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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/01/25 in tutte le aree
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Questo lo appoggio qui. È redatto dal perito che ha certificato gran parte degli artefatti al momento in commercio. Direi che la discussione può considerarsi conclusa. Una grande vittoria per il collezionismo, quello vero. Complimenti a tutti noi.7 punti
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Tanti anni fa un nonnimo mi insegnò le basi della filatelia. Io ero un ragazzetto e lui un vicino di casa con la passione filatelica. Mi regalò il mio primo catalogo e mi insegnò i concetti base di questo mondo. Aveva anche qualche spicciolo del regno che mi regalò e da lì nacque anche l'altra passione. Quando poi mancò (ormai sono cmq passati molti anni) lasciò la collezione di Repubblica nuova ai figli (all'epoca ci si poteva fare qualche milioncino di lire). Qualche mese prima di morire (era malato e lo sapeva), però, mi chiese di passare da lui e mi regalò tutti gli altri suoi francobolli (circa un migliaio suddivisi tra Germania e Jugoslavia) sapendo che in questo modo sarebbero rimasti nelle mani di una persona che li avrebbe apprezzati. Ancora oggi, quando sfogliando un album trovo un suo francobollo, mi ricordo di lui e del tempo che mi ha dedicato.6 punti
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Amici della filatelia, buon inizio settimana ! Oggi concludo con l'ultimo stato antico, il Regno di Sardegna. Note di storia postale : dopo il Lombardo-Veneto, la Sardegna fu il secondo antico stato italiano che emise francobolli. Il I° Gennaio 1851 furono emessi tre valori, da 5 - 20 e 40 centesimi, corrispondenti alle tariffe più in uso. Il soggetto era il medesimo e si ispirava al Penny Black britannico, con Vittorio Emanuele II° invece della regina Victoria : le scritte necessarie, il valore in cifre ed in lettere e, al centro, il profilo del re, ricavato dalle monete d'oro da 10 e 20 lire allora in corso. I colori scelti furono il nero, l'azzurro ed il rosa. Tra il 1851 ed il 1855 le emissioni di francobolli furono ben 4, di cui 3 in rilievo e tra le più belle, originali ed intriganti, non solo in Italia, ma nel mondo. Un vero record, specie considerando che il francobollo era agli esordi e serviva solo per affrancare. Il francobollo oggi presentato è una prima emissione del 1851, un 20 centesimi azzurro con annullo a rombi rossi, su stampa litografica in colore su carta a macchina bianca, fogli da 50 esemplari. Sul retro le firme dei periti filatelici G. Colla, S. Sorani e G. Bolaffi, ( più un'altra non identificabile ), Sassone 2. Grazie per l'attenzione.5 punti
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Buongiorno a tutti. @Asclepia, @Litra68... In questi tre anni la famigliola dei 9 Cavalli è aumentata . Eccoli in una foto di gruppo, gettati letteralmente sul pavimento 😁 Voi avete aggiunto qualche pezzo alla vostra raccolta?5 punti
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Ciao, dal peso e diametro da te indicati si tratta di un sesterzio. Molto probabilmente dell'imperatore Adriano ( mi sembra si intraveda la sua caratteristica sagoma sulla moneta, vedi foto) con la personificazione di Nettuno sul rovescio ( le due lettere che hai evidenziato e la sagoma tratteggiata dovrebbe confermarlo). Posto foto di sesterzio stessa tipologia per catalogazione 🙂. ANTONIO4 punti
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Esatto, ogni perito che lo valuta appone la propria firma ___________ E anche per questo Stato aggiungo qualche esemplare. Prima emissione Seconda emissione Terza emissione Quarta emissione Francobolli per stampati3 punti
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Propenderei anche io per una R più piccola sulla quale hanno ribattuto una R più grande, ma non trovo riscontro nella lunghezza delle stanghette che si vedono sopra la R grande e su quella dell'ipotetica gambetta obliqua, mi sembrano troppo grandi per una R di dimensioni ridotte, se notate hanno la stessa lunghezza di quella grande. Potrebbe essere, dato che ci sono più pezzi simili in giro, che abbiano messo un carattere per sbaglio e poi resisi conto dell'errore abbiano rimediato con una seconda battitura, i carattteri venivano battuti singolarmente all'epoca, se non sbaglio. oppure potrebbe essere una R normale che si è spezzata nella parte superiore e che sia salita leggermente per poi essere ribattuta in un secondo momento. Un caro saluto.3 punti
