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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/22/25 in tutte le aree
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Ripubblico il testo pdf con qualche errore corretto: Storia di Roma e delle sue monete.pdf5 punti
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buonasera Oppiano, a mio parere è stato un Gran convegno, erano presenti oltre i padroni di casa i migliori commercianti Campani e Siciliani ,buona affluenza di collezionisti (e che collezionisti ........).Ho sempre creduto alla riuscita dell'evento dal primo giorno della presentazione. Ho fatto 650 Km per essere presente e non mi sono pesati per niente. Saluti Michele.3 punti
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La cifra che ne ricaveresti non ti cambierebbe la vita ma conservare il ricordo del nonno non ha valore...3 punti
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Genova città etrusca Da cosa derivi il nome di Genova è ancora una questione controversa. Gli scrittori di lingua greca la citano come Genua. Gli studi moderni di glottologia fanno derivare l’appellativo dall’indoeuropeo g(h)enu “bocca”, acquisito nella lingua celto-ligure parlata nella Liguria dell’età del ferro, con riferimento alla posizione geografica. Il nome fu in seguito probabilmente fatto proprio dagli Etruschi insediati sulla collina di Castello e reso in etrusco con il vocabolo “kainua” “città nuova”, che rientra in un gruppo di nomi etruschi di città come Mantua-Mantova. Genova, già piccolo insediamento tribale ligure, nasce dunque come città etrusca : un grande centro commerciale (emporium) attorno ad un tempio dedicato ad una divinità protettrice. L’esistenza sulla collina di Castello di uno o più luoghi di culto è suggerita da alcuni graffiti, con iscrizioni, come le parole “ais” (dio) e “al” (dono), dunque un luogo dove si facevano offerte alla divinità, e da un’iscrizione incisa su un ciottolone in serpentino lavorato per essere infisso verticalmente in un supporto, che riporta il nome dell’autore della dedica, un certo Nemetie di origine celto-ligure. La divinità venerata sarebbe Sur(i)/Soranus, oggetto di culto in Etruria e nel Lazio, con un importante santuario nell’emporio di Pyrgi da dove provengono molti reperti ritrovati in loco. Oltre alle merci, gli etruschi portano anche la scrittura, come dimostrano le iscrizioni rinvenute negli scavi, redatte infatti in lingua e caratteri etruschi. L’ortografia segue le norme dell’Etruria settentrionale. Fin dalle sue origini Genova appare legata alle vicende del porto, creato in uno degli approdi più favorevoli e protetti dell’arco costiero ligure, lungo le rotte battute dalle navi mercantili, etrusche e greche. Le rotte sottocosta, già utilizzate fin dal Neolitico, come dimostrano i rinvenimenti di ossidiana da Lipari nelle grotte del Finalese e, con maggiore frequenza a partire dal VII secolo a.C., come documentano i materiali di importazione marittima rinvenuti negli scavi dei centri della Liguria orientale, offrivano protezione dai violenti venti di scirocco e libeccio che tuttora, in alcuni periodi dell’anno, rendono pericolosa la navigazione. Le alture dell’entroterra di Genova risultano già frequentate nella Preistoria. Tali presenze dimostrano la vitalità di percorsi di crinale intensamente frequentati, sia per la caccia, sia, più tardi, per lo sfruttamento delle risorse dei boschi, la pastorizia e l’agricoltura. In occasione dei lavori per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo in piazza della Vittoria è stato individuato a circa 12,5 metri sotto il piano stradale, un livello di frequentazione che conteneva un frammento di legno lavorato, datato, con analisi radiocarboniche, al Neolitico. La scoperta ha suggerito l’ipotesi dell’esistenza di una palafitta presso la foce del torrente Bisagno, zona allora paludosa ed anche oggi segnata da frequenti allagamenti. Maggiori informazioni restituisce un insediamento individuato nel cantiere della