Vai al contenuto

Classifica

  1. Pxacaesar

    Pxacaesar

    Utente Storico


    • Punti

      11

    • Numero contenuti

      3570


  2. El Chupacabra

    El Chupacabra

    Utente Storico


    • Punti

      10

    • Numero contenuti

      3804


  3. Stilicho

    Stilicho

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      3557


  4. petronius arbiter

    petronius arbiter

    CDC


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      13858


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/04/25 in tutte le aree

  1. Cari Lamonetiani, anche il #12 di Quelli del Cordusio è stato completato. Ora non resta che controllare i testi affinché vengano eliminati errori, sviste ed ogni altra cosa che possa fuorviare la lettura prima della stampa definitiva. Si tratta di un numero corposo che ha superato in pagine il precedente #11: contiene 25 articoli, 13 briciole per 250 pagine circa. Dovrebbe andare in stampa a settembre ed essere distribuito gratuitamente l'8 nomembre al consueto incontro di Milano Numismatica. Per ora vi lascio con una visione d'insieme dello stesso:
    9 punti
  2. Ciao, sappiamo che la quasi totalità delle monete classiche venivano prodotte tramite coniazione a braccio. Per come veniva prodotta io lo intendo in senso più lato partendo dall'oggetto "tondello" riportando tutte le notizie che lo riguardano. Per esempio i sesterzi di barra dalla forma particolare che scaturiva proprio dalla produzione del tondello, i suberati ( in collezione ne ho tre sicuri e due quasi 🙂) falsi d'epoca ( a mio modesto parere) e come venivano prodotti, il quantitativo di fino presente nella lega del metallo....insomma tutto quello che riguarda l'oggetto moneta. Colleziono esclusivamente monete dal modestissimo valore economico ( le rarità e le monete intonse le lascio molto volentieri agli altri 🙂) ma come mi preme specificare sempre ( almeno per me) dal grandissimo valore storico ed ognuna di esse ci parla e ci dice moltissimo se abbiamo voglia di ascoltarla. Io si, da molto prima che iniziassi ad acquistarle, con grande gratificazione. Per me il fascino delle classiche, che non riscontro in nessun altro tipo di monete ( è una cosa personale senza nulla togliere a tutte le altre, meglio specificarlo). Speriamo che duri sempre anche in futuro ( dopo più di cinque anni e praticamente immutato, anzi...) 🙂. ANTONIO
    5 punti
  3. Cultura numismatica gratuita per tutti !!
    4 punti
  4. Dopo il successo del numero 11 e della Milano numismatica 3, non vediamo l’ora di essere presenti anche alla prossima edizione e di poter sfogliare questo gazzettino (termine ormai improprio dato che possiamo definirlo tranquillamente gazzettone! 😃) Grazie sempre per tutto il lavoro che fate per noi giovani, ci aiutate tanto a crescere, motivandoci a fare sempre meglio !
    4 punti
  5. Tanti autori, giovani, meno giovani, esperti, agli inizi, tanti spunti vari in un numero secondo me sempre più ricco e che vede la partecipazione collegiale di tanti autori, e’ sicuramente motivo di soddisfazione dare la luce a questo nuovo ennesimo numero ! Grazie a tutti i numerosi partecipanti !
    4 punti
  6. Provo a dire qualcosa, semplificando al massimo e coi miei limiti di appassionato. Limitandoci alla età imperiale, la percentuale di fino nelle leghe d'argento e' variata molto nel tempo, sia in rapporto alle varie riforme monetarie che si sono susseguite, sia in rapporto agli eventi storici (pensiamo, ad esempio, all'impero secessionista delle Gallie). Non dimentichiamo poi che anche i nominali d'argento sono cambiati nel tempo. Lo stesso denario, prima cardine del sistema monetario imperiale, e' progressivamente scomparso nel corso del III secolo divenendo in pratica solo una unità di conto. Comunque, esistono tabelle che ci possono servire giusto per orientarci un po'. Quelle che allegherò sono quelle che uso io e che ho trovato nelle mie letture (sicuramente ne esistono altre e anche più precise e dettagliate). Questa e' la prima, tratta dal "Monete romane" di Savio, un testo semplice quanto utile soprattutto per i semplici appassionati come me. Arriva a Settimio Severo e si riferisce al denario: Qui passiamo all'antoniniano, con un interessante raffronto anche con la monetazione argentea dell'Impero delle Gallie. La tabella e' tratta dal sito https://ric.mom.fr/ : Poi, con la riforma di Diocleziano (ma anche qui.....usurpatori....Carausio...) gran ritorno di fiamma dell'argento. Ma questa e' una altra storia. Ciao. Stilicho