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Salute sarà in distribuzione agli abbonati, nei prossimi giorni, il n°418 di Panorama Numismatico di luglio/agosto 2025 Vi anticipo gli argomenti trattati e la copertina: Gianni Graziosi, Cartoline numismatiche del tempo che fu, seconda parte – p. 3 Andrea Keber, I ferlini, Giulio Savorgnan e le mura cipriote di Nicosia – p. 13 Maurice Cammarano, Seconda integrazione al Corpus Luiginorum 2020. Memoria XXXVII – p. 21 Riccardo Martina, La medaglia di Gregorio xiii per la strage degli Ugonotti – p. 29 Giovanni Franchi, La rappresentazione di opere d’arte sulle monete della Repubblica Italiana. La graduale affermazione dell’arte nella monetazione italiana recente, seconda parte – p. 43 Recensioni – p. 57 Notizie dal mondo numismatico – p. 58 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 632 punti
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Salve a tutti. Ho il piacere di segnalare la recentissima uscita di un mio saggio scientifico dal titolo Aspetti politico-economici della guerra nel Medioevo: il caso di un singolare follaro salernitano, apparso in "Rassegna Storica Salernitana", 83, n. 13 (giugno 2025), pp. 69-103: (2) Raffaele Iula, "Aspetti politico-economici della guerra nel Medioevo: il caso di un singolare follaro salernitano", in "Rassegna Storica Salernitana" 83, n. 13 (giugno 2025), pp. 69-103. Dopo un'approfondita disamina dei meccanismi della guerra nel Medioevo, con particolare attenzione all'ambito dell'Italia meridionale, e dei suoi legami con le ottiche economiche del guadagno e del bottino, mi sono soffermato, nella seconda parte dell'elaborato, sull'iconografia del cavaliere normanno apparsa su di un particolare follaro emesso a Salerno e finora oggetto di numerose attenzioni da parte degli studiosi di settore (si tratta del discusso follaro tipo Travaini 1995, n. 28). A seguito di una minuziosa indagine, condotta dal sottoscritto anche grazie all'ausilio di un nuovo esemplare di tale follaro, che presenta una variante inedita nella legenda di rovescio, si è giunti alla conclusione in merito alla corretta attribuzione di questa moneta, alla sua datazione e al suo inquadramento storico. Si tratta di un periodo centrale per la storia del Mezzogiorno, in cui le ultime imprese italiane di Roberto il Guiscardo (1077-1085) si intrecciarono con i destini storici di papa Gregorio VII (1073-1085) e di Salerno quale capitale del Ducato di Puglia. Spero che questo mio lavoro incontri il vostro interesse: buona lettura!2 punti
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Una bella e più recente rappresentazione dei 2 grandi Santi, l'ultima in una moneta Pontificia, è presente nello scudo 1830 di Pio VIII. Questo esemplare, coniato a Bologna, non appartiene alla mia collezione ma ritengo opportuno mostrarlo. La moneta è opera di Karl Voigt. Riprendo da un mio articolo su Panorama Numismatico dell'agosto 2020. "Verso fine dicembre 1829 il direttore della zecca di Roma Francesco Mazio comunicò che il papa, esperto numismatico, aveva infine deciso di soprassedere al concorso per la nuova monetazione, mettendo sotto contratto Karl Voigt, artista che da tre anni lavorava a Roma (ove era conosciuto genericamente come il “prussiano”, essendo originario di Berlino). Questi sarebbe comunque ripartito per Monaco nella primavera successiva, avendo ottenuto l’incarico di incisore presso la zecca reale bavarese, ma non prima di aver approntato 4 matrici ed 8 conii (e cioè 4 per ciascuna zecca) del nuovo scudo, il quale avrebbe avuto le stesse dimensioni (ma non il peso) della moneta da 5 franchi e si sarebbe dovuto coniare con il metodo della virola; il taglio, previsto inizialmente come coniato tramite “cuscinetti” al contornitoio, fu in seguito ottenuto tramite semplice rigatura della ghiera. È evidente come il pontefice volesse adeguare la propria monetazione agli standard qualitativi internazionali, abbandonando il vecchio sistema reintrodotto con la Restaurazione." Ex Heritage 3035 (2014) , lotto 310612 punti
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Per “crepe” cosa intendi? Fratture del tondello (il tondello della moneta è spaccato), o fratture di conio (sul tondello ci sono delle linee in positivo)? In ogni caso questi difetti potevano presentarsi su queste tipologie. Onestamente eviterei di prendere una moneta con una frattura del tondello (almeno per queste tipologie ottocentesche), mentre le fratture di conio sono difetti più contenuti. Entrambi i difetti influiscono sul valore commerciale. Ovviamente la frattura del tondello, essendo più invasiva, influisce in maniera maggiore sul valore economico. Comunque se riesci a postare una foto sarebbe meglio2 punti