metropolitana in piazza Brignole, rimasta fuori del centro abitato fino alla costruzione della settima cinta muraria del 1626 e rimasta campagna fino ai grandi interventi urbanistici ottocenteschi. Durante i lavori di costruzione sono stati raccolti alla profondità di circa 5 m dal piano di calpestio materiali che risalgono ad un periodo tra il 3000 e il 2000 a.C.o (età del Rame/Bronzo Antico) e alla prima età del Ferro. Una grande struttura muraria in pietre a secco, della lunghezza di circa 12 metri che delimita un ampio spazio con tracce di focolari. Dunque alla fine dell’età del Bronzo e nella prima età del Ferro lungo l’arco costiero fra il capo del Promontorio e la penisola del Molo sorgevano piccoli nuclei abitati, di cui restano solo pochi frammenti di ceramica e di intonaco cotto, raccolti nel cantiere della metropolitana di Principe e nell’area del Portofranco. Ma le prime consistenti tracce archeologiche di frequentazione dei luoghi ( frammenti di anfore vinarie etrusche) sono state identificate nella zona del porto antico, materiali databili tra la fine del VII e la fine del VI secolo a.C., che costituiscono la prova dell’utilizzo come approdo, da parte di mercanti stranieri, del tratto di costa che divenne più tardi il porto medievale. Situato al centro dell’arco ligure, all’inizio l’approdo svolgeva probabilmente funzioni di scalo tecnico, per l’abbondanza di acqua potabile e combustibile, la presenza di una spiaggia riparata su cui tirare in secca le imbarcazioni (che a quel tempo navigavano solo di giorno) e la protezione della penisoletta del Molo in caso di burrasca. Il complesso dei materiali dei livelli della fine del VII e VI secolo di Portofranco mostra una notevole varietà di provenienze e costituisce una sorta di repertorio delle merci commerciate lungo le coste tirreniche, con una netta maggioranza di oggetti provenienti dall’Etruria costiera (vasellame in bucchero, recipienti da cucina e da dispensa e anfore vinarie. Un numero consistente di materiali proveniva da Caere (Cerveteri), importante città etrusca, vicina al Tevere e al territorio dei Latini, che dalla fine del VII secolo esportava a Nord (attraverso il porto di Genova) i prodotti della sua ricca agricoltura. Genova dunque nasce già come è oggi, il porto della pianura padana e oltre questa, attraverso i passi alpini, la via principale per il nord Europa per le merci provenienti dal Mediterraneo. Già da allora venivano utilizzati percorsi lungo la Val Polcevera in seguito ricalcati dal tracciato romano della via Postumia e oggi dalle moderne autostrade. Grande importanza aveva il commercio di ambra e di schiavi che arrivavano da nord tramite i Celti. In cambio gli Etruschi fornivano soprattutto il vino accompagnato dagli oggetti necessari per il suo consumo: vasi in bucchero, ceramiche dipinte e recipienti in metallo. Tra la fine del VII e i primi decenni del VI secolo a.C. ebbe inizio anche un commercio con la Gallia, dove nel 600 a.C. era stata fondata in territorio ligure la colonia greca di Marsiglia. Ma Genova riserva altre sorprese. Nel corso dei lavori di scavo per la realizzazione di un pozzo per la metropolitana nella Spianata dell’Acquasola è stata messa in luce, a 14 metri di profondità dal piano di calpestio, parte della base di un grande tumulo sepolcrale che si ritiene simile a quelli di Cerveteri, che misurava in origine circa 15 metri di diametro ed era circondato da un muro di sostegno. All’interno del tumulo sono stati rinvenuti i resti di alcune tombe a incinerazione, costituite da quattro lastrine di pietra infisse verticalmente per delimitare uno spazio quadrangolare entro cui doveva essere deposto il corredo. La struttura monumentale della tomba e le sue dimensioni suggeriscono che fosse destinata ad un personaggio importante, la cui sepoltura doveva trovarsi in posizione centrale, attorniata da altre, forse di parenti stretti. I corredi ritrovati conservano frammenti di bucchero di produzione etrusco meridionale, di alcune coppette, due piccoli