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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/09/25 in tutte le aree
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Salve,se posso dare un contributo all'incipit di Rufilius,anche io seguo il sito quasi dalla nascita e quello che mi frenava dall'iscrivermi è la scarsa conoscenza dell'uso del computer lontana dalla mia forma mentis,poi qualche mese fa per aiutare un utente l'ho fatto attirandomi qualche critica nei miei interventi per avere scritto come parlo e volevo recedere.Comunque.se non fosse per utenti come Pino,Ajax ,Paxcaesar e tanti altri che postano le loro monete,e veri appassionati che rispondono,cito per tutti Ale75,molte discussioni specifiche languirebbero.finale:meglio qualche svarione in più,ma fatto notare con tatto che niente.ripeto,non si nasce imparati e siamo qui per rilassarci7 punti
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@mero mixtoque imperio Io non so se hai mai letto "Allegro ma non troppo" di Carlo Maria Cipolla: In questo saggio, Cipolla esplora con un approccio umoristico, come la scarsità e la ricerca di beni quotidiani, in particolare il pepe, abbiano influenzato eventi storici cruciali e lo sviluppo economico nel Medioevo. Argomenta in modo giocoso che persino la mancanza di pepe, noto afrodisiaco, potrebbe aver contribuito allo spopolamento altomedievale e che l'idea di ricompense celesti aiutò le persone a sopportare la carenza di pepe sulla terra. Connette la domanda di tali merci alla crescita del commercio, a conflitti come la Guerra dei Cent'anni per il controllo dei vigneti e persino alla nascita del Rinascimento. Come potrai intendere è una critica radicale all'assolutismo nell'interpretazione delle fonti storiche: l'autore riesce a dimostrare che l'Impero Romano si è estinto a causa dell'avvelenamento da piombo utilizzando le fonti come pretesto per riscrivere una storia assurda. Quando si toccano sistemi complessi, e si smontano costrutti che hanno riscontro in una serie infinita di altri ambiti, dal diritto medievale alle storie locali, e dunque centinaia di migliaia di studi specialistici protratti nel tempo, ritengo che le fonti debbano essere molto più sostenute di una citazione di una moneta in alcuni documenti (che avendo letto il tuo studio sulle monete senesi e quello sui Tornesi mi paiono le uniche giustificazioni addotte). Alla fine si tratta di riscrivere la storia sotto vari punti di vista. Come sappiamo bene è sempre difficile distinguere univocamente tra moneta di conto e moneta reale, e nell'ambito della moneta reale tra emissioni regolari e contraffazioni; se poi ci mettiamo a disquisire sui nomi attribuiti alle monete da mercanti, cambiavalute & co. veramente il gioco diventa inaffidabile. A mio modesto parere, le tue proposte non mi sembrano sufficientemente sostenute dalle fonti. Sono curioso di leggere l'articolo sulla RIN, appena mi arriverà la rivista. Per mio modo di vedere, l'unica fonte che giustificherebbe una simile tesi sarebbe una fonte normativa che, da parte dell'autorità imperiale o di un'autorità delegata, deleghi ad un'altra zecca la coniazione. Sino ad oggi non conosco però casi simili, per cui mi sembra inopportuno aprire una strada di indagine ed una serie di ipotesi e speculazioni su una tesi che sinceramente non mi pare assolutamente che goda di un fondamento giustificatamente documentato. Se ci fossero altre fonti che non ho colto, mi farebbe piacere parlarne, ma ti chiederei di citarle puntualmente e di chiarirne il contenuto evidenziando i passaggi testuali, perchè sino ad adesso non ho trovato niente di convincente. Un saluto, Magdi7 punti
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Ciao a tutti, oggi vorrei condividere con voi una moneta "bruttina", parlo dal punto di vista estetico, è innegabile che ne abbia passate parecchie, per il resto sia dal punto di vista numismatico che storico è tutt'altro che "bruttina", almeno per me. In ogni caso, viste le mie possibilità e il budget che mi sono prefissato per la mia passione numismatica, era l'unica che potevo mettere in collezione e considerando che non l'avevo mai vista ad un costo "umano" non ho saputo resistere. Si tratta come avrete capito al titolo del post di un denario con ritratto di Gaio Giulio Cesare. Prima di tornare alla moneta vorrei però fare un'ulteriore premessa e chiedo perdono se magari è troppo lunga, senza assolutamente nessun intento polemico e nel rispetto delle opinioni di tutti, ma secondo me doverosa, ho letto ultimamente alcuni post in cui si diceva che il forum secondo alcuni era diventato una vetrina per le collezioni, per richieste un pò futili e che si era perso l'obbiettivo storico/divulgativo di una volta. Per quanto mi riguarda sono poco più di 2 anni che mi trovo sul forum (ho iniziato a collezionare in maniera seria solo pochi mesi prima...) e quindi come era una volta posso solo immaginarlo da alcuni post incredibili dai quali tanto ho imparato, è un pò come quando guardi il Colosseo a Roma, rimani basito e puoi solo immaginare come era e cosa rappresentava veramente. Detto questo tuttavia mi sento di ribadire come mi sono sempre trovato a casa qui e quanto sia bello condividere la passione con qualcuno che magari non vedrai mai (sono contento che comunque qualcuno l'ho conosciuto con molto piacere anche di persona) ma che ti capisce e come durante una pausa caffè o alla fine di una lunga e faticosa giornata sia bello vedere le monete degli altri e confrontarsi con loro su pregi, difetti, storia e curiosità varie. Ci tengo a dire che non mi sono sentito personalmente coinvolto in questo tipo di "accuse" in quanto ho una collezione talmente modesta che non credo che abbia dato fastidio a qualcuno se metto una monetuzza ogni tanto, questo però negli ultimi tempi mi ha un po' frenato (sono un tipo ansioso e mi preoccupo sempre troppo di tutto) e alcune monete le ho lasciate nel vassoio solo per me, mi è dispiaciuto ma così è stato, penserete "non si sarà perso nulla" oppure "chi ti credi di essere" o anche "ma quanto la