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  1. Ptr79

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/13/25 in tutte le aree

  1. E' nell'Area 51 in attesa di sdoganamento dell'Aliens Custom Service, diretto dall'agente speciale Fox Mulder.
    5 punti
  2. Quando si postano le proprie monete chiedendone un parere ci si espone inevitabilmente ai commenti degli altri utenti che possono essere positivi oppure negativi. Ad alcuni occorre sapere il valore economico per esprimere un giudizio, ad altri è sufficiente lo stato di conservazione. Non c'è nulla di male in tutto questo e non si può pretendere sempre il "bello", "ottimo acquisto", "complimenti" perché non funziona così. Io trovo questo sesterzio interessante nella rappresentazione al rovescio ma molto lavorato e oltretutto affetto da possibili focolai di cancro del bronzo. Non lo comprerei nemmeno per 100 euro, perché nel prezzo sono inclusi anche i problemi, poco importa se viene da un venditore professionale.
    5 punti
  3. DE GREGE EPICURI Scusate se intervengo "fuori tempo", ma sono fuori casa e riesco poco a seguire il Forum. Dal punto di vista tecnico, concordo su tutto quanto è stato detto da @vitellius; aggiungerei solo che il cancro, pur essendo attivo, non sembra essere in uno stato avanzato; meglio curarlo, ma penso che ci metterà non poco tempo prima di procedere. La moneta comunque è storicamente interessantissima, oltre che rara-molto rara; io ho interesse per questi aspetti, quindi l'avrei sicuramente comperata, a un prezzo per me ragionevole (ma non mi era mai capitato di vederla!); teniamo conto naturalmente che le preferenze e gli interessi sono molto differenti. Discutere in un Forum sui prezzi di acquisto a molti non piace, e mi pare comprensibile: ha a che fare con la propria disponibilità economica, con la propria esperienza e competenza, e si presta spesso ad interventi sgradevoli; se l'interessato non ne parla spontaneamente, credo sia meglio non chiedere. Che @Rufilius smetta di postare le sue monete è un vero peccato, e spero che non succeda: già ora si vedono pochissime monete di proprietà, ma quasi solo monete tratte da aste o da siti vari, e anche questo ha comportato una perdita di interesse per il Forum (oltre ad altri aspetti sgradevoli, che sono emersi anche in questa discussione).
    4 punti
  4. Non seguo queste monetazione ma il mio consiglio dopo aver letto il tread è: riportala al venditore. Non vedo il motivo di tenere una moneta con il cancro e doversi avventurare in restauri. Se il venditore è serio la riprenderà.
    4 punti
  5. Scusa se sono oltremodo pratico, qui l'unica cosa davvero importante e per cui dovresti ringraziare chi te lo segnala, è la presenza del cancro. Può danneggiare le altre monete in tuo possesso. Persino i maneggiamenti passano in secondo piano. Chi te lo segnala ha prestato un servizio gratuito e puntuale mettendo a disposizione la sua esperienza. Tutto il resto sono chiacchiere. La "diagnosi" l'hai avuta, ora come procedere lo decidi tu.
    3 punti
  6. Archeologi al lavoro nell'area della chiesa altomedievale Cortesia Associazione Campo della Fiera Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Quarto giorno Con Giuseppe M. Della Fina seguiamo «in diretta» lo scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, la sede religiosa e politica della Lega etrusca, ai piedi della rupe di Orvieto Oggi, partendo dalla rupe di Orvieto, ho raggiunto l’area di scavo, a piedi. C’è un motivo preciso, che mi ha spinto a farlo: ho voluto ripercorrere la strada descritta dallo storico Procopio di Cesarea in La guerra gotica, dato che mi soffermerò sui rinvenimenti di età altomedievale e medievale avvenuti e che stanno avvenendo nell’area di Campo della Fiera. L’autore ebbe modo di osservare da vicino la rupe essendo al seguito di Belisario, generale dell’imperatore Giustiniano, che riuscì a strapparla ai Goti dopo un assedio. Scrive Procopio: «Su quella altura gli Antichi costruirono una città senza mura né fornita di altra difesa, dato che parve loro quel luogo inespugnabile per natura. Infatti a quella conduce una sola strada tra le rupi». Veduta dall'alto della chiesa nella fase altomedievale. Cortesia Associazione Campo della Fiera Quella (allora) unica via di accesso è divenuta attualmente Via Filippeschi, che si unisce a Via della Cava e termina con Porta Maggiore. Da lì, in 30 minuti, ho raggiunto l’area di scavo. I lavori relativi alla fase post-classica sono coordinati da Danilo Leone, docente di Metodologia e tecnica della ricerca archeologica presso l’Università di Foggia. La fase post-classica che le campagne di scavo hanno restituito è di interesse notevole e suggerisce una linea ininterrotta di frequentazione dell’area sino al Seicento. Vediamo il quadro restituito: si parte da un punto di grande crisi, la lussuosa domus, che aveva ospitato il «praetor Etruriae», risulta abbandonata e crollata nella seconda metà del IV secolo d.C. Nei suoi spazi, durante il secolo successivo, s’insediò una ristretta comunità contadina: buche di palo per apprestamenti con tetti di paglia danneggiarono i pavimenti mosaicati. Nel corso del VI (è il secolo in cui Procopio raggiunse la rupe nel quadro della Guerra gotica) il quadro iniziò a mutare: la domus venne liberata dalle macerie, che ancora la occupavano, e la grande aula, che era stata riservata ai «publica consilia», fu trasformata in una chiesa con nuovi pavimenti musivi (fine VI-inizi VII secolo). Intorno ad essa si sviluppò un cimitero restato in funzione sino al Duecento: in due/tre tombe sono stati rinvenuti oggetti di uso quotidiano che rinviano alla cultura longobarda. Nella campagna di scavo in corso sono state individuate dieci nuove tombe. Veduta dall'alto della chiesa e del convento di San Pietro in Vetere. Cortesia Associazione Campo della Fiera Una piena ripresa della vita nella zona si ebbe, comunque, più tardi e si può seguire attraverso le fasi edilizie della chiesa, sulla quale s’intervenne nell’VIII