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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/24/25 in tutte le aree
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Buon Pomeriggio a Tutti, oggi condivido questo 20 kreuzer del 1765 di recente acquisto, zecca BP per Kremnika (Kremnitz Slovacchia), SK e PD sono le iniziali degli incisori/monetieri. Si tratta di una moneta coniata nell'ultimo anno di regno di Francesco I° di Lorena che era il consorte della Regina Maria Teresa d'Austria. La coppia che si unì in matrimonio a Vienna nel 1736 ebbe ben 16 figli, tra questi 2 futuri imperatori d'Austria - Giuseppe II° e Leopoldo II°, Maria Antonietta futura Regina di Francia e la Regina Maria Carolina di Napoli, moglie di Ferdinando IV° di Napoli e III° di Sicilia. Certamente non poco. Grazie per l'attenzione.6 punti
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Buonasera, Volevo condividere questo esemplare di una 5 lire del 1926. La patina che ha preso nel monetiere, dopo circa sette mesi, è a dir poco bellissima, almeno per i miei gusti. Da un grigio chiaro è passata ad uno più scuro che ha esaltato tutti i dettagli. Vorrei avere il vostro parere sulla conservazione ed eventualmente una valutazione. Grazie mille Atexano5 punti
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Per un po’ , ultimo arrivo. Consumata ma l’ho trovata piacevole e nelle mie corde.3 punti
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3 punti
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...e come tradizione qualche foto della bella e interessante serata3 punti
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Pinzette filateliche, bicarbonato di sodio che solitamente e' usato in cucina, due bottiglie vuote di plastica dell' acqua minerale che taglierai alla base per formare un contenitore..... .... in questo modo.. uno di questi contenitori verra' riempito a metà di acqua tiepida e verra' aggiunto un generoso cucchiaino di bicarbonato di sodio.. col cucchiaino girare affinché il bicarbonato non si scioglie ... .... nell' altro contenitore mettere dell' acqua fredda per il risciacquo. A questo punto con le pinzette prendere il Francobollo e metterlo a bagno muovendolo ogni tanto con la pinzetta all' interno del contenitore e poi lasciarlo a bagno, usare lo stesso bagnetto per quattro o cinque francobolli alla volta. Ricordo che i francobolli nuovi con questa operazione perderanno la gomma = colla irreparabilmente !!! Pertanto decidi tu quale materiale lavare consapevole di quanto sopra. Lasciare i Francobolli nel bagnetto per 10/15 minuti non di piu', poi ovviamente sempre con le pinzette tirarli fuori uno alla volta e uno alla volta sempre tenuto con la pinzetta risciacquarlo nel contenitore con l' acqua fredda pulita, .... dopodiché depositare il Francobollo su un panno di cotone pulito che si è preventivamente preparato su un tavolo, .... girarli dietro fronte ogni tanto e lasciarli sul panno di cotone anche due o tre ore ad asciugare all' aria, non usare sole o fonti di calore altrimenti i francobolli si arriccieranno, ...... dopodiché prendere un foglio di carta da forno o carta oleata dove metteremo i francobolli chiudendoli a libro... e metteremo il tutto in mezzo ad un elenco del telefono ( lo so che non esistono piu' ma io li ho tenuti per questo lavoro perché pesanti) o un librone pesante.. fino al giorno successivo quando i nostri francobolli saranno asciutti, stirati, lavati e disinfettati, ..e saranno pronti per un nuovo raccoglitore. Questo il primo step per combattere la ruggine, se le macchie non saranno sparite completamente passeremo ad un trattamento un po' più invasivo, .. ma credo che per il momento il bagnetto con bicarbonato sia sufficiente. Ovviamente per questo lavoro ci vuole un minimo di abilità, quindi inizia con materiale comune di poco valore, .. sia chiaro, declino pubblicamente ogni responsabilità nel caso di danni al materiale !!! I miei sono consigli e rimangono consigli.3 punti
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Carissimi, con grande soddisfazione vi segnalo l'uscita del volume n. 4 della rivista Kalkas, da questo numero anche in modalità open access (https://www.kalkas.it/). Il volume in questione è dedicato al collezionismo storico e contiene due saggi di Numismatica. Buona lettura e buon weekend a tutti!2 punti
