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  1. https://monarchicinrete.blogspot.com/2018/06/consegna-al-governo-italiano-della.html Consegna al Governo italiano della parte della collezione delle monete del Re Vittorio Emanuele III rimasta in possesso del Re Umberto II Fausto Solaro del Borgo Febbraio 1983: In occasione di uno dei miei incontri con S.M. il Re Umberto II a Ginevra, nel febbraio del 1982, il Re mi accennò al problema delle monete della collezione donata da Suo Padre, il Re Vittorio Emanuele III, al Popolo Italiano (con lettera al Presidente del Consiglio, On. Alcide De Gasperi, scritta a Napoli il 9 maggio 1946), rimaste in Suo possesso dopo la morte del Genitore. Si trattava di due cassette contenenti i pezzi più preziosi, in quanto più antichi, che il vecchio Re, partendo per l’esilio in Egitto, portò con se (rilasciandone regolare ricevuta alla Presidenza del Consiglio) al fine di riordinarne la catalogazione. Queste monete si trovavano ad Alessandria d’Egitto al momento della morte del Re Vittorio Emanuele III, avvenuta il 28 dicembre 1947, quattro giorni prima della entrata in vigore della nuova Costituzione che prevedeva l’avocazione dei beni dell’ex Sovrano. Esse rappresentavano l’unico bene patrimoniale importante su cui la Famiglia Reale, che rischiava di restare senza mezzi di sostentamento, potesse contare sicché fu deciso di non procedere alla restituzione. Il 9 maggio del 1946 il vecchio Re dalla lancia che lo avrebbe portato verso l’esilio, tornando col pensiero a quella che era stata la più grande passione della sua vita, donava la propria collezione al POPOLO ITALIANO. Il Re Umberto mi precisò che intendeva affidare a me l’incarico di concordare con il Governo Italiano la restituzione delle due cassette conservate nel caveau del Credit Suisse di Losanna, che doveva essere effettuata in via riservata senza coinvolgere alcuno dei Suoi Consiglieri e Familiari, tutti ancora contrari a restituire un bene di così rilevante importanza patrimoniale al Paese che aveva espropriato l’intero patrimonio del Sovrano. All’inizio dell’estate 1982, in occasione della mia visita a Cascais del 27 luglio, fu deciso che avrei avviato in autunno i contatti con il Governo Italiano per individuare le procedure per la restituzione. L’aggravamento della malattia del Re ai primi di agosto e il Suo ricovero a Londra provocò, come tutti ricorderanno, un’ondata di simpatia per il Malato in esilio, sicché da molte parti si invocava un provvedimento del Parlamento che consentisse ad Umberto II di morire in Italia. In relazione a ciò, con la signorilità, la sensibilità e la bontà che hanno sempre caratterizzato le Sue azioni, il Re mi invitò ad astenermi dall’avanzare proposte di restituzione delle monete, perché non voleva che un tale Suo spontaneo gesto venisse interpretato come una forma di “do ut des”. Nei mesi dell’autunno 1982 non parlammo della questione nei nostri incontri alla clinica londinese, se non saltuariamente, sempre sentendomi confermare la preoccupazione per una possibile interpretazione che il gesto fosse legato all’ipotetico rientro in Italia. Da parte mia continuavo a notare un peggioramento delle condizioni di salute del Re con il rischio conseguente che, con la Sua scomparsa, le monete per le quali non avevo disposizioni scritte non venissero, dagli Eredi, più restituite all’Italia. Il 23 gennaio 1983, in occasione di una delle mie visite alla London Clinic, presi il coraggio a due mani e feci capire al Re che, date le circostanze ed i rischi connessi ad ulteriori rinvii, occorreva procedere e quindi aprire il negoziato con il Governo. L’amor di Patria e la grande delicatezza del Re Umberto II si manifestarono ancora una volta quando volle suggerirmi di contattare, per un consiglio sulla procedura da seguire, il Sen. Giovanni Spadolini, all’epoca Ministro della Difesa del Governo Fanfani, dicendomi “Ė il presidente del partito repubblicano, ma sono certo che, da uomo di cultura, metterà da parte in questa occasione le sue idee politiche”. Mi diede anche la precisa disposizione che unica condizione da porre era che nessuna notizia in merito alla riconsegna fosse data prima della Sua morte. Tornato a Roma, tramite un’amica che lo conosceva molto bene, chiesi un incontro con il Ministro della Difesa. Il Sen. Spadolini, per incontrarmi, mi fece chiedere di che cosa intendevo parlargli e, saputolo, mi fece dire che “non vedeva la ragione perché ci si rivolgesse a lui per una questione che riguardava Casa Savoia”. Chiusa questa porta, non avendo rapporti con il mondo politico, mi rivolsi all’amico Marcello Sacchetti che mi propose di incontrare l’On. Nicola Signorello, Ministro del Turismo e Spettacolo. Eravamo intanto arrivati al 18 febbraio e l’On. Signorello, che mi ricevette subito, udito quello di cui si trattava mi disse che ne avrebbe parlato in via confidenziale con il Presidente del Consiglio Sen. Fanfani che doveva incontrare, di lì a poco, in Consiglio dei Ministri. Questo avveniva intorno alle ore 16 del venerdì 18 febbraio. Descrivo sinteticamente la cronologia degli avvenimenti che portarono al rientro in