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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/18/25 in tutte le aree
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Premessa storica: Il Parco Archeologico di Castelseprio comprende i resti di un castrum sviluppatosi nel V secolo d.C. su preesistenze militari del IV secolo d.C., con la pievana di San Giovanni e gli edifici abitativi e di servizio. Il castrum è circondato da poderose mura di cinta turrite, che difendono anche l’avamposto di fondovalle conosciuto come Monastero di Torba. All’esterno delle mura si trovano il borgo e l’oratorio di Santa Maria foris portas, monumento fra i più singolari e importanti dell’Alto Medioevo per l’eccezionale ciclo pittorico dell’abside orientale. Il territorio di Castelseprio è frequentato dalla pre-protostoria (X-IX/VIII secolo a.C.) alla fine del XVI secolo quando le funzioni pievane del complesso della basilica di S. Giovanni e del suo battistero si estinguono per il generale abbandono del luogo, passando alla vicina chiesa di Carnago. Un’epopea lunga e gloriosa, che ha i suoi epicentri nell’età gota (V/VI secolo), quando Castelseprio diviene un importante castrum del sistema fortificato subalpino, con collegamenti di ampio raggio; in epoca longobarda (fine VI secolo-774) e, in seguito, carolingia, quando diviene il centro giuridico-amministrativo di un ampio territorio. Castelseprio venne distrutto nel 1287 dai Visconti, e successivamente abbandonato definitivamente nel XVI/XVII secolo d.C. Il complesso del castrum e del borgo, assieme ad altre sei località italiane, fa parte del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, iscritto dal 2011 nella lista del Patrimonio Culturale Mondiale. Nota personale: amo il luogo avendoci lavorato nei tempi che furono. La News: Una nuova scoperta potrebbe far luce sulle origini della città Durante la campagna di scavo presso la “casa medievale” gli archeologi hanno fatto una scoperta inaspettata: mai si era trovato un edificio così antico a Castelseprio. Castelseprio era un’antica città dotata di possenti mura, torri, case e chiese. L’insediamento fu distrutto nel 1287 durante la guerra tra i Visconti di Milano e i Della Torre per il controllo del territorio. Prima di quel fatidico anno, l’abitato era il capoluogo del Seprio, un importante distretto territoriale oggi compreso tra l’Alto Milanese e il Varesotto. Sotto i re longobardi aveva raggiunto straordinarie vette di splendore. In un momento storico ancora oggi non chiarito, tra VI e X secolo, un pittore venuto dall’Oriente aveva dipinto i suggestivi e misteriosi affreschi della chiesa di Santa Maria foris portas, oggi ritenuti un capolavoro dell’arte medievale. A riprova della sua straordinaria importanza, il sito è entrato nel 2011 nella lista dei beni UNESCO e dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Fino a qualche settimana fa pochissimo si sapeva sulla storia più antica di Castelseprio e non era noto il periodo di fondazione della città. La IX campagna di scavi presso la “casa medievale”, conclusa il 25 luglio 2025, ha in parte chiarito questo mistero. Gli archeologi, che avevano trovato nelle precedenti campagne resti di abitazioni di epoca basso medievale, longobarda e gota, infatti, hanno fatto una scoperta inaspettata: hanno portato alla luce i resti di un edificio databile tra IV e V secolo. Si tratta di un rinvenimento molto importante, in quanto sino a oggi in nessun altro scavo del Parco era stata trovata una struttura così antica. Essa permette di affermare che l’insediamento di Castelseprio nacque prima del Medioevo, in un momento in cui ancora l’Impero Romano esisteva. «Siamo lieti di annunciare», afferma il Direttore dei musei statali lombardi Rosario Maria Anzalone, «questa fondamentale scoperta, che testimonia come la corretta gestione dei luoghi della cultura non possa prescindere da una preziosa e costante attività di studio e ricerca. Le mie più sentite congratulazioni al team di professori e archeologi, veri protagonisti di questa scoperta». «Grazie a questo scavo», sottolinea il Direttore del Parco Archeologico di Castelseprio Luca Polidoro, «saremo in grado di capire qualcosa di più sulle origini di questo straordinario insediamento. La scoperta si inserisce all’interno di un articolato panorama di scavi e ricerche che a cadenza annuale vengono condotte dalla Direzione del Parco e vari Atenei. Grazie a queste attività il Parco di Castelseprio sta confermando e arricchendo il suo ruolo come imprescindibile punto di riferimento nel panorama della ricerca archeologica». «Potremmo essere in presenza», aggiunge il Sindaco di Castelseprio Silvano Martelozzo, «di una scoperta molto rilevante, che arricchisce la storia e il valore del Parco Archeologico da sempre principale punto di riferimento culturale del nostro territorio. Auspico che questo ritrovamento possa essere l’inizio di ulteriori campagne di scavo, che permetteranno in un prossimo futuro di comprendere meglio l’illustre passato di Castelseprio». Le ricerche sono ancora in corso e nei prossimi mesi sarà possibile proporre un inquadramento cronologico e un’ipotesi ricostruttiva più precisa di questo edificio. Sin dal mese di agosto la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia, attiverà visite guidate aperte al pubblico per consentire di partecipare “in diretta” a questa importante scoperta e al lavoro degli archeologi. Lo scavo della “casa medievale” è stato svolto dall’Università Cattolica di Milano in regime concessione ministeriale e in partenariato con Direzione regionale musei nazionali Lombardia, Provincia di Varese e Comune di Castelseprio, sotto la direzione del prof. Marco Sannazaro. Vi partecipano personale docente e studenti dell’Università Cattolica e professionisti esterni. Le indagini sono finanziate con fondi messi a disposizione da Università Cattolica, Fondazione comunitaria del Varesotto, i Rotary club Tradate e Busto, Gallarate, Legnano, Regione Lombardia (Avviso cultura 2025; progetto “La Casa medievale: vita nel castrum in età gota”). fonte: https://museilombardia.cultura.gov.it/eventi-musei/i-romani-a-castelseprio/ Castelseprio, gli scavi