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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/21/25 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti, Moneta giunta sana e salva.
    6 punti
  2. Alberto, con un po' di ritardo pubblico le foto fatte da me al grano 1637. Grazie. Buona giornata.
    4 punti
  3. E' il prezioso testo redatto verso il XII sec, che ci offre la storia delle abbazia di San Clemente a Casauria, abbazia voluta nel 871 dall' imperatore e re di Italia il carolingio Ludovico II, come sorta di ex-voto per la liberazione, sua e della consorte co-imperatrice Angilberga, dalla prigionia in Benevento ad opera del principe longobardo Adelchi .
    3 punti
  4. Martedì 23 settembre dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), conferenza su "Committenza e finalità del riconio della medaglia pontificia nel XVII secolo" tenuta da Antonio Rimoldi. La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 potrà anche essere seguita da remoto, i link da utilizzare per seguire la conferenza verranno comunicati nei primi giorni di settembre.
    2 punti
  5. Ciao @gennydbmoney e grazie per il tuo contributo, sempre prezioso! Ho appena controllato sul CNI e non risultano (salvo errori) sui 42 tipi presenti, neanche uno con millesimo 1637 al R/ dove sono citati i tre globetti appena sotto lo stemma in cartella. E non sono pochi 42 tipi….
    2 punti
  6. L'UNICA responsabile della patina verdastra è IL TIPO DI PLASTICA usata per le bustine. Si tratta di PVC (polivinilcloruro) a cui sono aggiunti dei plastificanti (In genere ftalati) per rendere la plastica più morbida. Purtroppo questi prodotti con il tempo migrano in superficie entrando a contatto con il metallo: quando trovano un metallo che contiene rame (argento, bronzo, ottone, nichel-rame) si crea questa patina verdastra. Per questo motivo molti avvolgono preventivamente la moneta con un sottile foglio di cosidetto "cristal" che altro non è che PVC senza aggiunta di plastificante. Lo stesso problema avviene anche con i fogli raccoglitori a taschine o a cursori che si trovano in commercio. Per esperienza poche sono le ditte produttrici che si salvano da questo problema (anche nomi famosi). Mi è capitato di usare fogli che non hanno dato problemi per diverso tempo per poi ripresentarsi il fenomeno: chiaro che bisogna affidarsi a fornitori di film plastico tecnicamente affidabili. Per togliere il verde è corretto quello scritto dagli altri utenti. Per l'argento funzionano bene i liquidi appositi in commercio ma SENZA mai fregare la moneta.
    2 punti
  7. Postalmente. La cartolina è in perfetta tariffa per l'interno con un bel 30c seppia dell' Imperiale .. annullato dal guller di CORNIGLIANO LIGURE (GENOVA) del 2.1.1937. L' immagine della cartolina in bianco e nero e' tratta da un dipinto del grande pittore Egisto Ferroni famoso nel dipingere scene contadine.
    2 punti
  8. Vaticano: è conto alla rovescia Cari lettori, amici numismatici, mentre vi presentavamo in anteprima le monete da due euro (ben tre) che il Vaticano ha in cantiere con data 2025 ecco apparire nel sito della Commercializzazione filatelica e numismatica - dopo mesi di silenzio - una pagina di "conto alla rovescia". La pubblicazione online del nuovo sito per l'acquisto di monete e francobolli di papa Leone XIV (oltre a quanto rimasto in sospeso, non poco, dal pontificato di Francesco e dalla Sede Vacante) dovrebbe dunque avvenire la prossima settimana salvo ulteriori sorprese. Cosa si potrà acquistare e quando - a patto di essere tra i fortunati clienti che sono riusciti a portare a termine la complessa procedura di registrazione - è tutto da vedere, come sarà interessante capire quale calendario il Governatorato prevede per recuperare i ritardi accumulati da quasi un anno a questa parte. Vi terremo informati, come sempre. Nel frattempo buona lettura da Roberto Ganganelli direttore responsabile QUESTA SETTIMANA PER VOI Ampliamo la nostra fama con le imprese! Un ongaro granducale coniato a Firenze nella seconda metà del '600 la cui bellezza nulla poté contro l'affermato modello monetale tedesco. Continua a leggere Carlo M. Cipolla, economista innamorato delle monete A 25 anni dalla scomparsa, un profilo del grande studioso che ha indagato la storia economica sempre con uno sguardo rivolto alla numismatica. Continua a leggere Una medaglia per la croce del Resegone Un monte reso celebre da Manzoni, un'antica devozione e il papa buono Giovanni XXIII per l'ultima creazione del maestro Luigi