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  1. gennydbmoney

    gennydbmoney

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  2. mariov60

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  4. Antonino1951

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/28/25 in tutte le aree

  1. Piano piano la collezione si allarga 😊
    6 punti
  2. Per l'apertura si devono sbloccare due sistemi di chiusura nascosti... poi... 58 cassetti per un totale di 800 spazi per monete di diversi diametri... Mario P.S. e il lavoro continua...
    6 punti
  3. Assolutamente! Però… però… Non dimentichiamoci che in mezzo ci sono state due guerre che hanno sconvolto “equilibri più o meno consolidati” sia quotidiani che economici. Secondo me non è irrealistica l’idea che qualche Scudo potesse essere stato speso per acquistare beni di prima necessità alla borsa nera. Durante gli ultimi anni della seconda guerra i prezzi erano divenuti assolutamente folli (qualcosa lo accenna anche Moravia nella “ciociara”, non so se l’avete letto). Crolli finanziari (che purtroppo sono state una triste realtà per molte famiglie) potrebbero aver costretto qualche famiglia a barattare Scudi (o chissà… magari anche qualche moneta aurea, tipo aquila sabauda, aratrice o qualche emissione commemorativa) per acquistare cibarie, vestiario, legna per scaldarsi… o peggio ancora, liberare qualcuno o salvare delle vite. Tu se hai modo, chiedilo comunque a tua nonna, magari mostrandogli delle foto. Mio papà, classe 1926 e figlio di contadini, ad esempio ricordava bene le 5 lire fecondità (sembra assurdo vista la tiratura esigua, sopratutto perché non se la passavano bene economicamente anche se il cibo in tavola non mancava mai). Ricordava poco gli aquilotti, mai viste le 10 lire impero e le lire con la quadriga. Ovviamente degli argenti di grande modulo manco a parlarne, mentre ricordava benissimo tutti i centesimi (distintamente mi parlava delle api, delle spighe e dei leoni e dei buoni delle lire, ma, sempre stranamente, non era tanto convinto di ricordare quelli della serie impero). Aveva invece chiara memoria delle banconote (specie le 500 e mille lire barbetti, chiaramente viste maneggiarle a estranei dalla famiglia ). Insomma, le stranezze nel racconto non potrebbero mancare Mi raccontava spesso di un episodio che ricordava benissimo. Era a scuola, e la sua maestra aveva un “grandissimo problema”: cambiare una banconota da 500 lire Barbetti (delle Capranesi non aveva assolutamente memoria); Ebbene, nessuno che aveva una tal somma dietro. Facendo due calcoli, avrebbe dovuto avere al massimo 10 anni, quindi, sempre al massimo, era il 1936. Noi collezioniamo questi capolavori monetali, ma a volte non pensiamo alla triste storia di cui sono stati testimoni silenti.
    5 punti
  4. Sono sempre stato attratto dagli stipi antichi e dai monetieri delle raccolte pubbliche. Ho sempre seguito con attenzione tutti i lavori proposti da altri utenti del forum. Ora questo ulteriore e bell'intervento mi stimola a condividere la mia recente esperienza. Al Fitzwilliam Museum di Cambridge sono conservati alcuni medaglieri di fattura decisamente interessante. Uno in particolare mi ha colpito e nel 2014 Lucia Travaini ne ha pubblicato un'immagine su Panorama Numismatico che di seguito allego... (altre immagini sono disponibili online). Questo esemplare e i medaglieri di palazzo reale di Torino hanno fatto da stimolo e da guida al mio personale progetto (definizione impropria perché non ho utilizzato un progetto preciso), maturato nel corso delle chiusure per covid ma realizzato a partire da metà 2023. Volendomi ispirare ad un modello architettonico reale e possibilmente rigoroso, ho cercato monete, mosaici o altri oggetti con rappresentazioni attendibili del tempio di Giunone Moneta storicamente presente sul Campidoglio e all'origine del nome stesso degli oggetti della nostra passione. L'unico