo XII, presenta da ambe le parti racchiusa in un cerchio la mitra vescovile coll’iscrizione EPISCOPUS – con la S in orizzontale – da un lato e DE TRENTO dall’altro”. Ma dov’era questo ripostiglio? Presto detto, Perini continua “Il ripostiglio si trova quasi nella sua integrità nelle mani dell’autore, il quale si riserverà, oltre al cenno fatto dall’Ostermann, di pubblicare uno studio a parte sullo stesso”. Un’altra delle officine monetarie medievali indagate da Quintilio Perini fu Verona con una monografia stampata nel 1902 Tuttavia Quintilio Perini è autore anche del libro Le Monete di Verona, scritto nel 1902. Quest’opera è una descrizione dettagliata delle monete emesse a Verona e nei territori circostanti dal periodo romano fino al XIX secolo. Il volume contiene informazioni sulle caratteristiche delle monete, sulle loro iscrizioni e sulle immagini presenti sulle stesse. Vengono altresì fornite notizie sulle diverse epoche e sui personaggi effigiati sui nummi. Leggiamo le prime righe dell’introduzione a questo volume: “Un erudito veronese, G. Iacopo Dionisi, in sullo scorcio del XVIII secolo, trattò diffusamente intorno all’origine ed ai progressi della zecca della sua città natale in un’opera che fu pubblicata da Guid’Antonio Zanetti nella Nuova raccolta delle monete e zecche d’Italia. Le sue dissertazioni, quantunque dotate e corredate di numerose note da questo valente numismatico, hanno però i difetti del tempo in cui furono dettate, ed oggidì male reggerebbero alla critica più superficiale […]”. Eclettico nella passione collezionistica come nella ricerca, Perini studiò anche le monete (e pseudo monete) della Repubblica Romana del 1848-1849 in un saggio del 1903 Abbiamo parlato di Verona ma il Perini realizzò pubblicazioni anche sulle zecche di Treviso, San Marino, Padova, Aquileia, Vicenza, Correggio, Merano, Trento, Francoforte sul Meno, Gorizia, Modena, Ivrea, Soragna, Repubblica Romana anno 1849, Gazoldo degli Ippoliti (Mantova) ecc. Il Perini “in tutti i suoi lavori” ebbe una indiscussa competenza storico numismatica ed un senso squisito di indagine e di investigazione storica delle fonti documentarie e non solo. Ma non solo, si dedicò anche alla storia trentina, e negli anni 1893-1914 diede alle stampe numerosissimi articoli apparsi su varie riviste. Fu rappresentante delle terre italiane irredente per conto dell’Accademia degli Agiati di Rovereto al Congresso internazionale di Scienze Storiche tenutosi a Roma nel 1903. Altre due cartoline satiriche in cui il re numismatico “maltratta” l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria-Ungheria: risalgono alla fine della Grande guerra Nel 1915, allo scoppio della guerra, ebbe varie grane: dovette sospendere le sue pubblicazioni e a suo carico venne imbastito un processo per alto tradimento. Ma cosa accadde? La polizia austriaca entrò nella sua casa, sequestrò tutta la sua corrispondenza e nel corso dell’inquisizione la biblioteca del Perini, famosissima e unica per numero e rarità delle opere storico numismatiche conservate, e la sua preziosissima raccolta numismatica, furono disperse. Come leggiamo da un copia originale della relazione della Imperial Regia Commissione incaricata da un ordine del LV Komdten n. 5432 di eseguire perquisizioni nelle case di cittadini roveretani politicamente sospetti certamente già da tempo nelle liste della polizia austriaca, nonché nelle sedi delle associazioni. In questa lista leggiamo una sessantina di nomi, persone del ceto borghese in parte intellettuali, ma anche agenti di negozio o commercio. Le perquisizioni ebbero luogo tra il dicembre 1914 e il gennaio 1915 nelle dimore di cittadini che le avevano abbandonate in vista della guerra con l’Italia ed erano riparati nel Regno d’Italia o in Svizzera per sfuggire ad eventuali persecuzioni. Ma leggiamo: “Le seguenti case e dimore furono sottoposte a meticolosa perquisizione estesa dalle cantine alle soffitte:” e tra gli inquisiti altri troviamo “16. Quintilio Perini farmacista […] fuggito in Isvizzera”. Ebbe ben due edizioni, questa è la seconda del 1909, la ricerca di Quintilio Perini sulla “giovanissima” numismatica della Repubblica di San Marino In calce alla relazione leggiamo quindi: “Una parte delle citate persone sono a me stesso note e, in gran parte, ai membri della Commissione come politicamente sospetti e ossequienti alle idee irredentistiche, le altre, come tali da confidenti, insospettabili” e la puntualizzazione che “La maggior parte delle abitazioni furono trovate forzate, altre fortemente devastate, per cui il lavoro della Commissione fu reso più pesante”. Inoltre, “Nella maggior parte dei casi si verifica nella disposizione dei mobili e dell’imballaggio una accurata preparazione per la partenza. Cornici vuote e piedistalli di statue lasciano concludere che quadri e statue furono tempestivamente e liberamente allontanati dalle pareti. Ciò