Oldani. Continua a leggere Addio al cavaliere Alberto Bolaffi Imprenditore in una dinastia di filatelisti nata nel 1890, nel corso della sua carriera ha saputo aprire le attività aziendali anche alla numismatica. Continua a leggere Assegnato il Premio "Biblionumis" 2025 Il riconoscimento per l'eccezionale contributo agli studi sulle monete è andato alla professoressa Dilyana Boteva-Boyanova. Continua a leggere Esclusivo: ecco le 2 euro 2025 del Vaticano Sono tre (per l'Anno Santo, Michelangelo e la Sede Vacante) le bimetalliche che segnano il passaggio da papa Francesco a Leone XIV. Continua a leggere La Zecca svela le medaglie per Milano-Cortina Presentate a Venezia le coniazioni, modernissime ed essenziali, che saranno assegnate sui podi delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali 2026. Continua a leggere San Marino: si conclude la serie Calendario lunare Con i segni del Cane, del Gallo e del Maiale il Titano completa il set delle dodici monete da 10 euro che ha appassionato i collezionisti. Continua a leggere Costumi tradizionali, Vienna inaugura la serie Sul mercato la prima di quattro monete: è dedicata al dirndl, tipico abbigliamento tradizionale femminile realizzato in lino. Continua a leggere DA APPROFONDIRE Su un rarissimo aureo delle Guerre civili Le rivolte delle legioni, l'ascesa di Galba, il suicidio di Nerone: tra il 68 e il 69 questo è lo scenario in cui viene coniata questa intrigante moneta. Continua a leggere Giulio III e una terribile minaccia in tondello Fu coniata a nome di papa Ciocchi Del Monte una rarissima moneta in argento con al rovescio una legenda legata allo scisma anglicano. Continua a leggere Nuovo catalogo numismatico da Venezia I Musei Civici hanno dato alle stampe un ampio repertorio dedicato alle monete bizantine, ostrogote, longobarde e barbariche del Museo Correr. Continua a leggere Cinque once d'argento per il samurai Dopo il cavaliere medievale, un altra figura di guerriero fra storia e leggenda rivive in altorilievo monetale grazie a Cook Islands. Continua a leggere copyright © 2025 Cronaca Numismatica se vuoi contattarci [email protected] [email protected] impostazioni del tuo profilo aggiorna le tue preferenze cancellati dalla newsletter Buona lettura
    2 punti
  9. AE 4 con SALVS REIPVBLICAE e Vittorie con prigioniero coniato da Valentiniano II, Teodosio I, Arcadio e Onorio. Difficile attribuirla a un imperatore specifico. Zecca illeggibile. Arka # slow numismatics
    2 punti
  10. Certo che ha valore. Vale sempre la pena comperare monete coeve. Tutte le monete hanno una propria storia. Diciamo che personalmente arriverei ai 30/40 euro. Oltre mi sembra troppo. E' in ogni caso è una bella testimonianza da confrontare con un tornesello normale del Contarini. Il raffronto tra i 2 è molto piacevole. Credo che questo tornesello provenga (per la combinazione delle lettere e dai punzoni utilizzati) dall'area egea più che balcanica.
    2 punti
  11. Facile : è un divisionale del disco di Nebra.. Perdonatemi.. Non ho resistito 🫣
    2 punti
  12. Sono nuovo e cerco di capire come funziona Altra foto
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  13. Ormai avrete intuito che mi piace spaziare e che riesco ad apprezzare molte forme di collezionismo,un po' come nelle donne quando una non è proprio bellissima ma trovi in lei qualcosa di affascinante (forse sono andato un po' fuori tema). Con gli anni ho sviluppato una forma d'istinto,mi capita che lo sguardo sia rapito da un'oggetto ignoto alla mia cultura,riposto su una bancarella o mentre scorro tra oggetti in vendita online...si accende come un sentore che mi impone d'investigare,come se fosse l'oggetto stesso ad impormelo,come se mi stesse dando una chance di scoprire la sua virtù nascosta all'apparenza. Ma ora se non vi siete addormentati dopo questo momento narcisistico passo al tema vero e proprio.Cosa ne pensate di questo timbro pubblicitario/sigillo o comunque se lo mettevano è perché erano orgogliosi di metterlo in bella vista (oggi non só se sarebbero così orgogliosi ma 150 anni orsono SI ) su questo opuscolo viaggiato postalmente? Grazie
    1 punto
  14. 31, 28, 31, 30, 31, 30, 31, 31, 30, 31, 30, 31 30 giorni a novembre con aprile, giugno e settembre, di 28 ce n'è uno, tutti gli altri ne han 31!
    1 punto
  15. E' successo anche a me poco tempo fa con un francobollo che arrivava dal Regno Unito 😀, va preventivato che se acquistiamo qualcosa da là, potremmo aspettare anche mesi prima che ci venga effettuata la consegna.