perni in bronzo attribuibili ad un gancio di cinturone e due fibule in bronzo, oggetti provenienti da siti tra Lazio e Campania frequentati da mercanti etruschi. Il ritrovamento nella tomba dei resti di una donna di circa trent’anni che dagli oggetti di ornamento dovrebbe aver indossato un costume tipico dell’area campano laziale hanno fatto pensare che allora fosse già in atto a Genova una politica di scambi e alleanze suggellate da matrimoni. Dunque una nobildonna etrusca del sud andata in sposa a un ricco genovese forse di etnia ligure a stringere un patto di alleanza finalizzato al commercio. Alla fine del VI secolo a.C. risalgono le prime tracce di frequentazione del colle di Castello, uno sperone roccioso sul crinale che si prolunga fino alla penisola del Molo (vicino agli attuali Magazzini del sale e a Porta Siberia), che offriva una buona visibilità sull’intero arco costiero, da Portofino fino a Capo Mele. Le buche per palo e per i focolari ritrovati nell’area del convento di San Silvestro, fanno pensare a capanne in legno, probabilmente con copertura di paglia o stoppie. Anche due edifici in pietra sono attribuibili a questa prima fase di vita dell’oppidum, come il sito fu più tardi definito dagli storici di età romana: il primo era un recinto monumentale, con un’apertura delimitata da pilastri, costruito accuratamente in blocchetti di pietra disposti in filari regolari. Il vasellame ritrovato era in netta maggioranza importato. Si tratta prevalentemente di recipienti da cucina proveniente da vari centri dell’Etruria, mentre fra le ceramiche fini da mensa sono attestati vasi di fabbricazione attica a figure nere e figure rosse. Essendo un grande emporio, Genova etrusca commerciava, come si è visto, anche con i Greci della attuale Francia meridionale e in particolare di Massilia (Marsiglia). La realizzazione di un centro stabile a Genova sembra rispondere, ad un’esigenza di mercato. La convergenza sul porto di una rete di percorsi di crinale e di fondovalle in corrispondenza di valichi, che collegavano la città ai territori padani, e la posizione costiera in un punto centrale del golfo ligure facevano della città una cerniera tra Etruschi, Greci di Marsiglia, Celti e Liguri dell’interno. Nel V secolo Genova era già un importante centro portuale che riceveva derrate alimentari e prodotti artigianali da tutto il Mediterraneo, in parte utilizzandoli direttamente, in parte smistandoli verso il Piemonte meridionale e i siti costieri della Liguria centrale. Insomma “l’emporio dei Liguri” di cui parla Strabone. Nel corso della prima metà del V secolo l’abitato sulla collina di Castello si ingrandisce. Nell’oppidum trovavano posto anche officine per la lavorazione dei metalli, principalmente del ferro, come dimostrano le abbondanti scorie di lavorazione e un resto di forno fusorio, Tracce che testimoniano della presenza di artigiani provenienti dall’Etruria, all’epoca all’avanguardia nella siderurgia. Qualcuno ha ipotizzato la presenza di esperti etruschi che esploravano l’entroterra alla ricerca di giacimenti da sfruttare. Sono stati rinvenuti anche ovili, pollai e recinti per animali. Lo studio delle ossa documenta la presenza oltre che di animali allevati per l’alimentazione, anche di cani e cavalli. Circa alla metà del V secolo l’oppidum fu circondato da una poderosa cinta muraria di circa due metri di spessore. Nel tratto occupato nel medioevo dal palazzo del Vescovo sono stati ritrovati i resti di una torre quadrangolare che permetteva il controllo dell’intero arco portuale e di un vasto braccio di mare che a Ponente arrivava fino a Capo Noli. All’estremità nord, nell’area ora occupata dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie la nuova, si apriva una porta che costituiva l’accesso all’oppidum per chi proveniva dal porto. Lo spazio interno era pavimentato in ciottoli, mentre all’esterno del muro una rampa gradinata di pietre sovrapposte, in discesa è stata interpretata come ciò che resta della antica via che dai moli saliva