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Come giustamente riportato da PostOffice non può esserlo perchè non è un cosiddetto "prodotto correlato" ad una emissione filatelica. In ambito marcofilo la tua cartolina appartiene alla categoria "manifestazioni locali", in cui chiunque intenda promuovere commemorazioni piuttosto che eventi socio-culturali o quant'altro, può richiedere il "Servizio Filatelico Temporaneo con Annullo Speciale", il quale potrà essere utilizzato per quegli appassionati che desidereranno avere un ricordo "filatelico" dell'evento a cui hanno partecipato. E' davvero bella la tua cartolina, conservala con cura2 punti
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La moneta è autentica ed in mano è più carina che in foto. L'immagine è del venditore che l'aveva alcuni anni fa (si trova ancora online) ma l'esemplare non è in vendita ed è da tempo nella mia collezione, per questo ti chiedevo la provenienza delle foto.2 punti
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Ho il piacere di comunicare la pubblicazione de "Le monete della Serenissima il 16° secolo" Il libro, in modo simile ai precedenti della stessa serie, in 280 pagine esamina le coniazioni dogali da L. Loredan a P. Cicogna N. B.: come sempre le novità non mancano😉2 punti
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Tranquillo, ti ringrazio ma io faccio solo Ferdinando II , il migliore dei Borbone 😂. Lo facevo pure io con i cd e anche con i fumetti (ne prendevo uno da leggere e uno da tenere immacolato) menomale che ho smesso 😂.2 punti
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Grazie Antonio per la bella ed interessantisima conferenza su un argomento che, in tutta sincerità, non avrei mai pensato di trovare così affascinante. Il tuo modo di esporre e di spiegare, anche ad un profano come me, fa veramente capire quanto studio e quanta ricerca di documentazione ci sia da parte tua che ti consente anche di trasmettere a tutti la tua passione. Grazie anche al CCNM che fa venire voglia che sia già ora della prossima conferenza.2 punti
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Le 34enni hanno una marcia in più. Questa in particolare la stavo prendendo io ma poi ho temporeggiato ed eccola qui, il prezzo era ottimo, sei stato bravo! Ciao didrachm, per me è una I, se fosse stata una H vedremmo anche l'altra astina. Saluto tutti. Raffaele.2 punti
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Complimenti a Antonio, relazione entusiasmante anche per me che non mastico le papali 💪🏾2 punti
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Tecnicamente sono scorie all' interno della lega metallica che poi si dissolvono a causa del calore causato dal processo di fusione lasciando dei "vuoti" quando la lega si raffredda,a volte queste carie le troviamo anche sul dritto o sul rovescio o addirittura su ambedue le facce,lo stesso problema si riscontra anche nei 10 tornesi di Ferdinando II di Borbone nei primi anni di regno...2 punti
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Salve Rufilius,a parte una rimaneggiatura di conio possibile ab antiquo,io propendo su una invenzione di chi ha abbassato i campi e non sapeva come erano in origine in quanto consunti.mia modesta opinione2 punti
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Nel variopinto mondo dei monogrammi della repubblica romana ne esistono alcuni ai quali risulta difficile collegare un personaggio mitico o un piu' semplice Magistrato , si va quindi per supposizioni cercando tra i passi scritti degli storici i probabili collegamenti tra monogramma e personaggio . Uno di questi monogrammi , diciamo misteriosi , e' il PT o TP , al quale riesce piuttosto difficile collegare il nome del personaggio di riferimento . Provo a collegare a questo monogramma il personaggio Publio Baebio Tamphilo , ma chi era costui , nel caso fosse lui ? La strada della memoria che mi porterebbe a collegare PT al suddetto personaggio e' vaga , infatti non ricordo bene a sola memoria ed ora non ho sottomano i testi per la verifica , se la notizia provenga da Tito Livio (ab Urbe condida) o da Dionigi di Alicarnasso (Antichita' romane) o da Plutarco (Vite parallele) o da altro storico antico della repubblica romana . Chiunque sia lo storico il passo e' questo : Sotto il consolato di P. Cornelio e P. Bebio Tamfilo , in un terreno di L. Petilio , alle falde del Gianicolo , furono rinvenute delle antiche arche (cassa , sacello , tomba) di pietra . Letto che in un' iscrizione posta sulla prima delle due arche era indicato che c' era il corpo di Numa Pompilio , mentre nella seconda arca erano stati nascosti sette libri latini sul tema delle leggi dei Pontefici , ed altrettanti libri ma scritti in lingua Greca sul tema di una materia straniera , i libri latini vennero conservati per volontà del Senato , invece il