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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/15/25 in tutte le aree
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Ora non mi viene in mente se ci furono emissioni di francobolli in merito alla tubercolosi, probabilmente si ma non mi sovviene quando.. ... ci furono comunque molte emissioni "erinnofile" quindi non di francobolli ma bensì di chiudilettera non emessi dallo Stato come i francobolli ma da organizzazioni private.. ..venivano emessi come parte di campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi dalla Federazione Italiana Fascista per la lotta contro la tubercolosi, iniziarono nel 1931 e continuarono fino al 1940. Alla tua domanda deve essere chiaro che servivano esclusivamente a raccogliere fondi e mai potevano essere utilizzati per affrancare la posta in quanto non erano dei francobolli ma "erinnofili" quindi etichette. Sotto posto alcuni esempi dove sono anche su buste viaggiate ma sempre come etichette erinnofile mai come francobolli per affrancare: Questi erinnofili sono molto interessanti e hanno un loro collezionismo, personalmente io ne sono molto affascinato e li colleziono avidamente. Molti sono più rari dei francobolli in quanto non sopravvissuti e non giunti a noi, al contrario dei francobolli non si conoscono le tirature di questi erinnofili e questo li rende piu' rari. Sono comunque parte della Filatelia a pieno titolo. Spero di essere stato utile e di aver chiarito.4 punti
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Sapete chi è la bambina sui chiudilettere mostrate nelle foto precedenti? Per essere più precisi, la bambina sollevata e quella sul chiudilettere da 10 centesimi. Allora? Era Sandra Mondaini ritratta dal padre e incisore Giacinto Mondaini Antonio3 punti
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Il Centro Culturale Numismatico Milanese ha il piacere di comunicare il programma delle attività per i mesi da settembre a dicembre 2025. Si ricorda che agli incontri e conferenze posso partecipare tutti e che tutte le conferenze potranno anche essere seguite da remoto per mezzo della piattaforma google meet. Per il momento vi auguriamo buone vacanze...ci vediamo a settembre!!!2 punti
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Per me stessa moneta. Il bordo è particolare e, nonostante la foto originale sia a bassa risoluzione, si notano segnetti sovrapponibili. Ad esempio il segnetto sul raggio tangente la V della legenda.2 punti
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Buongiorno, vedo con molto piacere che si pubblicano molte cartoline, io contribuisco con due , questa prima è un immagine della camera funeraria dell'Ipogeo dei Volumni, per chi non l'avesse vista è a 5 km. da Perugia in località Ponte San Giovanni, è un sepolcro Etrusco, Perugia è stata costruita dagli Etruschi, vederla dal vivo è tutta altra cosa, ma da casa si suda meno, saluti questa è la seconda, è il provino della cartolkina ufficiale, rappresenta l'arco etrusco a Perugia, questo è uno dei simboli di Perugia2 punti
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sinceramente non sono neanche mai stato negli USA, e poco mi interessa cosa fanno dall'altra parte del mondo. conosco l'Italia e il sistema pubblico e privato italiano, non condivido affatto il disprezzo che emerge dalle tue parole perché non rispecchia quanto vedo tutti i giorni: il SSNN funziona ed eroga servizi a tutti i cittadini (in forma diretta e/o convenzionata) il trasporto pubblico (con risorse ridicole) funziona e consente di spostarsi pressoché ovunque a tariffe ridicole per l'utenza la scuola pubblica e le università sono di alto livello, estremamente competitive sono erogate maree di contributi ai cittadini ed alle imprese dallo Stato o dagli EELL e molto altro. la tassazione, in ultimo, segue il principio di sussidiarietà, quindi a chi ha il reddito maggiore è richiesto di "pagare anche per chi non potrebbe pagare", in modo che l'accesso ai servizi sia egalitario per tutti. non è una cosa da poco e deriva da decenni di lotte sociali per il superamento delle diseguaglianze.2 punti
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è certamente una SECVRITAS-REIPVBLICAE ... a dx c'è la A quindi è probabilmente Tessalonica ... o Arles, Aquileia non credo2 punti
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Dovresti fare foto più a fuoco... Potrebbe essere SECVRITAS REIPVBLICAE...? Arka # slow numismatics2 punti
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Ci sarebbero i titoli azionari italiani ed esteri, con la 'scripofilia' rimaniamo in tema con questa sezione del forum Un paio di ritagli a caso:2 punti