rivelano resti di un edificio del IV - V secolo. Mai qui una struttura così antica Durante la IX campagna di scavi che si è conclusa il 25 luglio 2025 nel Parco Archeologico di Castelseprio, in provincia di Varese, presso la cosiddetta casa medievale, gli archeologi hanno fatto una scoperta sorprendente: i resti di un edificio databile tra il IV e il V secolo. Fino a oggi, infatti, nel Parco non era mai stata individuata una struttura così antica. Questo rinvenimento permette di affermare che l’origine di Castelseprio risale a un’epoca anteriore al Medioevo, quando l’Impero Romano esisteva ancora. Le indagini degli anni passati avevano portato alla luce tracce di abitazioni di età basso medievale, longobarda e gota, ma mai di un periodo tanto remoto. Le ricerche proseguono e nei prossimi mesi sarà possibile definire una cronologia più precisa e proporre una ricostruzione dell’edificio. Intanto, da agosto, la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia attiverà visite guidate che consentiranno al pubblico di partecipare “in diretta” alle attività degli archeologi e di assistere a questa scoperta di eccezionale rilievo. Castelseprio era un’antica città fortificata, dotata di mura, torri, abitazioni e chiese, distrutta nel 1287 durante la guerra tra i Visconti di Milano e i Della Torre. Prima della sua rovina, l’insediamento era il capoluogo del distretto del Seprio, corrispondente oggi all’area tra l’Alto Milanese e il Varesotto, e aveva raggiunto il massimo splendore sotto i re longobardi. Tra VI e X secolo, un pittore proveniente dall’Oriente affrescò la chiesa di Santa Maria foris portas, creando un capolavoro dell’arte medievale riconosciuto nel 2011 dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Lo scavo della “casa medievale” è stato svolto dall’Università Cattolica di Milano con concessione ministeriale, in collaborazione con la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia, la Provincia di Varese e il Comune di Castelseprio, sotto la direzione del professor Marco Sannazaro. Hanno preso parte all’impresa docenti, studenti dell’Università Cattolica e professionisti esterni, con il sostegno finanziario dell’Università Cattolica, della Fondazione comunitaria del Varesotto, dei Rotary club Tradate e Busto, Gallarate, Legnano e della Regione Lombardia (Avviso cultura 2025, progetto “La Casa medievale: vita nel castrum in età gota”). “Siamo lieti di annunciare”, ha affermato il Direttore dei musei statali lombardi Rosario Maria Anzalone, “questa fondamentale scoperta, che testimonia come la corretta gestione dei luoghi della cultura non possa prescindere da una preziosa e costante attività di studio e ricerca. Le mie più sentite congratulazioni al team di professori e archeologi, veri protagonisti di questa scoperta”. “Grazie a questo scavo”, ha sottolineato il Direttore del Parco Archeologico di Castelseprio Luca Polidoro, “saremo in grado di capire qualcosa di più sulle origini di questo straordinario insediamento. La scoperta si inserisce all’interno di un articolato panorama di scavi e ricerche che a cadenza annuale vengono condotte dalla Direzione del Parco e vari Atenei. Grazie a queste attività il Parco di Castelseprio sta confermando e arricchendo il suo ruolo come imprescindibile punto di riferimento nel panorama della ricerca archeologica”. “Potremmo essere in presenza”, ha aggiunto il Sindaco di Castelseprio Silvano Martelozzo, “di una scoperta molto rilevante, che arricchisce la storia e il valore del Parco Archeologico da sempre principale punto di riferimento culturale del nostro territorio. Auspico che questo ritrovamento possa essere l’inizio di ulteriori campagne di scavo, che permetteranno in un prossimo futuro di comprendere meglio l’illustre passato di Castelseprio”. Castelseprio, gli scavi rivelano resti di un edificio del IV - V secolo. Mai qui una struttura così antica Fonte: https://www.finestresullarte.info/archeologia/castelseprio-rinvenuti-resti-di-edificio-databile-tra-iv-e-v-secolo Castelseprio (sito Unesco), sotto la casa medievale spunta la città romana: «Scoperta sorprendente» di Andrea Camurani I nuovi scavi riscrivono la storia di uno dei quattro siti Unesco in provincia di Varese. Il sindaco: «Si apre un nuovo capitolo, anche se c’è ancora molto da scavare e probabilmente da scoprire» Una scoperta definita «sorprendente» dagli stessi archeologi che hanno trovato resti di un insediamento romano databile fra il IV e il V secolo a Castelseprio, in provincia di Varese, centro divenuto nel 2011 «patrimonio dell’umanità», cioè uno dei ben quattro siti Unesco che si trovano nella provincia di Varese (gli altri sono Sacro Monte, Isolino Virginia e comprensorio paleontologico del Monte San Giorgio) considerato fra i più importanti al mondo di epoca altomedievale. Una sorta di «porta» temporale si è aperta sotto gli scavi della «casa medievale»: a fine luglio si è conclusa la nona campagna archeologica e gli studiosi — che avevano già trovato resti di abitazioni di epoca basso medievale, longobarda e gota — hanno portato alla luce vestigia romane. Oggi Castelseprio è un paese di 1.300 abitanti, ma secoli fa era un’antica città fortificata distrutta nel 1287 su ordine dell’arcivescovo Ottone Visconti durante la sanguinosa guerra tra i Visconti e i Della Torre per il controllo del territorio. Prima di quell’anno l’abitato era il capoluogo del Seprio importante distretto territoriale e di culto oggi compreso tra l’Alto Milanese e il Varesotto. Sotto i re longobardi aveva raggiunto straordinarie vette di splendore. In un momento storico ancora non chiarito, tra VI e X secolo, un pittore venuto dall’Oriente aveva dipinto i suggestivi e misteriosi affreschi della chiesa di Santa Maria foris portas, oggi ritenuti un capolavoro dell’arte medievale. Le ricerche sono ancora in corso e nei prossimi mesi sarà possibile proporre un inquadramento cronologico e un’ipotesi ricostruttiva più precisa dell’edificio scoperto ma già da questo mese la direzione regionale Musei nazionali Lombardia ha attivato visite guidate aperte al pubblico per consentire di partecipare «in diretta» a questa importante scoperta e al lavoro degli archeologi. La