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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/17/25 in tutte le aree

  1. ho il piacere di segnalarvi la prossima uscita di: The bronze Coinage in the Roman Empire from 395 AD to Anastasius La moneta in bronzo nell'Impero Romano dal 395 d.C. ad Anastasio Alain Gennari A più di trent’anni dalla pubblicazione del decimo volume del RIC, The Roman Imperial Coinage, il volume si presenta come una revisione ragionata delle emissioni monetarie in bronzo per il periodo dall’anno 395 al regno di Anastasio. Il volume presenta almeno un’immagine per ogni tipologia, zecca, officina e singola variante, permettendo allo studioso, ma anche al semplice appassionato, di catalogare agevolmente una moneta tra ben più di mille censite. Le monete, e le numerosissime varianti presentate, seguono una numerazione coerente e sovrapponibile con il volume di Kent del 1994. 328 pagine a colori, formato foglio A4 € 80,00
    9 punti
  2. Prego. Sempre meglio dei contributi che dai tu, aggiungendo commenti superflui ( tipo "patacca" ) in coda alle discussioni già chiuse, tanto per fare un punto.
    4 punti
  3. Cari amici, dopo più di 4 anni di lavoro ho il piacere, con non poca emozione, di dirvi che entro poche settimane il mio volume di revisione del RIC X (solo bronzo) sarà disponibile. oltre a dover ringraziare un'infinità di persone, incluse alcune di questo sito, e il forum stesso!, ho l'onore di avere una prefazione scritta nientemeno che da Michele Asolati! il volume è circa 330 pagine, con ben più di 1000 monete censite e tutte con fotografia... in bianco e nero per vedere meglio i dettagli ... e poi tutte a colori a dimensione naturale in 22 tavole finali. spero di aggiornarvi quanto prima grazie a tutti Alain Gennari
    4 punti
  4. Salve a tutti. Ho il piacere di segnalare la recentissima uscita di un mio saggio scientifico dal titolo Aspetti politico-economici della guerra nel Medioevo: il caso di un singolare follaro salernitano, apparso in "Rassegna Storica Salernitana", 83, n. 13 (giugno 2025), pp. 69-103: (2) Raffaele Iula, "Aspetti politico-economici della guerra nel Medioevo: il caso di un singolare follaro salernitano", in "Rassegna Storica Salernitana" 83, n. 13 (giugno 2025), pp. 69-103. Dopo un'approfondita disamina dei meccanismi della guerra nel Medioevo, con particolare attenzione all'ambito dell'Italia meridionale, e dei suoi legami con le ottiche economiche del guadagno e del bottino, mi sono soffermato, nella seconda parte dell'elaborato, sull'iconografia del cavaliere normanno apparsa su di un particolare follaro emesso a Salerno e finora oggetto di numerose attenzioni da parte degli studiosi di settore (si tratta del discusso follaro tipo Travaini 1995, n. 28). A seguito di una minuziosa indagine, condotta dal sottoscritto anche grazie all'ausilio di un nuovo esemplare di tale follaro, che presenta una variante inedita nella legenda di rovescio, si è giunti alla conclusione in merito alla corretta attribuzione di questa moneta, alla sua datazione e al suo inquadramento storico. Si tratta di un periodo centrale per la storia del Mezzogiorno, in cui le ultime imprese italiane di Roberto il Guiscardo (1077-1085) si intrecciarono con i destini storici di papa Gregorio VII (1073-1085) e di Salerno quale capitale del Ducato di Puglia. Spero che questo mio lavoro incontri il vostro interesse: buona lettura!
    2 punti
  5. Il Centro Culturale Numismatico Milanese ha il piacere di comunicare il programma delle attività per i mesi da settembre a dicembre 2025. Si ricorda che agli incontri e conferenze posso partecipare tutti e che tutte le conferenze potranno anche essere seguite da remoto per mezzo della piattaforma google meet. Per il momento vi auguriamo buone vacanze...ci vediamo a settembre!!!
    2 punti
  6. Probabilmente Giuliano II con SPES REIPVBLICAE... Arka # slow numismatics
    2 punti
  7. Hallo:Post di Museo archeologico nazionale di Civitavecchia.Pagina istituzionale del 5/1/2022.the same but head of ram. You can also look:lamoneta,storia e archeologia del 12/6/2023:una strepitosa medusa
    2 punti
  8. Buonasera a tutti, @numa numati ringrazio per la stima riposta, sono un appassionato sicuramente e allo stesso tempo mi ritengo ancora essere un aspirante Numismatico. Il cavallo con la Regina esiste almeno in letteratura ed in foto. Mai visto in vendita, ti assicuro che se dovesse accadere sarebbe una guerra tra molti per accaparrarselo. Non mi dire che ne hai scovato uno😁. Più tardi farò foto dell'immagine alla quale mi riferisco. Saluti Alberto
    2 punti
  9. Buone vacanze agli identificatori!⛱️ Il quiz di oggi sarebbe... dove sono? Njk
    2 punti
  10. Sicuramente vale molto meno di un saluto e di un grazie...
    2 punti
  11. Hello , If I have any more interesting finds like this in the future , I'll definitely post them here . This includes unknown Roman & Greek coins . You have already helped me several times excellent with the determination of it. The big question remains : who recognizes the above mentioned object and has info about its function / use Regards from The Netherlands, Ajax
    2 punti
  12. Buondì, passando a Filippo IV di Spagna, propongo questo busto letteralmente incastonato nello scudo spagnolo sottostante. Si tratta di un 5 reali della zecca di Cagliari del 1643 coniato su un 4 reales spagnolo della zecca di Toledo, quindi due monete in una. A presto!