Pretore Q. Petilio bruciò quelli Greci , tramite i Vittimari , uomini che erano gli addetti al sacrificio e che avevano il compito di condurre la vittima all’ ara e ucciderla estraendone quindi le viscere , in base a queste e sul modo in cui si presentavano , gli aruspici , cioe' i Sacerdoti , emettevano un giudizio se favorevole o contrario alla comunita' o al comandante in caso di guerra , o nel caso di prodigi . Quindi dopo aver allestito un rogo al cospetto del popolo , dal momento che aveva dichiarato che essi sarebbero stati di danno alla città , quei libri greci vennero bruciati . Dopo che il duumviro M. Atilio , dopo essere stato corrotto , aveva dato a Petronio Sabino affinché lo ricopiasse un libro affidato alla sua custodia e contenente i segreti dei rituali sacri , il re Tarquinio ordinò che quello , dopo essere stato messo in un sacco , venisse gettato in mare ; molto tempo dopo per mezzo di una legge , lo stesso genere di supplizio venne usato verso i parricidi , perché la violazione dei genitori e degli dèi doveva essere eseguita con la medesima punizione . Ora letta questa storia sarebbe assurdo pensare che il P(ublio) Baebio Tamphilo sia il personaggio di questa storia il cui monogramma compare nell' Asse , al tempo di questa storia leggendaria la “moneta” di Roma era forse l' AES rude , non certamente il bronzo coniato . E' probabile , ma impossibile dimostrarlo , che un antico discendente della Gens Baebia , forse il Console nel 182 a.C. e precedentemente Pretore nel 199 a.C. , Cneo Baebio Tamphilo , oppure suo figlio con lo stesso prenome e cognome del padre Console , i cui soprannomi o cognomi erano rimasti invariati fin dalla remota antichita' : Tamphilo , vollero ricordare il loro antenato comune Publio Baebio Tamphilo tramite il monogramma PT o TP, a ricordo di quei fatti leggendari risalenti all' eta' regia . Quasi tutti i passi della storia sopra narrata , di cui non ricordo la sorgente , provengono dal sito : https://www.bing.com/ck/a?!&&p=4ea2230805fcb1f1a31269736e3396abc290cf2c4b1997dc69a376322bbb1f16JmltdHM9MTc1ODU4NTYwMA&ptn=3&ver=2&hsh=4&fclid=0fc354c2-4a46-699f-259b-42e34b31682d&psq=Publio+Baebio+Tamphilo&u=a1aHR0cHM6Ly93d3cuc2t1b2xhc3ByaW50Lml0L2xpYnJvLWxhdGluby90YW50dWNjaS1wbHVzL3AtY29ybmVsaW8tYmFlYmlvLXRhbXBoaWxvLWNvbnN1bGlidXMtaW4tYWdyby1sLXBldGlsaS1zdWItaWFuaWN1bG8tYXJjYWUtYW50aXF1YWUtbGFwaWRlYWUtcmVwZXJ0YWUtc3VudC1MXzk2NTMyLmh0bWw Allego un mio Asse con il monogramma PT o TP a secondo di come lo si vuol leggere , personalmente penserei piu' a leggerlo come PT , ma e' solo una personale opinione derivante da quanto esposto . Pesa 36,6 grammi ed e' un Cr.177/11 punto
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Arriverà prima Alberto in bicicletta. Giovanni impiega 16 unità temporali per la prima metà del percorso e 1 unità temporale per la seconda metà, per 17 totali. Alberto impiega 16 unità temporali. Vincono entrambi perché usano forme di mobilità sostenibile! Saluti1 punto
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E' uno dei regni anglo-sassoni di Britannia : tornato indipendente dopo la sottomissione da parte di Offa, é conquistato dai vichinghi danesi che ne sconfissero ed uccisero il re Edmondo, poi canonizzato . E' forse battuto in Ipswich, un " rare " esemplare di penny con al diritto monogramma e leggenda ed al rovescio croce e leggenda . Sarà il 31 Maggio in vendita LeuNum. 18 al n. 1008 .1 punto
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Salve,qui da noi per ciondolo si intende qualcosa di falso,se poi ho urtato la suscettibilità di qualcuno arricchendo la discussione,mi scuso non accadrà più1 punto
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io posso solo consigliare di intervenire almeno su qualche lettera che si intravede bagnando con alcool diluito e ripassando i contorni con uno stecchino duro tipo quelli lunghi per gli arrosti,più non so dire1 punto
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Ciao Pino,siamo in quell' ambito secondo me Ciao Ale,almeno abbiamo un argomento su cui disquisire😊1 punto
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Io ho contattato via email la sede di Milano ed anche loro mi hanno risposto che non hanno indicazioni Questo anno va veramente per le lunghe1 punto