scoperta retrodata le origini del sito Lo scavo della «casa medievale» è stato svolto dall’Università Cattolica di Milano in regime di concessione ministeriale e in partenariato con Direzione regionale musei nazionali Lombardia, Provincia di Varese e Comune di Castelseprio, sotto la direzione del professor Marco Sannazaro (partecipano docenti e studenti della Cattolica, e professionisti esterni). «Una scoperta fondamentale che testimonia come la gestione dei luoghi della cultura non possa prescindere da una costante attività di studio e ricerca», spiega il direttore dei musei statali lombardi Rosario Maria Anzalone. Secondo il direttore del parco Archeologico di Castelseprio Luca Polidoro, «grazie a questo scavo saremo in grado di capire qualcosa di più sulle origini di questo straordinario insediamento». Ma come l’hanno presa i residenti? Si sentono forse un po’ più romani che goti? Sorride il sindaco Silvano Martelozzo: «La scoperta è molto importante sul piano culturale: si apre un nuovo capitolo, anche se c’è ancora molto da scavare, e probabilmente da scoprire. Ci attendiamo un possibile risvolto anche sul versante turistico». fonte: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_agosto_17/castelseprio-sito-unesco-sotto-la-casa-medievale-spunta-la-citta-romana-scoperta-sorprendente-86b70058-f368-426a-bb72-bf4fa3799xlk.shtml5 punti
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Buongiorno signor @Giovanni Zappia Non si sta rivolgendo all' intelligenza artificiale ma a persone in carne ed ossa, quindi gradiremmo un saluto ,una richiesta SCRITTA e come richiesto dal forum anche dati ponderali....Non è difficile...5 punti
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Ciao Releo, Queste sono piastre da 50 euro l'una, questo è quello che ho pagato la prima presa su ebay da un venditore francese e la seconda sempre su ebay da un venditore italiano, 50 ero l'una. Ecco, a me non piace parlare di prezzi ma penso che come giustamente dici nessuno per pochi spiccioli si sia messo a fare tutta questa trafila. Le varianti per il Regno delle due Sicilie ci sono ancora, basta solo saperle trovare. Un saluto Raffaele.3 punti
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La spiegazione tecnica è talmente fatta bene che potrebbe essere compresa anche dai non esperti. Bravo!2 punti
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E' valutato RR un esemplare in AE battuto in Berito nella Fenicia, al tempo di Traiano e dedicato al Divo Nerva, con al diritto suo busto ed al rovescio figura di Poseidone con tridente e delfino . Sarà l' 11 Settembre in vendita Gorny&Mosch 313 al n. 168 .2 punti
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Ciao,bronzo di Julia Domna per Irenopolis in Cilicia https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/841722 punti
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Una disamina tecnica e , soprattutto “definitiva “senza la moneta in mano? ti chiameremo Otelma…. Secondo te cosa sospetti che abbia potuto nascondere la corrosione al dritto? un punto di iniezione?2 punti
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E' una moneta che aveva una forte patina lo vedi dal contorno,quindi è stata pulita come hanno gia scritto pero per me,se in mano non si vedono segni o graffietti dovuti al lavaggio,il retro al BB+ ci sta tranquillamente. Al dritto si nota l'usura dei capelli e qualche colpetto nel campo o nei campi e sarei più per un BB. Per finire BB/BB+ se fossi un perito.😄 Intanto mi ha pizzicato na zanzara speriamo sia quella del Nilo...........non morono mai.2 punti
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Ciao @miza, ti ringrazio effettivamente sì preferisco almeno lo splendido/+, ma non è sempre facile trovarli ed ammetto di avere in collezione anche qualche BB. @favaldar, grazie e concordo con il punto di vista, questa qui poi non era poi male ed aveva un prezzo onesto leggermente più basso della media.2 punti
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Un guerriero di 7,5 centimetri emerge dalla città dei celti: il raro bronzetto armato di Manching svela tecniche, riti di confine e la vita nell’oppidum Sembrava solo un grumo di metallo verde, imprigionato da croste di corrosione. Le radiografie hanno svelato un’altra storia: un guerriero celtico in passo d’attacco, scudo alto, spada tesa, una piccola asola sulla testa come a chiedere di essere appeso. È venuto alla luce a Manching, in Baviera, dentro un fossato che gli archeologi interpretano come limite o canale, e con ceramiche associate al III secolo a.C. Un oggetto minuscolo, 7,5 cm per 55 g, ma raro, complesso e senza paralleli diretti noti: un indizio prezioso per capire come si fondava il bronzo in età lateniana e cosa poteva rappresentare un piccolo guerriero al margine della città. Il luogo e il quadro storico Manching, l’oppidum tra Paar e Danubio; una capitale del mondo celtico dell’Europa centrale L’oppidum di Manching sorge a sud-est di Ingolstadt, tra i fiumi Paar e Danubio. La frequentazione inizia a fine IV secolo a.C.; tra II e I secolo a.C. il sito diventa un centro politico ed economico di primo piano a nord delle Alpi. Attorno al 140/130 a.C. viene costruita la grande cinta muraria e l’insediamento raggiunge circa 400 ettari, con una popolazione stimata fino a 10.000 abitanti. A metà del I secolo a.C. il centro declina gradualmente, con il progressivo ritiro degli abitanti. La scoperta: un cantiere, un fossato, un piccolo capolavoro Scavare per la sicurezza stradale e incontrare un confine antico Tra 2021 e 2024, prima di un intervento sulla statale B16, il Bayerisches Landesamt für Denkmalpflege (BLfD) ha indagato 6.800 m² del settore orientale dell’oppidum, documentando 1.300 contesti e recuperando oltre 40.000 reperti. Il bronzetto è emerso dalla riempitura di un fosso datato al III secolo a.C. Il ritrovamento è stato seguito da indagini conservative e diagnostiche centralizzate a Monaco: più di 15.000 frazioni metalliche recuperate a Manching sono state registrate tramite 2.034 radiografie, un protocollo che oggi consente di leggere tecniche, leghe, difetti e riusi. Un guerriero alto 7,5 cm: iconografia