    1 punto
  16. A prescindere dalle 52 opere in mostra è il tema che ci chiama in causa
    1 punto
  17. 1 punto
  18. Baffi tutta la vita ! Guardando la questione da un punto di vista non numismatico vorrei citare il quasi coevo elmo di Sutton Hoo.
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  19. Metà anni cinquanta @Carlo. : a Te una buona serata
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  20. Buonasera @Rocco68, ottima notizia 😀. Lungaggini doganali vero ?
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  21. Scusate il ritardo! Mi aggrego anch’io. Condividono lo stesso conio del rovescio. Come hanno già scritto gli altri… il ritratto del tuo denario è davvero molto bello.
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  22. Il simbolo davanti al busto potrebbe essere un 3,ma anche un 8,o addirittura essere una S ed essere il tipo n° 68 con data 36/37... Per i 3 globetti sotto allo stemma al rovescio il Magliocca in nota non specifica se siano presenti solo in alcuni esemplari del 37/37, quindi potrebbero trovarsi anche per gli esemplari 36/37... Bisognerebbe controllare il CNI... Purtroppo le condizioni sono quelle che sono e si possono fare solo supposizioni...
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  23. Lettera per l'interno perfettamente in tariffa con 50c violetto dell'imperiale.. ... annullato in partenza dal guller con lunette barrate di Bivio Cumiana (TORINO) del 2?.6.43... ....annullo di arrivo di DONAS (AOSTA) del 25.6.43. Interessanti tutti e due gli annulli, entrambi di piccoli paesi. L' annullo di DONAS AOSTA e' con una N sola come si usava in piemontese mentre oggi e con due N Donnas. Semplice ma bella. Se ho dimenticato di rispondere a qualche post riportalo all'attenzione.
    1 punto
  24. Magari anche un "per favore " e un "grazie" non guasterebbero.
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  25. I rilievi specie al rovescio sarebbero da VF+, al dritto io la valuterei VF, in ogni caso con il bordo così poco integro siamo lontani da XF. Siccome il prezzo mi pare da XF, io non la prenderei se fossi in te, sul mercato c'è altro che possa darti più soddisfazione?
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  26. da Cornigliano Ligure, se leggo bene. Comune esistente fino al 1926, quando venne annesso alla Grande Genova. lì hanno sede, tuttora, l'Ansaldo e l'ex ILVA. la provenienza ligure della cartolina aggiunge un ulteriore dettaglio a quanto ho ipotizzato sopra: Ferdinando Cocito era sposato con la Marchesa Maria Gritta, di famiglia patrizia genovese. La cugina Clarina potrebbe essere cugina di lato materno, in tal caso.
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  27. Io la classificherei tranquillamente come Roma , quinta officina..
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  28. Dimenticavo, a prescindere dal fatto che non ho competenze per aggiungere qualcosa a questa discussione (e anche nelle altre generalmente in verità 😅), ci tenevo a dire che trovo molto bella la tua moneta, alla fine è lei la protagonista 😃
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  29. Ciao @decio. Purtroppo per tante cose che riguardano la monetazione romana classica non esiste la certezza assoluta semplicemente perché nessuno di noi era presente e non ci sono testimonianze scritte che ci sono giunte. Nello specifico di quanto da te chiesto per me la discussione riportata da @Rufiliusanche per gli interventi autorevoli ( tranne il mio, e non lo dico per retorica ma è la realtà!) di chi vi ha partecipato e i riferimenti agli studiosi del periodo, la ritengo molto esaustiva e che si avvicina molto alla realtà 🙂. ANTONIO
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  30. Scoperta tomba etrusca intatta dopo 2mila 600 anni, vasi dipinti e oggetti in bronzo nel corredo Il tumulo funerario è venuto alla luce durante gli scavi nella necropoli di San Giuliano a Barbarano Romano. Indagini su chi vi era sepolto Nuova e straordinaria scoperta archeologica nell'area del Caiolo, nella necropoli etrusca di San Giuliano a Barbarano Romano. Durante gli scavi in corso sotto la direzione della Baylor University (Texas), autorizzati dal Ministero della Cultura, è emerso un tumulo funerario eccezionalmente intatto, databile alla fase finale dell'epoca orientalizzante (fine VII secolo avanti Cristo). La tomba, ancora sigillata al momento del ritrovamento, ha rivelato immediatamente la sua importanza. Rimossa con cura la lastra di chiusura della camera funeraria, gli archeologi si sono trovati di fronte a un corredo ricchissimo: numerosi vasi di ceramica fine dipinta, in stile etrusco-geometrico, disposti secondo precisi rituali di deposizione. Particolarmente significativo è un vaso collocato nei pressi dell'accesso, probabilmente parte integrante del rituale funebre. All’interno della camera, sul letto funerario di sinistra, sono ancora visibili un bacile e vari ornamenti in bronzo, probabilmente appartenenti al defunto, perfettamente conservati in posizione originaria. In queste ore il team di archeologi sta procedendo alla documentazione dettagliata della sepoltura, passaggio fondamentale prima dell'avvio dello scavo stratigrafico vero e proprio, che potrà restituire ulteriori informazioni su identità, status sociale e ritualità funeraria del defunto. https://www.viterbotoday.it/attualita/tomba-etrusca-scoperta-barbarano-romano-27-giugno-2025.html
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  31. 20 lire falso
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  32. Concordo,è un ibrido di fantasia tra una Demarateion,tetradracmo/a,e uno statere eqivalente a circa la metà.Siracusa.le monete sono in argento
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  33. Gadget turistico. Nessun valore storico o venale. Ottimo come fermacarte.