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L'EPOCA DEI GRACCHI Con l’annessione dell’ex impero cartaginese e della Macedonia Roma subì le conseguenze del cambiamento sociale: le guerre continue, cui erano chiamati a partecipare tutti i cittadini (eccetto i nullatenenti), portarono all’impoverimento del ceto contadino, costretto a lasciare i terreni incolti per anni; peraltro, i piccoli agricoltori non potevano competere con i bassi prezzi delle derrate provenienti dalle province (Sicilia, Sardegna, Africa). Nuovi “proletarî” si riversarono quindi per le strade di Roma, alla ricerca di mezzi di sostentamento. Una testimonianza delle difficoltà di questa nuova classe sociale sono due monete (RRC 242/1 e 243/1) emesse nel 135 e nel 134 a.C. da monetieri della gens Minucia[1]. Esse rappresentano entrambe, al rovescio, la colonna Minucia (monumento antichissimo, eretto da quella gens) e due figure in piedi di cui la prima distribuisce pagnotte, l’altra regge il lituo (bastone rituale degli àuguri). Sappiamo che la colonna Minucia era il luogo presso cui avvenivano le frumentationes (distribuzioni di pane o grano ai poveri), alcune delle quali erano state attuate nel 492 e nel 491 a.C., a opera di due consoli appartenenti alla gens Minucia[2]; le monete, quindi, commemorano quell’evento, con l’evidente intento di sollecitare la ripresa delle frumentationes. È, questo, un perfetto esempio di come fu usata l’iconografia monetale durante la Repubblica: formalmente, venivano commemorati eventi del passato; nella sostanza, tuttavia, si celebrava il retaggio della propria gens e, nel frattempo, si veicolava spesso un messaggio politico di stretta attualità. _______________________ La più giovane delle figlie di Scipione l’Africano, Cornelia[3], donna colta e determinata, sposò Tiberio Sempronio Gracco (il propretore che nel 179 aveva inflitto una prima sconfitta ai Celtiberi), avendone due figli, Tiberio (che, come d’uso, ebbe lo stesso nome del padre) e Gaio. Rimasta vedova e chiesta in sposa dal re d’Egitto, Tolomeo VIII Evergete Trifone, rifiutò per dedicarsi all’educazione dei figli. Tiberio, determinato a porre un rimedio all’impoverimento dei piccoli agricoltori, si fece eleggere tribuno della plebe nel 133 a.C. e, in questa veste, propose una legge che fissava a 500 iugeri (estensibili sino a 1.000 in caso di figli a carico) il limite dell’ager publicus che ogni singolo poteva possedere, per contrastare l’accaparramento che ne avevano fatto i grandi latifondisti; i terreni così recuperati sarebbero stati distribuiti ai cittadini più poveri in lotti di 30 iugeri. I suoi oppositori politici convinsero un altro tribuno, Marco Ottavio, a opporgli il veto, ma allora egli lo fece destituire dagli stessi elettori; la legge agraria fu approvata e della commissione di triumviri incaricati di curarne l’attuazione fu chiamato a far parte anche suo fratello, Gaio. _______________________ Quello stesso anno morì, nel lontano regno di Pergamo (che, come visto, da 80 anni era un fidato alleato di Roma), il re Attalo III. Il sovrano non aveva avuto figli e, temendo che il suo fiorente regno potesse essere conquistato dal ben più potente regno di Siria, decise così di fare un regalo ai suoi sudditi lasciandolo in eredità al popolo romano; si ripeteva, a distanza di due secoli, un’iniziativa simile alla deditio di Capua. Trattandosi però di un’eredità, doveva essere accettata dal Senato, alcuni membri del quale espressero perplessità sull’opportunità di annettere una terra così lontana; ne seguì un temporaneo vuoto di potere, di cui approfittò un fratellastro di Attalo, tale Aristonico, che si autoproclamò re con il nome di Eumene III. Attalo III tuttavia non aveva lasciato solo il trono al popolo romano, ma anche le sue immense ricchezze; quando si seppe Tiberio Sempronio Gracco propose di distribuirle ai nuovi piccoli proprietari terrieri, per consentire loro di acquistare l’attrezzatura necessaria per coltivare. Fu troppo per la nobiltà (che evidentemente aspirava a far proprie quelle stesse ricchezze), la quale lo accusò di aspirare alla tirannide; Tiberio fu allora ucciso durante un tumulto di piazza, appositamente scatenato. Si trattò di un momento cruciale nella storia di Roma: per la prima volta divenne plateale che i politici ritenevano ammissibile far uccidere i proprî avversari, quando non riuscivano a fermarli in modo legale. Le guerre civili del secolo successivo e l’instabilità del trono imperiale in quelli ancora seguenti iniziarono così. Malgrado questa violenza, comunque, i Romani rimasero ossequiosi della legge e la riforma agraria voluta da Tiberio fu portata avanti. _______________________ Nel frattempo,. la rivolta di Aristonico fu domata e nel 129 a.C. Roma decise di annettere il territorio del disciolto regno di Pergamo come provincia d’Asia, la cui capitale fu spostata a Efeso (città non più esistente). Una testimonianza monetale del processo di progressiva romanizzazione del regno di Pergamo è rappresentata dai cosiddetti “cistofori”: tetradracme (monete d’argento da quattro dracme, del perso di oltre 12 g) recanti al dritto una cesta (da cui il nome) con serpenti, simbolo di riti dionisiaci, e al rovescio due serpenti attorcigliati attorno a una faretra. Furono emessi a Pergamo a partire dal 