    4 punti
  7. Non finirò mai di congratularmi con l' Amico fapetri per la sua collezione di materiale di qualità, ogni pezzo è spiegato per il proprio uso e tariffa ogni esemplare è di rara bellezza e ci insegna come guardare e ricercare questi oggetti. Questi post vanno visti come didattica e insegnamento pertanto non possiamo che ringraziare questo nostro Amico per il tempo e la passione che ci dedica.
    3 punti
  8. Anche le half eagles furono coniate a Charlotte quasi tutti gli anni, con l'unica eccezione del 1845, anno in cui, come abbiamo visto sopra, non vennero coniate nemmeno le quarter eagles: c'è un motivo, e ne parliamo nel prossimo post La maggiore utilità delle half eagles e la loro più diffusa popolarità tra i depositanti dell'oro fecero sì che il numero di esemplari coniati fosse decisamente superiore a quello delle quarter eagles. Il record di produzione venne toccato nel 1847, con 84.151 esemplari, e in generale raramente si scese sotto i 20.000 pezzi annui, con il record negativo raggiunto solamente nel 1861, ultimo anno di attività della Zecca, con appena 6.879 esemplari. Nella foto (da Ira & Larry GoldBerg Auction), una half eagle modello Liberty Head del 1841. Come potete notare, il marchio di Zecca si trova ora al rovescio. Venne mantenuto al dritto solo per il 1839 nelle monete disegnate da Gobrecht, per poi passare nel 1840, e fino al 1908 (ultimo anno di produzione per la tipologia) al rovescio, nella stessa posizione già vista per le quarter eagles. A Charlotte non furono mai coniate le monete d'oro più prestigiose, eagles e double eagles, e nemmeno la strana moneta da 3 dollari. Diede invece un importante contributo alla produzione delle minuscole monete da 1 dollaro. E proprio tra queste va ricercato il "santo Graal" della Zecca del North Carolina, la moneta più rara e, tanto per cambiare, misteriosa petronius
    3 punti
  9. Ciao @caravelle82, innanzitutto complimenti per il reperto! anche io propendo per collocarlo negli anni post 1848/49, da quel che si può leggere, ma non sono di certo esperto in materia... @Carlo. Sicuramente i dati che hai riportato provengono da fonti verificate ed affidabili, però ti faccio notare che anche i "volantini" dell'armata francese che invase l'Italia, con a capo Andrea Massena e Napoleone, erano scritti in italiano (a volte anche francese, bilingue), ed erano destinati ad essere letti dalla popolazione generale... Questo per dire che l'uso del volgare fiorentino non colloca necessariamente un documento negli anni post-risorgimentali, a mio parere.
    2 punti
  10. Fonte non ufficiale
    2 punti
  11. Ragazzi intanto io vi ringrazio di vero cuore perché ho letto pareri frutto di ottimi ragionamenti. Vi leggo sempre interessato ed appassionato @Alan Sinclair @Carlo. @chievolan @417sonia 🔝😄
    2 punti
  12. 2 punti
  13. Ciao, si dalla quale a mio modesto parere, tutti quelli che collezionano monete coniate a martello, non dovrebbero prescindere. Non è facile, bisogna avere testi di riferimento da cui apprendere ed osservare e studiare sopratutto dal vivo le monete,ma con passione ed interesse e col tempo i risultati arriveranno. Tutto ciò per non dipendere solo ed esclusivamente dal giudizio degli altri ma riuscire a farsi personalmente un'idea dell'oggetto moneta che si osserva, cosa secondo me importantissima che sta alla base di tutto 🙂. ANTONIO
    2 punti
  14. Beh, non c’è molto da dire…. La moneta direi che è originale, magari un po’ strapazzata al dritto, ma dalla foto non si può dire con certezza. Bello netto il rovescio, non facile a vedersi così, Il census penso si riferisca solo a quelle musealizzate , perché ne sono passate altre in asta, quindi non ce n’è un solo esemplare in mani private
    2 punti
  15. Dopo l'attesa, ecco la locandina del CERRO Talks - Chiacchere nel Parco! Per questa edizione avremo l'onore di avere come nostro ospite il Sig. FRANCO SPAGGIARI. Proprietario del Castello di San Pietro in Cerro e grande collezionista d'arte, Franco Spaggiari si è reso disponibile per una bellissima "chiaccherata" informale sul collezionismo a 360° e delle sue collezioni! Non vediamo l'ora!