fai lunga", ci mancherebbe avete ragione, ma l'ho solo detto per cercare di spiegarvi come mi sono sentito. Ripeto, nessun intento polemico, solo un'esternazione della realtà in cui mi sono trovato e quello che ho sentito da utente relativamente nuovo dopo aver letto quelle discussioni. Detto questo, anche troppo ammetto, ho deciso di tornare su questi "schermi" per mostrarvi la moneta "bruttina" di cui sopra, questo post più che uno showcase potete considerarlo un "emotion-case", metteteci che è proprio il mese di luglio, metteteci che è arrivata oggi in ufficio (il corriere mi conosce quindi quando gli resta comodo mi lascia i pacchi in ufficio) non attesa perchè non avevo ricevuto la notifica dal mio venditore di fiducia (non credo l'abbia fatto apposta altrimenti sarebbe perfido :D), quando mi sono trovato fra le mani la busta e poi la moneta ho cominciato a tremare dall'emozione e ci manca poco che scoppio a piangere, i colleghi hanno pensato fossi impazzito ma mi conoscono ormai 😅 Avere finalmente una moneta di Cesare, con il suo ritratto (quanto mi risulta è stato il primo ad essere autorizzato dal senato ad aver la sua faccia su una moneta mentre era ancora in vita), coniata nell'anno della sua morte, anzi a pochi mesi dalla stessa, mi trasmette un'emozione fortissima e per me, che sono appassionato principalmente della dinastia Giulio-Claudia, è un pezzo importantissimo che si aggiunge alla collezione. Ma ecco il denario in questione: Gaio Giulio Cesare, Denario, Roma, 44 a.C., Crawford 480/5b 2.76g X 18mm, Argento D/ CAESAR IMP; testa laureata di Giulio Cesare; dietro, una stella. R/ P SEPVLLIVS - MACER; Venere con Vittoria e scettro. Spero di essere riuscito a trasmettervi un pò di quella emozione che ho provato nel tenere questo incredibile pezzo di storia fra le mani, visto che la storia di Cesare è molto nota e ci sono molti post, libri e articoli sulla sua figura e sulle sue monete (non per ultimo quello bellissimo proprio sulle monete con i suoi ritratti presente nel notiziario allegato all'ultimo numero di Monete Antiche), ho scelto di portare il discorso più sul fatto emotivo approfittando proprio di questo anche per far le considerazioni di cui sopra. Parlando di questo autorizzo (non che ce ne sia bisogno ma per dire che da parte mia non seguirà nessuna rimostranza nel caso) fin da ora i moderatori, nel caso lo ritenessero opportuno, a cancellare la parte del post che va da "Prima di tornare alla moneta" a "utente relativamente nuovo dopo aver letto quelle discussioni." se ritengono quanto detto non appropriato oppure potenzialmente a rischio di flame, non credo, ma in caso... Grazie a tutti per l'attenzione e per i vostri sempre graditi interventi. Matteo4 punti
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Sarebbe raro se la Laetitia fosse rivolta a destra. Questo, con la Laetitia girata a sinistra, é piuttosto comune. Il tipo ritrattistico (n.9 secondo la mia classificazione) lo colloca negli anni compresi tra il 162 e il 167. Ciao Alessio4 punti
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Buongiorno @Rufilius non sono un esperto ma un appassionato come dice @Antonino1951, che ringrazio per la citazione. Come dicevo l altro giorno nella sezione identificazioni a @Pino 66 ,che condivide in pieno la tua passione anche per le monete malandate, per me tutti in tondelli belli e brutti che siano hanno una storia e il poter mostare o identificare ciascuno di loro è un emozione indescrivibile anche se la moneta è di un altro. E poi come dicevo sempre a lui ,il cercare un identificazione, nello "scartabellare" cataloghi apre un mondo e ci fa imparare ancora di più. Quindi dico anche a te,continua così 😊4 punti
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Scusami, ma di nuovo non hai messo la fonte. Hai risposto ad una richiesta di informazioni tirando fuori una ulteriore supposizione (?) sui Gonzaga. Dici che Stahl e Day avrebbero scritto cose che non mi risulta abbiano mai scritto, non citando dove le avrebbero scritte (senza contare che anche qualora le avessero scritte, non sarebbe questo che avvalora la tesi, ma il rigore delle fonti utilizzate e la loro interpretazione). Io ascolto spesso un programma radiofonico che si chiama "La Zanzara"; senza voler fare alcun paragone nel merito delle cose dette (davvero!), alcuni giorni fa ha telefonato uno che lamentava di aver subito un'iniezione di sonnifero da parte della CIA, che l'avrebbe rapito e che avrebbe poi impiantato nel suo cervello un microchip controllato dagli alieni, i quali sarebbero in combutta con gli ebrei aschenaziti (?). Personalmente, pur non dubitando della buona fede di questa persona - che non conosco - sono un po' diffidente rispetto a questa teoria del microchip, ma non per mancanza di rispetto. Questa persona ha portato una serie di fonti e dati che in un diverso contesto potrebbero forse avere un valore indicativo, ma che in questo caso specifico non hanno spostato il mio giudizio: il fatto che la mattina successiva abbia avuto un forte mal di testa, persino alcuni ricordi sfocati che ha riferito essere riaffiorati circa la presenza degli alieni ed il rapimento, non sono stati sufficienti a spostare il mio giudizio. Allo stesso modo (ma questo è un mio parere, e non voglio mancare in alcun modo di rispetto all'amico @mero mixtoque imperio), per sostenere una tesi così radicale, che entra in contrapposizione con le decine di migliaia di documenti che conosciamo riguardo alle realtà locali, che costituisce a mio avviso seri problemi di conciliazione con altri concetti fondamentali della storia economica, e che non appare sostenuto da fonti archeologiche o da dati materiali, io credo che non sia sufficiente la citazione di una moneta in uno o più documenti. Io non sono assolutamente in grado di sostenere che la tua tesi sia sbagliata, come non posso sostenere con certezza che lo sia quella dell'interventista de La Zanzara, ma mi limito a rappresentare che, secondo il mio modesto parere, entrambe non sono sostenute da un impianto probatorio sufficientemente forte per