Italia delle monete mancanti alla collezione donata al Popolo Italiano dal Re Vittorio Emanuele III. Sabato 19 febbraio. - Ore 9,00: mi chiama al telefono il Professor Damiano Nocilla, Capo dell’Ufficio Legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, pregandomi di recarmi a Palazzo Chigi. - Ore 10,30: incontro il Prof. Nocilla, il quale mi comunica di aver avuto incarico dal Presidente Fanfani di chiedermi chiarimenti su quanto a lui comunicato, il pomeriggio precedente, dal Ministro Signorello. Dopo avermi ascoltato mi chiese - essendo completamente all’oscuro su quanto concerneva la donazione del Re Vittorio Emanuele III che risaliva al 1946 - qualche ora di tempo per aggiornarsi sulla pratica. - Ore 15,00: seconda convocazione a Palazzo Chigi da parte del Prof. Nocilla, il quale nel frattempo aveva trovato gli incartamenti originali della donazione, compresa la ricevuta con la quale il Re Vittorio Emanuele dichiarava di portare con se le due cassette per l’aggiornamento della catalogazione, sicché potemmo finalmente affrontare nei dettagli l’esame della procedura da seguire per la riconsegna. Durante il colloquio mi chiese di allontanarsi per andare a riferire al Presidente Fanfani che, indisposto, era a letto nell’ appartamento di Palazzo Chigi riservato al Presidente del Consiglio. - dopo circa mezz’ora il Prof. Nocilla mi informa che il Presidente Fanfani, pur febbricitante, era sceso nel suo studio e desiderava parlare con me. - Ore 16: il Presidente, che da anni era in rapporti molto amichevoli con mio Padre Alfredo, mi accoglie nel suo ufficio con grande cordialità, esprimendo tutta la sua ammirazione per il gesto che il Re morente intendeva fare nei confronti del Popolo Italiano e, dopo essersi fatto esporre in dettaglio la situazione, con la mia richiesta di riservatezza sul mantenimento della quale mi diede la sua personale assicurazione, mi comunicò che intendeva assentarsi e mi pregava di attendere il suo rientro. - Intorno alle 17 il Presidente Fanfani rientra a Palazzo Chigi e mi informa che il Presidente della Repubblica Pertini, dal quale si era nel frattempo recato, anche lui riconoscente per il gesto di Umberto II, aveva disposto che la riconsegna delle monete avvenisse nel più breve tempo possibile, mettendo a mia disposizione l’aereo presidenziale per il loro trasporto a Roma. - Da questo momento in poi, seduto davanti alla sua scrivania, ho l’occasione di sperimentare l’efficienza dell’uomo Fanfani: § Siamo ormai nel tardo pomeriggio, ed il Presidente del Consiglio chiama alla Farnesina l’Ambasciatore Malfatti, Segretario Generale del Ministero Affari Esteri, il quale arriva nel giro di un quarto d’ora. § Nel frattempo concorda con il Prof. Nocilla le modalità legali per la consegna da farsi, a Losanna, attraverso l’Ambasciatore d’Italia a Berna. § Chiede che l’Ambasciatore a Berna, Rinieri Paulucci di Calboli Barone, venga convocato a Roma e, a seguito dell’osservazione dell’Amb. Malfatti che si poteva parlargli per telefono, saputo che io lo conoscevo bene, lo chiama direttamente e, senza fornirgli spiegazioni, gli da disposizioni di recarsi a Losanna con il suo Cancelliere il martedì successivo per incontrarsi con me e fare quanto gli avrei indicato. § Concorda con i presenti, per salvaguardare le disposizioni di massima segretezza dell’intera operazione, fino alla morte di Umberto II, di rivolgersi ai Carabinieri: il Presidente Fanfani chiama al telefono il Comandante Generale dell’Arma e gli chiede di organizzare il deposito a Roma. - Intorno alle 19,30 mi congedo dal Presidente Fanfani assicurandogli che avrei fatto il possibile per concludere l’operazione entro il martedì successivo e ricordo bene che lo stesso, avendo appreso da me delle gravissime condizioni in cui versava il Re Umberto, mi disse “Caro Solaro, faccia in modo che il tutto avvenga prima della morte di Umberto II e si ricordi che, se questo non dovesse avvenire, sarà solo colpa sua”. - Dopo aver definito meglio con il Prof. Nocilla gli aspetti legali da osservare, e predisposta una bozza di verbale di riconsegna, lascio Palazzo Chigi intorno alle 22. Viene deciso che, per garantire la massima regolarità, non avendo io alcun mandato scritto del Re, la parte formale sarebbe stata svolta da mio Padre nella sua qualità di Procuratore Generale di Umberto II, ed anche perché, non volendo coinvolgere l’Amministratore del Sovrano, era l’unico ad avere accesso al caveaudel Credit Suisse dove si trovavano le cassette. Domenica 20 febbraio. Il Presidente Fanfani mi fa pervenire una lettera indirizzata a mio Padre, quale Procuratore Generale del Re, confermando l’accettazione delle monete ed esprimendo la riconoscenza del Governo e del Paese per il gesto del Sovrano morente. Martedì 22. Alle nove mi incontro all’Hotel Palace di Losanna con l’Ambasciatore d’Italia a Berna, Rinieri Paulucci de Calboli Barone, che trovo abbastanza seccato per il modo in cui era stato trattato dal Presidente del Consiglio e, senza mezzi termini, mi dichiara che mai durante la sua carriera gli era stato chiesto di mettersi a disposizione di un “laico”, portando con se il