e dettagli Capelli portati all’indietro, baffi, scudo e spada; e un anello in testa come traccia d’uso Liberata dalle incrostazioni, la figurina mostra un guerriero celtico in affondo: scudo al braccio sinistro, spada nella destra, capelli lunghi pettinati all’indietro e baffi. In sommità, una piccola asola fusa in un sol pezzo con la figura suggerisce l’uso come pendente o sospensione (gioiello, insegna personale, elemento di un oggetto composito). L’RX ha rivelato un particolare curioso: la spada è stata colata con un difetto, indizio diretto del comportamento del metallo e dell’alimentazione della colata. Perché è raro Una miniatura «senza paralleli diretti» e di fattura insolitamente fine Le raffigurazioni umane in ambito lateniano esistono, ma bronzetti così minuti, a pieno metallo, con resa dinamica del gesto e dettagli del volto e dei capelli, sono poco comuni nel corpus dell’Europa centrale. A Manching, già noto per altre immagini antropomorfe, questo pezzo spicca per la complessità formale e la finezza dell’esecuzione; gli specialisti lo considerano privo di paralleli diretti nel quadro regionale. La combinazione tra scala ridotta, qualità scultorea e funzione sospesa (l’anello) ne fa un oggetto d’élite, non seriale, probabilmente uscito da una bottega con competenze elevate. Come avveniva la fusione: la cera persa spiegata semplice Dalla cera al bronzo: cosa vuol dire «vollguss», colata piena Il bronzetto è stato realizzato con la tecnica della cera persa («Wachsausschmelzverfahren») in colata piena (vollguss). In pratica: 1) si modella un originale in cera, con tutti i dettagli (capelli, baffi, dita, bordi dello scudo); 2) lo si ingloba in un involucro refrattario (argilla/terra) lasciando canali di colata e di sfiato; 3) si riscalda l’insieme finché la cera fonde ed esce, lasciando il negativo del modello; 4) si versa bronzo liquido (lega di rame con stagno e, talvolta, piombo) che riempie la cavità; 5) a raffreddamento avvenuto si rompe il guscio e si rifinisce. La cera persa può produrre fusioni cave (il bronzo forma una «pelle» attorno a un’anima) o fusioni piene: qui, le radiografie mostrano chiaramente una massa piena, coerente con le dimensioni ridotte dell’oggetto. La colata piena garantisce robustezza e una certa inerzia al tatto, ma richiede controllo dei canali (sprue) e della temperatura per evitare vuoti locali: il difetto della spada è probabilmente dovuto a una alimentazione insufficiente o a un raffreddamento troppo rapido nella parte sottile. Cosa rappresenta: status, protezione, rito? Pendente personale, insegna guerriera o offerta di confine L’anello sommitale suggerisce una sospensione: un ciondolo da portare al collo, fissare a un cinturone, appendere a un finimento equestre o a un elemento ligneo (scudo, cassa, porta). L’iconografia guerriera – gesto d’attacco, scudo e spada – rimanda a valori di status e protezione; in ambito celtico, miniaturizzazioni di armi e figure sono talora legate a sfere votive. Il contesto di rinvenimento in un fossato che fungeva da limite rafforza l’ipotesi di una offerta di confine: un gesto propiziatorio o apotropaico al margine dell’abitato. Non si esclude, tuttavia, un semplice smarrimento o lo scarto di una produzione difettosa rientrata nel ciclo del riciclo. Il laboratorio dentro l’oppidum RX, scarti e riciclo: cosa dicono i metalli di Manching Le indagini BLfD hanno radiografato in totale 2.034 oggetti metallici, parte di oltre 15.000 frazioni recuperate. Oltre a utensili, elementi di finimento e chiodi, la massa degli scarti e delle gocce di colata racconta una produzione e riparazione attiva in bottega, con una cultura del riciclo (ceramica, legno, metalli) che consente di risparmiare risorse e di rifondere sistematicamente. In questo quadro, il bronzetto – nonostante il difetto di colata alla spada – non appare un esercizio da apprendista, ma un manufatto di alto profilo tecnico. Mangiare e vivere a Manching Pesci, bovini, suini; cavalli anziani e greggi per latte e lana La stessa campagna di scavo ha fornito la prima prova archeologica esplicita del consumo di pesce nell’oppidum (lische e squame), accanto a bovini e suini destinati soprattutto alla carne. I cavalli venivano abbattuti in età avanzata – quindi non come alimento primario –, mentre ovini e caprini erano allevati per risorse rinnovabili (lana, latte). Il quadro che emerge è quello di una città specializzata, con aree residenziali e settori artigianali, e una rete di scambi che beneficiava della posizione fluviale. Cronologia e datazione del bronzetto III secolo a.C. per il contesto, tarda età del Ferro per la cultura materiale Il fossato di rinvenimento è datato al III secolo a.C. sulla base del vasellame associato. L’iconografia e la tecnologia rientrano nella tradizione La Tène dell’Europa centro-occidentale. La parabola dell’oppidum – dalla crescita del II secolo a.C. all’apice tra 140/130 a.C. e il declino a metà del I secolo a.C. – offre la cornice per collocare produzione, uso e deposizione del pendente. Un pezzo che apre domande Oggetto personale o gesto collettivo? Arte miniaturizzata o segno magico? Gli specialisti sottolineano l’assenza di paralleli diretti: questo rende il pezzo prezioso proprio perché costringe a riformulare le domande. Chi lo indossava? Un guerriero? Un artigiano che esibiva il proprio saper fare? Un devoto che “portava” il dio della guerra? Gli scavi hanno chiarito molto, ma alcune risposte restano sospese – come il bronzetto, forse appeso a un collo, forse a un finimento – tra identità, protezione e rito. https://stilearte.it/un-guerriero-di-75-centimetri-emerge-dalla-citta-dei-celti-il-raro-bronzetto-armato-di-manching-svela-tecniche-riti-di-confine-e-la-vita-nelloppidum/2 punti