alla città posta sulla cima del colle. Come tutti i centri etruschi la città dei vivi era circondata da quella dei defunti. La necropoli preromana si estendeva sulle colline di Santo Stefano e Sant’Andrea, separate dal corso del torrente Rivotorbido. Gli oggetti di corredo più antichi risalgono al primo quarto del V secolo a.C., cioè a circa due generazioni dopo la fondazione dell’oppidum, ma nel corso dei lavori in piazza Dante, nel 1910, furono raccolti anche alcuni frammenti di vasi etruschi a figure nere del VI secolo a.C. che fanno supporre che le tombe più antiche siano andate distrutte nel corso dei secoli. La forma delle sepolture, radicalmente differente da quella a cassa in lastre di pietra, adottata invariabilmente presso le popolazioni Liguri dall’VIII secolo a.C., è tipica dell’Etruria settentrionale interna e padana, e dimostra come questo tipo di sepolcro sia stato introdotto a Genova dagli immigrati Etruschi. Ciascuna tomba ospitava uno o più defunti, legati da rapporti famigliari. La composizione dei corredi rispecchia un benessere diffuso. Dunque, fin dai suoi primi secoli Genova fu una città ricca, ma anche un centro multietnico proprio per la frequentazione di mercanti provenienti da ogni zona del Mediterraneo e dell’Europa. La città non aveva una composizione etnica omogenea, ma formata di genti provenienti da aree diverse, portatrici quindi di differenti culture, tuttavia proprio da ciò che è stato ritrovato appare chiaro che sono gli Etruschi l’etnia dominante. Essi introducono la metallurgia, controllano l’emporio, introducono la scrittura, influenzano fortemente culti e rituali funerari, la cerimonialità collettiva (corredi da vino), le tecniche artigianali ed edilizie. I nomi di persona documentati a Genova, talvolta abbreviati o suggeriti dalle sole iniziali, graffiti con uno strumento appuntito sulle pareti o sul fondo di vasi di uso quotidiano per segnalarne il possessore, sono in maggioranza etruschi. Gli etruschi soprattutto controllavano il commercio. Dall’area di Golasecca proveniva la donna di alto rango sepolta in una delle tombe della necropoli insieme a un ricco apparato di gioielli fra cui spiccano una elaborata collana di ambra con pendenti intagliati a forma di stivaletto o vaso. La presenza di una ricca e probabilmente donna straniera sepolta a Genova rappresenta un’ulteriore conferma dell’uso di cementare alleanze commerciali medianti matrimoni. I gioielli della tomba, indicano anche strette connessioni con i centri dell’Etruria padana dove operavano botteghe orafe che producevano fibule in metalli preziosi e raffinate collane e pendagli intagliati nell’ambra importata dal Mar Baltico attraverso i Celti. Molti altri elementi di collana in ambra sono stati rinvenuti nella necropoli e nell’abitato, insieme ad altri oggetti di importazione come alcune raffinate fusaiole in pasta di vetro prodotte principalmente fra Veneto e Slovenia e diffuse specialmente in sepolture nel Veneto, in Etruria padana e nel Piceno. Ma Genova era anche un importante luogo di reclutamento e imbarco di soldati mercenari. Lo testimonia l’elevato ritrovamento di armi e complementi di abbigliamento militare prodotti in tutto il Mediterraneo, un elemento in contrasto con l’immagine di una società dedita prevalentemente al commercio e all’artigianato e dunque sostanzialmente pacifica. Questo ha fatto pensare non alla presenza di una forte guarnigione a protezione della città e del porto, ma al possibile ruolo di Genova come porto di imbarco e reclutamento di truppe mercenarie. Le fonti storiche sono infatti ricche di testimonianze sull’impiego di mercenari liguri e celti, specialmente da parte dei Cartaginesi e dei Greci. di Giorgio Amico http://storiaminuta.altervista.org/genova-citta-etrusca/3 punti
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Buongiorno Antonio,a quando qualche denario con identità di conio? le discussioni languono😏3 punti