concreto riferimento attendibile per il tempio in questione è risultato essere un frammento di balaustra rinvenuto ad Ostia Antica, descritto e studiato da Giovanni Becatti (Bullettino della comm. arch. com. di Roma LXXI, 1943 - 1945) e oggi visibile nella sala VI del museo del parco archeologico di Ostia Antica. Trovato un riferimento storico e architettonico, ho optato per soluzioni tecniche discutibili dal punto di vista "economico" ma sfidanti dal punto di vista personale. Essenze lignee esclusivamente locali ottenute da assi o tronchi grezzi (alcuni con oltre 30 anni di stagionatura); in particolare ho utilizzato legno di pero e noce per le superfici esterne e per le strutture portanti; pioppo e larice per le superfici non visibili; pioppo e pero per cassetti e scomparti interni. Assemblaggi a incastri con utilizzo esclusivo di colla "animale" e incastri fissati con spinotti di legno (ho utilizzato solo 5 chiodi, per i cardini, e 4 viti in ottone). Per la verniciatura (solo superfici a vista): tinte ottenute da gherigli di noce e vernice a base di gommalacca stesa a pennello (superfici molto piccole o "mosse") e tampone. Lavorazione esclusivamente manuale di tutti i pezzi, dalla sezionatura dei tronchi, alla sgrossatura, fino al taglio di precisione, realizzazione degli incastri e di tutte le decorazioni... senza utilizzo di energia elettrica (unica eccezione la lavorazione al tornio delle colonne... ma a mia parziale discolpa... il tornio è autocostruito). Il fine ultimo? Realizzare un monetiere la cui realizzazione sia difficilmente collocabile, anche da occhio esperto, in un'epoca precisa... Per farla breve... di seguito il risultato finale... segue
    3 punti
  5. Salve a tutti Ieri sera ho intervistato mia nonna (di 93 anni ad oggi (2025) ma con ancora una grande memoria e lucidità) sulle monete del Regno anni '20/30. Le ho fatto vedere qualche pezzo e le ho chiesto cosa riconosceva e cosa ci si comprava. La zona era il bergamasco. Ricordava come fosse ieri le api e le spighe (soprattutto il 10 centesimi ape), ha detto che erano le monete che più le davano da bambina e ci comprava caramelle e liquirizia. Un pacchettino di liquerizia costava 10 centesimi. Ricordava bene anche i 20 centesimi libertà librata, i 50 centesimi leoni ed i buoni da 1 lira e 2 lire. Ricordava bene i 10 lire biga (che ha detto che erano tanti soldi) ma non benissimo i 5 lire aquilotto, che ha riconosciuto a fatica e solo dalla testa. Ricordava molto bene anche la lira impero ma non aveva invece mai visto la 2 lire impero (in effetti le tirature più basse rispetto alla lira suggeriscono che fossero meno comuni da vedere). Non ricordava neanche con mia grande sorpresa i 10 e 5 centesimi impero, e poco o niente i 20 e 50 centesimi impero. Non aveva mai visto invece, ma non mi sorprende affatto, visto quanto furono tesorizzate e le esigue tirature, le 10 e 5 lire impero in argento. Infine come immaginavo non ricordava assolutamente le monete precedenti gli anni '20, a parte i 20 centesimi esagono che ha detto che non le erano nuovi. Ho trovato veramente molto interessante questo piccolo spaccato di vita quotidiana. Mi sono reso conto improvvisamente di quanto sia difficile ormai trovare una testimonianza di questo tipo di queste monete e che purtroppo lo sarà sempre di più.
    3 punti
  6. Normalmente chiamati radiati,mancando una definizione unanime
    2 punti
  7. Vespasiano il giovane, figlio di Domitilla sorella di Domiziano e di Flavio Clemente, sarebbe stato adottato da Domiziano e dichiarato suo erede, in quanto il suo unico figlio era morto in fasce. Si dice che i genitori si fossero convertiti al Cristianesimo e per questo siano stati condannati. Del giovane Vespasiano rimangono solo tre tipi di monete coniate a Smirne. Questa è la RPC II 1028, la più comune, che passa in asta alcune volte all'anno: link Costa comunque cara, fino a 1000 euro e oltre.