scardinare tutte le altre condizioni che diamo fino ad oggi per vere, che conosciamo meglio, e che entrambe le tesi mettono in discussione. Io non sono in grado di affermare che la CIA non abbia rapito quel signore, ma non credo lo si possa sostenere sulla base di un mal di testa, perchè un mal di testa, e persino dei ricordi confusi, non sono, nel mio personale ordine di autorevolezza delle fonti, sufficienti a scardinare le mie convinzioni profonde che la CIA non rapisca le persone (soprattutto senza motivo), che la CIA non sia in combutta con gli alieni, che gli alieni non abbiano il controllo della terra ecc ecc..., perchè tutte queste altre convinzioni sono maturate su una mole molto più ampia di dati e documentazioni che ho incamerato nello studio e nella lettura durante la mia vita. Ciò nonostante, resto disposto a mettere in crisi tutte queste convinzioni, ma sulla base di fonti che il mio metro di giudizio reputi sufficientemente autorevoli da superare le altre. Purtroppo le fonti che hai portato nei tuoi studi fino ad oggi, a mio parere, non sono per nulla sufficienti a confutare le altre conoscenze storiche a cui si contrappongono, e mi dispiace che, di fronte alla richiesta di chiarimenti specifici che più utenti hanno avanzato, tu abbia risposto sostanzialmente lamentando di non essere creduto.2 punti
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Grazie intanto, il Gazzettino di Quelli del Cordusio e’ un dono per i numismatici appassionati che richiede un anno di lavoro ed e’ di fatto ogni anno uno straordinario lavoro di gruppo di veramente tanti. Milano Numismatica e’ un evento contenitore invece complesso e organizzato che richiede tempo, contatti e idee, quello di quest’anno avrà al suo interno tanti punti di forza che erano contenuti nelle precedenti edizioni ma possiamo già dire che sarà un evento che avrà come primo punto la condivisione quel giorno di tante sigle associative numismatiche e solo per quello varrà la pena farlo e viverlo a tempo debito.2 punti
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Buonasera, un attimo di tempo in due giorni impossibili e vorrei congratularmi con tutti coloro che hanno postato questi magnifici francobolli , il Marzocco è decisamente un gran bel francobollo e che è oggetto di studio da tantissimi anni e altrttanti saranno a venire, i maggiori conoscitori di questo francobollo sono sicuramente gli amici dell'ASPOT . il 2 Cr. ultimo postatio è logicamente della prima serie e sembrerebbe il 4c verde azzurro su grigio messo piuttosto bene, il bollo rosso non è comune ma orni tanto si vedono sopratutto in zona Toscana, questo è decisamente buono e caratterizza molto il francobollo mentre il 6 Cr di Alan dovrebbe essere un 15b Azzurro cupo e è molito bello , io taglierei il pezzetto in più a sx e lo attaccherei a dx , per pareggiare i conti, vedi tu, un caro saluto e spero a presto2 punti
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Salve. Aggiorno il censimento delle piastre 120 grana 1834 aquile rovesciate con la pubblicazione delle foto del dritto e del rovescio della piastra passata di recente nell'asta Nomisma 40. Ad oggi, mi risultano conosciuti e documentati 11 esemplari (8 conio "A"- comprensivi anche degli esemplari di Lenin e di Rocco- e 3 conio "B"). Io continuo ad essere convinto (magari mi sbaglio, il che mi disorienterebbe non poco!) che abbiamo a che fare con due conii ben distinti. Torno sull'argomento e, pur consapevole di ripetermi in alcune osservazioni, preferisco puntualizzare meglio ed integrare quanto già precedentemente espresso. Per poter rilevare agevolmente le differenze che sussistono fra conio "A" e conio "B", ho pensato di postare una terza foto con il retro dell'ultima piastra arrivata da Nomisma 40 (una delle tre di conio "B") affiancato a quello di una delle otto di conio "A", già considerate in questa discussione. Si può così notare che: 1- Il conio "A" presenta sopra la corona una croce con due bracci orizzontali sovrapposti; il conio B" una croce con uno solo braccio 2- Il conio "A" presenta la corona con 7 perle sia sul montante di sinistra che su quello di destra, 3 sul montante centrale; il conio "B" ne presenta 8 sugli stessi due montanti laterali , 5 su quello centrale 3- Il conio "A" presenta, al suo interno, una linea ondulata più o meno marcata; il conio "B" no 4- Il conio "A" presenta in alto a sinistra il vertice dell'angolo che punta "VTR" in modo leggermente differente rispetto allo stesso vertice del conio "B" 5- Il punto dopo "VTR" nel conio "A" è posizionato diversamente rispetto a quanto accade nel conio "B" 6- Il conio "A" presenta fra "REGNI" e "VTR" uno spazio che è maggiore rispetto a quello che si riscontra nel conio "B" 7- Il conio "A" presenta la scritta del valore "G:120" vicino al bordo e distante dal vertice inferiore dello scudo; per il conio "B" non è così 8- Il conio "A" presenta la torretta in alto a sinistra fornita di una protuberanza sul fianco destro (che si tratti ancora di una torretta impressa orizzontalmente, a croce, sull'altra?); non succede nel conio "B" 9- Osservare la disposizione e l'inclinazione delle torrette nella parte bassa dello stemma Portogallo nel conio "A" e nel conio "B". Mi fermo qui. Delle monete ho preso in considerazione solo il retro. Da precisare che gli 8 esemplari del conio "A" sono tutti perfettamente identici fra loro, così come lo sono, fra di loro, i 3 esemplari del conio "B". Da precisare anche che l'esemplare del conio "A" riprodotto in foto corrisponde a quello pubblicato dal Magliocca nell'aggiornamento 2025 del suo "Manuale delle monete di Napoli 1674-1860" al n. 539g di pag. 390. Era già presente nella mia classificazione. Visto che regna molto scetticismo sulle varianti, aquile rovesciate comprese, spesso attribuendo la causa delle variazioni ad errori, esuberi o casualità, ritengo importante, proprio per fronteggiare lo scetticismo, "rilevare" quando quelle variazioni si ripetono identiche su più conii. Per ovvi motivi. Ringrazio per l'attenzione. Sarei grato per pareri su quanto da me espresso, in aggiunta a quelli già presenti nella discussione. Saluti.2 punti
