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IGNORED

LA MONETAZIONE DELLA META' DEL XVII SECOLO


dabbene

Risposte migliori

Ho pensato di vedere se riusciamo a fare una fotografia della situazione monetaria in un certo periodo compreso in quello di riferimento della sezione.

Quindi mi sono rivolto a un periodo intermedio tra quello compreso tra il 1500 e il 1800 con riferimento temporale scelto negli anni intorno al 1650.

Vediamo se riusciamo a vedere la situazione partendo dagli accadimenti storici di questo periodo, per poi rivolgerci alla monetazione specifica delle zecche più importanti di questa sezione.

Potrebbe venir fuori un quadro complessivo di cosa succedeva nelle varie zecche intorno al 1650, vediamo se la proposta vi attira ; provo a iniziare magari partendo da Milano, poi vedremo se si riesce a estendere la disamina ad altre zecche,

Mario

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La Milano degli anni intorno al 1650 è la Milano della dominazione spagnola, anni tormentati per la città, sono gli anni del post Promessi Sposi, Milano subisce una grave carestia nel 1628, la terribile e devastante epidemia della peste tra il 1629 e il 1632, sono anni di miseria, di scarsa floridezza economica, Milano è terra di passaggio e di conquista, anni difficili e di grandi conflitti.

E' la Milano di Filippo IV che copre il periodo storico compreso dal dal 1621 al 1665, anni in cui lo stesso ricopre oltre alla carica di Re di Spagna anche quella di Duca di Milano.

Filippo IV è uomo colto, mecenate, ma non ha la stessa tempra da politico, lascia e delega gli incarichi ad altri ; tutto questo si ripercuote sulla situazione bellica continuata della Spagna e sulla difficile situazione finanziaria che ne deriva sul suo paese anche per le spese belliche.

Milano è un corollario di tutto questo e non vive certamente degli anni felici.

Per quanto riguarda la monetazione della zecca di Milano in quegli anni è legata ovviamente indissolubilmente con la storia monetaria della corona spagnola.

Le tipologie rispecchiano una tradizione e una certa ripetitività, ma indubbiamente nella realizzazione abbiamo degli esempi di grande fascino e con iconografie di grande valore.

Ci sono monete di prestigio come le doppie d'oro, ducatoni,filippi, sottomultipli degli stessi e poi monete povere quelle che venivano usate per le piccole transazioni, quelle che circolavano di più, sono di mistura , rame e tra queste possiamo ricordare sesini, parpagliole, quattrini, monete che poi venivano anche imitate da altre zecche.

I ducatoni riportano la classica tipologia del re col busto al diritto e lo stemma di Milano al rovescio, stemma a cuore inquartato con l'aquila e la biscia, sono simbologie che ritornano, il potere dei spagnoli in mostra, ma viene ricordata anche la città col suo stemma e il MEDIOLANI che ce lo ricorda in leggenda al rovescio.

Sono anche gli anni del passaggio dai ducatoni al filippo : il nome filippo ricorre per la prima volta nel bando del 1657, viene battuto dal 1657 al 1665 per Filippo IV , sarà poi ripreso successivamente da Carlo II.

Il filippo si aggancia nella scala dei valori al denaro da 100 soldi del quale conserva lo stesso peso, mentre la sua bontà venne elevata a quella dei ducatoni.

Il peso e il titolo del filippo rimarranno invariati negli anni successivi.

Questi sono brevi cenni e certo oltre non andrei come riferimento per ogni zecca, ma qualche esempio monetario almeno per i nominali più importanti dell'epoca credo che sia bello vederli e ricordarli ora.

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E ora un filippo sempre di Filippo IV del 1657, i busti sono ben diversi, da un busto radiato e giovanile si passa a un busto maturo con lunga capigliatura, baffi e pizzo, due grandi esempi di monete dalla affascinante ritrattistica, anche lo stemma nel tempo varia.