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La traduzione corretta mi sembra quindi questa, non questa, che sembra fatta più "a senso" da un interprete che, sapendo dell'esistenza dei ritratti sui denarii, ha dato per scontato che si parlasse di ciò:2 punti
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Io focalizzerei la questione su un altro aspetto: fermo restando che la Guardia di Finanza fa il suo dovere e su questo non ci piove, io punterei il dito sull'alta rapacità fiscale dello Stato Italiano sulle imprese, rapacità che non si è verificata nemmeno quando l'Italia ha avuto il vicereame spagnolo. Sentiamo i mass media parlare delle guerre, e di Trump, ma non si sente mai parlare che lo Stato "abbassi" le tasse(anche la tassazione sulle famiglie è molto alta). Le tasse dovrebbero andare spese, da parte dello Stato, in beni e servizi al cittadino, andrebbe migliorata la Sanità pubblica, ma invece vanno tutte ai Parlamentari. Con questo altissimo prelievo fiscale le imprese non crescono e men che meno le ditte che trattano la vendita di Numismatica. Se lo Stato diminuisse SENSIBILMENTE, il prelievo fiscale alle imprese, ci sarebbe meno "nero" e chi oggi viene additato come un"malfattore" che vende senza regolare partita IVA sarebbe invogliato a registrarsi all'Agenzia delle Entrate ed alla Camera di Commercio per aprire un'attività. Stamani riflettevo anche su quest'altro problema: il commerciante non ha ferie pagate . Altro problema ancora: il commerciante versa contributi all'INPS per una pensione che non riceverà o se , per miracolo, la riceverà, perchè riesce a giungere all'età pensionabile(bisogna vedere come ci arriva)percepirà quel tanto che basta per comprarsi i lacci delle scarpe. Non mi si tiri fuori la stronzata che se lo Stato Italiano aumenta le tasse è perchè c'è evasione: lo Stato Italiano è stato sempre in deficit , dall'istituzione della Repubblica. Inoltre, o la gente paga le tasse o vive, per la stragrande maggioranza e così. Non sono stronzi quelli che spostano le sedi fiscali all'estero: lo Stato lo permette e loro lo fanno. Quindi io ritengo che vada puntato l'indice sull'alto prelievo fiscale, altrimenti dire" io pago le tasse e quello no" è una guerra fra poveri . odjob2 punti
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Buongiorno a tutti, volevo condividere il mio ultimo acquisto, effettuato in Norvegia, dopo una chiaccherata in inglese maccheronico con la titolare di un negozio a Trondheim.È una moneta abbastanza comune , ma fa sempre la sua figura. Qui usano una scala di conservazione diversa dalla Ns. e se non ho capito male è quella usata per le monete Tedesche. Se ne trovano di ben conservate. Wilhelm II frequentava spesso i Fiordi Norvegesi per viaggi turistici e cerco di coinvolgere senza successo la Norvegia nella prima Guerra Mondiale. Spero Vi piaccia . Buone ferie numismatiche a Tutte e Tutti.1 punto
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Ad Azzeccagarbugli piace confondere le acque ed intorbidirle a suo piacimento, salvo poi scomparire (e, conoscendolo, riapparire in un suo successivo post nuovamente autoreferenziale).1 punto
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Salve.il bordo e la perlinatura e anche i capelli sembrano diversi,che poi siano sovrapponibili mi sembra ovvio essendo lo stesso conio.mia opinione da foto1 punto
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Dalle foto, direi che la moneta è autentica ma non è molto rara. Anzi, tra le 5 lire di Napoleone, quella del 1814 con i puntali sagomati è relativamente comune. Ad ogni modo, è un esemplare in buona conservazione. Personalmente direi un BB+/qSPL, col rovescio decisamente migliore del dritto. Alla luce di ciò, come valore siamo sui 250 euro circa.1 punto
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In diversi punti mi sembra di vedere segni evidenti di tentativi maldestri di rimozione meccanica... si dovrebbe quindi trattare di incrostazioni ben cristallizzate provocate da probabile prolungato contatto con materiali ad alta percentuale di rame. Penso tu possa provare con bagni ripetuti in soluzione a base di ammoniaca a bassa concentrazione. L'ammoniaca commerciale è normalmente a concentrazioni fra il 15% e il 30%; la puoi trovare a basso costo in negozi che trattano materiali prodotti per la pulizia e la potrai utilizzare tal quale. Altra prodotto specifico consigliabile è l'EDTA disodico, acquistabile online e utilizzabile in soluzione acquosa satura. Entrambi i prodotti sono classificati come complessanti e quindi capaci di sciogliere i prodotti dell'ossidazione del rame senza intaccare il metallo nel suo stato solido. Si possono utilizzare sia per immersione che con impacchi localizzati. Saranno ovviamente necessari trattamenti ripetuti e, probabilmente, prolungati condotti però sotto osservazione, verifica e gestione diretta. Al termine sarà sufficiente sciacquare con acqua distillata e asciugare. Mario1 punto