    2 punti
  16. I paesi della CEDEAO / ECOWAS sembrano determinati a lanciare la nuova valuta Eco nel 2027. Dopo il ritiro dei tre paesi dell'Alleanza degli Stati del Sahel i componenti della comunità sono Benin, Capo Verde, Costa d'Avorio, Gambia, Ghana, Guinea (sospesa dal 2021), Guinea-Bissau, Liberia, Nigeria, Senegal, Sierra Leone e Togo. A gennaio 2025 i paesi dell'Allenza degli Stati del Sahel (Mali, Niger e Burkina Faso), guidati dalle rispettive giunte militari golpiste, si sono ritirati dall'ECOWAS e hanno fondato la Confederazione degli Stati del Sahel, organizzazione internazionale che intende strutturarsi come una comunità simile all'ECOWAS e all'East African Community, con tanto di istituzioni e politiche comuni. Ci sono anche discussioni in corso sulla possibilità d'istituire una valuta unica.
    2 punti
  17. Benritrovati Questa storia inizia una domenica di un mese non meglio precisato, quando il dodicenne Conrad Reed, in compagnia della sorella e di un fratello più piccoli, andò ad esplorare, come probabilmente faceva spesso, le rive del Little Meadow Creek, un torrente che scorreva non lontano dalla fattoria di suo padre, nella Contea di Cabarrus, nel North Carolina. Dalla sua esplorazione, riportò a casa una grossa pietra, ma poichè nessuno in famiglia capiva bene di cosa si trattasse, decisero di usarla come fermaporta, e lì rimase, all'ingresso della casa dei Reed, per alcuni anni. Era il 1799. Tre anni dopo, al padre di Conrad, John Reed, venne il sospetto che quella grossa pietra potesse avere un qualche valore, la prese e la portò da un gioielliere di Fayetteville, che non ci mise molto a capire di cosa si trattava. Era ORO, e il povero John, che era del tutto all'oscuro del prezzo del prezioso metallo, chiese e ottenne, quasi vergognandese perchè gli sembrava troppo, 3 dollari e 50, per un blocco d'oro del peso di oltre 17 libbre (circa 8 chili) che valeva, allora, mille volte tanto. Soddisfatto dell'affare e tornato a casa si diede a cercare altro oro. L'anno seguente trovò una pepita da 28 libbre (12-13 chili) la più grande mai scoperta nella regione, e nelle sue esplorazioni del torrente si rese conto che era tempestato di scaglie d'oro e pepite per oltre un miglio della sua lunghezza. Nel frattempo, altre scoperte avevano fatto seguito a quelle della famiglia Reed, e avevano dato l'avvio alla prima corsa all'oro americana. Qualche anno più tardi, importanti giacimenti auriferi vennero scoperti anche nella vicina Georgia, e a quel punto si pose il problema di come utilizzare al meglio quell'oro. La cosa più semplice e logica sarebbe stata trasformarlo in monete, ma c'era un problema: l'unica Zecca esistente all'epoca sul suolo degli Stati Uniti, quella di Philadelphia, era lontanissima, e portare l'oro fin là era cosa tutt'altro che facile. Indiani, banditi, avversità atmosferiche, per non parlare dei costi, scoraggiavano molti dal tentare l'impresa. Così, anno dopo anno, si fece sempre più pressante da parte degli abitanti dei due stati la richiesta di aprire una Zecca vicina e facile da raggiungere. E finalmente, con il Mint Act del 3 marzo 1835, il Congresso li accontentò, oltre ogni aspettativa: non una, ma addirittura due, furono le Zecche autorizzate: "One branch [to be established] at the town of Charlotte , in the state of North Carolina, and one branch at or near Dahlonega, in the state of Georgia" Entrambe le Zecche furono autorizzate "for the coinage of gold only", e così fu per tutta la durata della loro attività. In questa discussione, proveremo a raccontare la loro storia, e naturalmente quella delle loro monete. Tutte, rigorosamente, d'ORO, non moltissime, in verità, rispetto a quelle coniate in altre Zecche, ma abbastanza perché anche noi, come Zio Paperone, ci si possa tuffare dentro petronius
    1 punto