non ostante si rinvennero numerosi quadri e busti di Garibaldi, di membri di Casa Reale italiana, di Mazzini ecc. ecc. Soltanto in un unico caso la Commissione rinvenne un ritratto di Sua Maestà il nostro Imperatore e uno dell’Imperatrice Elisabetta e cioè presso Silvio Defrancesco (N. 28), certamente proveniente dal padre, un capoposto della Gendarmeria in pensione e politicamente insospettabile […]”. Il materiale sequestrato fu in parte “aggiustato” (“geschlichtet”, NdA) con la notificazione che “le figure in gesso e i busti furono frantumati in loco”. Allora forse, letto tutto ciò, la collezione numismatica del Perini non fu dispersa? Visto che si poteva più facilmente trasportare rispetto al ponderoso contenuto della biblioteca, chissà. Nato sotto le auguste maestà “Cecco Beppe” e “Sissi”, il Perini si sentiva italiano e per questo durante la Grande guerra rifugiò a Milano con la famiglia Annotiamo anche che Quintilio Perini fu pure esperto di sfragistica e pubblicò opere anche sui sigilli di numerosi tridentini, famiglie come Castelbarco, Fedrigotti, Lodron e altre. Insomma, il nostro fu un numismatico importantissimo e un cultore di storia patria e irredentista fervente. Lottò perché la storia di Rovereto, fin dai tempi più antichi, fosse portata alla luce e fosse studiata da “quei giovani che si preparavano alle battaglie irredentistiche per la liberazione del Trentino e l’annessione all’Italia”. Non so a Voi, ma a me è venuta la pelle d’oca. Fu socio corrispondente della Società Numismatica Italiana dall’anno 1893, dal 1895 socio dell’American Numismatic and Archaelogical Society di New York, dal medesimo anno socio corrispondente della K. K. Central Commissione fur Kunst-und Historische Denkmale di Vienna, dal 1897 socio della Societè royal de numismatiqe belge di Bruxelles, e poi di sodalizi di Ginevra, Monaco di Baviera, di Parigi, di Dresda, di Napoli, di Torino. Nominato cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia motu proprio da Vittorio Emanuele III di Savoia, morì a Rovereto il 15 agosto del 1942 lasciandoci il ricordo di un numismatico formidabile e di uomo altrettanto speciale!
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  40. Un quattrino di 9,28 grammi la vedo dura... Nella prima immagine vedo un guerriero andante a destra con scudo al braccio sinistro,nella seconda immagine non riesco a vedere nulla, secondo me il periodo potrebbe essere greco o romano...
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  41. Le tasse le devi pagare solo se vendi monete d'oro da investimento ,che sono le monete d'oro dal 1800 in poi. Le 6 divisionali le puoi vendere tranquillamente senza pagare tasse
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  42. Sono stato stamattina a Verona e devo dire che, come al solito, il Veronafil si conferma a mio parere un ottimo convegno. Ho visto tanti commercianti, ho avuto piacevoli scambi di opinioni con alcuni di loro, insomma speriamo che convegni come questo, continuino a sopravvivere anche negli anni a venire per il bene della numismatica.
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  43. per conoscere a quale re Luigi si riferisce basta trovare la moneta corrispondente. Luigi 16
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  44. Ottima osservazione. Lo dicevo anche al mio amico @Kojiki con cui tra l' altro ho passato un' intera giornata in fiera a scovar nipponiche 😎 Molti stranieri e con buoni prezzi pure (almeno per quel che abbiamo visto noi). A sto giro pochissima security in giro. Affollamento all' apertura, man mano si affievoliva sempre piú dal pranzo al pomeriggio ( ho potuto constatare fino le 17.30 praticamente). Un salutone finalmente sono riuscito a darlo anche al grande @simonesrt ed altri. Qualcuno effettivamente ad ora di pranzo ha lasciato la baracca...baracca che poi viene puntualmente occupata...vabé. Dei banchi vuoti si son visti, come sempre. Il resto? Il padiglione 6 per me va bene. Non ho sentito di storie di furti ecc. Mi son divertito come al solito come un bambino.
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  45. Ciao, moneta autentica. Conservazione a mio avviso MB-BB.
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  46. Ciao, molto bello, Nerone è il mio preferito, è l'unico del quale ho ben 5 monete e ne vorrei ancora 😄 A beneficio della condivisione ti metto un mio dupondio col Tempio di Giano che purtroppo, citando le testuali parole di chi me lo ha venduto "è stato pulito da un disgraziato" 🤣
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  47. I famosi meteoriti bronzei …😂😂😂😂😂😂
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  48. Roma 1935 secondo conio
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  49. Tipiche tre onde sulla testa del santo La riproduzione solita che ogni tanto salta fuori
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