200 a.C. e si diffusero rapidamente in tutta l'Asia Minore, diventando così la moneta con cui si effettuavano i commerci in Asia. Molti di essi riportano la data (espressa secondo un conteggio locale) ed è stato così possibile verificare che continuarono a essere ininterrottamente emessi, anche dopo la costituzione della provincia d’Asia. Inoltre, dopo alcuni anni comparve su tali monete il nome del magistrato romano che ne aveva disposto l’emissione. I cistofori si pongono così come uno dei più begli esempî di monetazione provinciale repubblicana. _______________________ Gaio Sempronio Gracco fece ritorno a Roma nel 124 a.C., dopo essere stato pretore in Sardegna, e ottenne per due anni di seguito (123 e 122) l’elezione a tribuno della plebe. Decise di proseguire l’opera del fratello e ne allargò la portata, proponendo una lunga serie di leggi che miravano a contenere la prepotenza dei nobili e a migliorare la vita delle classi meno agiate. Fra le altre, fece approvare una lex frumentaria che disponeva (come auspicato nei denarî della gens Minucia) la ripresa delle frumentationes presso la colonna Minucia. Nel 122 commise però un passo falso: propose di estendere la cittadinanza romana ai Latini e quella latina agli Italici, per consentire anche a loro di accedere ai benefici che tale status giuridico permetteva; questa iniziativa gli fece perdere il favore della plebe, gelosa dei proprî privilegi (fra cui le frumentationes). La nobiltà ne approfittò: nel 121 scoppiarono una serie di disordini, probabilmente fomentati dai senatori stessi, e di conseguenza il Senato adottò, per la prima volta nella storia, un senatus consultum de re publica defenda, ossia un provvedimento che, pur avendo in teoria efficacia solo consultiva (essendo appunto un consultum), di fatto autorizzava i magistrati a uccidere cittadini romani per difendere l’integrità della Repubblica. Avendo capito di non avere speranza di sopravvivere alla violenta repressione che ne seguì, Gaio incaricò un suo stesso servo di togliergli la vita. _______________________ Nel 125 a.C. i Salluvi, tribù dei Liguri (antico e bellicoso popolo pre-indoeuropeo), aveva attaccato Massilia (attuale Marsiglia), colonia greca che godeva di un’amicizia storica con Roma (aveva cercato anche di fermare l’avanzata di Annibale verso l’Italia). Roma intervenne allora a difesa della città e sconfissero prima i Salluvi, poi gli Allobrogi, fiera popolazione celtica che ne aveva preso le difese. Per celebrare la vittoria nel 119 a.C. fu emesso un denario, RRC 281/1, da parte di tale Marcus Furius Philus "figlio di Lucio" (la firma sulla moneta è infatti M. FOVRI. L. F. al dritto, PHILI al rovescio); probabilmente suo padre era il console 136 a.C., veterano di Numantia. La moneta reca al dritto una bella rappresentazione di Giano; al rovescio è invece raffigurata una dea, esplicitamente identificata in Roma da una didascalia (posta alla sua destra), che pone una corona d’alloro sopra un trofeo d’armi. Le armi, a loro volta, sono chiaramente galliche, come dimostra la foggia degli scudi rettangolari e, ancor di più, la presenza di due carnices: il carnyx era infatti una tromba da guerra, a forma di testa di serpente o dragone, ed era usata dagli eserciti celtici. Il territorio sottratto ai Salluvi e agli Allobrogi (corrispondente alla porzione meridionale dell’attuale Francia) fu annesso alla Repubblica, per realizzare un collegamento terrestre tra l’Italia e le province in Hispania, e nel 121 a.C. divenne la nuova provincia della Gallia Transalpina (talché ancora oggi si chiama “Provenza”, da “provincia”). Nel 118 a.C. vi fu fondata una nuova capitale, la città di Narbo Martius (attuale Narbona), che per la sua importanza ottenne il prestigioso status giuridico di colonia di diritto romano (la prima, di questo tipo, dedotta oltralpe): era cioè, formalmente, un “quartiere” distaccato di Roma stessa. Di conseguenza, la provincia fu ridenominata Gallia Narbonensis. In occasione della deduzione della colonia e, probabilmente, proprio per pagare le spese connesse con essa fu emessa, probabilmente proprio nel 118 e presso una zecca sita a Narbo, una serie monetale ad hoc, la RRC 282. Si tratta di cinque denarî serrati[4] accomunati dalla medesima iconografia (la testa di Roma al dritto e un guerriero gallico su biga, munito di lancia, scudo e carnyx, al rovescio) e dalla firma, al rovescio, L. LIC. CN. DOM, ossia Lucius Licinius Crassus e Gnaeus Domitius Ahenobarbus. Sappiamo che il primo aveva caldeggiato la deduzione della colonia contro l’opposizione del Senato, l’altro aveva fatto costruire la prima strada romana della Gallia, la via Domitia, per collegare la nuova colonia all’Italia; è probabile che firmassero le monete in quanto duoviri coloniae deducendae. Al dritto, invece, le cinque monete si distinguono perché recano cinque firme