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Comunque secondo me potrebbe essere AE3 SECVRITAS REIPVBLICAE di Valente. https://www.acsearch.info/search.html?id=62840831 punto
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decisamente, @Il_Collezionista_! quelli da 1 euro sono una valanga perché li hanno emessi solo fino al 2005. e sono talmente tanti che metà di quelli che mi trovo in tasca sono tedeschi1 punto
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Vorrei anche includere queste due interessanti discussioni inerenti l'argomento, di cui una proprio tua, anzi mi scuso di non averlo fatto prima, non so come mi erano sfuggite, evidentemente avevo impostato un termine di ricerca non preciso:1 punto
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forse non ti rendi conto che nella nostra tassazione sono inclusi tutta una serie di servizi che lo Stato e gli EELL pagano (totalmente o in parte), in modo che tutti i cittadini possano accedere ai servizi senza pagare o con tariffe ridotte. questo non avviene (completamente) in sistemi economici come quello USA: il consumatore/utente/cliente si paga quasi tutti i servizi al 100%, quindi si lo stipendio è più alto perché la tassazione è inferiore. ma ti paghi quasi tutto. il bilancio netto finale, se usi determinati servizi, forse non sarebbe così positivo. ce l'ha in Lussemburgo perché lo spazio economico unico europeo e le normative gli consentono di averla lì, finché sono rispettate le condizioni perché sia così. in caso contrario avrà contestazioni dai vari Stati. stesso motivo per il quale le multinazionali americane hanno le sedi europee in Irlanda. ma sono due cose ben distinte. l'evasore non paga, l'elusore utilizza accorgimenti consentiti dalla normativa per pagarne meno. una cosa è illegale, l'altra legale (ma non simpatica agli occhi degli altri contribuenti)1 punto
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Mi ha sempre incuriosito saperne di più su questo che è enorme per essere considerato erinnofilo visto è 10x15 centimetri e come da immagine copre tutta la busta!!! immagino ne avrai notizie e visto non ne ho visti molti in giro presumo sia non comune1 punto
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Vero a patto che tu abbia un’assicurazione che copra tutti i costi vogliamo menzionate quanto costa / in media / un’assicurazione sanitaria made in USA? in Italia paghi poco ma prendi anche poco in termini di assistenza e servizio in USA ricevi tanto ma paghi per questo molto o moltissimo1 punto
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Insomma: Cassio Dione non dice espressamente cosa fu fatto incidere sulle monete, la sua frase manca di complemento oggetto; logica vorrebbe quindi che si riferisca a ciò di cui parla la frase precedente, ossia solo il titolo di parens patriae Anche da un punto di vista etimologico, lo stesso verbo viene da ἐν, "in", e χαράσσω, "fendere, ferire, appuntire": nessun riferimento a un ritratto.1 punto
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Mi spiace, sarà la mia vista, ma faccio davvero fatica a vedere qualcosa 🙂.1 punto
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Recentemente ho scoperto "reduce photo size" app per cellulare Android che gratuitamente fa' praticamente solo la riduzione dimensioni ma mantiene un'ottima qualità e da foto di mediamente 3 MB ti estrae immagini da 300kb veramente belle...1 punto
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Buongiorno da quello che riesco a vedere dal mio telefono può essere qualsiasi cosa ma non un sesterzio perché pesa troppo poco, semmai un asse, saluti1 punto
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Una bella moneta carica di storia @Rufilius! Grazie per la condivisione e per l'entusiasmo.1 punto
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Ciao @Pino 66 ,mi riguardavo questa moneta e ruotandola mi sembra di vedere la testa di Acheloös nelle monete di Akarnania. Prova a confrontare. https://www.acsearch.info/search.html?term=Ae+akarnania+Acheloös+right&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=01 punto
