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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/24/25 in tutte le aree

  1. Ora del secondo monetiere! (forse il mio preferito). Me lo aggiudicai su eBay.co.uk circa un anno fa per due spicci. Il vero problema fu il trasporto (ritiro a mano come unica opzione), essendo di un peso disumano per via della copertura in vetro di ogni singolo cassetto, e per via delle dimensioni tutt’altro che convenienti (lungo 1 metro e 50 circa). Logicamente, le dimensioni erano indicate in “feet”, motivo della mia sbadata sottostima della grandezza di questo mobile! Dopo uno sforzo disumano e l’aiuto di qualche amico son riuscito a portarmelo a casa. Monetiere in quercia anni ‘30
    6 punti
  2. Buongiorno a tutti! Vivo ormai nel Regno Unito da oltre dieci anni e, in questo periodo, sono riuscito a raccogliere diversi monetieri antichi. Si trovano con relativa facilità e, sorprendentemente, a prezzi molto più bassi rispetto a quelli che riscontravo in Italia: ad esempio, un bel monetiere con decine di cassetti (magari un po’ vissuto) si può acquistare senza problemi per meno di 100-150 sterline. Questa abbondanza riflette una diffusa passione collezionistica che, qui in Gran Bretagna, ha avuto un’enorme popolarità dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni ’50 del Novecento, ma che si è quasi completamente estinta nel XXI secolo. Da appassionato di storia naturale, posso confermare che anche le cassettiere specializzate per entomologia, geologia, paleontologia (e così via) sono altrettanto comuni. Lo stesso vale per le collezioni ornitologiche, in particolare quelle di uova; oggi, naturalmente, vietate. Personalmente non sono mai stato un grande estimatore dei monetieri con scomparti rotondi, i cosiddetti “tipo inglese”. Proprio per questo, anche se con un po’ di fatica, ho cercato di raccogliere porta monete con scomparti più simili a quelli a cui siamo tutti più abituati, cioè di forma quadrata. Nei commenti a questa discussione pubblicherò le foto dei tre porta monete che possiedo e invito chiunque sia interessato a partecipare, condividendo il proprio metodo di conservazione delle monete o lo stile del proprio monetiere. Martin
    4 punti
  3. Al suo interno ho rinvenuto dei cartellini antichi spettacolari, non saprei se coevi con il monetiere o ancora più vecchi. Inoltre, ho deciso di utilizzare dei cartellini gommati anni 50 (reperiti in un grosso lotto che trovai in un mercatino) per etichettare i cassetti, scelta sicuramente molto estetica!
    4 punti
  4. Il primo “monetiere” si tratta di un porta vetrini da microscopio del 1850 (circa) in mogano, che ho convertito in porta monete usando un metodo non invasivo - asticelle di balsa tagliate su misura senza usare né colle né chiodi (aggiungerò più dettagli nella prossima risposta).
    4 punti
  5. Repubblica Ceca, trovato frammento di un'armatura risalente all'epoca della guerra di Troia Importante scoperta archeologica a Brno, nella Repubblica Ceca, dove è stato rinvenuto il frammento di un’armatura di 3.200 anni fa, epoca in cui si colloca convenzionalmente la guerra di Troia. La scoperta è rilevante perché le armature in bronzo erano molto rare all’epoca ed erano appannaggio delle élite. Importante scoperta archeologica a Brno, nella Repubblica Ceca, dove è stato rinvenuto il frammento di un’armatura di 3.200 anni fa, epoca in cui si colloca convenzionalmente la guerra di Troia. Il lacerto è rimasto nascosto nel terreno per più di tremila anni e, dopo un’approfondita analisi degli archeologi cechi, si sa cosa è stato scoperto. Il ritrovamento risale al 2023 ma la notizia è stata data soltanto nelle scorse ore, dopo gli studi effettuati sul reperto. Si tratta di un frammento bronzeo: le armi in bronzo erano allora un privilegio dell’élite guerriera e la loro produzione richiedeva una maestria straordinaria. La maggior parte delle armature venivano realizzate con materiali organici non conservati. E proprio questa caratteristica delle armature del tempo rende ancora più rara questa scoperta, che amplia fondamentalmente la nostra comprensione della cultura militare dell’età del bronzo dell’Europa centrale. Adesso, il Museo Civico di Brno, che ha annunciato la scoperta, sta preparando la presentazione al pubblico. Gli archeologi hanno rinvenuto l’armatura l’anno prima durante un progetto di ricerca congiunto che ha coinvolto scienziati e dilettanti appassionati di ricerche col metal detector. Uno dei collaboratori esperti ha rinvenuto una punta di lancia, una falce, un ago e diversi frammenti di metallo in un sito la cui ubicazione esatta rimane segreta. Gli oggetti erano stati deliberatamente danneggiati e sepolti insieme, forse come parte di un rituale sacrificale. Tra i reperti c’era anche una lamiera piegata, poco appariscente. Solo dopo un’attenta analisi è emerso il suo vero significato: faceva parte di un’armatura. “Grazie alla scansione 3D, siamo riusciti a ’dispiegare’ digitalmente la lamiera piegata e a identificarne la forma e la decorazione”, ha affermato Aleš Navrátil, archeologo del Museo Civico di Brno, alla televisione nazionale CT24. Il frammento di armatura ritrovato a Brno Il frammento di armatura ritrovato a Brno Il frammento di armatura ritrovato a Brno Questo è solo il secondo esemplare noto di armatura in bronzo rinvenuto nella Repubblica Ceca. Anche l’Istituto di Archeologia e Museologia della Facoltà di Lettere dell’Università Masaryk di Brno ha partecipato alla documentazione professionale e ad altre analisi. L’armatura risale a circa 3.200 anni fa, ovvero allo stesso periodo a cui gli esperti datano le battaglie descritte da Omero. Le parti in bronzo delle armature erano allora esclusivo privilegio dell’élite guerriera. La loro produzione, come detto, richiedeva una maestria straordinaria e aveva quindi un prezzo astronomico per le condizioni dell’epoca: nell’Iliade di Omero, ad esempio, Diomede afferma che l’armatura costava l’equivalente di nove tori. A quel tempo, il territorio