  18. È passata in una piccola, ma interessante asta, una moneta che ha destato la mia attenzione. Premetto che era non classificata, se non genericamente, ma la lettura del dritto è abbastanza chiara. Dovrebbe pertanto trattarsi di un raro nummo emesso ad Alessandria d'Egitto dallo usurpatore Domizio Domiziano, che nel 296/297 si ribellò nel periodo della prima tetrarchia. Preso il potere ad Alessandria, tra alterne vicende lo mantenne per poco più di un anno. Ebbe il tempo di produrre le tipiche emissioni del periodo, aurei e argentei di estrema rarità e meno rari follis in mistura, il cui stile si richiama a quello della tetrarchia. La monetazione di Domizio Domiziano ebbe anche un carattere locale, caratterizzato dall'emissione di tetradrammi con la leggenda in greco. Tornando alla moneta della recente asta, di cui allego la foto, si tratta appunto di un'emissione con la leggenda con i tipici caratteri coloniali, che Alessandria d'Egitto produsse largamente sia nel periodo precedente, sia successivo. La moneta, dal peso di 7,1 grammi e dal diametro di millimetri 19,9, presenta al dritto un ritratto singolare di Domizio Domiziano, con legenda DOM DOMITIANOC CEB (non sono sicuro se all'inizio della leggenda vi sia un'altra lettera, forse una L) e al rovescio L'Aquila, soggetto molto frequente nelle emissioni alessandrine, con l'indicazione della data LB, cioè del secondo anno. Quello che non mi torna, innanzitutto è lo stile, in quanto le emissioni coloniali Di Domizio Domiziano stilisticamente assomigliano molto a quelle con leggenda Latina. Inoltre, non sono riuscito a reperire una leggenda del dritto simile a questa. Insomma, e ciò ha alimentato la mia insana curiosità, sono poche le cose che tornano. Ho provato a reperire online monete simili, ma non ci sono riuscito, guardando nel catalogo RPC, su Wildwinds, sul Cabinet des Medailles e nel BM. Possibile che sia inedita? Onestamente, le ipotesi possono essere varie. La moneta ad esempio potrebbe essere falsa, ma secondo me non lo è, quantomeno guardando le foto non sembra, ma bisognerebbe vederla in mano. Oppure potrebbe essere stata ritoccata. Ho verificato ad esempio che Domizio Domiziano condivide la parte iniziale del nome con le emissioni greche alessandrine coniate da Aureliano. Però, anche l'ipotesi della leggenda ritoccata, stando sempre a ciò che si può intuire dalle immagini non mi pare. Insomma, è un dilemma, che vorrei condividere con voi, ascoltando volentieri altri pareri. Che ne pensate? Ringrazio anticipatamente. Allego un po' di foto, sia delle monete di Domizio Domiziano, con leggenda latina e greca, sia di altre prodotte ad Alessandria a nome di Aureliano, abbastanza simili stilisticamente (ma vale anche per gli imperatori precedenti, con il tipico stile che oso definire"brutale") e in parte come leggenda.
    1 punto
  19. Ciao, breve post su un denario dell'imperatore Alessandro Severo (222-235 d.C.) con Vittoria alata andante a sinistra coniato a Roma nei primi anni del suo regno. Chiaramente celebrativo ( forse della sua salita al potere) ed abbastanza comune. Entrato in collezione diversi anni fa lo archivio definitivamente perché ho trovato un esemplare che condivide identico conio di rovescio ( chiedo a tal proposito vostro gradito parere). Da esame diretto risulta coniato, ben centrato, con buon metallo ed ha circolato. Il mio esemplare ha il busto dell'imperatore nudo mentre l'altro è drappeggiato. Il maestro incisore autore del ritratto , come ci dicono i lineamenti molto simili, è con pochi dubbi lo stesso. Grazie ed alle prossime 🙂. ANTONIO 20 mm 3,20 gr RIC 180a
    1 punto
  20. grazie molte @Ale75 per l'identificazione 👌
    1 punto
  21. Salve...io però leggo Perptva invece di Dianae Cons Avg...errore di coniazione?
    1 punto
  22. per me sì. Cerva o antilope. La zecca in linea teorica dovrebbe essere Roma. Saluti Gordon
    1 punto
  23. (36) Techniques and tools for Roman die engraving and coin production ; evidence from the 4th century - Ramskold York Questo potrebbe interessare, anche se riferito al IV secolo d.C.
    1 punto
  24. Prepara il muletto 🤣 Beh poi un piccolo spoiler sull' indice😎💪
    1 punto
  25. 1 punto
  26. Ciao,trachy bizantino dell'imperatore Isacco II Angelo con Vergine seduta sul trono e Isacco che indossa la lorica. https://www.acsearch.info/search.html?id=12488098
    1 punto
  27. grazie si molto interessante, ed è sorprendente per me che non sono minimamente del settore vedere la facilità con cui si è arrivati ad una conlusione. grazie e complimenti agli esperti