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Sono stati nascosti gli ultimi interventi, generati, a quanto sembra, da una vecchia ruggine tra due utenti. Come sempre, e come da regolamento, invito gli interessati a chiarirsi in privato. Grazie.2 punti
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Quest'oggi ho trovato questa interessante web-serie in cui viene mostrato il museo Napoleone al Castello di Fontainebleau. La puntata che vi propongo, intitolata "La medaglia, un'arte al servizio del potere", tratta proprio della medaglistica e monetazione napoleonica. Il video è in francese ma inserendo i sottotitoli diventa abbastanza comprensibile anche per chi non mastica particolarmente questa lingua.2 punti
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La nota del Magliocca si riferisce al tipo con fiore usato come simbolo di interpunzione in tutta la legenda del rovescio,nel caso dell' esemplare dell' ACM è da inquadrare tra i tipi con diversi simboli a "chiudere" la legenda al rovescio: croce rinforzata, croce semplice e adesso il fiore, e probabilmente ci saranno altri simboli ancora da censire... Comunque è una moneta interessante e effettivamente inedita... Non ho guardato il CNI...2 punti
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Ciao Tiziano! Come hai anticipato parleremo anche delle medaglie della Lavanda, di cui hai postato un esemplare coevo Settecentesco relativo al pontificato di Pio VI. Sono medaglie un po' ripetitive nei tipi iconografici ma molto interessanti per le trasformazioni dei conii e per la loro elevata rarità in prima tiratura. A domani sera!2 punti
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Francobolli sull’asse Italia-Cina: quando un errore può valere fino a 50 mila euro di Danilo Bogoni Nella vendita di Ferrario, il francobollo d’Italia da 5 cent verde col profilo di Vittorio Emanuele III sovrastampato «Pechino» Un frammento di italianità in Cina è affidata, nella corposa vendita che Ferrario (www.ferrarioaste.com) batterà venerdì 26 settembre, ad una variante del francobollo d’Italia da 5 centesimi verde col profilo di Vittorio Emanuele III soprastampato «Pechino» e valore 8c anziché 2c. Destinato al personale della Legazione nella capitale cinese aperta dopo la repressione della rivolta dei Boxer, farà alzare le palette da 50 mila euro. Made in Cina è invece il 5 dollari su 3c del 1897, prezzato 20 mila euro. Protagonista della vendita LaserIvest (www.laserivest.com) del 28 la collezione di posta area di Fiorenzo Longhi. Con documenti aeropostali, originati tra l’altro dai collegamenti postali di fortuna posti in essere subito dopo la firma, il 3 novembre 1918, dell’armistizio che pose fine alla Grande guerra. Corrispondenze particolari Considerata la difficoltà di servirsi dei mezzi terrestri e marini, in questo secondo caso per la presenza di numerose mine vaganti nell’Adriatico, per i corrieri diretti nelle zone occupate dell’Istria e della Dalmazia, la Regia Marina decise di mettere a disposizione alcuni idrovolanti, inizialmente per la corrispondenza militare, ed in seguito aperta anche civili, tra Venezia e città come Trieste, Fiume, Pola Zara. Le corrispondenze così trasportate da novembre 1918 a maggio 1919, si riconoscono per timbri, che documentano l’inoltro tramite posta aerea Transadriatica. Una lettera del 1918 diretta all’Ufficio Imposte di Zara è proposta a 7.500 euro. Dalla stessa collezione proviene anche la cartolina con destinazione Napoli, trasporta col dirigibile semirigido M1 uscito nella prima metà degli anni Dieci del secolo scorso dallo stabilimento romano Costruzioni Aeronautiche. È stimata 2 mila euro. Francobolli sull’asse Italia-Cina: quando un errore può valere fino a 50 mila euro | Corriere.it2 punti
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Buongiorno,ne ho visionati più di qualcuno e secondo me è un mezzo tetarteron di Manuele I, zecca di Tessalonica https://www.acsearch.info/search.html?term=manuel+I+"half+tetarteron"++christ+standing&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=02 punti