moravo era abitato da una cultura nota come “cultura dei campi di urne”. Non si trattava di una singola “nazione”: va immaginata come un insieme di gruppi di persone indipendenti che condividevano usanze e stili di sepoltura, ceramica, insediamenti o persino armi. Queste culture apparentemente non avevano nulla in comune con gli slavi, ma quando questi ultimi arrivarono nel territorio dell’attuale Repubblica Ceca centinaia di anni dopo, spesso si stabilirono negli stessi luoghi. “Questa scoperta conferma l’importanza della cooperazione a lungo termine tra esperti e pubblico, fondamentale per il nostro museo”, ha sottolineato Zbyněk Šolc, direttore del Museo Civico di Brno. “Grazie a essa, possiamo scoprire e proteggere preziosi reperti che ci avvicinano alle epoche antiche e apportano nuove conoscenze sulla nostra storia”. https://www.finestresullarte.info/archeologia/repubblica-ceca-trovato-frammento-armatura-risalente-epoca-guerra-di-troia
    2 punti
  6. Aggiungo qui una comparazione visiva tra il fiorino in oggetto e un genovino coevo, con alcuni elementi evidenziati per facilitare l’osservazione delle possibili corrispondenze. Si distinguono, in particolare, tracce compatibili con la cornice polilobata e parte della struttura architettonica tipica del diritto genovese, che sembrano riaffiorare sotto la coniazione del fiorino. Naturalmente non si tratta di una conclusione, ma di un invito al confronto: ogni osservazione, anche critica, sarà benvenuta.
    2 punti
  7. Potrebbe sembrare ma non è, il conio con RES è unico, non ho visto altri conii con qsto tipo di errore, con questo non voglio dire che non ce ne siano altri,a Napoli tutto può essere. Ecco la RES,come si può notareil conio è diverso, ad esempio DEI nella piastra della discussione le lettere che la compongono sono tutte e tre attaccate nella mai sono leggermente staccate o comunque non così vicine.
    2 punti
  8. Ciao,anche per me è un antoniniano Divo Clavdio e Consecratio con altare. Però non è di Claudio II ma postuma, per celebrarlo appunto. Leggo che potrebbe essere stata coniata sotto Quintilio o Aureliano.
    2 punti
  9. È propio quello il bello per me, il fatto che sia così nascosto. Poi sicuramente non si può andare a colpo sicuro, ma andando spesso si trova sempre qualcosa di carino (e a molto poco - sicuramente meno che in Italia). il monetiere grande ha spazio per moltissime monete (circa 44 cassetti). La dimensione delle caselle varia, ma ecco un cassetto che ho già riempito per esempio: Poi, sicuramente, le coperture in vetro evitano l’accumulo di polvere e impediscono che le monete vengano danneggiate da urti o da altri oggetti che potrebbero cadere sopra.
    2 punti
  10. Dipende molto da settimana a settimana, dato che i commercianti spesso vengono solo una volta al mese. Diciamo che negli anni qualche chicca la ho tirata fuori Mentre ecco un reperto molto curioso a proposito delle “Coin cabinets” inglesi: un libretto guida delle monete inglesi del 1874, con delle reclam attinenti stampate nelle ultime pagine. questa è una pubblicità di una azienda produttrice di porta monete ottocenteschi!
    2 punti
  11. La X è normalmente coniata...
    2 punti
  12. Ma noooo...è normale distanza REX...ha solo preso un colpo in circolazione
    2 punti
  13. Dolci ricordi come "il panettone" della Motta... vorrai dire eh eh
    2 punti
  14. Il Magliocca 2025 la inserisce in nota a p. 216.
    2 punti
  15. C’è poco da esplicitare: non mi risulta che sia mai stato trovato un suberato proveniente “ sicuramente” dalla stessa coppia di conii di una emissione ufficiale … quindi i suberati sono opera di falsari e non delle zecche ufficiali in situazioni di bisogno o crisi .
    2 punti
  16. Ciao a tutti, riprendendo un'ipotesi emersa durante lo studio di una moneta di particolare interesse (un possibile fiorino coniato su un genovino), vorrei sottoporvi una riflessione che potrebbe aprire a un confronto più ampio sul piano economico e storico-monetario. Il pezzo in esame, di titolo elevatissimo (oltre il 99,6% Au), presenta al diritto tracce compatibili con la struttura di un genovino sottostante, in particolare si intravede la cornice polilobata tipica mentre il rovescio mostra caratteristiche chiaramente riconducibili alla tipologia fiorentina. Si tratta, ad oggi, del secondo esemplare conosciuto di questa tipologia e l’unico attualmente oggetto di studio scientifico e analisi metallurgiche. Ora, se ipotizziamo che non si tratti di una falsificazione ma di una “trasformazione commerciale”, forse commissionata da un mercante o una banca, si apre uno scenario affascinante: potrebbe essere stata una scelta opportunistica, dettata dal fatto che il fiorino era più gradito nei mercati internazionali, rispetto al genovino, pur avendo un titolo simile. Mi domando: Era davvero così forte, già nel Trecento, la preferenza per il fiorino rispetto ad altre monete auree coeve? La Pratica della mercatura di Francesco Balducci Pegolotti, benché leggermente posteriore, ci dà un'idea dei cambi, ma non ho trovato riferimenti precisi a uno scarto tra genovini e fiorini per questo periodo. Mi chiedo se in alcuni contesti commerciali potesse essere più facile saldare una transazione in Fiorini, e se quindi valesse la pena "convertire" monete equivalenti ma meno gradite. Vi è mai capitato di vedere altri casi simili? Avete trovato documenti che parlano di differenze di gradimento tra monete auree pur equivalenti in peso e titolo? Ogni riferimento o parere è benvenuto. Grazie per l’attenzione! A presto, Stater
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  17. Sapete cosa mi sta balenando nella testa? Ma se i soldi che annualmente spendo per le monete, li metto da parte, forse a fine anno mi ritrovo un bel gruzzoletto, e sicuramente anche perdendo il valore d'inflazione li guadagno nell'eliminazione di tutti sti balzelli. Voi direte, vuoi mettere la soddisfazione ed il piacere della collezione? Me ne farò una ragione e spenderò i miei soldi in un bel viaggio!!!!!