    1 punto
  28. P rose C copre giá, T odia sol O = prosecco pregiato di Asolo Buon pomeriggio!
    1 punto
  29. Mi viene ora in mente un dettaglio importante e dirimente. Nel volantino si cita "la Piave". Il fiume ha nome femminile, ad uso veneto e friulano. E i nomi dei fiumi erano femminili fino alla seconda metà dell'ottocento. Solo con l'unità d'Italia i nomi sono diventati maschili. Per me questo toglie ogni dubbio sulla datazione del volantino.
    1 punto
  30. Ad maiora semper
    1 punto
  31. Dovrebbe essere fine 1500 Il catalogo indica 1589-1590 Molto bello ed interessante!
    1 punto
  32. Riporto quello che mi dice google: I trachy bizantini sono monete concave coniate in rame (o più propriamente in una miscela di metalli) durante l'Impero Bizantino, principalmente tra l'XI e il XII secolo. Sono così chiamate perché erano spesso di forma irregolare e quindi "trachei" (dal greco τραχύς, "irregolare"). Più specificamente, i trachy bizantini includono: Aspron Trachy: Queste monete, introdotte da Alessio I Comneno, erano di due tipi: uno in elettro (lega di oro e argento) con il valore di 1/3 di hyperpyron e un altro in billone (lega di rame e argento) con il valore di 1/48 di hyperpyron secondo Wikipedia. Trachy di Mistura: Queste monete, più comuni, erano in rame (o leghe a base di rame) e presentavano una forma concava caratteristica secondo PANORAMA NUMISMATICO. La forma concava e la difficoltà di classificazione rendono i trachy bizantini un oggetto di interesse per i collezionisti e gli studiosi di numismatica.
    1 punto
  33. In giornata saranno presentati i rapporti di convergenza della Commissione europea e della Banca Centrale Europea sull'adozione dell'euro in Bulgaria, che salvo imprevisti dovrebbero essere positivi. Poi resterà solo il via libera ufficiale: alla fine di giugno si terrà una riunione dei ministri delle finanze UE e del Consiglio europeo, mentre una riunione dell'Eurogruppo è prevista per l'8 luglio. Come si vede anche dall'Eurobarometro l'opinione pubblica bulgara è spaccata in due, anche perchè ai legittimi timori per le speculazioni sui prezzi si aggiunge l'azione di guerra psicologica russa e del partito nazionalista filo-russo bulgaro, con diffusione di disinformazione contro l'euro su appositi media e organizzazione di manifestazioni. Ci sono anche opposte manifestazioni di sostegno all'euro. In ogni caso dall'8 agosto sarà obbligatoria la doppia prezzatura dei prodotti e delle ricevute, cosa che molti già fanno.
    1 punto
  34. @Pxacaesar mi piace molto questo tuo modo di catalogare. Ma cosa intendi per come è stata prodotta?
    1 punto
  35. È un peso monetale probabilmente della lira sabauda, ma dovrebbe essere sui 12 grammi, quindi penso si tratti di una mezza lira.
    1 punto
  36. Grazie della segnalazione. Io gestisco il calendario eventi della FICN (https://ficn.org/attivita/calendario-eventi-numismatici/) proprio pensato per permettere una pianificazione dei convegni senza sovrapposizioni. Calendario poi esportato qui nel calendario di lamoneta, su qualche sito web, su un paio di canali telegram ecc. ecc. Ecco il serafico non lo inserirò...
    1 punto
  37. È un bell’insieme, complimenti. Io ti direi di lasciar tutto così, e di lasciar stare il pensiero a migliorarle. Piuttosto, è un consiglio ovviamente, approfondisci gli studi e amplia i tuoi confini numismatici. Vedrai che se farai così, le decimali ti stancheranno presto per la loro monotonia stilistica
    1 punto
  38. Io commerciante devo registrare l'acquisto (che va pagato), comunicare i dati al commercialista (che poi devo pagare), preparare l'attestato di autenticità, fare fattura quando vendo e comunicare tutto al commercialista, registrare la vendita. Fatto questo devo pagare l'affitto (non si può fare l'attività a casa), l'IVA, le tasse, la camera di commercio e commissioni varie. Il privato no. E vendo io a tanto? Arka # slow numismatic
    1 punto
  39. Ringrazio tutti per le cortesi risposte, su quella che era una curiosità (la moneta non è mia). Il prof. Savio ha risposto confermando i dubbi... di tutti noi. Pare sia un "falso" realizzato partendo da un tetradramma alessandrino di Diocleziano.
    1 punto