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Uuh che bella... Lettera espresso in perfetta tariffa 75c con espresso 50c rosso emissione maggio 1920 + 20c arancione tipo Michetti volto a dx emissione del 1916 + 5c verde Leoni emissione del 1906 sempre bello. Annulli di partenza di Menfi con il frazionario 29-25 del 16.10.1920.. ... annullo di transito di Trapani del 16.10.1920, la via di posta da Melfi a Palermo all' epoca era via Marsala>Trapani>Palermo percorreva la litoranea e non era diretta passando per l' entroterra. Non abbiamo l' annullo di arrivo a Palermo ma essendo la missiva espressa fu consegnata quasi sicuramente lo stesso giorno, il servizio espresso in quell' epoca consegnava anche dopo il tramonto. La busta e' di valore, vi e' una quotazione di catalogo di 20€ per il 50c espresso e di 25€ per il Michetti da 20c. + 2€ il 5c Leoni + gli annulli. L' espresso e' indirizzato in via Principe di Belmonte n.17 a Palermo, all' epoca come oggi il salotto buono della città, il cognome Bilello e' tipico della città ma purtroppo non ho trovato nulla in merito. AFFRANCATURA DI VALORE oltre che bella nell' insieme.1 punto
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Ciao a tutti, data la scarsa quantità di materiale da me postata durante l'anno solare, cercherò di recuperare... Oggi propongo due orrori, uno novecentesco proveniente da oltrecortina; il secondo dalla(e) zecca(he) transalpina nel periodo in cui cercavano di contenere le spinte rivoluzionarie proponendo una monarchia costituzionale.1 punto
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Salve a tutti, ritengo che, sul conio, all'inizio fossero state coniate le seguenti lettere in in ordine: H E I R (scambiando le vocali) Dopo essersi accorti dell'errore, hanno cercato di porre rimedio, provando a riempire sul conio le stanghette della E, senza riuscirci pienamente, mantenendo solo l'elemento verticale, cercando di ricavarne una lettera I. Mentre sulla I hanno punzonato una E; infatti sembrano convivere le due lettere in modo un po' pasticciato. Bellissimo esemplare @giuseppe ballauri A presto1 punto
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Se non ricordo male questo è un conio del 55...a me ancora manca. Un saluto Raffaele. PS: mi riferisco alle prime due immagini postate.1 punto
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Spero per farne tesoro specialmente dei consigli di Pxcaesar,vero appassionato😊1 punto
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Salve,credo che una piccola notazione storica sia opportuna. questo oggetto cromato vorrebbe imitare una moneta di Siracusa famosissima e rarissima,il Demareteion,cosi' chiamata dalla moglie di Gelone che dopo la vittoria sui cartaginesi ad Himera,rappresentati dal leone all,esergo,intercede per loro e con i loro doni conia questa moneta.credo che non basti limitarsi a dire buona o non buona,in quanto non è nemmeno un falso ma un ciondolo ricordo😊1 punto
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Cartolina illustrata in perfetta tariffa per l'interno con coppia di 5c verde Leoni sempre belli. ... ... annullati in partenza dal guller di CLUSONE (BERGAMO) del 20.9.1912....... ..... vi e' anche un annullo di arrivo della provincia di GENOVA del 21.9. non nitido nella località che purtroppo non compare neanche in indirizzo... , .... cancellata per la privacy o e' proprio così la cartolina...??? Guardando lo scritto la cartolina e' stata scritta il 19.9. a DORGA che e' un borgo nella provincia di Bergamo. La cartolina è francese "electrophot Paris", serie di quadri del museo del Louvre con il celebre dipinto "Le Spigolatrici" (Des glaneuses) di Jean-François Millet del 1857. Non so perché ma la cartolina francese mi fa pensare a una situazione di passata emigrazione anche stagionale in francia, molto comune in quelle zone e in quegli anni.. e' una sensazione ovviamente non una certezza. Manca l' indirizzo che non e' chiaro, ma per il resto e' un bel viaggio in luoghi di cui non avremmo mai sentito parlare. Ottimo acquisto. 👍1 punto
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Sisi lo so tranquillo, sono contento tu l'abbia presa! Per adesso 😎, poi vedrai che ti prenderanno sempre più.1 punto
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DE GREGE EPICURI La "associazione" non è nè il CCNM, nè la SNI, ma la "Associazione di via Armorari" che riunisce i gestori dei banchi, e non ha mai brillato per sensibilità culturale o iniziative; non credo che presidente e vicepresidente seguano questo Forum, e comunque non sono numismatici. Quello che vale la pena fare (e lo dico veramente a tutti) è inondare il Comune di Milano di lettere di protesta, indignazione, stupore per la lunga chiusura del mercatino, ecc. Si può scrivere ai 3 assessori più o meno competenti (Commercio, Cultura e Lavori Pubblici). Non preoccupatevi troppo del livello culturale delle lettere, tanto per loro quel che conta sono i numeri (perchè i numeri sono voti): quindi, devono credere che gli interessati ( e gli indignati) siano tanti, tantissimi.1 punto