    2 punti
  13. Non frequento con continuità le problematiche che investono la monetazione milanese ma penso che in questo caso la recente pubblicazione del catalogo MIR sulla zecca di Milano ci possa dare un valido contributo. Sul MIR il quattrino emesso a nome di Filippo IV è descritto al n°376. Nello specifico i dati ponderali indicati sono: diametro 18 mm; peso 1,7 - 2,93. Nulla di strano quindi. A tal proposto è importante mettere in evidenza che queste emissioni, ormai realizzate in rame puro, avevano un valore liberatorio attribuito a titolo assolutamente fiduciario e quindi svincolato dal valore intrinseco del metallo contenuto. Il peso del singolo pezzo (e quindi il valore del metallo che lo componeva) non era quindi una misura vincolante. Normalmente le verifiche di queste emissioni venivano eseguite per numero di pezzi per libbra e la variabilità di peso dei singoli componenti della pesata poteva essere significativa. Per lo stesso motivo l'identificazione come doppi o tripli quattrini di alcuni esemplari con pesi doppi o tripli rispetto al peso medio di riferimento (vedi ad esempio anche i quattrini, ora bagattini, mantovani...) mantiene un significato solo dal punto di vista collezionistico e quindi commerciale... ma non ha senso dal punto di vista numismatico. Mario
    2 punti
  14. Se sei sicuro di Sirmium è un AE 3 con SECVRITAS REIPVBLICAE di Valentiniano I (probabile) o Valente. Arka # slow numismatics
    2 punti
  15. hahahaha beh si in effetti ... per chi si approccia a questo mondo e non ne sa nulla ci vorrebbe un po più più di "gentilezza e comprensione" .... scherzooo ovviamente 😉 siete stati chirissimi e ho sicuramente compreso qualcosa in più di questo mondo 🙂 grazie a tutti
    2 punti
  16. 2 punti
  17. Beh ... diciamo che la maggior parte di noi aveva inteso bene. Solo qualcuno ha malinteso.
    2 punti
  18. Mi permetto di farti un po' di concorrenza in quanto a stranezze e un po' di pubblicità alla mia provincia!!!cartolina in 4 parti fronte e retro con velina sotto che racconta un po' cosa c'era da aspettarsi se si veniva a Sestola(MO) negli anni 30 o giù di lì....
    2 punti
  19. LA RESTAURAZIONE OLIGARCHICA Trascorsi due anni in Grecia per riorganizzare le forze, nell’83 a.C. Silla si imbarcò per l’Italia con 5 legioni, deciso a combattere contro il governo dei populares; sbarcò a Brindisi, impossessandosi subito del controllo della città. La guerra civile era iniziata. Il suo esercito era piccolo ma formato da legionari esperti, fedeli e disciplinati; furono persino disposti a prestare giuramento di fedeltà a Silla e a partecipare con un piccolo contributo alle spese di guerra. Silla fu in grado di controllare strettamente la marcia delle sue legioni e riuscì pertanto non solo a vincere gli scontri contro gli eserciti nemici, ma anche a ingraziarsi il favore di molte popolazioni e persino a convincere parte delle truppe dei populares a disertare e unirsi a lui. Molti esponenti dell’aristocrazia si unirono a lui, fra cui Quinto Cecilio Metello Pio, Marco Licinio Crasso (ricchissimo esponente di una potente gens plebea) e, soprattutto, Gneo Pompeo, il figlio di appena 23 anni di Gneo Pompeo Strabone, che portò con sé tre ottime legioni composte dai veterani del padre. Con queste forze, Silla sbaragliò facilmente le legioni schierate ad attenderlo e risalì la penisola. Per l’82 a.C. il popolo elesse consoli Papirio Carbone e Gaio Mario (detto il Giovane), figlio dell’omonimo; Quinto Sertorio fu inviato in Spagna per effettuare nuovi reclutamenti. Si ricorse a misure straordinarie per accumulare le risorse necessarie a finanziare la guerra: venne anche sottratto l'oro e l'argento raccolto nei templi di Roma. L’esercito sillano sconfisse però quello consolare e i due consoli si asseragliarono in città fortificate: Mario a Praeneste (attuale Palestrina), Carbone a Chiusi. Silla, che inizialmente assediava Mario, decise di spostarsi verso Chiusi, allontanandosi così da Roma. Sopraggiungeva un esercito composto da 70.000 Sanniti e Lucani, decisi a dar manforte ai populares; saputo della manovra Silla, decisero di puntare direttamente contro Roma e si accamparono a Porta Collina (porta delle mura serviane, tra le attuali via XX Settembre e via Salandra). Ponzio Telesino, comandante sannita, arringò i suoi uomini dicendo che Roma stava per essere distrutta, i “raptores italicae libertatis” (predatori dell’italica libertà) stavano per essere annientati e, a tal fine, era necessario distruggere il "bosco" ove si rifugiavano i "lupi" romani. Ma Silla non intendeva lasciare Roma alla mercé di questi rivoltosi: capito il suo errore, fece fare marcia indietro al suo esercito e tornò verso l’Urbe a tappe forzate. Arrivò nel primo pomeriggio del 1° novembre 82, schierò le sue truppe presso il tempio di Venere Ericina (vicino all'odierna Porta Pia) e, benché fossero esauste, diede l’ordine di attaccare. L’ala destra del suo esercito, comandata da Crasso, dopo un duro scontro prevalse sui nemici e li mise in fuga, inseguendoli sino ad Antumnae (attuale Monte Antenne, all’estremità del parco di Villa Ada); sull’ala sinistra, invece, la situazione era critica: i Sanniti pressavano i Romani costringendoli ad arretrare. Per evitare la disfatta, Silla fece chiudere le porte della città, onde evitare che i suoi abbandonassero la battaglia; cavalcò poi in prima fila, rischiando anche di essere ucciso dalle lance dei nemici. Lo scontro durò tutta la notte ma, alle prime luci del 2 novembre, i Romani avevano vinto. Roma era salva. I populares erano stati sconfitti; Gaio Mario il Giovane si suicidò, Carbone fuggì. Silla assunse il cognomen Felix, che significa "fortunato perché benvoluto dagli dei". _________________ Lo scontro titanico fra populares e optimates, seppur foriero di tragedie, ha ispirato in quegli anni bellissime testimonianze monetarie; tuttavia non è sempre oggi facile distinguere a quale fazione inneggiassero i monetarî Uno dei consoli in carica nell’83 a.C. era Gaio Norbano, il cui cognomen attestava una provenienza da Norba (attuale