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Buongiorno @Villanoviano Grazie per la citazione, spesso nella vita si devono prendere delle decisioni, sopratutto se riguardano la salute,anche contrarie al proprio volere. La voglia di scrivere è tanta anche perché ho notato che le famose discussioni di migliaia di visualizzazioni talvolta fatte anche in maniera verbalmente violente con Alessandro @Tinia Numismatica , che conosco personalmente e che reputo di enorme competenza, come lo sono tutti gli altri da te citati,non si fanno più. Nelle nostre animate discussioni si notava la nostra passione per la numismatica ma, soprattutto la voglia di trasmettere anche la nostra conoscenza ai meno esperti e naturalmente, come tutti, qualche volta ci si sbagliava. In questa discussione, ho visto differenti idee di pensiero,non me ne voglia il forumista @Antonino1951 che non conosco personalmente ma, che ho notato in parecchi interventi,avere delle ottime basi e conoscenze credo che sul giudizio di questa moneta abbia ragione Alessandro considerando la moneta un falso e non una provinciale come da lui ipotizzato. Al nostro amico Antonino, proprio per la mia opinione espressa sopra nei suoi riguardi e visto anche quello da lui ipotizzato per le lettere nel post # 5, credo non sarà difficile dare la risposta, sempre se vuole, se la moneta sia coniata o meno soprattutto prendendo in considerazione la mancanza di metallo sul busto e le crepe sui bordi. Buona giornata a tutti!!!2 punti
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Abrasione contemporanea all’epoca della coniazione? Lo escluderei, visto che nessuno ci avrebbe guadagnato neanche un solo spicciolo! Abrasione recente? Lo escluderei ugualmente, visto che la variazione in oggetto non risulta catalogata da nessuna parte, non è stata segnalata dal venditore e la moneta è passata senza alcuna “maggiorazione” del prezzo. Tutto ciò per ambedue gli esemplari in possesso di Raffaele. A questo punto, chi eventualmente si fosse adoperato per mettere in atto l’abrasione dei 4 puntini del rovescio l’avrebbe fatto per puro diletto, non certo per fini speculativi… È cosa credibile? Molto più credibile e realistico pensare che i punti non ci siano perché non impressi dal conio. Per quale motivo non lo sapremo mai. Per un malfunzionamento del conio stesso o per altra finalità? Saluti.2 punti
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Io la so, tu no? Altri utenti che la sanno oppure no? Risposta non oltre il si o il no, senza entrare nello specifico. Visto che nello specifico il signor/ino Zappia, non ha aggiunto nulla oltre le foto.2 punti
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Ciao Releo, no, non era segnalato dai due venditori, non ho pagato di più anzi hanno accettato la mia proposta, no non risultano catalogate ancora, anche se il Magliocca nell'aggiornamento a pagina 389 cita in nota un conio per il 1835 (legenda interrotta) senza punto tra G e 120 ma a quel conio mancano anche gli altri punti nelle abbreviazioni. Un saluto Raffaele.2 punti
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Cattaro. COMTAS CATARI San Trifone in piedi S T (s.marc)V(s) VENE(tvs) San Marco in piedi. Sotto il santo Scudetto. Le S sono rovesciate.2 punti
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Moneta effettivamente slabbata MS63. Anche se c'è da dire che la luce della foto effettivamente non sia il massimo, a me non da una piacevole sensazione di altissima qualità. Nel granding americano gli avrei dato un 62. Forse sarà per il conio un po usurato, la superficie del modellato e i dettagli mi sembrano impastati. Per il rovescio su questa moneta osservo sempre la parte posteriore e il dorso del cavallo in primo piano. Con tutti i dubbi che la foto oggettivamente comporta, non mi trasmette una sensazione di metallo "untouched". Per confronto allego una moneta in FdC. (ex Negrini 38, ex listino Mazzarino). Anche se la foto non è in altissima conservazione è tuttavia sufficiente per poterne apprezzare la bellezza dell'esemplare. I dettagli sopra citati in questo esemplare sono non solo meglio definiti, ma soprattutto presentano una pulizia nel modellato, nei campi e in generale nel metallo, molto piacevoli. Confrontate la zona del cavallo sopra citata come qui appaia più fresca, più "pulita". Certamente l’esemplare in oggetto rimane una moneta gradevole, ma secondo me non è da farci "follie". La patina non mi convince pienamente. Occhio al ciglio, qualche tacchetta ce l'ha. Ciao, si, questi dettagli sono coniati "quasi evanescenti" per capirci. Ti allego un ritaglio in alta risoluzione di un esemplare in alta qualità dove puoi osservare il rilievo "un po meglio". Mi spiace fare sempre il guastafeste e smorzare l'entusiamo. Ma la "bava di conio", molto spesso chiamata in causa, non è questa. Se proprio vogliamo chiamarla così, questa dovrebbe essere un sottilissimo bavero di metallo, molto “tagliente”, ma che per la sua sottigliezza spezza come appena tocca qualcosa. Quello che si vede nella foto non è altro che un normale esubero di metallo scaturito all'atto della battitura della pressa. Lo troviamo anche in esemplari in bassa conservazione. Allego delle foto prese da ebay per rendere l'idea. Il modo migliore per constatare l'altissima conservazione rimane sempre la brillantezza del metallo e la "pulizia" del modellato. Problemi di coniazione (come debolezze di conio, riscontrabili in queste tipologie) potrebbero falsare la regolarità di dettagli e rilievi; per questo motivo non è mai consigliabile giudicare la conservazione unicamente su questi parametri2 punti
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Buongiorno a tutti, Una moneta di Costantino I con un bellissimo color cuoio ed una discreta conservazione: al dritto l'imperatore rivolto a sinistra indossa un elmo e tiene scudo e lancia, mentre al rovescio tiene due stendardi, sempre rivolto a sinistra, con la legenda Principi Iuventutis intorno. La zecca è quella di Londra PLN. Amerei sapere qualcosa in più riguardo a questa moneta, e come sempre grazie a tutti voi. Atexano Peso 3.72 g per 22.9 mm1 punto
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Dal momento che ci siamo: puoi darmi, per favore, anche qualche numero così lo gioco ? Io sdrammatizzo, però siamo seri: con le sole foto non si può andare oltre un certo grado di certezza o probabilità.1 punto