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ci sono molte falsificazioni e mistificazioni, anche a me sembra di vedere il profilo del re molto usurato e non sarebbe strano se qualcuno avesse creato un finto brockage attraverso la pressione di una moneta buona su quella usurata, detto questo ti direi di portarla da un esperto del settore come Andrea del Pup o Santino Zilli per farti dire la bontà del pezzo e periziarla, se ne hai uno tuo di fiducia, ma che sia esperto di errori di conio del regno , vai dove ti senti più sicura, io ti ho dato quelli, specialmente Zilli che ha appena curato un catalogo degli errori di conio del Regno d'Italia, perchè so essere esperti del settore. Spero di esserti stato di aiuto.1 punto
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La nota del Magliocca si riferisce al tipo con fiore usato come simbolo di interpunzione in tutta la legenda del rovescio,nel caso dell' esemplare dell' ACM è da inquadrare tra i tipi con diversi simboli a "chiudere" la legenda al rovescio: croce rinforzata, croce semplice e adesso il fiore, e probabilmente ci saranno altri simboli ancora da censire... Comunque è una moneta interessante e effettivamente inedita... Non ho guardato il CNI...1 punto
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La cifra che ne ricaveresti non ti cambierebbe la vita ma conservare il ricordo del nonno non ha valore...1 punto
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Genova città etrusca Da cosa derivi il nome di Genova è ancora una questione controversa. Gli scrittori di lingua greca la citano come Genua. Gli studi moderni di glottologia fanno derivare l’appellativo dall’indoeuropeo g(h)enu “bocca”, acquisito nella lingua celto-ligure parlata nella Liguria dell’età del ferro, con riferimento alla posizione geografica. Il nome fu in seguito probabilmente fatto proprio dagli Etruschi insediati sulla collina di Castello e reso in etrusco con il vocabolo “kainua” “città nuova”, che rientra in un gruppo di nomi etruschi di città come Mantua-Mantova. Genova, già piccolo insediamento tribale ligure, nasce dunque come città etrusca : un grande centro commerciale (emporium) attorno ad un tempio dedicato ad una divinità protettrice. L’esistenza sulla collina di Castello di uno o più luoghi di culto è suggerita da alcuni graffiti, con iscrizioni, come le parole “ais” (dio) e “al” (dono), dunque un luogo dove si facevano offerte alla divinità, e da un’iscrizione incisa su un ciottolone in serpentino lavorato per essere infisso verticalmente in un supporto, che riporta il nome dell’autore della dedica, un certo Nemetie di origine celto-ligure. La divinità venerata sarebbe Sur(i)/Soranus, oggetto di culto in Etruria e nel Lazio, con un importante santuario nell’emporio di Pyrgi da dove provengono molti reperti ritrovati in loco. Oltre alle merci, gli etruschi portano anche la scrittura, come dimostrano le iscrizioni rinvenute negli scavi, redatte infatti in lingua e caratteri etruschi. L’ortografia segue le norme dell’Etruria settentrionale. Fin dalle sue origini Genova appare legata alle vicende del porto, creato in uno degli approdi più favorevoli e protetti dell’arco costiero ligure, lungo le rotte battute dalle navi mercantili, etrusche e greche. Le rotte sottocosta, già utilizzate fin dal Neolitico, come dimostrano i rinvenimenti di ossidiana da Lipari nelle grotte del Finalese e, con maggiore frequenza a partire dal VII secolo a.C., come documentano i materiali di importazione marittima rinvenuti negli scavi dei centri della Liguria orientale, offrivano protezione dai violenti venti di scirocco e libeccio che tuttora, in alcuni periodi dell’anno, rendono pericolosa la navigazione. Le alture dell’entroterra di Genova risultano già frequentate nella Preistoria. Tali presenze dimostrano la vitalità di percorsi di crinale intensamente frequentati, sia per la caccia, sia, più tardi, per lo sfruttamento delle risorse dei boschi, la pastorizia e l’agricoltura. In occasione dei lavori per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo in piazza della Vittoria è stato individuato a circa 12,5 metri sotto il piano stradale, un livello di frequentazione che conteneva un frammento di legno lavorato, datato, con analisi radiocarboniche, al Neolitico. La scoperta ha suggerito l’ipotesi dell’esistenza di una palafitta presso la foce del torrente Bisagno, zona allora paludosa ed anche oggi segnata da frequenti allagamenti. Maggiori informazioni