Cancelliere Capo dell’Ambasciata, il sigillo e la ceralacca. Gli spiego tutto quanto era stato concordato a Roma ed i motivi, purtroppo molto tristi, che avevano richiesto l’adozione di una procedura di particolare urgenza con tempi brevissimi a disposizione. Con lui e con il Cancelliere mi reco al Credit Suisse, dove incontriamo mio Padre e l’Avvocato dello Stato addetto alla Presidenza del Consiglio, Raffaele Tamiozzo, accompagnato dal Colonnello dei Carabinieri Giovanni Danese, arrivati da Roma con l’aereo presidenziale. La consegna non richiede molto tempo in quanto io avevo preteso ed ottenuto a Roma che le cassette venissero aperte solo dopo la morte del Re, in mia presenza. Terminata l’apposizione dei sigilli ai due contenitori e la sottoscrizione del verbale da parte di mio Padre per la consegna, dell’Ambasciatore d’Italia per il ritiro, e dei due funzionari presenti, le cassette sono caricate sulla macchina dell’Ambasciata, vengono trasportate all’aeroporto di Ginevra e imbarcate sul DC9 presidenziale. All’arrivo a Ciampino le cassette vengono prese in consegna dal Colonnello Comandante della Legione Carabinieri di Roma e portate nella Caserma del Reparto Operativo di Via Garibaldi, dove concludono il loro periglioso peregrinare durato 37 anni da Roma ad Alessandria d’Egitto, a Cascais, a Ginevra e, finalmente, di nuovo a Roma. Il 25 febbraio, vedendo avvicinarsi la fine, i Figli organizzarono il trasporto del Genitore in Svizzera all’Hôpital Cantonal di Ginevra, e il 13 marzo i medici mi permisero di entrare nella Sua stanza per comunicargli l’avvenuta riconsegna delle monete; ricordo le poche parole che riuscii ad udire “Grazie… è la più bella notizia che potevi darmi” che mi confermarono, ancora una volta, che gli unici pensieri di quell’Uomo in fin di vita erano per il Suo Paese. Il Re Umberto II muore a Ginevra il 18 marzo 1983. La Sua ultima parola percepita è stata “Italia”. Il 21 dello stesso mese il Governo Italiano emette un comunicato ufficiale con il quale, dando notizia dell’avvenuta consegna delle due cassette di monete, ricorda la generosità del gesto compiuto dal Re prima della Sua morte. Il giorno 28 vengo convocato per l’apertura delle due cassette, che avviene alla presenza del Colonnello Ivo Sassi, Comandante della Legione Carabinieri di Roma, del Professor Damiano Nocilla, Capo dell’Ufficio Legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Dottoressa Silvana Balbi de Caro, Direttrice del Museo Nazionale Romano, Museo delle Terme, e di altri Funzionari del Ministero degli Esteri e dell’Avvocatura dello Stato. La storia non finisce ancora in quanto, una volta aperte le due cassette dalla Direttrice del Museo, Dottoressa Balbi de Caro, comincia l’esame delle monete seguendo il vecchio catalogo del Re Vittorio Emanuele III (Corpus Nummorum Italicorum) e, dove dovevano esservi delle monete d’oro, si trovavano solo delle bustine vuote. Dopo circa mezz’ora in cui, proseguendo nella ricerca, si continuavano a trovare bustine vuote, nell’imbarazzo generale, si decide di sospendere il trasferimento delle cassette dalla Caserma dei Carabinieri al Museo delle Terme, per riferire al Presidente del Consiglio. Io non potevo nemmeno considerare l’ipotesi che il Re Umberto avesse trattenuto le monete d’oro senza farmene cenno; comunque, dovevo arrendermi all’evidenza. Alcuni giorni dopo mi chiama personalmente al telefono il Presidente Fanfani, che aveva saputo del mio dramma da Nocilla, e mi informa che tutte le monete erano state trovate in una parte della cassetta dove, evidentemente, il Re Vittorio Emanuele le aveva raggruppate per la nuova catalogazione. L'allora presidente del consiglio, Alcide De Gasperi, inviò a Re Vittorio Emanuele III il seguente telegramma ad Alessandria d'Egitto per ringraziarlo della donazione.: SM Vittorio Emanuele - Alessandria d’Egitto ho letto al Consiglio dei Ministri la lettera con la quale VM annunciava la cessione della raccolta numismatica allo Stato italiano. Il Consiglio dei Ministri, il quale sa apprezzare tutto il valore del dono per la storia del nostro Paese, mi ha incaricato di esprimere a VM la gratitudine del Governo. Adempiendo a tale gradito incarico, La prego di accogliere i sensi del mio profondo ossequio. Alcide De Gasperi Finalmente, con la sottoscrizione di un ultimo verbale e con il trasferimento delle monete al Museo delle Terme, dove era conservato il resto della collezione donata dal Re Vittorio Emanuele III, finisce il mio coinvolgimento in una operazione fortemente voluta dal Re Umberto che mai aveva pensato di appropriarsi di quanto donato da Suo Padre al popolo italiano. Una decina di giorni dopo ricevetti una telefonata da Palazzo Chigi: il Presidente del Consiglio Fanfani mi comunicava che, a seguito di una valutazione del complesso dei beni da me riportati in Italia per conto di un Signore a cui la Repubblica aveva confiscato tutto il patrimonio, era stato appurato che il loro valore superava i venti miliardi di lire. Alla mia domanda se si conosceva il valore dell’intera collezione, il Presidente Fanfani mi disse che lo stesso superava i cento miliardi (anno 1983).