diverse (una per moneta)[5]: sono sicuramente i nomi dei magistrati monetarî (che forse nell’occasione avevano l’incarico di curatores denariorum flandorum). _______________________ Terminava così l’epoca dei Gracchi e diveniva evidente che il potere dell’oligarchia nobiliare si fondava ormai solo più sulla violenza, non sul consenso. È forse per questa ragione che poco dopo fu emesso l’ultimo denario anonimo (privo, cioè, della firma del monetiere), RRC 287/1, datato 115- 114 a.C.: si tratta di una moneta bellissima, quasi malinconica, che rievoca Roma così com’era alle origini. Al dritto è raffigurata la testa di Roma; al rovescio compare la medesima dea, seduta su un mucchio di scudi con una lancia in mano, che ammira gli eventi connessi con la sua stessa nascita: la lupa che allatta i gemelli e, in volo, i due avvoltoî che diedero a Romolo il presagio ritenuto propedeutico alla fondazione. NOTE [1] La prima è firmata C.AVG, Gaius Augurinus, la seconda TI. MINVCI. C. F AVGVRINI, Titus Minucius Gai filius Augurinus. Forse erano fratelli. [2] Nell’iconografia, quindi, il soggetto che distribuisce il pane è uno di tali consoli; quello col lituo è probabilmente un altro appertenente alla gens, Marco Minucio Feso, che era stato, nel 300 a.C., un dei primi àuguri plebei. [3] Dei tre nomi previsti per gli uomini romani (praenomen, nomen ed eventuale cognomen o cognomina) le donne ne ereditavano dal padre uno solo, il nomen, declinato al femminile (Cornelia, Giulia, etc.). [4] Si definiscono “serrate” alcune monete con il bordo dentellato che Roma emise in alcuni momenti della sua storia. È discussa la ragione di tale espediente; forse, per ridurre i rischi che il metallo si rompesse quando riceveva il colpo del conio di martello. [5] M. Aurelius Scaurus su RRC 282/1, L. Cosconius su RRC 282/2, C. Poblicius Malleolus su RRC 282/3, L. Pomponius su RRC 282/4, L. Porcius Licinus su RRC 282/5. ILLUSTRAZIONI Denari RRC 242/1 e 243/1 del 135 e 134 a.C. Cistoforo catalogato Stumpf 38 e datato 57-55 a.C. La legenda al rovescio comprende, in alto, il nome del proconsole, in caratteri latini (C. SEPTVMI T. F. PRO COS.); in basso, quello del monetiere, in caratteri greci (ΜΗΝΟΓΕΝΗC); a sinistra, la sigla ΠΕΡ in monogramma (Pergamo, luogo di emissione). Si noti l’uso dei due alfabeti diversi, chiara testimonianza della doppia natura della monetazione provinciale, che è sì “romana”, ma anche “locale”. Denario RRC 281/1 Denari RRC 282/2 e 282/5. Si noti che il primo porta il simbolo di valore X, il secondo Ж; evidentemente erano ormai ritenuti equivalenti Denario RRC 287/12 punti
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Grazie mille, il dubbio era nato anche dal prezzo ridicolo che avevo pagato, 20 euro mi sembravano pochini, evidentemente ho fatto l'affare...2 punti
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Ciao, da quanto comunicano le foto anche a mio parere il denario dovrebbe essere autentico. Sono da tempo alla ricerca di un esemplare per questo imperatore e ho visionato tanti denari con peso intorno ai 2,5 gr. ed in condizioni generali sia d'usura che del tondello migliori del tuo. Il diametro per i denari di Clodio Albino spesso e intorno ai 16/17 mm quindi inferiore alla norma. Il peso, per quanto detto sopra, non costituisce una discriminante per la sua autenticità ( vista l'irregolarita del tondello a cui sembra essere anche saltato un pezzo) 🙂. ANTONIO2 punti
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Queste erano (sono) buste distribuite dal PNF ai militari e ne usufruivano anche i parenti, viaggiavano o in franchigia oppure se da parte di parenti, affrancate, questa è nuova mai usata2 punti
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È proprio qui che sta il nocciolo della questione. Se io compro un telefonino so benissimo che tra 5 anni varrà meno della metà, lo stesso se compro un'auto. Ma li compro li stesso, li utilizzo e ne traggo utilità e piacere. Lo stesso vale per un pezzo che metto in collezione. Non lo compro per rivenderlo, lo compro perché mi piace, mi fa passare del tempo con una mia passione. Il denaro è l'ultimo pensiero anche perché per rivendere la mia collezione dovrei proprio essere alla fame. Questa fa parte di me! Non compro per rivendere, non compro per fare affari, compro (quello che posso permettermi e senza mai fare follie) per una mia passione!!!2 punti