Norma, vicino a Latina); un suo omonimo, verosimilmente suo figlio, il denario, RRC 357/1 che raffigura al dritto la testa di Venere e, al rovescio, quattro oggetti: l’acrostolio[1] (ossia la porzione anteriore delle grosse navi, quindi un simbolo di navigazione), il fascio littorio (simbolo dell’imperium), il caduceo (attributo di Mercurio, quindi simbolo dei viaggi e del commercio) e una spiga di grano. Si tratta della rievocazione di un’impresa compiuta dal console nell’88, quando - pretore in Sicilia durante il bellum sociale - organizzò una flotta per portare cibo a Reggio, assediata dagli insorti; ma è anche, come ha evidenziato Amisano, un’allusione agli elementi che alimentano il potere militare: il dominio sul mare, la politica e la capacità di approvvigionare le truppe. Altro bel denario (serrato) è RRC 362/1, firmato nell’82 da Gaius Mamilius Limetanus (forse figlio dell’omonimo, tribuno della plebe nel 109). Al dritto rappresenta Mercurio, con il caduceo sulle spalle; al rovescio Ulisse, travestito da vecchio mendicante, nel momento in cui viene riconosciuto dal suo anziano e fidato cane, Argo. Amisano ha osservato che non si può non vedere in Ulisse, raffigurato dopo che è sbarcato a Itaca e prima che uccida i Proci, un’analogia con la venuta di Silla in Italia per uccidere i traditori: un chiaro sostegno agli optimates. Ulteriore interessante emissione dell’82 è il denario RRC 363/1, firmato da L. CENSOR, forse padre omonimo del Lucius Marcius Censorinus che sarà console nel 39 a.C. Al dritto è raffigurato Apollo, al rovescio invece il satiro Marsia[2] davanti a una colonna sormontata da una statua della Vittoria[3]. Ancorché Crawford non concordi, il richiamo di Marsia sembra inneggiare alla libertà dei popoli italici[4] (anche grazie all’assonanza fra il suo nome e quello dei Marsi, popolazione che fu protagonista del bellum sociale) e, quindi, alla fazione dei populares. _________________ Silla fece uccidere molti suoi oppositori (fra cui Gratidiano); determinato a restaurare lo Stato aristocratico, riesumò una magistratura non più utilizzata da oltre un secolo, la dittatura, stravolgendone senso e funzione: si fece infatti nominare dittatore a tempo indeterminato (in origine, la dittatura aveva durata solo semestrale) con lo scopo dichiarato di rifondare la repubblica (rei publicae costituendae; la dittatura era invece nata per assicurare la conduzione di campagne militari). Attuò, quindi, una serie di riforme legislative tese a mettere il controllo del governo nelle mani del Senato e, parallelamente, togliere potere ai tribuni della plebe. Intuì il potenziale di Cesare (che negli ultimi anni, era stato molto vicino all’altro suo zio acquisito, Gaio Mario) e, per allontanarlo dai populares, gli ordinò di ripudiare la figlia di Cinna; Cesare tuttavia si rifiutò, sfidandone l’ira. Silla meditò allora di farlo uccidere; desistette per le pressioni di molti aristocratici, amici comuni, ma li avvertì che “Cesari multos Marios inesse”, “dentro Cesare ci sono molti Mario”. Fu un personaggio complesso: religioso ma dissacrante, tradizionalista ma innovatore, crudele ma rispettoso della legge, severo ma votato alla salvezza dello Stato anziché all’arricchimento personale. Era noto per la sua ironia: nominò Metello Pio pontifex maximus gettando il popolo nello sconforto, perché quegli era balbuziente e, quindi, durante i riti religiosi doveva ripetere per un numero estenuante di volte le preghiere (che, nella mentalità romana, necessitavano di essere pronunciate in modo esatto, per risultare efficaci). _________________ Nel frattempo Sertorio, che si trovava in Spagna, rifiutava di deporre le armi e raccolse attorno a sé non solo i populares in fuga da Roma, ma anche molte popolazioni iberiche; alla fine dell’82, si mosse contro di lui un esercito al comando del proconsole Annio Lusco che, prima di passare i Pirenei, si fermò a Massalia. A Massalia provenzale uno dei comandanti sillani, Gaio Valerio Flacco[5], emise un interessante denario, RRC 365/1. La moneta reca, al rovescio, la legenda C. VAL. FLA - IMPERAT - EX. S. C) non solo quindi il titolo di imperator, ma anche la precisazione che la coniazione avveniva (seppur fuori dal territorio nazionale) “ex senatus consulto”, su mandato del Senato. L’iconografia inneggia al successo militare: al dritto è infatti rappresentata la Vittoria, ma è la raffigurazione al rovescio a risultare particolare: un’aquila legionaria montata su asta con, ai lati, altri due stendardi militari: a sinistra quello degli hastati (come si desume da una piccola lettera H alla base delle insegne), a destra quello dei principes (con lettera P). Questa simbologia, che richiama l’immagine delle legioni in marcia (delle quali, da lontano, si dovevano appunto intravedere l’aquila e gli stendardi), introdotta qui per la prima volta, riscosse grande successo: sarà infatti ripetuta spesso, durante sia la repubblica sia l’impero. Lo scontro fra Lusco e Sertorio avvenne nell’81 a.C.; sconfitto, il generale ribelle dovette scappare in Africa. Quello stesso anno un poco noto monetiere, Aulo Postumio Albino, emise un denario serrato, RRC 372/2, che reca al dritto la personificazione dell’Hispania (identificata da una didascalia), al rovescio un magistrato in toga in piedi tra un’aquila legionaria e un fascio littorio: evidentemente egli voleva ricordare (in un momento in cui la Spagna era tornata “agli onori della cronaca”) che il suo antenato Lucio Postumio Albino, pretore nel 180 a.C., aveva combattuto con successo in quella stessa terra. La scena al rovescio è particolarmente interessante: per Crawford si tratta di una mera allusione al potere militare e politico (aquila e fascio), ma potrebbe invece rappresentare una leva (cioè, la chiamata dei cittadini per arruolarli), occasione durante la quale il magistrato cum imperium (e fornito, quindi, del fascio) si recava a Campo Marzio, vi piantava l’insegna legionaria e faceva chiamare e registrare le reclute. _________________ In Italia, Pompeo aveva dimostrato, malgrado la giovanissima età, grandi