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Lituania, 2 euro 2025, dedicata alla difesa : la Lituania è rappresentata come un riccio sempre pronto a difendersi.1 punto
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In ambedue i casi chi le ha prese ha fatto un' ottimo acquisto...1 punto
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Qualunque cosa (recte: stupidaggine) possa aver riportato l'articolo di Famiglia Cristina, su un argomento numismatico che esula ampiamente dall'ambito proprio di quella rivista, prima di confezionare un'interrogazione parlamentare, tu deputato della Repubblica italiana vorrai almeno verificare la notizia con almeno un esperto del settore? Hanno a loro disposizione qualunque tipo di supporto per documentarsi, per non parlare degli assistenti parlamentari (pure pagati da noi...) e quant'altro.....e vai a scomodare un Ministero per rispondere in merito ad una notizia farlocca? Quando poi, invece, la questione posta nell'interrogazione è seria, guarda un pò che nessuno ti risponde. Bell'esempio di democrazia parlamentare. M.1 punto
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Ciao a tutti, Aggiungo alla discussione due piastre passate in aste recenti. Asta NAC 157 lotto 390. Asta Roccaro E-live 4 lotto 55 Entrambe di conio A per il rovescio. Un saluto Raffaele.1 punto
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Carissimi amici, oggi vi presento questo bel tondello entrato da poco a fare parte della mia collezione. Si tratta di un grosso Agontano del XIII secolo, coniato ad Ancona in argento 965. Vi chiederei una mano nel classificarlo correttamente. Vi chiederei inoltre i Vostri pareri in merito. Ringrazio tutti coloro che parteciperanno! Auriate1 punto
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Perfettamente d'accordo. 30 anni fa circa, la mia società era perfetta dal punto fiscale (una SnC), solo che avevamo creato anche una SrL per un uso futuro, creando per l'occasione un contratto di affitto (presso regolare notaio) che concedeva una stanza del nostro immobile in cambio di una certa somma. Non trovando nulla nei vari documenti durante un controllo (la società era gestita perfettamente), presero in mano quel contratto e, con la scusa che non avevamo specificato le utenze, contestarono IL 50% DI TUTTE LE NOSTRE UTENZE (luce, gas, acqua, telefono) e appiopparono alla società una multa di circa 30 MILIONI di lire. Alle nostre proteste, ci fu testualmente rispostro: "zitti e non protestate, altrimenti sarà peggio". Esperienza vissuta sulla MIA pelle, quindi so quel che dico.1 punto
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La mancanza di risposte specifiche a domande specifiche ha creato una forte curiosità tra molti utenti che vorrebbero conoscere meglio le fonti e la loro interpretazione. Nulla a che vedere con un ''branco''. Arka # slow numismatics1 punto
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Si evidenziano incomprensibili lacune nel sistema di referaggio, oltre che per la R.I.N., anche per i Quaderni Ticinesi... Il triste declino del metodo e del rigore scientifico a favore della più comoda divulgazione sensazionalistica?1 punto
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Non ci si puo’ non chiedere come e’ possibile che una rivista scientifica come la RIN abbia permesso la pubblicazione - acritica - di tali ipotesi fantasiose non suffragate da fonti inoppugnabili bensi da sole interpretazioni puramente soggettive.1 punto
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Questo genere di pensiero era alla base della polizia negli anni del comunismo: "ci sono solo due generi di persone: quelle che commettono reati e quelle che non sono state ancora indagate".... Oggi è anacronistica questa idea...1 punto
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Buongiorno. In questo contributo che presentai sul forum qualche anno fa puoi trovare un catalogo preliminare delle monete con gli etnici di Crotone e Pandosia. Colgo l'occasione per annunciare che ho in corso lo studio sistematico delle monete di Pandosia (comprese quelle a legenda Cro-Pando) finalizzato all'edizione del corpus. Ho consegnato da poco ad una nota rivista di numismatica un saggio preliminare di questo studio che dovrebbe essere pubblicato (salvo imprevisti) entro il prossimo anno. Vi terrò aggiornati.1 punto
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L’interrogazione parlamentare è ancora in stato: “in corso”. Quindi, al momento, risposte ai seguenti sei quesiti non ve ne sono:1 punto