Vediamo se qualcuno vuole continuare ora il quadro monetario del 1650 in altre zecche , Venezia, Genova, Firenze, la Toscana, ma anche quelle emiliane, anche le minori hanno storie e caratteristiche storiche e monetarie differenti.....

Seguono immagini,

Modificato da dabbene
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dal punto di vista europeo il periodo si caratterizza per la guerra dei 30 anni in germania che porta ad una valutazione incredibile del circolante e all immissione in circolazione di una marea di monete spesso di non buona lega dopo il 1650 l emissione crolla

in spagna si vedono i primi segni di crisi e le emissioni di questo periodo son molto scarse , l argento che veniva dal sud america finiva in belgio e olanda che producevano tanti ducatoni che finivano nelle indie dell est

in francia nel 1643 c e` una generale riconiazione e si passa dalla monetazione al martello ad una a macchina , quindi le date 1643-1648 son comuni e poi anche li la produzione crolla nel periodo 1650-1690 quando un altra crisi finanziaria portera alla rifusione del circolante.

in inghilterra c e` la guerra civile nel 1640-1660 e di roba se ne batte poca

segnalerei la storia dei luigini per questo periodo

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L'argomento che propone Mario è interessante (almeno per me), ma molto scivoloso. Si è scritto, spesso però a sproposito, producendo una letteratura che in molti casi ha forti limiti, specie nell'identificazione delle dinamiche monetarie interne. Ci sono tanti "falsi miti" che limitano la comprensione della portata di questi fenomeni.

La problematica è così complessa che l'ambito di indagine andrebbe circoscritto, perché ci sono forti differenze tra realtà locali che non è semplice trattare in un discorso omogeneo. Parlare di Milano è molto diverso che non parlare di Venezia, Savoia, Firenze. Per Milano, ad esempio, ci sono problematiche molto, ma molto diverse per i territori dell'Alessandrino o del Cremonese rispetto a quelli della capitale.

I dati che riporta rick2 non sono del tutto corretti. Non voglio entrare nel merito delle questioni spagnole, fiamminghe o francesi, che richiederebbero un topic a parte, ma rimanendo nell'ambito milanese il 1650 non è il giusto discrimine per un'analisi dei volumi monetari: non per quelli prodotti dalla zecca di Milano, né per quelli in circolazione nel Ducato di Milano (una differenza tutt'altro che sottile, questa, nell'esame della massa monetaria).

Bisogna tornare più indietro, almeno al 1619, con una grida suicida che fissò al ribasso i corsi delle monete grosse. "Suicida", perché avviò - complice anche la crisi valutaria del mondo tedesco, che all'epoca era il partner commerciale privilegiato del ducato milanese - una spirale deflattiva che amplificò il collasso economico degli anni Venti, destinato a durare per almeno un trentennio. Ma personalmente guarderei ancora più indietro, perché ciò che accadde a metà Seicento è l'onda lunga di una serie di eventi scaturiti già cent'anni prima, con la "price revolution" del Cinquecento.

Suggerisco di esaminare con attenzione i volumi assoluti delle monete coniate a Milano anno per anno, e poi controllare i rapporti tra monete "grosse" (es. doppie, ducatoni, filippi... ma anche pezzi da 20 e 40 soldi) e monete "piccole" (es. parpagliole, quattrini, sesini, ...). I dati sono tutti nel terzo volume dell'Argelati. Il Cipolla nel 1952 ne ha fornito delle interessanti elaborazioni, ma che dal mio punto di vista possono avere dei limiti. Si vede subito come il 1650 sia un anno poco dissimile da quelli immediatamente precedenti e successivi.

Andateci coi piedi di piombo, si rischia di cadere in facili (e sterili) speculazioni!

E.

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Venezia nel 1650 è nel pieno della guerra di Candia. Il doge è Francesco Molin (1646-1655). L'emissione di zecchini è nella norma e viene coniato parecchio argento in scudi della croce e sue frazioni (tutte in buon argento). Anche gli spiccioli in mistura vengono coniati in abbondanza.