doti di coraggio, energia e abilità militare. Silla lo incaricò allora di cacciare i populares dalla Sicilia e dall’Africa, ove essi potevano affamare il popolo di Roma bloccando i rifornimenti di grano. Il giovane condottiero portò a termine celermente il suo compito: già alla fine dell’82 a.C. si impadronì della Sicilia, dove fece giustiziare Papirio Carbone; passò poi in Africa ove ottenne una serie di successi strepitosi vincendo sia i populares sia il re di Numidia, loro alleato. _________________ Per l’80 a.C. furono eletti consoli Metello Pio e Silla. Quest’ultimo fece coniare un aureo, RRC 381/1 che tradisce il suo carattere irriverente e sottilmente ironico: la moneta infatti raffigura al dritto la dea Roma, al rovescio una statua; non viola quindi il divieto di rappresentare persone in vita. Peccato che la statua sia, verosimilmente, quella che era stata collocata nel Foro, che a sua volta raffigurava … Silla stesso. Quello stesso anno Silla ordinò a Pompeo (che ancora stazionava in Africa) di congedare le sue legioni e tornare in Italia da privato cittadino; Pompeo riunì i soldati e finse che essi stessi non volessero abbandonarlo; anzi, lo acclamarono Magnus, come il grande Alessandro, e tale epiteto divenne il suo cognomen. Il giovane sbarcò allora in Italia con tutto l’esercito e chiese a Silla di concedergli il trionfo; quando quegli glielo negò, rispose sfrontatamente “sono più numerose le persone che adorano il sole al suo nascere di quelle che lo adorano al suo declinare”. Silla, sorpreso da tanta audacia, acconsentì, ma da allora non gli assegnò altri incarichi. Sempre nell’80 un liberto di Silla accusò ingiustamente di parricidio (uccisione del padre) un giovane, sicuro che nessuno ne avrebbe preso le difese in tribunale, temendo l’eventuale vendetta di Silla stesso; invece non solo un giovane avvocato (tale Marco Tullio di Arpino, che aveva ereditato il cognomen dispregiativo di “cece” da un suo parente con un’escrescenza sul naso) accettò di difenderlo, ma vinse anche la causa e, da allora, il suo cognomen - Cicero, in Latino - cominciò a essere famoso. Forse Silla capì, da questi episodî, che stava perdendo il controllo sull’aristocrazia; forse invece, da uomo di Stato, ritenne di aver esaurito il suo compito di rifondare la repubblica; fatto sta che nel 79 a.C., stupendo tutti, depose la dittatura e si ritirò a vita privata, accettando persino le ingiurie e le minacce dei cittadini che lo vedevano passare. Morì, di malattia, l’anno successivo. _________________ Metello Pio, terminato il consolato, nel 79 a.C. fu inviato da proconsole a governare l’Hispania. Contemporaneamente, tuttavia, le popolazioni autoctone convinsero Sertorio (che nel frattempo, in Africa, aveva riorganizzato e accresciuto il proprio esercito) a tornare, ammirandone le doti di statista saggio ed equilibrato. Abilissimo militare, in breve tempo Sertorio sconfisse le legioni e si impadronì del controllo dell’Hispania Ulterior, facendone una repubblica secessionista sotto il suo governo. Metello, anch’egli abile militare, capì che la strategia migliore da usare contro di lui consisteva nel logorarlo in una lunga guerra di attrito; si arroccò allora nell’Hispania Citerior, senza affrontare le truppe sertoriane in grosse battaglie campali. Per il 78 a.C. furono eletti consoli Quinto Lutazio Catulo (figlio dell’omonimo che aveva combattuto ai Campi Raudii), vicino agli optimates, e Marco Emilio Lepido, che in passato si era tenuto equidistante tra le due fazioni, ma dopo la morte di Silla si schierò con sempre maggior fervore a favore dei populares. All’epoca erano in corso i lavori di ricostruzione dell'antico tempio di Giove Ottimo Massimo, accidentalmente bruciato nell'83, che Silla aveva affidato proprio a Catulo, ordinandogli che fosse ricostruito ancora più maestoso. Nell’anno in cui Catulo fu console, allora, un ignoto monetario allora, Marco Volteio, volle nostalgicamente ricordare su una sua moneta (RRC 385/1 che al dritto reca il ritratto di Giove) il tempio com'era stato in origine: dorico, tetrastilo, con l’immagine di un fulmine sul frontone e i tre portoni che davano accesso alle statue della triade capitolina. Terminato il consolato, nel 77 a.C. Lepido si fece promotore in Etruria di una nuova ribellione contro Roma, aiutato da un suo accolito, Marco Giunio Bruto. Quest'ultimo vantava di discendere da Bruto, primo console della repubblica, ed era sposato con una donna bellissima, Servilia[6], che invece vantava di discendere da Ahala; avevano avuto un figlio, chiamato anch'egli Marco Giunio Bruto, che quindi poteva dirsi erede morale di entrambi quei grandi eroi del passato. In realtà Servilia era anche amante di un altro uomo, il quale quindi si domandava se il giovane Bruto potesse essere figlio suo: Gaio Giulio Cesare. Il Senato, intimorito dalla sedizione di Lepido e Bruto, incaricò Pompeo (benché, all'epoca, privato cittadino) di difendere Roma. Il giovane comandante accorse, sconfisse e uccise sia Lepido sia Bruto; dopo di ciò pretese però, e ottenne, l'onore di essere inviato a schiacciare anche la ribellione di Sertorio. Fu così che alla fine del 77 Pompeo Magno, forte di un esercito di 30.000 uomini, partì alla volta dell'Hispania. Sertorio si rivelò, tuttavia, un compito troppo grande per il giovane e avventato condottiero: lo sconfisse pesantemente due volte. Nella seconda battaglia, nel 76 a.C., Pompeo fu salvato solo dal tempestivo intervento delle legioni di Metello: da allora in poi si adeguò alla sua strategia attendista e rimase con lui, nella penisola iberica, a combattere una guerra di logoramento. Malgrado questi insuccessi militari, o forse proprio per risvegliare l’orgoglio guerriero dei Romani, il questore Gneo Lentulo (forse, lo stesso che sarà console nel 56 a.C.), 76-75 a.C. celebrò la gloria e la potenza di Roma su un altro bel denario, RRC 393/1. La moneta infatti al dritto rappresenta il Genio del Popolo Romano (individuato dalla didascalia G.P.R), personificazione dello spirito fiero, risoluto e indomito degli abitanti dell'Urbe, mentre