e IX secolo d.C. Nel 1211 si ha la prima citazione dell’esistenza di una chiesa denominata San Pietro in Vetere, l’intitolazione con quella specifica «in Vetere» fa intuire che si era consapevoli della frequentazione assidua della zona in precedenza. Nel 1226, nell’anno della morte di San Francesco, vi giunsero tra i dodici e i quindici frati francescani, tra i quali era Ambrogio da Massa, destinato a divenire beato: la sua comunità e gli abitanti di Orvieto, che, nel frattempo, era divenuto un florido Comune, lo avrebbero voluto santo. Ai francescani si deve una nuova chiesa, che venne edificata sui resti di quella altomedievale, e un convento; nel 1260 ad essi subentrarono i Servi di Maria, che vi rimasero sino al 1265. Entrambi gli Ordini si trasferirono in città e costruirono loro chiese. La peste del 1348, che investì Orvieto con particolare durezza, venne avvertita anche dagli uomini e dalle donne che vivevano nell’area ai piedi della rupe. La peste venne superata, seppure con difficoltà: la chiesa di San Pietro in Vetere continuò a funzionare seppure ridimensionata, il convento fu demolito. L’area intorno divenne sede di fiere periodiche per tutto il Quattrocento, il Cinquecento e il Seicento. Da qui il toponimo di Campo della Fiera. Ipotesi ricostruttiva della chiesa e delle infrastrutture del mercato nel XV-XVI secolo (disegno M. Sbrancia). Cortesia Associazione Campo della Fiera In una pianta del Catasto Tiroli (1764) l’area risulta ormai terreno agricolo e solo la presenza della chiesa, probabilmente diruta, viene segnalata. Ė l’ultima testimonianza prima del ritrovamento dei suoi resti, grazie alla ricerca archeologica. Resta da dire di una scoperta eccezionale avvenuta negli anni scorsi: lo scavo di un pozzo, profondo più di 11 metri, ha restituito reperti che vanno dalla metà del Duecento sino al Seicento. In particolare ceramiche, tra cui ben mille brocche che conservano le decorazioni e i colori intensi degli smalti. Vi è stato effettuato anche un rinvenimento singolare: una incisione in bronzo con la raffigurazione di Filippo IV il Bello, re di Francia. Essa è stata ritrovata spezzata in quattro parti all’interno del pozzo, come se qualcuno se ne volesse liberare. Tra le ipotesi avanzate da Luca Becchetti (Archivio Apostolico Vaticano), vi è quella che la sua distruzione potrebbe essere collegata a una possibile damnatio memoriae in relazione alla posizione ostile assunta dal sovrano contro i Cavalieri Templari, che erano presenti nel territorio orvietano. Incisione in bronzo di Filippo IV il Bello. Cortesia Associazione Campo della Fiera https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Quarto-giorno Donario monumentale (metà III sec.a.C.). Cortesia Associazione Campo della Fiera Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Quinto (e ultimo) giorno Una settimana di lavoro nell’area archeologica di Campo della Fiera si sta concludendo. Arrivato sullo scavo, ho camminato sino a un donario monumentale che si trova di fronte al tempio A e risulta in asse con esso. Su di esso originariamente erano infisse, con ogni probabilità, statue in bronzo. Spicca nell’area archeologica, ma la sua rilevanza non è soltanto visiva. L’archeologa Alba Frascarelli lo ha collegato agli interventi che il console Marco Fulvio Flacco fece realizzare a Roma, nell’area di Sant’Omobono, di fronte ai templi di Fortuna e Mater Matuta, per celebrare il suo trionfo. Lì sono state rinvenute anche due iscrizioni seppure frammentarie, incise su altrettanti donari rettilinei, nelle quali il console rammenta la conquista della città. Se l’ipotesi avanzata da Frascarelli fosse da seguire e appare probabile (una tesi diversa è espressa da Daniel P. Diffendale), ci troveremmo di fronte a uno dei primi interventi al Fanum Voltumnae dopo la conquista di Velzna (Orvieto), da parte del corpo di spedizione guidato al console romano. Non si trattò, come ho già scritto, solo di un assedio conclusosi a favore dell’assediante, ma di un intervento che previde la rifondazione della città altrove, seppure non a grande distanza. Un intervento così duro trova una spiegazione con la volontà romana di vendicare l’uccisione di uno dei consoli dell’anno precedente avvenuto durante l’assedio, ma soprattutto con la data dello scontro: 264 a.C. Edificio F lungo la Via Sacra. Cortesia Associazione Campo della Fiera Non è una data qualsiasi nella storia di Roma: è l’inizio della prima guerra punica. I Romani con la durissima repressione intesero inviare un messaggio alle altre città etrusche, che erano entrate nella loro orbita da pochi anni. Non avrebbero dovuto rivoltarsi mentre Roma era impegnata nello scontro per il controllo del Mediterraneo occidentale, altrimenti avrebbero rischiato di subire lo stesso trattamento. Il santuario federale (il Fanum Voltumnae) non venne risparmiato per il motivo che il messaggio arrivasse a tutti e con chiarezza. Per la sua rilevanza anche politica, dallo scavo di Campo della Fiera si passa rapidamente agli accadimenti più significativi della storia antica. Un’altra testimonianza degli anni immediatamente successivi all’intervento di Roma è stata portata alla luce nelle scorse campagne di scavo: si tratta di un’officina di ceramisti che si era insediata alle spalle del tempio B, il più monumentale tra quelli scoperti sinora e abbandonato in coincidenza degli scontri. Lo scavo stratigrafico ha indicato che la bottega s’impiantò sul posto solo pochi anni dopo i combattimenti, anche prima della metà del III secolo a.C. Possiamo ipotizzare che tra i suoi clienti vi fossero quegli uomini e quelle donne che ripresero a frequentare il santuario, dove il tempio A era restato in funzione. Archeologi al lavoro lungo la Via Sacra. Cortesia Associazione Campo della Fiera A un personaggio di primo piano nella politica romana e a un ceramista, si dovrebbe la prima ripresa della zona seppure con intenti e prospettive distanti e diverse. Un’altra area dove ancora stamani si stava lavorando è quella attorno agli