Arka

P. S. Bellissime le oselle di questo doge con la galera sommersa da un'onda.

Modificato da Arka
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L'intenzione della discussione è di dar voce a diversi utenti onde poterli coinvolgere insieme in un argomento comune, ognuno può anche sinteticamente come fatto da Arka dare qualche elemento per poi eventualmente approfondire o qui o separatamente o in altra sede la tematica.

Certamente se svolto in modo approfondito è complesso e non agevole ma al momento mi limiterei a dare un quadro panoramico divulgativo di base, se si riesce, sul periodo intorno al 1650 onde coinvolgere il pìù possibile.

Per Milano se vogliamo aggiungere qualche dato, in effetti l'Argelati, il Cipolla, ma anche lo stesso Crippa che qualche indicazione ce la fornisce, potremmo anche aggiungere per fermarsi a due emissioni come il ducatone e la parpagliola, per vedere due tipologie differenti, col ducatone abbiamo nel 1630 un picco di emissioni di 612.080, poi l'emissione continua fino al 1655 ma con emissioni decisamente minori tranne che nel 1644 dove ritornano a 326.081 ; per la parpagliola invece nel 1630 abbiamo emissioni ridotte che invece aumenteranno poi successivamente proprio nel 1650 e 1651 arrivando nel 1651 a 4.932.816.

Poi volendo si può già su questi dati fare qualche considerazione, ma vorrei lasciare la parola per il momento a qualche altro utente con altre zecche.

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scusa mario

ma se ci sono le tirature dei ducatoni allora proviamo a far lo studio dei conii

cosi vediamo quante monete uscivano in media per conio

su che monete di milano ci son le tirature ?

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scusa mario

ma se ci sono le tirature dei ducatoni allora proviamo a far lo studio dei conii

cosi vediamo quante monete uscivano in media per conio

su che monete di milano ci son le tirature ?

Il problema però si sposta nella raccolta degli esemplari noti. Non voglio smorzare gli entusiasmi, ma non puoi basarti solo su quello che trovi in Internet, è una frazione veramente minima del totale a disposizione. Rischi di fare un'operazione senza alcuna consistenza statistica.

Pensa piuttosto a fare una valutazione tra le monete grosse/piccole di cui ti ho parlato prima. E' dalla enorme variazione di questo rapporto nel corso degli anni che puoi apprezzare meglio gli squilibri in cui era incorsa la monetazione milanese in quegli anni.

@@dabbene: non prenderei la parpagliola come riferimento, ma sesini e quattrini. A metà Seicento la parpagliola non aveva più quel ruolo primario nella moneta minuta che aveva all'inizio del secolo, il suo primato era stato scalzato dai sesini prima e dai quattrini in una seconda battuta. Te ne rendi conto facilmente da due fattori: il controvalore prodotto, e soprattutto il numero di contraffazioni realizzate di questi nominali (e non della parpagliola) da parte delle zecche limitrofe al Ducato di Milano.

Comunque le tirature ci sono praticamnte per tutti i nominali milanesi di età spagnola. I dati hanno molte mancanze, e soprattutto sono disponibili non in originale(quei dati sono perduti), ma in una trascrizione settecentesca. Occorre dunque tenere presente una serie di fattori di distorsione: l'errore di chi ha letto il manoscritto, l'errore di chi ha composto il testo, ... A questo aggiungete le lacune, e capite le difficoltà.

E.