al rovescio inneggia al dominio che Roma deve esercitare sul mondo intero, attraverso rappresentato da uno scettro (dominio sulla terra) e un timone (dominio sul mare) attorno a un globo. Anche questa è un’emissione imperatoriale ma autorizzata dal Senato, come attesta la legenda EX S.C. La realtà era però molto diversa da quella auspicata da Lentulo: il controllo militare di Roma si andava disgregando. Mentre Sertorio continuava a governare indisturbato l’occidente, i pirati infestavano i mari e nel 75 a.C. rapirono lo stesso Cesare[7]. Nel 74 Mitridate, raccolto un esercito imponente, mosse di nuovo guerra alla repubblica, conquistando l’oriente (vd. pag. 68). Infine, nel 73 un gladiatore, ex soldato di Roma, soprannominato Spartaco (si ignora il suo vero nome), causò una ribellione generalizzata degli schiavi in Italia e seminò morte e distruzione per tutta la penisola, sconfiggendo i numerosi eserciti mandati contro di lui. Il mondo romano sembrò a un passo dall'implodere: Sertorio tentò di coalizzare le minacce, cercando di stipulare un’alleanza con Mitridate e con i pirati e meditando di trovare un'intesa anche con Spartaco. Poi, finalmente, la fortuna tornò benevola. Nel 72 a.C. Sertorio fu tradito e ucciso da uno dei suoi collaboratori, esasperati dalla lunga guerra di attrito; persa la sua carismatica guida, gli eserciti ispanici furono sbaragliati da quelli romani. Spartaco tentò di impossessarsi della Sicilia, accordandosi con i pirati per traghettare il suo esercito, ma il perfido governatore dell’isola, il propretore Gaio Licinio Verre, convinse i pirati stessi a tradirlo. Braccato attraverso la penisola dall'esercito di Crasso, cui il Senato aveva affidato il compito di soffocare la rivolta, fu infine definitivamente sconfitto nel 71, probabilmente in Campania. Gli ultimi schiavi ribelli, fuggiti verso nord, furono raggiunti e sconfitti da Pompeo, che tornava vittorioso dall'Hispania. Restava in corso la guerra contro Mitridate. _________________ Silla fece emettere gli ultimi bronzi “regolari” della repubblica, gli assi RRC 368/1, datati 82 a.C.: negli anni successivi, a causa del caos delle guerre civili, la coniazione delle monete di bronzo verrà interrotta per oltre 40 anni, riprenderà poi saltuariamente e tornerà normale solo con Augusto. Esistono però alcuni minuscoli assi di peso bassissimo (tra 2 e 6 grammi); mentre alcuni sono di fattura chiaramente imitativa, gli altri appaiono di stile chiaramente ufficiale. Il primo gruppo rientra nella cosiddetta “pseudo-monetazione pompeiana”[8], fenomeno sviluppatosi in Lazio e Campania per sopperire alla mancanza di “spiccioli”. Il secondo gruppo è invece un’emissione governativa ufficiale, ma è difficile spiegarne il peso così basso. La maggior parte degli studiosi ritiene che si tratti di emissioni fatte alla fine del III secolo in area magnogreca (Luceria per Crawford, che le classifica RRC 97/28 e 99/10, Canusium - odierna Canosa - per McCabe) dove la popolazione era disponibile, per tradizione, ad accettare monete fiduciarie[9]. La Notte suggerisce invece che ci sia stata, nel corso del I secolo a.C., anche una “riduzione quartonciale” (con un peso medio teorico per l’asse di 6 scrupoli, pari a circa 6,8 g, e pesi reali ulteriormente ridotti): questa ipotesi sembra più lineare e trova conferme in ambito provinciale (ove furono emessi assi di 2-5 g, come quello raffigurato a pag. 60). È possibile, quindi, che queste monetine siano gli assi emessi nel periodo in esame. NOTE [1] Su un’altra versione del medesimo denario, l’acrostolio manca. [2] Secondo la leggenda, Marsia fu fatto uccidere da Apollo, geloso del fatto che la sua musica fosse apprezzata più di quella del dio. [3] Dovrebbe trattarsi di un riferimento al porto di Ostia (che secondo la tradizione fu fondato da Ancus Marcius, mitico progenitore della gens Marcia), ove era appunto presente una colonna di questo tipo. [4] Marsia era figlio di Liber, dio della libertà presso molte popolazioni italiche, e pertanto diverse città dell’Italia ne esponevano la statua quale simbolo di libertà e di giustizia (quella di Roma era nel Foro). [5] Fratello di Lucio (sostituto di Mario nel consolato dell’86 a.C.) aveva governato le province dell’Hispania Citerior e Ulterior (dal 92 all’87) e della Gallia Cisalpina e Narbonese (forse contemporaneamente), ove era stato acclamato imperator. [6] Figlia di una sorella di Marco Livio Druso e sorella di una moglie di Lucullo. [7] L’episodio è famoso: Cesare sollecitò i pirati a chiedere un riscatto molto alto, chiarendo che lui era un personaggio importante, ma li minacciò anche che sarebbe tornato a trucidarli. Il riscatto fu pagato, Cesare fu liberato, e tornò a trucidarli. [8] Così chiamate perché molte sono state rinvenute a Pompei, ma il fenomeno era molto più vasto. Queste monete sono state catalogate da Stannard Provisional catalogue of Pompeian pseudo-mint del 2010. [9] Si dicono “fiduciarie” le monete (come le attuali) il cui valore è fissato in modo autoritativo dallo Stato, e non corrisponde minimamente a quello - molto inferiore - del materiale che le compone (metallo o addirittura, oggi giorno, carta). ILLUSTRAZIONI Resti delle mura serviane a via Salandra a Roma. La battaglia di Porta Collina fu combattuta qui vicino. 83 a.C., denario RRC 357/1 82 a.C., denario RRC 362/1 82 a.C., denario RRC 363/1 82 a.C., denario RRC 365/1 81 a.C., denario RRC 372/2 Aquila legionaria in bronzo (forse, l’unica pervenutaci) datata 150-199 d.C., rinvenuta nell'area archeologica di Amiternum ed esposta al museo di Chiusi. 80 a.C., aureo RRC 381/1 78 a.C., denario RRC 385/1 76-75 a.C., denario RRC 393/1 Asse del peso di soli 1,9 g ma con stile apparentemente ufficiale
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  20. Innocenzo Xll l'ultimo papa barbuto. Dopo di lui, la barba scompare dalla faccia dei papa
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  21. Dato il periodo di festività mi pare una buona idea riproporre un mio recente studio su una particolare moneta di Pio IV: il testone della Resurrezione!