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  34. Forse sarebbe meglio aprire un post per ogni moneta. Comunque per il 20 lire, la M tagliata di regola è indice di non autenticità, ma come sopra detto servono foto migliori.
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  35. Onestamente a me piace poco ….
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  36. L e T tè regalan TI = lettere galanti. Buonanotte!
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  37. Contribuisco con un mio esemplare, 1 rupia 1913, ex collezione Vitalini (Nomisma 40), FDC eccezionale Soprattutto al D/ si vedono segni longitudinali in rilievo, solo sul campo: spazzolatura del conio L'idea che mi sono fatto è che in coni erano in acciaio, e non usandoli si arrugginivano. Prima dell'utilizzo gli davano una bella raspata con una spazzola in acciaio
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  38. https://www.cronacanumismatica.com/uninedito-di-hyria-svela-una-falsa-attribuzione-ad-allifae/ Un’inedito di HYRIA svela una falsa attribuzione ad ALLIFAE di Vincenzo Siciliano | Indagine numismatica su alcuni passaggi in asta di una moneta assegnata alla zecca di Allifae ma che vede nell’antica città di Hyria le sue origini Di Cronaca Numismatica - 26 Giugno 2025 La numismatica è ben più di una collezione di monete. “Ogni moneta è una miniatura della Storia” affermava George F. Hill, già direttore del British Museum. È una scienza viva, dinamica che spesso apre nuovi capitoli. Il caso che andremo ad analizzare ci proietta, in modo inaspettato, verso una più ampia comprensione di alcuni aspetti della produzione monetaria dell’antica Campania. A far scattare l’approfondimento è la scoperta di un inedito, una didracma di Hyria che per vari elementi appare fortemente collegata ad una didracma attribuita ad Allifae. Nell’asta Classic Numismatic Group Electronic Auction 559, del 3 aprile 2024, svoltasi negli USA, è stata proposta una didracma di Hyria che appare con un rovescio sconosciuto. In pratica un inedito. Il fatto già di per sé rilevante risultava ancor più interessante poiché la didracma in oggetto presentava caratteristiche molto simili ad una didracma attribuita, forse un po’ troppo arditamente, ad Allifae. L’inedito di Hyria sembra infatti talmente similare a quella di Allifae da metterne in discussione l’attribuzione. Hyria e la sua monetazione: qualche cenno Nonostante la sua copiosa monetazione Hyria resta una città misteriosa. Il buon Montenegro ci ricorda come l’ubicazione di Hhyrian èstata da sempre molto contrastata tra i diversi autori: Il Millingen la pone “verso l’imboccatura del Sarno” (fiume situato nei pressi di Nola), il Fiorelli la posiziona tra Capua e Napoli, mentre Cavedoni sostiene che Nola e Hyria fossero la stessa città. Per la numismatica Hyria è principalmente nota per le numerose emissioni di didracme d’argento prodotte tra il 405 e il 385 a.C. Secondo quanto rilevato dal catalogo Campaniae Nummis di Luigi Graziano, la produzione di stateri di Hyria, dal 405 al 385 a.C. fu superiore a qualsiasi altra produzione della Campania Antica. Hyria durante quel periodo conia circa 130 diverse varianti di statere o didracam. Tanto per fare un paragone, Neapolis nello stesso periodo, ne aveva coniate circa 105 (anche se successivamente, fino al 250 a.C., ne produsse altre 200 varianti in più). Ciò significa inequivocabilmente che Hyria tra il V e il IV secolo a.C. fu una potenza commerciale tra le più importanti nell’antica Campania. Quella che produsse e immise sul mercato più risorse valutarie, si direbbe oggi. Però, non essendo mai stata trovata l’ubicazione di una città tanto importante da non poter scomparire nel nulla, tutto lascia pensare che Hyria non fosse altro che la stessa Nola con un nome diverso, probabilmente variato a seguito delle complesse vicissitudini che interessarono la città, che fu un tempo etrusca, poi sannita e infine romana. Un’altra ipotesi è che furono due centri vicini che poi si unirono. Ma al di là delle congetture sull’ubicazione di Hyria, quello che appassiona numismaticamente è la considerevole produzione delle tante varianti di didracme che sono senza dubbio anche la gioia dei collezionisti. E’ bene sottolineare