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  2. Buonasera, Volevo condividere questo bellissimo denario di Caracalla, battuto per la consacrazione del padre Settimio Severo. Al rovescio il classico disegno dell'aquila imperiale rivolta a destra con legenda Consecratio, mentre al dritto l'imperatore è rappresentato con la testa nuda e rivolto a destra, con la legenda Divo Severo Pio. Peso 2.92 g per 19.8 mm di diametro. Atexano
    3 punti
  3. DE GREGE EPICURI Esatto. Al rovescio la figura di ΔΙΚΑΙΟΣΥΝΕ, corrispondente greco di Aequitas.
    2 punti
  4. Ciao,moneta decentrata,comunque per me è un bronzo greco di Kremna in Pisidia. https://www.acsearch.info/search.html?term=Kremna+forepart++lion&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&currency=usd&order=0
    2 punti
  5. Che la moneta sia stata coniata ufficialmente risulta dalla documentazione presente in zecca e che avevo a suo tempo pubblicato sul libro " Stato e Collezionismo"... Precisazione doverosa: quella "Commissione" che lavorò all'inventario delle monete di cui alla nota 56 lavorò A GRATIS e forse per questo ci ha messo un quarto di secolo per produrre una relazione. In altre situazioni (compenso pattuito a parte) si sono redatte relazioni e libri su mostre e cose varie in tempi record. Le serie del 1940 in bella confezione (che pare non avesse neanche VEIII e ops, la moneta della Collezione Reale guarda caso non c'è più) venne data a persone che avrebbero dovuto restituire allo Stato (cosa che è stata fatta ad esempio per la prima serie in Euro, quando la Presidenza della Repubblica su "invito" riconsegnò alla zecca la serie in Euro). Ma la serie del 1940 conteneva pezzi oggi rarissimi, in metallo anche prezioso (oro e argento), coniate con i denari dello Stato e senza rendicontazione alcuna e a mio parere le confezioni dovrebbero stare TUTTE a mio modestissimo parere nella disponibilità dello Stato e non del Dirigente o funzionario di turno.
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  6. Ciao,potrebbe essere questo bronzo di Faustina II per Amastris in Paflagonia. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/4/5432
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  7. Quando viene a macare o meglio...è andato oltre.. un appasionato di numismatica, viene a mancare una parte di noi. Anche se non ci conosciamo fisicamente, ci conosciamo con i nostri scritti, saggi, libri, commenti e con tutto quello che accresce la nostra passione. Un sentito cordoglio alla Famiglia.
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  8. 5 anni fa (14 giugno 2020) @villa66 ci lasciava. L'ho citato, magari ci legge ancora..... 2025 Ricevuta oggi in resto, è l'unica moneta con questa data che ho avuto in mano sin dall'inizio dell'anno.
    2 punti
  9. Buongiorno e Buona domenica a tutti, complimenti, finalmente ha trovato casa, devo dire che anche io era da tempo che l'avevo in osservazione. Non mi convinceva perché la data non era leggibile, comunque una gran bella moneta. Sono d'accordo con @gennydbmoneyche possa essere 1622 per le motivazioni che spiegato. Saluti Alberto
    2 punti
  10. Le rarità del RIC si riferiscono alla presenza nei musei. Quindi la realtà è diversa... Arka # slow numismatics
    2 punti
  11. Complimenti, è una bella pubblica che avevo in osservazione da un po',l'unica cosa che mi ha frenato dall' acquisto è proprio la data fuori tondello a causa della decentratura però per il resto è un bel esemplare , inoltre ha una bellissima patina verde... L'ho osservata per lungo tempo,per me è un 1622 con probabilmente l' ultimo 2 coperto dal busto del Re... Mi spiego meglio,di questi difetti l' ho riscontrati progressivamente solo negli esemplari del 22,non sono a conoscenza di esemplari del 23 con questa caratteristica... Ecco perché la giudico una 22...
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  12. Secondo me è un'ottima idea. Almeno per me, che non compro monete slabbate... così evito proprio di perdere tempo. 😁 Arka # slow numismatics
    2 punti
  13. Ciao Pino,dovrebbe essere un ae4 Victoria Avggg di Teodosio I zecca di Lione (LVGP) . RIC IX Lugdunum 44c. Posto foto di un altra zecca. https://www.acsearch.info/search.html?id=1781962
    2 punti
  14. @Ale75 Thanks again for your fast and excellent help. On your request , I won't crop the foto's next time Regards, Ajax
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  15. DE GREGE EPICURI Credo sarebbe meglio rifiutarsi di commentare foto del genere.