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dipende

se tu hai un emissione di 300.000 pezzi con 30.000 pezzi di media per conio allora ti trovi con un 10 conii

e 10 conii li trovi con 30 esemplari

se poi trovi altri 20 esemplari tutti riferibili agli stessi conii secondo me puoi dire che hai 10 conii

tieni presente che anche se ne lasci fuori 1 su 10 il dato sulla produzione media per conio rimane comunque significativo e secondo me applicabile anche ad altre monetazione del periodo (oselle e ducatelli) oppure del periodo precedente o successivo (lire e 10 soldi del 1760-70)

e` una cosa che teoricamente si potrebbe fare , magari con il contributo di altri utenti

d altronde non si posson far 3 pagine di discussioni sulla differenza tra qFDC FDC e FDC+ :)

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Le tirature ci sono se è per quello, ovviamente con i se e i ma detti prima da Eligio, e poi con i pezzi effettivi presenti sul mercato che sono pur sempre un campione, bisogna ricordarsi anche di questo, forse eventualmente si può anche vedere invece il rapporto tra monete grosse/piccole negli anni e vedere le variazioni, nel contempo però non vorrei concentrarmi solo su Milano e vorrei lasciare lo spazio anche ad altri, se vorranno, con qualche resoconto sulle varie zecche, eventualmente su quanto sopra si può sempre aprire una discussione ad hoc se volete,

Mario

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dipende

se tu hai un emissione di 300.000 pezzi con 30.000 pezzi di media per conio allora ti trovi con un 10 conii

e 10 conii li trovi con 30 esemplari

se poi trovi altri 20 esemplari tutti riferibili agli stessi conii secondo me puoi dire che hai 10 conii

tieni presente che anche se ne lasci fuori 1 su 10 il dato sulla produzione media per conio rimane comunque significativo e secondo me applicabile anche ad altre monetazione del periodo (oselle e ducatelli) oppure del periodo precedente o successivo (lire e 10 soldi del 1760-70)

e` una cosa che teoricamente si potrebbe fare , magari con il contributo di altri utenti

d altronde non si posson far 3 pagine di discussioni sulla differenza tra qFDC FDC e FDC+ :)

No, semplicemente ha un'indicazione di una media. Ma la media, in statistica, conta poco o niente senza la varianza (o la deviazione standard, come preferisci) e una serie di altri parametri. Hai presente gli stimatori statistici - da Pearson in avanti - che complessità si portano dietro!?!? E comunque con trenta pezzi resti lontanissimo da quel concetto di "infinito" presente nel limite (inteso in senso matematico) che è presente negli stimatori e nel teorema del limite centrale.

Per fare delle valutazioni minimamente affidabili ci vuole un numero di pezzi molte volte superiore al numero di conii. Molto più di 10 per conio di sicuro. Almeno (e sottolineo almeno) dieci volte tanto.

In letteratura ci sono diverse formule per la stima della produzione dei conii (es. le serie di Kraay o Esty), hanno fatto dei convegni specifici senza mai arrivare a un risultato chiaro. Il range 3.000-30.000 che va per la maggiore è figlio di tutta una serie di aleatorietà che inevitabilmente devono essere prese in considerazione.

L'usura di un conio non è uguale per tutte le monete. L'impulso impresso per coniare un ducatone è ben diverso da quello necessario per coniare un quattrino. Di riflesso, lo stress subito dal conio è diverso.

E poi ancora, il numero di conii del dritto non è uguale a quello del rovescio, non dimenticarlo. Quelli di martello di solito sono due, talvolta tre volte maggiori.

Detto questo, è meglio se si chiude la parentesi sulla stima dei conii, perché si sta andando off-topic.

E.

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ho presente la statistica :)

non per vantarmi ma ho rifatto l esame 7 volte.....in una delle universita` di milano :) perdipiu`

e mi e` piaciuta cosi tanto che a londra ho fatto un altro corso :)

comunque per trovare una media si riesce a fare senza grossi problemi, almeno abbiamo un qualche dato

per trovare il valore medio dei pezzi del conio lo dovresti confrontare anche con altri tipi

per esempio se hai 10 conii usati per fare 300.000 pezzi e 18conii per farne 600.000 allora puoi trarre 30.000 pezzi di media + o - 3000 5000 pezzi

a noi andrebbe bene anche cosi,

lasciam la statistica da parte per il momento e vediam cosa salta fuori :)

comunque lascio il campo a dabbene e mi organizzo per la settimana prox

intanto se mi date le tirature delle monete milanesi conosciute di questo periodo ci penso un po su......