che Hyria produsse solo didracme e non altre monete di diverso valore. L’inedito di Hyria sottto la lente di ingradimento Classical Numismatic Group, nella Electronic Auction 559 del 3 aprile 2024, descrive così il lotto n. 5: “CAMPANIA, Hyrianoi. Circa 405-400 BC. AR Nomos (21mm, 6.76 g, 7h). Testa di Atena a sinistra, con elmo attico crestato decorato con corona d’alloro e una civetta sull’elmo / Toro con testa umana in piedi a destra. Rutter 36–47 var. (O26/R– [Rovescio non elencato]); HN Italy 539; Monete di Italia Antica e Magna Grecia pag. 214”. La descrizione sembra non lasciare dubbi: per gli esperti di CNG, il pezzo proposto non è elencato, è un inedito. In particolare il rovescio non è censito e l’etnico riportato sopra il toro androcefalo posizionato verso sinistra, VMIAV, non si riscontra in nessun catalogo di numismatica conosciuto. Quindi un nuovo tassello si dovrà semplicemente aggiungere alla congrua monetazione di Hyria, già ricca di circa 130 varianti conosciute. L’etnico al rovescio, se osservato bene, sembra avere altre caratteristiche che, come vedremo in seguito, diventeranno sorprendenti. Anche lo stile del toro androcefalo appare stilisticamente simile ad un’altra didracma attribuita ad Allifae. La città di Allifae e la sua monetazione L’ubicazione dell’antica Allifae, a differenza di Hyria, è invece ben nota. Tanto è vero che l’antica Allifae, pur se il suo primo nucleo venne fondato sulle pendici del Monte Cila, nei pressi del massiccio del Matese, oggi combacia con l’attuale Alife, cittadina sannita posta in provincia di Caserta, il cui centro storico è ancora incluso tra le mura romane dell’antica Allifae, dopo che ne divenne Colonia Triumvirale nel I sec a.C. L’antica Allifae fu dunque uno dei più importanti centri sanniti nel V e IV secolo a.C. anche se la sua monetazione fu piuttosto scarsa. Proprio per questo motivo è considerata oggi tra le più rare e affascinanti della Campania Antica. Principalmente la monetazione Alifana si compone di didracme, oboli in argento e bronzo. Fino al 4 dicembre 1996 la monetazione alifana era composta da un unico tipo di didracma, basato su piede campano o foceo, di cui attualmente si conoscono pochissimi esemplari. L’unico tipo di didracma conosciuta, fino al 1996, viene classificata come segue: DIDRACMA AG. 400-395 a.C. mm 20 ca. g 6,91. D/ Testa di Atena con elmo attico crestato e coronato a destra. R/ Toro androcefalo a sinistra, sopra Λ IOHΛ. Il numero conosciuto di esemplari di questo raro statere è di soli quattro pezzi, più un altro che si presume fosse stato nei Musei Vaticani e che risulta disperso, ma di cui abbiamo notizie grazie alla testimonianza di Raffaele Marrocco che nel 1916 scriveva: “Il Didramma alifano non si trova più nel Medagliere del Vaticano, come me ne assicura il Direttore Camillo Serafini, il quale pur trovandolo citato dal Garrucci come esistente invece nel Museo Borgiano, ha ragione di credere d’essersi disperso” (nota 2 pag. 303 in RIN 1916). Un’altra curiosità di questa particolare didracma è che ad eccezione del pezzo conservato nel Museo di Napoli, Collezione Santangelo, al n. 410 (quello riportato nell’immagine) gli altri tre esemplari risultano suberati e rispettivamente: Collezione Santangelo n. 411, peso g 6,57; Museo di Berlino, peso g 5,46, per il quale secondo il Sambon (pag. 324) questo pezzo “proviene dal Comune di Piedimonte d’Alife”; Casa d’asta Canessa, Asta del 22 maggio 1992 lotto n. 3, peso g 5,45. Oltre la didracma Allifae ha poi prodotto: cinque diversi tipi di oboli in argento con diverse varianti dell’etnico; due mezzi oboli in argento; tre mezzi oboli in bronzo di attribuzione controversa. Poi nel 1996 all’attuale tipo di dicracma di Allifae, se ne aggiunse un altro, pur se l’attribuzione alla cittadina sannita venne fin da subito contrastata. La seconda didracma di Allifae in asta a New York nel 1996 E così, come per magia, il 4 dicembre 1996, durante l’asta ancora una volta della Classic Numismatic Group (coincidenza particolare) che si svolse a New York, venne posta in vendita al lotto n. 551 una moneta che venne classificata come didracma di Allifae. DIDRACMA AG. 400-395 a.C. mm 20 ca. g 7,02. D/ Testa elmata di Atena con elmo decorato con una