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  18. Davvero bellissimo! Il secondo monetiere è un sogno. Interessante anche la vecchia pubblicità della Spink, che esiste ancora tutt'oggi anche se non credo produca più mobili. La mia (piccola) collezione per adesso viene tenuta in cassetti di plastica con interni foderati di un velluto sintetico di una nota marca tedesca. Ovviamente in attesa di trovare un vero monetiere.
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  19. Salve, secondo me quello è un Cristo Pantocratore. Purtroppo l altro lato e molto usurato ma comunque mi da l impressione che sia questo follis anonimo attribuito a Michele VII. https://www.acsearch.info/search.html?id=11089858
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  20. nelle diciture delle presentazione dei francobolli o nelle descrizione dei certificati peritali si trova la scritta " francobollo con gomma originale integra" in questo caso significa che il francobollo ha tutta la colla integra e originale, quando invece di trova la scritta" gomma originale" si intende francobollo con colla originale ma non integra, pertanto o linguellato oppure co alcune mancanze di colla
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  21. Ultimo acquisto al prezzo del fino e successivamente fatta periziare...
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  22. Buonasera, come avevo promesso somo riuscito a trovare l'album con l'Olanda, ho due esempi il numero 1 azzurro e l'1b azzurro latteo (molto corto) ma come esempio di colore fa al caso, i fondi dell'effigie sono molto più chiari il tuo è il numero 1 ( a te la foto è venuta un pochetto giallognola,effetto della luce alta, ma riealtà credo che il colore naturale sia lievemente diverso) dal vivo confrontalo potrebbe essere anche un 1a Azzurro chiaro, saluti
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  23. Devo controllare ma non garantisco una risposta esauriente, in quanto per gli erinnofili non esiste molta bibliografia, controllerò il poco.. se sono listati cosa non scontata ti farò sapere.
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  24. A volte le immagini aiutano piu' delle parole.. .. .. Anticamente questo era il modo in cui venivano conservati in album senza taschine i francobolli, attaccati a delle linguelle. Queste sono le linguelle, avevano una colla apposita e come quella dei francobolli una volta inumidite attaccavano i francobolli alla pagina dell' album.
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  25. ho fatto un test inserendo un francobollo da 1,25 euro: mette "tasse" per 0,73 euro 😱 io ho pagato con una debit mastercard (il bancomat, in pratica)
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  26. No arriva neppure al BB...parecchio liscia e vari danni...la vedo come MB+
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  27. Sono col cellulare (dove i miei occhi sono peggio di una talpa), ma non mi fa una bella impressione
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  28. se riesco a trovare l'album senza fare troppo casino, vedo dovrei avere alcuni esempi, "spero"
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  29. il tondo riquadrato in questione è un tipo AO ( AO stà per tipologia del bollo con la stella in basso, con datario con ora) per e il 6 S è l'orario , sono le 18 pomeridiane invece quello di partenza è del tipo G ( provincia tra parentesi) senza ora
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  30. Cappero se non sono baffi quelli dei primi due ritratti di Zenone ( a sin nel primo post) allora o l’incisore era assolutamente incapace oppure - per qualche arcano motivo gli piaceva ritrarre tutti con una vistosa malformazione del labbro 😅
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  31. Purtroppo, l’antiquariato sta scomparendo nel Regno Unito, e la tradizione del collezionismo è ormai quasi inesistente rispetto a qualche decennio fa. Rimangono comunque molte casette antiche di grande fascino (personalmente sono un grande estimatore dei tetti in paglia e dello stile Tudor). Le fiere numismatiche restano sempre interessanti, ma, ad esempio, i negozi di numismatica a Londra sono ormai quattro o cinque, quindi decisamente meno che a Roma. Il mercatino del sabato mattina a Embankment è ancora una mia tappa fissa, ma oggi lo scambio numismatico avviene principalmente online. Basta andare al mercato di Portobello per rendersi conto che la maggior parte degli oggetti in vendita sono moderni, oppure semplici souvenir come tote bag contemporanee, e l’atmosfera generale è molto “gentrificata”, cioè adattata a un pubblico più benestante e turistico, con una forte perdita dell’autenticità popolare che probabilmente un tempo caratterizzava la zona. Detto ciò, non escludo che ci siano ancora molti inglesi, compresi alcuni lord o membri di famiglie particolarmente facoltose, con collezioni davvero vaste e raffinate. Tuttavia, si tratta di eccezioni che non rappresentano la media né tantomeno il trend generale, che va piuttosto nella direzione opposta.
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  32. Buon Pomeriggio @Martin_Zilli, io che ho vissuto 11 anni in Inghilterra invidio chi è là. Sbaglio o nel Regno Unito lo stile classico e l'antiquariato sono più apprezzati che qui da noi ? Io mi ricordo le vecchie case vittoriane di campagna con i loro studi pannellati a boiserie di legno e biblioteche ed è proprio in questi contesti che questi grandi monetieri trovano il loro giusto collocamento, in un Paese di grande tradizione numismatica. Tanti complimenti per i monetieri e la sua collezione che suppongo essere varia ed interessante.