  40. Quello é bellissimo😃 Il sen in porcellana é stato creato ma alla fine io so che non ha circolato. https://www.cointalk.com/threads/japanese-porcelain-coins.380362/ Per info qui ne parla un pochino
    1 punto
  41. Ciao @Can Cerbero, complimenti per la bellissima moneta! Però ho notato un po' di confusione nei termini e nell'identificazione. Da quello che si vede, e basandomi su 3 dei 4 caratteri “Kan Ei Tsu”, come hai scritto anche tu, sembrerebbe una versione Kan Ei Tsu Ho di Sendai. Purtroppo il carattere “Ho” è molto rovinato, quindi dalla foto non si riesce a identificarlo con certezza. (Senza l'identificazione del carattere Ho potrebbe anche fare riferimento ad una versione coniata a Nagasaki, Higashihama ) Detto questo, ci sono un paio di errori nei termini che hai usato. L’espressione 小字千無背 (Koji Sen Muhai) che hai riportato è contraddittoria: unisce due caratteristiche che appartengono a monete ben distinte. 小字千 (Koji Sen) si riferisce a monete con il carattere “Sen” scritto in piccolo, mentre 無背 (Muhai) indica monete senza alcuna iscrizione sul retro. Noto che fai riferimento alle monete con il carattere “Sen” raschiato, conosciute come 刮去 (Kakkyo). Si tratta di una variante piuttosto rara e difficile da identificare con certezza. Le varianti conosciute di questo tipo sono tutte riconducibili al periodo Ansei. le monete di questo tipo hanno caratteri molto spessi quindi non conformi con la moneta mostrata. Per quanto riguarda le Nabe-sen, si trattava di un termine colloquiale tramandato oralmente, ma mai ufficialmente documentato. Si ipotizza che, a causa della scarsità di rame, a partire dalla metà del 1700 furono introdotte monete in ferro. Questa scelta fu malvista da mercanti e cittadini, che la considerarono un mero strumento speculativo.
    1 punto
  42. Il motivo era dovuto a un ritardo combinato tra Charlotte e Philadelphia nel testare i lingotti necessari alla produzione, che potè finalmente iniziare solo il 27 marzo 1838. Quel giorno, le prime monete ad essere coniate furono quelle da 5 dollari, le half eagles. Il disegno era quello di William Kneass conosciuto come Classic Head che abbiamo già visto nella precedente discussione. Al dritto la testa di Lady Liberty volta a sinistra, che ha i capelli fermati da un nastro con la scritta LIBERTY. Nel giro ci sono 13 stelle, e in basso la data. Ma c'era una novità della massima importanza: per la prima volta su una moneta degli Stati Uniti, di qualunque metallo, compariva il marchio di Zecca. La C di Charlotte, tra la troncatura del collo della Lady e la data Al rovescio, l'aquila araldica ad ali spiegate con lo scudo sul petto, frecce e ramo d'ulivo tra gli artigli. Nel giro la scritta UNITED STATES OF AMERICA, in basso il valore, 5 D. (foto da Heritage Auctions). Tutto a posto, finalmente? Non proprio A causa di una curiosa pratica imposta dal nuovo Direttore della Zecca, le monete d'oro di nuova produzione (a maggior ragione, di nuova Zecca) non potevano essere immesse nella circolazione fino a quando due esemplari di ognuna non fossero stati verificati e approvati dalla Zecca di Philadelphia. Alla quale dovevano essere spedite, un processo che richiedeva settimane di tempo, tenendo conto anche di quello necessario per avere la risposta affermativa. E così fu soltanto il 2 maggio 1838 che le prime monete di Charlotte furono finalmente consegnate al Tesoriere per essere pagate ai depositanti dell'oro. petronius
    1 punto
  43. Ciao Martin, ben tornato! È un piacere leggerti nuovamente😊. Guardando online ho trovato 3 diversi esemplari di mezzo baiocco come il tuo di cui ti allego foto e provenienza: -Bolaffi 30, lotto 938 (2017) -Roma Numismatics, A collection of papal coins, lotto 250 (2023) -InAsta 110, lotto 1909 (2024) Quando riesco, provo a guardare anche tra i miei listini "storici" di collezioni papali, per vedere se salta fuori qualche altro esemplare. Il MIR questa moneta la classifica solo R. Ritengo che RR sia sicuramente più appropriato! Michele
    1 punto