edifici E e F, affacciati direttamente sulla Via Sacra e accanto al tempio C. Essi accoglievano altari monumentali, di cui sono stati recuperati alcuni resti, tra i quali due protomi angolari di ariete e una lastra con protome di leone. Gli altari vennero smembrati e rovesciati senza alcuna forma di rispetto per la loro sacralità. Quando si è trascorsa una settimana su uno scavo per cercare di documentarlo, occorre ricordare chi lo ha reso possibile e le persone con le quali si è tentato di dare le prime interpretazioni di quello che si andava riportando alla luce; «a caldo», si dice (un modo di dire che risulta particolarmente appropriato in queste giornate di agosto): Simonetta Stopponi, che lo dirige, Danilo Leone, che segue da vicino le fasi post-classiche, Silvia Simonetti e Serena Bramucci, le responsabili di area. https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Quinto-e-ultimo-giorno
    3 punti
  7. Nel mentre si aspetta e si spera... 😄
    2 punti
  8. Perché il forum sta diventando una piattaforma di validazione sociale alla stregua di un social network, anziché uno strumento di confronto (vero) ed apprendimento tecnico. La catena dei like è dopaminica e il suo contrario un discredito personale. Evidentemente, sul costo, ci sarà poco da andarne fieri. Comunque non si vuole infierire; io spesso non guardo nemmeno chi pubblica un post, quindi niente di personale; solo dinamiche che osservo. Buona continuazione a tutti.
    2 punti
  9. Il secondo esemplare è del tipo che reputo con ritratto simile a quello dei carlini battuti nel 1633/34 sotto la direzione di Lorenzo Salomone, quindi catalogato al numero 148 del Magliocca Viceregno... Al momento di questo esemplare non ho il diametro,il peso è di 0,90 grammi...
    2 punti
  10. Buongiorno a tutti, interessante discussione, peccato che non abbia avuto seguito, sicuramente il motivo principale potrebbe essere la scarsa reperibilità di esemplari di questa monetina e soprattutto in stato di conservazione da poter permettere di esaminarla bene... Anch'io mi sono chiesto diverse volte se anche questa minuscola monetina sia stata in qualche modo segnata dai coniatori ma ,come detto prima,la conservazione tipica di questa tipologia monetale non permette un' accurata e precisa lettura della stessa... Comunque vorrei contribuire postando due dei miei esemplari, ovviamente quelli che si "leggono" meglio... Il primo è un' esemplare del tipo che reputo con ritratto del Re più maturo e quindi catalogato al n°147 del Magliocca Viceregno... Peso 0,74 grammi, diametro 16 millimetri...
    2 punti
  11. Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Introduzione Con Giuseppe M. Della Fina seguiamo «in diretta» lo scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, la sede religiosa e politica della Lega etrusca, ai piedi della rupe di Orvieto Avremo la possibilità di seguire da vicino una campagna di scavo, di condividere per un’intera settimana (da lunedì 4 a sabato 9 agosto) le giornate di lavoro con gli archeologi. L’impegno (si scava, ogni giorno, dalle 6 alle 14), l’entusiasmo contagioso, i reperti rinvenuti. Si tratta, oltretutto, dello scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, il Fanum Voltumnae: la sede religiosa e politica della Lega etrusca, l’organismo che venne istituito per cercare di superare la suddivisione per città-stato indipendenti e gli interessi particolari di ognuna. Le fonti antiche non forniscono l’ubicazione del sito, al punto che esso è stato cercato in luoghi diversi dell’Etruria anche molto lontani tra loro. Una serie d’indizi spingeva comunque verso Orvieto, che, in epoca etrusca, era denominata Velzna, mentre Volsinii era la denominazione della città in lingua latina. Ecco i principali: la notizia, riportata dal grammatico latino Sesto Pompeo Festo, che, nel tempio di Vertumno (vale a dire Voltumna) a Roma, era raffigurato Marco Fulvio Flacco, il console vincitore di Velzna, nel 264 a.C., in veste di trionfatore; alcuni versi del poeta Properzio (IV, 2, 3-4) dove viene fatto dire a Vertumno che non rimpiangeva di avere abbandonato i focolari di Volsinii, con un chiaro riferimento al rito dell’«evocatio»; il numero delle statue di bronzo, pari a duemila, portate via da Velzna sconfitta nella testimonianza di Metrodoro di Scepsi riportata da Plinio nella Naturalis Historia (XXXIV, 16, 34), che induce a ipotizzare la presenza di un santuario d’importanza notevole nelle immediate vicinanze. Infine il Rescritto di Spello, con la decisione dell’imperatore Costantino, presa tra il 333 e il 337 d.C., di consentire agli Umbri di non recarsi più «aput Volsinios» per celebrare la loro festa religiosa come avveniva sulla base di un’antica tradizione, che sembra riallacciarsi alle riunioni che si tenevano presso il Fanum Voltumnae e ricordate da Tito Livio. Volsinii a quel tempo non si trovava più da secoli sulla rupe di Orvieto, ma a ridosso del lago di Bolsena dopo che i suoi abitanti, in conseguenza della rovinosa sconfitta del 264 a.C., vi erano stati trasferiti in maniera forzosa. Nel testo si dice infatti “presso” e non “in” Volsinii: la città nuova e quella vecchia distavano 17 chilometri circa tra loro, il Fanum Voltumnae anche meno. Sulla base di queste indizi e di una serie di rinvenimenti avvenuti durante l’Ottocento, l’archeologa Simonetta Stopponi ha iniziato le ricerche, ai piedi della rupe di Orvieto, nell’area di Campo della Fiera. Era il 2000 e da allora le campagne di scavo sono andate avanti con regolarità coinvolgendo prima l’Università di Macerata, poi quella di Perugia (Stopponi ha insegnato in entrambe) e, più di recente, l’Università di Foggia. Nel frattempo è sorta l’Associazione Campo della Fiera. Le indagini archeologiche hanno riportato alla luce un’area che si estende per cinque ettari, ma le prospezioni geomagnetiche consentono d’ipotizzare una superficie di circa 20 ettari e forse di più. Un altro elemento da sottolineare è la lunga durata dell’area indagata: dal VI secolo a.C. al