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  33. Secondo me quanto scritto da Plinio è fondamentale: Plinio il Vecchio, nella sua "Storia Naturale", fa riferimento ai suberati, evidenziando come la pratica della suberatura fosse diffusa e come alcune di queste monete contraffatte fossero state prodotte dallo stesso stato romano. Quindi non tutti i suberati sono dello Stato, ma alcuni certamente sì. Ecco perchè alcuni suberati sono di qualità notevole e altri no.
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  34. In fine, il monetiere più minuto. Gli mancano 3 cassetti e lo sportello frontale, ma non ci si può lamentare per 20£! È pure l’unico monetiere che possiedo con cassetti in stile inglese. Credo sia il più vecchio dei tre, con evidente usura e molte tacche: Il velluto era assente, ma è bastato acquistare rotelle per-tagliate di peltro del colore desiderato (sono andato con il verde scuro). Piacere mio di essere tornato Pure io per molto tempo ho utilizzato vassoi in fioccato o velluto industriale (che sinceramente vanno più che bene per la conservazione), ma dopo aver fatto cadere un vassoio ho deciso di optare per qualcosa di più sicuro. Poi ripeto, con il costo dei monetieri in Italia non mi sarebbe mai passato per la testa di acquistarne uno, molto meglio 10 monete antiche 😂
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  35. Ecco il “follow up” dell’ultima risposta: È stato un lavorino lungo e fastidioso (perfetto per il lock down), ma alla fine ne è valsa la pena!
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  36. Calcolando che abbiano mangiato 4 pagnotte a testa, il viaggiatore 3 ne paga, appunto, 4 delle quali una al viaggiatore 1 e 3 al viaggiatore 2, Da cui 12/4=3 monete per ogni pagnotta: al viaggiatore 1 vanno 3x1=3 monete e al viaggiatore 2 vanno 3x3=9 monete
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  37. Si ... oggi è stata emessa Marconi Per chi avesse problemi provi a cambiare provider ed entrare con Chrome
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  38. No no io sono pienamente d’accordo con quanto sopra r anzi troverei alquanto strano che questi condottieri NON avessero i baffi che connotano assai bene il cliche’ conosciuto per i capi barbari. Cio’ peraltro porta acqua al mulino dell’argomentazione che le rappresentazioni in moneta per questi condottieri mostrano ritratti muniti di baffi ( per Sutton Hoo non abbiamo purtroppo ritratti monetali ). quello che avevo espresso probabilmente maldestramente sopra e’ che mentre un gioiello, un’acconciatura, una foggia di mantello o accessorio ci permettono - in alcuni casi - di posizionare cronologicamente una data emissione e sono quindi elementi dirimenti ( nell’evoluzione delle tipologie di ritratto del sovrano - si pensi alle acconciatore delle mogli/nadri degli imperatori romani, o anche alle acconciatore degli eccezionali ritratti di Offa nei pennies da lui emessi a cavallo dell’800) i baffi al contrario dirimenti lo sono molto meno non essendo così caratterizzanti ( o ci sono o non ci sono ma non hanno cambiano foggia). Questo era quello che volevo esprimere sopra.
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  39. viva la geometria buona giornata
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  40. Prigramma numismatico 2025 Programma_numismatico_2025_Ita.pdf
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  41. Il codice cliente. Quali sono le monete nuove in vendita?
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  42. O giorni Bene. Quindi?
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  43. Ma quanti mattinieri stamattina! 😀
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  44. È assolutamente un pezzo raro, uno degli ultimi sesterzi dell impero, insieme a Valeriano II , gli ultimi in assoluto furono quelli di Postumo ed Aureliano , che sono anche più facili da reperire, ma se hai cominciato con l argento ti consiglio di proseguire con quello, un antoniano di Salonino lo trovi facilmente..
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  45. Busta primo giorno non viaggiata, emissione del 20 ottobre 1958 350º anniversario della nascita di Evangelista Torricelli. 25 L. lilla rosso, Ritratto di Evangelista Torricelli. Mi piace molto.. mi sarebbe piaciuta di più se viaggiata.
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  46. LA TERZA GUERRA MITRIDATICA [1] In Asia Minore, a oriente del Ponto, si estendeva l’Armenia il cui sovrano, Tigrane II, ne aveva grandemente espanso i confini, che ormai si estendevano dalla Fenicia al Mar Caspio. Egli aveva anche fondato una nuova e splendida capitale, Tigranocerta, piena di monumenti, giardini e parchi e protetta da alte mura, con un palazzo reale circondato da un immenso parco e, per ogni eventuale esigenza di sicurezza, un imprendibile forte. Avendo inglobato molti regni indipendenti, aveva assunto il titolo di “re dei re” e obbligava i re vassalli a permanere alla sua corte, come se fossero suoi giullari. Mitridate preparò con cura l’ulteriore scontro con Roma, capendo che sarebbe stato decisivo: strinse un’alleanza matrimoniale con Tigrane II, dandogli in moglie sua figlia, assicurandosi così il necessario retroterra strategico; raccolse un’armata ingente e ben preparata e rafforzò i confini con una rete di fortificazioni; si alleò con Sertorio ricevendone alcuni consulenti militari (ex Senatori romani che avevano tradito la patria). Nel 74 a.C. l’irriducibile re del Ponto invase la Bitinia, che l’ultimo re aveva da poco lasciato in eredità al