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E non solo. Come puoi vedere ci sono altre massime rarità. Alcuni pezzi della collezione Spahr provengono proprio da questa vendita.2 punti
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@Carlo. @eurocollezionista @[email protected] @Niconik @andreacap @Mayer @Karma @squyrry @gasp.are @Yak @Ciccio 86 @Romolo75 @matcor @stegiato @aldo marchesi @katomic @Sgheo @Yosemite Sam @cr1c3t0 @Presidente @andrea0685 @wetter @Gabriele @legioprimigenia spero di farvi cosa gradita segnalandovi l'apertura della seconda razzia che rimarrà attiva solo fino a fine ottobre per poi dare corso alla terza con le monete mancanti. se volete qualche cosa, come al solito, rispondere alla discussione grazie ciao2 punti
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Certo che c’è un mercato, magari di nicchia. Sovente si vedono in aste. Alcuni esempi:2 punti
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DE GREGE EPICURI Ottima e interessante giornata, da tutti i punti di vista. Come ciliegina finale, si sono potute finalmente vedere le monete della Collezione Pautasso (esposizione chiusa per alcuni anni a causa di un furto), fra cui soprattutto molte decine (forse centinaia) di dracme cisalpine, e decine di oboli "tipo Serra Ricco' ", di cui purtroppo erano visibili solo un paio di rovesci: Diciamo che, in generale, le modalità di esposizione/presentazione possono essere molto migliorate. Fra le relazioni presentate, mi ha colpito anzitutto quella di Elisa Benedetto sul ritrovamento di Serra Riccò: ho finalmente capito le sue modalità, la dispersione immediata del tesoretto, il recupero rapido di 164 esemplari, la "verosimile" attribuzione a Serra Riccò di altre centinaia di monete (pare che in origine fossero circa 2000), e gli studi successivi, certo non esauriti: non è ancora stato fatto uno studio sui conii. Forse ancora più interessante l'intervento di Rodolfo Martini: partendo dalle figure di Nerone Druso (il figliastro di Augusto), Germanico e Caligola, attraverso una breve storia della carriera di Augusto e delle legioni augustee (da lui riformate), si è arrivati alla discussione di alcune contromarche, fra cui quelle "di Varo": su di esse, il relatore ha espresso e motivato una sua interpretazione originale. Mi auguro di poter rileggere il tutto in una prossima pubblicazione.2 punti
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Si... Il fatto è che per Amedeo VII la parte femminile mi ricorda quella canzone popolare e mi viene sempre in mente "Bona sua mari.. Bona la figlia e la mugliera..." Bona di Borbone una, Bona di Berry la moglie, Bona la figlia... Se non si rischiasse di essere additato come maschilista direi che era un bel periodo! Comunque il Cudazzo ora lo ha spostato ad Amedeo VII... a parte tutto...2 punti
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Ciao @Marco casali trovata.. è un Grosso di Frinco in provincia di Asti che imita un douzain di Avignone di Papa Clemente VIII 😊 https://www.acsearch.info/search.html?id=64934872 punti
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Cari Amici, Vi segnalo questo evento che si svolgerà qui a Roma il giorno domenica 28 settembre dedicato a tutti i collezionisti di numismatica, filatelia, cartofilia ed a semplici appassionati. Accorrete numerosi, è presente all'interno un punto di ristoro. Grazie. Saluti da Max1 punto
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Buonasera a tutti, girovagando per un mercatino mi sono imbattuto in un banchetto con un centinaio di buste a poco prezzo. Mosso dalla curiosità (alimentata dalla lettura di questa sezione 😁) mi sono messo a spulciarle e ho trovato tre buste che mi sono sembrate interessanti. Ve le propongo per avere qualche delucidazione filatelica. La prima, come da oggetto, è una busta (teoricamente) FDC della Repubblica Araba Unita. Teoricamente perché non ho trovato notizie di una commemorazione in tale data (la fondazione dovrebbe essere avvenuta il 1 febbraio 1958 (come scritto anche sui