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ho presente la statistica :)

non per vantarmi ma ho rifatto l esame 7 volte.....in una delle universita` di milano :) perdipiu`

e mi e` piaciuta cosi tanto che a londra ho fatto un altro corso :)

comunque per trovare una media si riesce a fare senza grossi problemi, almeno abbiamo un qualche dato

per trovare il valore medio dei pezzi del conio lo dovresti confrontare anche con altri tipi

per esempio se hai 10 conii usati per fare 300.000 pezzi e 18conii per farne 600.000 allora puoi trarre 30.000 pezzi di media + o - 3000 5000 pezzi

a noi andrebbe bene anche cosi,

lasciam la statistica da parte per il momento e vediam cosa salta fuori :)

comunque lascio il campo a dabbene e mi organizzo per la settimana prox

intanto se mi date le tirature delle monete milanesi conosciute di questo periodo ci penso un po su......

Domani ti apro una discussione ad hoc e ti metto un pò di dati, così incominci a ragionarci su... :blum:

Mario

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No, semplicemente ha un'indicazione di una media. Ma la media, in statistica, conta poco o niente senza la varianza (o la deviazione standard, come preferisci) e una serie di altri parametri. Hai presente gli stimatori statistici - da Pearson in avanti - che complessità si portano dietro!?!? E comunque con trenta pezzi resti lontanissimo da quel concetto di "infinito" presente nel limite (inteso in senso matematico) che è presente negli stimatori e nel teorema del limite centrale.

Per fare delle valutazioni minimamente affidabili ci vuole un numero di pezzi molte volte superiore al numero di conii. Molto più di 10 per conio di sicuro. Almeno (e sottolineo almeno) dieci volte tanto.

In letteratura ci sono diverse formule per la stima della produzione dei conii (es. le serie di Kraay o Esty), hanno fatto dei convegni specifici senza mai arrivare a un risultato chiaro. Il range 3.000-30.000 che va per la maggiore è figlio di tutta una serie di aleatorietà che inevitabilmente devono essere prese in considerazione.

L'usura di un conio non è uguale per tutte le monete. L'impulso impresso per coniare un ducatone è ben diverso da quello necessario per coniare un quattrino. Di riflesso, lo stress subito dal conio è diverso.

E poi ancora, il numero di conii del dritto non è uguale a quello del rovescio, non dimenticarlo. Quelli di martello di solito sono due, talvolta tre volte maggiori.

Detto questo, è meglio se si chiude la parentesi sulla stima dei conii, perché si sta andando off-topic.

E.

In attesa di elementi su zecche più "pesanti", mi inserisco con alcuni dati sulla zecca di cui ho una buona conoscenza.

Nel Quadro della lotta per l'egemonia in Europa - ed in Italia in particolare - la Francia di Luigi XIV e di Mazzarino occupa nel 1646 il Principato di Piombino e con esso l'Elba con l'importantissima fortezza spagnola di Longone (ora Porto Azzurro), base navale per il controllo del Tirreno. Quattro anni dopo le truppe spagnole, agli ordini di Don Giovanni d'Austria, liberano il Principato che ritorna così a Niccolò Ludovisi. Questi, che aveva riaperto la zecca dieci anni prima, "celebra" la riconquista del proprio trono riprendendo le coniazioni, a partire da una bella moneta da due doppie che riporta al dritto lo stemma della famiglia Ludovisi partito con quello dei Pamphili (casato della moglie Costanza) mentre al rovescio è effigiata l'Immacolata Concezione, già presente nella doppia del 1640 e chiaro omaggio alle coniazioni dello zio Gregorio XIV. Sempre dello stesso momento è il testone che presenta curiosamente al D\ la data 1650 ed al R\ 1651. Seguono quindi le coniazioni di moneta minuta (crazie e quattrini) tutte di buona lega, a differenza di quanto avverrà con il figlio Giovan Battista. La situazione economica del piccolo stato non è particolarmente disastrata, grazie anche alle entrate della "vena del ferro" elbana.