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  16. Volevo segnalare una curiosità’ nella prossima asta ‘imperio numis’ numero 8 del 22 giugno a Porto (Portogallo) tra le categorie di monete, le monete in slab fanno categoria a sé. non seguo questa casa d’aste ma è la prima volta che vedo questo approccio Come se ci fossero degli acquirenti interessati solo allo slab, allora ‘agevoliamo la ricerca’ https://www.biddr.com/auctions/imperionumis/browse?a=5991&c=139499
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  17. Scarica pure tutte le foto e girale a chi meglio ritieni competente,ci mancherebbe! È stato postato per capire cosa fosse!!!buono o contraffatto che sia. Come avrai capito la storia postale non è il mio campo è ho solo da imparare, quindi grazie ancora x il tuo contributo!!!
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  18. The Union is dissolved! La questione dello schiavismo veniva da lontano, dagli anni rivoluzionari. Se, durante il periodo coloniale, la maggior parte degli americani aveva accettato lo schiavismo come una necessità economica, la Rivoluzione, con la sua accentuazione dei concetti di libertà e uguaglianza, aveva provocato in molti un'aperta condanna di questa istituzione. Negli anni, si era fatta sempre più marcata la differenza tra un Nord abolizionista (ma con calma), e un Sud, la cui economia prevalentemente agricola era basata soprattutto sul lavoro degli schiavi, apertamente e fortemente contrario a qualsiasi discorso libertario. La questione si era trascinata tra alti e bassi per decenni, fino ad esplodere nel 1860 con l'elezione, per la prima volta, di un candidato del Partito Repubblicano, dichiaratamente abolizionista, alla presidenza. Chi fosse questo Presidente lo sapete tutti, ma se oggi è unanimemente considerato il più grande che gli Stati Uniti abbiano mai avuto, all'epoca erano in pochi, anche nel suo stesso partito, a scommettere sulla sua capacità di affrontare una crisi così grave e senza precedenti. Durante la campagna elettorale del 1860, gli esponenti sudisti avevano ripetutamente detto che non sarebbero rimasti nell'Unione sotto un presidente repubblicano nordista, e puntualmente, il 20 dicembre 1860, poco più di un mese dopo l'elezione di Lincoln (6 novembre), quando mancavano ancora quasi tre mesi al suo insediamento formale alla Casa Bianca, il South Carolina, da tempo focolaio di secessionisti, in una convenzione di stato appositamente convocata, approvò, senza un solo voto contrario, un'ordinanza di secessione, che scioglieva "l'Unione attualmente esistente tra il South Carolina e gli altri Stati". E così il Charleston Mercury (Charleston è la più importante città del South Carolina, ma non la capitale), uscito in edizone straordinaria quello stesso giorno, poteva proclamare a caratteri cubitali: THE UNION IS DISSOLVED! Tra il gennaio e il febbraio 1861, altri sei Stati seguirono l'esempio: Mississippi, Florida, Alabama, Georgia, Louisiana e Texas. I sudisti erano convinti che non ci fosse nulla di rivoluzionario nella secessione, ma che essa fosse un diritto costituzionale. Questo principio era ben radicato nella dottrina dei diritti dei singoli Stati, che sosteneva che l'Unione era un accordo tra stati sovrani, riunitisi nel 1787 di loro spontanea volontà e che si riservavano il diritto di riprendere la loro indipendenza qualora lo avessero ritenuto necessario. Tuttavia, anche se questa teoria venne invocata per giustificare la secessione, lo scopo non era quello di esistere indipendentemente, ma di federarsi in una nuova Unione del Sud. Cosa che avvenne nei primi giorni del febbraio 1861, quando i delegati degli Stati secessionisti si riunirono a Montgomery, Alabama, dove stilarono una costituzione degli Stati Confederati d'America, e ne elessero presidente Jefferson Davis. Continua...
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  19. Film osé buona serata e buona settimana
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  20. @Giov60 Buongiorno, grazie per la risposta: se vuole, appena riesco, Le mando l'articolo che ho citato nel post precedente, così può verificare se effettivamente menziona il documento al quale faceva riferimento. Quanto alla seconda parte del Suo intervento ne condivido certamente il senso. Tuttavia, non credo di affermare qualcosa d'irragionevole se Le dico che lo scarso potere del mondo numismatico deriva anche dalla scarsa coesione di quest'ultimo (i.e. siamo pochi, divisi e spesso mossi da "interessi di bottega"). Sulla Nota 56, invero, mi sarei aspettato un'azione molto incisiva di SNI, NIP e via dicendo ma, nonostante gli anni ormai trascorsi, nulla di ciò è successo. Ci lamentiamo (giustamente) di non essere considerati nel modo corretto dagli interlocutori istituzionali per le questioni realmente importanti (che non sono i Convegni con applauso finale) ma cosa fanno le sigle che ho citato per provare a cambiare la situazione? Questo è il mio dubbio che Le sottopongo con piacere, stante la Sua autorevolezza e competenza. Un saluto cordiale e a presto.