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Perchè se te, o chi per te, non ha "cacciato" la grana per possedere la Lamborghini, nel box non te la ritrovi "per caso". E se te, o chi per te, ha comprato la Lamborghini, tu con ogni probabilità lo sai. Ovvero ancora: "Se non lo sai, la Lamborghini non ce l'hai!"2 punti
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Venduta a 130 sterline questa magnifica tessera dei Savoia, l'ho trovata solo a fine asta! Chissà che non sia da un forumista Italy, Savoy, c. 1450 (?), bust left with long curly hair and beard, rev. tilted shield surmounted by elaborate crest, f [or r] and rosette in field, 3.91g/3h.2 punti
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Cartolina postale Leoni tipo del 1908 con divisione centrale e righe d'indirizzo a dx, millesimo 17 ( angolo sx in alto) emessa il 2.6.1917. Annullata con guller di SEVESO (MILANO) (dal 2009 Seveso e' parte della provincia di Monza ) il 24 aprile 1918. Come sappiamo il disegno di questi valori fu del grande Nestore Leoni e l' incisore fu dell' altrettanto grande Alberto Repettati, personaggi immensi della Filatelia di quell'epoca. Bella..hai fatto bene a prenderla,,... Inoltre parla dell' acquisto di vino che fa sempre buon sangue.. ostrega.2 punti
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@francus, secondo me potrebbe proprio essere quel tipo di Tallero viennese.2 punti
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I resti di Falsopoli Magna in una foto d'epoca. Furono riportati alla luce parte del muro di cinta ed il tempio la cui torre è alta più di 30 metri, quest'ultima probabilmente dedicata al mito di questa città. Gli scavi furono abbandonati un secolo fa per gli inspiegabili incidenti che avvenivano attorno le rovine, attualmente (foto) è stata cancellata dagli itinerari archeologici, non è meta di nessun turista sano di mente.2 punti
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In perfetta tariffa per un invio espresso per l'interno, 50c per la lettera e 1,25 lire per il servizio espresso. Annullo di partenza non nitido di FIRENZE FERROVIA ESPRESSI del 30.4.1943.. ... annullo di transito di PARMA FERROVIA ESPRESSI del 1.5.1943.. ... annullo di arrivo di San Pancrazio Parmense (PARMA) del 1.5.1943, fu un comune autonomo fino al 1943, fu successivamente sciolto e annesso al capoluogo di provincia Parma, oggi è completamente integrato nel tessuto cittadino e ne e' diventato un quartiere. Fascetta di censura + timbri di censura sulla busta e anche nella lettera, che ovviamente veniva letta. L' affrancatura è composta da coppia del 25c verde della sempre bella serie Imperiale + 1,25 lire espresso effige reale emesso il 1.9.1932, questo francobollo su busta viaggiata e' catalogato 10/12€ + 2€ la coppia del 25c. E beh.. STORIA POSTALE.2 punti
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Del 1839 Genova ho 3 pezzi in collezione, tutti presi su ebay in un arco ti tempo di diversi anni. Come per tutti i millesimi dei 4° tipo ci sono varianti sia per Torino che Genova nella posizione e inclinazione del segno di zecca, Nel caso del 1839 Genova i coni del rovescio erano almeno 2, nel primo (prima e seconda foto del mio collage, e anche il tuo) l'àncora è meno inclinata, l'occhiello è più alto rispetto al margine della (P) in ovale, e c'è un difetto di conio nella L di lire, che parte perpendicolare e circa a metà ha un angolo a sinistra. Nel terzo esemplare della mia foto il segno di zecca è più inclinato, l'occhiello è a livello della (P) in ovale, e la gambetta lunga della L è senza interruzioni Per carità, sono piccolissime differenze, ma sempre varianti sono, anche se non segnalate dai cataloghi2 punti
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Guardacaso, stavo proprio preparando delle bozze di copertina, in vista di una possibile pubblicazione! 😁 @feltrinelli: Se ci sei batti un colpo!!!2 punti
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Per un caso come questo, a cui non viene data alcuna risposta nonostante un apposito sollecito, ci sono però anche i "casi numismatici" come quello richiamato nel documento allegato, in cui il Ministero fornisce risposte sorprendentemente immediate. Noteranno i Lettori il grado di acume, preparazione e competenza che dimostra l'interrogante nonchè la sua attendibilissima fonte che gli ha ispirato l'interrogazione. In questo caso però il Ministero ha risposto immediatamente. Non è che la rapidità della risposta è inversamente proporzionale alla serietà dell'interrogazione? Nel senso che più è farlocca l'interrogazione e più è rapida la risposta del Ministero? Se così fosse, per la "nostra" interrogazione non abbiamo proprio speranze. Saluti. M. Interrogazione parlamentare.pdf1 punto
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Non alle poste, ma in un punto di consegna/prelievo collegato con il corriere. Di solito qualche tabaccheria. Lasciano un foglio dove indicano il luogo dove poter ritirare il pacchetto.1 punto
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DE GREGE EPICURI Però la moneta postata ha almeno un paio di focolai attivi di cancro del bronzo.1 punto