    2 punti
  8. Per completare doverosamente le 5 tavole sopra riportate, queste sono le fonti: Follis di 1° tipo, conio A. 1) 31,5mm, 15,84g (CNG). Follis di 1° tipo, conio B. 1)11,45g (CNG); 2) 31mm, 13,74g (EBCC); 3) 16,97g (Baldwins); 4) 33mm, 14,47g (Naumann); 5) 32mm, 14,42g (EBCC); 6) 3 mm, 16,37g (CNG); 7) 15,5 g (Sternberg). Follis di 1° tipo, conio C. 1) 32mm, 19,14g (CNG); 2) 33mm, 15,98g (CNG); 3) 33mm, 15,98g (CNG); 4) 13,29g (CNG). Follis di 1° tipo, conio D. 1) 33mm, 14,29g (CNG); 2) 32mm, 13,91g (CNG); 3) 32mm, 11,95g (Solidus); 4) Hahn X27; 5) 32mm, 15,5g (Metropolitan Museum); 6) 15,48g (Gemini); 7) 12,55g (NAC); 8) 15,26g (Gemini); 9) 14,27g (Berk); 10) 34mm, 16,14g (Leu); 11) 16,17g (Stack's); 12) 14,89g (Israel Museum); 13) 13,58g (Sternberg). Follis di 2° tipo, conio D. 1) 32mm, 16,91g (Heritage); 2) Hahn X28; 3) 12,67g (Berk); D4) 34mm, 16,71g (Berk); 5) 31mm, 16,74g (CNG); 6) 32mm, 15,30g (Bijovsky); 7) 31mm, 14,59g (Heritage); 32mm, 14,59g (CNG). In tutto ho identificato 4 conii per il dritto (Mansfield ne segnala 2) e una decina per il rovescio (Mansfield ne segnala almeno 5). Il conio di tipo D è comune ad entrambe le tipologie: queste, quindi, sono in sequenza e il conio D è cronologicamente l'ultimo dei quattro.
    2 punti
  9. Grazie mille per le indicazioni specifiche! Posterò presto le Foto ed i dettagli! Cari Saluti MCM Grazie Mille! E' stato un dovere cercare di fare un elenco. Sono molto grata per le indicazioni da voi ricevute! A presto e Cari Saluti 🙂
    2 punti
  10. Salve Pino,ad occhio sembrerebbe A.Severus,sesterzio con il sole radiato
    2 punti
  11. Moneta bella e buona; non serve aggiungere altro.
    2 punti
  12. Se leggi la discussione dall' inizio ho postato il mio 10 tornesi 1855 con doppio orecchio, quindi nessuna novità...
    2 punti
  13. Buondì classico giretto al mercatino e ciotola da 1 euro... Consigli per togliere la macchia scura (da fiamma???) dalla moneta da 1 rupia??
    2 punti
  14. Ora del secondo monetiere! (forse il mio preferito). Me lo aggiudicai su eBay.co.uk circa un anno fa per due spicci. Il vero problema fu il trasporto (ritiro a mano come unica opzione), essendo di un peso disumano per via della copertura in vetro di ogni singolo cassetto, e per via delle dimensioni tutt’altro che convenienti (lungo 1 metro e 50 circa). Logicamente, le dimensioni erano indicate in “feet”, motivo della mia sbadata sottostima della grandezza di questo mobile! Dopo uno sforzo disumano e l’aiuto di qualche amico son riuscito a portarmelo a casa. Monetiere in quercia anni ‘30
    2 punti
  15. Associazione Italiana Cartamoneta Associazione Italiana Cartamoneta AIC MAGAZINE ANNO VIII - N. 15 LUGLIO 2025 È stato recentemente pubblicata la rivista “AIC Magazine” N. 15 - Anno VIII” direttore Stefano Poddi, rivista dell’Associazione Italiana Cartamoneta, associazione no-profit. L’unica rivista italiana cartacea interamente dedicata alla notafilia (dal latino “nota” = biglietto e dal greco philos = amore, passione) branca della numismatica. Il primo articolo della rivista, a firma Alessandro Fiamingo, si intitola “I gradi di conservazione della scala Sheldon”; sempre più spesso si trovano in commercio delle banconote sigillate in custodie di plastica rigida, prodotte da PCGS, PMG, ecc. società americane di grading (gradazione), che oltre ad assicurare l’autenticità della banconota contenuta, ne danno una puntuale valutazione dello stato di conservazione, tramite una numerazione che va da 4 a 70, e che nell’articolo viene illustrata comparandola ai gradi di conservazione (MB, BB, SPL, SUP, FDS) da noi usati nei cataloghi e nei prezziari, facendo chiarezza su questo argomento spesso nebuloso. Segue un articolo di Emanuela Peccatori, che descrive il mondo fantastico de “Le prime banconote tibetane”, biglietti