francobolli), ma la data commemorata dalla busta è il 22 marzo 1958. Qualcuno sa a cosa faccia riferimento? Mi piace lo stemma con le bandiere di Siria e quella (co-ufficiale) dell'Egitto. Presumo che i due personaggi al centro siano i due presidenti. Su internet ho trovato solo due siti (di cui uno era la baia) e per entrambi era stata venduta (non solo proposta) a 85 e a 68 euro... Non credo li valga, ma in ogni caso è stato un acquisto interessante sulla storia di quel periodo. I francobolli dovrebbero infatti essere comuni, ma sono comunque molto belli, rappresentanti le due nazioni unite. Ogni osservazione è gradita. Posterò a breve anche gli altri due acquisti Saluti Regium1 punto
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DE GREGE EPICURI Essendo di area etrusca, io l'avrei messa fra le Monete Preromane; immagino che l'articolo di Panvini Rosati sia difficile da trovare, essendo uscito su una rivista locale. Sicuramente connessa con la Seconda Punica ed Annibale, è una moneta molto affascinante, ma anch'io non ho mai letto nulla di specifico.1 punto
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Molto bene. Allora, il prossimo anno cercherò di esserci. Grazie.1 punto
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Ciao Ale,sono andato a somiglianza ma se dai il placet significa che ci ho azzeccato😃1 punto
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Ciao Nino, grazie per l'intervento. Si molto probabile che alcune piccole differenze siano dovute proprio ad interventi fatti sulle due monete ( purtroppo !). Non ho molti bronzi in collezione, ma da visione e studio diretto di queste ultime e dalle molte monete che visiono da foto, qualcosa inizio a capire . Restiamo in attesa di ulteriori e sempre graditi pareri 🙂. ANTONIO1 punto
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è la moneta prova della 200 lire del 1977 che ha la mezzaluna in incuso 1977 prova1 punto
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Aquila, Carlo VIII di Francia, 1495 cavallo in rame , croce tripartita https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CVIIIAQ/61 punto
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Perdonate la battuta ma... "costa più il tempo a contar le "strisce" di quanto val la moneta... 😄1 punto
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Salve, questa busta di fine 800, reca un bel timbro ovale di colore viola del sindaco del comune di Alimena. È indirizzata al Procuratore del Re (?) presso il tribunale civile e penale di Termini Imerese. Come al solito non conoscendo la storia postale, se non nei minimi termini, pur sforzandomi non riesco a fare ordine tra tutti i timbri presenti e lo scopo di questa lettera. Chiedo il vostro aiuto. Grazie. Questo è l'interno della busta1 punto
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Salve,si è un follis di Niceforo III con la legenda C-Φ/N-Δ. Il peso basso magari è dovuto al fatto che la moneta è un po tosata. Nella lista che ti posto ce ne una integra che pesa poco più di 4 g. https://www.acsearch.info/search.html?term=C-Φ%2FN-Δ&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=01 punto
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Sino a qualche anno fa consideravo le ultracentenarie (escludendo le bicentenarie ed oltre), quelle che andavano dalla seconda metà dell'ottocento sino a max i primi del novecento, ma trovandoci già nel 2025 (purtroppo) sono ultracentenarie anche quelle sino al 1924........... troppo giovincelle!1 punto
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Ciao Fabrizio, ti ringrazio per i tuoi sempre preziosi consigli. Nel caso di specie mi dispiaceva solo lasciarla nella ciotola per neanche una decina di euro.. Con la dovuta calma cercherò una sostituta degna di accompagnare il 10 lire..1 punto
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Ciao È un double tournois di Luigi XIII della zecca di Lione, penso tipo questo... https://www.cgbfr.com/louis-xiii-le-juste-double-tournois-au-petit-buste-enfantin-col-plat-de-lyon-1615-lyon-ttb,bry_643870,a.html L'anno non si vede...1 punto