corona di Lauro. R/ Toro androcefalo a destra; oggetto incerto tra le zampe, sopra VHΛII. Per gli studiosi della Campania Antica la notizia è notevole: Allifae parrebbe non aver coniato un solo tipo di didracma (di cui conosciamo pochissimi esemplari), ma ve ne sarebbe un secondo, anche se appare diverso e non consono per stile da quella conosciuto. La moneta sembra quindi essere davvero un pezzo raro e pregiato e non a caso viene valutato con una stima piuttosto alta per l’epoca, di ben 1500 dollari. L’attribuzione della “nuova didracma” ad Allifae, tuttavi, non trova molto consenso tra gli studiosi ed esperti della monetazione campana, poiché “non convince lo stile che non compare nei coni usati per Allifae. Anche l’epigrafe del rovescio desta molti dubbi. Se la moneta dovesse essere originale si tratterebbe o di una moneta di Hyria o di qualche altro centro campano” come sostiene ad esempio Antonio Morello a pag. 27 del quaderno di studi Alife tra Storia e Moneta del 1998. Tuttavia il desiderio di poter proporre, far possedere, vendere un pezzo di storia numismatica così particolare era troppo forte. E otto anni dopo la moneta “alifana” in questione, dalla CNG arrivò in possesso della Numismatica Ars Classica che la rimise in vendita durante l’asta organizzata a Zurigo il 13 maggio del 2004 a Zurigo: anche questa volta l’attribuzione al lotto 1010 fu netta: “Didracma di Allifae”. ALLIFAE. DIDRACMA 400-395 a.C. g 7,02. D/ Testa elmata di Atena a sinistra. R/ Toro androcefalo a destra; Rutter cf pag. 181, 1. Apparentemente unica e non classificata. CHF 2500 Insomma dopo la CNG anche la NAC (una delle case d’asta più autorevoli del settore) confermava l’attribuzione ad Allifae, nonostante le molte critiche, i dubbi e i sospetti di un errata attribuzione che vennero sollevati. Venti anni dopo, ecco la svolta Passano vent’anni ed ecco che il 3 aprile del 2024 appare un inedito di Hyria che sembra avere molte caratteristiche in comune con la didracma attribuita ad Allifae. Da un’analisi della moneta la prima cosa che salta subito all’occhio sullo statere di Hyria è il suo etnico VMIAV. Un primo importante elemento di confronto è la prima lettera osca dell’etnico di Hyria che appare una A rovesciata o se vogliamo una V con una stanghetta trasversale, che è identica per stile, fattezza, angolazione e posizione alla prima lettera dell’etnico della didracma attribuita ad Allifae. Una somiglianza molto forte e singolare. Una perfetta compatibilità, sicuramente non casuale, lascia intendere che le due didracme siano apparentate. Un secondo elemento sempre al rovescio è lo stile del toro. Messi a confronto visivo, sembrano molto similari. La stessa robustezza e proporzionalità del corpo egualmente distribuiti sul tondello, la posizione della coda che compone sul posteriore una curvatura uguale tra gli stateri e finanche la protuberanza del petto del toro androcefalo sembra avere fattezze simili. Quello che differisce è la base del toro che è evidentemente differente. C’è una linea singola nella didracma di Hyria e una linea doppia, con traversine, nella didracma di Allifae. Ciò significa che sono due emissioni diverse, ma non per questo non sono della stessa polis. In linea di massima il rovescio lascia intravedere che lo stile generale, molti particolari, l’etnico, alcune lettere dell’osco sono troppo coincidenti per non considerare che le monete appartengano allo stesso conio. Non resta che eseguire la prova regina, ossia dopo una serie di analisi, di dubbi, di confronto non resta che eseguire la sovrapposizione delle due monete al dritto. Per quanto la centratura delle due monete al dritto sia fortemente differente, alla sovrapposizione, la dea Atena rivolta a sinistra risulta essere assolutamente identica, come volevasi dimostrare. Pertanto le monete appartengono allo stesso conio. Per cui o entrambe sono di Hyria o entrambe sono di Allifae. Dal momento che sembra difficile smentire il Rutter, che su Hyria riconosce spesso quella M che sembra essere una lambda sdoppiata, ne conviene che l’inedito di Hyria svela un’errata attribuzione della didracma di Allifaevenduta prima dalla CNG nel 1996 e poi riproposta dalla NAC nel 2004. Con buona pace della monetazione di Allifae.