che per la loro grafica colorata e per l’intreccio dei grafismi riportati, ricordano la colorazione e i disegni dei tappeti orientali. Franca Maria Vanni ci propone un articolo molto dettagliato e documentato su “Le prime banconote della Banca d’Italia”, che ci riporta alle vicende della costituzione della Banca d’Italia e delle sue prime banconote. Attraverso una minuziosa ricostruzione storica della progettazione e produzione delle primissime banconote della banca centrale italiana che, novità assoluta, riportavano in evidenza nella parte superiore del fronte della banconota il nome dell’emittente, (e quindi del garante della cartamoneta fiduciaria) “BANCA D’ITALIA”, istituita con legge del 1893, ponendo in evidenza il lavoro e l’impegno di un grande protagonista di questa transizione nummaria, il disegnatore/inventore Rinaldo Barbetti. Chiude questo numero della rivista Davide Oldrati con un articolo intitolato “Utopia e genocidio nella Cambogia dei khmer rossi”, nel quale viene scandagliata la follia idealista-sanguinaria iniziata nell’ aprile del 1975 con l’ingresso dei Khmer Rossi al governo della Cambogia, che in quattro anni annientò oltre un milione di cambogiani morti per fame o per lavori forzati. Nella loro ideologia c’era anche il tentativo di realizzare una economia senza moneta, ma questo non gli impedì di introdurre due serie di banconote, emesse per un breve periodo e poi ritirate, molto suggestive di carattere agricolo-rurale. L’inserto centrale a doppia pagina di questo numero riguarda le 500 lire matrice di Rinaldo Barbetti, un’immagine da contemplare incantati. SOMMARIO AIC N.15 Anno VIII - Luglio 2025 - FIAMMINGO Alessandro “I gradi di conservazione della scala Sheldon” - PECCATORI Emanuela “Le prime banconote tibetane” - VANNI Franca Maria “Le prime banconote della Banca d’Italia” - OLDRATI Davide “Utopia e genocidio nella Cambogia dei khmer rossi” AIC Magazine, rivista cartacea dell’Associazione italiana Cartamoneta no-profit, è pubblicata interamente a colori, priva di pubblicità o sovvenzioni a cadenza semestrale. Viene inviata esclusivamente ai Soci dell’Associazione la cui email e' : [email protected] - Tale indirizzo vale anche per chi volesse contribuire alla rivista con un articolo. Il sito ufficiale dell'Associazione Italiana Cartamoneta e' www.associazioneitalianacartamoneta.it AIC Magazine - Elenco articoli.xlsx
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  16. Gentilissimo @chievolan, una garanzia! Un caro saluto con grappa!!
    1 punto
  17. Qui sarebbe gradito il parere di @Litra68 e @Layer1986... Grazie...
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  18. https://numismaticameridionale.altervista.org/il-corsiero-napolitano-ed-il-cavallomoneta-del-regno-di-napoli/
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  19. Confesso, non avevo dato a nessuno prima d'ora la coppa. Mi piace ancora di più:".. Per l'apertura si devono sbloccare due sistemi di chiusura nascosti.." odjob
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  20. Pio V orna Gi ornata = piovorna giornata. Buonanotte!
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  21. Buona sera, concordo con l' identificazione di @Ale75 nella legenda si legge CMA MAX e non GAL. Frazione di radiato naturalmente. Grazie a tutti.
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  22. Salve,per me l identificazione non è corretta. Non è Galerio ma Massimiano, RIC VI Alexandria 46b . Non è un antoniniano ma una frazione. http://numismatics.org/ocre/id/ric.6.alex.46b
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  23. La serie pittorica ha dentellatura 13 1/2 14. È stata riemessa con dentellatura 11 nel 1926. Prova a vedere la dentellatura del n. 4. Sono francobolli comuni, ma grandi testimoni di una pagina di Storia.