restituisce un insediamento individuato nel cantiere della metropolitana in piazza Brignole, rimasta fuori del centro abitato fino alla costruzione della settima cinta muraria del 1626 e rimasta campagna fino ai grandi interventi urbanistici ottocenteschi. Durante i lavori di costruzione sono stati raccolti alla profondità di circa 5 m dal piano di calpestio materiali che risalgono ad un periodo tra il 3000 e il 2000 a.C.o (età del Rame/Bronzo Antico) e alla prima età del Ferro. Una grande struttura muraria in pietre a secco, della lunghezza di circa 12 metri che delimita un ampio spazio con tracce di focolari. Dunque alla fine dell’età del Bronzo e nella prima età del Ferro lungo l’arco costiero fra il capo del Promontorio e la penisola del Molo sorgevano piccoli nuclei abitati, di cui restano solo pochi frammenti di ceramica e di intonaco cotto, raccolti nel cantiere della metropolitana di Principe e nell’area del Portofranco. Ma le prime consistenti tracce archeologiche di frequentazione dei luoghi ( frammenti di anfore vinarie etrusche) sono state identificate nella zona del porto antico, materiali databili tra la fine del VII e la fine del VI secolo a.C., che costituiscono la prova dell’utilizzo come approdo, da parte di mercanti stranieri, del tratto di costa che divenne più tardi il porto medievale. Situato al centro dell’arco ligure, all’inizio l’approdo svolgeva probabilmente funzioni di scalo tecnico, per l’abbondanza di acqua potabile e combustibile, la presenza di una spiaggia riparata su cui tirare in secca le imbarcazioni (che a quel tempo navigavano solo di giorno) e la protezione della penisoletta del Molo in caso di burrasca. Il complesso dei materiali dei livelli della fine del VII e VI secolo di Portofranco mostra una notevole varietà di provenienze e costituisce una sorta di repertorio delle merci commerciate lungo le coste tirreniche, con una netta maggioranza di oggetti provenienti dall’Etruria costiera (vasellame in bucchero, recipienti da cucina e da dispensa e anfore vinarie. Un numero consistente di materiali proveniva da Caere (Cerveteri), importante città etrusca, vicina al Tevere e al territorio dei Latini, che dalla fine del VII secolo esportava a Nord (attraverso il porto di Genova) i prodotti della sua ricca agricoltura. Genova dunque nasce già come è oggi, il porto della pianura padana e oltre questa, attraverso i passi alpini, la via principale per il nord Europa per le merci provenienti dal Mediterraneo. Già da allora venivano utilizzati percorsi lungo la Val Polcevera in seguito ricalcati dal tracciato romano della via Postumia e oggi dalle moderne autostrade. Grande importanza aveva il commercio di ambra e di schiavi che arrivavano da nord tramite i Celti. In cambio gli Etruschi fornivano soprattutto il vino accompagnato dagli oggetti necessari per il suo consumo: vasi in bucchero, ceramiche dipinte e recipienti in metallo. Tra la fine del VII e i primi decenni del VI secolo a.C. ebbe inizio anche un commercio con la Gallia, dove nel 600 a.C. era stata fondata in territorio ligure la colonia greca di Marsiglia. Ma Genova riserva altre sorprese. Nel corso dei lavori di scavo per la realizzazione di un pozzo per la metropolitana nella Spianata dell’Acquasola è stata messa in luce, a 14 metri di profondità dal piano di calpestio, parte della base di un grande tumulo sepolcrale che si ritiene simile a quelli di Cerveteri, che misurava in origine circa 15 metri di diametro ed era circondato da un muro di sostegno. All’interno del tumulo sono stati rinvenuti i resti di alcune tombe a incinerazione, costituite da quattro lastrine di pietra infisse verticalmente per delimitare uno spazio quadrangolare entro cui doveva essere deposto il corredo. La struttura monumentale della tomba e le sue dimensioni suggeriscono che fosse destinata ad un personaggio importante, la cui sepoltura doveva trovarsi in posizione centrale, attorniata da altre, forse di parenti stretti. I corredi ritrovati conservano frammenti di bucchero di produzione etrusco meridionale, di alcune coppette, due piccoli perni in bronzo attribuibili ad un gancio di cinturone e due fibule in bronzo, oggetti provenienti da siti tra Lazio e Campania frequentati da mercanti etruschi. Il ritrovamento nella tomba dei resti di una donna di circa trent’anni che dagli oggetti di ornamento dovrebbe aver indossato un costume tipico dell’area campano laziale hanno fatto pensare che allora fosse già in atto a Genova una politica di scambi e alleanze suggellate da matrimoni. Dunque una nobildonna etrusca del sud andata in sposa a un ricco genovese