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  22. Bravo ottima idea! Almeno avrà un degno luogo. E poi insomma.. una patacca con pure un cancro è anche più interessante
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  23. Salve Ale sembra o con globo e vittoriola,e a sinistra lancia o stendardo?
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  25. @Rocco68, la moneta potrebbe essere ferma in dogana. Ho saputo di casi dove l'oggetto è stato sbloccato e consegnato anche dopo tre mesi.
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  26. Colleziono da ben 32 anni e sono perfettamente d'accordo con te. Abbiamo assistito più volte a queste bolle speculative. Maggiormente con la moneta euro.
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  27. Ti faccio tanti tanti in bocca al lupo. Hai la mia solidarietà da amico collezionista😂😂😜
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  28. Buongiorno e Buona Domenica a Tutti, L'emissione dei primi francobolli spagnoli, con effigie della Regina Isabella II° ( in carica dal 1833 al 1864 ), segna l'inizio della storia filatelica della Spagna ( 1° Gennaio 1850 ). La prima serie emessa fu di 5 valori. Nel tentativo di combattere il pullulare di falsificazioni - che invadevano la Spagna immediatamente dopo ogni emissione - le autorità postali variarono quasi ogni anno ( spesso il 1° Gennaio ), il tipo dei francobolli. Oggi condivido questa affrancatura nera da 6 cuartos con annullo, dovrebbe essere del 2° tipo perché le lettere TO della parola CUARTOS in alto non sono distanziate come le altre, il francobollo dal vivo è più scuro ma risultante un po' schiarito per effetto dell'ingrandimento fotografico. Grazie.
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  29. I collezionisti tra 100 anni penseranno che sono state lavate! 🤣
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  30. Almeno lui ha "inventato" il barolo..
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  31. Ok grazie mille a tutti
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  32. Concordo in tutto, ed aggiungo che i due esperti da te citati sono veramente molto preparati e aiutano molto a far crescere i nuovi collezionisti.
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  33. Anche se qui c'è il vecchio Camillo, il discorso non cambia 🙂
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  34. @Rocco68, per me che vivo in Lombardia mi sono accorto che il punto postale di smistamento definiamolo "nell'occhio del ciclone" e' Peschiera Borromeo MI, dove sono andate perse la mia raccomandata ed assicurata. E sempre qui anche un francobollo spedito dal Regno Unito che ha fatto 40 giorni di "quarantena-sparizione" per poi apparire previo pagamento di salati oneri doganali e spese postali. Mentre quando mi sono fatto recapitare tramite posta degli acquisti in altre località fuori dalla competenza di Peschiera Borromeo, è' andato tutto bene. Comunque cerco di acquistare monete e francobolli da chi spedisce con corriere, giorni fa ad esempio ho trovato un negozio di filatelia e numismatica che effettua anche il pagamento in contrassegno entro una cifra limitata.
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  35. Dai @Rocco68 non ti scoraggiare
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  36. Sposo appieno il tuo ragionamento.
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  37. Complimenti @Alan Sinclair per la tua bellissima collezione di francobolli, la trovo molto affascinante.
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  38. Buonasera e buon caldo, approfitto per postare questa cartolina e sperando che psicologicamente possa rinfrescarci tutti, la cartolina rappresenta Terni , le cascate delle Marmore, filatelicamente è una cartolina fuori formato , affrancata per £.10 ( peccato per la tentata esportazione dei francobolli) applicato il T di tassa e non riscossa. buon fresco a tutti
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  39. Hello , Just to clarify . As I mentioned it , this object was found near a Roman site and not in the protected area itself . Searching with a metaldetector is permitted in The Netherlands to a depth of 30 cm , provited you have permission of the landowner. Searching on a area designated as archaeological sites is prohibeted.This find does not fall under that category regarding the find spot. Regards , Ajax . ( member of the Archaeological Group of Heemkundekring Bergh . Numismatic expert : BVW - Forum )
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  40. Buongiorno a tutti, anche oggi facciamo un salto indietro, nel Regno delle Due Sicilie nel 1850. Riporto interessante riassunto della sempre più Utile IA. Fonte web. E la mia Piastra di Ferdinando II di Borbone millesimo 1850. La usiamo per stratificazione come si fa in Archeologia. Nel contesto della rivoluzione industriale, Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie, mostrò un certo fermento industriale, ma in modo meno marcato rispetto ad altre aree europee. Sebbene non si possa parlare di una vera e propria "rivoluzione industriale" a Napoli nel 1850 nello stesso senso di Londra o Manchester, ci furono importanti sviluppi in alcuni settori. Sviluppo industriale a Napoli nel 1850: • Settore estrattivo e chimico: Il Regno delle Due Sicilie, con Napoli come centro, aveva un'importante produzione di zolfo in Sicilia, che rappresentava una risorsa strategica a livello mondiale. Questa produzione alimentava l'industria chimica, con fabbriche che sorgevano a Napoli e dintorni per la produzione di amido, cloruro di calce, acido nitrico, acido muriatico, acido solforico e colori chimici. • Altri settori: Oltre all'industria chimica, a Napoli e nel Regno si svilupparono anche industrie legate alla lavorazione del rame, come una