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  24. Ciao, il ritratto non è proprio nitido da foto ma le lettere ben visibili della legenda dietro la testa confermano che si tratta dell'augusta Lucilla, moglie dell'imperatore Lucio Vero. La figura sul rovescio, siccome da foto io non riesco a vedere nemmeno una lettera che sia indicativa, per me potrebbe essere piu quella della Concordia seduta con cornucopia e patera. Non escluderei del tutto l'ipotesi di Giunone con neonato. Sta a te se riesci ad individuare qualche lettere riuscire a catalogarla correttamente 🙂. Posto foto di due esemplari con la Concordia e con Giunone. ANTONIO
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  25. Salve,il titolo della discussione era:sesterzio di A.Severo con sole ma scuro,in monete romane imperiali.se fai una ricerca Google lo trovi Vale la pena leggerlo
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  26. Per quel che vedo dovrebbe essere il 20 cent della terza serie
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  27. Ottimi consigli da tenere sempre ben impressi nella mente per fare, creare, una buona collezione e non fermarsi dopo poco..un saluto all'amico @Cinna74
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  29. Si, come fanno tante altre zecche. Comunque, come dici tu, i gusti sono gusti.
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  30. Ciao Fabrizio,ma io vedo solo monete della Repubblica, ecco perché ho scritto che non hanno interesse... Ho riprovato anche adesso ma vedo solo la lista delle monete della Repubblica Italiana... Non vorrei essere sembrato superficiale...
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  31. Se monete della stessa tipologia hanno uguale costo Lorena ha speso 230 €, ovvero la metà di 250 € + 210 €.
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  32. Per completezza aggiungo che ho cominciato a sviluppare delle mini collezioni autonome all'interno dell'Impero. In particolare la serie Fel Temp Reparatio, Ritorno ai tempi felici del 348 Il denario di Claudio ha una storia particolare, l'ho comprato subito dopo essere stato truffato dal bulgaro con l'idea che se avevo perso tanti soldi allora tanto valeva comprare un denario di Claudio costoso ma sicuro. Tra l'altro nell'asta sono riuscito a spuntarla per questione di secondi. Ricordo che prima di quel denario me ne avevano offerto un altro di Claudio in qualità fdc al prezzo di 2500 euro ma seguendo consigli e istinto ho lasciato perdere. Per quanto riguarda le monete in bronzo, non ti credere. Una moneta di Romolo tanto di frazione di follis come di follis in qualità alta costano all'asta 150-500 euro, sono prezzi ridicoli per cui attendo con pazienza che mi capitino in futuro per altri canali. Mentre per Giovanni direttamente non trovo un nummus in alta qualità. Penso che le monete più difficili sono sicuramente i due Gordiani e Caligola, mentre per Nigriniano, Leliano e Giuliano di Pannonia seppure rare si trovano pagando cifre alte (800-1500 euro). Ad ogni modo grazie mille per gli incoraggiamenti. Pubblico qualche altra moneta romana che è entrata in collezione ma che non fa parte della serie una moneta per imperatore. Ho anche comprato degli espositori dato che ho intenzione di spostare tutto da folder a espositore. Mi piacerebbe approfondire con dei libri attuali sulle monete romane in italiano o spagnolo.
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  33. DE GREGE EPICURI A me sembra Nerone, e la prima ipotesi mi pare plausibile.
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  34. Ciao,fai una foto,poi uno screenshot, ritaglia tutto l' eccesso e vedrai che sarà più leggera...
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  35. Ciao,bronzo di Domiziano per Thyateira in Lidia. https://www.acsearch.info/search.html?id=7401148
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  36. In teoria il cuore centrale del tondello potrebbe essere anche di altra lega povera rivestita da 1mm di lega in oro 22,35k e successivamente coniato. Quindi questo esame XRF è relativo e nulla di certo al 100% e comunque il risultato non risponde alla domanda del perche la moneta sia "leggermente" magnetica ed attratta da un magnete di appena 20mm x 5mm. A sto punto, visto che l'hai pagata, quasi a peso del metallo, si potrebbe tagliare in due per vedere cosa vi è dentro, se risulta regolare allora ci perdi quasi nulla a rivenderla per fusione al peso. In caso contrario è una truffa da denunciare e faresti un enorme favore a tutti i collezionisti del regno di pezzi in oro nel controllare bene le proprie monete perchè lecito pensare che ce ne siano altre decineee di queste in giro.