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Nella gloriosa e glorificata città di Falsopolis, che tutti conoscono per la sua lunga tradizione di imbrogli, tarocchi e salsicce finte, sorgeva un edificio maestoso e bislacco: "la Zecca Nazionale della Fregnaccia e del Paradosso". Il direttore della Zecca era un tale Commendator Lupigno, mezzo lupo e mezzo ragioniere, col monocolo su un occhio e un francobollo falso sull’altro. Dicevano fosse stato assunto per concorso, ma nessuno aveva mai visto il bando, né il concorso, né tantomeno la laurea (che lui custodiva gelosamente dentro una bottiglia di birra vuota). Alla Zecca si stampava di tutto: banconote false da 3,14 Pi-dollari, aurei di cartapesta dorata col ritratto di Cesare che fa l’occhiolino, e persino francobolli che profumavano di truffa e mandorle amare. Ogni martedì e giovedì, comparivano all’ingresso della Zecca due visitatori fissi: il Gatto e la Volpe, in doppiopetto elegante ma con le tasche bucate. - Direttore Lupigno, oggi ci serve un lotto di monete commemorative da vendere ai turisti del paese dei Balocchi, - miagolava il Gatto, lisciandosi i baffi tinti. - Ma stavolta fatele un po’ più durevoli, che l’ultima volta si sono sciolte con la pioggia, - guaiva la Volpe, mentre cercava di rivendere una moneta-biscotto a un piccione. Il Commendator Lupigno annuiva, rideva col naso, e ordinava ai suoi operai (tutti ex-magi di professione, ora specializzati in calligrafia contraffatta) di preparare un bel conio con su scritto: “Repubblica di Falsopolis – Valida fino a prova contraria”. E così Falsopolis prosperava, tra illusioni fiscali, fabbriche di specchi per le allodole e banche in cui si depositavano sogni a interesse variabile. Un giorno però arrivò un bambino - o almeno pareva tale - chiamato Veritino, con gli occhi grandi e lucenti come due talleri di Maria Teresa e un’aria da non farsi fregare nemmeno da due scimmie ammaestrate. Bussò alla Zecca e chiese: - Posso vedere come si fanno le monete? Il Commendator Lupigno sbiancò come una banconota finita in lavatrice. Il Gatto si nascose sotto una zeppa di bolle di sapone, la Volpe cominciò a cantare l’inno nazionale al contrario per confondere l’uditorio. Ma Veritino li guardò e disse: - Lo sapevo! Questa città è una truffa col campanello! Detto questo, estrasse una lente d’ingrandimento grossa come un piatto e li smascherò tutti con un solo sguardo. Ma Falsopolis, si sa, è resiliente. E mentre il Gatto e la Volpe scappavano su una gigantesca moneta di sughero usandola come una zattera e il Commendator Lupigno si rifugiava sotto la scrivania a falsificare le sue dimissioni, la città già preparava un nuovo piano: vendere souvenir di Veritino eroe nazionale, fatti rigorosamente in plastica contraffatta e ricoperti d’oro alimentare. E la morale? Se ti regalano una moneta di Falsopolis... non morderla: potrebbe morderti lei. njk1 punto
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Si me ne sono accorto ora, comunque è un Ae4 Gloria Exercitvs di Costante augusto ( in quelle con due stendardi è un cesare). Leggo SMALA quindi secondo me zecca di Alessandria. https://www.acsearch.info/search.html?id=4182851 punto
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Anche @rickkk che ha contribuito a questa discussione e tanti altri che non sono stati citati. Ho citato in precedenza Fabrizio perché nel caso specifico ho chiesto il suo aiuto, senza nulla voler togliere a tutti gli esperti di Regno. Ciò che volevo esprimere nel mio precedente commento è che l'aiuto di persone esperte è fondamentale per imparare, per i neofiti come me, e per approfondire. Inoltre, quando gli esperti si rendono disponibili per fornire alcuni consigli è un modo per contribuire alla crescita del mondo numismatico e alla tramissione culturale, cosa che apprezzo molto.1 punto
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Alla tua domanda mi è capitato spesso di pensarci.. ogni volta mi deprime un po'.. mi spiace non ho una risposta adeguata.. immagino e spero che anche in futuro ci sarà chi saprà apprezzare questo materiale.. altrimenti avrà solo arricchito noi stessi. Non ci pensare troppo.1 punto
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Cartolina postale 15c ardesia su avorio, testo solo italiano, emessa per la nuova tariffa per l'interno di 15c nel 1919. Il tuo esemplare e' del 1920 vedi millesimo 20 sotto lo stemma al centro. Nel 1.2.1921 la tariffa passo' da 15c a 25c e pertanto il tuo esemplare fu integrato di un 10c rosso Leoni. L'annullo di partenza del 13 marzo 1922 dovrebbe essere di BROLETTO (PAVIA).. .. annullo di arrivo sicuramente di Pavia dello stesso giorno. BELLA.1 punto
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Salve Condivido questa cartolina per aver maggiori info. Grazie tante1 punto
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Ciao, rispondo in pausa pranzo a lavoro quindi non ho con me la fonte, ho scritto in quel modo di getto perchè era una cosa che avevo letto da pochissimo, forse proprio in quell'articolo del notiziario che citavo all'inizio però potrei anche sbagliarmi non ce l'ho sotto mano, ricontrollo appena posso 🙂1 punto
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Spero che @mero mixtoque imperio continui a partecipare alla discussione che risulta interessante per i molti aspetti da chiarire. Arka # slow numismatics1 punto
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molto bella la seconda serie @dareios it (bella anche la prima, ma la conoscevo già)1 punto
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Buongiorno @miza, i cataloghi di filatelia assegnano dei colori particolari, se è veramente del 1851-52, il catalogo Sassone lo definisce azzurro chiaro su grigio e non ci si può sbagliare, perché nel 1851-52 c'è solo un 2 crazie emesso, appunto l'azzurro chiaro su grigio. Quindi Sassone 5. Se invece fosse del 1857 sarebbe un azzurro Sassone 13.1 punto
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Selinunte, grande scoperta: riportato alla luce un grande deposito votivo nel Tempio R Una nuova campagna di scavi a Selinunte ha riportato alla luce l’adyton (zona del tempio riservata agli officianti) del Tempio R, il più antico in pietra del sito, con un deposito votivo contenente oltre 300 reperti, tra cui un anello d’argento offerto da una donna di alto rango, confermando l’importanza del culto femminile. Nel Trapanese, l’acropoli di Selinunte si arricchisce di nuove testimonianze archeologiche grazie a una recente campagna di scavi che ha rivelato uno degli spazi più sacri e antichi della città: l’adyton del Tempio R. L’adyton era una zona dell’edificio sacro riservata agli officianti, e dove solitamente veniva messa la statua della divinità. Il tempio, riconosciuto come il più antico in pietra dell’intero sito, risale agli albori della polis greca, e intorno al 570 a.C. ospitava pratiche rituali di rilievo, testimoniati