    1 punto
  21. Io sono pessimista: ci sono stato questa mattina e non c'era quasi nessuno; e nemmeno i lavori utilizzati come scusa. Temo il peggio. Dovremmo essere noi cittadini numismatici a recarsi comunque, anche senza banchetti, in Armorari e ritrovarsi, nonostante l'ostilità dl Comune. Ricordo che Armorari negli anni '80 era frequentato anche nei giorni feriali. Storicamente è la nostra via!
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  22. Ciao,Ale se ti può essere utile,osserva la forma del tondello con concavità innaturale,cavalieri evanescenti e caricaturali,legende approssimative,fondi da fusione e per ultimo la impressione generale non confacente a monete originali.almeno per questo penso non ci dovrebbero essere dubbi
    1 punto
  23. Buongiorno, Condivido una rara moneta di Commodo battuta durante gli ultimi anni del suo regno. Si era fatto soprannominare l'Ercole Romano, e questo denario è il frutto di quella propaganda. Anche se circolata molto, la moneta presenta dettagli ancora apprezzabili; al dritto l'imperatore veste una testa di leone mentre al rovescio, all'interno di una corona e su tre linee, abbiamo la legenda Hercul Roman Augu divisa da una clava. Misure 2.11 g per 16.6 mm Atexano
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  24. Ho aggiunto delle foto, per comprendere meglio; a questo punto sembra essere davvero un "furbo" suberato. Che ne dite?
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  25. Ciao. Ti allego la mia Consecratio..........spero di fare cosa gradita. Un saluto a tutti gli amici. Mario
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  26. Così e' come dovrebbe essere visto il piego.. @Gapox gentilmente.. mi semplificherebbe molto un' immagine nitida in questa posizione di questa porzione del piego.
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  27. Iniziamo col dire che è il classico piego commerciale, nel lato sopra al centro dove manca quel lembo di carta vi era la sigillatura, era sicuramente un ostia di carta, addirittura con il nome della ditta mittente, che sigillava il piego, ne vediamo un pezzetto nella seconda immagine. La scritta che si vede nella seconda immagine ( Yvert 1994 su 'busta' 'frs' 150 ). e' un' annotazione.. YVERT e' il nome di un catalogo filatelico francese, 1994 e' l' anno del catalogo e su BUSTA FRS.. 150 e' il valore che dava il catalogo. SEGUE.........
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  28. Probabily,Faustina senior,drachm of alexandria with athena standing.Ale can be more exact
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  29. Molte tipologie non sono particolarmente rare quindi senza fretta le puoi trovare a prezzi più abbordabili di 100 euro. 20 euro per la tua sono un buon prezzo se non devi aggiungere commissioni e spedizione
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  30. Buongiorno @apollonia Errore "di saccenza" 🤣 ...è il seguente: 10° C... Si scrive 10 °C, lo spazio deve essere tra il numero e l'unità di misura, che è "°C"; l'autore ha inserito lo spazio tra i caratteri dell'unità di misura.. Saluti e buona domenica Carlo.
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  31. Già. E neppure dice nulla sulla disattesa interrogazione parlamentare. E non mi sembra una dimenticanza di poco conto. M.
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  32. Purtroppo io sono di parte ma questa serie insieme alla prima emissione di Napoli del 1858 sono effettivamente di fattura notevole. La serie di 7 valori con l'effigie di Ferdinando II del 1859 fu incisa dal celebre messinese Alojso Juvara che realizzò un'opera di elevato valore artistico e tecnico oltre che per la bellezza dei colori stampati. L'effigie del re fu racchiusa all'interno di una sottile cornice bianca, un vero quadro in miniatura, risaltandone ancor più il valore e l'importanza. Tale cornice venne contornata dalla scritta BOLLO DELLA POSTA DI SICILIA con in basso il valore in grana. La scelta dei colori utilizzati fu fatta con molta attenzione affinché fosse impossibile combinare un'affracantura tricolore, non voluta dai Borboni. Infine anche per l'obliterazione di tale serie fu creato un annullo particolare, detto a morsa di cavallo, su un disegno di Carlo La Barbera. Questo annullo permetteva di non deturpare l'effigie del Re e allo stesso tempo rendeva leggibile il valore stampato in basso sul bollo. Una serie indubbiamente bellissima. Complimenti a @Alan Sinclair e @marco1972 per gli esemplari postati
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  33. A mio avviso è un passaggio intermedio tra Santamaria coll. Butta (con beneficio del dubbio, vedi commenti precedenti) e Christie's 2011, poi NAC 157.
    1 punto
  34. Ciao @Atexanodenario che da quanto comunicano le foto ( l'aspetto generale ed il peso scarso sembrano dire questo) molto probabilmente suberato, non escluderei anche la cristallizzazione del metallo. Ma a prescindere da queste considerazioni, denario sicuramente coniato ai tempi di Commodo e non proprio comune. A me piace 🙂 ANTONIO
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  35. Salve,suberato?vedo affioramenti,se si dovresti neutralizzare.mio consiglio,comunque da valutare con moneta in mano
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  36. Segnatasse cifre al centro,, emesso il 1.9.1871 40c azzurro vale su busta piu' di 3000€. Avrei bisogno di foto nitida che comprenda tutti i bolli. ,... bisogna capire ora perché questo segnatasse e' li... Visto che è una tassazione. Potresti dirci da dove viene il piego, acquistato in negozio, mercatino, ritrovamento..o altro.