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Il tipo di patina dipende molto da fattori esterni almeno da quanto ho capito. Conta l'umidità, la temperatura, dove è posizionata ed ogni tanto va girata come il formaggio. Io la lascerei cosi, quella patina scuro pesante sul contorno credo che sia anche molto "sporco" cioè polvere e simili di anni e anni all'aperto invece in un monetiere non credo che patini cosi pesante. Sempre meglio liberarle dalle bustine di plastica a meno che non sia una perizia importante.🖐🏼️ Poi magari con gli anni riesci ad acquistarne una in più alta conservazione e la cambi se ti piace di più o non ha patinato come volevi.1 punto
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Temo di no @Alan Sinclair. Quel nero non se ne va facilmente.. a meno che anche tu non faccia una pulizia più incisiva. Del resto, pulita per pulita, almeno la puoi pulire accuratamente e uniformemente.1 punto
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A mio avviso siamo sul bb pieno. Esteticamente peccato per il lavaggio mal eseguito e non si capisce bene con cosa, il taglio é rimasto parzialmente nerastro. É stata pulita anche in maniera aggressiva.1 punto
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Grado di conservazione: BB+ e le zanzare non mi pungono. Di sto periodo, una gran fortuna. Non serve che aggiunga altro.😆1 punto
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Potresti servirti di un host, tramite questo, caricare le foto e postare i link. Ma, anche in questo caso, devi sempre e comunque vedere e renderti conto se lo foto sono adatte a far vedere qualcosa, devi sempre immedesimarti in chi le andrà a guardare. Il tuo è un problema di molti che vogliono farsi classificare le monete. C'è chi non posta nemmeno le foto. Grazie odjob1 punto
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Non vale nulla perchè molto probabilmente è una patacca per chi non conosce le monete. Se mette peso,diametro e foto più dettagliate (grandi) possiamo essere più precisi. Grazie1 punto
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Ciao @Tinia Numismaticami permetto di replicare, e ci tengo a precisare e sottolineare senza alcuna vena polemica ne contro queste tue considerazioni ne contro nessuno altro, e di dire la mia sui tre punti che hai espresso. Sul primo sono perfettamente d'accordo e quindi concordo in pieno, sul secondo ti posso assicurare che tu forse non hai mai crocefisso nessuno ma molti altri si ,ed anche in maniera spesso gratuita e soprattutto sbagliando di grosso in centinaia di discussioni in cui io ho partecipato. Mi è capitato tantissime volte di essere additato, deriso ed altro per pareri che avevo espresso e che poi si sono rilevati esatti. Purtroppo quello che più fa male ( almeno per me è stato così, ma ormai ho superato da tempo questa fase 🙂) è che gli attacchi più brutti sono arrivati proprio dai più esperti, tranne poi scomparire ed eclissarsi quando con riscontri oggettivi la discussione si chiudeva nella direzione opposta da quanto loro sostenevano ( per la serie qualora ce ne fosse ancora bisogno ma è sempre bene ribadirlo, con parere espressi su foto e le difficoltà inerenti, chi è senza peccato scagli la prima pietra). Io vi ritengo dei fari e dei maestri per quanto concerne la Numismatica da quando mi sono iscritto al Forum per accrescere le mie conoscenze e di questo vi ho sempre ringraziato, sempre! I bravi maestri, diceva un mio anziano professore, sono quelli che fanno capire le cose, dove si sbaglia, e danno consigli su come migliorare sedendosi in mezzo agli alunni e guardandoli negli occhi. Non quelli che dall'alto della cattedra, con annessa pedana, vi guardano dall'alto in basso solo ed esclusivamente per giudicarvi. Fate attenzione perché spesso sanno poco o niente di quello che dovrebbero insegnare. Sul terzo punto, e parlo ovviamente solo per me stesso, in oltre 3000 interventi non ho mai e risottolineo mai mancato di rispetto a nessuno esperti o neofiti, non è assolutamente una dote del mio DNA, ma questo come dice sempre mio padre forse non è una buona cosa 🙂. Cerchiamo di incentvare gli interventi di tutti e soprattutto dei neoappassionati, che è cosa buona e giusta soprattutto per il Forum tutto. Scusate per il lungo post ma erano 4 anni che volevo farlo, quindi ringrazio anche di questo Tinia che me ne ha dato spunto 🙂. ANTONIO1 punto
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Questo è da capire o da risolvere ma la vedo dura. Più probabile per me che sia un conio vecchio o sporco o qualche spostamento nella battitura visto anche l'orecchio. Non ho studiato molto sulla coniazione per avere certezze. So per aver letto dai vari esperti del tipo molti anni fa, che spesso venivano usate,le monete, come una sorta di pizzini , quindi poteva anche essere voluto.?? Di sicuro è una variante/curiosità da annotare e segnalare per studio, per il valore dipende dai collezionisti.1 punto
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Mi vien da dire,e meno male che ci sono le nuove leve come te a farsi avanti e crescere,il tuo punto di forza è che non ti tiri indietro nelle disamine,perché ho il presentimento che sta crescendo una paura grnerale,nell’esprimere un giudizio,vero o sbagliato che sia,desertificando il forum.1 punto
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In realtà sbagliavo. Ora con il RIC in mano leggo meglio: CONSTANTINVS P AVG, che corrisponde al RIC VI, 268. Moneta parecchio rara. Arka # slow numismatics1 punto
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Direi che le spese di spedizione e soprattutto quelle bancarie sono davvero assurde, capisco benissimo il tuo fastidio. Almeno però la questione dell’IVA sembra andare in una direzione più positiva, ed è già qualcosa. Certo, rimane l’amaro in bocca per tutti i costi extra che alla fine pesano quasi più dell’acquisto stesso, ma sapere che l’aliquota si è abbassata dà un minimo di respiro e fa sperare che col tempo la situazione migliori un po’.1 punto
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Buongiorno, è un AE3 VIRTVS EXERCITI di Arcadio. La zecca dovrebbe essere Cizico. https://www.acsearch.info/search.html?id=58106081 punto