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Personalmente, da amante della storia, ho sempre apprezzato l'aspetto storico sia dei francobolli che delle monete. Sono sempre stati un modo per toccare con mano il passato vicino o lontano. L'aspetto economico è sempre stato secondario e tutto quello che ho raccolto nel tempo non l'ho acquistato per calcoli economici, ma per il piacere e le sensazioni che mi ha trasmesso. Il tempo che ho passato con questi oggetti è stato ampiamente ripagato dal loro costo. Se vado a vedere uno spettacolo pago il biglietto, analogamente la passione collezionistica ha un costo. E sinceramente la ricerca di pezzi di pregio elevatissimo con conservazioni fdc nelle numismatica o di primissima scelta nella filatelia non sono il mio obiettivo. Anche pezzi di qualità media infatti riescono a trasmettermi quelle sensazioni storiche, culturali e artistiche che sono alla base del mio colezionismo. Tra vent'anni varranno meno? E chi se ne frega. Io ho fatto il mio percorso e ne ho tratto piacere. Io valore non è la molla del vero collezionista; è la molla di un investitore! Buona collezione a tutti (e se i prezzi dei francobolli scendono, meglio perché così potrò permettermi pezzi che in passato avrei ritenuto inavvicinabili)2 punti
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Sulla siliqua e la terminologia monetale nel tardo impero molto utile è questo testo di Filippo Carlà: https://www.academia.edu/197009/Il_sistema_monetario_in_età_tardoantica_spunti_per_una_revisione2 punti
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La prima iconografia di Sede Vacante che vede i due Santi raffigurati è il Giulio del Camerlengo Armellini S.V. 1521 Quella a me più cara è questa rappresentazione dei busti dei due Santi in questo Rarissimo testone della S.V. 16051 punto
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Anche durante la Sede Vacante sono state coniate monete con i due Santi rappresentanti insieme.....in particolare in questo Testone S.V. 1605 abbiamo 2 varianti utilizzate anche nei testoni "papali". Notare S.Paolo che guarda S.Pietro con la spada nella mano destra e il libro sotto il braccio sinistro mentre nell'altro tipo sguardo frontale con spada nella mano sinistra e libro a destra.1 punto
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Salve,normalmente i sesterzi primo periodo,per intenderci quelli di largo modulo sono regolarmente tondi,quelli di zecche non Roma o sesterzi di barra ,essendo tagliati da lingottini di bronzo hanno quella forma e molte volte la non accuratezza era dovuta a zecche itineranti al seguito delle legioni,qualcuno sarà più tecnico1 punto
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Complimenti @Alan Sinclair per lo splendido francobollo.1 punto
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Ciao Ale,l'avevo notata ma non mi ci raccapezzo,ribattitura bizantina?1 punto
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Il fatto che siano congenite non significa che debbano esserci per forza.1 punto
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Salve,intanto chiedo a un siculo @Antonino1951 se magari ne sa qualcosa 😁, e poi chiederei a @g.sidoti se può fare altre foto magari meno illuminate per provare un identificazione perchè intravedo delle lettere.1 punto
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Io ne ho una 40ina che erano estremamente incrostate di ossido verde. Le sto gestendo con acqua demineralizzata e una spazzolatina delicata ogni tanto... Man mano che compare qualcosa ceco di identificarle...1 punto
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Le firme in basso a destra generalmente sono associate a francobolli usati con annullo. Per i numeri non ti so dire, purtroppo non ho sottomano nessun libro per verificare se sono numeri di catalogo.1 punto
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Mi sembra di capire sia una frattura superficiale. Comunque la foto puoi postarla. Anche perchè, senza di essa, tutto rimane molto vago1 punto
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À LLE su B e R ante, giovanili miti = all'esuberante giovan i limiti. Buona serata! Chiedo scusa. Non mi ero accorto che già c'era la soluzione.1 punto
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Salve@azaad,ti ringrazio.ne possiedo uno che mi ha sempre incuriosito che presenta le seguenti caratteristiche:peso 0.49,diam.int.0.7 ed esterno 1,5.la m e la croce senza puntini.se interessante quando mio figlio è libero cerco di postarlo.Nino1 punto
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Buonasera a tutti, complimenti @Rocco68bel gruppetto, spicca anche l'ultimo entrato VI. Io sto fermo ai miei 27 esemplari, molti potrei definirli doppioni ma non riesco a separarmene. Ho tutti i millesimi e qualche variante. Qualcuno andrebbe migliorato ma non ho fretta. Saluti Alberto1 punto
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Fa veramente piacere leggere (magari usando una perifrasi): "Signori scusate, ho sbagliato!". Questo comunicato (e il relativo articolo che dovrebbe uscire) da uno scossone enorme alle miriadi di banconote "varianti" che hanno circolato in questi anni. Spero che l'appello a colleghi, negozianti e case d'aste venga ascoltato e messo in atto. Un plauso a chi si è prodigato mettendo tempo, sacrificando banconote, rischiando litigi con la moglie (!!) e mettendoci la faccia ha portato avanti questa battaglia. Personalmente ho nell'armadio dei solventi puzzolentissimi pronti all'uso, ma devo aspettare che mia moglie si distragga!!1 punto