    1 punto
  39. Io ho pensato lo stesso per diverso tempo: pare ridicolo mettersi a parlare dei grossi senesi battuti a Napoli in effetti. Il problema nasce quando altri autori non specialisti, fidandosi dei sistemi di referaggio di riviste specialistiche o di collane importanti citano la notizia che le monete senesi sono state battute a Napoli, ad esempio. Questi studiosi possono non avere evidentemente gli strumenti per comprendere che la suddetta teoria non ha alcun riferimento o base scientifica, e possono riportarla in buona fede. Questo è un problema.
    1 punto
  40. Quello che avevo già di Tornesi 5, presenta la P senza punto e i rami più lunghi. Diametro sempre 29 mm
    1 punto
  41. Passato di recente in Asta su un noto sito, questo "strano" Mezzo Carlino di Filippo III. Strano soprattutto quel simbolo che riporta sotto il Busto , a forma di lettera. Che siano le lettere GF-GI disposte male? Voi cosa ne pensate... Nuove foto del dritto
    1 punto
  42. Scrivili , evidentemente la spedizione è andata smarrita.
    1 punto
  43. Ciao a tutti, come promesso in questa mia discussione di 4 anni fa, sono ancora e sempre qui a disturbare e ad approfittare di quanti vorranno intervenire per dare un parere in proposito....😅. Ovviamente sto scherzando, meglio specificarlo, non sia mai...Tornando alla Numismatica anche per questo denario ho trovato un esemplare esitato da una nota casa d'aste che per me, dopo attento esame, condivide identico conio di rovescio. @Antonino1951 @Ictino @modulo_largo @Rufilius @Kriegsmarine92 cito voi che sempre siete intervenuti per dare il vostro parere in altre mie richieste (ovviamente saranno benvenuti anche altri interventi), cosa che apprezzo molto e di cui vi ringrazio di nuovo 🙂. Posto nuove foto del mio denario ed il confronto dei due rovesci. ANTONIO
    1 punto
  44. Non ti avevo detto di lasciare stare i siti Internet spazzatura... 😅
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  45. A proposito delle conferenze !! va detto che avremo una nuova tv grande, da 50 pollici. Questo grazie (come sempre ) al grande @giancarlone, che ci ha prestato la suo Tv. Acquistarne uno, per il bilancio de CCNM diventerebbe complicato, purtroppo le iscrizioni sono sempre quelle, nonostante gli accessi da remoto stiano lentamente aumentando.
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  46. il bollo come ben detto non è postale ma è privato e nel post 1 in alto si vede intero, essendo posto al retro e tra le chiusure del foglio poi si scoppia, graficamente bello ovviamente il leone di San Marco non rischia brutte figure, usavano farlo anche altre ditte, molto bello
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  47. Per me non è necessario possedere o collezionare monete d'oro per discuterne, e in effetti è un peccato che se ne parli poco, l'argomento può ispirare molti spunti di studio e approfondimento assai interessanti, alcune monete auree hanno segnato epoche intere, si pensi al solido bizantino, al dinar islamico, al fiorino di Firenze o al ducato di Venezia, per limitarsi al solo medioevo, tutte monete che hanno avuto un ruolo enorme nella storia economica e dei commerci, sono inoltre monete che hanno una storia così ricca e complessa che ancora adesso è sempre possibile scoprirne e approfondirne aspetti e situazioni nuove... A tal proposito di seguito posterò non delle monete auree, ma dei libri sulle monete auree che trovo assai illuminanti nell'esplorazione di alcune di queste monete così' ricche di storia... Il primo volume è la raccolta di studi e saggi sul tarì d'oro presentati qualche anno fa nel relativo convegno tenuto al Centro di Cultura e Storia Amalfitana, contiene dei saggi di alcuni dei maggiori specialisti di numismatica medievale dell'Italia Meridionale su una delle monete auree che più di tutte hanno marcato la storia economica di quei territori, alcuni studi approfondiscono la storia e la diffusione in senso diacronico del tarì in Sicilia e Italia Meridionale, altri invece entrano nel dettaglio della sua circolazione e diffusione in zone specifiche... Il secondo volume è la recentissima pubblicazione di uno studio-repertorio, precedentemente disponibile solo in formato digitale, sulle emissioni dei primi fiorini di Firenze, dall'anno di prima coniazione, il 1252, fino alla metà del secolo seguente, si tratta di un repertorio estremamente accurato e il più aggiornato attualmente disponibile, con foto a colori, nitide e molto dettagliate, anche dei particolari inerenti legende, immagini e soprattutto i vari segni degli zecchieri, ogni ipotesi di datazione e di classificazione viene ricostruita e fondata su un'attenta analisi dei ripostigli al momento conosciuti e su accurate e minuziose analisi dello stile iconografico, si affronta anche l'argomento, molto complicato, delle imitazioni cosiddette non firmate, cioè delle monete uguali o molto simili ai fiorini di Firenze coniati in quel periodo ma provenienti da zecche diverse e non ravvisabili come tali da leggende o segni presenti sulle monete in questione... Il terzo volume è in realtà poco più di un opuscolo di una ventina di pagine, ma di estremo interesse in quanto inquadra la storia di una moneta famosissima, il ducato/zecchino di Venezia, all'interno di un contesto poco noto, cioè l'India e l'area dell'Oceano Indiano, si tratta della raccolta di ducati e zecchini conservati al Museo di Madras, nell'India meridionale, con dei saggi che approfondiscono la storia e la circolazione di questa moneta in territorio indiano e nelle aree limitrofe, un argomento decisamente suggestivo e su cui c'è ancora tanto da conoscere e scoprire...