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Bibliografia - Balbi De Caro S. 1980, Cesati Alessandro detto il Greco o il Grechetto, in: Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 24. http://www.treccani.it/enciclopedia/cesati-alessandro-detto-il-greco-o-il-grechetto_(Dizionario-Biografico)/ - Bartolotti F. 1990, Pio IV - Il «Testone» della Resurrezione. Memorie dell’Accademia Italiana di Studi Filatelici e Numismatici, vol. IV, pp. 139-147. - Bonanni F. 1699, Numismata Pontificum Romanorum quae a tempore Martini V. usque ad annum M.DC.XCIX. vel authoritate publica, vel privato genio in luce prodiere, vol. 1, Roma. - Cinagli A. 1848, Le monete dei Papi, Fermo. - Du Molinet C. 1679, Historia summorum pontificum a Martino V ad Innocentium XI per eorum numismata, ab anno 1417 ad anno 1678, Parigi. - Hamburger L. & L. 1902, Italianische Münzen. Collezione Gnecchi, Francoforte. - Martinori E. 1918, Annali della zecca di Roma. Da Giulio III a Pio IV, Roma. - Oldoini A. 1677, Vitae et res gestae Pontificum Romanorum et S.R.E. Cardinalium ab initio nascenti Ecclesiae usque ad Clementem IX P.P.M., Roma. - Scilla S. 1715, Breve notizia delle monete Pontificie antiche e moderne sino all’anno XV del regnante Pontefice Clemente XI, Roma. - Serafini C. 1910, Le monete e le bolle plumbee pontificie del medagliere vaticano, vol. 1, Milano. - Serafini C. 1928, Le monete e le bolle plumbee pontificie del medagliere vaticano, vol. 4, Milano. - Toffanin A. 2018, Monete Italiane Regionali. Stato Pontificio, vol. 2, Pavia. - Venuti R. 1744, Numismata Romanorum Pontificum praestantiora a Martino V ad Benedictum XIV, Roma. L'articolo completo può essere qui scaricato (assieme al fascicolo che lo contiene): http://www.socnumit.org/doc/Comunicazione_2021_78.pdf1 punto
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Per quanto riguarda la coniazione, gli esemplari noti non paiono impressi a “martello”: mancano infatti le ribattiture caratteristiche. Si noti poi che gli assi di rotazione delle 2 facce risultano fra loro allineati a 0°, e ciò rappresenterebbe una evenienza estremamente improbabile se attribuita al semplice caso e non ad un preciso posizionamento del tondello sotto il conio[1] (cosa quest’ultima almeno inconsueta per quei tempi e per la tecnica considerata). E’ possibile sia stata coniata col maglio a caduta (ma i bassi rilievi tendono a smentire tale ipotesi) o attraverso conii incernierati, pinze o altro strumento che permettesse una contrapposizione fissa dei conii stessi. Dunque quali conclusioni trarre? Riassumendo riteniamo possano essere solo interlocutorie, mancando una chiara prova a fronte dei molti indizi. Vari aspetti tra quelli sopra elencati generano perplessità qualora si voglia considerare il ‘testone della Resurrezione’ come un prodotto della seconda metà del Cinquecento: parzialmente anacronistiche appaiono la tecnica di produzione e le caratteristiche del tondello, la modalità di coniazione, la perlinatura e forse la raffigurazione del rovescio; difformi la morfologia dello stemma al diritto e l’assenza della segnatura dello zecchiere, mentre contrastanti appaiono la sua estrema rarità ed i variabili giudizi espressi nei secoli da valenti numismatici. Non vi sono dati relativi al titolo dell’argento ma quelli ponderali sembrano compatibili con il peso e lo spessore di un testone eventualmente posteriore; d’altronde, se ne volessimo postdatare la produzione, il calco dello Scilla lo farebbe collocare al massimo entro il primo quarto del XVIII secolo[2]. Due ulteriori considerazioni appaiono proponibili: l’elegante incisione lo inquadra in un ambito di “Scuola” e non di semplice “Bottega Artigiana”; inoltre esso non può essere considerato una medaglia: troppo sottile il tondello, basso il peso e bassi i rilievi, irregolare il contorno cosicchè, confortati dall’opinione di vari studiosi, rigettiamo decisamente questa congettura. Suggeriamo che possa trattarsi di una prova o saggio di zecca, coniata nel XVII secolo, le cui matrici (o quantomeno quella del rovescio) furono incise da un abile artista[3], con ciò giustificando le caratteristiche monetiformi ed altri aspetti come stile, rarità, modalità inusuali di composizione e coniazione. A sostegno di quest’ultima ipotesi, tuttavia, non possiamo addurre alcuna certezza ma solamente invocare la ragionevole esclusione di altre teorie concorrenti. Il ‘testone della Resurrezione’, dunque, dibattuto e ammirato nei secoli, continua a serbare in buona parte i propri segreti, ammaliando nel contempo il ricercatore numismatico che ad esso si avvicini. [1] Il rilievo sugli assi della ‘moneta’ è stato direttamente accertato dall’autore sui 2 esemplari