    1 punto
  37. Buon giorno, La diagnostica XRF, come sicuramente molti di voi già sanno, misura l'emissione di fluorescenza caratteristica degli elementi per determinare la composizione elementale di una lega o composto. Essenzialmente un fascio di elettroni di data energia penetra nel materiale, eccitando gli atomi che attraversa. Gli atomi si diseccitano emettendo radiazione ad energia caratteristica. Questa emissione caratteristica è la "firma" del materiale. In base al tipo di righe emesse e alla loro intensità caratteristica è possibile determinare composizione di un materiale. Il problema del metodo è che l'XRF da informazioni esclusivamente sullo strato attraversato dal fascetto elettronico. Nel caso dell'oro, è probabile che tale strato sia dell'ordine delle decine, massimo centinaia di micron. Ossia di molto inferiore al mm. E' chiaro che quindi la composizione fornita dall'orafo non è relativa all'intera moneta, ma solo ad un suo strato superficiale spesso veramente dai 20-40 micron. una formuletta utile a valutare il range è la seguente (anaya–Okayama range formula) : A = peso atomico dell’oro ≈ 197 u E0 = energia degli elettroni in keV Z = numero atomico = 79 ρ = densità in g/cm³ = 19.3 Per elettroni da 100 keV, tipici di uno scanner XRF, il risultato è per l'appunto 25 micron, se non ho commesso errori. E' quindi evidente che l'XRF da una valutazione della composizione esclusivamente della superficie, e non da alcuna informazione sulla parte più profonda della moneta. E' possiibile che, nel caso in oggetto, la composizione non sia perfettamente omogenea e i primi micron di superficie contengano un pizzico in più d'oro. Inoltre il metodo ha un suo errore sperimentale, che in questo caso non è stato specificato. Considerate che è sufficiente un errore del 5% per rientrare nel valore atteso teoricamente.
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  38. Da Alia nella Frigia Pacanziana, un esemplare di diassarion battuto per Gordiano III, con al diritto suo busto laureato ed al rovescio figura a cavallo con bipenne alla spalla. Una esangue didascalia nulla altro aggiunge . Sarà il 15 Agosto in vendita Demos 53 al n. 629 .
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  39. Però nelle monete con sicuramente indicati i baffi c'è sia il baffo che il labbro superiore. Nelle altre monete ravennati c'è solo un tratto più o meno marcato. Sicuramente labbro che è il dettaglio anatomico fondamentale. Ma anche labbro/baffo cioé tutto in uno?
    1 punto
  40. Purtroppo, l’antiquariato sta scomparendo nel Regno Unito, e la tradizione del collezionismo è ormai quasi inesistente rispetto a qualche decennio fa. Rimangono comunque molte casette antiche di grande fascino (personalmente sono un grande estimatore dei tetti in paglia e dello stile Tudor). Le fiere numismatiche restano sempre interessanti, ma, ad esempio, i negozi di numismatica a Londra sono ormai quattro o cinque, quindi decisamente meno che a Roma. Il mercatino del sabato mattina a Embankment è ancora una mia tappa fissa, ma oggi lo scambio numismatico avviene principalmente online. Basta andare al mercato di Portobello per rendersi conto che la maggior parte degli oggetti in vendita sono moderni, oppure semplici souvenir come tote bag contemporanee, e l’atmosfera generale è molto “gentrificata”, cioè adattata a un pubblico più benestante e turistico, con una forte perdita dell’autenticità popolare che probabilmente un tempo caratterizzava la zona. Detto ciò, non escludo che ci siano ancora molti inglesi, compresi alcuni lord o membri di famiglie particolarmente facoltose, con collezioni davvero vaste e raffinate. Tuttavia, si tratta di eccezioni che non rappresentano la media né tantomeno il trend generale, che va piuttosto nella direzione opposta.
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  41. Ecco il “follow up” dell’ultima risposta: È stato un lavorino lungo e fastidioso (perfetto per il lock down), ma alla fine ne è valsa la pena!
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  42. Il primo “monetiere” si tratta di un porta vetrini da microscopio del 1850 (circa) in mogano, che ho convertito in porta monete usando un metodo non invasivo - asticelle di balsa tagliate su misura senza usare né colle né chiodi (aggiungerò più dettagli nella prossima risposta).