XVII secolo d.C. Provo a riepilogare le scoperte principali effettuate sinora: la Via Sacra del santuario, larga oltre 10 metri, lungo la quale s’incontrano il tempio A, dove il culto continuò anche in epoca romana. Quindi il tempio C, dedicato a una divinità matronale forse Minerva, e affiancato da due costruzioni denominate E e F, che accoglievano altari monumentali. E, ancora, il tempio B, eretto su un’ampia terrazza, che domina l’area e ornato da portici e vasche; costruito alla fine del VI secolo a.C., fu distrutto nel 264 a.C. e poi abbandonato. Ben testimoniata è la fase romana: in epoca augustea venne costruita, a ridosso del recinto del tempio A, una lussuosa domus, probabilmente la sede del «praetor Etruriae». La residenza era dotata di due impianti termali: uno costruito alla fine del I secolo a.C., l’altro edificato negli anni dell’imperatore Adriano. Non è ancora sufficiente, gli archeologi hanno riportato alla luce i resti della Chiesa di San Pietro in Vetere, costruita tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo d.C., impiantati su un precedente edificio sacro cristiano caro a una piccola comunità. Che cosa ci attende nella campagna di scavo in corso? Tombe rinvenute del saggio H. Campagna di scavo 2025 https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Introduzione Archeologi al lavoro nell'area prossima al Tempio A Cortesia Associazione Campo della Fiera Diario di scavo al Fanum Voltumnae • Primo giorno Con Giuseppe M. Della Fina seguiamo «in diretta» lo scavo di uno dei luoghi più rilevanti dell’intera Etruria, la sede religiosa e politica della Lega etrusca, ai piedi della rupe di Orvieto Sono arrivato in località Campo della Fiera, ai piedi della rupe di Orvieto, e ho raggiunto gli archeologi che stanno riportando alla luce il Fanum Voltumnae, il santuario federale degli Etruschi, con la direzione di Simonetta Stopponi. Sullo scavo è una giornata importante: inizia oggi il secondo turno che vede protagonisti giovani archeologi e archeologhe diversi/e rispetto a coloro che hanno animato il primo turno, iniziato il 7 luglio, ed appena concluso. L’atmosfera è simile a quella di un primo giorno di scuola: piacere d’incontrare colleghi con i quali si è scavato in anni precedenti, o che si conoscono per ricerche portate avanti insieme, o tramite i social, o attraverso le pubblicazioni. Inoltre curiosità e attesa per ciò che avverrà. Il sogno, come sempre, di fare una scoperta rilevante, di cui si parli a lungo, e magari di esserne i protagonisti diretti, pur sapendo bene che uno scavo stratigrafico è importante di per sé. Stamani sullo scavo erano presenti anche Francesca Valentini, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, e Luca Pulcinelli, funzionario archeologo della stessa Soprintendenza, per portare la vicinanza del Ministero della Cultura. Stopponi e i suoi collaboratori più stretti, nei giorni scorsi, dopo una valutazione attenta, avevano stabilito l’area dove intervenire. Si tornerà a scavare, ad esempio, a ridosso degli edifici E e F che accoglievano alcuni altari monumentali. Al momento ne sono stati portati alla luce sei. Con le nuove ricerche si vuole verificare la possibilità di rinvenire i resti di altri. Va segnalato che i due edifici sono in connessione con la Via Sacra e risultano contemporanei alla sua prima fase. La loro costruzione può essere datata agli inizi del V secolo a.C., mentre il vicino tempio C, di tipo greco con colonne che circondavano pronao e cella, sorse intorno al 510 a.C. Sono interventi realizzati negli anni di Porsenna, il personaggio più noto della storia etrusca, che deve avere avuto un ruolo di primo piano nella valorizzazione e monumentalizzazione del Fanum Voltumnae in linea con la sua visione politica, che tendeva (per quanto possibile) ad avere una visione unitaria, o, almeno, d’insieme degli interessi politici ed economici delle diverse città-stato etrusche. Un progetto, va detto, che non venne compreso a pieno nelle sue potenzialità. Prima di entrare nelle dinamiche dello scavo, va ricordato chi era Voltumna, la divinità alla quale il santuario era dedicato. In proposito occorre rammentare che la denominazione ci è nota da testimonianze letterarie ed epigrafiche latine, insieme a quella di Vertumnus: sono i due gradi di integrazione della stessa divinità etrusca nel «pantheon» latino. La prima denominazione, trasmessaci esclusivamente da Tito Livio, può essere considerata una sorta di trascrizione dall’etrusco derivata dalla tradizione annalistica, che era ben presente allo storico. Per comprendere a pieno la valenza di Voltumna occorre andare a rileggere un saggio degli anni Ottanta del Novecento dell’etruscologo Mauro Cristofani, che ha illuminato questa figura divina sulla quale si era dibattuto a lungo. Voltumna, nella sua interpretazione, va considerato un epiteto di Tinia, il dio etrusco equivalente allo Zeus greco e allo Iuppiter latino, e ciò spiega bene l’affermazione di Varrone che lo definisce «deus Etruriae princeps». Come pure che il santuario federale sia stato dedicato a lui. Sul successivo culto nel mondo romano interessante è la lettura del saggio Il dio elegante, Vertumno e la religione romana di Maurizio Bettini (Einaudi), che dedica notevole attenzione a un’elegia di Properzio (IV, 2), dove il poeta fa affermare alla divinità: «Io sono etrusco ed etrusca è la mia origine, né mi pento / di aver abbandonato i focolari di Volsinii durante la battaglia». A Velzna (Volsinii, in lingua latina), al 264 a.C., al Fanum Voltumnae si torna. https://www.ilgiornaledellarte.com/Articolo/Diario-di-scavo-al-Fanum-Voltumnae-Primo-giorno
    2 punti
  12. Esatto, poi non chiesto chi è il venditore o quanto esattamente L ha pagata. Te L ho chiesto perché volevo capire, visto che fate sempre riferimento al fatto che siete inesperti e ne capite poco di monetazione, se almeno acquistate con una certa logica. L aspetto economico in una collezione è molto importante, un bravo collezionista lo è anche se acquista bene.