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Ciao @Carlo., certo, il prossimo giro sarà sugli stati europei. Questo ultimo esemplare l'ho tenuto per ultimo, a mò di botto 😆. E' molto bello e per via dell'effige del re, mi ricorda molto le monete, ha un solo difetto : è piuttosto costoso 🤣1 punto
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complimenti @Alan Sinclair! siamo arrivati all'ultimo stato, ma spero solo per "questo giro". bellissimo anche l'annullo: anche se copre quasi tutto il francobollo, nella sua regolarità non da fastidio e consente di apprezzare comunque i dettagli.1 punto
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Riconosco il coraggio e l'umiltà di Ardimento nell'ammettere le proprie responsabilità anche se resta la sensazione che, senza la campagna di demistificazione fatta negli ultimi anni (non giorni, non settimane, non mesi, ANNI!) dalla comunità dei collezionisti, tutto ciò non sarebbe mai venuto a galla ma, al contrario, saremmo stati tutti sommersi da una marea di tarocchi slavati e ritruccati. Speriamo davvero che tutti, a questo punto, decidano di sposare la causa dello "spirito etico" richiamato da Ardimento: sarebbe davvero ora!1 punto
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Salve,anche il rovescio presenta la stessa rottura di conio ai piedi della felicitas ed è tutto dire.al dritto lettere un pò diverse per usura o colpo più o meno debole,ma sostanzialmente credo uguali1 punto
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Ciao Alan, grazie per aver pubblicato quanto sopra, lo avevo visto ma non ero stato capace di inserirlo. Da lì ci si arriva a trovare anche tante notizie sulla Badia di Cava e la sua storia millenaria, oggi museo di Stato. Ciao Carlo, tutto potrebbe essere, ma credo che sarà difficile dimostrarlo. Però questi vecchi documenti sono interessanti, quantomeno per viaggiare sulle onde della fantasia con tutte le ipotesi che si possono fare.1 punto
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Quel vessillo è sicura opera di qualcuno che ha cucito uno stemma forse "privato" su una bandiera italiana probabilmente postbellica, nella posizione che prima della guerra era occupata dallo stemma Savoia e che, dopo la guerra, è tuttora occupata dallo stemma della Marina Militare italiana. La foto sembra evidenziare che la bordura azzurra è tutt'altro che lineare, come fosse un grossolano tentativo di imitare quella che regolare correva attorno allo stemma sabaudo: e che sia un'imitazione pedissequa viene confermato dal fatto che dentro lo stemma c'è già un campo azzurro (quello dove stazionano i tre volatili) che, oltre a essere in tinta diversa dalla bordura, la rendono inutile perché già da solo quel campo azzurro sarebbe risaltato di suo sullo sfondo bianco della bandiera. Escludo poi che si tratti dello stemma di un corpo militare, sembra un lavoro troppo "artigianale", sebbene le sorprese sono sempre dietro l'angolo...1 punto
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Ciao, in questa scheda trovi le caratteristiche di questa moneta del Regno di Napoli 4 Cavalli - Ferdinando IV - Kingdom of Naples – Numista1 punto
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Non penso proprio, e comunque non è il mio caso. Se si vuole qualcosa "di valore" è meglio comprare lingotti d'oro.1 punto
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Con questo raro testone di Paolo V (1605-1621), la rappresentazione dei due santi patroni esce decisamente dalla classica iconografia e viene arricchita dalla presenza della Madonna in trono al centro della composizione. Un insieme davvero suggestivo.1 punto
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Io non sarei molto favorevole alla situazione cinese, considerato il tipo di governo, ci mettono zero tempo a isolarti socialmente ed economicamente… resto uno strenuo sostenitore dei pagamenti in contanti e continuo a osteggiare l’uso dei pagamenti elettronici… troppo rischioso: basta un black out o un pulsante spinto da chi decide cosa e come devi pensare per tagliarti fuori dal resto del mondo1 punto
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Questa cartolina è uno dei pochi oggetti acquistati da me "ad ogni costo" tradotto in strapagata perchè penso che ogni collezionista (che si rispetti 😅) almeno una volta nella vita!!!gli si sia chiusa "la vena" che porta il sangue al cervello e pagato con la pancia e non la razionalità. Squadra italiana ai giochi olimpici 1924 che arrivò solo ai quarti di finale,eliminata 2-1 dalla Svizzera.1 punto