  44. Negli stessi giorni furono consegnati i macchinari: presse per il conio, fresatrici, caldaie, forni e laminatoi, arrivati via mare nei porti di Charleston e Camden, nel South Carolina. Franklin Peale, fonditore e raffinatore della Zecca di Philadelphia, di ritorno da un viaggio di studio e ricerca presso le principali Zecche europee, assicurò che le monete degli Stati Uniti non sarebbero state seconde a nessuna quanto a tecnologia. Fu Peale a sovrintendere all'installazione di tutti i macchinari, operazione che terminò il 13 novembre 1837. A quel punto, la Zecca di Charlotte era pronta ad operare Il costo finale dell'edificio era stato di 56.412,20 dollari, un surplus rispetto alle previsioni iniziali dovuto alle modifiche del progetto originale che dovettero essere attuate in corso d'opera... succede sempre così Tutti erano comunque soddisfatti del risultato ottenuto, ad eccezione di Samuel McComb, che ricevette appena 668,87 dollari per più di due anni di lavoro . Fu presentata una proposta al Congresso per concedergli un compenso aggiuntivo per il suo eccellente lavoro, ma venne respinta. Con tutte le installazioni completate a metà novembre, c'era da aspettarsi che la produzione monetaria iniziasse prima della fine dell'anno: il primo sovrintendente della Zecca, John H. Wheeler, in un'intervista alla stampa locale del 4 dicembre 1837 annunciò che la Zecca era pronta a ricevere i depositi di lingotti d'oro. Ma quasi tre mesi dopo, nemmeno una moneta era stata coniata Quella che vedete sopra, è una targa storico-celebrativa (historical marker) dedicata a William H. Wheeler, primo sovrintendente della Zecca di Charlotte. Si trova a Murfreesboro, North Carolina, nella Hertford County, a "300 yarde dalla casa di mattoni" in cui Wheeler era nato nel 1806. La provincia americana è piena di targhe come questa, le abbiamo viste anche in altre discussioni, e le trovo particolarmente suggestive (molto old America ), così ho pensato di metterla al posto del solito ritratto del personaggio. Che comunque, chi fosse curioso, potrà facilmente vedere semplicemente digitando "John H. Wheeler" in un motore di ricerca petronius
    1 punto
  45. Mi fa davvero piacere leggerti @albatroz Luca, e condivido pienamente il tuo punto di vista, la mancanza di coordinamento non fa bene a nessuno, né agli organizzatori né ai collezionisti. Voi del Cerrofil siete un bellissimo esempio di realtà che è nata con lo spirito giusto: giovanissimi, pieni di entusiasmo, serietà, passione, cuore, accoglienza e innovazione. Terza edizione, date fisse, impegno costante…e anche quel tocco di ironia che non guasta mai con la vostra “prenotazione del sole”! 😄 L’accordo tra eventi distanti geograficamente, come il vostro con quello di Castellammare, è una dimostrazione concreta di quanto si possa collaborare nel rispetto reciproco. Il vero problema nasce, come dici giustamente, quando a fare da “cerniera” sono realtà che rischiano di creare sovrapposizioni poco sensate, spesso solo per il gusto di generare dissapori o per tentare di emergere a tutti i costi. Sommessamente, vorrei ricordare che quest’anno, a giugno, si sono aggiunti diversi eventi per la prima volta, oltre a numerose iniziative in Campania dedicate al baratto e all’usato, anche in settembre e novembre, proprio in concomitanza con le date dei prossimi Memorial Correale. Tutti hanno la libertà e il pieno diritto di farlo, e noi non saremo mai critici o lamentosi verso chi lavora, si impegna e si prende l’onere e l’onore di organizzare qualcosa. Ci si impegna tutti, si affrontano oneri, si accettano onori ma anche critiche, è parte del gioco. Se ci sono delle problematiche, si ascolta e si cerca di trovare soluzioni, con spirito costruttivo e per il bene di tutti. Ma se c’è un malessere evidente, l’unico rimedio responsabile è fermarsi, riflettere, e non organizzare a tutti i costi. Chiedere scusa quando necessario, riconoscere i propri limiti, essere onesti e trasparenti invece di essere sfuggenti o evasivi, aiuta a ristabilire la fiducia e a trovare soluzioni più autentiche e durature. Tuttavia, tra manie di grandezza e un pizzico di superbia, esiste sempre una via di mezzo, quella del buon senso e della collaborazione, che solo chi ha spessore, una certa sensibilità e un intelletto più ampio può cogliere fino in fondo. Un po’ di autocritica non guasterebbe, umiltà e professionalità, in questo ambito, purtroppo non sempre regnano sovrane. La nostra Associazione ha fatto della comunicazione il suo cavallo di battaglia, ma nulla nasce per