    2 punti
  13. Più probabile che sia il sesino di Modena per Francesco I d'Este e in particolare il 1° tipo con sigle IT dello zecchiere Joseffo Teseo e busto del duca rivolto a destra. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOFRI/4 Mario
    2 punti
  14. La prima è la ricevuta intera del bollettino accompagnatorio del trasposto con corriere e il francobollo pacchi è dki norma sempre completo le altre due sono ricevute pacchi, la seconda è anche dentellata per essere appunto staccata dal bollettino primario, è molto bella, ha in se pacchi postali regno (fascio) , pacchi postali Luogotenenza soprastampati e una marca per l'imposta delle entrate di Repubblica Sociale recante appunto il fascio di RSI e usati in piena Luogotenenza, il terzo è sempre la ricevuta pacchi, tagliato come di norma e quindi francobolli a metà, fortunatamente non tagliati dalla sforbiciata, sono tutti e tra documenti di storia postale da tenere in collezione
    2 punti
  15. Tanti anni fa una moneta che mi piaceva apparve in un'asta americana più volte. Inviai le mie offerte ogni volta, ma inevitabilmente la moneta non mi veniva assegnata, pur essendo (sembrando) venduta per una battuta più della mia. Io offrivo la stessa cifra e la moneta andava a una ventina di dollari più su. La pantomima duro' oltre un anno. Quando apparve l'ultima volta, decisi, ero molto suscettibile, di abbassare il mio limite poco oltre la metà delle altre volte. Incredibile a dirsi, mi fu aggiudicata! Evidentemente, c'era una riserva ma non la voleva nessuno a parte me e alla fine ci eravamo stufati tutti. 😉
    2 punti
  16. Queste affrancature sono chiamate dai collezionisti "le rosse", ovvero impronte utilizzate per affrancare la corrispondenza che sostituiscono il francobollo tradizionale. Queste impronte generalmente di colore rosso, sono applicate da macchine affrancatrici di proprietà di enti o aziende. Il loro collezionismo è chiamato meccanofilia. Le affrancature meccaniche includono generalmente un punzone di stato (con il nome del paese e il valore), un datario (con la località e la data), e talvolta un disegno o una dicitura relativa all'ente o azienda. In Italia le affrancature meccaniche sono tradizionalmente di colore rosso, anche se il colore può variare in altri paesi. Qui qualche esempio, ..noterete la bellezza per cui vengono collezionate:
    2 punti
  17. Se autentica confermo che hai una moneta che viene scambiata a un buon premio rispetto al valore del metallo perché molto collezionata
    2 punti
  18. Buongiorno, ho scaricato e ingrandito le fotografie e osservo che buona parte dei capelli e della corona d'alloro sono stati ravvivati o reincisi sui bordi, come pure molte lettere sia al diritto che al rovescio presentano approfondimenti da incisione (perpendicolari al giro delle lettere) per ravvivarle, come anche al rovescio. Nella zona dietro l'imperatore ( particolarmente evidente tra braccio e testa ) vi sono ritocchi dei fondi effettuati con una punta metallica che ha lasciato delle incisure ( in realtà un po' tutti i fondi sono stati passati). Tutti i ritocchi, incisure, pulizie, rimozioni etc, sono stati purtroppo eseguiti da mano inesperta che ha lasciato evidenti segni... A ore 2 del diritto c'è una corrosione da cancro che sembra ancora molto attiva e a cui presterei molta attenzione e opportune cure ( rimozione manuale, poi risciacquo a lungo in acqua demineralizzata previa asportazione della cera che impregna la moneta e inibizione con benzotriazolo infine riprotezione con cere opportune): Al rovescio sopra la S nel campo altri punti di cancro del bronzo che sarebbero da trattare. Sulle gambe dell'imperatore ci sono due punti che si preannunciano essere problematici, sempre per problemi di cancro, nel prossimo futuro, come anche dubbi vengono a ore sette tra il busto e la legenda. Non escludo altri punticini attivi qua e là, ad esempio nei capelli... Un altro focolaio, apparentemente spento, a h 10 dietro la nuca del diritto. La moneta è comunque autentica, interessante, godibile. Un cordiale saluto a tutti ! Enrico
    2 punti
  19. facendo delle ricerche su uno dei libri del mio defunto padre ho scoperto questo forum e sono rimasto felicemente stupito da quante volte viene citato papà. La numismatica ed io siamo su due galassie distinte, non ho mai voluto seguire le orme dell'ingombrante parente. Ci tengo però a qualche precisazione: per la questione "dilettanti allo sbaraglio" è bene chiarire che aveva conseguito una laurea in lettere e filosofia ed era professore di greco e latino ma è anche vero che parliamo di un luminare noto alla Sovrintendenza dei BC, perito della Polizia e della GDF nonché perito di parte del tribunale di Crotone dove veniva nominato spesso e volentieri come consulente in caso di sequestri di beni archeologici, soprattutto numismatici. Non sto a parlarvi delle opere perché quasi sicuramente le conoscete meglio del sottoscritto. Quindi definirlo dilettante mi sembra.....beh giudicate voi. per il processo beh siamo davanti al classico processo mediatico che va di moda in Italia da ormai un paio di decadi, si prendono un paio di nomi illustri di gente per bene e basandosi solo su frasi recuperate da intercettazioni ambientali estrapolate dal reale contesto in cui vengono dette e si crea su un caso. Nello specifico lui risultava essere a capo di una "banda di