della ex collezione Castiglioni e della collezione Reale. [2] Riguardo al peso del testone nel XVIII secolo vanno considerati i seguenti valori: g 9,165 fino al chirografo di Clemente XII (12 settembre 1733), poi g 8,407 fino al 1753 (riforma dei nominali argentei di Benedetto XIV) e g 7,947 sucessivamente (Balbi De Caro, Londei 1984, pp. 57-133). Tuttavia il ‘testone della Resurrezione’ era già stato descritto e riprodotto ben prima della riforma di Clemente XII. [3] E’ possibile che si tratti di Alessandro Cesati (Bartolotti 1990): non siamo infatti riusciti a trovare, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Settecento, nessun altro incisore o Zecchiere in Roma le cui iniziali fossero EA. In tal caso non si può escludere un rimaneggiamento dei conii originali in epoca successiva.1 punto
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Il Martinori, nel fascicolo degli Annali che tratta di Pio IV, distinse medaglia e moneta: la prima prodotta anche in rame, la seconda caratterizzata dalla presenza nell’esergo del R/ di un riferimento alla città di Roma e dalle presunte iniziali di un incisore non ben identificato[1]. Camillo Serafini riportò la ‘moneta’ nel IV volume del suo catalogo del medagliere vaticano, commentandola tra quelle non presenti nella collezione pontificia, manifestando perplessità sulla sua natura e sull’interpretazione delle lettere AE fatta in precedenza. Nel CNI venne considerata testone a tutti gli effetti, e come tale classificata. Nel corso degli ultimi 50 anni Francesco Muntoni non ne fece menzione nella sua opera, in ciò seguito dal Berman, mentre nel recente MIR essa è nuovamente descritta come testone. Una nuova prospettiva di studio venne proposta da F. Bartolotti: tra gli elementi più significativi l’autore negò potersi trattare di medaglia e riaffermò con decisione la sua natura monetale, ma non di testone quanto piuttosto di “quarto di ducato da due giuli e mezzo”, ravvisando delle strette analogie con una moneta del peso di 8 gr. di Giulio III (1550-1555), in cui il papa veniva raffigurato col triregno[2], e che proprio Muntoni riportò a tale nominale[3]. In realtà va osservato come lo stesso Muntoni avesse in precedenza definito il passaggio del valore del testone da “due giuli e mezzo” a “tre giuli” nel corso del pontificato di Paolo III (1534-1549), dunque antecedentemente ad entrambe le ‘monete’ ed in conflitto con quest’ultima interpretazione. E’ tuttavia possibile che il nominale da “due giuli e mezzo” avesse conservato una sua ragione d’essere, forse in rapporto particolare alla monetazione commemorativa oppure perché inizialmente non chiarito o consolidato il nuovo rapporto di cambio tra ducato e giuli. Sempre Bartolotti interpretò le discusse lettere A • E, poste in esergo al rovescio della ‘moneta’ di cui si discute, come iniziali di Alessandro Cesati, famoso incisore di gemme, cammei e conii di monete e medaglie, detto il “Greco” o il “Grechetto”. Questi, nato a Cipro agli inizi del XVI secolo (da cui il soprannome), fu il più rappresentativo fra gli incisori della scuola romana del Cinquecento, ed operò ad intervalli tra il 1554 e il 1561 nella zecca capitolina, spostandosi anche in quella parmense. Amava fimare le sue opere di solito in lettere greche, ed A.E. è una delle sigle dal lui utilizzate e da intendere come abbreviazione di “ALEXANDROΣ EPOIEI” (Alexander fecit) o “ALEXANDROΣ ELLHN” (Alexander Hellenicus). Infine Bartolotti ritenne che la moneta fosse stata emessa nel gennaio del 1561 per celebrare la indizione della riapertura del Concilio di Trento che doveva avvenire il giorno di Pasqua di quell’anno e fu invece posticipata[4]. [1] Martinori E. 1918, p.72 e p. 82. «[p. 72] Lo Scilla ci dà notizia di un altro Testone con lo stesso diritto [cioè: stemma] ma ove nel rovescio si legge EXVURGAT • DEVS • AL • ROMA • (A • E?) la resurrezione di Cristo. Con questa rappresentazione abbiamo una medaglia di Pio IV, con le sole parole EXVRGAT DEVS, che il Bonanni dice di aver veduto in argento del peso di tre Giulii cioè di un Testone ed anche in rame. Le lettere A • E • che si trovano nella descrizione dello Scilla ci lasciano dubbiosi: che si debba invece leggere A • F •, cioè ANGELVS FECIT, nome dell’incisore segreto pel quale troviamo un mandato di pagamento in data 19 ottobre 1561?». «[p. 82] Dicemmo indietro come lo Scilla riporti quale moneta una medaglia di Pio IV con la Resurrezione di Cristo e con la legenda EXVRGAT DEVS. La differenza fra il Testone (?) riportato dallo Scilla e la medaglia consiste nell’aggiunta che si trova nella moneta di AL • ROMA - A • E •, che come abbiamo detto crediamo errata nell’ultima lettera che si deve leggere F • (ANGELVS FECIT). Veggasi quanto si è detto in proposito parlando delle monete di Pio IV». [2] «Dato quindi che si tratta di una moneta, è chiaro che non può essere un testone che, come già detto, a quel tempo equivaleva a tre giuli e un giulio pesava gr. 3,20 quindi il testone gr. 9,60 (e non gr. 8). (…) A questo punto è opportuno prendere, come termine di paragone, un’altra moneta, quella di Giulio III (Munt 7,8), emessa pochi anni prima (1553) similmente controversa, dove il papa è per la prima volta ritratto col triregno (foto n° 8), moneta che ha caratteristiche comuni a quella in esame di Pio IV: stesso peso, stesso diametro, soggetto inconsueto, firma ancora insufficientemente spiegata, secolare incertezza di classificazione, grande rarità; esiste forse anche come medaglia. Pertanto, se è esatta la classificazione del Muntoni per la moneta di Giulio III, e lo è, anche il cosiddetto “testone della Resurrezione” di Pio IV deve correttamente definirsi quarto di ducato da due giuli e mezzo». [3] Muntoni 1972, p. 195, nota 7-8. « [Giulio III, 1550-1555]. Ritengo che gli esemplari qui descritti [GENS ET || REGNVM || QVOD NON || SERVIERIT || TIBI || PERIBIT] possano essere effettivamente monete, ma non testoni, bensì quarti di ducato da due giuli e mezzo, come dimostra il loro peso che, per gli esmplari ben conservati corrisponde esattamente ai g 8,00 (3,20 x 2,5) teorici di un nominale siffatto. Giulio III coniò, sebbene molto sporadicamente, anche il testone da tre giuli (v. N. 6) (…). [4] Il Concilio di Trento fu convocato la prima volta da Paolo III nel 1545, trasferito due anni dopo a Bologna, sospeso e poi riaperto nuovamente a Trento da Giulio III nel 1551, interrotto l’anno seguente. La nuova bolla di convocazione (“Ad Ecclesiae regimen” del 29 novembre 1560) frutto della grande capacità diplomatica di Pio IV, fatta di compromessi e dissimulazioni, fu redatta in maniera vaga e generale, con formule ambigue e diversamente interpretabili, per evitare la reazione contraria di alcune potenze cristiane. Prevedeva il nuovo inizio dei lavori per la Pasqua dell’anno seguente, 29 marzo 1561, ma vari ostacoli e gravi ritardi nell'invio dei delegati dei diversi paesi, consentirono al Concilio di riprendere solamente il 18 gennaio 1562, giungendo comunque ad una rapida conclusione nel dicembre dell’anno successivo.1 punto
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Di certo il più autorevole pronunciamento su questo ‘testone’ è quello di Saverio Scilla che nel 1715 classificò l’esemplare tra le monete (p. 50), scrivendo: «Exurgat Deus, nel Testone con l’impronto della risurezione di Cristo, motto del primo versetto del Salmo 67. Exurgat Deus, et dissipentur inimici ejus, et fugiant qui oderunt eum e facies ejus. Si puote credere battuto per sussidio delle armi Cattoliche contro gl’Eretici, duranti le guerre ciuli di Francia, la detta Moneta è assai varia dall’altre battute in Roma nell’intaglio, e nel peso, che è minore dell’altre. Fra le Monete di questo Pontefice non è comune il Testone, Lira, e mezza Lira di Bologna, il Giulio di Macerata con un’armetta, ed il Testone col Cristo, che disputa fra’ dottori. Raro è l’altro con la risurrezione di Cristo, e rarissimo è quello d’Avignone.». Questo stesso Autore fu l’artefice dell’impronta in carta della ‘moneta’, presa da un esemplare originale e conservata nel codice Ottoboniano 3120 della Biblioteca Vaticana, visibile nella riproduzione fattane dal Serafini presentata in Figura 4C. Vent’anni dopo, in un altro testo di medaglistica, l’autore Rodolfino Venuti riclassificò alcune medaglie menzionate dal Bonanni come monete o gettoni; tra quelle di Pio IV l’Exurgat Deus venne considerato una moneta. Proseguendo nel descrivere l’interpretazione fatta di questa ‘moneta’ nei secoli, essa fu accettata quale testone dal Cinagli, che le impartì un grado di rarità piuttosto elevato; comparve nell’asta della collezione Gnecchi tra i testoni (venendo anche fotografata, figura del #3) e vi accennò il grande numismatico Solone Ambrosoli in un articolo riguardante le medaglie di Papa Pio IV, definendola “leggiadro testone”[1]. Rappresentazione del R/ della moneta “EXVRGAT DEVS” (A) e disegno della medaglia descritta dal Du Molinet e dal dal Bonanni (B) nei confronti di altra medaglia ”ROMA RESURGENS” (C) con accanto il disegno corrispondente del rovescio (sempre dal Bonanni, D). Si noti come le caratteristiche dell’esemplare fotografato “EXVRGAT DEVS” (scena, rilievo basso, bordo, ecc.) differiscano sensibilmente da quelle di una medaglia (di cui l’esemplare C rappresenta un esempio coevo) e non possano essere ad essa assimilate. [1] Ambrosoli 1903. « Le non molte monete battute durante il pontificato di Pio IV offrono poco o nulla di notevole, limitandosi più che altro alla ripetizione dei tipi già usati dai precedenti pontefici, ove si eccettui qualche pezzo, come il leggiadro “testone” EXVRGAT DEVS».1 punto