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Si il francobollo mancante era proprio li, ho dimenticato di dirti che i modelli 179 essendo di fattura privata, ma logicamente ammessi al posto del Mod. 23I , hanno delle tirature molto interessanti, in quanto venivano stampati anno per anno e in tirature limitate, questa tua in 10.000 esemplari, che sono un numero molto basso, considera che la gran parte andavano spillate con i documenti e messe in archivio e che gli archivi cartacei negli anni sono pressoché spariti, ( quasi tutti digitalizzati) pertanto in circolazione potremmo pensare possano essercene 1.000? ( sono solo delle presupposizioni) ma personalmente penso ancora meno, il bello della storia postale è questo, saluti1 punto
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La Divisione San Marco finisce l' addestramento in Germania nel luglio del 1944 e sempre nel luglio 1944 inizia il trasferimento in Italia. Inizio attività nel 4.8.1944 in Liguria, .. e l' 1.10.1944 in Garfagnana.. quindi alla data della nostra cartolina il milite scriveva si da una zona di operazioni. Confermo quanto correttamente detto da fapetri che la 3° Divisione San Marco ebbe la posta da campo A. Sperando di non annoiare metto una piccola cronistoria della Divisione San Marco: La Divisione venne inizialmente denominata "3^ divisione di fanteria". Nel gennaio 1944 si trasforma in "3^ divisione granatieri" e infine nel marzo 1944 diventa la "3^ divisione di fanteria di marina "San Marco"". E' la prima unità a avere i ranghi al completo e la prima a iniziare l'addestramento. Alcuni reparti vengono addestrati nel campo di Heuberg. In Aprile la Divisione schierava 12.000 uomini, nelle seguenti formazioni: 5° Reggimento Granatieri su tre Battaglioni e 16 Compagnie; 6° Reggimento Granatieri su tre Battaglioni e 16 Compagnie; 3° Reggimento Artiglieria su 4 Gruppi e 12 Batterie; 3° Gruppo Esploratori su tre Squadroni Pesanti; 3^ Compagnia contro carri; 3° Battaglione Pionieri su tre Compagnie; 3° Battaglione Collegamenti su due Compagnie; 3° Battaglione complementi su 5 Compagnie. IMPIEGO IN ITALIA (dall'agosto 1944 all'aprile 1945) A cominciare dalla terza decade di Luglio 1944 l'unità viene trasferita in Italia. E' la seconda unità a rientrare in Italia. Le viene assegnato il fronte della riviera di Ponente di circa 90 Km Il 7 Agosto entra in linea tra Palazzo Fabiani, Arenzano, fino a S.Remo. Dal 4 Agosto 44 al 30 Marzo 1945 impegnata in operazioni antipartigiane anche se il suo compito principale rimase quello di "tutelare le posizioni nel litorale ligure per difenderlo da un possibile sbarco alleato". Nell'Ottobre 44 due battaglioni vengono inviati sulla linea gotica a rafforzare lo schieramento italo-germanico. Si tratta del II Battaglione del 6° Reggimento e il III Battaglione del 5° Reggimento. Questa formazione, per il periodo dal 16 ottobre 44 al 27 aprile 45, seguì le sorti dei reparti della Monterosa in Garfagnana. Il mattino del 25 Aprile la Divisione ripiega verso il Ticino-Po. Il 30 Aprile 1945 si arrende nella zona Mortara-Vigevano-Pavia. Durante l'impiego in Italia i reparti divisionali continuarono a utilizzare gli annulli con la dicitura "Posta da Campo A". Talvolta si riscontrano lettere con annulli della Feldpost tedesca o con annulli della posta civile italiana. Cartolina importante anche economicamente, in quanto il periodo postale molto particolare fu molto breve, RARA.1 punto
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La moneta anche secondo me appartiene alla zecca di Messina, per tante piccole considerazioni stilistiche e per l'esistenza del mezzo denaro dello stesso tipo, che per la zecca di Brindisi e Manfredonia essenzialmente scompare a partire da un certo momento storico. La ricerca della Travaini fa riferimento ai ritrovamenti, che chiaramente indicano l'areale di circolazione. Nel caso in oggetto la moneta la si ritrova maggiormente in area Siciliana - calabrese da cui l'assegnazione a Messina.1 punto
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Buongiorno ancora...la moneta è arrivata ed è davvero fresca...ho fato due fotine in velocità ieri e le condivido, spl per me!! Sono esagerato? Anche il taglio è leggibile e non capita spesso in queste monete...ecco le foto e ditemi la vostra sulla conservazione. Bordo tagliente, striature di conio ben visibili sia al dritto che al rovescio, debolezza centrale tra ciuffo e centro della torre, ma un ottimo acquisto per la mia scuderia, dal vivo è davvero una goduria...1 punto
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i collezionisti di classiche al circolo sono zero. (almeno alla luce del sole). nei Savoia ,non decimali, i falsi sono rarissimi, gli unici che ho visto sono dei ducatoni. le maggiori fregature le ho prese nelle Papali.1 punto
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