tombaroli" dediti allo scavo clandestino nei dintorni di Crotone notoriamente ricchi di insediamenti magnogreci. Mi fa molto ridere uno dei tanti articoli in cui si legge come riportato da uno di voi che mio padre riferiva alla suddetta banda le "zone dove andare per scavare". Mi viene in mente il noto film di George Lucas dell'archeologo Indiana Jones nella frase in cui dice "la X non indica mai il punto dove scavare". Siamo nel ridicolo andante suvvia. Purtroppo mio padre è venuto a mancare in data 04/08/2022 ed il processo per fortuna??? (visto come vanno i processi in Italia) o per sfortuna!!! si è concluso a tarallucci e vino dato che i 2 "capi bastone" (Palopoli e Attianese) erano nel frattempo deceduti. Era un santo? Assolutamente NO.....e chi lo è? Conosceva la famosa banda di tombaroli?? Certo che si!!! A livello locale era una vera e propria istituzione, se qualcuno trovava una moneta a terra il primo passaggio era andiamo a farci fare l'expertise da Attianese, anzi dal Prof come veniva chiamato da tutti. Il prof.....da vero studioso fotografava, pesava e in seguito....pubblicava tutto perché il suo interesse era quello. Invitava anche il "trasgressore" a consegnare quanto trovato al museo ma "il dovrebbe stare in un museo" è sempre nell'ambito Indiana Jones non nella vita reale in cui ci sono caste d'asta che "puliscono" la provenienza dei reperti. Non credo abbiate bisogno di ulteriori spiegazioni a riguardo. I capi di accusa sostenevano che mio padre era dedito al commercio di beni archeologici di "inestimabile valore storico, artistico ed ECONOMICO". Peccato però che oltre alle già citate intercettazioni le autorità avevano anche in visione il conto corrente di mio padre dal quale era chiaro che di Economico c'erano solo i salti mortali che il Nostro doveva compiere per arrivare a fine mese, le finanziare che aveva in corso (una delle quali per autofinanziarsi la pubblicazione di una delle ultime sua fatiche letterarie, viva la cultura nel nostro paese) e lo scoperto sul Fido. Tutto fumo....tanto fumo....poco o nulla arrosto......ne cito una per tutte che mi riguarda da vicino. Lavoravo da anni in una nota azienda il cui proprietario attuale vicepresidente della regione è anche un amico di famiglia decennale. A natale del 2014, invece del solito panettone che ogni anno ci si scambia col datore di lavoro, mio padre mi consigliò di fare lui un regalo più originale e acquisto ad una asta online "notissima" una moneta per poche se non una decina di euro....Beh le autorità quello era l'obolo della mia assunzione.....(per chi volesse farsi quattro risate è tutto nelle carte del processo). Ovviamente il signore in questione è stato assolto perché possedere una moneta con regolare fattura di casa d'asta non costituisce reato. Insomma il nulla mischiato col niente e tanto sensazionalismo senza senso Un saluto di cuore a voi tutti numismatici Antonio Attianese
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  20. @Rufilius sbagli se decidi di non postare più le tue belle monete. Al netto dei problemi già evidenziati, la moneta è bella, rara e carica di significato. Significato che hai studiato e sei riuscito a trasmettere nella presentazione del pezzo. Questa moneta ti ha fatto crescere, e con te noi che abbiamo seguito la discussione. Ben vengano le disamine tecniche soprattutto se ben argomentate. @vitellio, che non conosco e non so chi sia ma che spesso interviene in maniera chirurgica, ci ha fatto un'analisi preziosissima, da cui si può solo imparare (soprattutto i neofiti come noi). Sulla questione del prezzo @Pxacaesar, trovo sia abbastanza importante per capire la bontà o meno di un "ultimo acquisto". Lecito e rilevante chiederlo, altrettanto lecito e garbato non esporlo. @vickydog, se il forum sta diventando una vetrina in stile social network, il tuo sarcasmo ("...e si vede") è lo specchio, anzi, permettimi la boutade, "il rovescio della moneta" di questa deriva. I social non sono fatti solo di like e dopamina, ma anche in maniera uguale e contraria di haters... In sostanza, il tuo intervento mi sembra un esatto prodotto di ciò che critichi: un facile sarcasmo (per i miei livelli di tolleranza ci può anche stare) che però obiettivamente non apporta nulla. Un commento da social network, ecco. Detto questo, ringrazio tutti per l'interessante discussione tecnica ma anche per lo scambio di opinioni. Auguro una buona serata.
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  21. Purtroppo in questi giorni sono impegnato ma appena riesco controllo. Se dovessi dimenticare e non avete ricevuto risposte riportate la discussione all' attenzione senza problemi.
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  22. Buonasera a tutti, @gennydbmoneyeccomi qua, scusami per averti fatto aspettare tanto, ho problemi con la fotocamera del cellulare e le foto non mi piacciono come sono venute, non restituiscono esattamente quello che vedo in mano. Da visione diretta ti dico che hai ragione, ci sono tre globetti a chiusura della ghirlanda d'alloro. Posto foto anche se come dicevo pessime. Saluti Alberto
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  23. Potrebbero essere 39 caselle nere. Ho 12×22 caselle, di cui "occupate" da lettere 75×6, che vanno divise per 2, in quanto le parole sono sia orizzontali sia verticali. Le caselle "libere", ossia nere, risultanti sono 39.