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Buongiorno @iengofilippo, temo che queste foto non siano facilissime da decifrare, meglio aspettare che tu abbia la moneta in mano. ingrandendo, mi pare di vedere qualche segno sulla guancia e sui capelli del re; il bordo sembra avere qualcosa di irregolare, probabilmente sono alcuni colpetti diffusi1 punto
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Anche io nutro dei dubbi circa la causa del foro, nel senso che -a mio avviso- non si dovrebbe trattare di un "foro" causato da un'arma da fuoco (esempio, proiettile pistola). 1) Proiettile interamente camiciato; 2) Proiettile semicamiciato; 3) Proiettile H-Mantel della Dynamit Nober (RWS) a forma di H, avendo la camiciatura una strozzatura centrale, mentre la punta è vuota, ma coperta da una cuffia in rame; 4) Brenneke TIG e cioè Torpedo Ideal Geschoss, con il nucleo diviso in due parti, quella anteriore più tenera inserita entro quella posteriore più dura; la base è conica; 5) Brenneke TUG e cioè Torpedo Universal Geschoss, simile al precedente salvo che è la parte dura ad infilarsi entro quella tenera; 6) KG (Kegelspsitzgeschoss, RWS) a punta conica, del 1965 con camiciatura che si assottiglia progressivamente verso la punta nuda; 7) Silvertip della Winchester con una cuffia di alluminio che copre la punta e si prolunga sotto la camiciatura di tombacco quasi fino a metà del proiettile; Nossler (USA) in cui la camiciatura in tombacco è lavorata dal pieno e divisa in due parti: quella inferiore robusta ed indeformabile e quella superiore in cui lo spessore e lunghezza della camiciatura viene adattata al tipo di proiettile; 9) Core lokt della Remington che presenta un progressivo rinforzo della camiciatura verso la metà del proiettile e preintagli della stessa nella parte superiore. Fonte: https://www.earmi.it/varie/proiett.htm Navigando in Internet è possibile visionare la forma di un foro di proiettile e non mi sembra di aver intravisto un foro assimilabile a quello della discussione. Ma tutto può essere....1 punto
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Con le SLAB passano pure ma in mano ancora possiamo riconoscerle. Io non mi fido e non mi sono mai fidato di cose chiese da chi non ho una Stima Massima. Preferisco evitare l'acquisto. Grazie per l'informazione.🙏🏼1 punto
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Da sinistra in alto, andando in senso orario: moneta non identificabile; sesino di Modena per Rinaldo I d'Este; sesino di Modena per Francesco I d'Este con scritta in cartella; sesino di Modena per Rinaldo I d'Este; bagattino di Reggio Emilia. Al centro giorgino di Modena per Francesco III d'Este. Purtroppo sono monete molto diverse fra loro per materiale, per periodo e per origine (luogo di giacitura). Per annullare gli effetti derivanti dai fattori citati conduco le prove su punti di corrosione diversi ma presenti sullo stesso oggetto. Ho già trovato un paio di lastrine in bronzo e per le prime prove dovrebbero essere sufficienti. Ti ringrazio per la disponibilità... potrei comunque approfittarne in futuro 😉 Mario1 punto
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Salve a tutti, cercavo qualche informazione in più dal punto di vista postale di questa cartolina color seppia raffigurante Roma antica. Grazie mille.1 punto
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Supremazia sui barbari,la moneta smette di veicolare messaggi di accadimenti importanti o propaganda come in alto impero,mia opinione non da storico1 punto
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Ci tengo a precisare che non faccio esperimenti empirici o prove da scienziato pazzo... cerco di capire le più moderne metodologie pubblicate in ambito scientifico e, quando appaiono applicabili anche in modo "laico", cerco di mutuarle nel mio piccolo. Di seguito il collegamento al documento da cui ho preso spunto per le prove in via di esecuzione... https://www.researchgate.net/publication/349370812_Metodi_innovativi_di_inibizione_della_corrosione_da_cloruri_per_opere_in_lega_di_rame_valutazione_analitica_di_trattamenti_a_base_di_ossalato_di_sodio_e_acqua_di_calce Mario1 punto
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A mio avviso la punteggiatura è assente, inoltre nessuno meglio di chi ha la moneta in mano può affermare o meno la loro presenza,tra l'altro Raff non è uno sprovveduto, essendo specializzato proprio sulle piastre di Ferdinando II sa perfettamente cos'ha in mano...1 punto
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Ciao , mi sembra di intravedere un 9 finale , dunque direi che la data è quella.1 punto
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Credo che un utile contributo alla discussione possa darlo il recente studio di De Benetti sull'argomento in questione: https://www.academia.edu/42677288/M_De_Benetti_La_monetazione_in_argento_della_zecca_di_Firenze_proposta_per_una_nuova_classificazione_ca_1235_1303_In_Rivista_italiana_di_Numismatica_e_Scienze_Affini_121_2020_pp_269_2941 punto
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Bravo @leo9997n, hai fatto bene ad affrontare l'argomento fiorini da 12, ne abbiamo sempre parlato poco sul forum, anche perché è oggettivamente difficile affermare qualcosa con certezza. Possiamo ipotizzare che questi fiorini furono coniati dai primi anni 30 del '200 al 1256 anno della battaglia di S. Jacopo al Serchio. Abbiamo più di 20 anni dove la tipologia coniata rimane sostanzialmente immobilizzata ma con una indubbia evoluzione stilistica. Parere personale: ho sempre ritenuto plausibile che ci fosse anche una volontà di distinguere emissioni diverse ma senza altre fonti a conferma è impossibile affermarlo. La classificazione che proponi ha senso, solo starei attento a confrontare monete con gradi di conservazione differenti. Le differenze che si notano nel raffronto sui fiorini del I tipo potrebbero esser attribuibili alla diversa conservazione. L'usura su dettagli così minuti influisce non poco.. Sottoscrivo, il forum è un luogo aperto dove quello che conta di più è la passione Un saluto1 punto