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Pio IV (Giovan Angelo Medici): ritratto e stemma. Le insegne del papa sono quelle della famiglia fiorentina dei Medici[1]. Il pontificato relativamente breve di Pio IV[2], tra il 1559 e il 1565, fu caratterizzato da una monetazione apparentemente monotona per parte della zecca di Roma: non vi furono emissioni auree, mentre con l’argento furono coniati testoni, giuli, e grossi. I primi, del valore di 3 giuli, titolo 920 millesimi e peso 9,596 gr.[3], senza data e col contrassegno dello zecchiere, presentavano al diritto lo stemma papale con una grande varietà di fogge, e al rovescio la tradizionale figura di S. Pietro nimbato, seduto di fronte su trono e, in una rara tipologia, Cristo nel tempio fra i dottori con legenda TV AVTEM IDEM IPSE ES. Scrive Muntoni che “nato originariamente come pezzo da un quarto di ducato (…) ma con il valore di due giuli e mezzo, il testone assunse con Paolo III quello di 3 paoli (giuli), pur costituendo sempre la quarta parte del ducato di camera, come dimostrano chiaramente i capitoli per l’appalto della zecca di Roma nel 1545 che così descrivono la moneta «moneta grossam argenteam Tertios Paulos noncupatam quorum quatuor constituant unum ducatum auri in auro de camera». Infatti con il deteriorarsi del giulio, il valore del fiorino di camera era passato da 10 a 12 giuli.”. E ancora: “La fortuna di questo nominale è documentata dal fatto che, pur con successive riduzioni, sopravvisse per 3 secoli e cioè fino al pezzo da 30 baiocchi di Gregorio XVI.”. [1] Illustrazione da: Oldoini 1677, p. 868. Non esistono indizi di un legame con la casata fiorentina dei Medici, anche se Clemente VII prima e Cosimo I poi, per riconoscimento verso i servigi militari resi da Gian Giacomo (fratello maggiore di Giovan Angelo), detto il Medeghino, ovvero per assicurarsi i favori del futuro pontefice, allusero in più d'una circostanza a rapporti di parentela coi Medici milanesi, fino a concedere loro, probabilmente con la nomina a cardinale di Giovan Angelo nel 1549, l'uso del proprio stemma, le sei palle in campo d'oro. (da Enciclopedia dei Papi. Pio IV) [2] Pio IV papa. - Giovanni Angelo Medici di Marignano (1499 - 1565). Milanese, proveniente da una famiglia di umile condizione, arcivescovo di Ragusa nel 1545, cardinale nel 1549, protetto da Giulio III e avversato invece da Paolo IV perché filospagnolo e contrario alla rigida politica del predecessore; fu eletto pontefice dopo uno tra i più lunghi conclavi della storia, durato 4 mesi, il 26 dicembre 1559. Sostenitore della restaurazione cattolica, fu in ciò coadiuvato dal nipote Carlo Borromeo, il grande santo della diocesi milanese; contro la minaccia protestante, specie in Francia, riconvocò e portò a conclusione (1562-63) il Concilio di Trento, pubblicandone i decreti di riforma della Chiesa e curandone l'attuazione tramite la Congregazione del Concilio. Fu di carattere accomodante: non scomunicò Elisabetta d'Inghilterra, cercò di regolare la procedura della Inquisizione romana e di limitare la giurisdizione di quella spagnola. Aveva rimproverato il nepotismo del suo predecessore, ma egli stesso vi incorse agevolando la carriera ecclesiastica dei numerosi nipoti (futuri cardinali, vescovi, abati commendatari, candidati ai maggiori uffici curiali e amministrativi, nonché destinatari di pingui rendite ecclesiastiche). Se da un lato non badò a spese assicurando lusso e fasto alla sua corte, dall’altro abbellì Roma finanziando diverse opere pubbliche; fu protettore di artisti, tra cui Michelangelo, cui affidò la costruzione di Porta Pia e la trasformazione delle Terme di Diocleziano nella Basilica di S. Maria degli Angeli. Morì il 9 novembre del 1565, e il suo corpo, sepolto dapprima in S. Pietro, fu definitivamente trasferito in S. Maria degli Angeli il 4 gennaio 1583 (da Enciclopedia dei Papi. Pio IV). [3] Il giulio, fino al 1551 al taglio di 102 ½ per libbra (cioè gr. 3,308), fu portato in quell’anno a 104 per libbra (gr. 3,260) e nel 1554 a 106 per libbra (gr. 3,199); il peso del testone ne deriva di conseguenza. Vedi: Martinori 1918, p. 16 e p. 21.1 punto
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