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E vediamo cosa è successo a Genova nel 1650.



Dal 23 agosto subentra alla carica di doge Agostino Centurione (siamo nel periodo dei dogi biennali). Il carattere più risoluto
rispetto al predecessore De Franchi gli procura molte inimicizie, uno dei suoi nemici (Giacomo Raggio, figlio del nobile Stefano raggio) tenta addirittura di ucciderlo sulla piazza di Sarzano il giorno della processione del Corpus Domini.
Il Raggio viene denunciato e nonostante l’incertezza sulla colpevolezza viene condannato, in carcere si colpisce ripetutamente con un pugnale che teneva nascosto e nei tre giorni di agonia continua a proclamare la sua innocenza.


Dal punto di vista politico, nonostante ai suoi confini sia sempre in atto, con alterne fortune, la guerra tra Francia e Spagna, Genova si mantiene neutrale e, al suo interno, vive uno stato di incredibile tranquillità.


Dal punto di vista numismatico sappiamo che la zecca funziona a tutto spiano e si coniano monete di ostentazione (5 doppie, 10
doppie e 12 doppie e ½) che sono monete fatte coniare a pagamento dai privati che portano l’oro in zecca, la moneta maggiore pesa ben 83,35 gr d’oro ed è meno rara degli altri due tipi.

Modificato da dizzeta
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Awards

Domani ti apro una discussione ad hoc e ti metto un pò di dati, così incominci a ragionarci su... :blum:

Mario

Che dire... liberi di fare ragionamenti statistici senza statistica. Giustissimo però farli in un altro topic. Buon lavoro, passo e chiudo.

E.

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Vediamo per esempio in ordine temporale la differenza tra un ducatone e un filippo di Filippo IV, incominciamo con un ducatone del 1630, da mcsearch.info,

Questo, come indicato, è un ducatone con data 1690, e benché emesso su un arco cronologico di circa 35 anni non presenta una varietas stilistica particolare. I ducatoni dell'emissione 1622, emessi per circa 8 anni, mostrano invece un'alternanza di stili incredibile, tanto che se ne vedono con ritratti bellini e con ritratti ai limiti del disumano, e vi si riconoscono almeno 3/4 mani differenti. Qualcuno si è mai occupato del tema?

Modificato da BiondoFlavio82
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Questo, come indicato, è un ducatone con data 1690, e benché emesso su un arco cronologico di circa 35 anni non presenta una varietas stilistica particolare. I ducatoni dell'emissione 1622, emessi per circa 8 anni, mostrano invece un'alternanza di stili incredibile, tanto che se ne vedono con ritratti bellini e con ritratti ai limiti del disumano, e vi si riconoscono almeno 3/4 mani differenti. Qualcuno si è mai occupato del tema?

Grazie dell'intervento BiondoFlavio intanto, il tema è interessante sicuramente e si potrebbe magari aprire una discussione ad hoc ; vedo con piacere che questa discussione ancorchè generalista però ci permette di fare in prospettiva ulteriori approfondimenti specifici e alla fine è importante ache provare a stimolare e incuriosire,

Mario

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In attesa di qualche altro intervento cosa succedeva per esempio a Lucca nel 1650 ? La situazione è differente rispetto ad altre zecche importanti, per la pura cronaca nel 1645 viene terminata la costruzione delle mura di cinta della città, ancor oggi vanto della città ed esempio di grande costruzione militare anche se poi in realtà non servirono mai allo scopo effettivo.

A Lucca si coniano solo monete in mistura, povere, si sente fortemente la mancanza di coniazioni in argento, per lo più circolano monete forestiere tipo testoni, giuli e lire fiorentine ma anche queste scarseggiano.