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Bravo, @leo9997n! Faccio un po’ di fatica a seguire il tuo discorso, anche perché ho un po’ di remore a lanciarmi nell’analisi stilistica, dato che temo sempre di prendere per elementi stilistici discriminanti dei particolari che variano semplicemente per la mano di chi ha intagliato il conio… peraltro, bisogna avere un bacino di esemplari osservati davvero vasto per non prendere “lucciole per lanterne”: ad esempio, solo guardando i 6 esemplari che hai postato sembra, guardando le dita distese della mano destra del Battista (l’indice ed il mignolo) che anche il loro l’angolo di inclinazione possa dire qualcosa, risultando entrambi tali dita verticali nei primi due esemplari (I serie), oblique negli ultimi due (II serie) ed orizzontali nei due esemplari “con trifoglio” (III serie)… ma osservando appena 6 esemplari, non so davvero quale significato tutto ciò possa avere!😅 Preferisco, per valutazioni personali, contare su elementi più oggettivi, come il cambiamento di punzoni (o di orientamento dei punzoni) nel “costruire” le lettere o la comparsa di elementi davvero nuovi (vedi il trifoglietto a segnalare la terza serie di fiorini vecchi…); questo tuttavia non significa che l’analisi stilistica non sia da tentare, tutt’altro! Solo, io non sono in grado di sbilanciarmici! Ad ogni modo, mi è piaciuta l’annotazione circa l’angolo di apertura sul piano frontale dell’avambraccio destro del Battista che, se si confermasse in numerosi esemplari e fosse sempre invariabilmente riscontrabile in esemplari “a nimbo liscio” potrebbe effettivamente marcare un primo tipo probabilmente precoce, se nelle serie successive si confermasse la presenza di un avambraccio perfettamente verticale… Resto in attesa di commenti da chi è più esperto, ma complimenti per il coraggio e la passione, il forum ha bisogno anche di questi (oltre all’insostituibile apporto dei più esperti)!1 punto
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OSPITE D'ONORE A CALABRIA COLLEZIONA! Siamo immensamente orgogliosi di annunciare la partecipazione di un vero gigante della cultura calabrese: Salvatore Rubino! La sua presenza al nostro convegno non è solo quella di un relatore, ma è il simbolo vivente di come la cultura possa e debba unire le generazioni, creando un ponte tra i maestri di ieri e gli studiosi di oggi. Insieme al nostro Direttore Culturale, Nicolò Giaquinta, @jaconico ci guiderà in un viaggio affascinante dal titolo: “Cartamoneta: il potere delle immagini” Un'occasione imperdibile per scoprire i messaggi, i valori e i simboli nascosti nelle banconote che hanno fatto la storia d'Italia! Questa collaborazione speciale lancia un messaggio potente: "Non esistono barriere quando si parla di conoscenza, ma solo la voglia di fare squadra per divulgare la passione!" Come ha detto Nicolò, "La presenza di un maestro come Salvatore è la prova che la lingua della cultura è universale e senza tempo." Non mancate a questo incontro eccezionale, che arricchirà tutti noi! Vi aspettiamo a Rende! 13 e 14 Settembre 2025. Hotel San Francesco - Rende (Cosenza). INGRESSO GRATUITO. Perché anche in Calabria, collezionare è CULTURA!1 punto
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Sarà un occasione per conoscere di persona Amici virtuali e non...e tanti operatori da cui ho acquistato in questi anni di collezionismo. Ci vediamo sabato mattina!1 punto
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Ciao, spesso si leggono monografie e biografie su Flavio Valerio Aurelio Costantino, universalmente conosciuto semplicemente come Costantino (non Vitaliano, che appare al nr.1 su Google...), ovvero l'"Imperatore Cristiano". Oppure trattano il suo "HOC SIGNO VINCES", il concilio di Nicea, e quant'altro. E le sue numerose monete da Imperatore sono tra le più diffuse. Per questo motivo ho pensato di postare questa discussione sul giovane Costantino, dalla sua nascita fino alla sua ascesa come Cesare. E corredarla con alcune delle monete dell'epoca. Flavio Valerio Aurelio Costantino, conosciuto anche come Costantino il Grande e Costantino I (lingua latina: Flavius Valerius Constantinus) nacque a Naissus il 27 febbraio 274. Il nome di Naissus significava "città delle ninfe” ed è l’odierna Niš; questa è una delle ipotesi di individuazione dell'antica Nysa, un luogo mitico nella mitologia greca dove sarebbe cresciuto il giovane dio Dioniso. Naissus fu considerata una città degna di nota nella Geografia di Tolemeo di Alessandria. I Romani occuparono la città nel periodo della guerra dardanica (75-73 a.C.), e la città si sviluppò come crocevia strategico e città mercantile. Per alcuni decenni, a partire da Augusto, fu sede di una fortezza legionaria, e per tutto il I secolo, capitale della nuova provincia di Mesia. Mosaici Veduta Durante il periodo imperiale furono insediati sotto Settimio Severo alcuni coloni della legio VII Claudia. Nel 268, durante la crisi del III secolo quando l'impero era oramai prossimo al collasso, la più grande invasione Gotica mai vista fino ad allora arrivò fino ai Balcani. Un'invasione di Goti nella Pannonia stava portando al disastro. L'imperatore Gallieno fermò l'avanzata dei Goti sconfiggendoli in battaglia nell'aprile del 268, e quindi, nel settembre dello stesso anno, affrontò il grosso delle forze gotiche a Naissus e le sconfisse in una carneficina, la più sanguinosa battaglia del III secolo che lasciò da 30.000 a 50.000 Goti morti sul campo. La battaglia fruttò al generale capo di Gallieno, Marco Aurelio Claudio, il suo soprannome "Gothicus", nonostante il comandante della cavalleria Aureliano fosse il vero vincitore. La battaglia di Naissus mise al sicuro l'impero occidentale per altri due secoli. Non è un richiamo da poco, lo stesso Costantino nel 310 si dichiarerà discendente dello stesso Claudio Gothico, anch'esso illirico, probabilmente per rivendicare una ascendenza "nobile" e quindi degna di governare l' Impero nella sua persona e nella sua dinastia. I resti della villa imperiale a Mediana sono un importante sito archeologico vicino a Niš. 1) Villa with the Peristyle 2) Thermae 3) Nimphaeum 4) Horreum 5) Water tower 6) Fortress 7) Villa with semicircular conches 8) Villa with surrounding wall 9) Villa 10) Villa with the central corridor 11) Horreum 2 12) Holly object 13) Holly object 14) Vicus 15) Necropolis1 punto
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