popolo romano, assediandone la capitale, Cizico, mentre i suoi eserciti dilagavano nella penisola anatolica. Quell’anno era console Lucio Licinio Lucullo che, immediatamente, partì da Roma con una legione; siccome, malgrado la sua lunga militanza, non aveva mai diretto una campagna, si imbarcò con tutti i trattati militari che riuscì a reperire e studiò lungo il tragitto. Sbarcato in Asia raccolse altre quattro legioni (comprese le due Fimbriane), arrivando così a una forza di circa 30.000 fanti[2] e 1600 cavalieri. Giunto nei pressi di Cizico, Lucullo seppe dai disertori pontici che le schiere nemiche contavano ben 300.000 uomini, dieci volte i suoi. Studiò allora il terreno, e occupò un’altura che gli consentiva non solo di difendersi con facilità, ma soprattutto anche di colpire le vie di approvvigionamento dell’immenso esercito di Mitridate; dopo di che si limitò ad attendere che fosse la fame a indebolire il nemico. Trascorse così l’inverno, mentre le difficoltà di approvvigionamento rendevano sempre più precaria la posizione dell’esercito pontico, che cominciò a sfaldarsi; una notte del 73 a.C. Mitridate stesso, ormai disperato, si diede alla fuga via mare; il suo esercito tolse l’assedio e cercò di raggiungerlo via terra, ma fu attaccato e distrutto dalle truppe di Lucullo. Le forze romane trascorsero il resto dell’anno a liberare altre località dell’Anatolia dopo di che, nel 72 a.C., Lucullo si mosse per catturare Mitridate direttamente nel suo territorio e varcò quindi i confini del Ponto. Il re nemico aveva organizzato una nuova armata e cercò di fermarne l’avanzata ma, preso dallo sconforto per un’ulteriore vittoria romana, fuggì, mentre le sue truppe si sfaldavano, e si andò a rifugiare in Armenia, presso il genero Tigrane. Questi gli concesse un palazzo ove vivere, ma credendosi superiore a lui rifiutò di riceverlo di persona. Nel 70 a.C. giunse presso Tigrane un legato di Lucullo (nonché suo cognato[3]), Appio Claudio Pulcro. Il “re dei re” lo ricevette nel suo magnificente palazzo, per impressionarlo e intimidirlo con tanto lusso; tuttavia (narra Plutarco[4]) “Appio non era spaventato o stupito di tutto questo sfarzo e spettacolo, ma non appena ebbe udienza, disse chiaramente al re che egli era venuto a riprendere Mitridate […], in alternativa era costretto a dichiarare guerra contro Tigrane”. Dal canto suo Tigrane (già “indispettito da Lucullo il quale nella sua lettera lo aveva nominato con il titolo di ‘re’ soltanto, e non di ‘re dei re’”) “anche se fece ogni sforzo per ascoltare questo discorso con viso apparentemente sereno ed un sorriso forzato, non poté nascondere ai presenti la sua sconfitta alle audaci parole del giovane”; allora “inviò splendidi doni ad Appio”, per comprarne la benevolenza, ma “Appio accettò solo una ciotola, non volendo che il suo rifiuto fosse interpretato come una forma di inimicizia personale verso il re, restituì il resto e marciò con grande velocità per raggiungere il suo comandante”. Nel 69 a.C. si presentò da Tigrane un messaggero, annunciando che le legioni si stavano avvicinando a Tigranocerta; il “re dei re” lo giudicò un bugiardo disfattista, ritenendo impossibile che i Romani penetrassero così tanto, e così velocemente, nel grande regno armeno, e lo fece uccidere. Pochi giorni dopo invece Lucullo, al comando dei suoi soldati, giunse in vista della splendida capitale armena. Si ripeté quanto avvenuto tre anni prima con Mitridate: Tigrane mandò un esercito a fermare Lucullo, ma fu sconfitto; allora il “re dei re” scappò per avere modo di riorganizzare le proprie forze e lasciò la capitale all’assedio romano. Tigrane organizzò con cura il contrattacco; dopo essersi fatto inviare truppe da tutti i regni suoi vassalli tornò a Tigranocerta con una forza immane: 150.000 fanti con armamento pesante, 55.000 cavalieri di cui 17.000 catafratti (muniti, cioè, di corazza), 20.000 arcieri e frombolieri, 35.000 ausiliari[5]. A Lucullo, che aveva disperso le sue forze lungo la penisola anatolica, restavano solo 16.000 legionarî e poche migliaia di cavalieri. Avendo visto avanzare l’esercito armeno, divise ulteriormente le truppe: lasciò 6.000 fanti a proseguire l’assedio di Tigranocerta e mosse contro l’armata nemica con soli 10.000 legionarî e 1.000 cavalieri. Il 6 ottobre del 69 a.C. i due eserciti si fronteggiarono; a dividerli, solo un corso d’acqua. Nel campo armeno Mitridate, finalmente ammesso alla presenza del genero, gli consigliò di stare lontano dall’accampamento di Lucullo, ma Tigrane si prese gioco della sua pavidità e, vedendo che le forze romane erano tanto esigue, fece a favore degli astanti una battuta di spirito, passata alla storia: “Se sono qui come ambasciatori sono troppi, se invece sono qui come nemici sono troppo pochi”[6]. Nel campo romano, i luogotenenti di Lucullo tentarono di dissuaderlo dal combattere, osservando che il 6 ottobre era un giorno infausto, ma egli si limitò a ribattere che, con la sua vittoria, lo avrebbe trasformato in fausto. Lucullo aveva individuato una collina, posta alle spalle di Tigrane, che gli avrebbe procurato un ottimo vantaggio tattico e quindi spinse il suo cavallo in avanti, per attirare l’attenzione su di sé. Narra Plutarco[7]: “Tigrane chiamò a sé [il generale] Tassile e gli disse ridendo: ‘Non vedi che l’invincibile armata romana sta scappando?’ ma Tassile gli rispose: ‘Oh Re, mi piacerebbe [...] ma quando questi uomini sono in marcia, essi non indossano abbigliamenti splendenti, né usano scudi o elmi lucenti; invece, ora essi mostrano le armi, avendone rimosso le coperture in pelle’. E quando ancora Tassile stava parlando, giunse alla loro vista un’aquila romana, mentre Lucullo si dirigeva al fiume con le coorti che si disponevano in manipoli, pronte alla traversata. Poi, all’ultimo, come se fosse stato inebetito dallo stupore, Tigrane gridò due o tre volte ‘Sono i Romani ad attaccare noi???’ [... ... Lucullo] attraversò il fiume, e si aprì la strada contro il nemico di persona. Indossava una corazza d’acciaio a scaglie scintillanti, e un mantello con nappe, e allo stesso tempo sguainò la spada dal fodero [...] mentre i suoi soldati lo seguivano con tutte le loro forze, perché avevano visto che il loro comandante era davanti a loro con l’armatura, sopportando come tutti la fatica di un normale fante [...] condusse i suoi uomini contro i cavalieri catafratti [...] il nemico non si aspettava l’arrivo dei Romani, ma al contrario, con alte grida e nella maggior parte con una fuga vergognosa, si lanciarono insieme ai loro cavalli al galoppo con tutto il loro peso, oltre le file della propria fanteria, prima ancora di aver cercato anche solamente di resistere”. Con la sua manovra di aggiramento, condotta personalmente, Lucullo spinse i catafratti contro il loro stesso esercito e la massa di quegli uomini coperti di metallo si abbatté sulle fila della fanteria armena, seminando il caos più totale e causando una rotta completa dell’esercito. Lo stesso Tigrane si diede subito alla fuga: per non essere riconosciuto lasciò persino la corona al figlio, che a sua volta la diede a uno schiavo. In una delle più incredibili vittorie della storia militare di tutti i tempi, i Romani persero 5 soldati, gli Armeni 100.000. Mitridate raggiunse Tigrane in fuga ed entrambi i grandi re che avevano osato sfidare Roma si abbracciarono, e piansero della loro sventura. Tigrane e Mitridate si rifugiarono nella vecchia capitale dell’Armenia, Artaxata. Lì Lucullo giunse nell’estate del 68 a.C. e di nuovo si scontrarono: 70.000 Armeni contro due sole legioni. Fu un’altra, schiacciante vittoria romana e i due re dovettero di nuovo fuggire sulle montagne del Caucaso. _______________ Delle epiche gesta di Lucullo in Asia non resta memoria sulle monete, salvo forse una piccola eco. Nel 69 a.C. infatti, mentre lui combatteva a Tigranocerta, un monetario, Marco Pletorio Cestiano, emise una serie di denarî di cui uno, RRC 409/1, presenta al dritto una figura femminile ignota, sicuramente non una dea romana, e al rovescio l’aquila sul fulmine. Crawford ipotizza che la figura sia Iside e che l’aquila rappresenti la dinastia tolemaica (di cui era simbolo); forse però, visti i grandi avvenimenti che stavano accadendo in Asia Minore, c’è da chiedersi se la figura al dritto non possa essere un’allegoria dell'Anatolia e, quindi, l’aquila rappresenti (come spesso accade, nell’iconografia romana), il potere militare di Roma, arrivato a mettere ordine in quelle terre lontane. _______________ Mentre la guerra imperversava nell’Oriente, a Roma si verificavano grandi e repentini stravolgimenti politici. Per il 70 a.C. furono eletti consoli Pompeo, generale ormai amato dalle folle, e Crasso, che godette dell'appoggio di Cesare, sempre più benvoluto dai popolari[8]. Appena entrati in carica essi avviarono una campagna di riforme legislative mirate a depotenziare quelle precedentemente adottate a Silla, limitando il potere del Senato e restaurando quello dei tribuni della plebe. Nello stesso anno il giovane avvocato homo novus che aveva osato contrastare un liberto di Silla, Cicerone, assunse l’accusa contro l’ex governatore della Sicilia, Verre, non solo facendolo condannare, ma mettendo a nudo la corruzione che dilagava fra i nobili. Poco per volta, così, il potere della vecchia aristocrazia (cui anche Lucullo apparteneva) andava erodendosi. Nel 67 a.C. fu deciso di debellare la piaga della pirateria, che era ormai divenuta insostenibile; a tal fine furono concessi amplissimi poteri a Pompeo che, in pochi mesi, riuscì con rara competenza organizzativa[9] a predisporre ed eseguire una manovra navale, in tutto il Mediterraneo, individuando e distruggendo i covi dei pirati. _______________ Mentre inseguiva i re nemici Lucullo fu abbandonato da Roma stessa, a causa della sua inflessibile serietà. I primi a voltargli le spalle furono i suoi soldati. In un mondo ove i territori nemici erano visti come fonte di razzie e arricchimento, il proconsole era forse l’unico Romano che vietava tassativamente ai proprî soldati di saccheggiare le città conquistate; inizialmente i legionari accettarono e pazientarono, convinti che sarebbe arrivato il loro momento, ma Lucullo rimase inflessibile, impedendo loro di fare razzia. Pertanto nel 68 a.C., quando sulle montagne dell’Armenia arrivò il gelo e cominciò a nevicare, i soldati si rifiutarono di proseguire la marcia; Lucullo dovette tornare indietro e attendere la primavera in pianura e Mitridate e Tigrane ne approfittarono, per riprendere possesso di porzioni dei rispettivi regni. In seguito scoppiarono altre ribellioni fra i legionarî, aizzate addirittura da un altro cognato di Lucullo (fratello di Appio Claudio Pulcro) che si faceva chiamare Publio Clodio (anziché Claudio) per ostentare vicinanza al popolo[10]. Clodio era un pessimo elemento, che trovava appagamento nel seminare e fomentare il caos; peraltro di una delle sue tre sorelle[11], bellissima e dissoluta, si innamorò il poeta che andava allora in voga a Roma, Catullo, che ne rese immortale il ricordo con lo pseudonimo di Lesbia. Ma il tradimento più grave arrivò direttamente dal Senato. Occorre