dal ritrovamento di un anello d’argento, probabilmente offerto da una donna appartenente a un ceto elevato, come gesto votivo rivolto alla divinità. Il ritrovamento dell’anello fa parte di un deposito votivo eccezionale rinvenuto sotto il pavimento originario del santuario, al fondo del naos, ovvero l’ambiente principale del tempio. Questo deposito includeva oltre 300 oggetti, tra cui 27 punte di lancia, pesi da telaio, ceramica fine e altri manufatti preziosi, a testimonianza delle pratiche religiose e del rapporto con le divinità femminili protettrici della città. La scoperta contribuisce a una comprensione più dettagliata delle ritualità connesse al culto femminile a Selinunte e permette di datare con maggiore precisione la crescita del santuario urbano nei primi decenni di vita della città, fondata attorno al 628 a.C. Acropoli di Selinunte “Sta tornando alla luce”, ha detto l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato, “la Selinunte più antica. Prima la porta e le mura, ora il santuario, tutti ritrovamenti eccezionali per leggere le origini della città”. “Stiamo portando alla luce l’anima più antica di Selinunte, quello spazio attorno cui fu costruita la prima comunità”, spiega il direttore del Parco archeologico Felice Crescente. L’area interessata dagli scavi si è presentata sorprendentemente intatta e ha restituito numerosi reperti legati a antiche cerimonie, tra cui punte di lancia conficcate nel terreno, evidenza tangibile della forte spiritualità e della sacralità che pervadevano questo luogo sin dagli inizi della polis. I lavori di scavo sono condotti dall’Institute of Fine Arts della New York University e dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con il Parco archeologico di Selinunte, sotto la direzione dell’archeologo Clemente Marconi. L’intervento ha confermato l’importanza simbolica e religiosa dell’intera area sacra, ribadendo quanto già ipotizzato dallo studioso tedesco Dieter Mertens circa il ruolo distintivo e precoce del santuario nella vita di Selinunte. L’area interessata dagli scavi e alcuni degli oggetti ritrovati L’area interessata dagli scavi e alcuni degli oggetti ritrovati Gli scavi si sono focalizzati principalmente sull’area del grande santuario urbano e in particolare sul Tempio R, rivelando un accesso monumentale risalente al V secolo a.C. nell’angolo nord-ovest del santuario (denominato SAS W). La sequenza stratigrafica di quest’area si è mantenuta pressoché intatta dalla fase pre-greca fino al Medioevo, restituendo reperti di rilievo, tra cui la cuspide di una lancia in ferro ancora conficcata nel terreno, che sottolinea la continuità di un rituale bellico o di protezione nel corso dei secoli. Le scoperte più rilevanti sono state effettuate nel centro del Tempio R (SAS Y), dove è stato individuato l’accesso all’adyton, conservato in condizioni straordinariamente buone. Questa parte del tempio, essendo il luogo più sacro e riservato, era protetta da una transenna che impediva l’accesso diretto ma permetteva alle fedeli di lasciare offerte votive senza entrare. È verosimile che tali rituali fossero rivolti a divinità femminili come Demetra e Kore, figure centrali nel pantheon selinuntino e simboli di fertilità e protezione. Il ritrovamento dell’adyton e del suo deposito votivo rappresenta un elemento chiave per la comprensione delle dinamiche religiose di Selinunte, evidenziando l’importanza attribuita al culto femminile e il ruolo centrale che le donne potevano avere nei riti di devozione. La ricchezza dei materiali rinvenuti, la loro collocazione e la perfetta conservazione delle strutture archeologiche permettono di ricostruire un quadro dettagliato delle funzioni e delle pratiche di uno dei santuari più antichi e significativi della Magna Grecia. https://www.finestresullarte.info/archeologia/selinunte-scoperto-adyton-del-tempio-r-riti-offerte-culto-femminile-nell-antica-citta A Selinunte scoperto l’«adyton» del Tempio R In un deposito votivo sotto il pavimento originario del santuario è stato trovato un anello d’argento, probabilmente deposto da una donna come offerta alla divinità Durante la nuova campagna di scavi sull’acropoli di Selinunte (Tp), condotta da una missione italo-americana, è stato ritrovato uno degli spazi più sacri dell’antica città: l’adyton del Tempio R. Nei templi greci e romani, l’adyton era uno spazio riservato agli officianti del culto per funzioni specifiche, per lo più religiose. Qui, intorno al 570 a.C., una donna, probabilmente di alto rango, depose un anello d’argento come offerta alla divinità. Il gioiello è stato ritrovato in un deposito votivo rinvenuto sotto il pavimento originario del santuario, in fondo al naos (la parte interna del tempio). In origine il deposito conteneva almeno 300 oggetti, tra cui 27 punte di lancia, pesi da telaio, ceramica fine e altri oggetti pregiati. Questa scoperta permette di comprendere meglio le pratiche rituali legate al culto femminile a Selinunte e di datare con maggiore precisione l’espansione del santuario urbano. Curiosamente intatta, l’area ha restituito numerosi oggetti votivi e tracce di riti antichi, come punte di lancia conficcate nel terreno, a significare una forte spiritualità che animava il luogo fin dalla fondazione della città, attorno al 628 a.C. Lo scavo, condotto dall’Institute of Fine Arts della New York University e dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con il Parco archeologico di Selinunte, è diretto dall’archeologo Clemente Marconi e conferma l’importanza religiosa e simbolica dell’intera area sacra, sin dalle origini della polis. «Sta tornando alla luce, ha detto l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato, la Selinunte più antica. Prima la porta e le mura, ora il santuario, tutti ritrovamenti eccezionali per leggere le origini della città». Gli scavi si sono concentrati sull’area del grande santuario urbano e in particolare sul Tempio R e hanno confermato l’ipotesi dello studioso tedesco Dieter Mertens, che aveva individuato nel precoce sviluppo del luogo di culto un tratto distintivo di Selinunte. «Stiamo portando alla luce l’anima più antica di Selinunte, quello spazio attorno cui fu costruita la prima comunità», dichiara il direttore del Parco archeologico Felice Crescente. Uno dei risultati chiave riguarda lo scavo nell’angolo nord-ovest del santuario, dove è emerso un accesso monumentale del V secolo a.C. La sequenza stratigrafica, dalla fase pre-greca al Medioevo, è praticamente rimasta intatta e ha restituito tracce e reperti straordinari, tra cui cuspidi di lancia in ferro infisse nel terreno. Alcuni degli oggetti ritrovati a Selinunte negli ultimi scavi https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/A-Selinunte-scoperto-ladyton-del-Tempio-R1 punto