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  48. Gettoni Nuova Gelateria Napoletana (Pepino 1884 ? ) La nostra storia inizia nel 1884 quando, un gelataio di origini napotelane, Domenico Pepino, decise di trasferirsi al nord e più precisamente a Torino, portandosi dietro oltre alla propria famiglia di gelatai, tutti gli strumenti, gli stampi e il materiale per produrre e confezionare gelato. In pochi anni apre così una gelateria ("Vera Gelateria Artigiana" come recitava l'insegna) che in poco tempo diventa il simbolo della grande pasticceria fredda a Torino. Il 17 Giugno del 1916 Domenico Pepino cede, per la somma di Lire 10.000, il marchio e i segreti di produzione al Comm. Giuseppe Feletti, già noto e affermato produttore industriale dolciario, e a suo genero Giuseppe Cavagnino. I due imprenditori rinnovano l'azienda ed inaugurano un nuovo grandioso laboratorio dando maggior impulso commerciale e adottando il "ghiaccio secco" per l'esportazione dei prodotti, all'epoca assai difficile da effettuare anche solo per piccoli tratti. Proprio grazie a questa innovazione venne coniata la frase "il gelato Pepino arriva ovunque". Mantenendo sempre un altissimo standard qualitativo ed innovativo, rinnovando costantemente la linea prodotti, la Pepino Gelati è stata insignita di ben 4 stemmi reali diventando così "Fornitore di Real Casa": il 2 Giugno 1910 ha ricevuto il brevetto di S.A.R il Duca di Genova, il 31 Marzo 1913 da S.A.I. e R. la Principessa Laetitia di Savoia Napoleone Duchessa d'Aosta, il 1 Luglio 1925 da S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta, il 31 Marzo 1932 da S.A.R. il Principe di Piemonte. Il 1939 rappresenta un anno fondamentale per la storia aziendale. Dopo una lunga fase di esperimenti e studi a riguardo, viene finalmente brevettato (brevetto N. 58033) e commercializzato il primo gelato ricoperto su stecco al mondo: il Pinguino®. All'epoca un Pinguino costava 1 Lira, proprio come il cinema "con 2 Lire si comprava gelato e si andava al cinema". Il successo del Pinguino è tutt'oggi incredibile: la ricetta ancora originale dell'epoca e la cura che mettiamo nel produrlo ne fanno un gelato imitatissimo in tutto il mondo. Alla guida dell'azienda, dopo ben 5 generazioni, c'è sempre la Famiglia Cavagnino rappresentata oggi da Edoardo Cavagnino, pro-nipote di Giuseppe Cavagnino.
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  49. .Lo spumone è un tipico gelato della tradizione di Napoli, del Salento e della Sicilia. L'origine dello spumone è da attribuire ai "monzù" della Napoli Borbonica del primo Ottocento. La diffusione di questo dolce è stata vastissima in tutto il meridione negli anni "60-"70, periodo nel quale era sempre presente sulle tavole domenicali e nei banchetti nunziali. A testimonianza della sua fama è citato anche nella celebre canzone di Midugno e Pazzaglia "Io, mammeta e tu". "Jamm'o bar 'o Chiatamone, vuo' 'o cuppetto o vuo' 'o spumone?". La sua attuale diffusione a Napoli si è notevolmente ridotta mentre continua ad essere in auge in Salento. Lo spumone è un gelato di gusti misti stratificati (di solito nocciola, cioccolato e stracciatella) con all'interno mandorle tritate, cioccolato fondente a pezzi, canditi e caramello in una rivisitazione più contemporanea mentre in origine nasce con un ripieno di pan di spagna affogato con dell'amaro o con del liquore Strega. Una volta preparato viene fatto solidificare in ciotole rotonde che gli conferiscono la forma di una semisfera.
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