    1 punto
  37. Ecco perché non hai ancora risposte certe. Se vuoi il parere di un perito competente dovrai pur pagarlo? Scegli un perito nell'elenco nip preparato nella monetazione (nessuno può essere conoscitore di tutto) pagalo ed avrai risposta certa. Di certo se non vuole pagarli nessuno saranno sempre meno.
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  38. Come contributo, segnalo il Lotto 1242 da poco esitato durante l’asta n. 162 della Jean ELSEN & ses Fils s.a. (Belgio) del 13-14/6/2025. In questa asta è stata esitata, tra l’altro, la “Collezione J. Druart - Monete d’assedio e di necessità” costituita da 54 Lotti. Jacques Druart (Ecaussinnes-d’Enghien, 17/5/1944 ‒ Soignies, 7/6/2023) https://www.academia.edu/127475792/In_Memoriam_Jacques_Druart_Écaussinnes_dEnghien_17_5_1944_Soignies_7_6_2023_ Tra i lotti compare appunto il n. 1242 che così viene descritto di seguito: CHYPRE, sous domination vénitienne, Siège de Famagouste par les Ottomans (1570-1571), Cu bisante, 1570. D/ Lion de saint Marc à g., au-dessus de la date. R/ Inscription en quatre lignes sous un Amour volant à d. Schl. VIII, 14; Paolucci 107. 4,63 g. Rare. Traces de corrosion au droit. Catherine Cornaro, la dernière souveraine du royaume de Chypre, abdiqua en faveur de la République de Venise en 1489. L'île de Chypre passa ainsi sous domination vénitienne jusqu'à ce qu'elle fut conquise par les Ottomans sous le règne de Sélim II. Nicosie tomba le 9 septembre 1570 et Famagouste le 1er août 1571, après une résistance héroïque de plus d'un an. Alors que le traité de reddition garantissait la clémence des vainqueurs, le gouverneur Marcantonio Bragadin fut torturé pendant plusieurs jours et fut finalement écorché vif. La conquête de Chypre provoqua la mobilisation d'une importante flotte chrétienne à l'appel du Pape Pie V qui vainquit la flotte turque lors de la célèbre bataille de Lépante le 7 octobre 1571. Grading/Stato: Fine/Very Fine Allego le foto dell’esemplare dell’asta.
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  39. Buongiorno ragazzi, buongiorno @Ronak. Scusate se mi autocito. Io non ho parlato di alta conservazione, si può tranquillamente avere una raccolta in spl o in BB. Le monete devono piacerci, altrimenti perché comprarle? Ma sono sicuro che nessuno raccolga decimali in Mb o deturpate per piacere. Possono servire le basse conservazioni per imparare? Certo. Basta però vederle o toccarle; non si è costretti a prenderle. Frequentare convegni o le esposizioni prima delle aste dovrebbe essere il primo desiderio di un amante della numismatica. Non si finisce mai di imparare. Quindi ribadisco: vi piacciono così? Benissimo. Altrimenti si può passare, mettere via budget e trovare ciò che soddisfa. Mica sono beni di prima necessità per cui è comprensibile voler risparmiare. Se non arrivo a comprare ciò che mi piace semplicemente lo evito. Volevo semplicemente dirvi che arrivare a ciò che soddisfa attraverso degli upgrade richiederà più risorse rispetto che comprare la moneta "definitiva". Non credo di poter essere smentito. Buon weekend a tutti.