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Tuscia, archeologi scoprono tomba etrusca inviolata a Barbarano Romano Durante gli scavi nella necropoli etrusca di Caiolo, a Barbarano Romano (Viterbo), è stata scoperta una tomba intatta risalente alla fine del VII secolo a.C. Un ritrovamento eccezionale che restituisce intatti vasi, ornamenti e rituali sepolcrali di una civiltà affascinante. Nell’ambito degli scavi condotti nella necropoli etrusca di Caiolo, situata nell’area archeologica di San Giuliano a Barbarano Romano (Viterbo), è emersa una tomba ancora intatta, databile alla fase finale dell’epoca orientalizzante, alla fine del VII secolo a.C. Al momento della rimozione della lastra che sigillava la camera sepolcrale, sono apparsi numerosi vasi, molti dei quali in ceramica fine dipinta, riconducibili allo stile etrusco-geometrico. Questi oggetti sembrano rispondere a una precisa ritualità compiuta prima della chiusura definitiva della tomba. Sul letto funerario di sinistra si distinguono ancora in situ un bacile e diversi ornamenti in bronzo per il defunto. In queste ore si sta procedendo alla documentazione, fase preliminare rispetto allo scavo vero e proprio della tomba. La funzionaria archeologa della Soprintendenza, Barbara Barbaro, ha sottolineato l’importanza della presenza costante dell’Istituzione sul territorio, non solo come supporto al team della Baylor University del Texas, ma anche attraverso interventi mirati in aree limitrofe, come nel caso della monumentale Tomba della Regina. Quest’ultima, imponente struttura funeraria alta 10 metri e larga 14, è contraddistinta da due ingressi e altrettante finte porte doriche. L’interesse per il sito è stato ulteriormente ravvivato nel 2023, durante le operazioni di ripulitura, quando è emersa un’altra tomba a dado, collocata a sinistra della Tomba della Regina, composta da tre camere sormontate da tre porte semi-finte. La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano Nel marzo del 2024 si sono invece concluse le operazioni di scavo e restauro presso la cosiddetta Tomba della Salamandra, nell’ambito della programmazione triennale curata dalla Soprintendenza. Una delle camere, nonostante fosse già stata violata, ha restituito un monile di straordinario pregio: uno scarabeo in corniola rossa, inciso con la figura di un guerriero a cavallo armato di lancia, databile al IV secolo a.C. La necropoli di Caiolo, dal nome del colle su cui si estende, costituisce una delle testimonianze più ricche e articolate della civiltà etrusca. Oltre alla Tomba della Regina, il sito conta altre strutture di notevole interesse, tra cui la Tomba del Cervo – così chiamata per un’incisione visibile lungo le scale d’accesso, un nucleo di circa quindici tombe a portico, la Tomba dei Letti, con quattro letti funebri destinati a due adulti e due bambini, e la Tomba della Cuccumella. Le indagini in corso si svolgono su concessione del Ministero della Cultura alla Baylor University of Texas, sotto la direzione di Davide Zori, e in stretta collaborazione con la Soprintendenza. Il progetto è sostenuto anche dal Comune di Barbarano Romano e dal Parco Regionale Marturanum, confermando l’impegno congiunto delle istituzioni nel valorizzare e tutelare un patrimonio archeologico di pregio. La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano La scoperta della tomba etrusca a Barbarano Romano “La necropoli di San Giuliano”, spiega la dott.ssa Barbaro, “conta più di 500 tombe attorno all’insediamento, di cui la maggior parte è stata colpita dai clandestini o in antico o in tempi più recenti. Rarissimo trovare una tomba inviolata. Da qui l’eccezionalità dell’attuale scoperta”. “Un contesto integro non è centrale solo ai fini della tutela, ma anche perché ci restituisce uno spaccato completo di vita attraverso il rituale della morte”. Sottolineando che “la collaborazione tra Soprintendenza e Università è fondamentale per la conoscenza del mondo antico” e come in particolare a Barbarano si sia creata una sinergia unica tra Ministero, Comune, Università, Parco Marturanum, Forze dell’Ordine e cittadinanza, la funzionaria commenta: “Questo è quello che succede quando si rinviene una tomba inviolata; si trasforma in un evento collettivo. Quasi l’apertura della porta del sepolcro costituisse un ponte con il nostro passato, la porta d’accesso verso i nostri antenati. Il silenzio… lo stupore, il rispetto per chi ci sta aspettando dietro a quell’enorme masso. La commozione”. “Felici di aver sottratto materiale a chi lo vorrebbe illegalmente per pochi”, ha concluso. “Un patrimonio che racconterà invece una bellissima storia per tutti!”. www.finestresullarte.info/archeologia/tuscia-archeologi-scoprono-tomba-etrusca-intatta-barbarano-romano&ved=2ahUKEwjnmZ6k-K2OAxVTHxAIHRE8De4QxfQBKAB6BAgIEAE&usg=AOvVaw3N79-GYGqLvbQe_K5MXUR-1 punto