caso, c’è dietro una conoscenza approfondita del sapersi rapportare con il pubblico, dell’ascolto e della capacità di trovare soluzioni concrete, anche nelle situazioni più complesse. Mi auguro che per il prossimo anno la struttura che ci ospita possa offrirci una data disponibile che eviti sovrapposizioni. Qui da noi a Castellammare, in piena alta stagione, è sempre una sfida, sia per trovare sale che per garantire i pernottamenti, considerando che ci troviamo tra tre mete turistiche internazionali come Pompei, Sorrento e la Costiera Amalfitana. Ma siamo felici di farlo, con amore, dedizione e cuore, per offrire a tutti i presenti delle giornate rilassanti, accoglienti, in cui sentirsi davvero in famiglia. Se tutti adottassimo lo stesso spirito di dialogo e pianificazione, il nostro mondo del collezionismo sarebbe ancora più vivo, armonioso e partecipato. Un caro saluto e ancora complimenti per il vostro lavoro! W il Cerrofil!!!
    1 punto
  46. Partecipo volentieri con un ritratto di Cesare d'Este su un giorgino modenese con volto a sx. Buona serata a tutti
    1 punto
  47. Ciao a tutti, la recente consultazione di numerosi listini d'asta di grandi collezioni di monete papali del passato, mi ha fatto venire l'idea di proporre questa discussione. In un mercato, quello attuale, dominato dalle altissime conservazioni, che fanno risultato a discapito della rarità, proprio su questo parametro invece volevo incentrare la nostra chiacchierata. La rarità è senza dubbio da sempre uno dei criteri fondamentali per l'inquadramento di una moneta, e per molti è elemento che viene ricercato e che determina la scelta di un pezzo piuttosto che di un altro. Inoltre costituisce caratteristica di esclusività: sapere che una certa moneta è stata coniata o è disponibile solo in una manciata di esemplari, fa sognare i collezionisti e li spinge a contese a suon di rilanci quando quel pezzo appare finalmente sul mercato numismatico! Qui vorrei pertanto presentare quelle monete di rarità assoluta, quelle apparse una volta e poi mai più viste, quelle "chimere" che fanno sognare i collezionisti, quelle insomma che qualora si ripresentassero sul mercato, sarebbero sicuramente al centro dell'attenzione e dei desideri degli appassionati. Diamo pertanto nuovo risalto ed importanza alla rarità, con un tuffo nel passato (più o meno remoto) che magari ci faccia rivalutare questa caratteristica delle nostre amate monete papali! Come sempre, comincio io. E parto da una rarità assoluta: asta Santamaria, 1934, "Collezione già appartenente ad una illustre casata romana: monete e medaglie papali". Il pezzo, addirittura presente in due esemplari, non ha certo bisogno di presentazione, ma vi allego quella della casa d'asta, che da bene l'idea di essere di fronte ad una vera e propria rarità. Queste monete, dopo quest'asta, non mi risultano mai più apparse sul mercato e chissà se mai le rivedremo! Michele
    1 punto
  48. Questo denario costituisce una spina nel fianco della teoria "middle" che ha frettolosamente datato il primo denario al 211 aC. Infatti se, come pare certo, questo denario è stato emesso da una zecca itinerante al seguito di Mammula nel 216, ciò significa che la primissima emissione è di parecchio anteriore. Quanto tempo potrebbe essere passato tra la prima emissione (44/5) e questa (172/1) ?? Proviamo a fare qualche conto: La primissima emissione del tutto anonima è molto corposa, tant'è che Crawford ne riconosce otto gruppi, cui si aggiunge il 45/1 e il 46/1. Quanto potrà essere durata questa ponderosa emissione? 10 anni? 5 anni? Poniamo 5 anni come tempo minimo. Le emissioni successive (precedenti al nostro MA) sono caratterizzate da simboli, ce ne sono per tutti i gusti. Si va (approssimando) dal dal Cr 57 al Cr 137. Quanto tempo sarà durata questa fase di simboli? Dal numero delle varianti non meno di dieci anni. Poi si passa alle lettere, (C, M, MA ). E vero che in questo campo esistono poiche certezze, ma 20 anni ci stanno tutti tra questo denario e quello primissimo anonimo 44/5. Il che ci innalza al 230-235. Se poi consideriamo altre evidenze come ad esempio il denario del monte Adranone (250 aC), due indizi cominciano a fare quasi una prova...
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.