premettere che Lucullo era noto, fra le popolazioni delle province, per essere un magistrato giusto e magnanimo. Nel 70 a.C. si era recato a riorganizzare la provincia d’Asia, trovandola devastata dai debiti, causati sia dalla guerra, sia soprattutto dalla rapacità dei publicani[12]; aveva quindi limitato il tasso di interesse superiore all’1% mensile e adottato una serie di altre misure di equità grazie alle quali, in circa quattro anni, tutti i debiti furono saldati. Tale fu la fama della sua imparzialità che le province limitrofe chiesero a Roma di averlo, anch’esse, come governatore. Queste misure, giuste ma severe, gli causarono tuttavia molte inimicizie fra publicani e usurai, che godevano, a Roma, del sostegno politico dei populares e corruppero alcuni tribuni della plebe affinché lo accusassero di protrarre inutilmente la guerra, solo per potersi arricchire. Tanto fecero, che furono creduti; nel 66 a.C. un una legge, appoggiata pubblicamente da Cesare e Cicerone, tolse il comando della guerra a Lucullo e lo attribuì a Pompeo, reduce dalla vittoria contro i pirati. _______________ Pompeo proseguì la campagna militare sino al 63 a.C.; ottenne la resa di Tigrane, che tornò a governare sulla sola Armenia, ma non quella di Mitridate. Il re del Ponto infatti, disposto a giocare il tutto per tutto, si alleò con un re dei Galli e decise di invadere l’Italia marciando lungo il Danubio; fu infine ucciso da un soldato del suo stesso figlio, stufo che i deliranti disegni paterni continuassero ad alimentare l’ira di Roma. All’esito della guerra gran parte dell’Asia Minore cadde sotto il dominio romano: Bitinia, Ponto e Siria furono costituiti in provinciae nel 64 a.C., Giudea e Armenia furono ridotte a regni vassalli. In Bitinia fu emesso un bronzo di Nicea, che bene attesta la diffusione del potere di Roma Al rovescio infatti è raffigurata une figura femminile seduta su una pila di scudi, che regge in una mano Vittoria, nell’altra la lancia; la didascalia in esergo, ΡΟΜΗ, consente di identificarla nella personificazione della Città Eterna. La legenda inoltre, ΕΠΙ ΓΑΙΟΥ ΠΑΠΙΡΙΟΥ ΚΑΡΒΟΝΟΣ, informa che l’emissione è avvenuta “sotto Gaio Papirio Carbone”, governatore della neonata provincia. Al dritto è invece ritratto Dioniso e sono presenti la legenda ΝΙΚΑΙΕΩΝ e la data (in lettere greche[13]), che consente di collocarlo con sicurezza nei primi anni di dominio romano. Lucullo tornò a Roma, celebrò il trionfo nel 63 e abbandonò la politica. Disprezzato dalla patria che aveva così brillantemente servito, per ironia della sorte fu ricordato dai posteri per i suoi pasti abbondanti, lui che era stato uno dei più abili generali di Roma. Fu uno degli ultimi esempi della grandezza della vecchia aristocrazia Romana: come Silla (e Cesare dopo di loro), rivelò incredibili capacità tattiche e strategiche senza avere precedenti esperienze; come Scipione, seppe condurre attacchi fulminei e devastanti contro il punto debole del nemico; come il Cunctator[14], capì il momento in cui una strategia attendista era più efficace dello scontro diretto; come Cincinnato, si ritirò a vita privata quando la repubblica non ebbe più bisogno di lui. In più, fu forse l’unico dei suoi contemporanei a trattare le popolazioni soggette con umanità e a trattenere risolutamente gli istinti rapaci dei suoi soldati; pagò proprio questo. Pompeo, dal canto suo, era la terza volta che si presentava a “sconfiggere” un nemico (dopo Sertorio e Spartaco) già fiaccato da un altro generale ... _______________ Nel 63 a.C. assunse il consolato Cicerone. Era un uomo particolare, di cui - grazie al suo epistolario - conosciamo non solo le capacità, ma anche le umane debolezze: gli fu offerto di cambiare cognomen, visto che il suo era offensivo, e risposte che avrebbe invece reso celebre quello che aveva (cosa che, in effetti, è successa); fu eletto grazie a una particolare congiuntura politica, sostanzialmente perché era ritenuto così debole da non dare fastidio ad alcuna delle fazioni in campo, ma credette che fossero state riconosciute le sue grandi doti di statista; proveniva da una famiglia assolutamente estranea alla vita politica romana, ma fece di tutto per essere accettato come esponente degli optimates, proprio lui che (nel processo a Verre) aveva messo a nudo la decadenza dalla vecchia casta aristocratica. Durante il suo consolato Cicerone scoprì un complotto ordito da un nobile decaduto, Lucio Sergio Catilina, e lo trattò come se fosse stato l’inizio di una nuova guerra civile, ovviamente scongiurata grazie alle sue grandi doti politiche. Cinque cospiratori, appartenenti a facoltose famiglie romane, furono incarcerati e si discuteva se giustiziarli o esiliarli; Cicerone, di fronte a una folla mossa da sentimenti contrastanti (molti volevano la salvezza dei cinque detenuti), diede infine una prova sublime della sua abilità oratoria limitandosi ad annunciare: “Vixerunt” (“vissero”; l’uso del tempo perfetto, tuttavia, indica un’azione conclusa: Cicerone ne annunciava quindi la morte, usando la delicatezza di non dirlo esplicitamente). Gli altri congiurati fuggirono in Etruria, ove costituirono un esercito di disperati che fu definitivamente sconfitto nel gennaio del 62 a.C., a Pistoia. Quell’anno un monetiere non ben identificato, Lucius Scribonius Libo (forse, il padre dell’omonimo che sarà console nel 34 a.C.), emise un denario particolare, RRC 416/1. Esso al dritto raffigura il Bonus Eventus (identificato dalla didascalia), divinità legata al mondo agricolo. Al rovescio, invece, è rappresentato il Puteal Scribonianum, monumento