fabbrica a Laurignano (Cosenza) dove si fondeva e batteva il rame (aperta nel 1850) secondo un articolo di www.lenuoveere.it. C'era anche una presenza di attività artigianali e terziarie, oltre a una forte componente agricola. • Politica economica borbonica: La politica economica del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone mirava a diversificare l'economia, favorendo l'industria e l'artigianato, oltre all'agricoltura. • Condizioni generali: Nonostante questi sviluppi, il Regno delle Due Sicilie, e quindi anche Napoli, non raggiunse il livello di industrializzazione di altre aree europee. Le infrastrutture, come le ferrovie, erano meno sviluppate e la concentrazione di capitale e innovazione era minore rispetto ai centri industriali più avanzati. In sintesi, il 1850 a Napoli vide una crescita industriale, ma più in termini di sviluppo di specifici settori (come quello estrattivo e chimico) che di una vera e propria rivoluzione industriale come quella che stava avvenendo in altre parti d'Europa. Per chi volesse approfondire ed aggiungere qualcosa la discussione è per tutti, postate anche le vostre del 1850 a corredo. Saluti Alberto
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  41. Salve, vedo un poco rapidamente perchè purtroppo in sala di attesa di ospedale (per problemi di salute familiare). Tuttavia io opterei più per Lucca che per Pisa, proprio in base a quanto si vede al dritto. Il rovescio mi pare invece più "curioso" per la virtuale assenza /lontananza dalla legenda delle lettere in campo, al di là della decentratura del conio. Per poter dire meglio, si potrebbe sapere quale è il peso della moneta? E avere altre foto della moneta in posizione diversa con luce radente (anche naturale)?. Grazie. Un saluto cordiale MB
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  42. Credo sia un fraintendimento. Nello Spahr, testo di riferimento per questa motivazione, probabilmente per mero errore dell'autore, il denaro non è segnalato, sebbene sia comune. Quando ne trovai un esemplare in un lotto, messo molto peggio del tuo una quindicina di anni fa, ero convinto di avere una moneta unica (Beata gioventù). Poi mi sono reso conto che il mondo ne era pieno e probabilmente Spahr dimenticò di inserirla, o per qualche motivo non gli venne segnalata all'epoca della pubblicazione del suo testo. E' invece segnalato il multiplo di denaro, che è effettivamente R4 (oggi sappiamo che i multipli non sono altro che piedfort). Nel tempo si è consolidata da parte di alcune case d'aste (non tutte) l'abitudine di dare al denaro (comune ma non descritto nello Spahr) la rarità del multiplo. Ed ecco spiegato perchè una moneta comune viene descritta come R4. In ogni caso ci tengo a sottolineare che la moneta è sì comune, ma non ne ho mai visto un esemplare con legenda completa e in alta conservazione.
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  43. Due belle monete rare! Due monete non facili da trovare.. Un saluto Mi piacciono piú le foto fatte da noi che delle aste... Lira Cosimo III 1677
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  44. Scherzi? Avanti Savoia! Vi posto il mio scudo da 6 lire di quel duca d’Aosta che si trovò a essere principe e quindi re, dopo che il fratello primogenito morì di vaiolo. Savoia (Torino) Carlo Emanuele III (secondo periodo, monetazione post riforma del 1755) Scudo “nuovo” da 6 lire 1755 Ag 906‰ - diam. 44mm; p. 35.07g (range 34,6 - 35,22) CNI 115, SIM. 33/1, MIR 946a
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  45. Buon anno e complimenti a tutti per le bellissime monete, mi permetto umilmente di dare un contributo alla discussione con il mio miglior arrivo del 2024, un denario dell'Imperatore Vitellio: Vitellio, Denario, Roma, 69 d.C., RIC 107. 3,42g X 19mm D/ A VITELLIVUS GERM IMP AVG TR P; testa laureata. R/ PONT MAXIM; Vesta con patera e scettro.
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  46. Lucius Munatius Plancus; Tivoli o Atina, 90 a.C.-Gaeta, 1) fu un generale e politico della Repubblica Romana,ma soprattutto fu uno dei principali protagonisti di un periodo storico confuso,caratterizzato da continui cambi di potere e forti contrasti di idee di coloro che segnarono il futuro di Roma Nacque da una famiglia di cavalieri presso Tivoli od Atina. Nella sua vita ricoprì diverse magistrature: Console nel 42 a.C., assieme al triumviro Marco Emilio Lepido, e censore nel 22 a.C. con Emilio Lepido Paolo, che era stato Consul suffectus nel 34 a.C.. Ottenne l'Imperium per due volte,la prima ,dopo aver ottenuto importanti vittorie in Gallia,contro i Retii,e la seconda nella spedizione in Armenia,nel 34 a.C.con Antonio.Fu Generale, accorto uomo politico, prefetto dell'Urbe, Legatus pro Pretore e fondò due colonie romane: le attuali città europee di Lione(Lugdunum) e di Basilea(Raurica). Nella sua vita politica cercò di sopravvivere, riuscendovi, in tempi estremamente pericolosi cambiando le proprie alleanze secondo le circostanze.Egli venne giudicato dagli storici come un arrivista senza scrupoli,un opportunista ed uno speculatore;ma resta il fatto che seppe amministrare al meglio le sue ambizioni ed in quei periodi della storia di Roma,molti personaggi pari a lui o ,addirittura,superiori per ceto,cultura e potenza,persero ricchezze ed onori.Di lui parlano Cesare,Appiano,Svetonio,PlutarcoPlinio,Orazio,Seneca ed ebbe una fitta corrispondenza con Cicerone Fu generale al seguito di Gaio Giulio Cesare durante le campagne militari per la conquista delle Gallie e lì si distinse per astuzia militare;e lo seguì pure durante la Guerra civile, attraversando al suo fianco il fiume Rubicone. Ma fu tanto valente generale quanto abile oratore politico: discepolo nel primo caso di Giulio Cesare e nel secondo di Marco Tullio Cicerone. Giulio Cesare, dopo aver vinto