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Buonasera. In merito al 2€ finlandese, vorrei condividere due osservazioni: 1) La prima più positiva. Le monete sono testimoni del loro tempo. Andate a vedere una moneta di epoca barocca (per esempio uno zecchino pontificio settecentesco), non vi stupirà vederci tratti barocchi. Oppure una moneta sovietica, non vi stupirete se permea da essa un rigore sovietico. Oggigiorno l'arte contemporanea è molto astratta, molte opere sono, per molti, incomprensibili, semplici, realizzabili in poco tempo. Tutto deve essere semplice, minimal. Ed ecco che questa moneta è più di quanto non possa sembrare a prima vista: è testimone del suo tempo. Un domani racconterà molto, ai posteri, di come eravamo. 2) Il secondo pensiero è più cupo. Questa moneta è pensata soprattutto per essere venduta ai collezionisti. Solo circa 75.000 dei 204.000 esemplari dovrebbero finire in circolazione. E una buona parte di questi verrà intercettata immediatamente dai commercianti per essere venduta sciolta ai collezionisti. Quindi, alla fine, quasi nessun Finlandese la vedrà, figuriamoci nel resto d'Europa. Quindi, importa ben poco come viene fatta o cosa rappresenta, l'importante è che si riesca a vendere. È marketing, la vera numismatica è solo un aspetto marginale.1 punto
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Mi sembra si tratti di una moneta buona, probabilmente zecca di Vienna.1 punto
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Penso possa essere sciolto in (omne) DATVM OP(timum) DESVRSVM E(st) traducibile in "Ogni dono migliore viene dall'alto" che potrebbe essere l'abbreviazione del seguente passo tratto dalle Predicazioni Volgari di Bernardino da Siena: disse santo Iacomo "Omne datum optimum, et omne donum perfectum desursum est, descendens a patre luminum..." più o meno traducibile in: Ogni regalo buono e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre della luce. Mario1 punto
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La situazione valutaria anomala di Bajkonur, località del Kazakistan sede del cosmodromo russo, deriva da quella del territorio cittadino: si trova in una forma di sovranità congiunta in cui nel 1994 Russia e Kazakistan hanno sottoscritto un accordo che lascia fino al 2050 ai russi l'amministrazione della città, e alla Roscosmos (l'agenzia spaziale russa) l'utilizzo esclusivo del cosmodromo, in cambio di un affitto annuale corrispondente a circa 115 milioni di euro. Ci sono spesso disaccordi col governo kazako, che vorrebbe più potere nella gestione comune del territorio: i punti di frizione riguardano specialmente l'inquinamento provocato dai razzi dopo i lanci falliti, la mancanza di trasparenza sulla tempistica e il costo di costruzione di una nuova rampa di lancio al cosmodromo e gli impedimenti che questa situazione crea al Kazakistan nella realizzazione della sua politica spaziale autonoma. La valuta ufficiale in città è il rublo, e i prezzi sono espressi in quello, ma viene accettato anche il tenge kazako.1 punto
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4 crazie primo e secondo tipo. 2 crazie primo e secondo tipo1 punto
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Ho aspettato l' Amico fapetri per un commento su queste emissioni dove lui è sicuramente piu' bravo di me, ma vedo che Fabio è molto occupato privatamente e gli faccio molti auguri affinché tutto si risolva. Detto cio' il francobollo e' fresco con annullo non deturpante, i bordi sono eccellenti su tre lati come si puo' vedere, un po' meno nel lato dx in alto dove la forbice ha filato un po' troppo, ..ma va benissimo lo stesso. I francobolli di Toscana hanno gli interspazi molto ristretti, pertanto la generosità dei bordi non è mai grandissima, nel nostro esemplare in alto a sx si puo' vedere la cornice del francobollo accanto e questo ci da conferma di quanto ho appena detto circa gli interspazi molto ridotti. Il dietro del Francobollo presenta una riga trasversale in alto, a schermo non so dire se effetto di una piega/taglio o altro, potrebbe essere anche un difetto del foglio in stampa e che magari continua anche sugli altri francobolli che erano accanto al nostro, su questi esemplari non è impossibile. Credo comunque che il difetto sia calcolato sul prezzo che avra' portato l' esemplare ad essere una scelta inferiore. La firma non l' ho controllata, ma proveniendo dalla ditta Vaccari non ce n'è bisogno sicuramente. Il Francobollo è stampato su carta bianca o lievemente grigia, pertanto lo rende appartenente alla 2° emissione, e precisamente per il 6 crazie al 14 marzo 1857. Per questa emissione secondo il Sassone sarebbero tre i colori, azzurro colore tipo, azzurro vivo e cupo. Credo che l' annullo a sbarre sia di Arezzo. SEGUE..........1 punto
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Chiedo perdono se apro un'apposita discussione, ben sapendo che ne esiste un'altra, ma, data l'importanza dell'argomento, non ho potuto fare altrimenti. Il 22 novembre del 1773 Bernardo Perger - avendo ricevuto l'ordine dal Re di "esporre tutto quello che bisogna per il miglioramento della Real Zecca" - scrive al presidente della Regia Camera della Sommaria, nonché delegato della Regia Zecca, informandolo sullo stato attuale dell'officina monetaria. La zecca, stando alla rapporto del Perger, versava in uno stato miserevole in particolare per i macchinari obsoleti e logorati dall'uso che non permettevano un'alta qualità della monetazione. In questo importante e inedito documento (ASNA, Ministero delle finanze, fascio 299) si epongono le ragioni dei graffi sulle monete napoletane, almeno per il periodo precende al 1774 e forse anche successivo, visto che non si hanno finora notizie se i nuovi macchinari vennero adottati in zecca. Le carte rivelano come i graffi siano attribuibili a una fase precisa del processo di coniazione, ovvero quello successivo alla trafilatura. I cilindri della trafile, essendo in ferro e non in acciaio, presentavano la superficie scabra impedendo così un corretto appiattimento delle lamine (piance) per raggiungere lo spessore (doppiezza) desiderato. Non essendo le trafile pefettamente funzionanti, le lamine prodotte non erano di giusto peso e si era costretti all'utilizzo della lima per riportarle al peso prescritto (documento n. 1). Nel documento successivo, datato 25 gennaio 1774, il regio ingegnere Giuseppe Astarita fa le medesime dichiarazioni del maestro dei coni (documento n. 2). documento n. 1 a firma di Bernardo Perger Documento n. 2 a firma di Giuseppe Astarita1 punto
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