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  24. In realltà il Regno è un po’ stagnante e, salvo monete veramente eccezionali, anche le alte conservazioni e le monete rare (o tali presunte) ne soffrono significativamente. Un esempio emblematico: la quadriga del ‘14; anche il Fdc soffre e può lamentare un calo del 20-30% rispetto al periodo preCovid!
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  25. Ciao Nino, ed invece secondo me il commento tecnico di una moneta(come quello di@vitellio) nonostante i limiti di doverli fare da foto è l'unica cosa veramente didattica e che permette a tutti di crescere dal punto di vista Numismatico. Quindi devi continuare a farli, sempre 🙂.
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  26. Perché se è pagata un centinaio di Euro le problematiche sono scontate nel prezzo. Se pagata 500 e rotti no. Se si riuscisse a tenere da parte l’orgoglio si andrebbe più avanti sul piano tecnico delle questioni (questo vale per tutte le discussioni). Essere permalosi è come un riflesso distorto: si vedono offese dove non ce ne sono e ci si nasconde dietro la propria sensibilità. Stare sulla difensiva vuol dire non avere una mente aperta. Spesso invece osservo che si pubblicano monete e vi si risponde con tanti sorrisini captatio benevolentiae con il solo scopo di scambiarsi apprezzamenti (like) reciproci e spesso totalmente ingiustificati sul piano tecnico, ma tant’è ne riceverò altri in cambio.
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  27. ok grazie mille! buon proseguimento di giornata!😄
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  28. Rare coin from Year Four of the Great Revolt discovered in Jerusalem A bronze coin minted in Jerusalem during the final year before the destruction of the Second Temple in 70 CE, inscribed with the words “For the Redemption of Zion” was discovered during excavations in Jerusalem. The obverse of the coin features a chalice, with ancient Hebrew script: “For the Redemption of Zion”© Emil Aladjem, Israel Antiquities Authority A bronze coin minted by Jews in Jerusalem during the final year before the destruction of the Second Temple was discovered during archaeological excavations in the Jerusalem Archaeological Garden – Davidson Center conducted by the Israel Antiquities Authority in collaboration with the City of David and Jewish Quarter Reconstruction and Development Company. This rare coin, discovered near the southwest corner of the Temple Mount, was minted during the 4th year of the Great Revolt against the Romans. The obverse side of the coin carries the inscription in ancient Hebrew script: “For the Redemption of Zion”– expressing the heartfelt desire of Jerusalem’s Jews, towards the end of the revolt. Excavations conducted by the Israel Antiquities Authority at this site, now in its sixth season, directed Dr. Yuval Baruch, Dr. Filip Vukosavović and Esther Rakow-Mellet, are revealing impressive, monumental remains ranging from the Second Temple period to the Umayyad period (2nd Century BCE—7th Century CE), and an abundance of finds – some unique. The excavations are financed by the Shalem Project and the City of David Foundation. According to Esther Rakow-Mellet, archaeologist at the Israel Antiquities Authority, “In the last few days an unexpected gift was discovered: Yaniv David Levy, our coin researcher, came here and to his great surprise found a coin, covered in dirt. Already then, we thought from the looks of it that it might be a rare coin. We waited anxiously for several days until it came back from cleaning, and it turned out that it was a greeting from the Jewish rebels in the Year Four of the Great Revolt.” According to Yanniv David Levy, a researcher and curator in the coin department of the Israel Antiquities Authority, “The coin is made of bronze, and its state of preservation is quite good. On its obverse side you can see a model of a goblet, and around it is an inscription in ancient Hebrew script: ‘LeGe’ulat Zion’, ‘For the Redemption of Zion’. On its reverse is a lulav, a palm frond used in the Sukkot festival ritual. Next to it are two etrogs, the citron used in that same ritual. The reverse bears the inscription: ‘Year Four’.” This inscription denotes the number of years since the outbreak of the rebellion and allows us to accurately date the coin to the period between the Hebrew month of Nissan (March-April) of the year 69 CE, and the month of Adar (February-March) of the year 70 CE. According to Levy, “The ‘Year Four’ bronze coins differ from their predecessors. Their size and weight increased significantly, and the earlier rebel coin inscription, ‘For the Freedom (Herut) of Zion’, is replaced by a new inscription – ‘For the Redemption of Zion’. In the research, it is accepted that Great Revolt Year Four coins were minted in Jerusalem under the leadership of Shimon Bar Giora, one of the prominent commanders in the revolt’s last year. Year Four coins are considered relatively rare, given the historical circumstances towards the end of the revolt and its impact on the much-reduced rebel production capabilities. Most of the Year Four coins were discovered in and around Jerusalem. According to Dr. Yuval Baruch, Excavation Director on behalf of the Israel Antiquities Authority, who has researched this site for over 25 years, “The inscription on the coin – “For the Redemption of Zion”, replacing the earlier “For the Liberation of Zion” – indicates a profound change of identity and mindset, and perhaps also reflects the desperate situation of the rebel forces about six months before the fall of Jerusalem on Tisha B’Av, the 9th of the Hebrew month of Av; in August of the year 70 CE. It would seem that in the rebellion’s fourth year, the mood of the rebels now besieged in Jerusalem changed from euphoria and anticipation of freedom at hand, to a dispirited mood and a yearning for redemption. It is also possible that the representatives of the ritual “Four Species’ depicted on the coin, which are symbols of the Sukkot Festival and the ritual national pilgrimage to the Temple, were intended to evoke among the rebels a sense of redemption and anticipation of a hoped-for miracle and happy times.” "Two thousand years after the minting of this coin, we come along a few days before Tisha B'Av and find such a moving testimony to that great destruction, and I think there is nothing more symbolic,” concludes Rakow-Mellet. This unique ancient coin is being presented to the public for the first time during the family tours being held all this summer at the Jay and Jeanie Schottenstein National Campus for the Archaeology of Israel in Jerusalem. https://www.gov.il/en/pages/rare-coin-from-year-four-of-the-great-revolt-discovered-in-jerusalem-31-jul-2025
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  29. hai ragione ,mi ero focalizzato a capire il rovescio,forse essendo molto consumata chissà.richiediamo foto migliori e dati ponderali precisi
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  30. Questo era un mio ragionamento eh😅 Siccome ho appurato che nelle RICEVUTE DI RITORNO ad esempio, vi é scritto il n° del modulo e sotto da un'altra parte la tiratura, pensavo che anche qui, essendoci stampato mod 26, di trovar da qualche parte una eventuale tiratura ( certo, se fosse anche questo il caso😅). Magari per questi moduli non possiamo appurare questa info eh o magari ci sono manuali appositi... Aspettiamo info tecniche😁 @PostOffice
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  31. Sono d'accordo con chi mi ha preceduto, nel senso che se hai pagato poco hai fatto bene ( o se te ne sei innamorato) , se hai pagato troppo puoi correggere il tiro con i prossimi acquisti, magari chiedendo consigli prima , ma in definitiva deve piacere soprattutto a te..