la Guerra Civile, lo invia in Spagna. Nel 46 Giulio Cesare, dopo essere stato nominato Dittatore a vita e Imperatore, lo nomina praefectus urbi. L'evento è ricordato da una moneta, un aureo: al diritto è rappresentata la vittoria con la scritta C CAES DIC TER ed al rovescio una brocca con la scritta L. PLANC PRAEF. VRB.Egli,per primo,fece emettere il mezzo Aureo d'oro Nel 45 Giulio Cesare gli conferisce il governo della Gallia. L'anno successivo, subito dopo l'assassinio di Giulio Cesare, Marco Tullio Cicerone gli fece giurare fedeltà alla Repubblica. Nel 43 il Senato Romano, su proposta di Cicerone, gli affidò l'incarico di fondare una colonia nella Gallia, che prese il nome di Lugdunum, e fu proprio Planco a tracciarne i confini con un aratro, evento commemorato dalla coniazione di una moneta. Di lì a poco fondò un'altra colonia romana, Augusta Raurica, che prenderà poi il nome di Basilea. Nel frattempo i Triumviri Ottaviano, Antonio ed Lepido presero il potere in Roma e Munazio Planco si schierò dalla loro parte. I Triumviri decisero di disfarsi dei loro nemici e crearono le liste di proscrizione, ossia liste contenenti i nomi di coloro che dovevano essere messi a morte, tra cui furono inseriti i nomi di Cicerone (ucciso dai sicari di Marco Antonio presso Formia), Gaio Plozio Planco (fratello di Lucio Munazio Planco) e Paolo Lepido (fratello di Emilio Lepido). Dopo la vittoria di Filippi a Lucio Munazio Planco venne affidato il compito di espropriare le terre di Benevento per darle in premio ai reduci(come si evince dall'iscrizione nel Mausoleo ,a lui dedicato,a Gaeta) . Nel 36 si trovò al fianco di Marco Antonio nella campagna militare contro i Parti, che ebbe un esito disastroso per i Romani, e si ritirò ad Alessandria d'Egitto. Di lì a qualche mese gli venne affidato l'incarico di Governatore della Siria e lì si arricchì enormemente.Comandando con l'amico Furnio tutta l'Asia,egli raggiunse il massimo della sua potenza . L'amicizia che legava Lucio Munazio Planco e Marco Antonio era grande, ma le continue pretese di Cleopatra la stavano incrinando, e Lucio Munazio Planco inizò a credere che Marco Antonio non stesse più facendo gli interessi di Roma ma quelli di Cleopatra e, seguito dai suoi fedeli seguaci, partì alla volta di Roma; giunto nella capitale, riferì a Ottaviano che Marco Antonio era diventato succube di Cleopatra e lo informò del suo testamento in favore della regina egizia. Plinio lo cita ,nei suoi scritti,narrando degli aneddoti su di lui,quando era alla corte di Cleopatra ,insieme a M. Antonio,e racconta che si distinse facendo valere la sua abilità culinaria,inventando piatti di cucina nuovi e raffinati;è ricordato a proposito di un banchetto in cui Cleopatra fece una scommessa con Antonio,che avrebbe ingoiato ,da sola,un'enorme sostanza;così fece,ingoiando una gemma del valore di 70 milioni di Sesterzi,da lei fatta sciogliere nell'aceto.Planco,intervenne come moderatore,impedendo che allo stessomodo Antonio consumasse una seconda gemma di valore.La gemma salvata fu divisa in due ed ornò gli orecchini della statua di Venere nel Pantheon Dopo la vittoria sui Parti ,M.Antonio nominò Cleopatra regina dei Re ed ai figli Elio ,l'Armenia,a Cleopatra Selene Cirene ed a Tolomeo la Siria.Ottaviano capì che era giunto il momento per vincere le ultime perplessità del Senato Romano per portare una guerra in terra d'Egitto contro Marco Antonio, e, sapendo che,il testamento di Antonio nei confronti di Cleopatra, era custodito presso le Vestali, se ne impossessò e lo lesse in Senato. Nel suo testamento Marco Antonio,come goà detto, disponeva che alcune terre dei domini romani fossero assegnati ai figli di Cleopatra e che le sue spoglie fossero consegnate alla regina egizia per provvedere alla sua sepoltura in Alessandria d'Egitto. Così il Senato Romano autorizzò Ottaviano a muovere guerra contro Marco Antonio, terminata con la vittoria di Ottaviano ad Azio nel 31 a.C.. Nell'anno 27 a.C., durante una discussione in Senato a proposito di quale appellativo dare ad Ottaviano per onorarlo, fu Lucio Munazio Planco a proporre il titolo di Augustus, in seguito assunto da tutti i successori di Ottaviano.Secondo Svetonio il titolo deriverebbe dalla frase avium gestu gustave ed attribuito a luoghi e cose sacre e quindi ,colui che era insignito di questo titolo,era considerato consacrato agli dei ed investito di un'autorità superiore. Afflitto da mali e stanco di sopportarli, si uccise. Lucio Munazio Planco amò tanto Gaeta da possedere nel suo territorio una splendida villa di cui restano solo dei ruderi e un grande mausoleo, posto in cima a Monte Orlando, molto ben conservato, in cui venne sepolto quando morì e al cui interno è presente una sua statua. Nella città di Benevento una via è a lui intitolata. Bellissime sono le monete coniate con il suo nome,e su alcune,vengono rappresentati oggetti come anfore e simpuli che stanno a significare le cariche di pontefice e di augure ricoperte da M.Antonio . Fonti: Antonio Morello(Lucio Munazio Planco.Raffinato interprete di un'epoca incoerente Antonio Morello su Monete Antiche Wikipedia enciclopedia multimediale online In allegato alcune monete di Planco: Julius Caesar con M. Munatius Plancus. Aureo 45 a.C., D/CAES - DIC·TER Busto della Vittoria a destra R/L·PLANC - PR·VRB riferimenti: Bahrfeldt 20. B. Julia 18 e Munatia 1. C 30. Sydenham 1019b. Sear Imperators 60a. Crawford 475/1b. Dalla collection William H. Williams. Moneta posta in endita dalla casa d'aste Numismatica Ars Classica asta n°46 ed a seguire: Marcus Antonius, † 30 A.C. AR-Denaro, 40 A. C. D/L. Munatius Plancus; Lituo anfora R/Caduceo e fulmine a destrae sinistra di un'anfora Riferimenti: Babelon. 57; BMC 118; Crawf. 522/4; Sear 255; Syd. 1191. --Salutoni -odjob
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