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  40. Recupero questa discussione alla luce dell’asta n. 162 della Jean ELSEN & ses Fils s.a. (Belgio) del 13-14/6/2025. In questa asta è stata esitata, tra l’altro, la “Collezione J. Druart - Monete d’assedio e di necessità” costituita da 54 Lotti. Tra i lotti compare il n. 1262 che così viene descritto di seguito: ITALIE, NAPLES, assiégée par l'armée espagnole, Cu 3 tornesi (pubblica), 1648. Au nom d'Henri de Guise. D/ HEN DE LOR DVX [REIP N] Écu couronné, inscrit SPQN. R/ PAX ET VBERTAS Trois épis noués à un rameau d'olivier. P.R. 3; Mailliet LXXXVIII, 2; M.I.R. 282. 7,58 g. Rare. Une révolte populaire éclata à Naples contre le régime de la vice-royauté espagnole en juillet 1647 et conduisit à la proclamation de la République napolitaine le 22 octobre 1647, avec le soutien du duc Henri de Guise qui reçut le titre de duc de la République en décembre 1647. La révolte de Naples s'acheva avec la conquête de la ville par l'armée espagnole le 5 avril 1648. Grading/Stato: Very Fine Allego foto dell’esemplare dell’asta. Jacques Druart (Ecaussinnes-d’Enghien, 17/5/1944 ‒ Soignies, 7/6/2023) https://www.academia.edu/127475792/In_Memoriam_Jacques_Druart_Écaussinnes_dEnghien_17_5_1944_Soignies_7_6_2023_
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  41. Prova con queste che ho trasportate in jpg... Ciao Illyricum
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  42. La Zecca di Charlotte continuò a coniare i dollari d'oro del primo tipo, il cosiddetto Liberty Head, fino al 1853: naturalmente, a partire dal 1850 tutti i rovesci furono close wreath. Il record di produzione venne toccato nel 1851, con 41.267 esemplari. Ma, quello stesso anno, a Philadelphia se ne coniarono più di 3 milioni, e 290.000 a New Orleans. Anche per queste monete la produzione di Charlotte fu sempre piuttosto limitata, non raggiungendo, in più di un'occasione, i 10.000 pezzi annui. Il minimo arrivò proprio alla fine, nel 1859, ultimo anno di Charlotte per la tipologia, quando le monete coniate furono appena 5.235. A quel punto i dollari erano quelli del secondo tipo, gli Indian Princess Head, che, come abbiamo visto nella precedente discussione, di "indiano" avevano ben poco. A Charlotte si incominciò a coniarli nel 1855, poi ancora nel 1857, e infine nel 1859. (foto da Heritage Auctions) I dollari d'oro continuarono a essere coniati nelle altre Zecche anche durante gli anni della guerra civile, ma per Charlotte la loro storia finiva lì... la nostra, invece, no petronius
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  43. Supponi correttamente, .. nella scrivania dello studio non va lasciata e bevuta nessuna bevanda e solitamente non vi invito nessuno all' infuori che sia persona esperta, se ci sono bambini in giro chiudo a chiave. 😒 Per il resto sono persona affabile, chiacchierona .... e mi prendo giro da solo con grasse risate, .. se la salute non mi da problemi mi piace mangiare e bere anche un pochettino di piu' del dovuto, ho molta passione per i cibi rustici e vini del contadino. Mi dispiace per il sassicaia.. bevo quasi esclusivamente vini sconosciuti con gli amici che non mi hanno MAI chiesto cataloghi in prestito. Alla fine delle libagioni apprezzo molto anche cognac, whiskey scozzesi, grappa e distillati vari. Hurra'.
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  44. Guarda,...quella santa donna di mia moglie gestisce ed ha accesso a tutta la casa piu' di me, l' unica cosa che non tocca e non spolvera e' la libreria filatelica e le mie pipe. 🧐
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  45. Penso che sia più come Artemide che tiene arco e freccia, una tipologia che s’incontra spesso a Perge di Panfilia. Uno degli Antonini, forse Commodo, il ritratto assomiglia molto al RPC 25009? https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/4/25009 Purtroppo la legenda non è leggibile, finisce con […] T CEBA. Dovresti restituire la libertà alla tua moneta, ma non credo che basterà.
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  46. Dovrei contare le mie perché non ricordo, ma non arrivo a 16/18 pezzi. Se riesco stasera faccio una bella foto di gruppo per l'occasione. Secondo me i tempi sono maturi per sottrarti qualche esemplare. O cercarne di proposte in vendita, vorrei una publice senza spendere troppo. Il problema è che la vorrei anche bella. Saluti Alberto
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  47. Ciao a tutti! Oggi - parafrasando il titolo di una mia altra discussione - vi mostro il mio ultimo arrivo: IPNIBA? AOORRA! Il tondello (perchè di moneta non si tratta) ha 30mm di diametro, 3 di spessore, pesa 11,30g Allora... vediamo di fare il punto della situazione. Intanto poi non ditemi che cosa NON È, a me piacerebbe sapere CHE COSA È! - Peso e diametro sono fuori range se paragonati ai dati delle emissioni ufficiali (40 Lire/26 mm, 20 lire/21,5 mm, 5 lire/37 mm) - il metallo non è magnetico, è dorato come lo vedete in foto - le scritte (a parte "5 lire italiane") sono di fantasia, lettere latine ma orientate arbitrariamente, quasi artisticamente solo in basso non sono speculari, L'altro lato perde la simmetria - solo la figura dell'Italia è centrata, ma i due blocchi di lettere sono "radar" Il confronto con la mia moneta: sono proprio simili. per chiudere il bordo, per un momento ho addirittura pensato che fosse un sandwich con un messaggio segreto nascosto all'interno: ====== Idee? Non credo sia nata come un falso, anche se all'epoca non tutti sapevano leggere. Una prova ante serie ufficiale? Un incisore che si voleva esercitare? Un gettone alla Rechenpfennig di Lauer? Il venditore estero, che me la ha ceduta come "non originale", ha altri lotti di gettoni e monete mondiali vecchie, nuove ed antiche, il tutto mischiato un po' alla rinfusa. Grazie per ogni spunto! Njk
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  48. M'immagino lo stupore dei giocatori di prestigio dell'Altra Dimensione: aprivano il doppio fondo per prendere la moneta e quella era scomparsa davvero perchè era arrivata nella nostra dimensione.
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  49. Salve a tutti, vi chiedo aiuto nell’identificazione della moneta qui sotto. Peso 7,43g. Più che altro qualche idea, il retro è completamente illeggibile. Si intravede solo la sagoma dell’effige del sovrano.. chiunque abbia un’idea. Grazie in anticipo
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