Si auspica la battitura di grossi o barboni per avere un circolante per la città, cosa che avverrà per i barboni da 6 bolognini però solo nel 1664.

Dal 1646 al 1653 compreso abbiamo coniazioni di soli quattrini, quelli con L grande di Lucca al diritto e l'immancabile Volto Santo al rovescio.

Il Volto Santo è un ricorrente simbolico nella monetazione lucchese e si protrae nel tempo anche se le raffigurazioni dello stesso cambiano e anche questo potrebbe essere un bello spunto di analisi e approfondimento.

Per avere monete diverse dobbiamo andare al 1654 dove compaiono dei grossetti sempre in mistura e poi nel 1655 con i duetti anch'essi in mistura.

E' un periodo in cui girano monete false ma abbiamo anche il fenomeno delle contraffazioni in zecche emiliane e lombarde e i quattrini lucchesi circolavano confondendosi in un contesto in cui erano presenti anche questi.

Quindi come si può vedere la situazione lucchese è un pò diversa di quelle di altre zecche più floride e con coniazioni più varie e copiose.

Ma le zecche sono tante....., abbiamo quelle dell'Emilia, Firenze e tante altre anche minori, e poi qualche immagine può sempre essere utile per tutti,

Mario

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Di Firenze prima o poi bisognerà parlare, Firenze sotto Ferdinando II dè Medici ( 1621 - 1670 ) ha una importante e copiosa monetazione, ma Firenze coniò bellissime monete anche per altre città.

Intanto per Livorno, che non ebbe mai una zecca, ma che ebbe solo monete uscite dall'officina di Firenze : abbiamo l'ongaro d'oro, luigini e tolleri coniati nel 1656, 1659, 1666, 1669, monete che dal porto della città finivano molte nel mercato del Levante e poi le Pezza della Rosa, moneta di grande fascino e dal valore anche simbolico con data 1665.

Ma Firenze nel periodo conia anche per Pisa, talleri e monete d'oro doppie e mezze doppie, l'officina pisana cessò d'altronde nel 1609.

Quindi il prestigio e l'importanza monetaria di Firenze nel 1650 la si può vedere anche dalle emissioni al di fuori della città.

Come esempio di questo sempre da mcsearch.info un tollero di Ferdinando II per Livorno del 1659.

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Accoglierei la proposta di Eligius di comunicare qualche dato sui volumi di monete emesse a Milano negli anni intorno al 1650, io rimarrei comunque su una eventuale riflessione tra i rapporti tra moneta " grossa " e moneta " piccola ", non andrei oltre al momento.

I dati, che poi sono sempre da pensare che sono riportati, sono tratti dal Cipolla, 1952, " Mouvements Monètaires dans l' Etat de Milan", e al momento mi limiterei, come consigliato da Eligius, per la moneta piccola al sesino e per la moneta grossa a ducatoni e filippi :

anno 1647 - 1.1195.551 sesini e 39.227 ducatoni

anno 1648 - 2.603.700 sesini e 44.261 ducatoni

anno 1649 - 2.763.306 sesini e 39.627 ducatoni

anno 1650 - 2.745.834 sesini e 48.657 ducatoni

anno 1651 - 2.149.420 sesini e 26.061 ducatoni

anno 1652 - 3.558.100 sesini e 51.639 ducatoni

anno 1653 - 3.907.540 sesini e 5.684 ducatoni

anno 1655 - 884.520 sesini e 714 ducatoni

anno 1656- 13.324.220 sesini

anno 1657- 584.220 sesini e 143.592 filippi

anno 1658 - 1.013.740 sesini e 178.496 filippi

anno 1659 - 1.346.800 sesini e 676.456 filippi

Lascio a voi eventuali riflessioni, si nota una grossa produzione di sesini con un picco nel 1656, una diminuzione a un certo punto dei ducatoni fino a essere sostituiti coi filippi che hanno un picco nel 1659 di emissioni.

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