con una storia curiosa. Le fonti infatti narrano come nel Foro fosse originariamente presente un piccolo altare del dio Vulcano, presso cui Romolo teneva le prime adunanze di popolo. L’altare fu poi colpito da un fulmine e la cavità così formatasi fu lasciata aperta in segno di rispetto verso gli dei che avevano voluto scagliare il fulmine. Infine, agli inizî del II secolo a.C., un appartenente alla gens Scribonia l’aveva monumentalizzata in forma di pozzo, il Puteal Scribonianum appunto. Presso tale pozzo, peraltro, il pretore teneva i processi per usura. Questa moneta è interessante per due motivi: dal punto di vista storico, è interessante l’opinione di Crawford, secondo cui la scelta del Puteal - costruito dove s’era abbattuto un fulmine - probabilmente celebrava la vittoria contro i seguaci di Catilina; dal punto di vista iconografico, invece, rileva lo stile poco elaborato, che attesta un’evoluzione (in atto nell’arte romana) dagli influssi ellenistici, per i quali in precedenza si era prediletta la ricerca del bello, a canoni estetici più vicini al realismo, che invece miravano a trasmettere il messaggio con maggior immediatezza, prediligendone il significato alla forma. _______________ Sempre nel 62 a.C. Cesare assunse la carica di pretore e dimostrò grande equilibrio, nei contrasti fra popolo e Senato. Accadde inoltre che una notte Clodio si introdusse in casa sua mentre erano presenti solo donne (per espletare una funzione religiosa); quando la cosa si scoprì, suscitando grande scandalo, egli ripudiò la moglie (Pompea, nipote di Silla, che aveva sposato dopo la morte di Cornelia Cinna) pur ritenendola innocente, perché “mulier Caesaris etiam suspicione vacare debet” (“la moglie di Cesare deve essere esente anche da sospetto”). L’anno dopo Pompeo entrò in contrasto con il Senato (di cui, sino allora, era stato il paladino) che non volle riconoscere adeguate ricompense ai suoi soldati, e cercò l’appoggio politico di Cesare e di Crasso. Si gettavano così le basi del primo triumvirato. NOTE [1] Questa viene denominata “terza guerra mitridatica” perché una “seconda”, inconcludente, si ebbe fra l’83 a.C. e l’81, quando Lucio Licinio Murena, lasciato da Silla a capo delle legioni Fimbriane, si scontrò con Mitridate, che ne uscì vittorioso. [2] È difficile determinare quanti uomini corrispondano a “una legione”, per due ragioni: primo, benché le legioni avessero una forza teorica di 3.840 fanti, la loro consistenza pratica dipendeva da molti fattori contingenti (perdite, congedamenti, rinforzi, etc.); secondo, le fonti spesso non citano le forze alleate (che, in teoria, dovevano essere di entità uguale a quelle di Roma). Ne consegue che “una legione” può significare un numero che varia da 8.000 fanti (una legione a ranghi completi più una pari unità alleata) a soli 2.000 (la sola legione, a ranghi ridotti). In questo caso, sono le fonti a dirci che erano 5 legioni pari a 30.000 fanti. [3] Lucullo aveva sposato una delle sue tre sorelle. [4] Vita di Lucullo, 21. [5] Queste stime, riportate dalle fonti antiche, sono verosimilmente esagerate, per far apparire ancora più eroica l’impresa dei Romani. È comunque sicuro che gli Armeni fossero in grandissima superiorità numerica. [6] Appiano, Guerre mitridatiche, 85; Plutarco, Vita di Lucullo, 27. [7] Vita di Lucullo, 27-28. [8] Fra l’altro, nel 69 o 68 a.C. morì di parto la sua giovane sposa, Cornelia Cinna, ed egli volle commemorarla pronunciando una laudatio funebris dai rostra. Fu un’attestazione d’amore che colpì il popolo perché un simile onore era riservato, all’epoca, ai soli personaggi importanti (anche donne, ma solo anziane matronae). [9] Ebbe anche la lungimiranza di destinare i prigionieri e le loro famiglie a una vita da agricoltori nelle coloniae, affinché si convertissero a uno stile di vita onesto. [10] È questa la testimonianza che già all’epoca la pronuncia popolare del dittongo -au- era mutata in -o-, come poi ereditato dall’Italiano. [11] Non si sa esattamente quale delle tre, verosimilmente non la moglie di Lucullo. [12] In quella provincia, a causa della sua lontananza, Roma sperimentò per la prima volta un sistema di esazione delle tasse che consisteva nel farsi anticipare il dovuto da alcuni appaltatori, detti publicani, che poi riscuotevano le tasse dai cittadini. Si rivelò un sistema fallimentare e vessatorio: i publicani pretendevano dai cittadini il doppio di quel che versavano a Roma e, a chi non aveva disponibilità, applicavano interessi usurarî. [13] ΔΚΣ, ossia 224. Il conteggio di questi anni decorreva dalla morte del diadoco Lisimaco, considerato come anno 1 (= 282-281 a.C.), talché la moneta è stata emessa nel 59-58 a.C. [14] Soprannome di Quinto Fabio massimo, che aveva sfiancato Annibale proprio con una strategia cauta e attendista. ILLUSTRAZIONI 69 a.C, denario RRC 409/1 59 a.C., bronzo di Nicea 62 a.C., denario RRC 416/1
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  47. La dicitura "mai apparso sul mercato" per le Vicereali non significa che questo Due Cavalli resterà il solo in eterno. Ho l'impressione che certe "attribuzioni " servano solamente per fare lievitare le offerte.
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  48. Il confronto tra la moneta di @Rocco68 e la mia 🤣 🤣 🤣
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  49. Buongiorno a tutti, continuo con i miei pezzi del 91, un altro piccolo. Magliocca 333 6 Cavalli Tornese 1 1791 Noterete l'assenza di punteggiatura al diritto. Saluti Alberto
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