forse di etnia ligure a stringere un patto di alleanza finalizzato al commercio. Alla fine del VI secolo a.C. risalgono le prime tracce di frequentazione del colle di Castello, uno sperone roccioso sul crinale che si prolunga fino alla penisola del Molo (vicino agli attuali Magazzini del sale e a Porta Siberia), che offriva una buona visibilità sull’intero arco costiero, da Portofino fino a Capo Mele. Le buche per palo e per i focolari ritrovati nell’area del convento di San Silvestro, fanno pensare a capanne in legno, probabilmente con copertura di paglia o stoppie. Anche due edifici in pietra sono attribuibili a questa prima fase di vita dell’oppidum, come il sito fu più tardi definito dagli storici di età romana: il primo era un recinto monumentale, con un’apertura delimitata da pilastri, costruito accuratamente in blocchetti di pietra disposti in filari regolari. Il vasellame ritrovato era in netta maggioranza importato. Si tratta prevalentemente di recipienti da cucina proveniente da vari centri dell’Etruria, mentre fra le ceramiche fini da mensa sono attestati vasi di fabbricazione attica a figure nere e figure rosse. Essendo un grande emporio, Genova etrusca commerciava, come si è visto, anche con i Greci della attuale Francia meridionale e in particolare di Massilia (Marsiglia). La realizzazione di un centro stabile a Genova sembra rispondere, ad un’esigenza di mercato. La convergenza sul porto di una rete di percorsi di crinale e di fondovalle in corrispondenza di valichi, che collegavano la città ai territori padani, e la posizione costiera in un punto centrale del golfo ligure facevano della città una cerniera tra Etruschi, Greci di Marsiglia, Celti e Liguri dell’interno. Nel V secolo Genova era già un importante centro portuale che riceveva derrate alimentari e prodotti artigianali da tutto il Mediterraneo, in parte utilizzandoli direttamente, in parte smistandoli verso il Piemonte meridionale e i siti costieri della Liguria centrale. Insomma “l’emporio dei Liguri” di cui parla Strabone. Nel corso della prima metà del V secolo l’abitato sulla collina di Castello si ingrandisce. Nell’oppidum trovavano posto anche officine per la lavorazione dei metalli, principalmente del ferro, come dimostrano le abbondanti scorie di lavorazione e un resto di forno fusorio, Tracce che testimoniano della presenza di artigiani provenienti dall’Etruria, all’epoca all’avanguardia nella siderurgia. Qualcuno ha ipotizzato la presenza di esperti etruschi che esploravano l’entroterra alla ricerca di giacimenti da sfruttare. Sono stati rinvenuti anche ovili, pollai e recinti per animali. Lo studio delle ossa documenta la presenza oltre che di animali allevati per l’alimentazione, anche di cani e cavalli. Circa alla metà del V secolo l’oppidum fu circondato da una poderosa cinta muraria di circa due metri di spessore. Nel tratto occupato nel medioevo dal palazzo del Vescovo sono stati ritrovati i resti di una torre quadrangolare che permetteva il controllo dell’intero arco portuale e di un vasto braccio di mare che a Ponente arrivava fino a Capo Noli. All’estremità nord, nell’area ora occupata dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie la nuova, si apriva una porta che costituiva l’accesso all’oppidum per chi proveniva dal porto. Lo spazio interno era pavimentato in ciottoli, mentre all’esterno del muro una rampa gradinata di pietre sovrapposte, in discesa è stata interpretata come ciò che resta della antica via che dai moli saliva alla città posta sulla cima del colle. Come tutti i centri etruschi la città dei vivi era circondata da quella dei defunti. La necropoli preromana si estendeva sulle colline di Santo Stefano e Sant’Andrea, separate dal corso del torrente Rivotorbido. Gli oggetti di corredo più antichi risalgono al primo quarto del V secolo a.C., cioè a circa due generazioni dopo la fondazione dell’oppidum, ma nel corso dei lavori in piazza Dante, nel 1910, furono raccolti anche alcuni frammenti di vasi etruschi a figure nere del VI secolo a.C. che fanno supporre che le tombe più antiche siano andate distrutte nel corso dei secoli. La forma delle sepolture, radicalmente differente da quella a cassa in lastre di pietra, adottata invariabilmente presso le popolazioni Liguri dall’VIII secolo a.C., è tipica dell’Etruria settentrionale interna e padana, e dimostra come questo tipo di sepolcro sia stato introdotto a Genova dagli immigrati Etruschi. Ciascuna tomba ospitava uno o più defunti, legati da rapporti famigliari. La composizione dei corredi rispecchia un benessere diffuso. Dunque, fin dai suoi primi secoli Genova fu