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  32. Ciao, forse per come intendi tu il collezionismo ed è comprensibile 🙂. Ci sono altri, tra cui io, che collezionano monete dal modesto valore commerciale percui pagarla pochi euro in più o in meno e non avendo come finalità la rivendita delle stesse cambia assolutamente niente. Quindi c'è poco da capire...o la nostra "categoria" di collezionisti e da considerarsi di serie C? Quindi vivete e lasciate vivere 🙂. ANTONIO
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  33. ho nascosto la discussione doppia, lasciando aperta solo questa.
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  34. Le monete sono già state trattate,nel secondo esemplare è inerte,nel primo è da verificare ma credo sia inerte anche in questa... Ovviamente giudicando da un' immagine...
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  35. Buongiorno, anch'io all' inizio del mio percorso numismatico ero attratto dai nominali in rame di grosso modulo... Questa è la mia preferita... Svezia,Carlo XI ,1660-1697... 1 Ore 1673,rame... Simbolo: ✿... Diametro:47,33 millimetri... Peso:46,43 grammi...
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  36. Si @Alan Sinclair, niente di eccezionale, intanto ho completato i tre diversi conii, ora con calma vedo se riesco a sostituirli con conservazioni migliori.
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  37. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-REALII/5&ved=2ahUKEwi4oaTvqYePAxXqRP4FHTa9E3oQr4kDegQIFxAD&usg=AOvVaw0zJsLxOoOXps436qKA1nEv
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  38. @CdCcortesemente doppia Falsa come da precedente discussione
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  39. Direi che si tratta di un dinero di Valencia per Carlo II. In particolare nel dritto quella che sembra una linea di esergo dovrebbe essere la base della corona e la a sinistra porzione più in evidenza perché più consumata dovrebbero essere la nuca e la porzione finale della chioma del re... https://www.todocoleccion.net/monedas-espana/carlos-ii-1667-1698-dinero-valencia-cobre~x510350422 https://catalogodemonedas.es/?q=catalogo/monedas/24/91 Mario
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  40. A su H Peccato per il cancro onnipresente 🤷
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  41. " Il mistero s'infittiva. Le spedizioni adesso provenivano non solo da un altro paese ma addirittura da un altro continente... nientemeno che dagli USA. E quella misteriosa frase ricorrente: TASSE DOGANALI COMPENSATE incisa come oscuro epitaffio su bollette di carico di dogane che non avrebbero dovuto esserci. Era forse una manovra aliena? Un grande complotto mondiale? Fra UE, Vaticano, Svizzera e USA i silenzi e i depistaggi continuavano inesorabili. Solo una cosa è certa: questa volta non è stato il maggiordomo. Stavolta c'è qualcosa di davvero grosso. "
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  42. Possibile produzione Italia centro- settentrionale, non posso darti una datazione certa, comunque non è antica, come già detto precedentemente prima metà del XX sec. (anni 30/40?) Ciao Borgho
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  43. Salve condivido immagini di una cartolina viaggiata per approfondimento
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  44. Medaglia devozionale domenicana, in lega o metallo bianco? Della prima metà del XX sec.- Al D/ Si intravede una sagoma di Madonna con Gesù Bambino in braccio a SX, dalla parziale scritta credo si tratti della Madonna del Rosario che si venera a Fontanellato (Parma).- R/ la Santissima immagine di Maria Vergine della catena come si identifica bene dalla scritta. Ciao Borgho
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  45. Anche lo scritto tutto da gustare interamente filatelico
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  46. @Carlo. Dottor Rosa quanto vale? 😁
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  47. Controlla quei punti bianchi se trattasi di corrosioni attive. Dalla risoluzione delle immagini non riesco a capire. La tipologia dove l Armenia, al R/, ha la testa rivolta a destra è meno comune.
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  48. Buongiorno a tutti Per chi non sa, sono stato assente in questa da questa tematica forzatamente... a seguito di una manifestazione locale dove avevo partecipato con i miei due torchi a bilanciere a scopo didattico, mostrando in pubblico il loro funzionamento e nel contempo coniare una medaglietta in rame a ricordo dell'evento sono andati danneggiati da un incendio del magazzino dove erano rimessi...ho ricuperato recentemente il conio, fatto un tondello e con una pressa idraulica da officina abbiamo provato per la prima volta su oro puro. L'occasione è stata il recupero chimicamente da contatti elettrici dell'oro utilizzato (999/1000) insieme ad alcuni amici appassionati di chimica. Evidentemente è ancora da perfezionare il tutto e, sicuramente rifonderemo quanto fatto per fare meglio. Questa piccola operazione in compagnia mi ha tirato su lo spirito per riprendere quanto interrotto...
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  49. Sicuramente alla moglie... mai.????
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