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  43. Buonasera, vi racconto le ultime novità. Mi sono arrivate ben sette monete dall'Inghilterra che colmano dei buchi importanti nella collezione. Sebbene il mio obbiettivo era quello di comprare una moneta per imperatore, possibilmente d'argento, ho visto l'occasione di avere una collezione più rappresentativa per tipi monetali motivo per cui ho comprato vari imperatori che avevo già. Il pezzo più importante è una miliarense di Giuliano dal peso di 3,4 gr. Attualmente è la moneta più costosa che ho comprato, ma devo dire che se l'avessi comprata all'asta il prezzo sarebbe stato molto più alto al punto di equivalere al prezzo che ho pagato per tutte le altre monete messe insieme. Nei cataloghi è descritta come miliarense, in altre argenteo. Il motivo del rovescio e il peso mi indicano che non si tratta di una siliqua pesante. Altra moneta è una siliqua di Eugenio. Avevo ben tre monete su cui scegliere, alla fine mi sono deciso su quella più grande e con la leggenda più visibile. L'unica pecca è l'aspetto stanco e il ritratto non standard, segno che si tratta di una delle primissime emissioni di questo usurpatore. E' come se gli avessero detto all'incisore di aggiungere della barba e dei baffi a una moneta di Teodosio. Poi ho comprato due monete di Alletto. Un antoniniano con la Pax che cercavo da tempo e un quinario con la nave al rovescio. Non sono un fan dei quinari, ma una conversazione qui sul forum in cui si ricordavano "quei bei vecchi tempi in cui si potevano comprare quinari a 50.000 lire" mi ha spinto verso quella direzione. Una siliqua tagliata di Valente con una bella patina e un'altra siliquia di Giuliano. Quest'ultima comprata per lo stile del ritratto. Finalmente un antoniniano di Mario che ha bisogno di una piccola pulizia.
    1 punto
  44. Ciao, secondo me la presenza sul bordo di ossidazioni di colore verde cosi come nei campi ed in altri punti del tondello( dovrebbe essere malachite) può anche essere dovuto all'affioramento del rame presente nella lega del denario (in quelli coniati sotto Settimio Severo il quantitativo di fino era sceso già intorno al 60%) e non necessariamente che si tratti di un suberato. Su molti miei denari ed antoniniani con quantitivo di fino intorno al 50% o meno ci sono affioramenti di malachite ed anche di cuprite e da esame diretto non sono suberati 🙂. Vedi foto del rovescio di un antoniniano di Filippo ll che rende l'idea ( non è suberato). ANTONIO
    1 punto
  45. Su questo hai perfettamente ragione. Si tratta infatti di ossidazione del rame presente nella lega. Non per tutti i denari veniva utilizzato argento puro al 100%.
    1 punto
  46. Buonasera Alberto, questo è il mio "doppio orecchio",per meglio ascoltare le voci del popolo...
    1 punto
  47. Ciao, ci tengo a precisare che la mia non è una critica ma è solo un parere personale... Come dicevo ieri la moneta è irrimediabilmente compromessa, la corrosione ha portato via del metallo lasciando dei crateri ben evidenti, non credo possa peggiorare, perché penso che la moneta sia già stata trattata per tirare via il cancro del bronzo che, come vedi, ha lasciato i crateri di cui sopra... Come hai già anticipato la moneta è comunque leggibile, soprattutto nella data e nella sigla del maestro di zecca, il che permette di classificarla correttamente... Comunque ciò che conta è che tu sia soddisfatto, e se questa moneta ti stuzzichera', come ha fatto con me ed altri amici del forum, non tarderai a volerne affiancare altre...
    1 punto
  48. Vero, però barre segmentate di questo genere, fuse in matrici bivalvi, sono state ritrovate ad esempio nello scavo di una officina per la produzione di moneta suberata ad Augusta Raurica (Augst, Svizzera). Le barre, viste in sezione, somigliano molto al disegno che hai fatto, ma più arrotondate, i singoli tondelli erano poi spianati a martello prima della battitura. Ho ritrovato il riferimento, è a pag.119-121 di Archeologia della Moneta di Federico Barello, con una foto molto esplicativa.
    1 punto
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