una città ricca, ma anche un centro multietnico proprio per la frequentazione di mercanti provenienti da ogni zona del Mediterraneo e dell’Europa. La città non aveva una composizione etnica omogenea, ma formata di genti provenienti da aree diverse, portatrici quindi di differenti culture, tuttavia proprio da ciò che è stato ritrovato appare chiaro che sono gli Etruschi l’etnia dominante. Essi introducono la metallurgia, controllano l’emporio, introducono la scrittura, influenzano fortemente culti e rituali funerari, la cerimonialità collettiva (corredi da vino), le tecniche artigianali ed edilizie. I nomi di persona documentati a Genova, talvolta abbreviati o suggeriti dalle sole iniziali, graffiti con uno strumento appuntito sulle pareti o sul fondo di vasi di uso quotidiano per segnalarne il possessore, sono in maggioranza etruschi. Gli etruschi soprattutto controllavano il commercio. Dall’area di Golasecca proveniva la donna di alto rango sepolta in una delle tombe della necropoli insieme a un ricco apparato di gioielli fra cui spiccano una elaborata collana di ambra con pendenti intagliati a forma di stivaletto o vaso. La presenza di una ricca e probabilmente donna straniera sepolta a Genova rappresenta un’ulteriore conferma dell’uso di cementare alleanze commerciali medianti matrimoni. I gioielli della tomba, indicano anche strette connessioni con i centri dell’Etruria padana dove operavano botteghe orafe che producevano fibule in metalli preziosi e raffinate collane e pendagli intagliati nell’ambra importata dal Mar Baltico attraverso i Celti. Molti altri elementi di collana in ambra sono stati rinvenuti nella necropoli e nell’abitato, insieme ad altri oggetti di importazione come alcune raffinate fusaiole in pasta di vetro prodotte principalmente fra Veneto e Slovenia e diffuse specialmente in sepolture nel Veneto, in Etruria padana e nel Piceno. Ma Genova era anche un importante luogo di reclutamento e imbarco di soldati mercenari. Lo testimonia l’elevato ritrovamento di armi e complementi di abbigliamento militare prodotti in tutto il Mediterraneo, un elemento in contrasto con l’immagine di una società dedita prevalentemente al commercio e all’artigianato e dunque sostanzialmente pacifica. Questo ha fatto pensare non alla presenza di una forte guarnigione a protezione della città e del porto, ma al possibile ruolo di Genova come porto di imbarco e reclutamento di truppe mercenarie. Le fonti storiche sono infatti ricche di testimonianze sull’impiego di mercenari liguri e celti, specialmente da parte dei Cartaginesi e dei Greci. di Giorgio Amico http://storiaminuta.altervista.org/genova-citta-etrusca/1 punto
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Per quanto non recentissimo (1968), il riferimento di base è sempre "La storia di Genova" del De Negri1 punto
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ciao a tutti, oggi ho ricevuto le medaglie olimpiche dall'IPZS.. (per intenderci quelle da 6 euro) personalmente son delusissimo... packegin penoso, qualità pessima, il fondo a specchio sembra sporco... la cosa più assurda sono i certificati, dove indicano la tiratura di 5000 esemplari, anche voi lo avete notato? sul sito 2500 pz, sul certificato 5000 pz.... che dire, una bella truffa per far comperare una presunta rarità. con questo, io mi fermo qui.... la ciambella col buco mi ha fatto fare un buco in collezione, e pertanto lascio stare la repubblica... magari la riprendo tra qualche anno acquistando i tondelli sottocosto da qualche grossista che vorrà sbarazzarsi dell'invenduto.1 punto
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Queste le immagini del ritrovamento (foto riproduzioni dall'archivio GMT, ovvere Grandi Motori Trieste, 1 agosto 1985) ecco il dettaglio delle medaglie:1 punto
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Ma certo! Ci può stare che vi sia una fase di relativo assestamento ma ormai il trend è consolidato. C’è una fortissima richiesta globale di oro che non sembra accennare a diminuire e ciò sta portando, ovviamente, ad un aumento repentino del prezzo. Si stanno bruciando record su record per quanto riguarda le quotazioni. Pensare che, di punto in bianco, la situazione possa tornare magicamente a quella di 5 anni fa mi pare pura fantascienza. Io, nel mio piccolo, qualcosina ho comprato e, se possibile, continuerò a comprare. Qualche anno fa ho suggerito a mio padre di comprare alcune sterline. Era ottobre 2022 e le abbiamo pagate 430 euro l’una. Sono passati 3 anni e ancora mi ringrazia per il consiglio.1 punto
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