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A mio parere era migliore l'altra, nonostante la patina non fosse, per me, molto gradevole. Se l'hai pagata molto poco va bene, ma se posso permettermi, ti consiglierei di evitare acquisti di questo tipo soprattutto se hai già la tipologia in questione. Il 10 Lire che hai preso è davvero molto molto piacevole, e quello che raccomando è mantenersi sulla stessa qualità così da dare un aspetto armonico alla raccolta. Queste fecondità, ravvicinate al 10 Lire, stridono spiccatamente....1 punto
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Una moneta antica solitamente ha dei 'difettucci' (anche impercettibili a prima vista) che la rendono unica. La tua aveva tante stranezze ed il più importante (per me) è lo 'sfondo' troppo piatto e perfetto (con piccoli danni fatti di proposito per mascherare), come solitamente sono le repliche.1 punto
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La volpe percorrerà 56 km (in 7 ore), mentre la lumaca avrà percorso 14 km. Saluti e buon lunedì1 punto
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Egitto, 1958, Commemorativi della Nascita della Repubblica Araba Unita, .. i francobolli rappresentano le mappe collegate di Egitto/Siria. La tua FDC non e' viaggiata, ma è bella e trovarla in Italia non e' comune, sicuramente portata dall' Egitto da un turista ..?!? Non credere a quello che leggi sulla baia e' il classico fishing di furboni in cattiva fede che inquinano questo meraviglioso hobby, la busta e' comunque bella del valore di qualche euro ed e' assolutamente evocativa di un evento storico, il tuo e' stato un ottimo acquisto.1 punto
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Il video di sabato a Catania della tavola rotonda. https://www.facebook.com/share/v/1FsmGUftLe/?mibextid=wwXIfr1 punto
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Almeno un “grazie” sarebbe gradito. Consigli utili Ricordatevi di ringraziare, di allegare delle foto decenti e se possibile di riempire le caratteristiche principali della moneta.1 punto
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Buon Pomeriggio! Modena Aggiungo un 5 Centesimi nero su verde, sigla catalogo Sc# 1 Il francobollo è usato e in discrete condizioni. In questo esemplare l'annullo si nota appena Come sempre i vostri commenti sono graditi Saluti1 punto
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Stamattina erano presenti i soliti gruppetti di appassionati ed espositori (senza banco). Si dice che essendoci doppio senso di marcia in via spadari, sarebbe pericoloso per i visitatori. Giusto! Ma allora perché non farlo provvisoriamente nelle viuzze interne tra via spadari e via orefici. Certo, la galleria avrebbe i posti già assegnati, ma ci sarebbe abbastanza spazio per tutti (visto che i banchetti sono abbastanza pochi ormai...). Se solo si volesse fare uno sforzo... In ultimo mi chiedo come mai non ci sono interventi di responsabili dell'associazione, che sicuramente seguiranno il forum, che ci possano dare qualche notizia o che ci spieghino quali iniziative sono state intraprese. Buona domenica....senza mercatino 🤨1 punto
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Oppiano prima di inserire un 500 prova 1957 avvisa...devo prendermi la pastiglia per il cuore.1 punto
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Non scherzare, credo che siamo dei buoni filatelici e sopratutto amanti della filatelia e delle sue branchie, ma vedo con piacere che la sezione filatelia si stà popolando di amici che hanno tanta volontà di sapere e di mostrare il loro materiale per saperne sempre di più, se fra tutti riusciamo a collimare sarà una bella cosa, nessuno nasce imparato e nessuno finirà mai di imparare e nessuno (speriamo) finirà di insegnarci, grazie PostOffice per le tue parole e per aver creato questa sezione1 punto
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